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Ore 22.30 – (Il Piccolo) «Una città, una squadra, una tifoseria: tutti assieme per affrontare il futuro e ricominciare a sognare nel nome della Triestina»: Lorenzo Campanale, leader di quella Curva Furlan che assieme al Centro di coordinamento e alla società organizza la Festa dell’orgoglio alabardato, spiega che è questo il messaggio principale della kermesse che andrà in scena venerdì 2 e sabato 3 settembre allo stadio Rocco, nella zona della Tribuna Pasinati. Una festa che sarà ricca di avvenimenti, con chioschi enogastronomici, tanta musica, ospiti illustri, celebrazioni e ricordi toccanti e ovviamente la presentazione ufficiale della nuova Triestina, dalla prima squadra al settore giovanile fino al team femminile. Ma al di là degli avvenimenti e del programma ufficiale, a Campanale preme soprattutto sottolineare il significato profondo di questa iniziativa: «Come si ricorderà, la festa era stata proposta nel 2012 – dice il leader della Curva Furlan – perché allora cominciava un cammino dopo il fallimento. Poi l’entusiasmo si è spento dopo un paio d’anni per i motivi che tutti sanno. Ci sembrava giusto riproporla in questo momento che persone di Trieste si sono esposte e hanno fatto entusiasmare tanta gente. La festa significa anche dare sostegno ed esprimere vicinanza a questa società, e vuole raggruppare tutte le generazioni di tifosi, da quella degli anni Ottanta del Grezar, a quella degli anni d’oro di Berti e quella di adesso, tutte assieme per ricominciare a sognare. Anche per questo durante la festa ricorderemo Berti e anche Doto, scomparso recentemente, che ci riporteranno a periodi diversi che ci hanno fatto sognare». La seconda partita di Coppa Italia contro il Tamai di sabato scorso non ha avuto tantissimi spettatori, ma intanto gli abbonati crescono e ieri sera si era vicini alla fatidica quota mille tessere. Anche la festa potrà dare una robusta spinta in questo senso, comunque Campanale è ottimista sotto questo aspetto: «Forse per adesso non sarà un numero enorme, ma il segnale importante è che tanta gente che non veniva più allo stadio sta tornando. E in un anno come questo, dove non ci sono quelle grandi tifoserie tipo Padova o Venezia, potrà essere davvero la tifoseria alabardata a fare la differenza con i suoi numeri, anche in trasferta. Che i tifosi facciano la differenza del resto lo si è visto benissimo la scorsa stagione». Altro dato importante, quello dei giovanissimi che si avvicinano all’Unione: «Sì – conferma Campanale – pare che fra gli abbonati ci sia un boom di under 18 e questo è un altro segnale molto positivo. Speriamo che anche grazie al nostro lavoro fatto nelle scuole e con varie iniziative, ci sia una nuova generazione che si avvicini alla Triestina».
Ore 22.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Belluno in campo, gol assicurati? Questa è la tendenza. Almeno a giudicare dall’esordio ufficiale in Coppa Italia: un esordio bagnato da quattro reti (due subìte e due realizzate, prima del vittorioso epilogo ai rigori) e da una serie di occasioni che hanno promosso il portiere trevigiano Cont fra i migliori in assoluto. Una tendenza sostenuta pure dalle parole di Roberto Vecchiato nel post partita: «La sfida col Montebelluna ci ha fatto capire che siamo una formazione con grandi potenzialità, destinata ad attaccare molto, a creare di conseguenza, ma anche a concedere qualcosa in contropiede. Credo sarà una costante di questa stagione». Per usare un termine entrato nel gergo degli scommettitori, quella gialloblù potrebbe diventare una squadra da Over. Ovvero, garanzia di reti. Ed è quasi inevitabile che sia così, considerando il potenziale offensivo della rosa: nel 4-3-1-2 disegnato dal tecnico, trova spazio una coppia d’attacco potenzialmente devastante, capace di abbinare l’estro di Gianmarco