Tifosi sognate, perché Claudio Foscarini indica il Cittadella come possibile sorpresa della serie cadetta. L’ex tecnico granata conosce bene la categoria, l’ha vissuta in prima persona per sette anni di fila proprio da queste parti, e non è affatto stupito dalla partenza a razzo della squadra di Venturato. «Nel campionato di quest’anno ci sono buone formazioni come Verona, Carpi e Frosinone, le tre retrocesse, ma non ne vedo una decisamente più forte delle altre com’era il Cagliari nella passata stagione, che consideravo una realtà di serie A calata tra i cadetti, e per certi versi anche il Pescara. Questa la vedo come un’annata particolare, e bisogna approfittarne, ti puoi giocare un campionato importante. E il Cittadella lo può fare. La serie B, poi, ha dimostrato che squadre come quella granata ci possono stare, e puntare molto in alto, pensiamo al Crotone di un anno fa. Basta mantenere determinazione e filosofia vincenti». Foscarini punta sul Cittadella: «Ho seguito la squadra, le prestazioni sono state convincenti e le vittorie meritate. Non mi meravigliano più di tanto, quindi, per i due successi. Certo è che un avvio così pimpante e sei punti raccolti all’inizio, possono stupire chiunque. In serie B chi parte bene è avvantaggiato, chi può contare su una società solida e una piazza che ti permette di lavorare serenamente lo è ancora di più, e Cittadella ricalca queste caratteristiche, quindi dico di stare attenti alla realtà granata, che è piena di entusiasmo per la promozione, e si conosce a memoria. Starei sul pezzo, come si suol dire, e me la giocherei sino in fondo». Sabato il Cittadella sarà di scena a Vercelli, che lei conosce bene avendoci allenato nell’ultimo anno. Che partita si immagina? «È un campo particolare. In casa la Pro Vercelli riesce ad offrire qualcosa in più che non in trasferta, vuoi per le tribune a ridosso del campo, che è in erba sintetica e che la squadra conosce molto bene. Ci sono componenti che favoriscono chi gioca in casa, e l’ho constatato di persona». Se dovesse fare due nomi da tenere d’occhio, chi indicherebbe? «Budel, un regista che ho sempre ammirato. È il faro della squadra, se gira lui gira tutto il Vercelli. Va quindi limitato il suo raggio d’azione. Poi dico l’attaccante più in forma, Mustacchio, che ha gamba e in casa si galvanizza perché è molto amato dal pubblico. È pericoloso quando punta e quando scende sulla fascia a crossare». Dopo otto anni consecutivi in serie B, ha accettato una nuova sfida, in Lega Pro. «Livorno è una piazza molto importante. Qui si attendono subito grandi cose, specie dopo la retrocessione. Conoscendo la realtà, non dico di avere messo le mani avanti, ma ho avvertito tutti che non saremo la squadra che ammazza il campionato. Per problematiche di varia natura non partiremo in primissima fila, bisogna capirlo e accettarlo, cosa quest’ultima molto difficile per una città come Livorno. Ma io sono una persona realista, obiettiva, e dico che ci sono realtà davanti alla nostra, che hanno investito tanto per costruire rose di grandissima caratura tecnica. Noi siamo una buona squadra, con tutti gli effettivi disponibili possiamo giocarcela con chiunque, ma non in questo momento, dove ci sono tante assenze importanti». Contento della scelta fatta? «Volevo intraprendere un’esperienza in una piazza storica e importante del calcio italiano, e Livorno sicuramente lo è. Sono contento, ma più grande è la realtà, più ci sono problemi da gestire, dentro e fuori dal campo».
(Fonte: Gazzettino)