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Ore 22.00 – (Corriere delle Alpi) Missione compiuta. Mister Roberto Vecchiato voleva un esordio vincente e un Belluno veloce, ed è stato esaudito. La squadra gialloblù ha nettamente portato a casa la posta in palio con giocate veloci e letali che hanno messo al tappeto un Cordenons nettamente in difficoltà di fronte la padronanza del gioco da parte dei padroni di casa. «Siamo partiti davvero forte e di questo sono contento – commenta soddisfatto il tecnico – volevamo questo inizio e siamo riusciti a metterlo in pratica. Siamo stati bravi non solo in attacco a concretizzare ma anche in difesa dove non abbiamo commesso disattenzioni. Quando fai partite di questo tipo c’è poco da dire, come quando perdi e non bisogna cercare alibi». Marta Bettina ha iniziato alla grande la stagione tra Coppa Italia e campionato. Te lo aspettavi? «Aveva cominciato molto bene anche lo scorso anno ed è bello vedere segnare i giovani. Non succede tutte le domenica di vedere sul tabellino dei marcatori un 1998 e un 1999 (Quarzago)». Due squadre completamente diverse. In campo si è vista una formazione rodata, che ormai si allena da anni insieme e gioca con sicurezza, quasi a memoria, dall’altra si è vista una formazione completamente nuova. «Si è visto che noi siamo lo stesso gruppo da diversi anni che cambia qualche elemento ogni volta – continua Vecchiato – anche se questo non basta, abbiamo lavorato e tutt’ora lavoriamo tanto per continuare a migliorare il nostro gioco». Trasferta a Campodarsego. Il prossimo impegno per la squadra gialloblù sarà domenica 11 settembre, nel padovano, contro una delle maggiori forze del campionato, arrivata seconda lo scorso anno. «Sarà un’altra partita, ma prima di pensare a queste sfide bisogna vincere anche le partite come quelle di oggi, non serve solo per i punti ma anche per il morale». Il Belluno ricomincerà ad allenarsi lunedì mentre dal 12 settembre il nuovo programma di allenamenti prevederà di lavorare il lunedì e riposare il martedì. Decisione di comune accordo presa dal tecnico Roberto Vecchiato e dal preparatore Graziano Santomaso.
Ore 21.50 – (Corriere delle Alpi) Esordio perfetto. Alla prima di campionato 3-0 del Belluno che non ammette repliche contro il Cordenons, neo promossa ma con elementi importanti all’interno della rosa. I ragazzi di Vecchiato hanno messo in campo un’ottima prestazione e sono riusciti a portare a casa il match grazie alle reti di Corbanese e dei giovani Marta Bettina (1998) e Quarzago (1999). Il primo in particolare ha messo in campo una prestazione davvero super, confermando l’ottima forma dimostrata in Coppa Italia. Il Belluno ha surclassato gli avversari sul piano fisico e tattico nel primo tempo, poi ha controllato nella ripresa. Il Cordenons si è dimostrato sin da subito rinunciatario; il gol di Corbanese al 7′ non ha fatto bene agli avversari, mentre nella ripresa non si è mai reso veramente pericoloso. La seconda di campionato, contro il quotato Campodarsego, sarà però tutta un’altra storia. In porta Vecchiato sceglie Borghetto, mentre in difesa la coppia centrale è formata da Sommacal e Granara, con Calcagnotto in tribuna per infortunio. Sugli esterni Pescosta e Mosca. In regia Bertagno, supportati da Masoch e Miniati. In attacco Duravia gioca alle spalle di bomber Corbanese e Marta Bettina. Il Cordenons schiera dal primo minuto gli ex professionisti Maccan e Mattielig, ma deve rinunciare a Zubin per infortunio. Dopo pochi minuti il Belluno prova da posizione pericolosa uno schema su calcio di punizione ma Duravia e Miniati non si trovano e il Cordenons ruba palla e riparte in contropiede, ma è superbo Sommacal che in scivolata salva la situazione. Al 7′ i ragazzi di Vecchiato si portano in avanti grazie al solito bomber Corbanese. Mosca scende sulla fascia e pennella in mezzo per Masoch, che appoggia al volo per il numero nove gialloblù che all’altezza del dischetto del rigore ha il tempo di stoppare, prendere la mira, e di collo firmare la rete del vantaggio. Il Belluno gioca bene e quando attacca dà sempre l’impressione di poter far male. Al 18′ Duravia smista dal calcio d’angolo, Mosca salta più in alto di tutti e gira verso la porta ma colpisce la parte alta della traversa. Poco dopo è ancora Marta Bettina a suonare la carica: Corbanese appoggia al limite dell’area per il fuoriquota gialloblù che prova il destro a giro che finisce di un soffio sul fondo. Il Cordenons si fa vedere dalle parti di Borghetto solo al 26′ con Prampolini, ma il passaggio al centro dell’attaccante granata viene murato da un arcigno Sommacal. Il raddoppio per i padroni di casa arriva al 36′ con il giovane Marta Bettina che viene servito in profondità da Miniati e da pochi passi dentro l’area, di sinistro, mette la palla sotto il sette più lontano. Poco dopo il numero sette gialloblù si incunea in area e mette la sfera al centro per un liberissimo Duravia che incredibilmente solo davanti alla porta, di sinistro, calcia alto. Si va a riposo sul 2-0, Belluno in pieno controllo del match e devastante in avanti, Cordenons non pervenuto. Nel secondo tempo i friulani si fanno vedere con un paio di colpi di testa nei primi minuti, dopo spariscono nuovamente ed è sempre il Belluno a giocare ma nella ripresa i gialloblù si limitano ad amministrare il doppio vantaggio. Al 24′ Vecchiato butta nella mischia Brotto e Quarzago per Mosca e Marta Bettina. Proprio il centrocampista fuoriquota, classe 1999, chiude il match al 39′ sfruttando la sponda di testa di Corbanese. Quarzago davanti al portiere lo salta in contro tempo e appoggia senza problemi in rete. Nel finale Borghetto compie la prima parata e sventa un tentativo dalla distanza.
Ore 21.30 – (Alto Adige) Il caldo è asfissiante ma le idee sono chiare. Il dopo partita, vissuto nella calura umbra, è un agorà di pensieri e riflessioni che tengono alto il morale e lo spirito della pattuglia altoatesina. Il refrain è costante: “abbiamo fatto una buona partita ma bisogna migliorare”. Frase citata a caldo da mister Viali che aggiunge: “fa male perdere così perchè la squadra ha fatto una buona partita. Siamo venuti a Gubbio per condurre la gara e ci siamo riusciti, facendo cose importanti. Nel nostro momento migliore della ripresa abbiamo subito un gol sicuramente evitabile. Nonostante ciò anche nell’ultimo quarti d’ora abbiamo avuto situazioni che hanno messo in difficoltà l’avversaria, cercando di fare risultato. Cosa non mi è piaciuto? Per quanto riguarda la prestazione non mi sono piaciuti i primi dieci minuti per il resto la squadra ha fatto una buona partita. Se dopo il 2 a 0 all’esordio è stato detto che dovevamo migliorare qualcosa, lo stesso va detto oggi dopo questo immeritato ko”. Immeritato perché un pareggio tutto sommato poteva essere il sigillo più giusto. “Quello che da più noia – continua Viali – è che non si dovrebbero mai perdere partite simili. Eppure dobbiamo essere umili ed imparare lezione di oggi…prenderla come un’esperienza. Non basta fare la prestazione ma bisogna essere determinati a sfruttare gli episodi. La partita di oggi mi ha dato la stessa sensazione di quella dell’esordio…per questo dobbiamo guardare alla prossima con entusiasmo e determinazione”. Capitan Fink è sulla stessa lunghezza d’onda ed aggiunge: “abbiamo disputato una prestazione positiva…una buona partita molto intensa e dal ritmo alto. Siamo stati sfortunati negli episodi…questo è il calcio. La partita è stata giocata bene…ma rimane il rammarico di tornare a casa senza alcun punto. Il Gubbio si è dimostrato una buona squadra, ma noi abbiamo giocato sicuramente meglio. Il caldo? Ha fatto la sua parte ma valeva per tutti e due”. Motorino Furlan ha corso in lungo ed in largo, vincendo anche le resistenze dell’afa. Impegno che però non è stato gratificato dal risultato. “Fa rabbia perdere così – dice Furlan – perché questa era una partita dalla quale potevamo portare a casa qualche punto. Dopo i primi dieci minuti abbiamo preso in mano la gara…potevamo pareggiarla. Peccato. Ma non ci abbattiamo, ripartiamo con lo stesso entusiasmo e con lo stesso spirito. Abbiamo perso e non cerchiamo alcun alibi. Dobbiamo ripartite dalla prestazione e vedere quello che è stato fatto male… sabato prossimo metteremo in campo tutto il possibile per battere il Salò” Nembo Kid Marcone ha fatto il suo finchè ha potuto. Poteva fare su quella iniziativa eugubina che ha sentenziato la sconfitta. “Il risultato più giusto sarebbe stato un pareggio – dice il portiere biancorosso che si è reso protagonista di alcuni pregevoli interventi – Il gol? E’ stata un’azione rocambolesca: perché Ferretti ha colpito male la palla ed è finita in una zona dove ci siamo fatti trovare spiazzati, qui Candellone ha preso la mira ed ha provato un tiro davvero imparabile. Peccato perché abbiamo fatto una buona gara che poteva essere decisa solo da un episodio del genere”.
Ore 21.20 – (Alto Adige) E’ bastata una sola disattenzione per tacitare le aspettative di mister Viali & soci. Disattenzione che alla mezz’ora della ripresa è costata la prima sconfitta in campionato di un Alto Adige che, anche ieri a Gubbio, ha dimostrato sostanza, farcita però da qualche evidente ingenuità. I 1193 spettatori assiepati nel catino del “Piero Barbetti” si sono divertiti nel vedere all’opera Gubbio ed Alto Adige affrontarsi a viso aperto, e con il chiaro intento (per entrambe) di puntando al bottino pieno. Con queste premesse è venuto fuori un match sostanzialmente equilibrato, caratterizzato, come detto, soltanto da quell’unico neo che, alla fine, ha penalizzato i biancorossi. Dicevamo del diffuso equilibrio, un atteggiamento che, nella prima frazione, ha riservato le vere emozioni nei minuti iniziali. La prima porta la firma dei padroni di casa che, al 2’, minacciano la porta difesa da Marcone: l’iniziativa è di Zanghi che trova un varco sulla sinistra e detta un cross profondo che finisce nella zona dove è appostato Ferretti, l’attaccante si coordina ed in mezza rovesciata insidia il portiere con un tiro a parabola che l’estremo devia in angolo in bello stile. Un minuto dopo risponde l’Alto Adige con la percussione di Ciurria, l’attaccante serve lateralmente Tulli che, con un potente diagonale, impegna severamente Volpe che si si disimpegna con un guizzo. I tifosi locali esultano al 10’ per la rete realizzata da Musto che, però, l’arbitro Andreini annulla per un fuorigioco. L’Alto Adige controlla bene le iniziative eugubine e, pian piano, comincia far salire il proprio baricentro, passando a dettare i tempi del gioco. Al 18’ è Obodo che ci prova dalla lunga distanza, ma il tiro centrale è parato a terra da Volpe. Il Gubbio risponde al 21’ con la bordata di capitan Romano, bloccata in due tempi da Marcone. L’estremo biancorosso è attento al 25’ quando, il cross sul primo palo di Zanchi viene spizzicato dalla deviazione di testa di Tait, situazione che l’estremo neutralizza con sicurezza. Al 30’ Romano devia di testa un cross teso, la palla s’impenna e Marcone interviene in uscita abbrancando la sfera. Nel momento di maggiore pressione biancorossa, Ciurria, Tait e Obodo che provano a sfondare la maginot umbra ma le iniziative non sortiscono alcunchè. Su va nella seconda frazione inaugurata al 2’ dalla punizione di Croce: un lungo spiovente che Marcone devia in uscita, sulla corta respinta Rinaldi prova la palombella ma la sfera termina alta. All’8 Gliozzi si gira e di destro spedisce sopra la traversa. Il gioco rimane sufficientemente piacevole, registrando delle sparute iniziative come quella all’11 di Ferretti che si guadagna lo spazio e dai venti metri sparacchia verso la porta di Marcone, il portiere osserva tranquillo la sfera terminare a lato. Al 15’ Bassoli commette un ingenuo, quanto evidente, fallo su Ferretti, nella zona decentrata dalla fascia sinistra. Lo stesso Ferretti calibra una parabola destinata sul secondo palo, dove Burzigotti non arriva per la deviazione di testa. 19’ ancora Marcone in evidenza quando devia un proietto di Burzigotti, scagliato direttamente su calcio di punizione. Poi è la volta di Kalombo che cerca il varco ma Marcone è sempre attento. Il Gubbio passa in vantaggio al 29’ su uno svarione difensivo biancorosso: Ferretti serve sulla sinistra un arrembante Candellone che in corsa traccia una parabola che si insacca all’incrocio, vanificando l’opposizione di Marcone. L’Alto Adige prova a reagire ma il tiro di Tulli (31’) è bloccata in due tempi da Volpe. Viali prova la carta Sparacello che al 33’ va a rilevare capitan Fink. Nel finale di gara l’Alto Adige parte all’arrembaggio anche se con poca lucidità. Tanto che, quasi a fil di sirena (45’), Gliozzi, imbeccato dal cross teso di Tait, spreca nel peggiore dei modi la palla del possibile pareggio, inzuccando sul fondo davanti allo spaventato Volpe.
Ore 21.00 – (Gazzetta di Modena) Erano 350 i tifosi canarini che ieri pomeriggio hanno raggiunto lo stadio “Lino Turina” di Salò, sospinti dall’incoraggiante esordio stagionale del Modena contro il Parma. I supporter gialloblù, che speravano in una conferma della formazione di Pavan, però, hanno assistito ad una pessima prestazione degli uomini di Pavan, incapaci di mettere in difficoltà la Feralpi Salò per tutto l’incontro. Il tifo è stato comunque potente ed incessante, sembrava di essere al Braglia. La società lombarda ha fine partita ha comunicato che l’incasso di 4700 euro, frutto degli 813 paganti, sarà interamente devoluto alle popolazioni terremotate del centro Italia. Un bel gesto a coronamento di una giornata trionfale.
Ore 20.50 – (Gazzetta di Modena) Sorride a fine partita Antonino Asta, il tecnico della Feralpi Salò. «Sono molto soddisfatto della prova dei miei ragazzi perché volevo vedere una squadra diversa rispetto alla prima partita. Contro il Santarcangelo una settimana fa siamo stati improponibili, io in primis. Ieri, invece, ho visto la squadra che volevo: aggressiva e determinata, in difesa abbiamo concesso pochissimo. Abbiamo cambiato tatticamente in vista del match contro il Modena, lasciando il possesso palla ai nostri avversari e cercando di ripartire in contropiede. Un’idea vincente visto che abbiamo trovato la rete con un break a centrocampo dopo una palla recuperata. Io avevo visto la partita del Modena contro il Parma e la squadra gialloblù aveva fatto un’ottima impressione. A mio avviso la differenza ieri pomeriggio l’ha fatto la mia squadra, rimanendo attenta in ogni frangente della sfida. Il Modena ha cambiato molto rispetto alla scorsa stagione, non è mai facile rifondare una rosa dopo una scottante retrocessione. Credo che i canarini, però, siamo una squadra importante. I valori della rosa del Modena sono convinto verranno fuori nel corso del campionato». A decidere la gara è stata la rete del gigante Niccolò Romero, 200 cm di altezza ed un fisico imponente, subentrato nel corso della ripresa a Gerardi. «Sono molto contento del gol, nonostante sia partito della panchina. Entrare a gara in corso non è mai facile, soprattutto perché non sempre si riesce a dare un impatto immediato al match. Abbiamo meritato di vincere perché abbiamo giocato meglio dei nostri avversari, soprattutto nel primo tempo. Però il Modena è una grande squadra, hanno giocatori di categoria superiore. Ma per entrare in ottica Lega Pro ci vuole del tempo».
Ore 20.40 – (Gazzetta di Modena) Prima presenza di Simone Basso. Entrato nella ripresa, il centrocampista arrivato a fine mercato ha avuto un buon impatto sulla partita anche se non è stato sufficiente per raddrizzarla. «Questa è la Lega Pro, la realtà con la quale dovremo fare i conti da qui alla fine. Fatta di partite nelle quali spesso serve più cattiveria e volontà che non tecnica e giocate. Questa sconfitta ci deve servire da lezione e ci deve insegnare come dobbiamo approcciare certi avversari. La Feralpi è una squadra studiata per fare cose importanti in questo campionato e contro di noi lo ha confermato. Adesso serve sangue freddo e attenzione. Il Modena ha i mezzi per recitare un ruolo importante ma vanno messi a frutto anche su campi come questi. Personalmente sono contento di questo impatto: mi sono inserito e sono pronto per mettermi al servizio della squadra. Dovremo avere la forza mentale per costruire una reazione immediata». Aldrovandi ha parlato di un Modena che non è riuscito a proporre sul campo la partita che era stata studiata in settimana. «Purtroppo la prestazione è stata negativa. Tutti avevamo pensato di poter fare una gara del tutto differente. Sin dai primi minuti ci siamo trovati in difficoltà. La Feralpi ci ha impedito di giocare palla a terra e quando abbiamo cominciato a buttare la palla alta sugli esterni, siamo mancati sulle seconde palle e sugli inserimenti nella trequarti avversaria. Serviva molta più cattiveria in certi frangenti di gioco che sono poi quelli che hanno fatto la differenza. Rischi particolari in difesa, in effetti, non ne abbiamo mai corsi; il fatto è che dopo un primo tempo molto negativo, nella ripresa abbiamo commesso un errore grave che ci è costato il gol e la sconfitta. Adesso avanti a testa bassa. I margini di miglioramento sono grandi. Dobbiamo raddoppiare gli sforzi e cancellare in fretta questo passo falso».
Ore 20.30 – (Gazzetta di Modena) Gigi Pavarese, ds gialloblù, invita alla calma. La sconfitta non può essere eccessivamente enfatizzata. «Tutti ci aspettavamo una gara del tutto differente. La prova è stata negativa, non c’è dubbio. Ma siamo solo alla seconda giornata e non si possono affrettare i giudizi calcando troppo la mano. Così come questo gruppo non era fatto da fenomeni dopo la buona prestazione col Parma, allo stesso modo credo che dopo sette giorni non si possa parlare di squadra scarsa. Che la strada fosse lunga e ci fosse tanto la lavorare per calarsi nella nuova realtà della Lega Pro, questo lo sapevamo bene tutti quanti. A cominciare da Pavan e i giocatori. Non tutto è da gettare in questa prova. Dispiace soprattutto per i nostri tifosi; erano oltre 350 e sembrava di giocare in casa. E’ anche per dar loro soddisfazioni che dobbiamo raddrizzare le cose sin dalla gara con la Maceratese».
