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Ore 20.10 – (TuttoLegaPro) Nuova idea di mercato per la Sambenedettese. I rossoblu starebbero monitorando l’esterno offensivo, scuola Lazio, Tommaso Ceccarelli (in foto). Il classe ’92, che nelle ultime due stagioni ha collezionato 38 presenze con la maglia de L’Aquila in Lega Pro, è attualmente svincolato. Su di lui però vi sarebbero anche un altro paio di compagini di terza serie, tra cui l’Albinoleffe. Staremo a vedere se ci saranno sviluppi a breve.
Ore 19.40 – (TuttoLegaPro) In casa Parma, oggi, al termine dell’allenamento, ha parlato il centrocampista Manuel Scavone, classe ’87, arrivato dalla Pro Vercelli quest’estate. Ecco le sue parole, come riporta il sito ufficiale del club ducale: “Sto molto meglio, ma la maschera protettiva al viso dovrò portarla per circa un mese, perchè il naso è ancora abbastanza debole. Mi dà un po’ fastidio durante la partita, ma per giocare si fa. Non è assolutamente un problema. Sabato scorso, con il Lumezzane, al gol vittoria di Calaiò ho esultato tantissimo perchè ci tenevo alla gara. Venivamo da una prestazione poco positiva a Modena. Ci tenevamo tutti a fare bene davanti ai nostri tifosi e a vincere la partita. Era fondamentale partire bene. Ho avuto un’occasione clamorosa per fare gol, è vero, ma penso che l’importante sia arrivarci ed esserci in posizione da rete. Prima o poi, il pallone lo riesci a spingere dentro alla porta avversaria. Come avevo detto dopo la partita di Coppa a Piacenza, ci voleva un po’ di tempo per oliare i nostri meccanismi. Stiamo avanzando in questo processo. Sabato si è visto. Sono molto fiducioso. Il Parma vero deve ancora vedersi. Il nostro impegno non manca mai, affinchè si raggiunga il nostro apice. Ci aspettano tre partite in una settimana. In passato, per quanto mi riguarda, ho già giocato in impegni così ravvicinati. Sarà lo staff tecnico, con un preparatore atletico che ci sta seguendo nei minimi dettagli, a decidere chi e quando schierare. Dal 3-5-2 al 4-3-3 per una mezzala cambiano un po’ i movimenti, ma il ruolo rimane di fatto. Personalmente non mi cambia tanto. Il 4-3-3 è un modulo che possiamo fare, soprattutto in casa, quando non riusciamo a sbloccare certe gare, anche se è sempre fondamentale lo spirito che ci si mette. Le prossime tre partite in otto giorni sono difficilissime. Il Santarcangelo è una squadra ben organizzata, fisica, che gioca molto sulle seconde palle. Sarà veramente una battaglia sabato pomeriggio in Romagna. Poi, affrontiamo Venezia e Pordenone, entrambe di categoria assoluta. Noi, però, per ora, facciamo un passo alla volta. Pensiamo a portare a casa punti da Santarcangelo. Sono tre impegni che ci diranno a che punto siamo. A centrocampo siamo tutti giocatori duttili che si possono adattare alle varie situazioni: ragazzi intelligenti che sanno adeguarsi ai vari momenti tattici”.
Ore 19.10 – Ricordiamo che domani il Padova si allenerà alla Guizza alle ore 17.00 a porte aperte.
Ore 18.40 – Lega Pro girone B, la classifica aggiornata: Santarcangelo 6, Bassano, Gubbio, Parma, Pordenone e Venezia 4, FeralpiSalò, Lumezzane, Reggiana, Sambenedettese e SudTirol 3, AlbinoLeffe e Mantova 2, Ancona, Fano, Modena, Padova e Teramo 1, Forlì e Maceratese 0.
Ore 18.20 – Lega Pro girone B, anticipo della terza giornata: fischio finale, AlbinoLeffe-Fano 1-1.
Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ricordando Willy Gobbo, cuoco e custode del centro De Marchi di Pordenone morto il 15 gennaio scorso, i ramarri mettono benzina nel motore in attesa del Teramo. Molti i giovani e quasi nessun titolare schierato dall’inizio. Davanti il tridente (4-3-3) con Azzi, Pietribiasi e Martignago. L’amichevole con il Fiume Bannia finisce 7-0 per la squadra di Bruno Tedino: altra doppietta di Arma, a segno anche Misuraca, ultimo arrivato. Nella ripresa in campo i titolari con il 4-4-2. «L’amichevole è stata utile – ha detto il terzino udinese Michele De Agostini, intervenuto a fine gara – Stiamo molto meglio rispetto a 10 giorni fa, ci sentiamo pronti e abbiamo più gamba. Era giusto far girare anche chi non ha giocato molto fino a oggi. Adesso arriva il Teramo: vogliamo i tre punti per iniziare al meglio una settimana ricca di impegni che ci metterà sotto pressione. Sono felice di aver partecipato alla serata in ricordo di Willy Gobbo: so quanto Pordenone e Fiume Bannia fossero affezionati a lui. È stato un onore». Il ricavato della serata sarà devoluto alle popolazioni terremotate di Lazio e Marche. Il portiere del Fiume Bannia, Lovisotto, ha lasciato la squadra del paese dopo 15 anni di militanza e prima del match ha ricevuto dalla società una targa commemorativa. Entrambe le squadre hanno mostrato al pubblico una maglia neroverde con la scritta “Willy”.
Ore 17.20 – Lega Pro girone B, finisce il primo tempo dell’anticipo della terza giornata del girone B: AlbinoLeffe-Fano 1-1.
Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ramarri sospesi tra l’amichevole nel ricordo di Willy ieri sera a Fiume Veneto e il ritorno di un ex con il Teramo. Lamberto Zauli non si era parlato più dopo quell’infausto (per lui) settembre 2014, quando fu esonerato dopo soli tre mesi. L’approssimarsi del match fra Pordenone e Teramo (sabato al Bottecchia, 18.30), sulla cui panca siede lui, ha riaperto il vaso di Pandora in cui erano state infilati e sigillati tutti i segreti, le diatribe e i rancori del divorzio. Zauli ha accusato Lovisa: «Avevo tanti nemici fuori e dentro lo spogliatoio e il presidente non mi difese». Lovisa ha ammesso di essere stato nell’occasione precipitoso e sull’identità dei «nemici» ha suggerito sibillinamente: «Chiedete a Mateos, che era direttore di campo». IL TRAGHETTATORE – Occasione propizia per risentire uno degli artefici principali del Tricolore dei dilettanti e del primato in Lega D dei ramarri. Marcelo Mateos fu anche traghettatore del passaggio fra D e LegaPro nella difficile stagione d’esordio in C. Da leader carismatico con la casacca neroverde addosso a consulente del presidente, a direttore di campo e infine a direttore sportivo prima di mollare tutto e passare al Padova, dove ora è team manager. «I nemici di Zauli dentro e fuori lo spogliatoio? Non c’ero certo io tra loro – garantisce Marcelo -. Anzi, in una riunione a tre tenuta in sede – scava nella memoria – provai a difenderlo. Inutilmente. Forse si pensa così perché Foschi, suo successore, con me legò presto. Logico, essendo stato un suo giocatore». Questo fuori dallo spogliatoio, ma dentro? «Le cose che si dicono e si fanno lì – risponde Mateos – restano nello spogliatoio. È una vecchia regola del calcio. Non farò io l’infame». IERI & OGGI – «A Padova sto bene – afferma Mateos -. In società si respira professionismo. Quando penso a Pordenone mi viene malinconia. Con un presidente come Lovisa si poteva e si può fare di più. Non intendo in campo, dove Tedino e i ragazzi sono stati fantastici». Re Mauro punta al podio anche in questa stagione. «Fa bene – risponde Marcelo -. Tedino è bravissimo e l’organico che ha messo insieme è da podio. Da terzo gradino, però: i primi due sono riservati a Padova e Reggiana. Credetemi – sorride sornione -, tutti parlano di Parma e Venezia, ma a contendersi la promozione sino all’ultima giornata saranno la Reggiana e il mio Padova. Il Pordenone potrà giocarsi il terzo posto con le altre due». Pordenone – Padova è in calendario solo fra 6 mesi (15 aprile 2017, andata il 4 dicembre), Mateos sarà presente al Bottecchia? «Ovvio – risponde -, sono il team manager biancoscudato. E poi – strizza l’occhio – a Pordenone avrò qualche nemico anch’io, ma pure tantissimi amici. Sarà un piacere rivederli».
Ore 16.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) In lontananza (ma non troppo) compare già il cartello Ancona, per un sabato sera ad alta tensione. In lontananza (ma non troppo) c’è pure la prospettiva di tentare il colpo grosso. Un successo pieno, dopo i quattro punti blindati nelle prime due giornate contro Reggiana e Teramo, suonerebbe forse come una conferma definitiva. Magari non in ottica primo posto ma di sicuro il Bassano ha già fatto capire che anche quest’anno ci sarà da fare i conti con i giallorossi nei quartieri alti della Lega Pro. Mentre la campagna abbonamenti sta per toccare quota 500 unità, un numero consistente ai piedi del Grappa, l’acquisto last-minute di Werner Seeber, Nicola Lancini, ha tutta l’aria di non essere un semplice ripiego, ma un’arma in più nello scacchiere di Luca D’Angelo. «L’anno scorso sono rimasto fermo per gran parte della stagione — evidenzia l’ex difensore del Brescia — a causa di un problema alle ginocchia e in alcuni momenti ho avuto paura di dover smettere. Ma ora sto bene, ho giocato titolare col Brescia la gara di Tim Cup contro il Pisa, avrei dovuto esordire in campionato ma poi è arrivata la chiamata del Bassano e sono felice di aver colto questa opportunità. Non vedo l’ora di cominciare, anzi di ricominciare considerata la mia situazione».
Ore 16.00 – Previsto in questi minuti l’inizio dell’allenamento a porte chiuse dei Biancoscudati allo stadio “Appiani”.
Ore 15.30 – (Giornale di Vicenza) Squadra che vince non si cambia. E se perde o se comunque non vince più? Si cambia eccome. Nello spogliatoio, ma si cambia subito. E così il Milan da domenica prossima, in occasione del match di San Siro contro l’Udinese vestirà nuovo di zecca. Chiuso il rapporto con Dolce&Gabbana il club pluridecorato ha scelto un altro marchio italiano della moda dominante sulla scena internazionale. Ha scelto di indossare Diesel per le divise di rappresentanza, fuori dal campo di gioco. Trattandosi di Renzo e Stefano Rosso, giallorossi sottopelle da un ventennio, ma milanisti nel profondo da sempre potrebbe sembrare una questione da affari di cuore. In realtà, molto più prosaicamente è una faccenda di cuore negli affari, la mirabile arte di saper combinare la passione dilagante verso il mondo Milan della famiglia Rosso col pragmatismo richiesto dal business. Una felice partnership di cui si vociferava già dallo scorso giugno e ratificata soltanto in questi giorni con somma soddisfazione tra le parti. Anche perchè nelle prime due giornate di campionato, scaduti gli accordi precedenti, Vincenzo Montella e i suoi uomini si erano presentati al debutto eppoi a Napoli con giacche personali a cui avevano fatto cucire sopra lo stemma del Milan. Non nello stile di una delle società più titolate del globo. Adesso invece l’avvento della Diesel di Molvena con sede di punta a Breganze, certifica l’amore tra un’azienda simbolo del territorio e il Milan stellare anche se il suo cielo ultimamente si è un po’ oscurato. Del resto, Renzo e Stefano Rosso da interi lustri hanno un palchetto riservato a San Siro e la loro fede è comprovata nel tempo. Particolare chiave. L’ingresso della Diesel è stato benedetto dalla nuova proprietà cinese. A sancire il nuovo corso ancora a petto in fuori.
Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) Ancona, alte Marche, vabbè. Ma nelle basse Marche c’è chi l’Ancona lo conosce bene. E chi se non Osvaldo Jaconi? «Conosco l’Ancona e conosco Fabio Brini, il suo allenatore, mio ex giocatore con cui ho vinto un campionato – squilla l’inconfondibile voce dell’ex timoniere giallorosso della prima C1 – il Conero come quello di Teramo è uno stadio importante, fare risultato lì ha tutto un altro peso anche se loro seppur forti come organico devono ancora trovare un’identità. Però le individualità ce le hanno. Quanto al Bassano, il punto di Teramo è tosto: c’era un caldo pazzesco, eppoi il fondo sintetico il caldo te lo ributta addosso, è tremendo. Piuttosto ho visto le immagini con la Reggiana: quando prendi gol al 93′ e vinci al 94′ significa che possiedi dei valori non solo carattere. E sul mio ex allievo D’Angelo che era bravo ve l’avevo detto già a giugno. Eppoi vi ricordate? L’affrontammo in Coppa Italia col Rimini la mia prima stagione 6 anni fa al Mercante e ci fece sudare anche allora. No, lui è una garanzia».Intanto, salvo intoppi dell’ultima ora, sabato ad Ancona, dopo 41 giorni di stop si rivedrà almeno in panchina Giacomo Cenetti, il pitbull virtussino che anche se fatalmente a mezzo servizio dopo la distorsione al ginocchio, potrà garantire un cambio di spessore in corso d’opera allargando soprattutto le rotazioni in mediana che sino a ieri erano pressochè obbligate. Se la gara di sabato con l’Ancona verrà anticipata alle 16.30, quella successiva contro l’Alto Adige al Mercante di martedì 13 settembre verrà invece posticipata. Inizialmente programmata per le 18.30, su richiesta del Bassano e col benestare del club altoatesino il match si giocherà alle 20.30.
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Un «derby» a stelle e strisce. La sfida di sabato al Penzo tra Venezia e Reggiana (18,30) non sarà solo un big match tra due delle principali contendenti alla serie B. Sarà anche un confronto a distanza tra i due presidenti americani: Joe Tacopina e Mike Piazza. Tante le analogie tra i due patron, arrivati dagli Usa con l’intenzione di investire sul calcio italiano. L’approdo di Tacopina in laguna, a dire il vero, era stato preceduto dalle due esperienze di Roma e Bologna, ma è solo qui a Venezia che l’avvocato newyorkese ha deciso di investire tutte le proprie energie per rifondare. Mike Piazza, pure lui italo-americano (il padre era originario della Sicilia) ha invece puntato dallo scorso giugno sulla Reggiana, dopo un mezzo tentativo andato a vuoto con il Parma. E si può dire che Tacopina gli abbia fatto da apripista, visto che i contatti tra i due risalgono allo scorso anno, quando l’ex campione di baseball (considerato il miglior ricevitore-battitore di ogni tempo della Major League) iniziava a guardarsi intorno. Non a caso era spuntato il nome di Piazza anche per il «dopo Zamparini» a Palermo, con Tacopina a tessere i primi contatti. «Sono sempre stato appassionato del calcio italiano – ha dichiarato Piazza – e simpatizzavo per il Palermo. Alcuni miei connazionali hanno iniziato a investire in questo sport e ho iniziato a informarmi. La Reggiana è una bella realtà su cui scommettere: la società è sana, i tifosi sono immensi, l’ambiente altrettanto». A proposito del Venezia, Mike Piazza non ha dubbi: «Il loro è un progetto molto interessante. La sfida di sabato sarà senz’altro un buon test». Il presidente arancioneroverde non sarà sugli spalti sabato (oggi rientra negli Usa) e dunque non potrà stringere la mano al suo omologo reggiano: «Conosco Mike, ci confrontiamo anche su eventuali modi di collaborazione, per il bene del calcio. E’ positivo che ci siano proprietà forti nelle varie leghe».
Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Sollievo-Stulac ma mister Inzaghi resta alle prese con il dubbio-Fabiano. Il Venezia si avvicina al match di cartello con la Reggiana, in programma dopodomani al Penzo (ore 18.30) con il fantasista Fabiano sempre in forte dubbio. Il numero dieci lagunare, infatti, continua a non allenarsi sottoponendosi a terapie dopo la botta al ginocchio destro rimediata nello 0-0 di Mantova. Il recupero di Fabiano sembra ormai piuttosto improbabile, anche perché quella odierna sarà l’ultima seduta prima della rifinitura. Le alternative ad ogni modo non mancano, a partire dal giovane Edera, ma Inzaghi potrebbe azzardare con Geijo o Tortori. Niente di grave invece per il centrocampista sloveno Stulac, ko al ginocchio dopo una manciata di minuti nella trasferta irlandese con la sua Under 21 slovena: l’ex Koper rientrerà comunque in gruppo tra qualche giorno. Contro la Reggiana tornano a disposizione Baldanzeddu e Fabris, con il primo favorito come terzino destro e il secondo in corsa con Soligo e Acquadro per un posto in mediana.
Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Per lui, tifoso dei New York Mets di baseball, è stato un vero e proprio idolo che l’ha fatto esultare un sacco di volte con i suoi famosi fuoricampo. Dopodomani, invece, Mike Piazza sarà solo un avversario cui sottrarre i tre punti per Joe Tacopina, con Venezia-Reggiana (ore 18.30 al Penzo) diventato un vero e proprio derby a stelle e strisce tra i due presidenti italo-americani. «Oggi rientro a New York e seguirò la partita in streaming, forse meglio così per la mia salute – scherza Tacopina -. Mike è un amico e penso ci sentiremo anche prima del fischio d’inizio. Siamo quasi coetanei (Piazza è di due anni più giovane, classe ’68, ndr) e il suo ingresso nel calcio italiano mi ha fatto molto piacere». Nel giugno scorso l’ex ricevitore, entrato a metà luglio nella Baseball Hall of Fame, è diventato socio di maggioranza e presidente del club emiliano. «Le proprietà straniere in Italia stanno aumentando perché gli investitori fiutano un business con grandi margini di progresso. Quindici anni fa in Inghilterra è successo lo stesso, la Premier League era un disastro ma grazie a capitali e idee provenienti da fuori oggi è assolutamente al top. Qui sono convinto sia già iniziata un’analoga occasione di rilancio». Sotto certi aspetti Piazza ha trovato una strada spianata rispetto a Tacopina, visto che la Reggiana ha già uno stadio di rilievo internazionale oltre ad aver raggiunto il record societario di 4.800 abbonati. «Il Mapei Stadium è un bell’impianto e buon per la Reggiana, che ha una storia recente più importante, ma sottolineo solo recente, poter contare su un ampio zoccolo duro. Io però non sono invidioso. Nella nostra città abbiamo avviato un progetto che coinvolgerà sempre di più tutto il territorio, Venezia non ha rivali nel mondo e i 30 milioni di turisti lo dimostrano. Sappiamo che per avere al nostro fianco tanti tifosi ci vorrà del tempo, non mi aspettavo da un giorno all’altro 4 mila abbonati. E per quanto riguarda il nuovo stadio ci stiamo lavorando ogni giorno, ma dirò qualcosa di più quando avrò fatto il prossimo passo. Spero presto». Sabato insomma chi vincerà il derby americano? «Ho la massima fiducia nel Venezia e in Pippo Inzaghi. Dico solo che esprimendo tutte le nostre qualità non dobbiamo temere nessuno. Crediamoci, noi e i tifosi al Penzo».
Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Per capire chi è Cristian Galano per i tifosi del Bari basta tornare al 23 gennaio scorso quando il Vicenza giocò al San Nicola; Galano non era al meglio a causa di un fastidio muscolare che lo costrinse al forfait nel riscaldamento. Galano prima di entrare negli spogliatoi andò sotto la curva sud a salutare i suoi ex tifosi e tutto lo stadio si è alzò ad applaudire il «Robben della Capitanata». «Ricordo bene — sottolinea Galano — è stata una grande emozione e mi ha fatto molto piacere perché significa che quello che ho dato al Bari è stato apprezzato. Da parte mia sarò sempre grato ai tifosi del Bari perché mi hanno sempre fatto sentire importante». Sabato al Menti l’avversario sarà proprio il Bari e per Galano non potrà essere una partita come tutte le altre. «No, come potere pensare che per me sia come le altre? Bari è la società dove sono cresciuto, lì mi hanno quasi adottato e a loro sarò sempre grato. Però sono un professionista e durante la gara darò il massimo per il Vicenza. Non vedo l’ora di giocare questa partita, anche perché tutti noi sappiamo bene che abbiamo l’obbligo di riscattarci e di regalare ai nostri tifosi una gioia: le prime due partite sono andate proprio male…». Due sconfitte, zero gol fatti e cinque subiti, numeri che parlano da soli. «Inutile star qui a discutere — precisa Galano — abbiamo iniziato proprio male, nessuno di noi pensava ad un avvio così. Che ci aspettasse un torneo difficile lo sapevamo ma adesso è arrivato il momento di fare punti e di dare una sterzata». Contro il Bari sarà fondamentale cancellare lo zero in classifica, senza se e senza ma. «Guardare a quello che è stato non serve a niente — spiega l’attaccante foggiano — il calendario ci mette di fronte al Bari e dobbiamo dare tutto per vincere. Giocheremo davanti ai nostri tifosi che al Menti sono il dodicesimo uomo in campo, insieme a loro proveremo a prenderci i tre punti. Dovremo eliminare gli errori commessi con Carpi e Spal; all’esordio abbiamo fatto bene un’ora, poi abbiamo commesso un paio di errori che abbiamo pagato a carissimo prezzo. A Ferrara, dopo l’espulsione di Benussi, siamo stati per troppo tempo in balia degli avversari. Dispiace aver iniziato così male, non è questo il vero Vicenza». Bisognerebbe ritrovare al più presto la squadra che ha saputo rimontare la classifica nel finale dello scorso campionato, magari rivedendo Galano in posizione centrale vicino alla punta. «Quella è la nostra forza, quella è la squadra che dobbiamo tornare ad essere — sottolinea Galano — in estate sono arrivati tanti giocatori nuovi e quindi è normale che ci sia bisogno di un po’ di tempo per ricompattare il gruppo. La serie B è un torneo lungo e difficile, dare giudizi definitivi dopo due giornate mi sembra affrettato. Per quanto riguarda la mia posizione in campo deciderà il mister con cui mi trovo molto bene e che conosce le mie caratteristiche». E sul modulo Galano è molto chiaro: «Nel 4-3-3 ho giocato spesso da esterno e posso assicurare che non ci sono problemi né con un modulo né con l’altro. Che poi, dove gioca Galano conta poco, quello che è importante è che il Vicenza vinca».
Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Vicenza-Bari sarà anche la “sua” partita. Ma dovrà per forza essere soprattutto la partita del riscatto biancorosso, dopo un inizio di stagione allarmante con due sconfitte senza appello. Ecco perché Cristian Galano, foggiano di nascita ma barese per formazione calcistica fin da ragazzino, lascia passare in secondo piano l’aspetto personale: «Per me non può essere un incontro come gli altri, è ovvio – riconosce il fantasista pugliese – ma in questo momento tutti noi dobbiamo avere solo la testa bassa sul campo per cercare a tutti i costi di ottenere i primi punti del campionato».Si poteva immaginare un inizio di stagione difficile per questo nuovo Vicenza, ma forse è stato ancora più duro del previsto…Sì, contro Carpi e Spal sono arrivate due sconfitte, però sono state partite diverse. Nella prima, secondo me, avevamo ben giocato per buona parte, fino ad un errore individuale che ci ha penalizzati; nella seconda, invece, abbiamo sbagliato tutto, a parte i primissimi minuti. Dopo l’espulsione di Benussi i reparti si sono sfilacciati, siamo stati in balia dei nostri avversari, e la prestazione è stata tutta negativa, tutta da dimenticare.Nel dopogara il tecnico Lerda ha rimarcato che anche lei avrebbe dovuto tornare di più, con la squadra ridotta in dieci.Si vede che dalla panchina l’ha vista così, lo posso capire, anch’io mi sono reso conto di essere in difficoltà, ma non era semplice perché le linee di centrocampo e attacco erano molto scollegate. Io comunque non ho alcun problema col tecnico, so che mi stima e mi vuole bene, e posso solo impegnarmi sempre al massimo per cercare di ripagarlo.Avere cambiato molti giocatori della rosa, anche negli ultimissimi giorni di mercato, rende complicato trovare subito i giusti equilibri.Certo, anche se non deve diventare un alibi. Però sono certo che giocatori esperti e forti come Esposito e Zaccardo, ad esempio, hanno inevitabilmente un po’ pagato l’esordio “a freddo”, ma sapranno darci un aiuto importantissimo appena si saranno inseriti meglio nei meccanismi di gioco. Ci serve un po’ di tempo, il campionato è molto lungo, ma dobbiamo comunque cercare di trovare fin da subito un risultato positivo che ci aiuti ad ingranare: già sabato al Menti con il Bari vogliamo vincere.La rimonta finale dello scorso anno è stata favorita anche dalla coesione del gruppo. Com’è il morale adesso nello spogliatoio?È normale che dopo due sconfitte, in particolare per come è arrivata l’ultima ci sia stato un po’ di scoramento, ma adesso vogliamo tutti insieme reagire e voltare pagina al più presto. Anche lo spirito di gruppo, dopo un profondo rinnovamento, potrà cementarsi solo partita dopo partita: sono certo che ci sono margini di crescita importanti.Lerda in queste prime partite ha proposto il 4-3-3, facendola giocare largo a destra. Molti però rimpiangono il Galano dietro il centravanti che abbiamo apprezzato nella scorsa primavera…Di certo quando ho giocato lì, nella parte finale dello scorso campionato, mi sono trovato particolarmente bene e ho avuto un buon rendimento. Se però in questo momento l’allenatore ritiene che la squadra abbia maggior equilibrio con il 4-3-3 io posso e devo giocare bene anche partendo largo: l’ho fatto per tanti anni in carriera, quindi non può essere un problema, poi le scelte spettano sempre al tecnico.Tanti anni per lei al Bari. Qual è il suo ricordo più bello?Sicuramente quello del campionato in cui la società fallì a stagione in corso, ma nonostante questo in campo siamo riusciti a compiere una rimonta straordinaria fino ai playoff, io ho segnato parecchi gol, con uno stadio riempito anche da cinquantamila tifosi… Ma quello ormai è il passato, adesso io gioco per il Vicenza e mi interessa solo recuperare con i miei compagni dopo questo inizio difficile.Anche per il Bari l’inizio è stato meno convincente del previsto.Ma la serie B è fatta così, soprattutto all’inizio i valori possono faticare ad emergere, ci possono essere risultati strani. L’importante è non perdersi d’animo, rimanere concentrati e lavorare sodo. Noi non siamo quelli visti a Ferrara: il vero Vicenza è come quello che si è visto nel finale della scorsa stagione, dobbiamo e possiamo tornare a giocare così.Intanto tornerà anche Raicevic…Filip per noi è un giocatore importante e ci darà una grossa mano, e ce ne sono diversi altri che non abbiamo avuto a disposizione per infortunio e stanno recuperando, come Bellomo: da qui in poi potremo solo migliorare, vedrete.
