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Ore 23.00 – Qui Euganeo: termina con la presentazione del Calcio Padova Femminile e del Calcio Padova Calcio a 5 la serata di gala dei Biancoscudati.
Ore 22.35 – Qui Euganeo, sale Giuseppe Bergamin: “Siamo orgogliosi di questa gestione societaria ‘a conduzione familiare’. A volte e meglio sottolineare i propri limiti piuttosto che esaltarsi per le proprie qualità, ma sono convinto che questa squadra lotterà fino alla morte!”.
Ore 22.30 – Qui Euganeo: salgono i soci Salot e Beccaro. Con loro anche l’amministratore delegato Roberto Bonetto: “Abbiamo finito lo scorso campionato con l’amaro in bocca, speriamo di aver costruito qualcosa di importante quest’anno! Abbiamo una squadra forte ed una società unita, scusate se non sono in giacca e cravatta come qualcun’altro che ha fatto la presentazione nei giorni scorsi ma noi siamo pane e salame! Mi ricordo Alberto Sordi in “Un americano a Roma”, quando veniva provocato dai maccheroni: bene, noi ci mangeremo Venezia!”.
Ore 22.28 – Qui Euganeo: salgono sul palco anche Andrea Bergamo ed Adriano Zancopé.
Ore 22.23 – Qui Euganeo: salgono sul palco Marcelo Mateos ed Oscar Brevi. Brevi: “Cosa si aspettano i tifosi? Prima di tutti che vinca qualche partita! Voglio trasmettere ai miei giocatori anche quanto fatto da me in campo a livello di cuore e determinazione. Mi aspetto una squadra coraggiosa, che si faccia rispettare da tutti e che incuta anche timore! L’obiettivo stagionale? È stato rimarcato da tutti e non vogliamo nasconderci, quindi dobbiamo migliorare il risultato dell’anno scorso. Sarà dura perché ci sono molte squadre forti ma combatteremo! E le sensazioni sono molto positive”.
Ore 22.19 – Qui Euganeo, sale sul palco Marco Cunico: “Quando si indossa questa maglia bisogna sempre dare il massimo! Quella di quest’anno è una squadra compatta, e credo che sarà davvero difficile da battere…”.
Ore 22.17 – Qui Euganeo, sale sul palco Giorgio Zamuner: “Avrei sempre voluto vestire questa maglia da giocatore! Sono e siamo convinto di aver costruito una squadra forte, competitiva e composta di uomini veri”.
Ore 22.12 – Qui Euganeo: salgono gli attaccanti. Nero Pereira: “Abbiamo una grande responsabilità! La partita che sento di più? La prossima, sempre!”.
Ore 22.07 – Qui Euganeo: salgono anche i centrocampisti. Gaiola: “È un’emozione grandissima vestire questa maglia, è un sogno che si avvera! Mi ricorderò sempre l’esultanza di Muzzi contro il Venezia”. Marcandella: “Darò il massimo con e per questa maglia!”. Vengono intonati un paio di cori contro il Venezia, tra cui “Venezia stiamo arrivando!”.
Ore 22.05 – Qui Euganeo: salgono anche i difensori. Emerson: “Le ‘bombe’ da fuori area? Spero anch’io di tirarle, ma soprattutto di evitare di prendere gol! La squadra? Non ci possiamo nascondere, è importante ed abbiamo voglia di metterci in mostra. Sputeremo sangue, lo prometto!”.
Ore 22.02 – Qui Euganeo: salgono sul palco Bindi e Favaro. Bindi: “Cosa bisogna fare per vincere il campionato? Cementando il gruppo e trovando la giusta alchimia tra la squadra ed i tifosi si possono fare grandi cose…”.
Ore 22.00 – Qui Euganeo: salgono sul palco i membri che lavorano in sede, i magazzinieri e lo staff medico.
Ore 21.50 – Qui Euganeo: salgono sul palco Cinzia Rampazzo, Maurizio Saia, Andrea Recaldin, Alain Luciani e Fabrizio Boron. Cinzia Rampazzo: “I lavori al Plebiscito inizieranno a gennaio!”. Maurizio Saia: “C’è una variante per la tribuna per quando arriveranno i tifosi del Venezia: si allagherà per accoglierli al meglio…”. Parte il coro dei tifosi “Se restiamo all’Euganeo vi facciamo un c… così!”.
Ore 21.30 – Qui Euganeo: inizia l’asta delle maglie: 70 euro per Thomassen, 50 euro per Bacchin, 120 euro per Gastaldello, 210 euro per Centofanti, 400 euro per Bergamo, 170 euro per Ossari e 110 euro per un’altra maglia di Bergamo!
Ore 21.20 – Qui Euganeo: salgono sul palco Dan Thomassen, Andrea Bergamo, Mauro Bacchin e Daniele Gastaldello, protagonisti della promozione del 2001.
Ore 21.10 – Qui Euganeo: moltissimi i tifosi presenti.
Ore 21.00 – Qui Euganeo: inizia la presentazione del Calcio Padova, presentata da Lady Hellen e Gianluca Di Marzio.
Ore 20.40 – (Gazzetta di Reggio) La campagna abbonamenti della Reggiana prosegue a gonfie vele. Ieri la società ha comunicato di essere arrivata a quota 4.495 e dunque si avvicina al raggiungimento dell’obiettivo 5.000, che pure non sarà facile da cogliere. Ieri c’è stato un bel balzo in avanti, dato che il giorno precedente si era arrivati a 4.190 tessere. Numeri di tutto rispetto, che testimoniano l’entusiasmo dei supporter per la squadra, nonostante il passo falso di Bassano.
Ore 20.30 – (Gazzetta di Reggio) Sabato la Reggiana esordisce in casa ed è attesa una bella cornice di pubblico. Simone Perilli, al pari dei suoi compagni, vuole dare la prima gioia stagionale ai tifosi. «Sarà una bella emozione tornare nel nostro stadio. Proprio per questo motivo dovremo mettere tutto in campo per dare una soddisfazione ai tifosi». Avete spiegato ai nuovi quello che li aspetta? Il livello di pressione che c’è qui? «Credo che lo immaginino dopo che hanno visto tutti quei tifosi a Bassano. L’importante sarà fare bene e farlo ogni domenica per avere sempre più gente allo stadio». Sabato sarà presente anche Piazza. «Lo saluteremo e gli stringeremo la mano, e basta, anche perché l’inglese non lo so». Bassano è alle spalle, si guarda all’Ancona? «La sconfitta di Bassano rimane, però fin da lunedì la nostra testa è rivolta all’Ancona, al Bassano ci penseremo nuovamente al ritorno». Quell’ultimo minuto però è ancora lì? «In un minuto siamo passati da tanta emozione a tanta amarezza, perché abbiamo esultato per aver riagguantato la partita e poi siamo stati puniti. Gli errori commessi ci serviranno per il futuro».
Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) È un destro naturale ma finora l’abbiamo visto solo a sinistra. Sabato contro l’Ancona Luca Ghiringhelli però potrebbe tornare nel suo ruolo, a destra, considerate anche le condizioni di Vasile Mogos. «Ancora non so nulla e già altre settimane mi allenavo a destra ma poi giocavo a sinistra. Sceglierà il mister se e dove farmi giocare, è vero che sono arrivato qua per spingere sulla destra ma se c’è bisogno altrove sono a disposizione anche in altri ruoli». Giocare comunque a sinistra è simbolo di fiducia da parte del mister… «Spero di sì, poi avrà visto che l’ho già fatto in passato». Con il Bassano è andata male. Inoltre perdere così brucia. «È stata una gara difficile come ci aspettavamo, loro negli ultimi due anni sono sempre stati squadra di vertice e, nonostante qualche errore, ce la siamo giocata. Nel secondo tempo li abbiamo tenuti sempre nella loro metà campo pagando qualche disattenzione perché, se non avessimo preso quel gol alla fine, adesso si parlerebbe di un’altra prestazione. Per me non tutto è da buttare e lavoreremo per non ripetere più questi errori». Considerando anche che siete una squadra esperta. «Infatti tutti abbiamo già campionati alle spalle ed è il motivo per cui, quel gol finale, dispiace particolarmente». Con l’Ancona sarà il debutto al Città del Tricolore per molti di voi. «A giudicare dalla campagna abbonamenti ci saranno tanti tifosi e sarà emozionante, speriamo di esordire al meglio». Cosa promette ai tifosi della Reggiana? «Di dare il massimo ed onorare la maglia nella speranza di regalare loro la prima gioia».
Ore 20.10 – (Gazzetta di Reggio) In via Agosti si continua a lavorare in vista del debutto casalingo di sabato contro l’Ancona (ore 18.30). Anche nel pomeriggio di ieri il tecnico Leonardo Colucci ha dovuto fare a meno dei tre difensori infortunati – Mogos, Pedrelli e Trevisan – ai quali si è aggiunta l’assenza di Maldini e la definitiva partenza di Possenti: dunque attualmente resta il reparto difensivo quello con le minori scelte per il trainer, che tra l’altro ha chiesto aiuto al giovane terzino Masini della Berretti per avere a disposizione ventidue giocatori nella partitella finale. Va detto che il romeno potrebbe recuperare per il match di campionato. Spanò, Rozzio (che a Bassano ha convinto) e Sabotic stanno battagliando per conquistare le due maglie da centrali difensivi mentre a centrocampo c’è Maltese pronto a riconquistarsi lo scettro di regista con Angiulli e Bovo ai suoi lati. Davanti Marchi resta il punto fisso dell’attacco mentre attorno a lui ruotano e vengono provati gli altri attaccanti. Guidone, molto in forma, potrebbe essere tra i tiolari. Oggi nuova seduta alle ore 17 in via Agosti.