Ore 20.20 – (Gazzetta di Modena) Il Modena stecca la controprova dopo il buon debutto con il Parma e Simone Pavan non si nasconde dietro un dito. D’altronde, troppo grande la differenza tra le due prove dei gialli, positiva quella al debutto, sicuramente negativa a Salò. Come riconosce lo stesso allenatore gialloblù: “Un Modena neanche lontano parente della squadra di una settimana prima? Non proprio così, ma certamente non si è visto lo stesso ritmo, abbiamo concesso troppo agli avversari che ci hanno pressato molto bene. Inoltre non siamo stati pericolosi, come è stato evidente”. Come è possibile che una squadra cambi così tanto da una settimana all’altra? Un problema di testa, come spesso avviene? Il solito problema, sottolinea Pavan: “Un discorso difficile quello della condizione mentale, una problema che sapevo di non poter risolvere in un mese e mezzo. Si tratta sempre di un processo di crescita lungo e difficile e così sarà anche per questo Modena. Io avevo dimenticato subito la partita con il Parma, lo stesso farò con questa gara, tranne che per gli errori e le cose che non sono andate bene. Comunque, mi sembrava logico confermare l’ossatura della formazione che aveva fatto bene contro il Parma, tranne che per Marino, colpito dalla tonsillite, e Ravasi sostituito da Diakitè, mentre ha giocato Schiavi, malgrado avesse un taglio ad un piede”. Modena poco pericoloso anche a Salò, dove ha concluso una sola volta nello specchio della porta avversaria. Pavan la vede così: “Qualche occasione c’è stata, ma sterile, è vero, anche se pure Salò, pur avendoci provato diverse volte, non è mai stato particolarmente pericoloso. IL problema di base è sorto soprattutto perché centralmente ci hanno sempre chiuso le giocate, così abbiamo provato di più sugli esterni, dove però spesso abbiamo perso i duelli. Problema di condizione fisica? Non mi sembra, anche se il caldo ha disturbato sia noi che loro, e comunque non sono il tipo che cerca alibi”. Nel finale sono entrati anche Basso e Bajner, la cui condizione non è ancora al massimo, come riconosce il mister: “Basso ha confermato che sarà molto utile quando sarà pronto. Con Bajner ho provato addirittura con cinque attaccanti contemporaneamente, purtroppo senza risultati concreti”.
Ore 20.10 – (Gazzetta di Modena) Caro Modena, la serie C è questa. È uno stadio che ha solo una tribunetta e in cui mancano gradinate e curve. Dove gioca una squadra che non ha nulla di blasonato e che ha un nome anche un po’ buffo: FeralpiSalò. Ma su questi campi si incontrano anima, cattiveria, voglia di vincere e di sudarsi la pagnotta. Non c’è scampo per chi pensa di essere favorito da un nome, da una storia e da una maglia prestigiosa. Si affonda, in questi campi, se non si getta sul campo la determinazione degli avversari e non si rispettano tifoserie come quella gialloblù che si muovono in massa, portando a Salò 350 persone spinte dalla buona prestazione col Parma e dalla voglia di rivedere un Modena operaio, combattivo e orgoglioso. Nulla di tutto ciò: una partita indecente, interpretata male fin dalle prime battute forse anche da mister Pavan che, per premiare chi ha giocato finora a discapito dei nuovi, ha schierato nel primo tempo un attacco incapace di far male a una mosca. La FeralpiSalò ci ha messo l’anima e i due metri di Romero, bomber entrato nela ripresa per trovare subito la stoccata vincente di testa che ha deciso il match. Basso e Tulissi inseriti dopo l’intervallo hanno provato a fare qualcosina, ma ieri era impossibile svegliare il Modena. Gli assoli della “diavoletto” di Angus Young e il rock potente degli Acdc, sparato a volumi industriali dagli speaker dello stadio Turina, increspano le acque del lago di Garda che lambiscono il piccolo impianto di Salò. Acque che si aprono pronte ad inghiottire i canarini nel confronto coi Leoni di Asta. Rispetto al Parma, dove c’era un derby da gestire contro una delle superpotenze del torneo, a Salò la partita è da costruire con gioco e determinazione. Pavan può contare sui nuovi Bajner, Basso e Laner, ritrova Tulissi squalificato alla prima, ma opta in attacco per Diakite riferimento centrale per Schiavi e Loi. In mezzo Giorico basso alle spalle di Salifu e Olivera. Dietro Marino è tolto di mezzo dall’influenza e cede il posto a Zucchini, non essendo ancora a disposizione Cossentino. 4-3-3 per i gialli, idem per Asta che si mette a specchio. L’ex Caglioni è tra i pali del bresciani protetto da Gambaretti, Codromaz, Ranellucci e Allievi. Davì si posiziona dietro Settembrini e Maracchi, Bracaletti e Guerra supportano Gerardi. Il Modena parte malissimo, spompo e svogliato, e si capisce subito che il trio offensivo della FeralpiSalò ha un brio decisamente superiore a quello dei gialli. Asta mette Gorico nella morsa di Davì e Maracchi, Olivera e Salifu non danno una mano al tamburino sardo che, anche quando ha la palla tra i piedi, non trova mai Calapai e Popescu. Il giochino è fatto: locali padroni in mezzo al campo e attivi in attacco anche se raramente Manfredini corre pericoli nonostante le incertezze di Aldrovandi e Zucchini. Modena insidioso con un colpo di testa di Diakite, ma sono i Leoni del Garda a fare il match e a creare grattacapi con Bracaletti e un tiro di Settembrini, che Manfredini neutralizza in due tempi. Di Schiavi e Diakite non c’è traccia e Loi non rientra nemmeno in campo perchè nella ripresa al suo posto c’è Tulissi. Che fa subito alcune cose importanti, ma i compagni, per dirla alla modenese, dormono in piedi. Il popolo gialloblù spinge, cerca di scuotere inutilmente i canarini. Gerardi capisce che può colpire: ci prova di testa al 57’ scontrandosi con un miracolo di Manfredini, ci riprova subito da fuori ma manca di poco lo specchio. Poi deve uscire per Romero, un attaccante alto due metri che fatica a mulinare le gambe, ma che di testa ci sa fare. E lo dimostra al 68’ quando Guerra si beve Popescu e mette in mezzo un pallone su cui il neo entrato va a nozze sfruttando il ritardo di Aldrovandi. FeralpiSalò avanti, dentro Basso per Olivera e Modena che passa al 4-2-3-1 con Tulissi, Schiavi e lo stesso Basso ad agire dietro a Diakite. Qualcosa si muove, ma non è giornata. Allora dentro Bajner a sette minuti dalla fine per un Popescu imbarazzante, ma al magiaro non arriva un mezzo pallone. Fischio finale, le acque del Garda si richiudono: il Modena è annegato.
Ore 19.50 – (Gazzetta di Reggio) Questa volta niente sconfitte brucianti, per usare l’espressione twittata dal presidente dopo il ko all’ultimo secondo a Bassano, ma una bella vittoria di fronte al pubblico di casa. La giornata reggiana di Mike Piazza non poteva essere migliore. Oggi lo sportivo compie 48 anni: i giocatori oltre alla goleada gli hanno regalato anche un orologio con quattro quadranti. A fine gara lo sportivo americano era raggiante e visibilmente emozionato e non smetteva di stringere mani. «Grazie a tutti, faccio i complimenti alla squadra», ha detto al termine del match in sala stampa. Al suo fianco, come sempre molto a suo agio nel ruolo di first lady della Reggiana, la moglie Alicia Rickter, che molto convenientemente si è presentata con una maglia granata, con vistoso spacco sulla schiena. L’ex modella è stata la protagonista assoluta tra i palchi delle autorità dello stadio, ha scherzato con tutti e si è messa volentieri in posa per qualche scatto. «Sono molto felice, la partita mi è piaciuta moltissimo è stata molto combattuta», ha detto la moglie di Piazza, che ha tolto la scena al famoso consorte. Il patron granata, arrivato venerdì nella nostra provincia, ieri si è goduto la sua prima partita da presidente dal vivo. Prima dell’inizio del match l’americano ha premiato in campo, insieme al vice Stefano Compagni e al presidente di Reggiana Gourmet Matteo Cugini, le scuole vincitrici del concorso “I primi fanno gioco di squadra”. Poi l’ex stella del baseball si è diretta a centrocampo e ha saluto i tifosi, venendo calorosamente ricambiato dai cori “Mike Piaza alè alè” e l’immancabile “dai c’andom”, che ormai è anche il suo marchio di fabbrica, dal momento che usa questo incitamento ogni volta che scrive un post sui suoi social. Nelle prossime ore l’ex sportivo sarà a Milano per delle interviste nella redazione di Sky e della Gazzetta dello Sport: il fenomeno Piazza, fresco di ingresso nella “hall of fame” del baseball continua a far parlare di sé e di conseguenza accende i riflettori sulla squadra di Reggio. L’italoamericano resterà in Italia fino alla partita di sabato prossimo a Venezia, che per lui sarà un derby tra connazionali, dato che anche la proprietà della squadra lagunare è a stelle e strisce. Piazza Tornerà nuovamente in Italia in occasione della partita con il Lumezzane del primo ottobre. Nei prossimi giorni Mike Piazza incontrerà i giornalisti reggiani per fare il punto sui progetti della Reggiana.
Ore 19.40 – (Gazzetta di Reggio) L’esterno d’attacco Jacopo Manconi trova due magie che indirizzano la partita sui binari granata. Purtroppo nell’intervallo sarà sostituito per un piccolo problema muscolare. Innanzitutto come sta? «Nulla di particolare. Già dai primi minuti, facendo uno scatto, avevo sentito “tirare” la coscia ma a prima vista non sembra preoccupante. Adesso la cureremo per bene». Il primo gol? «E’ stata la fortuna di trovarmi al momento giusto nel posto giusto, non mi era mai capitato di fare un gol così semplice, ma è bello lo stesso». Il secondo invece è stato un eurogol… «Diciamo che ho calciato nel miglior modo possibile ed è andata bene». Nei primi minuti invece cosa non quadrava? «Non riuscivo ad inquadrarmi bene sul campo infatti il mister mi ha chiesto di stare più alto e di pressare di più, adesso spero pian piano di andare a migliorarmi». Tatticamente si sente un esterno destro? «Direi di sì». E’ guarita la Reggiana dopo Bassano? «Stiamo avendo sempre più un’idea di gioco: il gruppo è unito e proprio questo fattore è molto importante in questo sport». IL DIESSE. Anche Andrea Grammatica ha commentato a caldo la vittoria dei granata contro l’Ancona. La Reggiana è questa o quella vista a Bassano? «La verità sta nel mezzo infatti anche stavolta nei primi 20-25 minuti abbiamo fatto fatica e ci vorranno almeno 7-8 gare per trovare l’amalgama giusta e dare risalto ai lavori della settimana. Dopo Bassano eravamo arrabbiati con noi stessi e questo deve essere la nostra forza per farci reagire mentre adesso, dopo questa larga vittoria, non abbiamo festeggiato. Sappiamo di avere in rosa calciatori che hanno il colpo in canna in ogni momento e questo può aiutare, d’altronde negli ultimi anni la Lega Pro ci ha dato tanti esempi del genere». Così tanti giocatori importanti possono creare dei problemi? «Siamo consapevoli che il nostro destino dipenderà da come saremo bravi nel gestire uno spogliatoio del genere, così saranno problemi degli avversari, viceversa, se qualcuno pensasse solo ai suoi minuti in campo ci complicheremo la vita da soli». Marchi non trova il gol ma si sta dannando. «Infatti la sua grande voglia di fare la dimostrata nel mettersi a disposizione della squadra anche quando non segna».
Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) Nonostante il 4-0 sull’Ancona e nonostante cerchi di mascherarlo, Leonardo Colucci si presenta in sala stampa teso come una corda di violino e ancora con tanta adrenalina in corpo. Come se la partita l’avesse giocata anche lui. «Prestazione nel complesso positiva – spiega l’allenatore – anche se nei primi venti minuti avevo chiesto ai ragazzi di non essere contratti, la tensione fa brutti scherzi. Li capisco ma non deve più accadere». Ha fatto i complimenti? «Certo, a tutti. Ma più per i gol che per la prestazione». All’inizio è sembrata una squadra paziente e senza frenesia… «Può succedere quando giochi in casa di prestare il fianco e subire delle ripartenze. I ragazzi sono stati bravi anche se io sono uno di quelli che in panchina si arrabbia sempre. Ma è il mio modo di essere e di fare. Sono sempre stato così e non posso cambiare dopo 43 anni. I ragazzi ormai mi conoscono e lo sanno anche se effettivamente sono andato un po’ per la tangente». Ormai ha consumato la fede al dito a forza di torturarla. «Solo perché con mia moglie ho un rapporto speciale e perché domani (oggi ndc) compie gli anni, proprio come il presidente Mike Piazza». Si goda questa vittoria. «Sono contento, certo, però già proiettato alla prossima partita. Lo stesso atteggiamento che avevo da giocatore». Pero due cose su questa vittoria le deve dire: cosa le è piaciuto e cosa l’ha fatta arrabbiare? «Siamo stati pazienti è vero, ma anche frenetici nel verticalizzare e farlo così, tanto per farlo, non serve a niente. Mi è piaciuto l’atteggiamento di tutti, anche di chi è subentrato. E’ per questo che quando sento parlare di titolari e non titolari sorrido. I giovani devono capire che una volta c’erano quattordici giocatori in una rosa di diciotto. E il calcio si giocava ai due all’ora, più che calcio sembrava calcetto. Non c’erano contrasti a differenza di adesso dove è più facile farsi male e subire infortuni. E’ per questo che noi avremo bisogno di tutti. Contro l’Ancona hanno giocato undici titolari e a Bassano hanno giocato undici titolari. E, tanto per cancellare qualche luogo comune, chi l’ha detto che squadra che vince non si cambia? Ma chi l’ha detto? Se ho la possibilità di migliorarla perché non devo farlo? Cancelliamo anche il luogo comune del ritiro visto che non ci siamo andati e non mi pare che sia arrivata una sconfitta. Pensate a cosa sarebbe successo in caso contrario? Quindi, cerchiamo di superare un po’ di luoghi comuni». Ultima considerazione mister: ma qual è la vera Reggiana? «Voglio andare controcorrente ma a me era piaciuto di più il primo tempo di Bassano. Quella partita, contro una squadra forte, l’avevamo anche agguantata in modo meritato poi sappiamo tutti com’è finita. In una finale di Champions il Bayern Monaco vinceva 1-0 al novantunesimo e poi quella finale l’ha persa. L’esperienza non è altro che una serie di errori che uno ha commesso: dopo diventi esperto. Noi abbiamo commesso quattro errori e abbiamo preso quattro gol, dopo questa vittoria siamo più esperti».
Ore 19.20 – (Gazzetta di Reggio) Vittoria doveva essere e vittoria è stata. La Reggiana di mister Leonardo Colucci onora al meglio la sua prima prestazione casalinga davanti a più di sei mila tifosi e al suo emozionatissimo presidente Mike Piazza. I granata per una buona mezzora hanno faticato a prendere il bandolo della matassa, ma poi dopo essere passati in vantaggio con Manconi si sono letteralmente scatenati. L’Ancona ha provato a fare le barricate davanti al portiere Andrea Rossini ma una volta subito l’1-0 non è stato in grado di reagire minimamente, complice anche un eurogol con il quale Manconi, al 38’, ha chiuso di fatto i giochi subito dopo la prima marcatura. Il tiro dell’attaccante classe 1994 si è insaccato nell’angolino alla sinistra del portiere. Rispetto a Bassano il mister ha apportato alcuni cambiamenti importanti. A sinistra ha fatto debuttare Giron che ha propiziato il vantaggio granata con un bell’assist in mezzo all’area, mentre Ghiringhelli è stato schierato a destra, dove è molto più a suo agio, soprattutto in fase di spinta. Maltese in mezzo al campo ha alzato il livello del gioco, mostrando giocate pregevoli, e Angiulli si è completamente riscattato rispetto alla prova della prima giornata (ha preso un palo e fatto un gol con tiri dalla distanza che hanno esaltato il pubblico). Il reparto offensivo si conferma di altissimo livello, con Marchi che si è visto negare la gioia della prima marcatura in maglia granata solo dalla traversa e da un gol fantasma (colpo di testa parato probabilmente oltre la linea di porta). I movimenti del capitano della Reggiana sono comunque da bomber di razza. Nota di merito per il fantasista Raffaele Nolè che nel recupero è andato a conquistare un pallone che sembrava perso e poi ha infilato il portiere in uscita: una rete che dimostra tutta la sua voglia di fare bene. Il giocatore lucano dopo il gol ha raccolto gli applausi dei tifosi della Curva Sud e li ha salutati con un inchino. In difesa ancora in evidenza Rozzio, un centrale che ha dimostrato in due gare di essere un osso duro per tutti gli attaccanti. Con lui la retroguardia è diventata molto più rocciosa rispetto all’anno scorso. A fine gara i tifosi hanno intonato il coro “Tutti a Venezia”. La squadra lagunare ieri ha pareggiato 0-0 a Mantova ed è dunque a 4 punti in classicia. A questa sfida molto difficile assisterà anche il presidente Piazza, che dopo il regalo di compleanno (oggi compie 48 anni), chiederà alla sua squadra di non farlo sfigurare con il connazionale Joe Tacopina, patron del Venezia. Dopo il ko di Bassano ci si aspettava un cambio di marcia e la squadra è stata all’altezza delle aspettative. Chi ha assistito alla partita di ieri è uscito dallo stadio con la convinzione che la Reggiana di questa stagione ha tanti giocatori di qualità, quelli che possano fare la differenza anche quando il gioco stenta a decollare.
Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Visibilmente soddisfatto, soprattutto del risultato, Bruno Tedino al termine del match con il Forlì coinciso con la prima vittoria stagionale. «Abbiamo chiuso in crescendo – afferma il tecnico – e questo è sicuramente positivo. È però vero che non siamo ancora brillantissimi, soprattutto nei giocatori più strutturati, che hanno bisogno di entrare in condizione. Stiamo lavorando per questo, anche se il caldo di questi giorni non ci aiuta». Meglio i ramarri nella ripresa. «Sì – concorda Tedino -, anche se nel primo tempo abbiamo fatto una ventina di buoni minuti. Poi abbiamo sofferto il ritmo del Forlì. Nella ripresa l’inserimento di “Paul” ha dato più profondità alla nostra manovra. Inoltre è calato il Forlì, che non poteva tenere quei ritmi sino alla fine». Esce un sorridentissimo Paulo Dentello Azzi. Sta cercando Arma. «Mi deve una cena – spiega -. Con il Gubbio ha segnato su rigore procurato da me, oggi con un mio assist». Paulo racconta poi l’azione del primo gol. «In verità – continua a sorridere – pensavo di tirare io. Poi ho sentito Rachid che mi chiamava. Ho alzato la testa e ho visto che era in posizione migliore. Non potevo non dargliela». Altruista, il carioca, anche in occasione del secondo gol. «Anche lì – ammette – ho inizialmente pensato di calciare dopo il dribbling riuscito. Invece ho servito Luca Cattaneo, che dalla parte opposta ha messo in mezzo per Emanuele, bravo a segnare di testa. È andata bene così. Sono felice di aver aiutato i compagni a fare gol e la squadra a vincere. Pordenone? Mi trovo benissimo in città e al Centro De Marchi. Sono contento di essere qui». Niente saudade per Paulo che non chiede nemmeno più spazio. «Io – dice infatti – devo farmi trovare sempre pronto. Che sia per 5′, per un tempo o per un’intera partita».
