Padova-Forlì, Emerson: “Non si può pensare di aver già vinto! L’AlbinoLeffe serva da lezione…”

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Nell’arco dei novanta minuti di gara con l’Albinoleffe, per lui i primi in campionato con la maglia del Padova, oltre a svolgere le sue consuete mansioni di copertura al centro della difesa, ha svolto anche quelle di centrocampista aggiunto, in particolare con i suoi lanci a scavalcare la metacampo avversaria, e ha cercato in un paio di occasioni la via della rete con le sue potenti conclusioni dalla lunga distanza. Come se non bastasse, Emerson è stato pure doppiamente uomo assist sul gol di Altinier, conquistando il corner decisivo e poi calciandolo dalla bandierina di destra. Niente male come biglietto da visita. «Cerco ogni volta di dare il massimo – replica il giocatore brasiliano – ma non è mia abitudine ragionare in chiave di singolo. Se arrivano un gol o un assist bene, ma per me conta la prestazione complessiva perché è il collettivo a esaltare le doti del singolo. E siccome non si è vinto non sono contento». Come ha vissuto questo debutto? «La prima gara con una squadra nuova ha sempre un sapore diverso, a maggiore motivo in una piazza così importante e per il fatto che non si vedeva l’ora di iniziare. L’emozione, però, dura solo fino al calcio d’inizio dopo di che penso a divertirmi e a dare il massimo».

Buona anche la risposta a livello fisico. «Mi sento bene. L’infortunio di un anno fa (frattura del tallone durante la gara di Coppa con il Carpi a fine agosto, ndr) ormai è alle spalle e mi sono ripreso alla grande, cosa che non era certo facile, ma madre natura ha voluto aiutarmi». Il suo compito principale, naturalmente, resta quello di guidare la difesa a tre biancoscudata che nel primo tempo, gol a parte, e per quasi tutta la ripresa non ha concesso nulla, salvo correre qualche rischio nei minuti finali. «Sulla rete dell’Albinoleffe si è fatto un errore di valutazione e non abbiamo preso una seconda palla. Bravo il giocatore avversario, ma basta una distrazione per pagare dazio. Negli ultimissimi minuti cercavamo di vincere e per la foga di andare avanti si rischia di perdere gli equilibri e concedere qualche ripartenza». Poi, dall’alto della sua esperienza, trae la morale di questo primo impegno del Padova: «Abbiamo cercato la vittoria, che meritavamo, abbiamo avuto quasi sempre il possesso palla e costruito varie occasioni. Tutto questo non è bastato per vincere e dunque deve servirci da lezione per capire come è la Lega Pro e come ci affrontano gli avversari, specialmente all’Euganeo. Bisogna sbagliare meno possibile, stare sul pezzo per tutti i novanta minuti ed essere più lucidi davanti».

E la squadra, secondo Emerson, ha tante frecce nel suo arco. «In formazione ci sono vari giocatori che possono decidere una partita in qualsiasi momento e questo è positivo. Sabato siamo stati bravi a riprendere in mano la gara e ora bisogna capire dove non sbagliare. Attorno a noi, tra l’altro, abbiamo gente disponibile che ci permette di pensare solo alle cose di campo». Prossimo capitolo, sabato alle 20.30 all’Euganeo, il Forlì. «Non esiste pensare che si sia già vinto – tuona Emerson – perché loro sono ripescati e con zero punti. Solo Barcellona, Juventus e Real Madrid possono forse ragionare in questo modo. Ogni partita fa storia a sè e si è visto che abbiamo qualità, ma che questa può anche non bastare e dunque bisogna dare qualcosina in più. Grande concentrazione, dunque, perché se ti addormenti un attimo poi vieni castigato. Per vincere – conclude il difensore brasiliano – servono pure intelligenza, furbizia e capacità di leggere la partita».

(Fonte: Gazzettino)




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