Ore 20.00 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana chiude il mercato con il botto. Il ds Andrea Grammatica ieri ha preso il centrocampista Alessandro Sbaffo, battendo la concorrenza del Parma. In arrivo dal Catania anche l’attaccante Luigi Falcone. L’obiettivo dichiarato della Reggiana era quello di aggiungere alla rosa un centrocampista, per questo si è puntato su Sbaffo, giocatore dell’Avellino Alessandro Sbaffo, arrivato a Reggio dopo diverse ore di trattativa, poiché sul giocatore oltre ai granata erano presenti altre compagini di Lega Pro (Parma su tutte) e anche di categoria superiore (Brescia). Sbaffo, che ha preferito la Reggiana anche all’interesse della Serie B, è arrivato con la formula del prestito con obbligo di riscatto in caso di promozione in Cadetteria e, dopo aver maturato una buona esperienza nonostante la giovane età, aumenterà il tasso tecnico del centrocampo granata e si giocherà una maglia da titolare. Per quello che riguarda i movimenti in uscita è terminata dopo nemmeno due mesi “l’esperienza” in granata di Christian Maldini, che è stato ceduto in prestito all’Hamrun Spartans, formazione maltese, mentre rimangono in granata sia Raffaele Nolè che Dario Maltese. La società granata non si è voluta privare dei due elementi che il tecnico Colucci ritiene elementi importanti per una rosa che deve affrontare una lunga stagione e vuole occupare un ruolo da protagonista nel corso di tutta la stagione più gli eventuali play off. Durante la mattinata di ieri la Reggiana è stata molto vicina a Luca Cattaneo del Pordenone, ma la società, in serata, ha deciso di puntare su Luigi Falcone del Catania, attaccante esterno classe 1992 che nella passata stagione con la maglia degli etnei ha collezionato 27 presenze e 3 gol. Falcone è arrivato a Reggio a titolo definitivo.
Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Delle tribune mobili al Bottecchia non è la prima volta che si parla. L’ultima è stata subito dopo gara 2 della semifinale playoff con il Pisa, lo scorso maggio, con stadio esaurito, compresa la folta rappresentanza toscana, e tanti tifosi sempre presenti al Bottecchia nelle gare normali costretti a casa a seguire la sfida su internet, al telefono chiamando gli amici sugli spalti, oppure in attesa del risultato finale da conoscere attraverso la tv o dal pubblico che abbandonava lo stadio. SOLUZIONE TEMPORANEA – Durante la conferenza stampa successiva al match che aveva concluso con soddisfazione, ma anche con qualche rammarico, la splendida stagione 15-16, Mauro Lovisa aveva annunciato di aver chiesto ai tecnici del Comune di valutare la possibilità di ampliare l’attuale capienza per portarla ad almeno 3mila posti. Già allora l’ipotesi prevedeva l’installazione di una tribuna coperta metallica prefabbricata adiacente al lato destro dell’attuale tribuna e una gradinata scoperta sul lato sinistro di quella attuale, verso il Tennis club. Le due strutture avrebbero potuto aumentare la capienza di 5/600 posti per arrivare appunto a un totale di 3 mila. I tempi di realizzazione furono stimati in un paio di settimane. NUOVO PROGETTO – Ora il progetto è variato nella collocazione (entrambe le tribunette accanto alla tribuna laterale lato Tennis club per un totale di 460 posti) e probabilmente anche nei tempi e costi di realizzazione. Strutture simili vengono utilizzate spesso per avvenimenti di breve durata non solo sportivi (raduni degli alpini, Festa della Repubblica a Roma, tanto per citarne un paio). Possono essere acquistate e fatte installare o semplicemente noleggiate (installazione e rimozione compresa), accorciando i tempi burocratici per la messa in opera. Quest’ultima è la soluzione preannunciata dal sindaco.
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Per la gara con il Parma le nuove tribunette saranno sistemate e agibili. Forse anche prima». Garantisce Alessandro Ciriani, azzanese, neo sindaco di Pordenone, che ha preso a cuore le sorti del ramarro. OPERAZIONE LAMPO – «Saranno due – rivela il sindaco – e verranno affiancate alla tribuna laterale lato tennis club, aumentando la capienza del Bottecchia di 460 posti. Per accelerare i tempi le affitteremo. Possono essere installate in 3 giorni». Per dare il via all’operazione, il Comune attende solo il parere favorevole della Commissione Tecnica Regionale. «Siamo fiduciosi – aggiunge Ciriani – e certi del parere positivo, convinti che arriverà presto per darci modo di avviare l’operazione». Ciriani le vorrebbe in loco già per la gara con il Teramo (10 settembre), ma appare difficilissimo, se non impossibile, che veda esaudito il suo desiderio. Più realistico il termine del 17 settembre, quando al Bottecchia arriverà il Parma degli 8mila abbonati, superfavorito per il successo finale nel girone B. DURATA – Non sarà una soluzione temporanea per il match clou del campionato neroverde. «L’affitto sarà stagionale – conferma infatti Ciriani – sino al termine della stagione regolare (7 maggio 2017, ndr) o, mal che vada – strizza l’occhio facendo capire che lui crede nella promozione diretta dei ramarri – sino a fine playoff. Poi, insieme al Pordenone decideremo cosa fare». SIMBIOSI – Nella visione di Ciriani c’è un rafforzamento della collaborazione con il Pordenone. In ballo le gestioni del Bottecchia (l’attuale convenzione con l’Associazione Bottecchia scadrà il 31 dicembre) e del Centro De Marchi. «L’exploit della scorsa stagione ha fatto bene a tutta la comunità e ha fatto conoscere la città a livello nazionale. Ho visto Lovisa non solo caricatissimo – afferma il sindaco – ma anche deciso a far crescere ulteriormente squadra e società. Una collaborazione più stretta fra Comune e proprietà sarebbe la soluzione più logica. Ovvio che il Pordenone dovrà partecipare alla gara per la gestione dei due impianti e vincerla. Spetta alla società neroverde presentare una proposta giusta e conveniente». NUOVO STADIO – Mauro Lovisa chiede con insistenza un nuovo stadio. «C’è già un progetto – riprende Ciriani – che prevede una nuova struttura in zona interporto-dogana, provvista di ottima viabilità e di adeguati parcheggi. Prima di avviare concretamente l’operazione – premette con saggio realismo – bisogna però essere certi che Lovisa realizzi il suo progetto “Pordenone in B”. Attualmente credo che in un girone con squadroni come Parma, Venezia, Reggiana, Padova e Modena, tanto per fare qualche nome, sarebbe già importante consolidare la Lega Pro con un piazzamento importante. Io vedo un ramarro in lotta per la cadetteria fra un paio di campionati. Poi accetterei anche di sorbirmi una stagione di trasferte al Friuli per vederlo in B, in attesa della costruzione del nuovo stadio». LARGHE INTESE – Intanto però Ciriani ha mancato la prima col Gubbio sabato scorso. «Sì – annuisce – solo perchè impegnato a consegnare il sigillo della città al cardinale Parolin. Sergio (Bolzonello, ndr) è riuscito a raggiungere il Bottecchia. Io non ce l’ho fatta, ma vi garantisco che, da abbonato, sarò presente alla sfida del 10 settembre con il Teramo e soprattutto – guarda lontano il sindaco – che non mancherò la prima nel nuovo stadio entro la fine del mio primo mandato. E – parla da capo ultras – sarò in curva». A fianco di Bolzonello, i neroverdi si ritrovano un altro tifoso eccellente. È il Pordenone delle larghe intese.
Ore 19.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Mentre le altre aspettavano trepidanti gli ultimi affari con un occhio al cronometro per non arrivare troppo tardi, il Pordenone si godeva le ore finali del mercato estivo sul divano. La società quest’anno ha giocato d’anticipo, completando l’organico già a metà agosto. Un movimento però c’è stato. Ha riguardato ancora una volta un prodotto del vivaio neroverde, ora pronto a spiccare il volo in serie B. Alessandro Zavan, difensore nato nel 1999, è stato infatti ceduto al Perugia, formazione che punta decisa alla promozione in A. Cercato in estate da numerose squadre di A e B, ha seguito un percorso molto brillante. Dagli Allievi, quinti alle finali nazionali, alla Berretti (con una parentesi alla Fiorentina), fino al ritiro con la prima squadra in questa stagione. Il 31 luglio ha esordito in Tim Cup contro il Grosseto a soli 17 anni. «La società – ha comunicato il presidente Mauro Lovisa – è particolarmente orgogliosa di veder salire di categoria un altro proprio giovane talento. La prima squadra, inoltre, si conferma trampolino verso la serie B per tanti giovani. Ad Alessandro l’augurio di togliersi le migliori soddisfazioni con il Perugia». Infine l’ultimo tentativo della Reggiana. Il club emiliano ieri sera ha provato a prendere Luca Cattaneo, ma non è stato trovato l’accordo tra i granata e l’attaccante del Pordenone. Seppur poco considerato da Bruno Tedino, «Veleno» rimarrà in neroverde almeno fino a gennaio, quando riaprirà il mercato.
Ore 19.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 18.50 – Qui Guizza: partitella finale.
Ore 18.30 – Qui Guizza: ultimi accorgimenti.
Ore 18.10 – Qui Guizza: corrono a parte Germinale, Ilari e Monteleone.
Ore 18.00 – Qui Guizza: prove tecniche di 3-5-2, in attacco Neto Pereira ed Alfageme mentre in difesa Russo è preferito a Cappelletti. In gruppo anche Dionisi.
Ore 17.40 – Qui Guizza, flash di Zamuner su Ilari: “Il trasferimento al Delta Rovigo non è in dubbio, ma devono essere limati gli ultimi dettagli. Domani il giorno giusto? Penso di sì”.
Ore 17.30 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 17.20 – Qui Guizza: presenti col gruppo anche Dionisi ed Ilari.
Ore 17.00 – Qui Guizza: seduta video per i Biancoscudati.
Ore 16.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Una puntata a Milano, ma stavolta Werner Seeber non ha piazzato il colpo last minute. L’unica operazione conclusa è stata la cessione del giovane Gaetano Sciancalepore in prestito alla Virtus Verona: «Avevamo solo questa cosa da sistemare — dice Seeber — per il resto è vero che abbiamo due posti over liberi in lista, ma avevamo fatto tutto quello che dovevamo fare nei giorni scorsi. Pensate che non è nemmeno venuto con me il segretario Renato Schena, il segnale che ci eravamo sistemati ben prima dell’ultimo giorno. C’è stata poi questa bella partenza in campionato, la vittoria al 95’ sulla Reggiana è stata fantastica, anche se non dovevamo subire quel gol in recupero che rischiava di mandare tutto all’aria». Seeber non si sbilancia sulle ambizioni stagionali. «Quello che mi preoccupa un po’ — spiega — è che rispetto allo scorso anno abbiamo cambiato tanto, troppo per i miei gusti. Siamo stati costretti a farlo e quando si cambia, ci vuole tempo per assestarci. L’obiettivo è la salvezza, poi penseremo ai playoff e in un successivo momento faremo eventualmente altri ragionamenti. Ora pensiamo al Teramo e all’Ancona, abbiamo due trasferte dure e un calendario in salita. Ragioniamo di settimana in settimana e poi si vedrà».