Ore 18.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Prima vittoria stagionale per il Pordenone che espugna il Morgagni di Forlì grazie ai centri del solito Arma e di Berrettoni, tornando in perfetta media inglese dopo il pareggio con il Gubbio. Il team di Tedino non ha regalato una grande prestazione, ma una prestazione da grande. Ha capitalizzato al meglio i 7’ di black-out dei padroni di casa (dal 60′ al 67′) coincisi con il momento di grazia di Azzi, Arma, Cattaneo e Berrettoni. È la vittoria che Tedino cercava per accrescere l’autostima di un gruppo che in questo avvio di stagione pativa troppo il confronto con il super ramarro 2015-16. Corroborante il rientro di Emanuele Berrettoni. Decisivo l’ingresso di Paulo Dentello Azzi in avvio di ripresa. Il brasiliano ha dato vivacità e velocità alla manovra neroverde. Suo l’assist per il gol di Arma che ha sbloccato la gara. Tedino ha confermato il 4-3-3 con Tomei fra i pali e la difesa titolare. A centrocampo Buratto e Suciu, con Misuraca al posto dello squalificato Burrai. Davanti Arma e Cattaneo, con Berrettoni che si riprende il suo posto da titolare. È 4-3-3 anche per Gadda, con Bardelloni punta centrale e con il neoacquisto Capellini inizialmente in panca. L’inizio, complice il caldo, è sonnacchioso. Il primo lampo arriva al 13′ quando il “Berre” lancia sulla fascia mancina Semenzato. L’esterno spedisce dalla parte opposta dove Cattaneo colpisce al volo: para il pordenonese Turrin. Al 20′ il primo tentativo dei padroni di casa con Bardelloni. Tomei non si fa sorprendere. Insistono i romagnoli che arrivano sino ai limiti dell’area, ma peccano nelle conclusioni. Buona l’azione corale al 23′, conclusa debolmente da Ponsat. Al 33′ pregevole azione personale di Spinosa. Tomei vigila. Cattaneo e Berrettoni si scambiano la corsia. I neroverdi si rivedono al 34′, quando Suciu spedisce in avanti per Arma che di petto serve Berrettoni la cui botta viene neutralizzata da Turrin. È il Forlì però a confezionare l’occasione più pericolosa con Tonelli (41′), che centra la traversa. Prima del riposo cercano invano fortuna Spinosa (42′) e Bardelloni (45′). Al rientro dal riposo i ramarri si presentano con Azzi al posto di Buratto. È la mossa vincente di Tedino. Cambia anche l’atteggiamento dei neroverdi, più incisivi. Il vantaggio arriva allo scoccar dell’ora. Berrettoni lancia Azzi, che dalla fascia inganna tutta la difesa di casa spedendo un pallone rasoterra arretrato per il facile piattone del liberissimo Arma. Accusano i forlivesi: Berrettoni manca di un soffio il raddoppio 1’ dopo calciando alto. Si scuotono e impegnano Tomei con Bardelloni (66′). Ma è il ramarro a mordere. L’azione parte ancora da Azzi (67′) che pesca Cattaneo dalla parte opposta. “Veleno” alza la testa e manda al centro dove arriva puntuale Berrettoni che firma di testa il definitivo ko dei romagnoli. I cambi di Gadda non cambiano la situazione. È ancora Azzi a regalare emozioni con una conclusione al’89’ che sfiora il legno alla destra di Turrin. Sabato al Bottecchia arriverà il Teramo di Lamberto Zauli.
Ore 18.40 – (Messaggero Veneto) Alla fine il Pordenone ha vinto con merito. Lo dice anche il suo tecnico, Bruno Tedino, che festeggia i primi tre punti in campionato e il primo successo della stagione con una squadra di categoria. «Abbiamo iniziato bene, a mio parere sino al 25’ – attacca in sala stampa –. Poi siamo stati in balia del Forlì, che ha tenuto un grande ritmo. Se avesse continuato così ci avrebbe fatto molto male. Nella ripresa, dopo aver cambiato sistema di gioco, la svolta. Li abbiamo attaccati alti, cercando la profondità e, anche per merito di Azzi, che ha allungato la squadra, abbiamo trovato gli spazi per colpire e quindi segnare. Oggettivamente – prosegue Tedino – i gol hanno stroncato le gambe al Forlì. Da quel momento abbiamo controllato la partita». Un successo definito appunto meritato, contro un’ottima squadra. «I nostri avversari hanno concetti di gioco interessanti – spiega Tedino – e se continuano così potranno arrivare molto in alto. Nella ripresa hanno subìto le nostre qualità. Torniamo a casa soddisfatti, ma consapevoli che c’è ancora da lavorare». Molto contento uno dei due marcatori, Emanuele Berrettoni, che dedica la rete alla sua famiglia, a Enrico Pitau (collaboratore della prima squadra) e ai due uomini dello staff medico, Gigi Zanusso e Alessandro Marzotto. «Mi hanno adottato come un fratello minore – afferma il fantasista –. Questa è una bella vittoria, che volevamo a tutti i costi e che ci dà slancio per il futuro. In pochi lo dicono, ma siamo una squadra quasi completamente nuova e che si sta conoscendo. Nei primi 45’ abbiamo avuto qualche difficoltà, poi siamo usciti allo scoperto e abbiamo meritato. Ci siamo presi – chiude Berrettoni – il successo che avremmo meritato col Gubbio». Infine Paulo Azzi, che con le sue accelerazioni ha cambiato la gara. «Sono soddisfatto per la prima vittoria della squadra – afferma il brasiliano –. Mi fa piacere aver contribuito, soprattutto con l’assist del primo gol: ho sentito Rachid chiamare palla e gliel’ho data. La rete personale? Arriverà, mi manca solo quella».
Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) Se riesce a vincere una partita così, pur non avendo ancora trovato la “quadra” e dopo un primo tempo trascorso quasi interamente in balìa degli avversari, beh allora il Pordenone è davvero sulla strada giusta per diventare una “big”. Merito dell’implacabile Arma, della classe di Berrettoni, e soprattutto dell’imprevedibilità e velocità del brasiliano Paulo Azzi, capace di entrare in corso e cambiare la partita. Merito però anche dell’eclettismo di Tedino, bravo a “leggere” la partita, variare il modulo ed effettuare le sostituzioni giuste. Questi dunque gli ingredienti della prima vittoria in campionato dei neroverdi, colta sul campo del neopromosso Forlì ma importante proprio perché arrivata in una partita difficile, che si stava mettendo male, e perché trovata alla vigilia di un terribile tour de force, che si aprirà sabato con la sfida casalinga al Teramo di Zauli e culminerà nel big match col Parma del 17 settembre. Il tecnico neroverde parte con il 4-3-3: Misuraca regista per lo squalificato Burrai, Buratto e Suciu mezzali, tridente Cattaneo, Arma e Berrettoni. Qualcosa però non va. Dopo un avvio equilibrato, in cui i neroverdi fanno intravvedere la loro maggiore qualità, il Forlì prende fiducia e grazie alla rapidità di Adobati e Tonelli sulla corsia di destra, cominciano a mettere in seria difficoltà la retroguardia pordenonese. Al 13’ Berrettoni lancia Semenzato sulla corsia mancina, cross del terzino per Cattaneo che dalla parte opposta calcia al volo, ma il tiro è debole e parato da Turrin. Qui inizia una mezz’ora di sofferenza pura. Il centrocampo ha poche idee e fa poco filtro, i romagnoli ne approfittano e alzano il baricentro. Tedino prima inverte gli esterni offensivi, poi passa a un più solido 4-4-2, con Berrettoni e Arma davanti, Buratto e Cattaneo esterni, Misuraca e Suciu in mezzo. Al 41’ Tonelli fugge in contropiede per vie centrali e dai 20 metri lascia partire un sinistro al fulmicotone, che colpisce la parte alta della traversa. Nella ripresa il Pordenone si presenta con una novità sostanziale: al posto di uno spento Buratto c’è il brasiliano Azzi, che si sistema sull’out di destra. La sua vivacità manda in tilt il Forlì: al 15’ i padroni di casa perdono un pallone sulla trequarti, che Suciu recupera e porge a Berrettoni, immediato tocco in profondità per lo scatto di Azzi, il quale sfonda sulla destra, alza la testa e mette in mezzo un pallone col contagiri tra due difensori per l’accorrente Arma, che non ha difficoltà a firmare il suo 4º gol in 4 gare ufficiali col Pordenone. Il Forlì accusa il colpo e al 22’ incassa la rete che lo mette definitivamente alle corde: azione irresistibile di Azzi, che lavora un gran pallone allargando il gioco per Cattaneo. L’esterno guadagna il fondo e crossa con il mancino: sul primo palo Berrettoni trova magnificamente il tempo per l’imperioso stacco che “buca” Turrin. Al 44’ ancora un’occasione per Azzi, che dal limite sfiora il palo alla destra di Turrin. E adesso un’ala destra del genere, chi la toglie più?
Ore 18.10 – (Il Centro) L’appuntamento con la prima vittoria stagionale è nuovamente rimandato. Lamberto Zauli, si presenta in sala stampa con aria serena, ma non può di certo ritenersi soddisfatto del pari maturato al Bonolis. «Ci sono stati tanti aspetti positivi e tanti da migliorare», dice Zauli, «ma la strada è quella giusta. Dopo Lumezzane abbiamo fatto un passo in avanti. In campo ci abbiamo messo il cuore. Ritrovarsi in svantaggio dopo poco più di un minuto, al cospetto di una squadra così forte, e rimettersi poi in carreggiata non era affatto semplice. Bravo Sansovini a trovare la zampata del pareggio. Le occasioni avute nel finale e le traverse colpite lasciano ovviamente l’amaro in bocca. Andremo a Pordenone sabato con la cattiveria e il rammarico per i tre punti non ottenuti oggi». Zauli spiega poi le scelte di formazione: «Il 4-3-3 è sicuramente da migliorare. Stavolta ho deciso di inserire Petrella a gara in corso e mi assumo sempre la responsabilità di ciò che decido, in base anche a ciò che vedo durante la settimana. Mirco gode della mia massima considerazione ed è un’arma importante per noi. Avere una qualità di rosa vuol dire anche poter contare su chi parte in panchina e può cambiare una partita. Sono soddisfatto della prova di Bulevardi. Si è fatto trovare pronto e da domani lo voglio ancora di più sul pezzo. Carraro l’ho sostituito per un fastidio muscolare mentre Scipioni non ha giocato per un problema al tallone. Di Paolantonio è entrato nel modo giusto e a sinistra sa dare il meglio di sè. Jefferson ? Mi è piaciuto. Sappiamo che è un ottimo giocatore». Sull’argomento mercato e sulla possibilità di prendere uno svincolato, Zauli ribadisce un concetto già espresso alla vigilia dell’incontro: «A centrocampo c’è una necessità numerica. Vedremo il da farsi. Ci muoveremo solo se troviamo un elemento che risponde alle nostre esigenze». C’è spazio anche per le battute. Arriva una domanda “scomoda”: il 4-3-3 è figlio di una richiesta del presidente Campitelli? «Certo», risponde con un sorriso Zauli prima di congedarsi dai giornalisti. Il tecnico del Bassano, il pescarese Luca D’Angelo, analizza così la gara: «Fino all’85’ non ero contento del risultato perchè a mio avviso avevamo creato di più e ci eravamo espressi meglio. Poi il Teramo è stato effettivamente pericoloso e avrebbe potuto vincerla in extremis. Il pari, comunque, è giusto. La squadra di Zauli farà strada e arriverà nelle posizioni di vertice». In casa Teramo parla anche l’attaccante Marco Sansovini, al primo gol in maglia biancorossa: «Ho già giocato sulla fascia a Cremona e a Pescara. Penso di saper ricoprire quel ruolo. Il risultato ci va un po’ stretto, ma la reazione avuta è da rimarcare. Sul gol ho sfruttato il tocco in più di Crialese. Peccato per le traverse colpite. Speravamo di avere una classifica migliore dopo due giornate, ma guardiamo avanti». LE MAGLIE. Ieri mattina la sala convegni del Bonolis ha ospitato la presentazione delle maglie ufficiali di questa stagione, ideate da Marco Volponi dell’ufficio marketing. La prima maglia è a strisce verticali biancorosse, la seconda rossa, la terza grigia e la quarta bianca. L’agenzia di lavoro interinale Humangest è il main sponsor.
Ore 18.00 – (Il Centro) Il primo punto stagionale del Teramo arriva dopo la classica partita garibaldina d’inizio stagione dove succede un po’ di tutto, complice un caldo tremendo (circa 30 gradi). Il Teramo poteva perderla – nell’allucinante avvio di partita Rossi e Speranza hanno negato il 2-0 al Bassano – e poteva anche vincerla – gridano vendetta i legni centrati da Ilari e Petrella nel finale – ma su tutto domina un’impressione: i biancorossi sono un cantiere aperto, devono trovare un assetto e una formazione stabili. E correggere ancora qualcosa nell’organico. Di stabile e solido, nel Teramo iniziale, c’è ben poco. La defezione di Scipioni (problema al tallone) costringe Zauli a mettere a destra uno stopper come Altobelli, che soffrirà le pene dell’inferno in un ruolo non suo. Domanda: ma un laterale di scorta non c’è? Altre sorprese davanti: il tecnico schiera largo a destra bomber Sansovini (un revival dei tempi di Zeman) e dall’altra parte mette il trequarti Carraro. È un 4-3-3 anomalo, la squadra attacca solo a sinistra mentre a destra difende malissimo. Nei primi due minuti due incursioni dell’ottimo esterno sinistro veneto Minesso tagliano come il burro il Teramo. Sulla prima Proietti calcia alto, sulla seconda (che taglia fuori in un colpo solo Altobelli e Caidi) Maistrello anticipa Speranza e gira di testa in rete. Il Teramo sbanda e rischia di prendere il secondo all’8’ (gran parata di Rossi su Minesso, sempre lui) e al 14’ (Sant’Ivan Speranza anticipa da par suo Maistrello lanciato a rete). Al 15’, però, un lancio a tagliare il campo di Carraro verso Sansovini, fino a quel momento isolato da tutto e tutti, mette in crisi il terzino sinistro Crialese. Che prima rimonta Sansovini, poi però non la spazza e così è beffato da dietro dal “sindaco” con un tocco di punta da grande opportunista. Il Teramo si risveglia dall’incubo, si gasa e ha un momento d’oro in cui Croce rivela di essere in giornata no non sfruttando ottimi cross di Carraro e D’Orazio mentre Sansovini scheggia la traversa da fuori area con un sinistro dei suoi. La partita poi si stabilizza in un noioso tran-tran nel quale continuano ad affiorare le difficoltà dei biancorossi sia in copertura che in impostazione (molte volte il mediano Ilari è più avanti o più largo di Carraro e questo squilibra una mediana dove già il fulcro Petermann stenta). Ripresa. Carraro non c’è più, al suo posto a sinistra Di Paolantonio – escluso in favore del podista Bulevardi dall’undici iniziale – che in quel ruolo è molto a suo agio e sforna subito un cross al bacio per Croce: palla ciccata, niente da fare. Il Teramo ci prova, D’Orazio spara un curva un altro assist di Di Paolantonio, ma il Bassano è sempre lì pronto a pungere (lo farà fino alla fine) e Caidi deve salvare a corpo morto un gol che pareva fatto su Minesso. Zauli mette dentro Jefferson per Croce, il brasiliano fa meglio se non altro come uomo-sponda. Una palla sporcata da lui al 33’ diventa un assist per Ilari che in tuffo di testa centra la traversa. Finalmente Zauli mette dentro Petrella per uno stremato Sansovini, il piccolo Mirco può essere letale anche a piccole dosi e infatti al 45’ devasta il Bassano e dà una palla-gol a Di Paolantonio, che però non tira e sbaglia il cross a Jefferson. Ancora Petrella, in pieno recupero, potrebbe risolvere il classico mischione con una girata di sinistro: terza traversa, tutti a casa. Pari amaro, ma è un punto di partenza. C’è molto, molto da crescere.
Ore 17.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Alla fine tutti scontenti. Il Bassano perché passa in vantaggio, sfiora il 2-0 subito dopo, ha una doppia chance nella ripresa e, a conti fatti, avrebbe potuto gestire meglio il match in alcune fasi. Il Teramo perché al tirar delle somme si contano tre traverse, mica poco per una squadra che si è presentata più volte dalle parti di Bastianoni. Quasi un miracolato, il portiere giallorosso, salvato per tre volte dai legni e dalla fortuna, soprattutto nell’assalto finale che avrebbe potuto anche portare al sorpasso definitivo. Il sunto è 1-1, ma il Bassano accarezza a lungo al Comunale di Teramo il sogno di bissare il clamoroso successo in extremis colto sette giorni fa contro la Reggiana al 95’ in pieno recupero. Poi è vero anche che sul taccuino ci sono ben tre traverse per il Teramo e che alla resa dei conti anche Lamberto Zauli può recriminare. Passano appena due giri di lancette e i giallorossi, che inizialmente vedono a sorpresa finire in panchina Falzerano sostituito da Laurenti, sono già in vantaggio. Minesso sprinta sulla fascia sinistra, cross per Maistrello che di testa infila con un gran gesto tecnico Rossi. Per il Teramo è uno choc, per una decina non ci capisce più nulla e rischia di subire il 2-0, quando Minesso al 7’ trova Rossi a opporsi al suo diagonale. Ma poi si rialza e fa la voce grossa. Al 15’ ecco il pari. Segna Sansovini, che ruba palla a uno sfortunato Crialese e infila Bastianoni. Dopo l’1-1, si contano ben tre legni per il Teramo: Sansovini al 23’ scheggia la traversa, nella ripresa al 33’ concede il bis colpendo in pieno per la seconda volta l’asta della porta di Bastianoni, poi Petrella al 47’ in pieno recupero scheggia ancora la traversa. Il Bassano non sta a guardare e sul taccuino troviamo ancora una doppia chance clamorosa per i giallorossi: al 13’ della ripresa Rossi respinge alla grande un colpo di testa di Maistrello, poi Caidi respinge alla disperata un tiro a botta sicura di Minesso. Finisce 1-1 nonostante l’assalto finale alla porta di Bastianoni e il Bassano sale a quota 4 in classifica dopo due giornate. A ben guardare un bottino di tutto rispetto, considerato il calendario tutt’altro che agevole imposto dal cervellone elettronico della Lega Calcio. L’ennesima conferma, semmai ce ne fosse il bisogno, che sulla strada della promozione in Lega Pro ci sarà posto pure per il Bassano. Dove poi potrà arrivare l’armata di Luca D’Angelo, anche ieri squalificato (in panchina Taddei), lo scopriremo solo col passare del tempo. Sabato 10 settembre alle 20.30, seconda trasferta consecutiva contro l’Ancona, non certo un test agevole per la squadra bassanese me senza dubbio alla portata, dopo quanto fatto vedere in queste due prime uscite. E se dovesse andare bene anche in questa occasione, allora si potrebbe cominciare a correggere parzialmente il tiro. Magari rivedendo al rialzo le stime di inizio stagione.