Brotto e la concretezza di capitan Corbanese, mentre dietro le punte ha libertà di agire un fantasista dal piede educato come Marco Duravia. Uno che calcia i corner e le punizioni come pochi altri in serie D. E che, allo stesso tempo, è un architetto del disegnare trame di gioco offensivo. L’importante, però, è che non ecceda in proteste, come accaduto spesso. In particolare, domenica scorsa, quando ha lasciato i suoi in inferiorità per un tempo. GLI INSERIMENTI – A questo «arsenale» di tutto rispetto, si aggiungono poi due mezzali che spingono, hanno gamba e i tempi giusti nell’inserimento: in più, vedono la porta. Il riferimento è a Miniati e soprattutto a Masoch (suo il primo sigillo ufficiale nella stagione dolomitica). Senza considerare un regista col profilo di Bertagno, in grado di estrarre sempre qualche coniglio dal cilindro. Insomma, davanti i problemi non dovrebbero sussistere. La vera chiave starà nel trovare i giusti equilibri, perché una compagine con questa propensione a offendere è portata a prestare il fianco alle ripartenze dell’avversario di turno. È stato così con il Montebelluna. E il copione rischia di ripetersi pure contro formazioni sulla carta inferiori. L’AVVERSARIO – A questo proposito, c’è il Cordenons all’orizzonte. E qui si entra in ambito campionato. Si entra nel calcio che conta: quello con i 3 punti in palio. A tale proposito, è ormai sicuro l’anticipo al sabato, voluto dalla società di piazzale Resistenza per avere una cornice di pubblico, al polisportivo, in linea con l’importanza della posta in palio: partire col piede giusto, infatti, sarà fondamentale. Per quanto riguarda l’orario, il fischio d’inizio verrà dato alle 16. L’INFORTUNIO – Come arriva l’Ital-Lenti Belluno all’appuntamento? La risposta l’ha offerta mister Vecchiato, subito dopo aver strappato ai rigori il pass qualificazione, valevole per i sedicesimi di Coppa Italia: «Ci arriviamo come tutte le altre squadre. Con un rendimento che sale e scende. Ma, a dispetto dei tanti errori, siamo reduci da una partita continua in termini di sviluppo del gioco. E da lì dobbiamo ripartire». Preoccupa però l’infortunio al 90’ di Nicola Calcagnotto: se fosse stiramento, come si teme, salterà l’esordio di sabato. Rientra però Sommacal, domenica in tribuna per squalifica.
Ore 21.50 – (Il Centro) Trasferta a Milano per il ds Fabio Lupo. L’obiettivo prioritario della dirigenza teramana è riuscire a prendere un centrocampista entro domani, giorno conclusivo del mercato estivo. Sono diversi i nomi sul taccuino di Lupo: oltre a Damonte (Pistoiese) piacciono i profili di Baldassin (Messina) e degli svincolati Dianda (ivoriano, 29 anni, ex Martina) e Finazzi (brasiliano, 26 anni, ex Brescia). Più staccato il nome di Vassallo, in uscita dalla Pistoiese, le cui caratteristiche non sembrerebbero fare al caso del Teramo. Possibile qualche movimento in attacco, magari attraverso uno scambio last minute (l’indiziato a partire potrebbe essere Luca Forte). Vicino alla partenza l’esterno d’attacco Matteo Cericola (alla Carrarese); ceduto in prestito al Manfredonia (serie D) il baby Giacomo Calderaro. Dopo la sconfitta di Lumezzane, intanto, la squadra è tornata ad allenarsi ieri per preparare il match interno di sabato contro il Bassano (ore 16,30). L’esperto Marco Sansovini analizza il momento: «A Lumezzane è stata una partita in parte da dimenticare e in parte da ricordare bene per evitare di sbagliare di nuovo in futuro. Valuteremo in questi giorni i nostri errori», dice il 36enne arrivato in prestito biennale dal Pescara, «ma siamo in fase di rodaggio e ci può stare di non essere subito al meglio. Dobbiamo accelerare i tempi. Restiamo consapevoli della nostra forza ma chiunque può metterci in difficoltà in questo campionato». Di nuovo in gruppo l’attaccante Antonio Croce, che ha saltato la gara d’esordio per problemi familiari.