Ore 16.20 – (Giornale di Vicenza) Scianca in prestito secco ai veronesi della Virtus Vecomp in serie D. Col passaggio al piano di sotto di Gaetano Sciancalepore, emergente giovanotto che in via Piave hanno scelto intelligentemente di girare ai rossoblU del presidente, allenatore e diesse Gigi Fresco, il mercato del Bassano si è formalmente chiuso con diverse ore di anticipo, evitando le volate a perdifiato tipiche in questi casi di quasi tutti gli altri che si affannano a Milano sull’uscio del deposito contratti nella corsa selvaggia delle 23. L’uscita annunciata di Scianca assomma a 26 operazioni totali il computo degli interventi realizzati in questa sessione estiva.Bilancio. Che mercato è stato? Oculato e di buon senso che non solo ha tenuto d’occhio i conti in maniera rigorosa come sempre una società avveduta come il Bassano deve sempre fare ma che non ha affatto indebolito il roster, anzi forse, a guardare gli esiti di questo primo mese di impegni veri, l’ha addirittura rinforzato. Il che non significa affatto che il Soccer Team migliorerà il terzo posto della scorsa stagione, stavolta i giallorossi parteciperanno a un campionato lunare per forza e solidità dei competitor, un livello di interpreti che in terza serie non si vedeva da trent’anni almeno. Ecco perchè qua si è scelto di assemblare una formazione con due alternative di qualità per ruolo ringiovanendo ulteriormente i ranghi: fuori gli over 30 Martinelli e Pietribiasi, ora l’unico ultratrentenne è Rantier, mentre il portiere Rossi è sulla fatidica soglia. E non a caso questo gruppo ha ancora più corsa e gamba di prima che pure non era per nulla logoro, con diverse addizioni under. Salvezza, poi… Così, al di là della proverbiale preparazione speciale di Dal Monte, non è stata una coincidenza vedere i boys Diesel avere più birra di tutti in corpo e rovesciare il risultato all’overtime e ai rigori con l’Andria in Tim Cup, mettere sotto in velocità l’Avellino sempre in Coppa Italia e ringhiare di brutto con la Reggiana in un match artigliato col guizzo mortale al 94′ passato. Tuttavia, in linea con la progettualità in scaletta del club, nessuno qua gradisce fare quattro passi sulle nuvole e allora il piano è delineato: la salvezza il prima possibile sfondando il tetto dei 40 punti, quindi solo in quel momento ci si guarderà attorno in ottica playoff col desiderio di approdarvi belli lanciati. Piuttosto cambiano le modalità di agguantarli i traguardi primari e intermedi. E cioè evitando di speculare sul punticino settimanale ma – come sostiene lo stesso D’Angelo – lavorando per vincere più partite possibili in ossequio a una mentalità che deve essere aggressiva e vogliosa dapperutto, a prescindere da quanto sia glamour l’interlocutore. Perchè la gente di Bassano dopo oltre un triennio di emozioni fuori programma si è ingolosita e faticherebbe ad accettare flessioni. Ma la realtà è che qua hanno reso normale ciò che è straordinario. Basta ricordarselo.
Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «I veneziani e Venezia sono stati offesi dai padovani, non viceversa, e a doversi scusare è il sindaco di Padova». Il «derby» prosegue a suon di polemiche verbali a distanza, con un nuovo capitolo regalato ieri da Joe Tacopina. Il presidente del Venezia martedì aveva evitato di commentare le reazioni stizzite delle istituzioni e dei dirigenti della città del Santo, dopo il suo ormai famoso «We’ll kick Padova’s ass» («Prenderemo a calci in c… il Padova») pronunciato lunedì nella presentazione della squadra in Riva Sette Martiri. Quarantotto ore dopo, invece, a spingere Tacopina a rispedire le accuse al mittente (alla faccia delle scuse chieste, a lui e al sindaco Luigi Brugnaro, dal primo cittadino padovano Massimo Bitonci) è stato un video comparso su Facebook. Nel breve filmato, girato il 16 luglio scorso in occasione della «festa dei tifosi» biancoscudati saliti a Mezzano dove il Padova era in ritiro, dal palco (alle presenza di dirigenti e giocatori) parte il coro «Alta marea portali via, veneziano bastardo…» seguito da una frase offensiva. «Le mie parole in inglese volevano solo sottolineare che il nostro club vincerà un evento sportivo e confermo quanto ho detto – la replica di Joe Tacopina – in un contesto divertente e festoso. Una traduzione letterale in italiano può risultare offensiva, ma non c’era intenzione di offendere nessuno». Dall’avvocato newyorkese anche un richiamo al «trash talking», l’«arte» assai radicata nello sport statunitense di offendere gli avversari per deconcentrarli. «Questo modo di dire in America è assolutamente normale quando utilizzato in un contesto sportivo. Differentemente le parole sentite nel video della presentazione della squadra del Padova, sono state offensive per i veneziani e la città di Venezia. Mi auguro quindi che il sindaco di Padova sia così veloce nel condannare le loro parole offensive così come ha fatto con le nostre che tali non sono». Per la cronaca stasera è in programma «Appiani in festa», la presentazione del Padova alla tifoseria biancoscudata.
Ore 15.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) L’innesto in attacco di Moreo è l’ultimo tassello per il Venezia di Inzaghi. Ieri, nell’ultimo giorno della campagna estiva del calciomercato, il ds Giorgio Perinetti ha formalizzato le due operazioni nell’aria già alla vigilia della sua trasferta milanese. Il 34enne esterno Simone Basso ha salutato l’arancioneroverde (nessuna presenza in tre gare ufficiali) accasandosi a titolo definitivo agli avversari diretti del Modena, allenato dall’ex difensore lagunare Simone Pavan e che sabato scorso ha pareggiato 0-0 il derby emiliano con il Parma. Al posto dell’ex trapanese sbarca invece in laguna Stefano Moreo, 23enne attaccante puro, giunto in prestito con diritto di riscatto dall’Entella Chiavari di serie B, in cui era rientrato dopo la scorsa stagione in Lega Pro a Teramo (33 presenze, 22 da titolare, 5 gol). Moreo vestirà il numero 18 lasciato libero da Basso e nell’organico va a tappare il posto lasciato libero da Virdis, passato la scorsa settimana in prestito all’AlbinoLeffe sempre nello stesso girone del Venezia. «Moreo sarà una valida alternativa nel caso in cui mister Inzaghi volesse provare il 4-4-2 con Ferrari e Geijo insieme, ruolo che Virdis non voleva fare – la spiegazione tattica di Perinetti – Per caratteristiche è più vicino a Ferrari che allo spagnolo, gli attaccanti in rosa non fanno mai male». Moreo nel 2013/14 con 6 gol aveva contribuito alla storica promozione dell’Entella in serie B, segnando peraltro proprio al Penzo il raddoppio nel 2-0 in notturna a favore dei liguri. Su quella panchina sedeva peraltro Luca Prina, tecnico del Mantova cui il Venezia farà visita dopodomani (ore 20.30). Ieri pomeriggio il neo arancioneroverde ha già sostenuto il suo primo allenamento al Taliercio con i nuovi compagni, tra i quali il terzino Baldanzeddu e il centrocampista Fabris restano ancora in dubbio. In compenso Inzaghi ritroverà il centrale difensivo Malomo dopo la squalifica che l’ha costretto in tribuna nel vittorioso esordio con il Forlì: con Domizzi, Modolo e Malomo il tecnico lagunare avrà tre giocatori per due maglie.
Ore 15.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia cede Simone Basso e assesta il colpo Stefano Moreo. Ma a tenere banco è la querelle a distanza con il Padova, avviata lunedì alla presentazione avvenuta in Bacino di San Marco dal presidente Joe Tacopina e rinfocolata dalla sua precisazione diffusa ieri, con tanto di controreplica del sindaco Bitonci. Tacopina è tornato sulla questione, per spiegare che l’espressione gergale inglese «we’ll kick Padova’s ass », pronunciata davanti ai tifosi arancioneroverdi, non va affatto considerata come un’offesa: «Le parole dette alla presentazione di lunedì scorso — ha spiegato Tacopina — volevano solo sottolineare che il nostro club vincerà un evento sportivo. Confermo quindi quanto ho detto. Sono state pronunciate in un contesto divertente e festoso. E’ ovvio che la traduzione letterale in italiano può risultare offensiva. Non c’era però intenzione di offendere nessuno. Questo modo di dire in America è normale quando utilizzato in un contesto sportivo». In calce alla nota, però, ecco la nuova appendice polemica che non fa altro che inasprire il clima pre derby. Tacopina prende spunto da un video, circolato tra i tifosi arancioneroverdi, riferito alla conclusione del ritiro biancoscudato a Mezzano, nel quale si vede partire dal palco un coro contro il Venezia e i veneziani («Alta marea portali via…», più varie frasi colorite). Sul palco c’è il presidente Giuseppe Bergamin, che però rimane in silenzio senza partecipare ai cori dei tifosi. Le immagini, subito criticate dai supporter arancioneroverdi, hanno dato lo spunto al presidente Tacopina per rilanciare, rivolgendosi polemicamente all’indirizzo del Padova e soprattutto del sindaco Massimo Bitonci, protagonista pure lui della diatriba a distanza. Martedì, infatti, il primo cittadino patavino era intervenuto contro Tacopina e la frase «incriminata», chiedendo poi al collega Luigi Brugnaro (presente a bordo della chiatta) di prendere le distanze. Da qui l’affondo del presidente: «Differentemente, le parole sentite nel video della presentazione della squadra del Padova di qualche tempo fa, sono state offensive per i veneziani e la città di Venezia. Mi auguro quindi che il sindaco di Padova sia così veloce nel condannare le loro parole offensive così come ha fatto con le nostre che tali non sono». La risposta di Bitonci non si è fatta attendere: «Un conto sono gli sfottò dei tifosi, un conto è quello che esce dalla bocca dal presidente di una società di calcio, che ha responsabilità dirette su quanto avviene fuori e dentro gli stadi. L’attuale dirigente veneziano, con le sue dichiarazioni, ha peccato di superficialità. Mi auguro che quanto ha detto non inneschi pericolose micce». La società biancoscudata, invece, ha scelto il silenzio: «Per noi la questione si chiude qui», hanno detto il presidente Bergamin e l’ad Roberto Bonetto. Altre «scintille», ma innocue, sono invece arrivate da Milano dove ieri si sono chiuse le ultime trattative di mercato. Confermati i due movimenti, uno in uscita l’altro in entrata, anticipati. Il Venezia ha trovato l’accordo con il Modena per il trasferimento a titolo definitivo del centrocampista Simone Basso. Mentre l’attaccante Stefano Moreo (del 1993) arriva in prestito dalla Virtus Entella. Moreo, già ieri in città, ha collezionato 65 presenze tra i professionisti (8 in serie B) con 11 gol, giocando con l’Entella e con il Teramo. La squadra prepara la trasferta di sabato a Mantova: ieri partitella con la Berretti, ancora a parte Baldanzeddu e Fabris.