Ore 17.30 – (Giornale di Vicenza) Il Bassano ringrazia la buona sorte e riporta a casa un punto prezioso per la classifica. La squadra di mister D’Angelo conquista un pari sul difficile campo di Teramo e resta imbattuta. Ospiti abili a passare in vantaggio dopo appena 100” di gara ma non altrettanto cinici nel chiudere il match già nei minuti iniziali.Poi la rinascita del Teramo e le tre traverse colte dai padroni di casa che hanno spaventato e non poco gli uomini di D’Angelo. Al 94′ si tira comunque un sospiro di sollievo e si sale sul bus per il ritorno con la consapevolezza di aver venduto molto cara la propria pelle, come spiega bene lo stesso tecnico dei veneti: «La mia squadra mi è piaciuta, ha lottato, ha sofferto, ha saputo rispondere bene all’avversario che è uno dei più attrezzati della categoria. Loro sono stati sicuramente più pericolosi se non altro per i legni colti ma questo fa parte del calcio. E non dimentichiamo che sull’ 1-0 per noi, abbiamo avuto due palle gol nitide per chiuderla».Proprio lo scarso cinismo dei suoi ragazzi, è uno dei punti sui quali lavorare ?«Certamente quando vieni a Teramo e sei bravo ad andare subito in vantaggio, devi essere altrettanto pronto a resistere alle sfuriate avversarie, a non riprendere subito gol e soprattutto raddoppiare se ne hai la possibilità. Purtroppo in questo non siamo stati molto attenti ma fa parte anche dell’avvio di stagione. Lavoreremo intensamente su certi aspetti perché in futuro quando ci sarà da chiudere le partite dovremo essere bravi a farlo».Sulla stessa lunghezza d’onda del proprio tecnico anche l’autore del gol Maistrello… È un peccato aver pareggiato perché trovare il gol in apertura poteva e doveva spianarci la strada. Purtroppo non siamo stati capaci di raddoppiare subito e poi abbiamo subito inevitabilmente il loro ritorno. Ma non dimentichiamo che questo è uno dei campi più difficili del girone e soprattutto loro hanno una squadra molto attrezzata. Dobbiamo essere soddisfatti per il risultati perché uscire imbattuti da Teramo non è facile: in molte cadranno in Abruzzo. Forse in futuro dovremo essere più cinici e spietati al momento giusto. Se avessimo realizzato il raddoppio, sono certo che avremmo portato a casa i tre punti. Comunque la squadra c’è e non può che migliorare. Sono molto fiducioso».Arrabbiato il tecnico teramano Zauli per le traverse colpite: «Onore al Bassano ma quanta sfortuna: quando prendi tre traverse è dura commentare la gara. La squadra comunque ha reagito allo svantaggio e questo è l’aspetto che mi è piaciuto di più di questa gara che era cominciata in salita».
Ore 17.20 – (Giornale di Vicenza) Va subito in vantaggio con Maistrello, sfiora il raddoppio, subisce il pareggio di Sansovini e infine viene salvato (tre volte) dalla traversa. Questa la partita del Bassano a Teramo, con la formazione di D’Angelo che subisce a lunghi tratti un avversario incapace di concretizzare quanto costruito. L’allenatore può tirare un sospiro di sollievo al termine di una gara che ha visto i suoi in difficoltà per lunghi tratti, soprattutto per la scarsa coesione dei reparti. Lo stesso difetto mostrato dal Teramo nel primo quarto d’ora, e che ha permesso al Bassano una partenza sprint. Il 4-4-2 inizialmente sembra coprire bene il campo e già dopo 30 secondi Proietti approfitta di un rinvio corto della difesa locale cercando la porta con un destro che si spegne di poco a lato. Il Bassano passa al secondo tentativo: Minesso crossa da sinistra un pallone che, al centro dell’area, trova pronto Maistrello, il quale colpisce di testa e supera Rossi. 0-1 e Teramo sotto shock, al punto che al 6′ Rantier ruba palla a Petermann e conclude, chiamando Rossi ad intervenire.Il portiere locale deve superarsi al 7′, su contropiede veneto: Proietti serve Minesso che da sinistra prova un diagonale neutralizzato dall’estremo difensore costretto a distendersi. Il Bassano insiste e al 14′ Speranza chiude in angolo Maistrello su lancio di Minesso. La partita sembra saldamente in pugno, ma è un errore clamoroso di Crialese a rimettere in partita il Teramo: è il quarto d’ora quando il terzino legge male un innocuo cambio di gioco di Carraro, Sansovini si invola verso la porta e, di mestiere, evita il recupero del difensore, superando anche Bastianoni. Sull’1-1 comincia un’altra partita, con il Teramo che sfiora subito il raddoppio (cross di Carraro da destra, girata in area di Croce bloccata da Bastianoni) colpendo la prima traversa a metà tempo con un tiro da fuori del solito Sansovini. Nel primo tempo il Bassano praticamente non si vede più: in mediana Bianchi e Proietti non riescono a fare filtro, agli attaccanti Maistrello e Rantier mancano i rifornimenti degli esterni Laurenti e Minesso, di conseguenza i terzini Formiconi e Crialese vanno in difficoltà con Pasini e Bizzotto chiamati più volte ad intervenire.E in chiusura di tempo Bastianoni deve nuovamente intervenire su un tiro di Sansovini al termine di un’azione nata da un pallone perso a centrocampo da Laurenti. Nella ripresa il Teramo manda subito in campo Di Paolantonio per Carraro mentre D’Angelo attende il quarto d’ora per effettuare la prima mossa: fuori Laurenti, dentro Falzerano. Nel frattempo il Teramo si fa ancora pericoloso con D’Orazio (11′) e Bulevardi (12′) mentre l’unico acuto del Bassano è un tiro di Minesso murato in area (13′) su cross di Formiconi. A metà ripresa D’Angelo inserisce Fabbro per Rantier mentre Zauli aumenta il manda in campo Jefferson al posto di Croce, e al 26′ l’attaccante impegna subito Bastianoni con un colpo di testa su assist di Di Paolantonio. Il Bassano non va oltre un sinistro di Proietti dalla distanza al 32′ (a lato) ed un diagonale di Falzerano al 42′ (bloccato da Rossi), tra le due azioni il Teramo colpisce la seconda traversa con un colpo di testa di Ilari. La stanchezza toglie lucidità a Petermann che al 41′ preferisce calciare centrale anziché servire un compagno. D’Angelo getta nella mischia Grandolfo per Maistrello, Zauli tenta la carta Petrella per Sansovini. Il nuovo entrato semina il panico nel recupero: prima salta due avversari e serve in area Di Paolaotonio che non riesce a crossare al centro, poi riceve da Ilari e colpisce la terza traversa.
Ore 17.00 – (Gazzetta di Mantova) Quando Silvano Raggio Garibaldi si presenta in sala stampa con il sorriso stampato sul volto c’é da giurare che le cose in casa biancorossa stanno andando bene. Anche se il centrocampista ligure ammette, con una punta di rammarico, che dopo due gare la classifica del Mantova potrebbe essere stata migliore: «Ne stavamo parlando proprio nello spogliatoio – dice Raggio – ma io dico che alla resa dei conti dobbiamo comunque essere contenti e continuare cosí». In particolare il centrocampista pone l’accento sulla condizione fisica: «Credo che la squadra si sia espressa al meglio come collettivo, in particolare uscendo alla distanza dove siamo stati superiori a loro . Peccato perché nel finale avremmo potuto anche vincerla ma io ho delle sensazioni positive. Continuiamo di questo passo, sono convinto che sia la strada giusta». Debutto positivo anche per Paolo Regoli, subito gettato nella mischia da mister Prina: «Sono soddisfatto del mio debutto – dice l’ex Latina – anche se nel finale ci é mancata la ciliegina sulla torta di un gol che ci avrebbe dato una vittoria che avremmo meritato. Bellissima l’azione conclusa dal colpo di testa di Tano Caridi ma anche con quei due calci d’angolo nel finale abbiamo fatto tremare il Venezia». Chiusura sul gruppo e sul pubblico: «Sono arrivato in una squadra compatta ed in un gruppo che sa quello che vuole e mi ha subito accolto bene. Ed il calore del pubblico é stata davvero una sorpresa positiva per me, non me l’aspettavo cosí appassionato e trascinante. Una ragione in piú da parte nostra a dare sempre il massimo e portarlo sempre dalla nostra parte perché puó essere il dodicesimo uomo».
Ore 16.50 – (Gazzetta di Mantova) Mister Prina per lui ha speso parole di elogio ricordando come Francesco Bonato abbia saputo dimostrare il suo vero valore dopo le critiche giunte al suo indirizzo in seguito al gol rimediato allo scadere ad Ancona. Lui, il portiere veronese, incassa i complimenti e ci tiene a sua volta a ringraziare il preparatore De Bernardin: «Sí, probabilmente il mio esordio in campionato non é stato dei migliori – ammette Bonato – ma l’importante é non abbattersi e continuare a lavorare con la consapevolezza di potere sempre crescere e limare i difetti. Stavolta é andata meglio, si é svolta come l’avevamo preparata e mi sono fatto trovare pronto. Peccato soltanto perché si poteva anche vincere». In particolare Bonato é stato protagonista del grande intervento a tu per tu con Fabiano che ha impedito il vantaggio dei lagunari: «Ero al posto giusto – prosegue Il portiere – e mi fa piacere che anche la critica della stampa sia positiva. Ripeto, é andata bene ma credo che questo sia il frutto del lavoro che si svolge durante la settimana. Mi dispiace perché nella ripresa siamo molto cresciuti e nel finale ci stava anche la nostra vittoria. Al di lâ di questo, dobbiamo essere soddisfatti perché il Mantova sta crescendo sia come collettivo che come atteggiamento mentale. Continuando di questo passo arriveranno anche le vittorie». Per Bonato dunque il bicchiere resta mezzo pieno: «É chiaro che quando si puó vincere non ci si deve accontentare ed una punta di rammarico per una classifica che oggi potrebbe essere migliore ci sta. É anche vero che stiamo crescendo partita dopo partita, il campionato é agli inizi e lavorando in questo modo sono convinto che ci toglieremo delle soddisfazioni. Quindi credo che il pareggio con il Venezia vada in archivio come un risultato positivo».
Ore 16.40 – (Gazzetta di Mantova) Soddisfazione piena. E la voglia di continuare a migliorare. A fine partita i dirigenti del Mantova, come ovvio che sia dopo il pareggio contro la corazzata Venezia, fanno i complimenti alla squadra per la grande prestazione offerta al Martelli e predicano ottimismo. «Ho visto una sola squadra in campo – spiega l’ad Enrico Folgori – nonostante il gran caldo abbia condizionato il match. Abbiamo espresso la giusta intensità, ci è mancato soltanto il gol. Io non credo alla sfortuna, avremmo potuto essere più cinici sotto porta ma ciò non toglie che abbiamo fatto molto bene per tutti i 95 minuti. Mi è piaciuta molto – conclude l’imprenditore che detiene il 48% delle quote dell’Acm – l’atmosfera che si respirava alla stadio». Sulla stessa lunghezza d’onda il vice presidente Marco Claudio De Sanctis: «Abbiamo dimostrato di essere un’ottima squadra. È inutile negarlo: meritavamo la vittoria». Entusiasta anche il patron Serafino Di Loreto, che si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa: «Abbiamo fatto una grande partita contro una squadra che ha più volte detto di puntare alla serie B. In settimana – continua l’avvocato – ho sentito il loro allenatore Inzaghi dire che a Mantova avrebbero dato spettacolo e fatto tanti gol. Mi sembra che non si sia visto nulla di tutto ciò, anzi, credo che il Venezia sia stato fortunato a non perdere». Di Loreto poi esalta la gestione societaria: «Stasera (ieri sera, ndr) siamo scesi in campo contro una squadra che costa il quadruplo della nostra e meritavamo noi di vincere. Come è possibile? Grazie all’ottimo lavoro fatto nelle ultime settimane, stando sempre attenti a non sforare il budget di un milione e mezzo». Così il presidente Sandro Musso: «La cornice di pubblico è stata semplicemente fantastica. Sono serate come queste che ci spingono a fare sempre meglio per il Mantova». Musso spende parole di amore calcistico per il capitano Gaetano Caridi: «Tano è stato immenso. In alcune occasioni è andato anche a difendere e lo ha fatto alla grande. Mi ha davvero impressionato». Insomma, il sabato sera biancorosso è stato un trionfo di buone sensazioni. Sul campo la squadra ha dato l’anima contro il ben più quotato Venezia dell’ex bomber del Milan, in tribuna e in Curva Te i tifosi hanno incitato fino all’ultimo i loro beniamini. E i dirigenti biancorossi dopo un precampionato segnato dalle incertezze hanno potuto finalmente sfoggiare il sorriso delle grandi occasioni
Ore 16.30 – (Gazzetta di Mantova) Sono solo allo zucchero le parole di Luca Prina ai suoi. Poco rammarico per quei 6 punti che avrebbero potuto essere con un pizzico di fortuna in più, molta concretezza invece per quanto l’Acm ha messo in mostra nei 180’. «Siamo forse anche più avanti di quanto pensassi – dice il tecnico – ma non possiamo fermarci qui. E’ un gruppo che sta palesando la necessaria umiltà e grande convinzione nei propri mezzi. E chi è qui soltanto da qualche giorno ha capito come inserirsi. Nessuno può permettersi di aspettarli: sono i nuovi che si sono messi a pedalare forte per raggiungere i compagni. E’ con questa mentalità che siamo riusciti ad essere convincenti». Il mister ha visto un Mantova cresciuto alla distanza: «Nella ripresa abbiamo fatto parecchie cose per bene, dopo aver sofferto il giusto nella prima mezz’ora. Bisogna sempre considerare chi si ha di fronte e noi avevamo il Venezia. Nel complesso credo che meritassimo di più e che Caridi sarebbe stato il finalizzatore ideale di quell’azione sviluppata in velocità che è un po’ il marchio di fabbrica del suo enorme talento. Occorre ripartire da qui, dall’aver giocato alla pari col Venezia. Lavorare in silenzio e apprezzare la crescita dei tanti giocatori che possono concretamente darci una mano. Lo spogliatoio sta riprendendosi dalle delusioni dell’anno passato e la piazza ritrova entusiasmo in men che si possa pensare. A proposito di ciò, l’applauso finale degli sportivi e quei cori rivolti ai ragazzi sono attestati di apprezzamento e un’iniezione di fiducia ideale per progredire ancora». Se deve scegliere un nome da elogiare Prina menziona il portiere Bonato: «Ha grandi qualità umane e tecniche ed ha vissuto una settimana difficile per quell’incertezza sul gol di Falou ad Ancona. Stasera (ieri, ndr) si è preso una discreta rivincita. Ha neutralizzato da campione su Fabiano e insieme alla retroguardia ha messo la museruola all’attacco veneziano, che vantava giocatori andati in doppia cifra in B solo due anni fa».
Ore 16.20 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova tiene testa alla corazzata Venezia e, dopo un primo tempo di sofferenza, nella ripresa mette alle corde gli arancioneroverdi, andando vicinissimo al colpo grosso. Nel complesso, Caridi e compagni confermano quanto di buono avevano già fatto vedere nell’esordio in campionato ad Ancona, seppure contro un team decisamente meno attrezzato di quello di Pippo Inzaghi. E si portano a casa uno 0-0 che vale molto più del punticino in classifica, che comunque non è mai da disdegnare. Si comincia con il Mantova schierato con il consueto 3-4-3 e la formazione annunciata. Cristini recupera e rispetto al pari di Ancona ci sono soltanto due novità: Regoli sulla fascia sinistra e Tripoli in attacco al posto di Di Santantonio e dell’infortunato Boniperti. Il Venezia risponde con un 4-3-3 che vede l’ex Bentivoglio mezzala sinistra e in prima linea Fabiano, Ferrari e Marsura. I biancorossi partono forte e al 1’ riscuotono subito applausi per un’azione di Bandini sulla destra che Tripoli finalizza con un tiro-cross sul quale Facchin blocca sicuro. Ma presto si capisce che a fare la partita è il Venezia, squadra che si conferma dotata di un tasso tecnico elevatissimo, ma che soltato a tratti riesce ad alzare i ritmi. Nel primo quarto d’ora il Mantova controlla bene, pressa alto e riparte puntualmente. Come al 14’, quando Pederzoli perde palla pressato da Raggio Garibaldi e Marchi dai 20 metri costringe Facchin a una parata in due tempi. Poi, pian piano, il Venezia prende campo e i biancorossi sono costretti a difendersi con una linea un po’ troppo bassa. Al 27’ gli ospiti creano l’unica, vera palla gol del primo tempo: sul cross tagliato dello scatenato mancino Garofalo, Fabiano arriva in corsa da dietro e colpisce a centro area, trovandosi Bonato davanti pronto a una miracolosa deviazione d’istinto. Nella circostanza Fabiano s’infortuna e lascia il posto a Edera. È questo il momento di maggior pressione del Venezia, efficace soprattutto a sinistra sull’asse Garofalo-Bentivoglio-Marsura. Proprio quest’ultimo al 34’ supera Bonato in uscita, ma poi Siniscalchi salva due volte in area, mentre il guardalinee segnala un fuorigioco. I biancorossi, pur asserragliati nella loro trequarti, tengono comunque duro e nel recupero si rendono anche pericolosi: su cross di Caridi, Marchi fa sponda all’indietro per Zammarini, che in corsa dai venti metri spara alto. Nell’intervallo Prina sistema qualcosa sul piano tattico, il Mantova rialza il baricentro e comincia a giocare meglio del Venezia, pur tremando al 5’, quando Siniscalchi rischia l’autogol su traversone teso del solito Garofalo. A metà tempo gli allenatori giocano le loro carte: Inzaghi butta dentro prima (22’) Geijo per Ferrari e poi (30’) Acquadro per Pederzoli: in contemporanea Prina inserisce Salifu per Tripoli e poi Di Santantonio per Regoli. Il Venezia però non ne ha più e il Mantova nell’ultima parte del match (dopo un altro intervento decisivo di Bonato su Geijo) preme sull’acceleratore e reclama invano anche un rigore (25’) per sospetto mani in area di Bentivoglio. Marchi (31’) poi non centra il bersaglio dal limite e clamoroso è al 37’ l’errore di Caridi di testa, a tu per tu col portiere. Entra anche Ruopolo (40’) per l’applauditissimo Tano e non è ancora finita. Nel recupero, spinto a gran voce dal pubblico, il Mantova prende d’assalto l’area avversaria e al 48’ manca un altro gol in maniera incredibile, con Carini che devia alto a due passi dalla porta. Lo 0-0 è scritto, ma per i biancorossi è una mezza vittoria e come tale la squadra la festeggia sotto la curva Te.
Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Nessuno sembra volersi rassegnare a non avere l’ultima parola. E così il botta e risposta sull’asse Padova-Venezia prosegue prolungando ancora l’eco del “calcione” che Joe Tacopina, ormai lunedì scorso, aveva promesso ai “cugini” biancoscudati. Il presidente del Venezia venerdì aveva accusato (senza nominarlo ma in maniera inequivocabile) il sindaco padovano Massimo Bitonci: «Una lettera privata a me personalmente indirizzata – il riferimento di Tacopina a quanto inviatogli dal prefetto lagunare Domenico Cuttaia – è stata resa pubblica da chi sin dall’inizio sta cercando visibilità, per trarne vantaggi personali e politici». La replica di Bitonci, sempre a mezzo Facebook, non si è fatta attendere: «Caro signor Tacopina, quella scritta dal prefetto non è la lettera ad un amico. È un richiamo che lo stesso prefetto, che svolge un ruolo pubblico, ha voluto condividere con te e con due sindaci, che svolgono anch’essi un ruolo pubblico e che non hanno nulla da nascondere». Una querelle che, nel frattempo, sembra aver decisamente stufato anche i tifosi arancioneroverdi e biancoscudati che sui social hanno pressoché smesso di stuzzicarsi preferendo pensare al calcio giocato. In attesa del derby del 26 novembre al Penzo (ore 16.30), naturalmente.
Ore 15.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Non è andata male ma c’è ancora da lavorare. Pippo Inzaghi non si mostra certamente soddisfatto della prestazione fornita dalla sua squadra al termine della sfida con il Mantova. Il tecnico lagunare lamenta in particolare alcuni cali di attenzione che hanno permesso agli avversari di creare più di una occasione per giungere a rete. «Sapevamo che non sarebbe stato facile – esordisce l’ex attaccante della Nazionale – Nel primo tempo i ragazzi hanno interpretato bene la gara. L’infortunio di Fabiano ci ha creato qualche problema anche se chi è entrato si è rivelato all’altezza della situazione. Il primo tempo credo sia stato tutto a nostro favore mentre nella ripresa la squadra ha lasciato in alcuni frangenti l’iniziativa agli avversari, che ovviamente non sono gli ultimi arrivati. Già in occasione della sfida di Coppa avevano fatto vedere di essere un buon organico». Inzaghi fatica a nascondere il rimpianto per l’occasione mancata ma dall’altro lato non può non riconoscere l’importanza del pari. «Il rammarico ovviamente c’è, ma è chiaro che un punto in trasferta è da ritenersi positivo. Lo 0-0 è un risultato che alla fine considero giusto». In merito al calo dei suoi, Inzaghi assicura di non essere preoccupatio anche se «non posso certo sottovalutare che gli infortuni patiti mi hanno condizionato nelle scelte. Quando staremo tutti bene sapremo dare il massimo. Comunque sia, quando non si riesce a vincere bisogna far tesoro anche del semplice punto». La squadra lagunare ha ora davanti un trittico d’impegni che potrebbe dire molto sulle reali ambizioni per questa stagione: prima in casa con la Reggiana, che nella sua seconda uscita ha travolto 4-0 l’Ancona, poi le trasferte contro il Parma di Apolloni (gialloblù vittoriosi sul Lumezzane con una rete di Calaiò) e lo stesso Ancona. Inzaghi spera di avere buone notizie dall’infermeria. «Attendiamo di conoscere la reale situazione dei singoli atleti, poi faremo le valutazioni del caso. Comunque mi sembra prematuro fare riflessioni di questo tenore», chiosa il tecnico.
Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Un pareggio a Mantova che sa di occasione persa ma a conti fatti è buono da mettere in cascina. Subito da chiarire: mezzo passo indietro sulla qualità del gioco s’è registrato. Specie per la giornata-no di Pederzoli, anima del centrocampo lagunare, protagonista nelle prime tre gare ufficiali, un po’ sottotono e indubbiamente impreciso ieri sera contro i biancorossi. È mancato il ritmo – da entrambe le parti – forse a causa del grande caldo e per giunta il Venezia non ha giocato con intensità costante per tutto il match, prendendo spesso delle pause (qualcuna anche pericolosa). Novità Inzaghi nel suo 4-3-3 le ha proposte in ogni reparto (Malomo dietro, Soligo al centro, Marsura davanti) e ciò ha forse pesato nel rendimento della squadra, complice anche uno schieramento particolarmente difensivo del team locale che in fase di ripiegamento si è presentato con ben cinque elementi a proteggere Bonato e altri due un passo più avanti. Lo stesso numero di elementi in difesa (5) li ha usati a tratti anche il Venezia, aggiungendo ai quattro difensori un Bentivoglio pronto ad arretrate per contenere uno scatenato Bandini. Sta di fatto che ad aver maggior spazio sono stati gli avanti da una parte e dall’altra, anche se le occasioni pericolose non sono state tantissime. I tre lagunari di punta (Fabiano-Ferrari-Marsura) sono stati particolarmente attivi nella prima frazione, hanno sfiorato la segnatura. Poi perso Fabiano, però, il Venezia ha guadagnato in vivacità sulla sinistra con l’innesto di un Edera difficile da contenere per i virgiliani, specie nella ripresa: non ha creato occasionissime, ma ha fatto vedere ottime cose. Dall’altra parte un 5-2-2-1 con grande protezione dietro ma anche ottimi sganciamenti specie sulla destra e ottima intesa tra i tre elementi più offensivi, spesso messi in condizione di pungere, fortunatamente per il Venezia, senza far male. La cronaca. 1’ Tripoli scende bene sulla destra e impegna Facchin in una parata alta sul primo palo. 5’ sullo sviluppo di un corner palla a Pederzoli che la mette in mezzo per la testa di Modolo che gira sul fondo. 14’ Pederzoli perde palla sulla trequarti difensiva per il tempismo di Marchi che si proietta in area e impegna Facchin in una parata in due tempi. 17’ Marsura ci prova da fuori area ma spedisce sul fondo. 28’ palla gestita bene sulla trequarti di destra da Bentivoglio che serve Garofalo sul lato opposto pronto a scendere sul fondo e a mettere palla per l’inserimento di Fabiano che si scontra con il portiere Bonato sulla linea di porta: palla in angolo e lagunare costretto a lasciare il campo per la forte contusione al ginocchio. 35’ Marsura entra in area a sinistra e salta con un pallonetto Bonato trovando pronto Siniscalchi a liberare di testa in favore di Bentivoglio che dal limite si vede ribattere la conclusione. 46’ Marchi dall’area appoggia indietro per Zammarini che spedisce alto al volo. Ripresa. 6’ Garofalo dall’area di sinistra si vede deviare palla in angolo da un difensore. 24’ tacco in area di Marchi con palla che colpisce la mano di Bentivoglio attaccata al corpo: l’arbitro lascia correre. 26’ Geijo dall’area di destra si vede deviare il tiro da Carini con intervento di Bonato in angolo. 27’ Marchi dal limite conclude sul fondo. 31’ Edera dal limite per Bentivoglio che manda fuori. 37’ Bandini dalla destra per Caridi sul primo palo che manda sul fondo di un niente. 42’ Bentivoglio dal limite di sinistra impegna Bonato a terra. 48’ corner dalla sinistra di Bandini per la testa di Marchi sul secondo palo, sfera in mezzo a Carini che alza di un niente. Venezia nel gruppone delle seconde a quattro punti alle spalle di Santarcangelo a punteggio pieno. E sabato alle 18.30 al Penzo nuovo test contro una grande, la Reggiana ieri scatenata (4-0) contro l’Ancona.
Ore 15.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia resta invischiato nelle trappole del Mantova ed esce dal Martelli con un punto e niente di più. Reti inviolate, poche le occasioni per gli arancioneroverdi, che nel finale rischiano pure di andare ko. Gli uomini di mister Inzaghi sono lenti, l’attacco non punge, il gioco arancioneroverde latita. In più, nell’azione più pericolosa dell’intera partita, nel primo tempo, si infortuna Fabiano e c’è da sperare che non sia nulla di grave. Il Venezia schiera Marsura in attacco, preferito a Tortori, mentre in mediana c’è Soligo. Il Mantova, privo di Boniperti, prova a sorprendere gli arancioneroverdi al primo minuto con un tiro-cross di Tripoli, bloccato da Facchin. Il gioco degli arancioneroverdi passa per i piedi di Pederzoli che, al 5’, pesca in area Modolo, ma il suo colpo di testa è fuori misura. Il Venezia ha in mano il pallino del gioco, il Mantova cerca le ripartenze: al 14’ Facchin blocca in due tempi il diagonale di Marchi, sulla palla persa dagli arancioneroverdi a metà campo. Il Venezia risponde con il tiro di Pederzoli da fuori area, teso ma poco centrato. E su punizione il regista arancioneroverde tenta il bis al 21’, ma il suo tiro è respinto dalla barriera. Arriva così l’occasione più nitida del primo tempo: è il 27’ e Garofalo crossa in area da sinistra, Fabiano colpisce al volo da distanza ravvicinata, ma la palla finisce sulle gambe di Bonato. Nell’impatto, forse anche con il palo, Fabiano ha la peggio ed è costretto a uscire, al suo posto Edera. Altra occasione per il Venezia al 34’, quando il portiere ex arancioneroverde esce a vuoto, ma il doppio tentativo di pallonetto di Marsura e Bentivoglio viene respinto dai difensori avversari. Con il passare dei minuti sale il Mantova e sfiora il vantaggio: dalla manovra a metà campo scaturisce il cross di Caridi per Marchi, che dal centro dell’area appoggia dietro verso Zammarini: la sua incursione al volo è potente, ma finisce alta sopra la traversa. Si tira un sospiro e si va negli spogliatoi sullo 0-0. Il Venezia cerca di rendersi incisivo con i cross dalle fasce: quello di Garofalo al 5’ rischia di beffare il Mantova, visto che la respinta di Carini rimbalza male e quasi finisce in rete. La squadra di casa si fa vedere con più insistenza in attacco e lo scambio tra Marchi e Tripoli viene sventato da Domizzi, che ci mette una pezza sul diagonale del centravanti. Intanto gli arancioneroverdi protestano per un fallo di mano di Caridi all’altezza della metà campo, non sanzionato. Cala il ritmo del match ed è proprio quel che cerca il Mantova, per disinnescare la pericolosità degli avversari: lunghe manovre, qualche timido tentativo in avanti e intanto i minuti passano. Ferrari viene ammonito per un fallo a metà campo ed è una delle poche azioni in cui l’attaccante arancioneroverde si mette, per così dire, in mostra. Non a caso un paio di minuti dopo mister Inzaghi lo rileva e manda in campo Geijo. Mister Prina, invece, si affida al neo acquisto Salifu e cambia modulo. Ma è ancora il Mantova ad attaccare, con Caridi che sferra un tiro insidioso dai 30 metri, deviato provvidenzialmente. Geijo accende l’attacco arancioneroverde, con appoggi per i compagni e mettendosi in proprio: un paio di finte dello spagnolo mandano a spasso la difesa, ma il suo tiro sul primo palo viene deviato da Bonato. Sta per scoccare la mezz’ora ormai e il Mantova punge con Marchi in contropiede, ma il suo tiro è troppo angolato. La squadra di casa insiste e Caridi sfiora il gol, sul cross di Di Santantonio, ma fortunatamente finisce a lato. Sul cambio di fronte, al 42’, ci prova Bentivoglio con un diagonale. E’ l’ultima fiammata degli arancioneroverdi, che chiudono in affanno. Il Mantova gestisce e sfiora pure il colpaccio decisivo nel recupero. Non è questo il miglior Venezia, ci sarà da lavorare.
Ore 15.00 – (La Nuova Venezia) Al bagnasciuga di Jesolo avrebbe preferito il campo di qualche stadio, intanto Michele Serena aspetta una chiamata e si gode i primi giorni di settembre in spiaggia. Mestrino, giocatore e allenatore del Venezia, cuore arancioneroverde con un trascorso, breve ma intenso, sulla panchina del Mantova. Stava muovendo i primi passi da allenatore: stagione 2008-2009 al Venezia in serie C/1, salvezza ai playout con la Pro Sesto e successivo fallimento, stagione 2009-2010 al Mantova in serie B, retrocessione e poi mancata iscrizione alla Lega Pro. «Eh sì, sono stati due anni molto tosti, mi sono fatto le ossa anche se non volevo» ricorda Michele Serena, ultima panchina alla Feralpisalò dopo il ritorno in arancioneroverde al posto di Dal Canto, «allenare il Venezia è stata un’esperienza bellissima, intrigante, vivendo la quotidianità tutti i giorni, come la vivo adesso girando per Mestre. A Mantova ho fatto l’esordio in serie B, sono andato con Paolo Poggi, un’annata travagliata e qualche anno dopo abbiamo scoperto i motivi…». Era il Mantova di patròn Fabrizio Lori. Michele Serena conosce molto bene i movimenti del Venezia, ma sotto sotto sta seguendo tutta la Lega Pro. «Il Mantova ha preso anche Salifu in settimana» come dire che la documentazione è fondamentale, «il Venezia lo conosco ovviamente meglio: è una squadra molto, molto forte per la categoria. Si giocherà la promozione in serie B con Parma e Reggiana. La scelta di sistemare Alessandria e Cremonese in un altro girone agevola un po’ la rincorsa, occhio comunque alle sorprese, che ci sono ogni stagione, in positivo come in negativo. Lo scorso anno davo il Pavia tra i favoriti. Sono contento che il Venezia abbia finalmente, da quanto leggo, sento e vedo, una società molto solida alle spalle. Fabris e Tortori? Li ho avuti alla Feralpisalò, buoni giocatori». Durante l’estate Michele Serena ha avuto un paio di contatti. «Sembrava potessi tornare alla Feralpisalò con i cambi societari, poi non si è fatto nulla. L’altro contatto l’ho scartato io, non mi ha colpito». La grande novità della stagione sono i playoff allargati. «Se io fossi l’allenatore di una squadra di medio-bassa classifica, sarei contento» spiega Serena, «li vedrei come una manna dal cielo. Se fossi invece alla guida di una squadra che punta alla promozione e magari arrivo secondo, mi scoccerebbe e non poco. Si fa presto a uscire anche con la decima in una gara secca». È rimasto invece lo “spezzatino” delle partite. «Non ha senso, è ridicolo. È cominciato tutto due anni fa, capisco le esigenze delle televisioni in serie A, un po’ meno in Lega Pro. Non comprendo lo scopo, non credo che le società ci guadagnino molto. Rispetto alle due passate stagioni, stavolta va un po’ meglio. Prima sapevamo quasi alla vigilia quando e a che ora avremmo giocato, adesso società e tifosi sanno che tre mesi si giocherà al sabato e sei alla domenica. Almeno questo».
Ore 14.50 – (La Nuova Venezia) Lo si è capito con lo scorrere dei minuti. O succede l’ “episodio”, lo svarione, o ci vuole un calcio piazzato come quello di Pederzoli tre settimane fa in Coppa. Niente di tutto questo? E allora 0-0. Le difese vincono sugli attacchi, Mantova e Venezia pareggiano, l’afa batte tutti. Certo che quei tre-quattro corner del Mantova negli ultimi minuti Regalano altre vampate ai cuori arancioneroverdi. Ma lo 0-0 evidentemente è scolpito. Supremazia del Venezia nel primo tempo, la squadra di Inzaghi cerca la porta anche se non sempre la trova. Non ci sono gol, poche le emozioni, tante le zanzare che banchettano sulla pelle degli oltre duemila presenti sugli spalti del “Danilo Martelli”. A ben guardare Facchin prende un pallone all’inizio, un tiro cross di Tripoli sul primo palo, poi non ha altro lavoro. Dall’altra parte Bonato non deve ammazzarsi, ma trema alla mezz’ora nell’unica vera, grande occasione di tutto il primo tempo: geometria di precisione nell’azione veneziana, Garofalo crossa e Fabiano arriva in corsa scaricando il pallone sul portiere che dunque, quasi senza saperlo, fa una parata miracolo. Un momento importante della sfida perché Fabiano rovina addosso al numero 1 mantovano e rimedia un colpo al ginocchio che lo costringe alla bandiera bianca. Ecco dunque il debutto in maglia arancioneroverde di Simone Edera, che va a mettersi largo sulla destra. Fino all’intervallo il Mantova subisce e non riesce a rendersi pericoloso perché al momento di ripartire né gli esterni né nessun altro sono veloci a salire. Tre volte il portatore di palla si ferma alla trequarti perché i compagni sono dietro la linea del pallone. E il primo tempo si chiude con un tiraccio dai venti metri di Zammarini che si perde nella curva . quella chiusa al pubblico, come del resto il settore distinti. Intervallo con la caccia alle bottiglie d’acqua, ci fossero stati i bagarini a venderle avrebbero fatto affari d’oro. Intanto in tribuna Paolo Poggi (che ovviamente nel cuor suo tifa Venezia) stringe le mani dei tifosi mantovani che lo ricordano con nostalgia, protagonista in maglia biancorossa anche di quell’annata in serie B finita con lo sfortunato playoff contro il Torino. Secondo tempo, Mantova più vispo, sul piano della quantità i biancorossi recuperano qualche punto di svantaggio ma stringi stringi Facchin deve controllare qualche pallone che esce a uno-due metri dalla porta. Da una parte il Venezia sembra perdere tono, dall’altra è anche vero che riesce a controllare le operazioni mantovane senza mai morire di paura. Protestano i mantovani al 26’ quando una palla che arriva dall’angolo rimbalza in area e centra il braccio di Bentivoglio, ma è un braccio attaccato al corpo e l’arbitro fa bene a non fischiare il rigore. Inzaghi intanto gioca la carta Geijo, lo svizzero-spagnolo si presenta con un sinistro rasoterra e stavolta Bonato deve tuffarsi a un palmo dal palo. Il resto è calcio disordinato, squadre lunghe e ritmo che cala.
