“Lu bomber pacio” è diventato il “bomber” e basta. Ci sono attimi che per la loro rilevanza simbolica acquistano un sapore speciale: sabato sera Gianluca Litteri ha vissuto uno di questi momenti. Perché proprio con la maglia della Ternana il centravanti granata si fece conoscere nel calcio che conta, guidando le “fere” alla promozione in Serie B, nella stagione 2011/12, e guadagnandosi dai tifosi rossoverdi l’appellativo di “pacio”, che significa pazzo, per le sue esultanze. Con il gol agli umbri, frutto di una straripante cavalcata di classe e potenza, Litteri ha in fondo chiuso del tutto quella pagina, diventando il simbolo di questo Cittadella che stupisce e può guardare tutti dall’alto nel campionato cadetto. E la sua gioia non è stata “pazza”, ma autentica, con quella corsa a scalciare la bandierina con un colpo da taekwondo. L’esultanza. «Ma non voleva esserci alcuna mancanza di rispetto, mi sentivo di esultare così e non penso ci fosse nulla di sbagliato», racconta il diretto interessato. «Né c’era alcun desiderio di rivalsa da parte mia, perché a Terni sono stato bene. Certo, nell’ultima stagione, lì nei primi sei mesi sono rimasto praticamente fuori rosa, poi, al cambio di allenatore (Tesser ha preso il posto dell’esonerato Toscano, ndr), sono tornato a giocare con regolarità, ma a fine campionato non ho rinnovato il contratto e sono andato all’Entella». L’invenzione. Non ci sarebbe altro da aggiungere, se non fosse che reti come quella di sabato in pochi sono in grado di realizzarle. Non solo per il dribbling secco sulla corsia mancina, ma anche perché, arrivato sul fondo, un altro giocatore avrebbe pensato a scodellare il pallone in mezzo, senza neanche prendere in considerazione una conclusione ad incrociare. «In quel frangente, onestamente, ho pensato solo a tirare. Mi sono immaginato che il portiere, Di Gennaro, si aspettasse il cross e così ho preferito cercare la porta. È andata bene». Obiettivo doppia cifra. Due centri in due giornate. A questo ritmo si può pensare in grande. Ma a quante reti punta il numero 9 catanese? «Sto giocando partita per partita, cercando di essere quanto più incisivo possibile, e se ci riesco, poi i gol arrivano automaticamente. La mia miglior stagione in Serie B è stata proprio a Terni, annata 2012/13, quando mi sono fermato a quota 9. L’obiettivo è quello di migliorare quel mio risultato e raggiungere almeno la doppia cifra. Ma è il traguardo di ogni attaccante, no? E comunque, oltre che per il gol, sono contento per la prestazione, bellissima, da parte di tutta la squadra: ci è riuscito tutto quello che abbiamo preparato in settimana. E sono soprattutto soddisfatto della voglia che abbiamo dimostrato». Ma se lo sarebbe immaginato un inizio come questo? «Perché no? Io sono convinto del potenziale di questa squadra e so che, se affrontiamo tutte le partite mantenendo lo stesso atteggiamento, ci toglieremo grandi soddisfazioni». Parole da leader. Un esempio. Che cos’è un attaccante moderno? Uno che si fa valere in area, ma che sa anche giocare per la squadra, sa arretrare – vedere per credere come Gianluca si è trovato più volte a svettare in difesa sui calci d’angolo avversari – e sa propiziare gli inserimenti dei compagni. A tale riguardo si possono citare i numerosi palloni spizzati o l’assist, semplicemente delizioso, che, nel finale, ha messo Strizzolo di fronte a Di Gennaro. E qui le qualità personali si integrano con il lavoro svolto in allenamento – Iori & C. si ritroveranno al Tombolato oggi pomeriggio per cominciare a preparare la trasferta di Vercelli – come spiega lui stesso: «Abbiamo studiato l’avversario pensando che avremmo potuto attaccare la profondità e prendere in mezzo l’ultimo difensore centrale, per poi creare occasioni pericolose. Ci siamo riusciti molte volte, già nel primo tempo. L’unico difetto è chi siamo stati poco concreti: ci saremmo potuti presentare al riposo già sul 3-0, o almeno avanti di due reti, per chiudere prima la partita». Non ci piove. Ma davvero qualcuno si sente di rimproverare per questo gli uomini di Venturato?
(Fonte: Mattino di Padova)