Ore 21.30 – (Alto Adige) Buona la prima, in tutti i sensi! Nonostante l’afa opprimente, l’Alto Adige visto all’opera contro il Fano ha lasciato un diffuso senso di soddisfazione nell’entourage biancorosso e (purtroppo) nei pochi spettatori presenti al Druso. Si tratta delle prima uscita e quindi è anche logico andare con i piedi di piombo, ma è giusto comunque trarre le prime indicazioni positive se fornite. E questo si è verificato. Su tutte va risaltato il nuovo clima che, almeno pare, stia permeando l’ambiente altoatesino. Un’atmosfera rigenerata, fresca e stimolante che spira soprattutto all’interno dello spogliatoio bolzanino. Nelle dichiarazioni del post partita, infatti, a partire da quelle di capitan Fink, è stato più volte ribadito e rimarcato il feeling che si è instaurato tra il gruppo ed il suo condottiero, un rapporto di stima e di fiducia che potrebbe rappresentare il vero valore aggiunto di questo Alto Adige. Tante volte, nella passata stagione, ci era capitato di captare musi lunghi (o anche quale commento…) espressione di insoddisfazioni latenti. Quest’anno la musica sembra promanare da un altro spartito, composto da note giovani ma sicuramente efficaci. Il giovane mister Viali, in questi primi mesi di lavoro, sembra sia riuscito a trasmettere quella sorta di costruttivo entusiasmo, mettendo tutti gli elementi a disposizione sullo stesso piano. Al di là dell’alchimia emotiva, la vittoria con il Fano è stata frutto anche della nuova visione ed organizzazione del gioco biancorosso professata da mister Viali. Il tecnico milanese ha saputo allestire una squadra operaia che crede nel gioco offensivo, applicato intelligentemente evitando facili e possibili sbavature. La manovra è affidata a protagonisti, vedi Obodo, capaci di orchestrare il gioco svangando dietro le quinte e senza alcun eccesso di protagonismo. Di esempi potremmo farne altri, e, quanto per mantenere i riflettori puntati suoi nuovi, non possiamo non menzionare la generosa e convincente prova di Ciurria, uno degli elementi cardine della squadra “operaia” proposta da mister Viali che non solo ha saputo “dialogare” con la talentuosa prima linea composta da Tulli e Gliozzi, ma ha saputo anche dare man forte a tutta la manovra, sia in fase d’attacco che anche in fase di contenimento. La squadra ha girato bene dal primo all’ultimo elemento, questo va detto. Così bisogna anche riconoscere lo scarso peso specifico del Fano, apparso ancora alla ricerca delle migliore condizione. L’aria nuova travalica il rettangolo di gioco e passa anche dalle iniziative e dagli spunti promozionali che, in un certo senso, hanno contribuito a dare una scossa all’ambiente, fin troppo soporifero, delle stagioni precedenti. Dalla musica del prepartita, allo speakeraggio stile hockey e dall’intervista a “caldo” nei secondi successivi al triplice fischio, rappresentano una volontà deciso di cambiamento e miglioramento dell’immagine. Sforzi e sacrifici che la società dedica ad una tifoseria tutta ancora da appassionare. E propri i tifosi, il pubblico, hanno rappresentato la nota dolente di un sabato calcistico che ha saputo offrire il giusto spettacolo ma a pochi intimi. D’accordo l’afa, le piscine invitanti, ed i gelati da sorbire in riva al lago…ma i tifosi dovranno anche capire, prima o poi, che la squadra va sostenuta, incitata ed amata nei momenti opportuni, ovvero durante le partite e non quando capita. Le scarse 500 le presenze al Druso per una prima di campionato sono veramente poche. Il cambiamento dovrà partire anche dalla tifoseria deputata a fornire le giuste sollecitazioni emotive. La società sta facendo lo sforzo di realizzare un degno spettacolo calcistico, curando i vari particolari. Tocca dunque alla tifoseria biancorossa intercettare questo sentimento, iniziando a recitare per bene la sua parte. La società fa sapere che la campagna abbonamenti proseguirà sino al prossimo 9 settembre, nel frattempo sono stati staccati soltanto 300 tagliandi.
Ore 21.10 – (Gazzetta di Mantova) Volata finale per il mercato del Mantova. Ieri la società di Viale Te ha finalmente messo nero su bianco l’ingaggio del 24enne esterno Paolo Regoli, che ha già firmato il contratto e da oggi si allenerà al Martelli agli ordini di mister Prina, che potrà dunque già utilizzarlo sabato contro il Venezia. In serata, poi, il presidente Musso e patron Di Loreto hanno raggiunto a Milano, al calciomercato, il direttore generale Matteo Togni e gli acquirenti romani, che stavano lavorando alacremente alle altre operazioni messe in cantiere. Il Mantova a tarda ora era vicinissimo al 24enne centrocampista ghanese del Benevento Daniel Kofi Agyei: in giornata, a meno di sorprese, dovrebbe arrivare la fumata bianca. L’altro colpo in canna è quello del 36enne ex Juventus Marco Marchionni, per il quale il patron Di Loreto avrebbe già raggiunto un accordo di massima. Per l’ufficialità di Marchionni sembra questione di ore, anche se nelle ultime giornate di mercato (le contrattazioni saranno chiuse domani sera alle ore 23) è sempre bene non escludere sorprese. Il Mantova si sta poi muovendo per effettuare l’ultima cessione, quella dell’attaccante Matteo Momentè. Saltata la trattativa con il Melfi, il vicepresidente De Sanctis ne ha intavolata una con l’Ancona, anche grazie ai suoi rapporti con il nuovo presidente dei dorici Ranieri. Nel frattempo a Momentè si sono interessati anche Paganese, Lumezzane e Albinoleffe. Il club di Viale potrebbe poi tentare nelle ultime ore di mercato di ingaggiare anche un altro attaccante. A mister Prina non dispiace il 24enne Diaw dell’Entella, mentre la Salernitana ha offerto il 19enne Drilon Cenaj, approdato in Campania dal Chievo. Se ne riparlerà magari in giornata.