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) C’è grande attesa in casa biancorossa per il match in programma stasera al Paolo Mazza di Ferrara contro la Spal, una sfida che nel torneo cadetto manca da ben trentacinque anni. Il Vicenza, dopo il passo falso della prima giornata contro il Carpi, è chiamato a un pronto riscatto. Franco Lerda potrà contare subito sui nuovi arrivati Cristian Zaccardo e Andrea Esposito in difesa, arrivi che hanno soddisfatto l’allenatore del Vicenza. «Finalmente il mercato si è chiuso — spiega Lerda — sono contento dei rinforzi e del fatto che da adesso in poi si parlerà solo di quanto accade in campo ,ben consci e consapevoli che abbiamo l’obiettivo salvezza da centrare. Con gli acquisti di Zaccardo ed Esposito la nostra difesa si è rinforzata, sono due giocatori di valore, di personalità ed esperienza, doti che ci mancavano e che su cui adesso possiamo contare. Posso dire che saranno entrambi della partita; fisicamente li ho trovati abbastanza bene, non sono al meglio della condizione ma la loro esperienza consentirà di gestire le forze durante la gara. Dal punto di vista tattico Zaccardo ha svolto qualche allenamento in più di Esposito, ma anche se hanno avuto poco tempo per trovare un’intesa mi sembra che che i primi approcci siano stati positivi, e quindi come ho detto ho deciso che scenderanno in campo dal primo minuto». Lerda dovrà fare a meno degli infortunati Adejo, D’Elia, Urso e Zivkov, oltre a H’Maidat e Raicevic impegnati con le rispettive nazionali. «Gli infortunati li stiamo recuperando — precisa Lerda — mentre H’Maidat non l’abbiamo ancora visto e dell’assenza di Raicevic sapevamo. In attacco Cernigoi sta bene, ha superato il lieve affaticamento di cui ha sofferto negli ultimi giorni e quindi si giocherà il posto con Di Piazza. La punta centrale sarà uno di loro due, per decidere mi prenderò tutto il tempo a disposizione». Sullo schieramento in campo l’allenatore del Vicenza non nega che la sua squadra potrebbe iniziare la gara ancora con il 4-3-3. «Credo di si — conferma Lerda — contro il Carpi la squadra ha saputo mantenere buoni equilibri e quindi potremo riproporre lo stesso modulo. A breve potremmo tornare al nostro modulo dello scorso anno, ma adesso abbiamo ancora qualche assenza importante e, quindi, credo che in questo inizio di stagione sia più coerente confermare il 4-3-3 anche se con gli stessi interpreti abbiamo la possibilità di passare al 4-2-3-1». Una scelta che scaturisce anche dal valore dell’avversario e dal suo modo di stare in campo. «Troveremo un ambiente caldo, e una squadra che avrà grande entusiasmo per la promozione. Mancano dalla serie B da tanto tempo e quindi troveremo una squadra carica, che gioca un buon calcio: noi scenderemo in campo per prenderci i tre punti. Questo concetto deve essere ben chiaro ai miei ragazzi perché noi dovremo giocare sempre per i tre punti; poi è chiaro che in campo ci sono anche gli avversari e se saranno più bravi di noi e riusciranno a batterci per meriti loro, riceveranno i nostri complimenti. L’obiettivo salvezza resta ben chiaro e lo conosciamo tutti, adesso dovremo dimostrare quanto valiamo sul campo».
Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Ferrarese doc, eccomi nella tana degli avversari alla vigilia di Spal-Vicenza. Il telefono squilla praticamente ogni dieci minuti. Gli amici della Spal, quelli della curva ovest, che mettono la sciarpa bianco-azzurra anche al cane, che non vanno allo stadio, vanno «alla Spal»; quelli che sono stati i miei vicini di banco al liceo e che mi hanno fatto una testa tanta ad ogni ricreazione raccontandomi le sfighe di una retrocessione mai meritata della squadra del cuore, perché: «Maiàl, la Spal in C è un’ingiustizia», mentre io non capivo una mazza, e avrei potuto tranquillamente confondere un calcio di rigore, con una rimessa laterale; sanno che lavoro a Vicenza da parecchio. Fino all’altro giorno non gliene è mai fregato una cippa, ma adesso, all’improvviso, sono preoccupatissimi per me. «Digli ai Micentini che non stiano a fare tante battute sulla Nostra Spal con te, perché siamo tornati “Siamo qua noi” (come diceva il mitico presidente Mazza quando traduceva il latino sine qua non). A Frara (Ferrara) gli stracciamo, adesso che siamo finalmente nel posto che meritiamo», mi scrive Albert, ultras di quelli più convinti che mai, quello che c’ha il cocker di nome Rosko ( dalla serie tv Bol e Liuk), che ha pure la cuccia pitturata in bianco e azzurro. «Albert non glielo posso dire, io con questi poi ci devo lavorare, che già sono agitati per lo sfidone. Resto neutrale, gli ho solo consigliato dove andare a mangiare». «Ah, Ah, ma perché non si portano gli scudoccini con lo stufato di gatto da casa? Cosa vuoi che capisca una magnagatti di tortellini, o di salama da sugo. Va, va, non metterti a favorire il nemico», e si congeda, pure abbastanza seccato per le indicazioni culinarie. All’improvviso mi sento una codarda. Io sono ferrarese, le radici sono sacrosante e vanno difese sempre.Sono in redazione, di fianco a me c’è Nicola Negrin, collega del Giornale, super tifoso del Vicenza, che batte velocissimo sulla tastiera per finire il suo pezzo. «Negher, lo sai come vi chiamano quelli della Spal?». «No, magnagatti?». «Troppo banale, noi emiliani siamo molto più fantasiosi. Vi chiamano Miagolantes». Negrin comincia a tamburellare sul pavimento col piede della gamba sinistra. Non lo sapeva. Ho esagerato. Si sta agitando. E’ divertente. «Digli che hanno poco da fare i fighi, che sono 23 anni che non giocano una partita seria».In effetti un po’ ha ragione. La Spal ne ha dovuto mangiare di baccalà per tornare sui campi della B, dopo la retrocessione del ’93. «Vi chiamano anche Micentini», ribatto (fiera della mia emilianità ritrovata tutta su un colpo). Negrin si alza dalla postazione, fa finta di prendere un documento dalla stampante, che però non ha mai inviato. Si risiede. Adesso balla il fox trot sotto la scrivania (questa volta con i piedi di tutte e due le gambe). «Se hanno finito di scriverti cazzate, digli di cominciare a rendersi utili e chiedigli dove si gioca, che ancora non si conosce lo stadio». «Si gioca al Mazza – rispondo al collega dopo aver chiesto ad Albert -.E hanno detto che vi fanno un mazzo così». Negrin sorride. Ha le gambe immobili. «Sai perché vinceremo?». «No». «Noi un vantaggio così ai ferraresi non l’avremmo mai dato, adesso che sappiamo dove si gioca in anticipo, anche se è solo di poche ore, saremo ancora di più a sostenere i biancorossi. Vedi stellina, ci cascano sulle basi». Diamine. Ho fatto la spia per il nemico e non me ne sono nemmeno accorta. Riscrivo ad Albert: «Partono in di più, allargate gli striscioni con scritto Miagolantes, fatene tantissimi». Albert: «Vai tranquilla Fra, è tutto calcolato». Il mio senso di colpa regredisce. Capisco che attorno a me c’è una partita che si sta già giocando. Quella della tifoseria, che ha regole tutte diverse, che non mi metto nemmeno a cercare di capire. Una cosa però l’ho capita: se la storica partita della stagione ’78 (quando sono nata io) per la lotta allo scudetto, il Vicenza è arrivato secondo dietro alla Juve, allenato da G.B. Fabbri, che era ferrarese, forse il calcio, come lo sport, non è poi così diviso. Insomma, magari sono i magnagatti che dovrebbero fare “poco i fighi”, perché in B ce li abbiamo tenuti anche noi ferraresi. E magari oggi qualcuno se lo ricorderà, fuori e dentro dal campo. Ah, il mio colore preferito è il bianco (che è su tutte e due le maglie), so fare i tortellini, adoro il baccalà e anche i gatti. Vivi.
Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) La Spal è pronta per l’esordio casalingo in serie B che avverrà nella propria casa. Nonostante i timori, la gara con il Vicenza si giocherà al “Paolo Mazza”, dove è prevista un’importante cornice di pubblico a partire da una base di oltre 4.000 abbonati. L’allenatore Leonardo Semplici si concentra essenzialmente sul campo.Mister, dopo il ko di Benevento cosa si aspetta da questa gara?Voglio lo stesso approccio, ma poiché non possiamo pensare di tenere sempre il pallino del gioco, dobbiamo correggere subito un difetto importante, e cioè dobbiamo imparare velocemente ad essere più freddi in area avversaria. Se riusciamo ad essere più concreti, facciamo un passo avanti.Come ha preparato la partita contro il Vicenza?Lavorando con grande tranquillità ma ripartendo da quanto fatto a Benevento, sia dalle cose buone che da quelle meno buone.Il mercato si è chiuso con l’innesto di un calciatore di esperienza, Del Grosso.Nonostante l’incidente occorsogli Cristiano sta bene, ha giocato poco ma si è sempre allenato. È pronto ad assicurare la sua grande esperienza al gruppo, ma ci darà anche la possibilità di studiare qualche variante di natura tattica, come ad esempio l’impiego di Mora in mezzo al campo.Dal punto di vista della formazione, ha ancora qualche dubbio?Dobbiamo fare i conti con alcune assenze, Cerri e Meret sono con l’Under 21, mentre gli Under 20 sono a disposizione compreso Pontisso. Dobbiamo valutare le condizioni di Finotto che soffre per una distorsione alla caviglia. Pertanto sarà l’attacco il settore più penalizzato da infortuni e squalifiche.
Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Lo spirito con cui il Vicenza stasera alle 20.30 affronterà a Ferrara la Spal lo ha chiarito, senza se e senza ma, il tecnico Franco Lerda: «Noi si va per vincere, anzi affronteremo ogni avversario con questa idea, poi se sarà più bravo alla fine gli stringeremo la mano». Insomma ieri alla vigilia della partenza l’allenatore biancorosso ha dato la netta impressione di essere carico e pronto a lottare con i suoi uomini in un campionato che sarà insidioso e difficile. È lampante che molto hanno contribuito gli arrivi di Zaccardo e Esposito, arrivi che lo hanno rasserenato. «Sono molto contento – ha detto infatti Lerda – abbiamo centrato gli obiettivi, c’era da rinforzare la difesa ed è stato fatto, ora siamo tutti sereni e compatti sapendo di avere un solo fine: la salvezza. Poi nessuno può sapere cosa succederà, ma è molto importante avere in testa la meta da raggiungere.Come sta andando l’inserimento di Zaccardo e Esposito visto il poco tempo a disposizione? Sono tutti e due allenati sufficientemente bene, perché entrambi nelle rispettive squadre hanno lavorato. Esposito ha fatto qualche gara in più in precampionato, ma su tutto è che sono due giocatori di primo livello e molto esperti e quindi sanno gestire le problematiche che si presentano.Dunque saranno subito schierati titolari?Esatto, chiaro che i meccanismi non potranno essere perfetti visto che sono con noi da pochi giorni, però si sono messi subito a disposizione con grande serietà e la caratura ed esperienza che hanno consentirà loro di gestire le varie situazioni.Cernigoi come sta?Sta bene, si è allenato. Il fastidio che ha avuto e che ci ha fatto un po’ preoccupare era solo un leggero affaticamento, ora è a posto ed è pronto e motivato. Vista l’assenza di Filip Raicevic, impegnato con la sua nazionale, il posto al centro dell’attacco se lo giocheranno proprio Cernigoi e Di Piazza.Vediamo, deciderò, stanno bene entrambi.Par di capire che riproporrà il 4-3-3.Ripartiamo da qui sì, certo abbiamo lavorato anche con l’altro sistema di gioco il 4-2-3-1, però almeno all’inizio partiremo col 4-3-3, anche se siamo squadra elastica e duttile e quindi possiamo cambiare modulo anche in corso d’opera.Prima trasferta del campionato in casa della Spal neopromossa.Ho visto la gara che ha giocato col Messina in Coppa e quella col Benevento in campionato, mi ha fatto una buona impressione, interpreta un buon calcio ed è difficile da affrontare, perchè quando non ha il possesso palla difende con gli undici effettivi, poi ha una tradizione ed è tornata nel calcio che conta quindi ci sarà anche un bell’ambiente caldo, ma noi non saremo da meno visto che potremo contare, ho saputo, su circa mille nostri tifosi al seguito.Un bell’aiuto e una grande dimostrazione di fiducia nei vostri confronti.Sappiamo che saranno al nostro fianco pronti ad incitarci e questo ci aiuterà a fare la nostra gara con il giusto atteggiamento e un obiettivo chiaro: portare a casa i tre punti.Quindi non farete una gara attendista.Io non conosco questo termine, anzi non lo so proprio interpretare, ma attenzione non vuol dire che non ci sarà da soffrire, anzi! Noi però pur con umiltà siamo consapevoli della nostra forza e abbiamo preparato la gara molto bene a livello tattico.
Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Una robusta iniezione di esperienza in difesa e un punto interrogativo in attacco per l’assenza di Raicevic in nazionale col Montenegro. La formazione con cui il Vicenza affronterà la prima trasferta del campionato a Ferrara è assai rinnovata nel reparto arretrato dove va verso il debutto una coppia centrale nuova di zecca formata da Zaccardo, 34 anni, ed Esposito 30. Il tecnico ha potuto valutare alla vigilia la condizione fisica dei due difensori e ha deciso di gettarli subito in mischia, anche perché Adejo è ancora nella lista degli indisponibili e con il Carpi Bogdan ha pagato lo scotto dell’inesperienza e Fontanini il ritardo di condizione: i due lasceranno dunque il posto alla coppia Zaccardo-Esposito, con Bianchi e Pucino confermati nei ruoli di esterno del quartetto difensivo. L’allenatore biancorosso Franco Lerda riproporrà il Vicenza schierato ancora con il 4-3-3 come contro il Carpi. Nessuna variazione nel terzetto in mediana, dunque ci saranno ancora Siega, Rizzo e Signori, anche perché il rinforzo a centrocampo, l’olandese di origine marocchina H’Maidat, è impegnato fino al 6 settembre in uno stage con la sua nazionale under 23 in Marocco. Il problema è che non è a disposizione neppure Raicevic, che sta bene, ma è stato convocato per la gara di qualificazione al Mondiale 2018 che il suo Montenegro disputerà proprio stasera in Romania. Privo del centravanti titolare Lerda deve cambiare per forza il tridente. Negli ultimi giorni Cernigoi aveva accusato un affaticamento muscolare dal quale però ha recuperato, come confermato dal tecnico, che ha lasciato in piedi il ballottaggio tra la punta di scuola Milan e Di Piazza, con la sensazione che quest’ultimo potrebbe spuntarla per partire titolare insieme a Galano e Vita.
Ore 13.20 – (Gazzettino) Scatta oggi alle 15 il campionato di serie D che vede ai nastri di partenza quattro formazioni padovane. ABANO. Debutta a Monteortone con il Montebelluna. La vittoria (5-2) sul campo del Legnago in Coppa Italia una settimana fa ha dato ulteriore morale all’ambiente. «La Coppa è stata una sorta di rodaggio – afferma Luca Tiozzo – mentre il campionato non regala niente nessuno. È la prima di una lunga serie di battaglie, mi aspetto che i ragazzi facciano bene. Dobbiamo partecipare tutti alla fase difensiva e cercare di imporre il nostro gioco. Il Montebelluna? Li ho visti due volte, non hanno più la prima punta di riferimento come l’anno scorso, ma sono una squadra più compatta e hanno aumentato la loro qualità. Non sarà facile, anche se sono convinto che disputeremo una grande partita». Ai box Davide Berto, che sconta la prima delle due giornate di squalifica ereditate nella passata stagione, e Spada che non è stato ancora tesserato. Arbitra Matteo Dallapiccola di Trento. CAMPODARSEGO. Il suo cammino comincia in terra veronese, per la precisione sul campo del neopromosso Vigasio. L’unica partita ufficiale risale alla sfida di Tim Cup persa ai rigori con la Maceratese, ed Enrico Cunico non vede l’ora di iniziare il campionato: «Finalmente siamo arrivati alla prima partita dopo oltre un mese di allenamenti e amichevoli che sono servite per trovare l’amalgama, ma quando si gioca una partita ufficiale la testa viaggia in un’altra maniera. Siamo pronti». Vigasio apre un filotto di gare toste che scandiscono le prime cinque giornate. «Le prime partite sono da prendere con le pinze, dobbiamo metterci grande attenzione, determinazione e concentrazione, e usare le nostre qualità. Mi aspetto un avversario con tanto entusiasmo, dobbiamo fare attenzione alle loro ripartenze. I ragazzi stanno comunque bene, faremo una grande partita». Rizzo è indisponibile. Arbitra Ilaria Bianchini di Terni. ESTE. Punta a partire con il piede giusto nella trasferta in terra vicentina con l’Arzignano Chiampo. Ecco Michele Florindo: «Mi aspetto una sfida gagliarda con un avversario costruito per fare un campionato importante. Per noi è subito un ottimo test, stiamo crescendo sul piano fisico e nel gioco, possiamo andare lì a dare fastidio. Iniziare con un risultato positivo sarebbe un segnale importante anche in termini di fiducia per tutto l’ambiente». Tutti i giallorossi sono a disposizione. Arbitra Emilio Zanotti di Pavia. VIGONTINA SAN PAOLO. Subito un osso duro dato che affronta in trasferta l’Altovicentino, ma dopo avere eliminato in Coppa Italia ai rigori il Delta Rovigo, i bianconeri vogliono sorprendere ancora. «Affrontiamo una delle favorite alla vittoria finale – sottolinea Vincenzo Italiano – e le motivazioni non mancano. Mi auguro che riusciamo a dare continuità a ciò che di buono abbiamo fatto con il Delta: avevo visto una squadra in crescita, spero di vedere un ulteriore miglioramento». Che partita si aspetta? «L’Altovicentino è una compagine votata all’attacco. Noi dobbiamo acquisire la nostra mentalità, ossia fare sempre il nostro gioco a prescindere dall’avversario che abbiamo davanti». Tutti i bianconeri sono a disposizione. Arbitra Enrico Bertozzi di Cesena.
