A leggere la distinta delle formazioni, sabato scorso, più di qualcuno ha strabuzzato gli occhi. Ma come, Paolo Bartolomei, praticamente l’ultimo arrivato, è in campo? Proprio così. Roberto Venturato l’aveva provato spesso in allenamento nell’undici-base del Cittadella e, a Bari, non ha avuto paura di schierarlo dall’inizio. Risultato? La presenza di questa mezzala di Lucca, all’esordio assoluto nella categoria, si è sentita. Eccome! «Il mister rivela solo poco prima della partita quali saranno i titolari, per tenerci tutti sulle spine», confessa ora Bartolomei, «ma in fondo un po’ ci speravo, perché nelle amichevoli mi aveva concesso molta fiducia». E così si è tolto anche lo sfizio di debuttare in Serie B. «Con un anno di ritardo. Avrei dovuto farlo con il Teramo, poi retrocesso d’ufficio in Lega Pro per le faccende del calcioscommesse. Avevo una clausola nel contratto che mi permetteva di annullarlo e così sono finito alla Reggiana. Ma la B è un sogno che avevo sin da bambino». Al San Nicola abbiamo visto un centrocampista capace di recuperare molti palloni. Cosa non abbiamo invece ancora potuto scoprire di lei? «Che ho un buon tiro dal limite dell’area. Mi sono tolto qualche soddisfazione in passato con le conclusioni da fuori, ma a Bari non sono riuscito a propormi. E poi che non mi risparmio, ma questo credo si sia capito». Vorrà dire che ci proverà con la Ternana domani sera (arbitro Fabrizio Pasqua di Tivoli). «Ma sarà una sfida diversa da quella in Puglia. Intanto per la disposizione tattica degli umbri, che ci aspettiamo con un 3-5-1-1 abbastanza coperto. E poi perché per loro sarà l’esordio stagionale, dopo il rinvio del match con il Pisa, e m’immagino abbiano studiato attentamente la sfida di Bari». Pro terremotati. C’è un motivo in più per assistere a Cittadella-Ternana: la società granata devolverà il 50% dell’incasso alle popolazioni del Centro Italia colpite dal sisma. Sgrigna, futuro da allenatore. Ci si aspettava che il suo nome prima o poi spuntasse, mercoledì notte a Milano, invece Alessandro Sgrigna non ha trovato squadra. E adesso il 36enne fantasista romano pensa a cambiare veste. «Da svincolato posso aspettare ancora qualche giorno, ma non me ne prenderò più di 4 o 5. Poi, se non arriveranno proposte, lascerò il calcio giocato e proverò a prendere il patentino da tecnico», rivela l’ex granata. «Mi piacerebbe continuare per altre due stagioni, ma allo stesso tempo non voglio allontanarmi dalla famiglia a Vicenza, per questo ho interrotto la trattativa con l’Arezzo. Sarei stato disposto anche a scendere di categoria (ci sono stati contatti con Campodarsego e Vigontina, ndr), ma non si è concretizzato nulla. E di sicuro non attenderò gennaio, perché non potrei permettermi di perdere questi mesi di allenamento».
(Fonte: Mattino di Padova)
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L’ultimo arrivato ha già stupito tutti. Paolo Bartolomei è a Cittadella da neppure un mese, ma a Bari è sceso titolare nel centrocampo disegnato da Roberto Venturato, scavalcando tutte le gerarchie, passando davanti a vecchi e nuovi granata. «Sono sincero, prima di Bari erano appena quindici giorni che mi trovavo a Cittadella, non avrei mai pensato di essere subito chiamato in causa. Invece Venturato mi ha subito dato importanza, e io mi sono messo al suo servizio. Sono molto felice, spero di trovare una certa continuità durante la stagione». L’allenatore cosa le ha detto prima di scegliere l’undici titolare? «Niente. Come mi avevano anticipato i compagni di squadra, Venturato non svela mai la formazione sino all’ultimo minuto, è giusto così per tenere alta la tensione nello spogliatoio». È stato uno dei tre privilegiati tra i volti nuovi della campagna acquisti nel debutto del San Nicola, dove ha giocato quasi tutto il «vecchio» Cittadella. È facile, però, per un calciatore ambientarsi nella realtà granata: «Sono arrivato da poco ma mi sono subito trovato bene, sia con lo staff tecnico che con i nuovi compagni. Ci vuole poco a capire come mai questa squadra abbia stravinto il campionato di Lega Pro: oltre alle evidenti qualità tecniche, c’è un gruppo, uno spogliatoio davvero unito, che fa la differenza. C’è una grande famiglia, un gruppo di amici dentro e fuori da campo, molto affiatati tra loro». Era come se l’immaginava? «Sì, perché per vincere un campionato, con avversarie importanti come quelle che c’erano l’anno scorso, significa che la squadra è davvero forte». L’idea di sposare la causa granata non si è sviluppata all’improvviso, come spiega Bartolomei: «Con il direttore Marchetti era da un mese e mezzo che avevamo raggiunto un accordo. Ci tenevamo in contatto quasi tutti i giorni per far maturare il tutto, c’era però da attendere il via libera da parte della Reggiana, che non mi voleva cedere. Quando infine ha capito che la mia volontà era quella di andare a Cittadella, tutto si è risolto in breve tempo. Ci tenevo tantissimo a confrontarmi con questa categoria, in una piazza che permette ai calciatori di lavorare bene e crescere». Le sue caratteristiche migliori, la sua posizione ideale in mezzo al campo? «Negli ultimi anni ho giocato dappertutto in mediana, ho fatto la mezz’ala a destra e a sinistra, il mediano basso. Dove l’allenatore mi dice di stare, cerco di offrire il miglior contributo possibile». Il Cittadella potrebbe essere la mina vagante della B? «Certo, abbiamo tanta voglia di stupire, c’è fame di risultati nel gruppo».
(Fonte: Gazzettino)