Ore 21.00 – (Gazzetta di Mantova) Dopo il debutto di Ancona, nello spogliatoio biancorosso c’è un ottimismo di cui si fanno testimoni capitan Gaetano Caridi e Angelo Siniscalchi. «Peccato per il risultato – afferma il difensore -, perché avremmo meritato di vincere. Ma il fatto di essere andati a imporre il nostro gioco sul campo di una diretta concorrente per la salvezza è un ottimo segnale. Nell’episodio del gol subìto nel recupero purtroppo c’è stata un’indecisione collettiva, ma sappiamo che dobbiamo lavorare e migliorare tanti dettagli. Lo faremo con la consapevolezza di essere sulla strada giusta. E allo stesso modo – aggiunge Siniscalchi – cercheremo di essere più cinici e di provare a chiudere le partite quando ne avremo l’occasione, come appunto ad Ancona». E proprio dal mancato 2-0 parte l’analisi di Gaetano Caridi: «Il rammarico più grosso non è per aver preso gol all’ultimo minuto, ma per non aver chiuso la partita dopo essere andati in vantaggio. Purtroppo il calcio è così, quando costruisci tanto e non finalizzi, poi può capitare che gli avversari ti puniscano». Il capitano è però più che soddisfatto della prestazione del Mantova: «La squadra era messa bene in campo, ha fatto le cose provate in allenamento e ha tenuto benissimo sotto il profilo atletico. Ci sono ancora dei dettagli da limare, ma siamo alla prima giornata di campionato e non si può essere perfetti». E, mentre Siniscalchi assicura «ci toglieremo soddisfazioni anche quest’anno», Caridi guarda già alla sfida di sabato con il Venezia: «Guardiamo avanti con entusiasmo. È vero che tutti indicano Parma e Venezia come strafavorite, ma noi qui al Martelli qualche gigante in passato l’abbiamo già messo al tappeto. Le partite si commentano sempre alla fine, perché prima bisogna giocarle. E noi daremo tutto per fare il meglio possibile».
Ore 20.50 – (Gazzetta di Mantova) Mister Luca Prina è più felice per la prova della sua squadra che amareggiato per i tre punti sfuggiti nel recupero della trasferta di Ancona. Ed è giusto che sia così, perché un allenatore deve sempre guardare oltre il pur fondamentale punteggio del campo. «Vincere sarebbe stato importantissimo – dice il mister -, ma nell’ultimo minuto ci è mancata quella determinazione necessaria a difendere con i denti il risultato. Alla prima di campionato può capitare. Resta però il fatto che siamo scesi in campo con otto undicesimi della scorsa stagione e siamo andati a imporre il nostro gioco in trasferta, sul campo di una concorrente diretta. Questo vuol dire che siamo sulla strada giusta. Poi è chiaro che bisognerà lavorare tanto, anche sull’essere più feroci davanti: ad Ancona abbiamo calciato 9 corner, potevanmo fare meglio. Ma l’identità di gioco e di squadra c’è e questa è la cosa fondamentale. Poi posso fare una battuta? I dirigenti sono stati bravi a tenere l’allenatore…». Prina è contento anche per gli ultimi sviluppi del mercato biancorosso: «Regoli è un buon giocatore, può agire sia a destra e sia sinistra e sono convinto che, pur scendendo di categoria, si adatterà subito allo spirito di questo gruppo. La società poi sa cos’altro potrebbe servire: magari un centrocampista con grande fisicità… Siamo in ritardo ma stiamo lavorando bene, stanno arrivando giocatori importanti». Il tecnico sottolinea questo aspetto anche per “difendere” la società, messa un po’ nel mirino dagli ultras: «Io innanzitutto ringrazio la gente che ci segue – premette Prina – e che da un senso a tutto ciò che facciamo. Ai tifosi dico però che stando tutti uniti potremo davvero fare buone cose e dare una svolta al presente ma anche al futuro del Mantova. Io parlo di Musso e Di Loreto, che conosco bene e vi assicuro che sono persone serissime. Qui tutti siamo certi di essere in buone mani». Il fatto è che i tifosi sono preoccupati per la nuova proprietà, non per Musso e Di Loreto… «Io i romani li ho conosciuti poco, posso dire che sono persone cordiali. Ma credo che la Sdl sia un riferimento anche per loro». Detto della società, si guarda avanti, al debutto casalingo contro il Venezia: «Sarà tutto diverso rispetto alla partita di Coppa Italia – dice Prina – e sono convinto che i ragazzi porteranno in campo la rabbia accumulata per la mancata vittoria di Ancona. Certo, se giocheremo alla pari degli avversari, ci saranno 8 milioni di euro che faranno la differenza. Noi invece dovremo andare oltre, gettando il cuore al di là dell’ostacolo, lottando su ogni palla come se fosse l’ultima del match. E io credo che i giocatori daranno davvero tutto per fare qualcosa di importante sabato». Chiusura sulla sfida con Pippo Inzaghi: «Si vede che ha tanta passione, perché si è tuffato con entusiasmo in questa sfida pur potendo fare qualsiasi cosa volesse dopo i suoi successi da giocatore. Gli auguro ogni bene – conclude Prina sorridendo -, ma ovviamente a partire dalla prossima settimana».