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Dopo l’antipasto di Coppa, ecco il campionato. Oggi (ore 15) le quattro padovane di Serie D inizieranno i rispettivi cammini in un girone (quello C) che si preannuncia all’insegna dell’equilibrio. Esordiranno in trasferta Campodarsego, Este e Vigontina, mentre l’Abano inseguirà i primi punti davanti al proprio pubblico. CAMPODARSEGO. Il “Campo”, si sa, sarà la big da battere. I biancorossi andranno a Vigasio (arbitro Ilaria Bianchini di Terni) per sfidare una compagine bella tosta, riammessa in Serie D dopo aver perso la finale playoff di Eccellenza. «Ci aspettiamo una squadra con il tipico atteggiamento della neopromossa», avverte il tecnico dei biancorossi Enrico Cunico. «Dal canto nostro, anche se siamo ancora all’80%, non vediamo l’ora di scendere in campo dopo 45 giorni di allenamenti e amichevoli». Non sarà della partita Rizzo, che sta recuperando da un infortunio. Campodarsego (4-3-1-2): Andreatta; Sanavia, Beccaro, Gal, Severgnini; Pignat, Bedin, Callegaro; Lauria; Meloni, Aliù. All. Cunico. ESTE. All’Este, invece, toccherà l’ArzignanoChiampo (arbitro Emilio Zanotti di Pavia), squadra costruita per insidiare la zona playoff. I giallorossi, che domenica scorsa hanno incassato la prima sconfitta nel match di Coppa Italia con l’Adriese, cercheranno un acuto nella patria del marmo, allo stadio “Dal Molin”, guidati dall’ottimismo di mister Michele Florindo: «Siamo in crescita e, nonostante il k.o. di domenica scorsa, sono molto fiducioso», le parole dell’ex Piovese. «L’Arzignano è una corazzata, ma noi faremo di tutto per iniziare con il piede giusto». Florindo avrà tutti gli effettivi a disposizione, compreso il nuovo portiere Maicol Murano, 20 anni, ex Abano, Carpi e Luparense. Este (3-4-3): Lorello; Montin, Busatto, Dei Poli; Gilli, Longato, Tessari, Cavallini, Faggin; Dovico, Ferrara, Munarini. All. Florindo. VIGONTINA SAN PAOLO. Sempre nel Vicentino, ma allo stadio “Dei Fiori” di Valdagno, giocherà la Vigontina San Paolo (arbitro Enrico Bertozzi di Cesena). La squadra di Vincenzo Italiano, dopo aver superato il Delta Rovigo in Coppa, se la vedrà con l’Altovicentino, candidato con Campodarsego e Triestina alla vittoria finale in campionato. «Andremo ad affrontare un’ottima squadra, costruita per stare in alto», sottolinea Italiano. «Noi, però, proveremo a strappare un risultato positivo, proprio come abbiamo fatto domenica scorsa in Coppa. Non siamo ancora al massimo dal punto di vista fisico, ma sono curioso di vedere i miei ragazzi contro un’altra grande della categoria». Vigontina San Paolo (4-3-3): Rossi; Rigon, Rumjeanschi, Thomassen, Favero; Antonello, Pelizzer, Casagrande; Masiero, Cacurio, Episcopo. All. Italiano. ABANO. Allo stadio delle Terme debutterà, infine, l’Abano, lanciato dal 5-2 rifilato domenica scorsa al Legnago. Un risultato che ha riconfermato il trend positivo dei neroverdi nel pre-campionato. Contro il Montebelluna (arbitro Matteo Dallapiccola di Trento), però, Luca Tiozzo vuole una conferma: «Il Montebelluna è una squadra giovane ma tecnicamente tosta», afferma il trainer chioggiotto. «L’anno scorso si affidava ai gol di Zecchinato, ma quest’anno ha più qualità. Cercheremo di imporre il nostro possesso palla, senza concedere troppe occasioni da gol». Tiozzo dovrà rinunciare a Patricio Spada (problemi di tesseramento) e Davide Boscolo Berto (squalificato). Abano (4-2-3-1): Cottignoli; Tescaro, Frison, Cuccato, Zattarin; Pagan, Busetto; Nobile, Fracaro, Baldrocco; Ferrante. All. Tiozzo. Vince il Belluno. Convincente successo del Belluno nell’anticipo di ieri: 3-0 al Cordenons e primi tre punti in classifica.
Ore 12.40 – (Gazzettino) Due gol al Bari, due gol alla Ternana, due sono anche le vittorie consecutive del Cittadella che vola solitario in vetta alla classifica di serie B in attesa delle altre partite di oggi. Tutto ancora più facile rispetto al debutto di Bari, perché questa volta i granata davvero non hanno rischiato niente, lasciando soltanto le briciole alla Ternana. Tutto come previsto nell’undici iniziale di Roberto Venturato, con l’unica novità rispetto all’esordio di Bari rappresentata da Martin in difesa per Benedetti, nessuna sorpresa neanche nella Ternana, con Carbone che schiera Cason al posto di Valjent impegnato con la Nazionale, e Palumbo a centrocampo per l’infortunato Defendi. Per il Cittadella si tratta del debutto davanti ai propri tifosi, per la Ternana invece della «prima» assoluta per il rinvio dell’incontro con il Pisa, che si recupererà mercoledì prossimo. L’avvio è tutto dei padroni casa che alla prima occasione sfiorano il gol: angolo di Bartolomei e colpo di testa di Litteri appostato all’altezza del dischetto, serve un grande intervento dell’ex Di Gennaro per deviare in angolo. Una manciata di minuti più tardi, arriva il vantaggio del Cittadella: Coppola protesta per un fallo non fischiato a metà campo, Martin verticalizza per Litteri che vince il contrasto fisico con Masi e, defilato, infila sotto la traversa. La reazione della Ternana è affidata a Di Noia, il suo destro sul secondo palo è deviato da Alfonso. Nonostante il gran caldo, il ritmo di gara è sostenuto, Arrighini al 22′ sfiora il raddoppio con il diagonale di destro che passa a centimetri dal palo. È più organizzata la manovra della squadra di Venturato, com’era prevedibile, la Ternana invece deve ancora assimilare gli schemi di Carbone, arrivato una ventina di giorni fa a sostituire Panucci. I granata dopo la mezz’ora falliscono il 2-0 in un altro paio di circostante, dapprima la punizione di Martin attraversa tutta l’area avversaria con Pascali che arriva in ritardo sul pallone, quindi la conclusione a botta sicura di Chiaretti è murata da Di Noia, colpito in pieno. Adesso il risultato sta davvero stretto alla squadra di Venturato, che rientra negli spogliatoi con un solo gol di scarto. In avvio di ripresa Arrighini mette in mezzo un pallone insidioso non trattenuto da Di Gennaro, Litteri è anticipato al momento del tiro, al 6′ sulla punizione di Zanon è in ritardo Di Noia. Vivaci anche i secondi 45 minuti, il Cittadella vuole il raddoppio, la Ternana cerca il pari, ne guadagna lo spettacolo, con Litteri (ex rossoverde) che impegna Di Gennaro con un gran sinistro alzato sulla traversa. È il preludio al 2-0 del Cittadella, che arriva al 16′: angolo di Chiaretti e gran stacco di testa di Salvi che anticipa Contini e infila sul secondo palo. Alla mezz’ora il neo entrato Strizzolo manca il 3-0 di un soffio sull’assist di Litteri, il pallone sfiora il palo con Di Gennaro fuori causa. La Ternana non ha più la forza per reagire, il Cittadella amministra la partita facendo girare il pallone senza più affondare il colpo. Siamo appena all’inizio, ma questo Cittadella si candida davvero come mina vagante del campionato.
Ore 12.30 – (Gazzettino) A fine gara Roberto Venturato gioisce per il risultato, ma non si lascia andare a facili entusiasmi. «Sicuramente c’è soddisfazione per la seconda vittoria in fila, è un dato importante – spiega il tecnico granata – Credo che in alcune situazioni, in particolare nel primo tempo, si potesse anche fare qualcosa di più. Scalando sulle fasce potevamo stare più alti e prendere maggiormente il possesso del centrocampo, invece non sempre siamo riusciti a creare la superiorità numerica che volevamo. Ma ci sono anche tante cose positive, relative ad aspetti su cui stiamo lavorando. Questo gruppo si allena con grande attenzione e concentrazione, c’è entusiasmo, ed è giusto dare merito a tutti i giocatori, anche quelli che finora hanno giocato di meno. Il gruppo è coeso, ha voglia di stare insieme e penso che questo sia molto bello. La partita è stata vinta meritatamente, di questo sono convinto e dobbiamo esserne soddisfatti». Almeno per alcune ore, il Cittadella può fregiarsi del primato solitario in classifica. «Sicuramente è un vantaggio il fatto di non avere cambiato tantissimo rispetto allo scorso anno. Non posso dire di essere stupito da questi risultati, nel calcio bisogna sempre provarci senza porsi limiti. Poi è chiaro che siamo solo alla seconda giornata e il campionato è lunghissimo, è ancora presto per capire i reali valori delle squadre, però è un risultato che ci dà consapevolezza. Ci godiamo questo primato per il weekend, poi da lunedì si riparte, c’è ancora tanto da lavorare. Il campionato va affrontato partita per partita, cercando di vincerle tutte. Dobbiamo continuare a crescere e provare a fare sempre qualcosa di più, affrontando le difficoltà quando inevitabilmente arriveranno». Indicato all’unanimità come migliore in campo, l’ex di turno Gianluca Litteri è alla seconda rete in due partite di campionato. «Sono contento per il gol, ma soprattutto perché è stata una prestazione bellissima da parte della squadra, è riuscito tutto quello che avevamo preparato in settimana – racconta l’attaccante siciliano – Sono convinto del potenziale di questa squadra, se affrontiamo tutte le partite con questo atteggiamento ci toglieremo grandi soddisfazioni». Esulta anche Alessandro Salvi, autore del 2-0: «Sono contento, era da un po’ che non giocavo in serie B e segnare fa sempre piacere, per un difensore ancora di più. Ma al di là di questo, sono felice perché la squadra ha conquistato i tre punti. Voglio dedicare la rete alla mia fidanzata, a mio figlio e al nostro secondogenito che nascerà fra un mese».
Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Paganini non ripete, il Citta invece sì. Sette giorni dopo, Iori e compagni concedono l’immediato bis, liquidando la Ternana e, in attesa delle gare che completeranno questo secondo turno, per una notte issandosi da soli in vetta alla classifica. Il premio più che meritato dopo un’altra prova da stropicciarsi gli occhi. Pressing alto, fraseggi in velocità, inserimenti dalle retrovie, tanta corsa a tutto campo. È questa la ricetta del secondo successo granata, con Litteri e Salvi a svettare su tutti, non solo per i gol realizzati, al termine di una prova ai limiti della perfezione. La solidarietà. Eccolo qui, il Tombolato che ritrova la Serie B. Lo striscione dedicato alle popolazioni del centro Italia colpite dal sisma campeggia in Tribuna Est: «Il vostro dolore è anche il nostro, per tutti voi», e proprio ai terremotati è stato destinato metà dell’incasso raccolto. La gara è aperta dal giuramento di sportività di capitan Iori, affiancato dal presidente Gabrielli e dal tecnico Venturato. L’allenatore di Atherton decide di cambiare pochissimo rispetto all’esordio, inserendo il solo Martin sulla corsia mancina al posto di Benedetti, spedito sugli spalti assieme all’altro escluso eccellente, Pasa. Entrambi sono vittime del regolamento della Serie B che consente di portare in panca soltanto 9 elementi. Nelle file umbre Petriccione è preferito in mediana a Bacinovic, il modulo è quello atteso, un 3-5-1-1 abbastanza coperto, anche se i granata intuiscono al volo che sul lato destro, dove si alternano Cason e Masi, si può sfondare che è un piacere. Litteri, la legge dell’ex. Un’occasione per parte in apertura: la punizione dal limite di Falletti è deviata dalla barriera poco sopra la traversa. La squadra di casa risponde subito con Litteri, ex di turno, che costringe Di Gennaro a librarsi dopo un’incornata da calcio d’angolo. È il prodromo del gol. Il Citta, grazie al pressing insistito su Zanon, guadagna una preziosa rimessa laterale sulla sinistra. La sfera arriva presto a Litteri, che sfodera un capolavoro di tecnica e potenza involandosi lungo l’out, saltando Masi con un dribbling secco e fiocinando Di Gennaro in uscita da posizione defilata. La reazione degli uomini di Carbone è tutta in un destro a girare di Di Noia, con Alfonso che smanaccia a lato. Il Citta invece colleziona almeno quattro occasioni nitide, la più bella delle quali al 37′, con una sontuosa azione corale sulla destra che lascia impietrita la retroguardia umbra, e Cason a rimpallare la conclusione a botta sicura di Chiaretti. Salvi su tutti. La ripresa si apre con l’ingresso di Contini per lo spaesato Masi, ma lo spartito non cambia. Perché per un Di Noia che non trova la deviazione vincente sotto porta c’è un Litteri che costringe Di Gennaro al miracolo su un sinistro a giro dal limite. E il raddoppio, da tempo nell’aria, arriva. L’interprete è una new entry: Salvi, che aveva chiuso la scorsa stagione con il cruccio delle zero reti personali («E io un gol o due li avevo sempre realizzati») svetta di testa sovrastando Contini sul corner di Chiaretti: 2-0. Poco dopo la mezzora è l’appena entrato Strizzolo a sfiorare il tris, su deliziosa imbeccata di Litteri. Ma ci mancherebbe, va benissimo così. Specie per il 18enne Maniero, che, nel finale, fa il suo debutto in Serie B.
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Cittadella primo in classifica in solitaria e a punteggio pieno. D’accordo che è solo la seconda giornata e il turno di campionato è ancora incompleto, ma i granata si regalano una notte da sogno. Se lo sarebbe mai aspettato mister Roberto Venturato? «Perché no?», sorride il tecnico granata, «Nel calcio bisogna sempre provarci e non porsi mai nessun limite. Sinceramente nutrivo la speranza di poter partite forte, anche perché non abbiamo cambiato tanto in estate e abbiamo delle conoscenze di gioco importanti. Ci troviamo davanti a un campionato difficile, che dobbiamo affrontare partita dopo partita, pensando di provare a vincere sempre. Dovremo portare avanti questa filosofia, pensando che ci saranno delle difficoltà, ma che se affrontate nel modo giusto ci potranno solo far crescere». Nonostante una vittoria mai in discussione e una partita praticamente dominata, Venturato riesce a trovare anche più di un difetto nella prova dei suoi. «Premesso che sono ovviamente molto soddisfatto, credo che nel primo tempo potessimo tranquillamente fare qualcosa di meglio. Abbiamo sbagliato a scalare con i terzini, non riuscivamo a stare alti e loro ci prendevano sempre in mezzo. Ma per il resto ho visto ottime giocate e quel che più mi conforta sono l’attenzione e la concentrazione con le quali tutto il gruppo lavora. Abbiamo grande entusiasmo, chi gioca meno ha la stessa partecipazione degli altri, siamo una squadra vera e vogliamo esserlo sempre». Quel che ha stupito più di ogni altra cosa, è la grande personalità con la quale la squadra ha tenuto il campo, rischiando il minimo indispensabile e gestendo bene (nonostante qualche palla gol di troppo fallita), il risultato. Cosa fa la differenza in questo momento? «Le grani motivazioni che abbiamo. Se continuiamo ad alzare sempre l’asticella, ripartendo ogni settimana come se fosse la prima, potremo fare bene. Questo gruppo ha voglia di provarci e far sempre qualcosa di più». Alla faccia di chi metteva il Citta in fondo alla griglia di partenza, nelle previsioni di inizio campionato… «Attenzione, sono passate solo due giornate e non sono emersi i valori reali. Ma di sicuro noi abbiamo qualità importanti». Grande gioia anche per Alessandro Salvi, tornato al gol dopo più di un anno: «Lo cercavo da tanto e sono molto contento», sorride il terzino, «La vittoria mi dà molta soddisfazione, anche se sono d’accordo con il mister sul fatto che potevamo e dovevamo fare anche di più. Anche dal punto di vista personale posso offrire prestazioni migliori, ma in ogni caso non posso che essere felice. La dedica per il gol va alla mia compagna, a mio figlio e al piccolo Federico, il mio secondo figlio in arrivo tra un mesetto».
Ore 11.40 – (Corriere del Veneto) Vetta solitaria e un pranzo della domenica da prima della classe. Il Cittadella dopo l’esordio vincente a Bari bissa in quello casalingo del Tombolato conquistando il successo nell’anticipo del sabato con la Ternana. La squadra granata è a punteggio pieno dopo due giornate e si fregia per qualche ora del titolo di capolista solitaria in attesa delle partite odierne. Per guardare tutti dall’alto i granata hanno dovuto far affidamento sulla mira da cecchino di Litteri, che in avvio ha sbloccato il match e sull’incornata di Salvi che ha fissato il risultato sul 2-0. Venturato non mischia le carte rispetto alla gara del San Nicola. L’unica novità riguarda l’innesto di Martin sulla sinistra, con l’ex Pordenone che prende il posto di Benedetti costretto alla tribuna. Due minuti e le Fere ci provano con Faletti da calcio piazzato: il tiro a giro finisce di qualche centimetro sopra la traversa. La risposta granata viene dalla testa Litteri, che obbliga Di Gennaro a salvare in angolo. La punta è in palla e in dieci minuti mette la sua firma sul match. All’11’ Martin è astuto a battere in fretta e lungolinea un fallo laterale, l’assist per Litteri è ben sfruttato dal centroavanti che sguscia a Masi e dal fondo trova l’angolo opposto sotto la traversa per il gol dell’ex. La rete galvanizza i padroni di casa, la squadra granata gioca sul velluto un primo tempo da incorniciare e con poche sbavature. C’è gloria anche per Alfonso che con la mano di richiamo neutralizza un tiro alla Del Piero di Di Noia. La partita non dà tregua con ritmi indiavolati e occasioni da gol a ripetizione: Arrighini sfiora il raddoppio con un rasoterra, Petriccione lo imita mancando il pari da fuori, Chiaretti reclama un rigore e poi si fa murare da pochi passi, Paolucci di un niente manca la deviazione su punizione. E’ un Cittadella in palla, il cui ritorno in B davanti ai tifosi regala la miscela giusta per sorprendere anche il più ottimista tra i fans. Nella ripresa il Citta non si accontenta di addormentare la gara ma centra subito il raddoppio. Il solito Litteri brucia le mani a Di Gennaro, prima che Salvi al 16’ sigilli il 2-0 con un salto imperioso che, di testa, gonfia la rete angolando il corner millimetrico. A poco servono i cambi tra i rossoverdi con la Ternana incapace di reagire e il Cittadella a controllare senza patemi. Finisce col Tombolato in delirio e gli abbracci collettivi di un gruppo partito davvero alla grande. Sembra un sogno, Venturato si gode questa partenza da urlo dei suoi ragazzi ma, finché dura, sognare si può e si deve: ed è un peccato pensare di svegliarsi.
Ore 11.20 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Andrea Miola): Bindi 6; Sbraga 6, Emerson 6, Russo 5.5; Madonna 6 (Fantacci 5.5), Mandorlini 5.5, Filipe 5.5 (Altinier 7), Dettori 6.5, Favalli 7; Neto Pereira 6, Alfageme 5.5 (De Risio sv).
