Partenza così e così. Il Padova non bagna con i tre punti l’esordio in campionato all’Euganeo – primo di tre appuntamenti casalinghi in due settimane, considerato il turno di mercoledì 14 – ma ne raccoglie uno solo, rischiando la clamorosa beffa in pieno recupero, salvato dal palo. L’Albinoleffe, ripescato per il secondo anno consecutivo, se ne torna a casa con un bottino insperato, senza aver rubato nulla. C’è ancora parecchio lavoro da fare – ed era prevedibile – per Oscar Brevi, perché la squadra ha girato a… sprazzi, nonostante una supremazia netta. Meglio sicuramente la ripresa dei primi 45’, quando, con l’ingresso di Altinier (indispensabile come il pane), il fronte offensivo si è allargato e si sono viste le trame migliori. Ma sino all’intervallo il Padova è parso monocorde nella manovra, con un’unica soluzione: le discese di Favalli a sinistra.
Troppo poco. La sorpresa dei primi 45’. Due squadre speculari nel modulo, con il 3-5-2 proposto da entrambi i tecnici, ma diverse nel modo di interpretare lo spartito. Biancoscudati votati soprattutto al lancio lungo dalla difesa per innescare Alfageme e Neto Pereira, bergamaschi che invece prediligono la ripartenza, con una manovra più ragionata e che poggia molto sulle iniziative di Giorgione, per provare a far male a Bindi. Il limite della squadra di Brevi, oltre ad una naturale lentezza nell’impostazione del gioco (ci vorrebbe più velocità), è che insiste eccessivamente nel cercare di sfondare solo a sinistra. Rarissimo il coinvolgimento di Madonna a destra, e l’ex Spezia appare spesso fuori dagli schemi offensivi. Coser paratutto e quel fallo… Brevi ha lasciato in panchina De Risio e Altinier, preferendo loro Mandorlini e Alfageme: 8/11 cambiati rispetto alla squadra di Pillon. Il pallino ce l’ha in mano, come da copione, il Padova, che ci prova con Neto (8’), contrato in angolo all’ultimo momento da Gavazzi. Poi il pubblico salta in piedi invocando il rigore per un intervento deciso di Guerriera su Dettori all’interno dei 16 metri, ma l’arbitro Di Gioia (direzione insufficiente) fa segno di proseguire. Ci poteva stare, forse, il penalty.
Sulla spinta di Favalli ci scappa un cross al bacio a centroarea, dove Mandorlini, Alfageme e poi Neto si vedono ribattere e neutralizzare le conclusioni a colpo sicuro dall’estremo difensore ospite (16’). Un colpo da… Gonzi. Per i bergamaschi, che tentano qualche alleggerimento senza pretese, è come sognare ad occhi aperti quando Gonzi, su corta respinta di Sbraga ad intercettare un tiro di Mastroianni, si accentra e dai 20 metri azzecca un destro a giro che s’insacca nel “sette” (38’). Il Padova non ci sta e su una punizione di Emerson Coser ribatte alla grande, per poi superarsi sul tiro ravvicinato di Russo e deviare sul fondo(41’). All’assalto del fortino lombardo. Il cambiamento di modulo – dal 3-5-2 al 3-4-1-2 – diventa una necessità per Brevi, che inserisce Altinier dopo il riposo, arretrando Neto come trequartista e lasciando Alfageme davanti. La metamorfosi dei biancoscudati è radicale: finalmente più fluidità sulle fasce e cross pericolosi sotto porta. Non cambia solo una cosa: la strepitosa prestazione di Coser, che non ne fa passare una, dalla girata al volo di Altinier neutralizzata non si sa come a 2-3 metri dal centravanti (13’), al colpo di testa di Sbraga, a pallonetto, rintuzzato con un gran colpo di reni (15’).
Altinier, sempre lui. A furia di insistere, il pareggio arriva. Una “bomba” di Emerson, ammortizzata da un difensore lombardo, procura l’ennesimo corner. Batte il brasiliano e nel mucchio spunta la testa del centravanti mantovano, che tocca di quel tanto da spiazzare (finalmente!) Coser. I lombardi protestano, sostenendo che ci sarebbe anche un “mani” dello stesso Altinier, ma l’arbitro non vede nulla di irregolare (22’). Lo show di Coser prosegue: deviazione con la punta delle dita su girata di Altinier (23’)e poi in tuffo sventa il pericolo di Neto (sempre in girata, 30’). Qui il Padova smorza il suo furore agonistico e l’Albinoleffe fa correre un lungo brivido a tutti, su errore proprio di Emerson, con un diagonale di Giorgione sul fondo di un niente (32’). Ma l’opportunità più grossa capita sulla testa del giovane Fantacci (classe 1997), che di testa spedisce oltre la traversa a due passi dalla linea bianca (41’). Moreo palo. Bindi salva poi su Minelli (44’), ma il Padova ringrazia i santi in paradiso quando Moreo, in contropiede, si beve l’intera retroguardia biancoscudata e centra il palo alla sinistra del portiere (47’). È andata bene, lasciatecelo dire: giusto così.
(Fonte: Mattino di Padova, Stefano Edel)