Il taglio con il passato è stato netto, e ci vorrà del tempo, fisiologicamente, per assorbire il corposo rinnovamento sul campo. Sabato scorso, tra gli undici titolari scesi in campo contro l’Albinoleffe, solo tre erano reduci dalla passata stagione. Naturale che, con ben otto giocatori nuovi, nei movimenti tra i reparti e nei meccanismi tra i singoli non sia filato tutto per il verso giusto. Ma c’è una certezza che il Padova si è portato gelosamente dietro dal precedente torneo: è Alessandro Favalli, che dalle grandi prestazioni degli ultimi mesi della passata stagione è passato al nuovo gruppo senza perdere la verve di sei mesi fa, risultando di gran lunga il migliore in campo contro i lombardi. Uno scatto ben diverso dal 2015, quando almeno inizialmente aveva iniziato un po’ in sordina. «Semplice, un anno fa ero arrivato a fine preparazione, invece stavolta mi sono presentato all’inizio del campionato in buone condizioni fisiche, dopo aver fatto l’intero ritiro estivo», la puntualizzazione del terzino cremonese.
Dopo le titubanze nel 4-2-3-1 di Parlato, e la crescita nel 4-4-2 di Pillon, nel 3-5-2 di Brevi pare proprio aver trovato la sua dimensione ideale: «Le mie sensazioni sono positive», confessa Favalli. «Ho cercato di fare quello che proviamo in settimana, ed effettivamente sono riuscito a spingere e ad arrivare molte volte al cross, grazie anche al prezioso aiuto di Dettori. Questo è il lavoro di noi esterni: difendere, ma poi allungare gli spazi. E con questo modulo sono tornato nel ruolo che ricoprivo da bambino: nelle giovanili facevo l’esterno alto, poi con il passare del tempo sono stato adattato a terzino. Questi anni mi sono serviti per migliorare dal punto di vista difensivo, ma adesso, come quinto di centrocampo, mi diverto davvero e credo sia la posizione ideale per me». Oltre ai gol che non sono arrivati, è stato proprio dal punto di vista difensivo che il Padova ha lasciato per strada qualcosa da farsi perdonare: «Ci sono stati degli errori dettati da una scarsa attenzione: abbiamo preso due contropiedi clamorosi, rischiando persino di perdere la partita, e questo perché eravamo tutti proiettati in avanti. Fossimo stati un po’ più accorti, forse sarebbe stato meglio. È un peccato, la partita è andata come l’avevamo preparata, ma purtroppo, tra le parate di Coser e un po’ di poca convinzione sotto porta, non ha sortito il risultato che avremmo voluto».
Ed è proprio nella retroguardia, probabilmente, che servirà il maggior “rodaggio”, visto che il reparto – il secondo migliore della categoria nella precedente stagione – è stato decisamente ritoccato dopo le partenze di Fabiano e Diniz: «L’anno scorso abbiamo fatto bene, lavoreremo per fare ancora meglio quest’anno. Dispiace che sia cambiato così tanto, avevamo trovato un buon feeling tra noi quattro difensori, ma il calcio è fatto anche di arrivi e partenze. È andata così, ormai è il passato». L’obiettivo ora si sposta sul match di sabato alle 20.30, all’Euganeo, con il Forlì, che aprirà una settimana fitta di impegni con il primo infrasettimanale, martedì 13 alle 20.30 sul campo del Fano, e quindi la sfida casalinga con la Maceratese di sabato 17 alle 18.30. Quanto al recupero con la Sambenedettese, si parla di martedì 11 ottobre, alle ore 14.30.
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)