Ore 12.00 – (Gazzettino) Fabio Lebran vince il testa a testa con Fabiano, ed è un nuovo difensore del Campodarsego. La fumata bianca è arrivata ieri: il ventinovenne di Camposampiero sarà a disposizione già domenica per il debutto casalingo in campionato con il Belluno. «È un ragazzo che avevamo cercato anche un anno fa – spiega il direttore generale Attilio Gementi – e quest’anno avevamo parlato con lui già a luglio, pur sapendo che sarebbe rimasto in attesa di un’eventuale chiamata in Lega Pro. Ora invece ha accettato la nostra proposta, è un giocatore relativamente giovane e con tanta esperienza alle spalle, siamo felici di averlo con noi». Con Fabiano non è stato raggiunto l’accordo? «Non è una questione di accordo, abbiamo fatto solo una chiacchierata esplorativa molto piacevole, perché anche lui deve capire se vuole restare in Italia o fare ritorno in Brasile. Avevamo già una trattativa in stato avanzato con Lebran, e abbiamo preso questa decisione». Da una decina di giorni Lebran ha iniziato ad allenarsi con quelli che sono i suoi nuovi compagni. «Ho accettato perché Campodarsego è una società ambiziosa. Mi ero allenato con loro per una settimana all’inizio della stagione passata, ma poi ero andato al Savona. Adesso è da un po’ che sono insieme alla squadra e ho avuto modo di conoscere l’ambiente: è un gruppo nel quale si lavora bene e c’è la possibilità di fare qualcosa d’importante». Finora ha sempre giocato nei professionisti. «È la mia prima esperienza in serie D, sono curioso di conoscere questo campionato. So che ci sono molte formazioni attrezzate che puntano alla promozione, ce la giocheremo anche noi. Sono un rinforzo di lusso? Se la società mi ha preso è perché punta a fare un discorso di un certo tipo, fermo restando che in squadra ci sono altri giocatori di valore. Quanto a me, cercherò di dare il mio contributo, anche in termini di esperienza». Tra l’altro è una soluzione che le consente di tornare a casa. «Qualcuno potrebbe pensare che la mia è stata una scelta di vita, in realtà non è così. Il presidente Daniele Pagin e il direttore Gementi mi inseguono da tempo, e se ho accettato è solo perché ho trovato una società ambiziosa con basi solide».
Ore 11.30 – (Gazzettino) Tifosi sognate, perché Claudio Foscarini indica il Cittadella come possibile sorpresa della serie cadetta. L’ex tecnico granata conosce bene la categoria, l’ha vissuta in prima persona per sette anni di fila proprio da queste parti, e non è affatto stupito dalla partenza a razzo della squadra di Venturato. «Nel campionato di quest’anno ci sono buone formazioni come Verona, Carpi e Frosinone, le tre retrocesse, ma non ne vedo una decisamente più forte delle altre com’era il Cagliari nella passata stagione, che consideravo una realtà di serie A calata tra i cadetti, e per certi versi anche il Pescara. Questa la vedo come un’annata particolare, e bisogna approfittarne, ti puoi giocare un campionato importante. E il Cittadella lo può fare. La serie B, poi, ha dimostrato che squadre come quella granata ci possono stare, e puntare molto in alto, pensiamo al Crotone di un anno fa. Basta mantenere determinazione e filosofia vincenti». Foscarini punta sul Cittadella: «Ho seguito la squadra, le prestazioni sono state convincenti e le vittorie meritate. Non mi meravigliano più di tanto, quindi, per i due successi. Certo è che un avvio così pimpante e sei punti raccolti all’inizio, possono stupire chiunque. In serie B chi parte bene è avvantaggiato, chi può contare su una società solida e una piazza che ti permette di lavorare serenamente lo è ancora di più, e Cittadella ricalca queste caratteristiche, quindi dico di stare attenti alla realtà granata, che è piena di entusiasmo per la promozione, e si conosce a memoria. Starei sul pezzo, come si suol dire, e me giocherei sino in fondo». Sabato il Cittadella sarà di scena a Vercelli, che lei conosce bene avendoci allenato nell’ultimo anno. Che partita si immagina? «È un campo particolare. In casa la Pro Vercelli riesce ad offrire qualcosa in più che non in trasferta, vuoi per le tribune a ridosso del campo, che è in erba sintetica e che la squadra conosce molto bene. Ci sono componenti che favoriscono chi gioca in casa, e l’ho constatato di persona». Se dovesse fare due nomi da tenere d’occhio, chi indicherebbe? «Budel, un regista che ho sempre ammirato. È il faro della squadra, se gira lui gira tutto il Vercelli. Va quindi limitato il suo raggio d’azione. Poi dico l’attaccante più in forma, Mustacchio, che ha gamba e in casa si galvanizza perché è molto amato dal pubblico. È pericoloso quando punta e quando scende sulla fascia a crossare». Dopo otto anni consecutivi in serie B, ha accettato una nuova sfida, in Lega Pro. «Livorno è una piazza molto importante. Qui si attendono subito grandi cose, specie dopo la retrocessione. Conoscendo la realtà, non dico di avere messo le mani avanti, ma ho avvertito tutti che non saremo la squadra che ammazza il campionato. Per problematiche di varia natura non partiremo in primissima fila, bisogna capirlo e accettarlo, cosa quest’ultima molto difficile per una città come Livorno. Ma io sono una persona realista, obiettiva, e dico che ci sono realtà davanti alla nostra, che hanno investito tanto per costruire rose di grandissima caratura tecnica. Noi siamo una buona squadra, con tutti gli effettivi disponibili possiamo giocarcela con chiunque, ma non in questo momento, dove ci sono tante assenze importanti». Contento della scelta fatta? «Volevo intraprendere un’esperienza in una piazza storica e importante del calcio italiano, e Livorno sicuramente lo è. Sono contento, ma più grande è la realtà, più ci sono problemi da gestire, dentro e fuori dal campo».