Ore 15.20 – (La Nuova Venezia) Joe Tacopina, il giorno dopo il polverone. Al silenzio di martedì, sono seguite le precisazioni di ieri, un comunicato nel quale il presidente del Venezia ha fornito la sua versione, cercando di dare una spiegazione alla sua frase (“We’ll kick Padova’s ass”), che ha provocato la prevedibile reazione di dirigenti e tifosi del Padova, nonché l’attacco del sindaco Massimo Bitonci, che aveva addirittura scomodato il suo collega di Ca’ Farsetti, Luigi Brugnaro. «Le parole dette alla presentazione della squadra di lunedì scorso», ha precisato Joe Tacopina, «sono parole che in lingua inglese volevano solo sottolineare che il nostro club vincerà un evento sportivo. Confermo, quindi, quanto ho detto. Sono state pronunciate in un contesto divertente e festoso». L’intenzione non era quella di provocare, un’espressione goliardica che non poteva però lasciare indifferenti i destinatari. «È ovvio», ha aggiunto Joe Tacopina, «che una traduzione letterale di queste parole in italiano possa risultare offensiva. Non c’era, però, intenzione di offendere nessuno. Voglio essere chiaro: questo modo di dire in America è assolutamente normale quando utilizzato in un contesto sportivo». Dopo aver dato la sua spiegazione sulle frase incriminata, il presidente arancioneroverde è però riandato indietro a un anno fa, forte anche di una registrazione di una serata di festa biancoscudata. «Differentemente, le parole sentite nel video della presentazione della squadra del Padova di qualche tempo fa, sono state offensive per i veneziani e per la città di Venezia». La stoccata finale è per Massimo Bitonci, che lo aveva attaccato martedì, chiedendogli le scuse ufficiali. «Mi auguro, quindi, che il sindaco di Padova sia così veloce nel condannare le loro parole offensive, così come ha fatto con le nostre, che tali non sono». Per il Venezia la vicenda termina qua, i dirigenti delle due società si ritroveranno nelle riunioni di Lega e potranno ulteriormente spiegarsi, in attesa di sfidarsi sul campo sabato 26 novembre. Sulla vicenda si sono soffermati anche i tifosi arancioneroverdi. «Se vengono meno gli sfottò, si perde anche il sale della rivalità», ha spiegato Andrea Vianello della Curva Sud, «il presidente è carismatico, ha voluto infiammare i tifosi presenti, ma chi lo conosce sa perfettamente che non ha voluto mancare di rispetto a nessuno. È stata soltanto un’espressione goliardica, noi della Curva Sud diamo il piano appoggio al nostro presidente. Credo che siano soprattutto le reazioni ad alimentare le polemiche, infiammando l’attesa per il derby. Non vorrei che questo episodio impedisse alle due tifoserie di assistere ai derby in campo avverso». «Conoscendo la rivalità che esiste tra Venezia e Padova, il presidente avrebbe forse potuto evitare quella frase», ha aggiunto Angelo Torresin (Centro Coordinamento Unione Venezia Clubs), ma chi lo conosce bene, sa che non lo pensa realmente. Può essere stata una battuta per aumentare l’entusiasmo tra i tifosi presenti, magari a spingere chi non l’ha ancora fatto a sottoscrivere l’abbonamento». Costruttiva la proposta di Franco Vianello Moro (Associazione Venezia Club): «Sul piano della forma si è trattata di una battuta all’americana, che il presidente avrebbe anche potuto evitare per il ruolo che ricopre, ma si è trattato solo di una battuta, non ci vedo nulla di offensivo, sicuramente non così grave da richiedere le scuse. Il presidente potrebbe fare però il gran gesto di chiamare il suo collega del Padova e trascorrere una serata insieme a cena parlando di calcio, tra dirigenti e vicini di casa». Vedremo se questa proposta andrà in porto.
Ore 15.00 – (La Nuova Venezia) Ultimo giorno di mercato per la Lega Pro. Il Venezia, dopo aver perfezionato il trasferimento a titolo definitivo di Simone Basso al Modena di Simone Pavan, ha definito l’arrivo di Stefano Moreo in prestito con diritto di riscatto dalla Virtus Entella. Scambio di attaccanti, quindi, con Moreo che rileva la casacca numero 18 di Basso e ieri pomeriggio ha sostenuto al Taliercio il primo allenamento agli ordini di Filippo Inzaghi. Milanese, classe 1993, attaccante dal gran fisico (1.91), Stefano Moreo è cresciuto nel settore giovanile del Milan, dove è rimasto fino al 2011, quando è passato alla Caronnese, in serie D, collezionando 3 presenze nella stagione 2011-2012 e 37 in quella successiva con 14 reti realizzate. Acquistato dal Varese, è andato immediatamente alla Virtus Entella, in Lega Pro, nella stagione 2013-2014, esordendo tra i professionisti con 6 reti in 24 presenze. In quel campionato Moreo fu decisivo a tre giornate dalla fine quando realizzò la doppietta che salvò la Virtus Entella a Savona (2-2), consentendo ai liguri di evitare l’aggancio della Pro Vercelli. Moreo giocò titolare a Chiavari contro l’Unione Venezia (2-0), ma lasciò il segno nell’anticipo televisivo del Penzo (2-0), realizzando la rete del raddoppio al 21’ della ripresa, nove minuti dopo aver sostituito Vincenzo Sarno. In serie B, Moreo, che è stato compagno di squadra di Baldanzeddu, ha avuto poco spazio (8 presenze), a causa del grave infortunio al ginocchio occorsogli a fine novembre, operato a Villa Stuart dal professor Mariani, rientrò solo il 2 maggio a Vicenza (6’). Nella passata stagione l’attaccante milanese ha giocato in prestito al Teramo, in Lega Pro, con 5 reti in 33 presenze. Finora ha collezionato due presenze nella Coppa Italia Tim con l’Entella (4’ con l’Ancona, 68’ a Verona contro il Chievo), sabato è rimasto seduto in panchina all’esordio in B a Frosinone. Solidarietà. Sabato, in occasione della partita con il Forlì, i tifosi della Curva Sud hanno raccolto 1.503 euro da devolvere alle popolazioni del centro Italia colpite dal terremoto. Prosegue la raccolta dei beni di prima necessità al Bar Sport di via Manin. Prevendita. Aperta la prevendita per i tifosi del Venezia per Mantova, i biglietti (costo 13 euro) possono essere acquistati in tutti i punti vendita del circuito TicketOne.
Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il calciomercato del Vicenza si è chiuso senza la cessione di Filip Raicevic , un tormentone che ha tenuto banco negli ultimi giorni con la partenza dell’attaccante montenegrino che sembrava certa ma che poi, ora dopo ora, è diventata sempre meno probabile anche in considerazione che i possibili sostituti si sono accasati altrove. Ecco quindi che la permanenza di Raicevic è parsa probabile già a metà pomeriggio quando Gabriele Savino, procuratore dell’attaccante montenegrino, era stato dato addirittura in partenza da Milano. «Non è vero — precisa Savino — sono rimasto nella sede del calcio mercato fino alla scadenza, ma più il tempo passava più era chiaro che diventava difficile chiudere la trattativa in poche ore. A due ore dal termine mi ha cercato il Palermo perché a Daniele Faggiano Raicevic piaceva dai tempi di Trapani, ma non c’era il tempo per abbozzare una contrattazione». Di voci, anche nell’ultimo giorno, su Raicevic se ne sono sentite tante ma alla fine l’offerta concreta è stata quella del Bari. «Si è parlato tanto ma il Bari era veramente interessato a Raicevic e aveva presentato un’offerta importante. Noi eravamo d’accordo, le due società invece non hanno trovato l’intesa e non se n’è fatto niente». Savino nega che la trattativa con il Bari potesse concludersi con l’inserimento di Maniero, e conferma che lo Standard Liegi ad un certo punto non ha mantenuto le intenzioni iniziali. «Il Bari voleva monetizzare per Maniero e non inserirlo in uno scambio; lo Standard in pratica si è ritirato e quindi non si è potuto procedere. Altre cose concrete non ce ne sono state, diciamo che il Bari ci ha provato con convinzione, anche se l’esito finale non è stato positivo». Insomma, Raicevic resterà in biancorosso. «L’impegno sarà massimo in ogni partita — sottolinea Savino — come del resto è sempre stato, perché fare bene è convenienza in primis proprio di Raicevic». L’obiettivo del mercato del Vicenza era però anche quello di rinforzare una difesa che, orfana di Adejo e D’Elia infortunati, finora era apparsa senza dubbio il reparto più in difficoltà. La dirigenza berica ha accontentato Franco Lerda che al termine della partita contro il Carpi aveva espressamente chiesto due difensori; Cristian Zaccardo è stato definito già in mattinata tanto che nel pomeriggio ha preso parte all’allenamento insieme ai suoi nuovi compagni. L’ex Carpi, campione del mondo nel 2006 con l’Italia, rappresenta il profilo del giocatore di esperienza e di personalità di cui la retroguardia berica aveva bisogno, un giocatore dal grande affidamento che non ha certo bisogno di presentazioni. E dal Latina, nelle ultime ore del mercato, è arrivato a titolo definitivo anche l’ex leccese Andrea Esposito , con il terzino sinistro di scuola milanista Marco Pinato , ceduto con la stessa formula, che ha compiuto il percorso inverso. A centrocampo è arrivata l’ufficialità dell’arrivo in prestito con diritto di riscatto a favore del Vicenza e contro riscatto per la Roma del mediano Ismail H’Maidat , e del giovane ventenne Renny Smith cresciuto calcisticamente nell’Arsenal e che lo scorso anno ha militato nel Burnley.
Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Alla fine la trattativa delle trattative non ha avuto sbocchi e Filip Raicevic è rimasto a Vicenza. Insomma si è ripetuto quanto accaduto a gennaio quando dopo giorni di contatti con il Napoli non se ne fece nulla. Un film già visto dunque, è solo cambiato l’interprete: stavolta a trattare è stato il Bari. La conclusione? La stessa. Raicevic, ora impegnato con la nazionale montenegrina nella gara di qualificazione ai prossimi mondiali di Russia che si terrà domenica 4 settembre a Cluj in Romania, farà dunque ritorno a VicenzaRiassunto. Prima si era fatto avanti lo Standard Liegi, che però aveva ritenuto troppo alta la richiesta fatta dalla società di via Schio, poi ci ha provato il Bari e per bocca dello stesso procuratore del giocatore, Gabriele Savino, in modo assai concreto, ma stavolta la difficoltà è stata anche quella di riuscire a trovare un sostituto all’altezza. Gli attaccanti sul mercato c’erano, ma il loro ingaggio era fuori portata per il Vicenza, basti pensare che Ardemagni, poi finito con un triennale ad Avellino, aveva chiesto 250 mila euro. I conti si fa presto a farli: Filip al Vicenza oggi costa 64 mila euro. Inoltre un conto era vendere Raicevic ed un altro darlo in prestito. Nel primo caso il Vicenza avrebbe incassato subito una discreta somma, non è un mistero che puntava almeno ai 2 milioni di euro, nel secondo al momento ne sarebbero entrati solo 500 mila. Ma ora la domanda che tutti si fanno è: Filip Raicevic come reagirà? È lo stesso Gabriele Savino a spazzare via ogni dubbio: «Stabilito che è stato un mercato difficile, che l’interesse dello Standard Liegi ci ha fatto molto piacere, così come il tentativo concreto del Bari, posso assicurare che ora Filip, da ragazzo serio qual è, avrà un motivo in più per fare bene a Vicenza, anche perchè dimostrerà con i fatti che merita l’interesse di club importanti». Arrivi. In definitiva il tecnico Franco Lerda è stato accontentato. Cristian Zaccardo ha firmato per il Vicenza, anzi ieri pomeriggio il difensore era già al centro tecnico Morosini di Isola ad allenarsi. Zaccardo, classe ’81, alto 1.84 per 77 kg., arriva dal Carpi in prestito con obbligo di riscatto per la società di via Schio. Ma l’allenatore biancorosso aveva detto, subito dopo la gara persa col Carpi, che voleva non uno, ma due difensori centrali. Così è stato preso pure Andrea Esposito, classe ’86, alto 1.87 per 80 kg. La trattativa ha visto approdare al Latina, proprietario del cartellino del difensore, Marco Pinato. Entrambi i giocatori sono a titolo definitivo. È saltata invece la possibilità di un ritorno a Vicenza di Federico Moretti, sempre del Latina. Ad un certo punto infatti pareva possibile fare un altro scambio con il club laziale tra appunto Moretti e Nicola Bellomo, invece alla fine non se ne è fatto niente. L’ingaggio dell’ex biancorosso è risultato fuori portata per le attuali disponibilità del Vicenza. Le speranze. Due i giovani su cui il Vicenza ha deciso di puntare credendo nelle loro doti: l’olandese di origini marocchine Ismail H’Maidat, classe ’95, e l’austriaco, nato a Londra, Renny Smith, classe ’96. H’Maidat è un centrocampista alto 1.85 per 75 kg., ed è arrivato in prestito con opzione di riscatto e controriscatto a favore della Roma proprietaria del cartellino. Il ragazzo ha fatto le visite mediche e martedì è partito per rispondere alla chiamata dell’under 23 marocchina e starà via fino al 6 settembre. Smith (ne parliamo meglio a parte) è un terzino destro che può fare pure il mediano, alto 1.86 per 75 kg, arriva a titolo definitivo dal Burnley, società inglese di Premier League. Partenze. Ieri oltre a quella di Marco Pinato, laterale difensivo mancino finito al Latina, c’è stata pure l’uscita di Andrea Beduschi dato in prestito al Prato, formazione che milita in Lega Pro.
Ore 14.00 – (Gazzettino) «Avvio di campionato difficile? Voglio vedere subito un Campodarsego scoppiettante». È già in pieno clima campionato il presidente Daniele Pagin, che come di consueto sarà al fianco della sua squadra domenica nel debutto sul campo dei veronesi del Vigasio. Belluno, derby con Abano, Mestre e Virtus Vecomp le altre tappe che scandiscono le prime giornate di fuoco sul cammino dei padovani. «Questo è il calendario, dobbiamo solo farci trovare pronti anche perché non possiamo aspettare il rodaggio dei giocatori. L’anno scorso le avversarie ci guardavano come una neopromossa, quest’anno invece ci attendono al varco perché siamo il Campodarsego, e questo vuole dire che dobbiamo essere ancora più forti e attenti, e mettere in campo tutto quello che abbiamo». Dopo l’exploit della passata stagione culminata con la vittoria dei play off e la rinuncia alla Lega Pro, è inevitabile considerare la truppa biancorossa tra le favorite. «Abbiamo rifiutato il salto nei professionisti dopo aver ponderato bene la situazione. La stagione scorsa comunque ci ha permesso di acquisire una maggiore consapevolezza e sicurezza in noi stessi, e ci siamo attrezzati al meglio anche sul piano societario. Contiamo di essere tra i protagonisti di questa annata avendo appunto alle spalle già l’esperienza dell’anno scorso. Ci attende un campionato diverso, nel senso che ci sono anche altre squadre che si sono attrezzate e sono competitive: Triestina, Altovicentino, Mestre, e anche l’Este che ha fatto investimenti importanti. Noi comunque non temiamo nessuno, e puntiamo a fare bene». L’attuale parco giocatori del Campodarsego è più forte rispetto a quello di un anno fa? «Senza togliere nulla a quel gruppo – conclude Pagin – direi proprio di sì. Però conta dimostrarlo sul campo». Organico, tra l’altro, che non è ancora al completo visto che il direttore generale Attilio Gementi sta ponderando un innesto di spessore nel pacchetto dei difensori per rendere ancora più competitiva la squadra. Si tratta di un elemento con un passato anche nei professionisti, e la trattativa dovrebbe andare a buon fine a stretto giro di posta.
Ore 13.40 – (Gazzettino) Ieri sera si è chiusa la sessione estiva di mercato, ma il Cittadella non ha atteso le ultime ore di trattative per completare la rosa dei giocatori. Stefano Marchetti aveva fatto le cose con grande anticipo, tanto che nell’ultimo giorno di contrattazioni nemmeno si è recato a Milano. La presenza del direttore generale nel capoluogo lombardo è rimasta in forse fino a metà pomeriggio, quando è maturata la decisione di restare bello e tranquillo a Cittadella, a dividersi tra una visita al campo dove si stava allenando la squadra in vista della sfida con la Ternana e una alla sede di via Ca’ Dai Pase. «Io non devo fare niente sul mercato, non ho operazioni in corso, ma vediamo nel pomeriggio se capita qualcosa a Milano tanto da giustificare la mia presenza», aveva detto Marchetti all’ora di pranzo. Poi aveva aggiunto: «Le trattative si chiudono soltanto in tarda serata, aspetterei ancora un po’ prima di dichiarare chiuso il mercato del Cittadella». Sembravano le parole di uno che ha l’ultimo colpo in canna, pronto ad essere sparato, invece non c’è stata alcuna sorpresa dell’ultimo minuto. Allora con il direttore generale ripercorriamo i tre mesi di mercato: quale la trattativa più difficile da portare a termine? «Sono tutte difficili da concludere, diciamo che quelle di Litteri e Arrighini sono state le più complicate e complesse. Alla fine, però, sono riuscito a giungere a una positiva soluzione per i nostri colori. Un giocatore svincolato è più facile da prendere, quando invece tratti uno legato ad un’altra società, devi fare i conti con diversi soggetti: calciatore, procuratore e altri dirigenti». Arrighini è stato vicinissimo al Cittadella, poi il riscatto esercitato dal Cosenza sembrava avere fatto crollare ogni speranza, infine il colpo di scena finale con l’errato tesseramento che ha rimesso in gioco i granata. Si è saliti sulle montagne russe. «Arrighini lo avevo dato per perso dopo il riscatto del Cosenza, e mi era dispiaciuto perché la trattativa per portarlo da noi era in fase molto avanzata. Una volta rientrato all’Avellino, ho concluso il trasferimento. Ha pesato la volontà di Arrighini nel vestire la nostra maglia, come successo con Litteri, per me è molto importante. Se non vedo l’entusiasmo nel calciatore che sto per prendere, mollo la trattativa prima di entrare nella fase decisiva». Ha plasmato la rosa da consegnare a Venturato già nel ritiro di Lavarone, con debito anticipo, centrando tutti gli obiettivi prefissati. «Sarà il campo a dire se abbiamo scelto bene o no, ma ogni arrivo a Cittadella è stato frutto della totale convinzione da parte mia. A Bari, nel primo test di campionato, i fatti mi hanno dato ragione, il lavoro portato avanti dal ritiro in poi si è visto, però siamo appena all’inizio». Partire con la rosa fatta da tempo, cominciando da una base consolidata, è un bel vantaggio. «E spero di tenermelo sino alla fine. Il Cittadella non è arrivato dove si è posto di arrivare, certi automatismi infatti vanno ancora perfezionati. Sappiamo di dovere crescere e migliorare ancora tanto: lavoreremo per prepararci sin nei particolari, che sono decisivi in serie B». Un Marchetti a casa nell’ultimo giorno di mercato, la dice lunga però. «Siamo convinti di avere una rosa davvero competitiva».
Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Contrordine compagni. Stefano Marchetti aveva chiarito da tempo che il mercato granata poteva considerarsi chiuso, ma che, siccome qualche colpo dell’ultima ora può sempre saltar fuori, un giretto allo StarHotel di Milano, punto di riferimento per le ultime trattative, lo avrebbe fatto comunque. Invece nisba. Ieri era regolarmente al Tombolato, ad assistere all’allenamento dei suoi uomini. «Alla fine ho pensato che sarei stato più utile qui», spiega il direttore generale del Cittadella da bordocampo, il sorriso sulle labbra. «È la prima volta che non vado a Milano all’ultimo giorno di trattative. Sarebbe bello se fosse così pure nelle prossime stagioni, anche se difficilmente accadrà…». È a suo modo una dimostrazione di fiducia in questa rosa, no? «Il mercato l’ho fatto quando dovevo e tutte le mosse si sono incastrate a tempo debito. A Milano ci sarebbero anche potuti essere un paio di discorsi da approfondire, ma francamente non avrei saputo dove intervenire: in ogni ruolo abbiamo due o anche tre giocatori, in più abbiamo aggregato alla prima squadra alcuni giovani da far crescere, un patrimonio di questa società su cui puntiamo molto. Senza considerare il fatto che il tetto dei 18 elementi sotto i 21 anni da poter tesserare l’avevamo già raggiunto: per ingaggiare qualcuno avrei dovuto vendere e io considero gli uomini attualmente a disposizione tutti incedibili». Una prestazione diversa in casa del Bari avrebbe cambiato qualcosa nelle sue mosse? «No, non sarebbe stata una partita andata male a modificare il mio giudizio. Fermo restando che proprio aver costruito la rosa in anticipo ci ha permesso di cominciare il campionato al meglio. Abbiamo iniziato la partita del San Nicola con in campo 8 undicesimi della scorsa stagione e i nuovi hanno avuto il tempo di capire il nostro calcio». Casomai il rischio, in vista dell’anticipo di sabato sera con la Ternana (i biglietti da ieri sono disponibili), può essere quello dell’eccessivo entusiasmo. «Non credo proprio che lo correremo. L’entusiasmo è soltanto positivo e, per come conosco i nostri giocatori, escludo che possano sottovalutare gli avversari». L’unica operazione degli scorsi giorni riguarda pertanto l’acquisto dell’attaccante 17enne Andrea Rozzi, 33 gol con gli Allievi del Prato nella passata stagione. «Ma è un arrivo pensato per la nostra Primavera, volevamo potenziare il reparto avanzato». Unici a continuare ad allenarsi a parte, ieri, i due giovani Caccin e Fasolo. Anche oggi Iori e soci si ritroveranno al pomeriggio, domani svolgeranno la rifinitura alle 11 di mattina.
Ore 13.00 – (Corriere del Veneto) Tra tante persone nella hall, ti aspetti di trovare anche Stefano Marchetti. Che, invece, per la prima volta da quando è dg del Cittadella, ha deciso di disertare lo Starhotel Business Palace. E dire che un colpo in canna, secondo quanto raccontano i soliti ben informati, Marchetti lo aveva, ma alla fine ha preferito soprassedere. «Qualcosa c’era — ammette il dg del Cittadella al telefono — ma alla fine dopo aver ponderato bene tutte le possibilità, ho deciso di non fare nulla. Se avessi concluso l’operazione che avevo in testa avrei alterato certi equilibri, che invece funzionano benissimo. A Bari abbiamo fatto una partita eccellente e di personalità, ritengo che non ci sia da intervenire in nessun reparto. Difesa, centrocampo e attacco offrono sufficienti garanzie, credo poi che i nostri giovani meritino chance importanti perché stanno crescendo e facendo passi da gigante». E Marchetti parla anche del debutto al San Nicola, che si è concluso con un autentico capolavoro. «Espugnare quello stadio — sorride — mi ha reso orgoglioso, perché abbiamo vinto non per caso, magari con due contropiede ma facendo una partita eccezionale. Ai ragazzi non posso che fare i complimenti, penso sia stata una delle prestazioni migliori da quando sono direttore del Cittadella. Il gruppo c’è ed è solido, ha dimostrato di essere cresciuto in tutti i suoi effettivi e abbiamo ottenuto quello che abbiamo grazie a tanti sacrifici». Due parole anche sull’anticipo di 24 ore a sabato contro la Ternana: «Dico la verità — evidenzia Marchetti — ci ha creato qualche disagio e avremmo preferito giocare la domenica. Credo, però, che fosse giusto andare incontro a squadre che in questo momento sono in difficoltà e alla Lega di serie B che sta cercando di risolvere i problemi che tutta questa situazione crea. Un domani potremmo esserci noi al posto del Pisa e della Ternana che si trova a dover recuperare una partita per motivi indipendenti dalla sua volontà. Per questo abbiamo deciso di accettare lo spostamento. Mi auguro è che la squadra si ripeta dopo Bari. Sarebbe importante dare un seguito in casa a quanto fatto».
Ore 12.40 – (Gazzettino) Immediata la replica del sindaco Massimo Bitonci, tirato in ballo da Tacopina: «Un conto sono gli sfottò dei tifosi, un conto è quello che esce dalla bocca del presidente di una società di calcio, che ha responsabilità dirette su quanto avviene fuori e dentro gli stadi. Sia l’attuale dirigenza del Padova, sia l’attuale sindaco hanno sempre condannato le manifestazioni di odio proferite da qualche personaggio mascherato da tifoso, come ce ne sono in ogni palazzetto dello sport o stadio d’Italia, che con la lealtà e i valori dello sport ha poco a che fare. Il compito di chi guida una società o rappresenta un’istituzione non è quello di accendere fuochi, ma, in caso di polemiche, di smorzare i toni. L’attuale dirigente veneziano, con le sue dichiarazioni, ha peccato di superficialità. Mi auguro che quanto ha detto non inneschi pericolose micce. Il mio auspicio per quanto riguarda i derby della prossima stagione è che in campo e sugli spalti vinca il migliore». Non manca naturalmente anche la presa di posizione del presidente biancoscudato Giuseppe Bergamin: «Nessun esponente della nostra società ha offeso il Venezia e la sua tifoseria, di questo ne sono sicuro. Poi se in quella occasione i nostri tifosi hanno detto qualcosa, può essere, ma ha tutto un altro peso. Perché un conto è se una cosa la dice il presidente, e un conto è se la dicono i tifosi». Al riguardo i ragazzi della tribuna Fattori non si sono espressi sulla polemica nella loro pagina Facebook, ma stasera in occasione della presentazione ufficiale della squadra ad “Appiani in Festa” potrebbero fare sentire la loro voce.
Ore 12.30 – (Gazzettino) Si arricchisce di un nuovo capitolo la polemica tra il presidente Joe Tacopina del Venezia e il Padova, polemica che sta assumendo ormai i contorni di una telenovela. Ieri il patron dei veneziani è intervenuto di nuovo sulla vicenda, affidando questa volta il suo pensiero a un comunicato stampa della società. «Le parole dette alla presentazione della squadra di lunedì scorso («Prenderemo il Padova a calci in c…, ndr), sono parole che in lingua inglese volevano solo sottolineare che il nostro club vincerà un evento sportivo. Confermo quindi quanto ho detto. Sono state pronunciate in un contesto divertente e festoso. È ovvio che una traduzione letterale di queste parole in italiano può risultare offensiva. Non c’era però intenzione di offendere nessuno. Voglio essere chiaro: questo modo di dire in America è assolutamente normale quando utilizzato in un contesto sportivo. Differentemente, le parole sentite nel video della presentazione della squadra del Padova di qualche tempo fa, sono state offensive per i veneziani e la città di Venezia. Mi auguro quindi che il sindaco di Padova sia così veloce nel condannare le loro parole offensive così come ha fatto con le nostre che tali non sono». Il video al quale fa riferimento l’avvocato americano è stato girato alla festa dei tifosi biancoscudati andata in scena sabato 16 luglio in occasione della presentazione della squadra durante il ritiro a Mezzano di Primiero.
Ore 12.20 – (Gazzettino) Niente fumata bianca invece per Dionisi, che a questo punto è come un separato in casa. Tecnicamente non serve alla squadra che è coperta nel suo ruolo, e resta sul groppone del club anche il suo ingaggio. Senza dimenticare che Zamuner contava nella sua cessione per liberare un posto nella lista nel caso in cui ci fosse qualche occasione più avanti. È molto probabile comunque che il giocatore venga messo fuori lista. Fatto sta che ieri fino all’ultimo il suo agente Ranieri si è dato da fare per trovare una sistemazione, senza fortuna. Si era aperto uno spiraglio con la Carrarese, ma l’ipotesi è sfumata quando i toscani hanno preso un altro paio di giocatori “valorizzati”, ossia pagati dal club di appartenenza. Mentre Dionisi non ha preso in considerazione la proposta della Folgore Caratese, molto vantaggiosa per lui sul piano economico, dato che avrebbe dovuto scendere in serie D.
Ore 12.10 – (Gazzettino) Ilari diventerà oggi un giocatore del Delta Rovigo, quanto a Dionisi invece sono falliti tutti i tentativi per trovare una sistemazione e a questo punto rischia fortemente di essere messo fuori lista, tanto più che non ha accettato la risoluzione del contratto proposta dal Padova. È stato un ultimo giorno di mercato dedicato principalmente alle due questioni spinose in uscita per Giorgio Zamuner, che ha lasciato Rogoredo poco prima delle 19, quindi con largo anticipo sulla chiusura del mercato fissata alle 23. Nessuna operazione last minute in entrata, nonostante al diggì biancoscudato sia stata proposta una marea di profili. «Nessuno ci faceva fare un ulteriore salto di qualità. Non ho fatto niente anche perché siamo già a posto così». Gli ultimi volti nuovi sono quindi il difensore Monteleone (prestito dal Palermo) e l’esterno Boniotti (prestito dal Brescia) che saranno presentati questa mattina alle 11 all’Euganeo. Uscite, dicevamo. Ad andare in porto è il passaggio di Ilari al Delta Rovigo in serie D. L’operazione può essere conclusa anche oggi, pur essendo terminato ieri il mercato, perché per scendere nei dilettanti bisogna fare la risoluzione dell’attuale contratto e procedere alla stesura del nuovo. Oltre a sentire la società rodigina, Zamuner parlerà anche con il giocatore: c’è da limare qualcosina sul piano economico per arrivare all’accordo, ma non sarà senz’altro un ostacolo alla chiusura della trattativa che è caldeggiata da tutte le parti. L’unico inghippo è che il Padova dovrà probabilmente dare un piccolo contributo per coprire l’ingaggio del giocatore.