Ore 11.10 – (Gazzettino) Fino alla meritatissima rete del pareggio (22’) firmata da Altinier con una girata di testa forse viziata anche da un tocco di braccio. Inutili le proteste degli ospiti. Un attimo dopo lo stesso Altinier è andato vicino al raddoppio: destro volante a incrociare e salvataggio con la punta delle dita del solito Coser. Sulle ali dell’entusiamo il Padova ha continuato ad attaccare a testa bassa, sfruttando soprattutto le corsie esterne per allargare la difesa avversaria. Ma ha corso anche un grande rischio su un contropiede in superiorità numerica degli ospiti finalizzato da un diagonale radente di Giorgione che ha sfiorato il palo alla sinistra di Bindi.Lo scampato pericolo ha spinto Brevi a ritornare a un più solido 3-5-2 (dentro Fantacci e De Risio, fuori Alfageme e Madonna). La spinta dei biancoscudati, anche senza l’intensità dei minuti precedenti, non si però esaurita, anzi. Clamorosa è stata l’occasione fallita da Fantacci che di testa da due passi, dopo una calibratissima punizione di Emerson, ha incredibilmente alzato la mira. Quando però il nuovo entrato Moreo ha colpito il palo interno sull’ultima ripartenza degli ospiti ai tifosi dell’Euganeo si è gelato il sangue. E l’1-1 è andato in archivio.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Nel momento migliore del Padova è però arrivato il vantaggio dell’Albinoleffe. Mastroianni ha raccolto una palla sporca sulla trequarti ed è andato al tiro con un destro potente respinto con il corpo da Sbraga, pronto Gonzi a raccogliere il pallone e ad infilare Bindi con un destro vellutato sotto l’incrocio. La truppa di Brevi ha però avuto il merito di non scoraggiarsi. Ha ripreso il controllo delle operazioni e poco prima dell’intervallo ha sfiorato il pareggio. Velenosissima la punizione di Emerson che ha di nuovo esaltato i riflessi di Coser, altrettanto tempestivo poi sulla ribattuta di Russo. Quasi obbligatorio nell’intervallo il cambio del sofferente Filipe. Ma anzichè rimpiazzarlo con De Risio, mandato a scaldarsi già alla mezz’ora del primo tempo, Brevi ha optato per Altinier. Il Padova è così passato a un 3-4-3 decisamente a trazione anteriore. Sul piano offensivo la manovra ne ha subito tratto vantaggio. Di nuovo alla ribalta il portiere Caser (13’), quasi miracoloso nel neutralizzare un tocco ravvicinato proprio del nuovo entrato Altinier su cross dalla destra di Madonna. Con il passare del tempo la pressione biancoscudata è diventata asfissiante, ma è sempre mancato un pizzico di fortuna nelle conclusioni.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Una partita che il Padova avrebbe meritato di vincere, ma che ha anche rischiato di perdere. L’1-1 dell’Euganeo è stato ricco di emozioni. Tra luci e ombre il debutto in campionato dei biancoscudati: la supremazia nel gioco è stata quasi costante, però è mancata la giusta cattiveria davanti alla porta. Da rivedere la fase difensiva, con l’incredibile pericolo corso nei minuti di recupero. Buono l’approccio alla gara del Padova, che nelle sue ripartenze ha provato soprattutto a sfruttare la corsia di sinistra: sempre presente nel vivo del gioco Dettori, bravo nelle sovrapposizioni Favalli. Meno brillante la catena di destra, dove sia Mandorlini che Madonna hanno funzionato a intermittenza. Troppo scolastico Filipe, peraltro penalizzato dalla tallonite e anche dalla marcatura a uomo di Mastroianni. I biancoscudati hanno mostrato il meglio del loro repertorio soprattutto con le verticalizzazioni a scavalcare il centrocampo. È stato così all’8’ quando Russo ha imbeccato Neto Pereira: il brasiliano ha vinto il duello fisico con Gavazzi, ma al momento del tiro è stato stoppato in extremis dal recupero dell’avversario. Dopo avere reclamato un rigore (contatto sospetto tra Dettori e Guerriera probabilmente iniziato fuori area), la squadra di casa è andata a un passo dal vantaggio con un’inzuccata di Mandorlini, bravo Coser a sventare la minaccia. E provvidenziale, sul prosieguo dell’azione, un suo compagno a rimpallare la conclusione ravvicinata di Madonna.
Ore 10.40 – (Gazzettino) La squadra ha funzionato meglio sulla catena di sinistra rispetto a quella di destra. «Dipende anche dalle caratteristiche dell’avversario, però è vero che a destra facevamo fatica a saltare l’uomo con Madonna. Sul centro sinistra comunque gioca Dettori che sa inserirsi tra le linee». Quindi torna sul match, in particolare sulla seconda frazione: «Dato che Filipe ha avuto un riacutizzarsi del dolore al piede e De Risio non è al top della condizione, ho messo Altinier e abbiamo alzato il baricentro perché volevamo vincere. Nella ripresa abbiamo dominato in tutto per tutto. Poi la scelta di mettere De Risio e Fantacci è stata dettata dal fatto che la squadra aveva speso molto e non potevamo tenere più il baricentro alto perché avremo rischiato. Sono dispiaciuto per il risultato, però sono contento perché quando crei tante occasioni alla lunga le partite si vincono». Non manca un flash di Altinier che fa chiarezza sul suo gol: «Un’azione confusa perché ci trattenevamo in area e ci dovevamo difendere. Anche le nostre mani viaggiavano, ma la palla l’ho spizzata di testa e l’ho vista entrare sul secondo palo, quindi bene così. Anche prima ero andato vicino al gol, però il portiere è stato molto bravo. Peccato, è stato un buonissimo Padova».
Ore 10.30 – (Gazzettino) «Il pareggio ci può stare perché quando vai sotto è sempre un handicap, ma ci poteva stare anche la nostra vittoria». È lucido nella sua disamina il presidente Giuseppe Bergamin, che aggiunge: «La prima partita serve sempre a sbloccare la situazione dopo un lungo periodo di preparazione, siamo andati in campo con lo spirito giusto. Abbiamo subìto un gol che merita gli applausi, e al di là di un paio di ripartenze, abbiamo sempre tenuto il pallino del gioco. Sul piano fisico e tecnico abbiamo dominato creando diverse occasioni limpide che potevamo sfruttare anche con un pizzico di fortuna in più». Davvero tante opportunità per i biancoscudati, che nel finale hanno rischiato di subire la beffa. Oscar Brevi però puntualizza: «Dico che la beffa è la nostra nell’arco dei novanta minuti. Abbiamo dominato la gara sotto tutti i punti di vista sovrastando l’avversario. Abbiamo creato varie situazioni per segnare e il loro portiere è stato il migliore in assoluto in campo. Loro hanno realizzato un grande gol, e nella ripresa abbiamo tenuto il baricentro molto alto, per cui ci sta di concedere qualche occasione. Ne abbiamo lasciata una, per il resto abbiamo dominato. Ripeto la beffa è stata la nostra, non la loro che hanno preso il palo a tempo scaduto».
Ore 10.10 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia): Bindi 6; Sbraga 6, Emerson 5.5, Russo 6; Madonna 5.5 (Fantacci 5), Mandorlini 6, Filipe 5.5 (Altinier 7), Dettori 6.5, Favalli 7.5; Alfageme 6 (De Risio sv), Neto Pereira 5.5.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Altinier, sempre lui. A furia di insistere, il pareggio arriva. Una “bomba” di Emerson, ammortizzata da un difensore lombardo, procura l’ennesimo corner. Batte il brasiliano e nel mucchio spunta la testa del centravanti mantovano, che tocca di quel tanto da spiazzare (finalmente!) Coser. I lombardi protestano, sostenendo che ci sarebbe anche un “mani” dello stesso Altinier, ma l’arbitro non vede nulla di irregolare (22’). Lo show di Coser prosegue: deviazione con la punta delle dita su girata di Altinier (23’)e poi in tuffo sventa il pericolo di Neto (sempre in girata, 30’). Qui il Padova smorza il suo furore agonistico e l’Albinoleffe fa correre un lungo brivido a tutti, su errore proprio di Emerson, con un diagonale di Giorgione sul fondo di un niente (32’). Ma l’opportunità più grossa capita sulla testa del giovane Fantacci (classe 1997), che di testa spedisce oltre la traversa a due passi dalla linea bianca (41’). Moreo palo. Bindi salva poi su Minelli (44’), ma il Padova ringrazia i santi in paradiso quando Moreo, in contropiede, si beve l’intera retroguardia biancoscudata e centra il palo alla sinistra del portiere (47’). È andata bene, lasciatecelo dire: giusto così.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Sulla spinta di Favalli ci scappa un cross al bacio a centroarea, dove Mandorlini, Alfageme e poi Neto si vedono ribattere e neutralizzare le conclusioni a colpo sicuro dall’estremo difensore ospite (16’). Un colpo da… Gonzi. Per i bergamaschi, che tentano qualche alleggerimento senza pretese, è come sognare ad occhi aperti quando Gonzi, su corta respinta di Sbraga ad intercettare un tiro di Mastroianni, si accentra e dai 20 metri azzecca un destro a giro che s’insacca nel “sette” (38’). Il Padova non ci sta e su una punizione di Emerson Coser ribatte alla grande, per poi superarsi sul tiro ravvicinato di Russo e deviare sul fondo(41’). All’assalto del fortino lombardo. Il cambiamento di modulo – dal 3-5-2 al 3-4-1-2 – diventa una necessità per Brevi, che inserisce Altinier dopo il riposo, arretrando Neto come trequartista e lasciando Alfageme davanti. La metamorfosi dei biancoscudati è radicale: finalmente più fluidità sulle fasce e cross pericolosi sotto porta. Non cambia solo una cosa: la strepitosa prestazione di Coser, che non ne fa passare una, dalla girata al volo di Altinier neutralizzata non si sa come a 2-3 metri dal centravanti (13’), al colpo di testa di Sbraga, a pallonetto, rintuzzato con un gran colpo di reni (15’).
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Troppo poco. La sorpresa dei primi 45’. Due squadre speculari nel modulo, con il 3-5-2 proposto da entrambi i tecnici, ma diverse nel modo di interpretare lo spartito. Biancoscudati votati soprattutto al lancio lungo dalla difesa per innescare Alfageme e Neto Pereira, bergamaschi che invece prediligono la ripartenza, con una manovra più ragionata e che poggia molto sulle iniziative di Giorgione, per provare a far male a Bindi. Il limite della squadra di Brevi, oltre ad una naturale lentezza nell’impostazione del gioco (ci vorrebbe più velocità), è che insiste eccessivamente nel cercare di sfondare solo a sinistra. Rarissimo il coinvolgimento di Madonna a destra, e l’ex Spezia appare spesso fuori dagli schemi offensivi. Coser paratutto e quel fallo… Brevi ha lasciato in panchina De Risio e Altinier, preferendo loro Mandorlini e Alfageme: 8/11 cambiati rispetto alla squadra di Pillon. Il pallino ce l’ha in mano, come da copione, il Padova, che ci prova con Neto (8’), contrato in angolo all’ultimo momento da Gavazzi. Poi il pubblico salta in piedi invocando il rigore per un intervento deciso di Guerriera su Dettori all’interno dei 16 metri, ma l’arbitro Di Gioia (direzione insufficiente) fa segno di proseguire. Ci poteva stare, forse, il penalty.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Partenza così e così. Il Padova non bagna con i tre punti l’esordio in campionato all’Euganeo – primo di tre appuntamenti casalinghi in due settimane, considerato il turno di mercoledì 14 – ma ne raccoglie uno solo, rischiando la clamorosa beffa in pieno recupero, salvato dal palo. L’Albinoleffe, ripescato per il secondo anno consecutivo, se ne torna a casa con un bottino insperato, senza aver rubato nulla. C’è ancora parecchio lavoro da fare – ed era prevedibile – per Oscar Brevi, perché la squadra ha girato a… sprazzi, nonostante una supremazia netta. Meglio sicuramente la ripresa dei primi 45’, quando, con l’ingresso di Altinier (indispensabile come il pane), il fronte offensivo si è allargato e si sono viste le trame migliori. Ma sino all’intervallo il Padova è parso monocorde nella manovra, con un’unica soluzione: le discese di Favalli a sinistra.
Ore 09.10 – Le pagelle del Padova (Corriere del Veneto, Dimitri Canello): Bindi 6; Sbraga 6.5, Emerson 6, Russo 6.5; Madonna 5 (Fantacci 5.5), Mandorlini 6, Filipe 5 (Altinier 7), Dettori 6.5, Favalli 6.5; Alfageme 5 (De Risio sv), Neto Pereira 6.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Alla fine è complesso dare un giudizio sulla prima del Padova. La sufficienza di sicuro non può esserci, perché un pareggio casalingo contro un avversario messo in piedi in quindici giorni non può soddisfare. E se nel finale il palo non salvasse Bindi da una sicura capitolazione staremmo qui a discutere di un rovinoso scivolone interno alla prima uscita di campionato. I dubbi emersi nel precampionato sul Padova di Oscar Brevi continuano ad aleggiare insistenti, anche se sulla strada dei biancoscudati c’è stato un Coser monumentale, con almeno sei parate decisive. Ma non c’è solo la sfortuna e la bravura del portiere avversario. Al Padova è mancata la velocità di esecuzione, nel primo tempo la profondità e soprattutto l’imprevedibilità. Il 3-5-2 è un modulo che richiede tanta corsa e tanta applicazione, d’accordo che siamo alla prima, ma il centrocampo porta con sé tanti palleggiatori e pochi incursori. L’assenza di De Risio si è sentita, Filipe continua a mostrare più ombre che luci, davanti senza Altinier è mancato quel «killer» d’area che serve come il pane. Le scelte iniziali di Brevi sorprendono ma fino a un certo punto, considerate le non perfette condizioni fisiche di Altinier e di De Risio. Dentro Alfageme con Neto Pereira, in mezzo gioca Mandorlini, dietro Russo si conferma intoccabile e Cappelletti finisce in panchina. Nel primo tempo sul taccuino ci sono tante occasioni (almeno quattro) per i biancoscudati ma alla resa dei conti a decidere è il gol di Gonzi, che al 38’ indovina una traiettoria fantastica a battere Bindi all’angolino. L’Euganeo assiste attonito al mondo che si capovolge: vero è che le occasioni ci sono, ma è vero anche che c’è sempre la sensazione, come già avvertito a più riprese nel precampionato, che a questa squadra manchi qualcosa. Vedremo se sarà soltanto una questione di tempo, oppure se quello slot che potrebbe rimanere libero a lungo andare possa essere occupato, magari da un ulteriore attaccante. Il Padova non gioca male, ma quello che manca è l’imprevedibilità e magari anche la presenza di un attaccante d’area di rigore come Cristian Altinier. Neto ha la palla buona per colpire al 6’, Gavazzi sbanda, ma poi recupera e si immola sul brasiliano. Al 16’ c’è addirittura una tripla chance per il Padova: Mandorlini, Madonna e Neto Pereira, il risultato è sempre lo stesso, Coser insuperabile e lo zero nella casella dei gol segnati. Dopo lo svantaggio, il Padova si lancia all’assalto, Emerson e Russo sbattono ancora su Coser, poi nella ripresa Brevi indovina il cambio giusto: fuori Filipe, dentro Altinier e 3-4-1-2 sganciato per recuperare. Il solito Coser mura Altinier al 13’, ma poi sempre Altinier (la mano de Dios ? Le immagini non chiariscono) indovina la traiettoria giusta e Coser non può nulla. Proteste, l’Albinoleffe si arrabbia ma rischia di crollare, Altinier ci prova ancora ed è ancora Coser a superarsi. Altre occasioni: Giorgione spedisce a lato, Fantacci alza da due passi, Moreo fa tremare l’Euganeo con un clamoroso palo. Non sarebbe stato giusto. O forse i problemi ci sono e non bastano le occasioni da gol a nasconderli.
Ore 08.50 – (Corriere del Veneto) Rammarico, dispiacere, incapacità di mandare giù che, nonostante tutte le occasioni avute, la vittoria è sfuggita di mano. Un boccone amaro, quello che ingoia Oscar Brevi alla prima di campionato. E che in sala stampa si presenta come un leone in gabbia. «Abbiamo rischiato la beffa nel finale — ammette l’allenatore biancoscudato — ma tutta la partita è stata una beffa. Abbiamo dominato per novanta minuti sovrastando l’avversario. Loro hanno fatto un gran gol, niente da dire, ma noi li abbiamo messi alle corde. Nel secondo tempo avevamo il baricentro molto alto ed eravamo a corto di energie ma abbiamo creato una marea di occasioni tanto che Coser è stato in assoluto il migliore in campo. Spingiamo meno sulla destra ma dipende anche dalle caratteristiche dell’avversario. Ho inserito Altinier per Filipe che ha avuto un riacutizzarsi del dolore e De Risio non era al meglio, ma a mio parere abbiamo dominato e meritavamo i tre punti. I miei ragazzi volevano vincere a tutti i costi, dopo questa partita siamo ancor più consapevoli dei nostri mezzi». Cristian Altinier, ancora una volta, è stato decisivo partendo dalla panchina. Sul gol c’è un sospetto fallo di mano, ma il centravanti biancoscudato nega: «È stata una azione confusa, l’ho spizzata di testa e mi sono accorto in ricaduta che la palla era entrata sul secondo palo. Peccato però, perché potevamo e meritavamo di raccogliere di più. Volevamo la vittoria alla prima partita davanti ai nostri tifosi… Io dall’inizio? Davanti siamo tutti bravi e poi ho ancora un po’ di male al piede. Abbiamo molti margini di miglioramento, sono fiducioso»
Ore 08.30 – Lega Pro girone B, la classifica aggiornata: Santarcangelo 6, Bassano, Gubbio, Parma, Pordenone e Venezia 4, FeralpiSalò, Lumezzane, Reggiana, Sambenedettese* e SudTirol 3, Mantova 2, AlbinoLeffe*, Ancona, Modena, Padova*e Teramo 1, Fano, Forlì e Maceratese* 0 (* una partita in meno).
Ore 08.20 – Lega Pro girone B, i risultati della seconda giornata: FeralpiSalò-Modena 1-0 (Romero (Fs) al 23′ st), Forlì-Pordenone 0-2 (Arma (Pn) al 15′ st, Berrettoni (Pn) al 21′ st), Gubbio-SudTirol 1-0 (Candellone (Gu) al 30′ st), Teramo-Bassano 1-1 (Maistrello (Ba) al 2′ pt, Sansovini (Te) al 15′ pt), Maceratese-Sambenedettese 1-2 (Tortolano (Sa) al 30′ pt, Quadri (Ma) su rigore al 33′ pt, Fioretti (Sa) su rigore al 5′ st), Reggiana-Ancona 4-0 (Manconi (Re) al 36′ pt e al 39′ pt, Angiulli (Re) al 14′ st, Nolé (Re) al 45′ st), Fano-Santarcangelo 0-2 (Cesaretti (Sa) al 14′ st, Carlini (Sa) al 30′ st), Mantova-Venezia 0-0, Padova-AlbinoLeffe 1-1 (Gonzi (Al)al 38′ pt, Altinier (Pd) al 22′ st), Parma-Lumezzane 1-0 (Calaiò (Pa) al 37′ st).
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