Ore 11.00 – (Gazzettino) I giocatori del Cittadella ieri avevano un motivo in più per sorridere perchè con il primo posto in classifica è coincisa la foto annuale per l’album Panini. Poi, dopo l’allenamento, tutti al ricevimento del Panathlon. Inviti che fanno piacere, ma che non hanno comunque modificato il programma di lavoro, che per la gran parte dei giocatori inizia prima dell’adunata di gruppo alle 15: alcuni per massaggi o trattamenti terapeutici, altri con un programma in palestra. Fra questi ultimi Marco Martin, che racconta: «Faccio sempre mezz’ora di palestra prima dell’allenamento, la trovo utile come prevenzione muscolare a livello generale e per la schiena in particolare». Per l’ex terzino sinistro del Pordenone il campionato è iniziato al secondo turno. Così spiega la giornata di squalifica scontata a Bari: «È una conseguenza dei play off giocati lo scorsa stagione con il Pisa. All’andata ho preso un giallo e un altro al ritorno. Mi è dispiaciuto molto non poter giocare la prima di campionato». Sabato scorso al Tombolato con la Ternana ha avuto modo di rifarsi fornendo una prestazione tonica ed efficace. «Sulla mia corsia mi sono ritrovato Zanon, che conoscevo avendo giocato insieme a Pescara. È andato tutto bene, ma il merito è dell’intera squadra che è riuscita a mettere in campo quello che l’allenatore ci aveva chiesto durante la settimana. Siamo un gruppo ben amalgamato dove ognuno aiuta il compagno. Diventa più facile in questo modo poter esprimere il gioco che si vuole fare». Sulle sue caratteristiche continua: «Difendo e quando posso avanzo in fascia sinistra. Mi gratifica molto partecipare alla fase offensiva scendendo e crossando al centro dell’area avversaria per i compagni». Cresciuto nelle giovanili del Treviso, Martin ha giocato nel Bolzano, Pescara, Pavia e Pordenone. Fra i giocatori del suo ruolo ne ha più di uno a cui ispirarsi: «Mi piace osservare come giocano Marcelo del Real Madrid e Jordi Alba del Barcellona, ma anche l’ex biancoscudato Renzetti, ora al Cesena, per le sue caratteristiche tecniche e di spinta». Martin si trova a suo agio a Cittadella: «Mi sono ambientato molto bene fin dall’inizio, qui è come essere in una grande famiglia. Cittadella la conoscevo già perchè ci sono venuto diverse volte con la mia fidanzata Federica, che è di Bassano. Adesso ho un motivo in più per frequentarla anche fuori dal calcio. È una cittadina tranquilla e mi piace sotto ogni punto di vista».
Ore 10.30 – (Corriere del Veneto) Pro Vercelli-Cittadella, ci pensi e ti viene in mente Claudio Foscarini. Doppio ex, tecnico amato su entrambi i fronti. Sabato vivrà la partita da spettatore interessato: «Dieci anni non si possano dimenticare – sorride l’allenatore del Livorno – a Cittadella mi lega un rapporto di affetto e amicizia con tante persone. Vedere la squadra che comincia con due vittorie così importanti ha sorpreso anche me. Non tanto per quella con la Ternana, quanto perché vincere a Bari non è uno scherzo». Foscarini è convinto che il Cittadella possa insistere: «Non bisogna accontentarsi – spiega – perché quest’anno non ci sono vere corazzate: il Verona è forte ma non imbattibile. Il Cittadella può provare a fare risultato anche a Vercelli, a patto di ricordarsi che sul sintetico è tutta un’altra storia rispetto all’erba naturale. I rimbalzi sono strani e cambia il modo di giocare».
Ore 10.00 – (Gazzettino) E la squadra, secondo Emerson, ha tante frecce nel suo arco. «In formazione ci sono vari giocatori che possono decidere una partita in qualsiasi momento e questo è positivo. Sabato siamo stati bravi a riprendere in mano la gara e ora bisogna capire dove non sbagliare. Attorno a noi, tra l’altro, abbiamo gente disponibile che ci permette di pensare solo alle cose di campo». Prossimo capitolo, sabato alle 20.30 all’Euganeo, il Forlì. «Non esiste pensare che si sia già vinto – tuona Emerson – perché loro sono ripescati e con zero punti. Solo Barcellona, Juventus e Real Madrid possono forse ragionare in questo modo. Ogni partita fa storia a sè e si è visto che abbiamo qualità, ma che questa può anche non bastare e dunque bisogna dare qualcosina in più. Grande concentrazione, dunque, perché se ti addormenti un attimo poi vieni castigato. Per vincere – conclude il difensore brasiliano – servono pure intelligenza, furbizia e capacità di leggere la partita».
Ore 09.50 – (Gazzettino) Buona anche la risposta a livello fisico. «Mi sento bene. L’infortunio di un anno fa (frattura del tallone durante la gara di Coppa con il Carpi a fine agosto, ndr) ormai è alle spalle e mi sono ripreso alla grande, cosa che non era certo facile, ma madre natura ha voluto aiutarmi». Il suo compito principale, naturalmente, resta quello di guidare la difesa a tre biancoscudata che nel primo tempo, gol a parte, e per quasi tutta la ripresa non ha concesso nulla, salvo correre qualche rischio nei minuti finali. «Sulla rete dell’Albinoleffe si è fatto un errore di valutazione e non abbiamo preso una seconda palla. Bravo il giocatore avversario, ma basta una distrazione per pagare dazio. Negli ultimissimi minuti cercavamo di vincere e per la foga di andare avanti si rischia di perdere gli equilibri e concedere qualche ripartenza». Poi, dall’alto della sua esperienza, trae la morale di questo primo impegno del Padova: «Abbiamo cercato la vittoria, che meritavamo, abbiamo avuto quasi sempre il possesso palla e costruito varie occasioni. Tutto questo non è bastato per vincere e dunque deve servirci da lezione per capire come è la Lega Pro e come ci affrontano gli avversari, specialmente all’Euganeo. Bisogna sbagliare meno possibile, stare sul pezzo per tutti i novanta minuti ed essere più lucidi davanti».