Ore 12.00 – (Gazzettino) In mezzo una tripletta di Altinier che ha colpito su rigore, di testa su angolo di Dettori e infine d’astuzia, sfruttando un malinteso tra portiere e retroguardia. Un sigillo anche per Neto, a chiudere una brillante azione personale che lo ha visto dialogare con il compagno d’attacco. Nella ripresa, sempre con il modulo 3-5-2, un Padova baby, con i soli Russo e Alfageme “fuoriquota”. L’argentino era affiancato in avanti dal pimpante Fantacci, mentre nel ruolo di esterno alto a destra ha esordito Alberto Boniotti, appena arrivato da Brescia. Per l’ex Pordenone quarantacinque minuti utili soprattutto per cominciare a prendere confidenza con la nuova realtà. La squadra è cresciuta con il passare dei minuti e in avanti non sono mancate le occasioni per strappare gli applausi ai circa 400 spettatori presenti con qualche piacevole combinazione, il tutto senza pagare dazio in difesa, come nel primo tempo mai veramente impensierita. Ha aperto le danze Fantacci, appoggiando la palla in rete su cross rasoterra di Marcandella, ben imbeccato sulla sinistra da Gaiola. Dopo un gol di Mazzocco (potente conclusione dal limite), lo stesso Fantacci si è ripetuto con un’insistita azione personale.
Ore 11.50 – (Gazzettino) Nove reti all’Arcella, con la testa rivolta all’Albinoleffe. Un buon Padova nel test infrasettimanale all’Appiani contro la storica compagine cittadina, che quest’anno militerà in Promozione dopo due salti di categoria consecutivi, a tre giorni dal debutto in campionato contro l’undici bergamasco. Ieri mancavano all’appello il regista Filipe, per un fastidio sotto la pianta del piede, e Sbraga che ha lavorato a parte per un leggero affaticamento, ma entrambi dovrebbero tornare a disposizione sin dalla seduta pomeridiana di oggi. Niente amichevole, infine, per Germinale che prosegue il suo specifico programma di lavoro, oltre a Ilari, a un passo dal Delta Rovigo, e Dionisi, tutti e due in tribuna. Nel primo tempo Brevi ha schierato davanti alla difesa Mandorlini, affiancato e coadiuvato nell’impostazione della manovra dal rientrante De Risio e Dettori. In retroguardia spazio a Cappelletti, Emerson e Tentardini, e davanti la collaudata coppia Altinier-Neto. Fino all’intervallo si sono visti, sia pure a sprazzi, buoni fraseggi palla a terra, con gli esterni abili nella scelta dei tempi e con frequenti inserimenti delle due mezzali. Non a caso De Risio ha siglato una doppietta, in avvio di gara superando il portiere con un tiro potente da dentro l’area e poi di testa dopo una bella incursione sulla sinistra di Madonna.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Ultimo giorno per la campagna abbonamenti, con possibilità di sottoscrivere le tessere nella sede biancoscudata dalle 15 alle 20. Il dato aggiornato a ieri segnava quota 2.714, con ulteriori 89 nuovi abbonamenti. Impossibile da eguagliare il dato della passata stagione (3.411), si proverà a sfondare il muro delle tremila tessere. Intanto stasera, nell’area delle biglietterie sud dell’Euganeo, si terrà la presentazione della squadra nell’ambito della kermesse “Appiani in festa”. Sul palco, presentati da Lady Ellen e Gianluca Di Marzio, oltre alle squadre femminile e di calcio a 5, giocatori, staff tecnico, dirigenti e soci per ricevere l’abbraccio dei tifosi con cui prima ceneranno insieme. In una sorta di passaggio del testimone che si spera di buon auspicio, ci saranno pure alcuni protagonisti del Padova promosso in C1 nella stagione 2000-01 tra cui Bergamo, Centofanti, Gastaldello, Thomassen e Bacchin. Saranno messe all’asta le maglie repliche di quel torneo, con incasso devoluto all’ospedale pediatrico di Padova. Su iniziativa dell’Associazione Magico Padova, del club Fossa dei Leoni e degli stessi ultras, infine, in questi giorni verranno raccolti negli stand materiale didattico, di cancelleria e piccoli giochi per i bambini terremotati.
Ore 11.20 – Davide Monteleone: “Dobbiamo dare il cento per cento per questa maglia. Io vengo da un infortunio, ma ho recuperato, aspetto solo l’ok dall’ortopedico, a giorni mi fanno sapere. Io comunque sto bene. Ho fatto tutta la trafila delle nazionali, sono state ottime esperienze. Spero in due settimane di essere a disponibile, la preparazione l’ho fatta. Sono un difensore centrale destro, l’anno scorso sono stato a Terni dopo il settore giovanile del Palermo. L’anno scorso mi è servito tanto per crescere. Tecnicamente sono abbastanza bravo, tutti dicono che sia il colpo di testa la cosa che mi riesce meglio. Io mi ispiro a Barzagli, che è forte fisicamente e tecnicamente. Nel tempo libero sono tranquillo, mi piace andare al cinema”.
Ore 11.10 – Alberto Boniotti: “Vogliamo fare bene, siamo una squadra forte, che punta in alto, cercheremo di fare il nostro dovere. A Brescia ho fatto tutto il ritiro, la non c’era spazio e ho preso questa decisione e sono molto contento della scelta. Davanti ho Nicola Madonna, ma sta tutto a me per conquistarmi il posto, poi sarà il mister a decidere. E’ una concorrenza sana e va bene così. Dei compagni ho giocato insieme solo a Mandorlini. Il Brescia in teoria doveva tenermi, ma poi hanno fatto altre scelte e adesso si riparte da Padova. Io posso fare anche al centro, posso farlo senza problemi. Il giocatore a cui mi ispiro è Dani Alves. Non ho hobbies in particolare”.
Ore 11.00 – Giorgio Zamuner: “Sono arrivati gli ultimi due componenti della rosa. Sono due elementi giovani, che considero titolari. Alberto l’ho già avuto a Pordenone e Davide è un ragazzo chiuso da inizio mercato è un profilo che ho voluto subito. Peccato non siano di proprietà del Padova, ma sono due giocatori molto forti. Per entrambi si tratta di prestiti secchi. Così si chiude la campagna acquisti nostra e siamo completi. Sono due ragazzi del ’95, ma li considero al pari di tutti”.
Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Di diverso tenore il pensiero di Marco: «Un presidente deve sì rendersi simpatico e caricare la piazza, ma non usare un linguaggio da bar che non rappresenta una società professionistica». ISTANTANEE DAL PASSATO. La speranza è che il derby, che tra tre mesi tornerà a disputarsi dopo sette anni di assenza, porti con sé solo la simpatica goliardia delle due opposte tifoserie, dimenticando il botta e risposta a distanza degli ultimi giorni. E il passato è pieno di esempi divertenti e a loro modo unici. Il ricordo più recente è l’esultanza di Muzzi, con una “vogata” sotto la Fattori a sbeffeggiare il veneziano Scantamburlo che aveva esultato sullo 0-1 facendo il verso della galline (finì 4-1 per il Padova). Memorabili anche i viaggi in traghetto per raggiungere Sant’Elena: una volta travestiti da pirati, un’altra con salvagente e paperelle da bagno, i tifosi del Padova ne hanno pensate di ogni tipo. E c’è stato anche chi, nel 1982, si presentò a Venezia con un leone (vivo!) preso in prestito da un circo nel Padovano tenuto al guinzaglio e con addosso la maglia del Padova di Pezzato.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova) Oltre a spiegare le sue ragioni, il patron lagunare ha però rincarato ulteriormente la dose: «Differentemente, le parole sentite nel video della presentazione della squadra del Padova di qualche tempo fa, sono state offensive per i veneziani e la città di Venezia. Mi auguro quindi che il sindaco di Padova sia così veloce nel condannare le loro parole offensive così come ha fatto con le nostre che tali non sono». Un altro scivolone: in occasione della presentazione della squadra a Mezzano non è avvenuto nulla di tutto ciò, e meno che meno sono stati i vertici societari a rendersi protagonisti di uscite infelici. Il Padova, a questa ulteriore provocazione, ha preferito non replicare, e chiudere il discorso senza ulteriori strascichi. QUI TIFOSI. Sul web, intanto, la polemica ha comunque trovato terreno fertile nelle opinioni delle due tifoserie. “Maleducato” e “Pallone gonfiato”: questi sono stati gli epiteti meno pesanti indirizzati dai tifosi padovani al presidente del Venezia. Che dalla sua, ovviamente, ha raccolto gli elogi entusiasti dei supporter arancioneroverdi, pronti dopo sette anni di tribolazioni a rivivere un derby contro il Padova. Ma anche tra i tifosi biancoscudati, qualcuno ha sdrammatizzato l’espressione usata da Tacopina: «Per me non ha detto niente di così grave, e non ci ha di certo offesi», l’opinione di Lucio su Facebook. «Però si è sbilanciato di molto, e se dovesse perdere farebbe una figuraccia: sarà uno stimolo in più per batterlo sul campo e magari per riservargli qualche coro».
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Dopo le piccate repliche arrivate da Padova, la contromossa veneziana non si è fatta attendere. Joe Tacopina, presidente del Venezia, dopo la frase che nei giorni scorsi ha scatenato le polemiche – quel “We’ll kick Padova’s ass” che ben poco è stato apprezzato nella città del Santo – ieri ha affidato ad una nota un’ulteriore risposta, arrivata in reazione alle repliche del presidente Bergamin e del sindaco Bitonci. E mentre i tifosi si dividono, i ricordi dei derby del passato regalano autentiche perle di goliardia: l’augurio è che il prossimo 26 novembre, al “Penzo”, le due tifoserie ricalchino l’originalità dei tempi che furono, dimenticandosi di quanto accaduto in questo finale di agosto. LA REPLICA. Joe Tacopina ha voluto spiegare così la sua uscita. «Le parole dette alla presentazione della squadra di lunedì scorso, in lingua inglese volevano solo sottolineare che il nostro club vincerà un evento sportivo. Confermo quindi quanto ho detto. Sono state pronunciate in un contesto divertente e festoso. È ovvio che una traduzione letterale di queste parole in italiano può risultare offensiva, ma non c’era intenzione di offendere nessuno. Voglio essere chiaro: questo modo di dire in America è assolutamente normale quando utilizzato in un contesto sportivo».