Ore 09.40 – (Gazzettino) Nell’arco dei novanta minuti di gara con l’Albinoleffe, per lui i primi in campionato con la maglia del Padova, oltre a svolgere le sue consuete mansioni di copertura al centro della difesa, ha svolto anche quelle di centrocampista aggiunto, in particolare con i suoi lanci a scavalcare la metacampo avversaria, e ha cercato in un paio di occasioni la via della rete con le sue potenti conclusioni dalla lunga distanza. Come se non bastasse, Emerson è stato pure doppiamente uomo assist sul gol di Altinier, conquistando il corner decisivo e poi calciandolo dalla bandierina di destra. Niente male come biglietto da visita. «Cerco ogni volta di dare il massimo – replica il giocatore brasiliano – ma non è mia abitudine ragionare in chiave di singolo. Se arrivano un gol o un assist bene, ma per me conta la prestazione complessiva perché è il collettivo a esaltare le doti del singolo. E siccome non si è vinto non sono contento». Come ha vissuto questo debutto? «La prima gara con una squadra nuova ha sempre un sapore diverso, a maggiore motivo in una piazza così importante e per il fatto che non si vedeva l’ora di iniziare. L’emozione, però, dura solo fino al calcio d’inizio dopo di che penso a divertirmi e a dare il massimo».
Ore 09.30 – (Gazzettino) Differenziato ieri per Germinale e lavoro in palestra per Filipe (tallonite), Favalli a causa di un affaticamento, Monteleone e Marcandella per una botta rimediata martedì. Nessuna novità sul passaggio di Ilari al Delta Rovigo e su Dionisi per il quale ha fatto un sondaggio il Grosseto. Oggi, con una variazione rispetto al precedente programma di preparazione, la squadra svolgerà uan seduta a porte chiuse all’Appiani, mentre domenica mattina l’allenamento sarà alle 10 all’Euganeo. Sempre oggi, con calcio d’inizio alle 16.30, si gioca la sfida tra Albinoleffe e Fano, gara anticipata per la concomitanza con la partita a Bergamo dell’Atalanta, che in realtà verrà disputata domenica pomeriggio. I marchigiani, che nel successivo turno infrasettimanale di martedì prossimo (ore 20.30) ospiteranno il Padova, potranno così usufruire di due giorni in più di riposo alle spalle.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) L’impressione, poi, è che la presenza in campo del centravanti mantovano faccia bene a Neto Pereira e viceversa. Una coppia che lo scorso anno ha messo a segno ben 27 gol e un numero imprecisato di assist. «Con Neto mi trovo benissimo — spiega Altinier — giochiamo insieme dall’anno scorso ed è chiaro come sia più facile per noi due intenderci meglio. Vorrei anche aggiungere, però, che serve tempo ad Alfageme e a Germinale, che sono appena arrivati, per entrare negli schemi. Non si può pretendere tutto dopo una sola partita». Tra le avversarie, nessuno viaggia a vele spiegate sinora e Altinier sottolinea un aspetto importante e forse non sufficientemente chiaro: «Si è detto che abbiamo cambiato tanto rispetto all’anno scorso — dice — ma se si vanno a vedere le rose delle nostre avversarie, si nota che hanno fatto lo stesso. Parma e Venezia sono quasi tutte nuove, la Reggiana ha cambiato oltre mezza squadra, idem Pordenone e Bassano. Io non vedo una squadra ammazza-campionato. Noi abbiamo un obiettivo preciso, dobbiamo fare di tutto per raggiungerlo».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Il dubbio rimane, lui nega, ma alla fine dopotutto ai tifosi interessa soltanto che l’abbia buttata dentro. Cristian Altinier, ancora una volta, ha mostrato, se mai ce ne fosse il bisogno, quanto possa essere fondamentale la sua presenza in campo per il Padova: 45 minuti, un gol (forse con un tocco di mano), un altro sfiorato, un terzo impedito da una selva di gambe che ne ha stoppato il tap-in vincente. Insomma, Padova e Altinier è un binomio che si rinnova e sabato contro il Forlì la speranza dei tifosi è che il centravanti mantovano possa timbrare ancora. «Non l’ho toccata di mano — ribadisce Altinier — e devo anche aggiungere che secondo me c’erano un paio di situazioni molto dubbie nell’area di rigore avversaria. Abbiamo creato tantissimo, alla fine rischiavamo pure la beffa e abbiamo portato a casa un pareggio che lascia l’amaro in bocca. Siamo all’inizio, ma i punti valgono già tanto e noi vogliamo subito riprendere la marcia sabato contro il Forlì». Altinier ha messo altri tre allenamenti nelle gambe, domani si lavorerà ancora a porte chiuse all’Euganeo, visto che Oscar Brevi ha deciso di blindare la seduta del giovedì al riparo da occhi indiscreti. Potrebbe essere arrivato il momento del debutto da titolare per la punta di diamante dell’attacco biancoscudato, 33 gol segnati nelle ultime due stagioni e una presenza imprescindibile per il reparto offensivo.