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il tutto mentre proprio lì, a pochi metri di distanza, Marco Ilari e Matteo Dionisi osservavano la prestazione dei compagni dalla tribuna. I due giocatori, anche se formalmente ancora tesserati con il Padova, stanno vivendo le loro ultime ore all’ombra del Santo. Ilari alla fine ha accettato la proposta del Rovigo: questa mattina arriverà la rescissione contrattuale e la firma con il club rodigino, che essendo partecipante alla Serie D non deve sottostare ai tempi del calciomercato dei “pro” e anche oggi può tesserare nuovi giocatori. Per Dionisi, invece, la situazione è complicata: per tutta ieri il suo agente ha cercato una sistemazione in terza serie, ma le ipotesi Carrarese, Lucchese e Lupa Roma non sono andate in porto. Dionisi, quindi, potrebbe seguire lo stesso percorso di Ilari: rescindere nei prossimi giorni col Padova, e poi trovare posto in un club di Serie D. Ma se così non fosse, rimarrebbe a Padova, forte di un altro anno di contratto, ma non è detto che venga inserito nella lista dei 16 “over” per il campionato, che pure avrebbe ancora un posto libero a disposizione.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Arriva il gong: si chiude. Dopo due mesi di voci, trattative, smentite e conferme, ieri sera alle 23 si è chiuso ufficialmente il calciomercato, con il liberatorio “Arrivederci” al prossimo gennaio. E il Padova, che non ha compiuto il classico affare last-minute, può ora tirare le somme di tre mesi di operazioni, visto che i primi colpi erano arrivati già a giugno. Gli ultimi due innesti, ampiamente annunciati, sono stati ufficializzati nella mattinata di ieri: il primo è il difensore centrale Davide Monteleone, 21 anni tra un mese;, il secondo è l’esterno destro Alberto Boniotti, che 21 anni li ha compiuti invece lo scorso marzo. Entrambi i nuovi arrivi sono stati prelevati a titolo temporaneo, rispettivamente da Palermo e Brescia, e saranno presentati questa mattina alle 11 allo stadio. Ma mentre Monteleone è sbarcato in città solo in serata, per Boniotti ieri pomeriggio è già arrivato il momento della prima sgambata con la maglia biancoscudata: l’ex difensore del Pordenone, tra i protagonisti delle imprese dei neroverdi della passata stagione, ha già preso parte all’amichevole all’Appiani con l’Arcella, scendendo in campo nella ripresa.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ritorna l’appuntamento di fine estate con “Appiani in festa”, la kermesse organizzata dalla Tribuna Fattori al parcheggio sud dello stadio Euganeo. La quattordicesima edizione parte con il botto, visto che stasera salirà sul palco proprio la squadra biancoscudata per la presentazione di inizio stagione, condotta da Lady Helen e da Gianluca Di Marzio. Dalle 20 la squadra cenerà con i tifosi, quindi sfileranno non solo giocatori e tecnici biancoscudati, ma anche il Padova C5 e il Padova femminile. La festa andrà avanti fino a sabato, tra concerti e stand gastronomici. Domani si esibirà Gianni Drudi, sabato dopo la partita ci sarà il concerto di una cover band di Lucio Battisti, mentre domenica, per la giornata conclusiva, è stato organizzato un torneo di calcio 3 contro 3. Diverse le iniziative di solidarietà correlate. Già sabato scorso, nonostante il rinvio della partita, un gruppo di tifosi della Fattori è sceso a San Benedetto del Tronto per donare medicinali e prodotti per l’igiene personale (per un valore di 5mila euro) alle popolazioni terremotate. Ad “Appiani in festa” gli ultras saranno affiancati dall’associazione Apmp e dal club Fossa dei leoni nella raccolta di materiale didattico da donare sempre alle persone colpite dal sisma in Italia centrale. Infine il ricavato dei gratta e vinci e dell’asta benefica delle maglie replica del Padova 2001 (sul palco oggi saliranno anche alcuni giocatori biancoscudati di allora tra cui Felice Centofanti), sarà devoluto al reparto di Pediatria dell’ospedale di Padova. Questa sera alle 20, infine, chiude definitivamente la campagna abbonamenti. Rimane solo il pomeriggio di oggi, quindi, per sottoscrivere le tessere per l’intero campionato, in una campagna che, rispetto ai 3511 dell’anno scorso, rischia seriamente di chiudersi con un pesante passivo di abbonati. La sede dell’Euganeo aprirà i battenti alle 15, ripartendo dalle 2714 sottoscrizioni con le quali si era chiusa ieri sera nel penultimo giorno.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Nella ripresa, il 9-0 finale è stato suggellato da Mazzocco e dalla doppietta del giovane Fantacci.Le notizie meno positive, invece, arrivano da difesa e centrocampo. Sbraga si è allenato a parte per un affaticamento: è in ripresa e potrebbe farcela a recuperare. Diversa la situazione di Filipe, anche ieri a riposo e che, questo punto, rischia seriamente di non esserci contro i seriani. L’alternativa, testata ieri in amichevole, è Mandorlini in regia, con De Risio e l’intoccabile Dettori a spalleggiarlo. PADOVA-ARCELLA 9-0 PADOVA primo tempo (3-5-2): Bindi; Cappelletti, Emerson, Tentardini; Madonna, De Risio, Mandorlini, Dettori, Favalli; Neto Pereira, Altinier. PADOVA secondo tempo (3-5-2): Favaro; Pertile, Russo, Scevola; Boniotti, Mazzocco, Gaiola, Barzon, Marcandella; Fantacci, Alfageme. Allenatore: O. Brevi. ARCELLA (4-3-3): Caucig (1′ st Schievano, 27′ st Mazzucato); Bortoletto (10′ st Boungou), Caco, Zompa, Chinello (1′ st Venturini); Segalina (1′ st Marin), Colletta, Bellon; Zecchinato (1′ st Cortella), Canton (1′ st Tombola), Galato. Allenatore: D. Pagnussato. Arbitro: Miolo di Padova. Reti: 2′ pt De Risio, 4′ (rigore), 28′ e 30′ pt Altinier, 37′ pt Neto Pereira, 41′ pt Altinier; 14′ st Fantacci, 31′ st Mazzocco, 41′ st Fantacci.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Dopo il rinvio del match con la Sambenedettese, sabato sera per Neto Pereira e compagni arriverà il momento del debutto vero e proprio, all’Euganeo contro l’Albinoleffe. Ieri pomeriggio la squadra di Brevi si è avvicinata all’esordio contro i lombardi con nove gol inflitti all’Arcella. I biancoscudati, in un Appiani gremito da diverse centinaia di tifosi, ieri pomeriggio hanno avuto la meglio contro la formazione di Promozione del quartiere della città. Con nove reti (a zero) il Padova ha fatto le prove generali in vista del debutto in campionato di sabato. E le notizie migliori sono arrivate soprattutto da Cristian Altinier: il bomber mantovano, rimasto ai box per quasi tutto agosto per un infortunio al piede destro, si è pienamente ristabilito, e l’ha dimostrato con quattro gol (di cui uno su rigore) rifilati ai bianconeri concittadini: Altinier mattatore in un primo tempo in cui sono andati a segno anche Neto Pereira e De Risio, anche quest’ultimo arruolabile in vista dell’Albinoleffe. L’incognita è rappresentata dalla tenuta atletica: dopo aver perso tre settimane di preparazione, Altinier potrebbe avere circa un’ora di autonomia, e starà a Brevi decidere se lanciarlo sabato già dal 1’ oppure se puntare ancora su Alfageme.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) «Un conto sono gli sfottò dei tifosi — ha detto Bitonci — un conto è quello che esce dalla bocca del presidente di una società di calcio. Sia l’attuale dirigenza del Padova, sia l’attuale sindaco hanno sempre condannato le manifestazioni di odio proferite da qualche personaggio mascherato da tifoso, come ce ne sono in ogni palazzetto dello sport o stadio d’Italia, che con la lealtà e i valori dello sport ha poco a che fare. Il compito di chi guida una società o rappresenta un’istituzione non è quello di accendere fuochi, ma di smorzare i toni. L’attuale dirigente veneziano, con le sue dichiarazioni, ha peccato di superficialità. Mi auguro che quanto ha detto non inneschi pericolose micce. Il mio auspicio per quanto riguarda i derby è che in campo e sugli spalti vinca il migliore». Poi il mercato: ieri è stato raggiunto un accordo col Delta Rovigo per il trasferimento a titolo definitivo di Marco Ilari. Niente da fare, invece, per Matteo Dionisi, che ha rifiutato la proposta della Folgore Caratese: svanite anche altre possibilità. A questo punto le possibili soluzioni sono tre: o la cessione in D nei prossimi giorni, o la messa fuori lista oppure il reintegro nella lista degli over. Nessun acquisto «last minute», invece, per il reparto offensivo. Per la difesa invece è arrivato in prestito l’esterno destro Alberto Boniotti, 21 anni, di proprietà del Brescia e l’anno scorso in forza al Pordenone, in Lega Pro.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Già di prima mattina a Milano si era capito che l’ultimo giorno di mercato del Padova allo Starhotel Business Palace avrebbe portato ben poche novità. Novità che invece sono arrivate ancora una volta sull’asse Padova-Venezia, con il nuovo affondo del presidente Joe Tacopina. Il quale, prendendo spunto da un video relativo alla presentazione del Padova avvenuta a Mezzano di Primiero, ha stigmatizzato i cori contro il Venezia lanciati nell’occasione dai tifosi con il presidente Giuseppe Bergamin sul palco. Ma che non ha partecipato ai canti, limitandosi a osservare quanto accadeva. «Le parole dette alla presentazione della squadra di lunedì scorso — ha precisato Tacopina — in lingua inglese volevano solo sottolineare che il nostro club vincerà un evento sportivo, sono state pronunciate in un contesto divertente e festoso. E’ ovvio che una traduzione letterale di queste parole in italiano può risultare offensiva. Non c’era però intenzione di offendere nessuno, questo modo di dire in America è normale in un contesto sportivo. Differentemente, le parole sentite nel video della presentazione della squadra del Padova di qualche tempo fa, sono state offensive per i veneziani e la città di Venezia. Mi auguro che il sindaco di Padova sia così veloce nel condannare le loro parole offensive così come ha fatto con le nostre che tali non sono». A replicare ha provveduto proprio il sindaco di Padova.