Ore 20.30 – (Gazzetta di Modena) È il Braglia lo stadio che, tra quelli delle squadre dei gironi A e B della Lega Pro 2016/17, ha fatto registrare il maggior numero di spettatori. In nessuno degli altri 17 campi del Nord e Centro Italia sono state eguagliate le 5.066 presenze di a Modena-Parma. Numeri da altri palcoscenici che è stato possibile raggiungere grazie alla presenza di quasi 1200 tifosi crociati. Comunque più del doppio rispetto agli spettatori presenti in ognuna delle altre gare del girone B. Soltanto in tre stadi del Sud sono stati registrati più spettatori: 9.402 a Taranto, 8.018 a Catania e 5.770 a Catanzaro.
Ore 20.20 – (Gazzetta di Modena) L’arrivo di Simon Laner, che ieri ha firmato il contratto con il Modena allenandosi subito nel pomeriggio agli ordini di Pavan, apre la strada alla possibile cessione di Wilfred Osuji o di Daniele Giorico entrambi richiesti dalla Salernitana alla disperata ricerca di un centrocampista. Ma Pavarese, salvo offerte clamorose, ha blindato Giorico, uomo cardine della formazione gialloblù, e in partenza ci sarebbe proprio Osuji (piace anche al Vicenza che darebbe Urso e Beduschi) che Sannino ha già avuto a Varese e che accoglierebbe volentieri a Salerno. Nell’ambito della trattativa la Salernitana potrebbe cedere al Modena l’attaccante esterno Caccavallo, 29 anni restio a scendere di categoria. I colloqui tra il Modena il club campano si stanno intensificando anche se il ds Pavarese attende di conoscere le intenzioni di Pablo Granoche prima di completare il reparto offensivo. Ma sul Diablo ci sono almeno quattro squadra di serie B: Bari, Avellino, la stessa Salernitana e il Benevento. Il centravanti uruguaiano, che si sta allenando da svincolato con Pavan, ha già una proposta di contratto dal Modena, ma prima di rassegnarsi alla Lega Pro attende di vedere quanto concreta è la possibilità di trovare una squadra di B. Il Verona ha bloccato Besea, che potrebbe lasciare in gialloblù, e dovrebbe girare un giocatore oltre a buon gruzzolo di soldi. Pavarese, in vista della chiusura del mercato, vuole evitare il teatrino dell’ultim’ora e oggi incontrerà Perinetti del Venezia per Basso. Bellazzini tra le alternative. Da segnalare che il Trapani sta spingendo per ottenere Popescu, ma difficilmente il Modena si priverà del terzino rumeno.
Ore 20.10 – (Gazzetta di Modena) La FeralpiSalò medita riscatto dopo la sconfitta per 3-1 rimediata a Santarcangelo e in queste ultime ore di mercato potrebbe abbracciare un rinforzo di lusso per la Lega Pro: sembra infatti vicinissimo l’approdo dell’attaccante Fabio Mazzeo, fuori dai piani del Benevento, alla corte di mister Antonino Asta. Una freccia in più nell’arco del tecnico di Alcamo, che sabato contro il Modena potrebbe far debuttare dal primo minuto anche un altro acquisto importante per la categoria, l’attaccante Federico Gerardi. L’ex Reggina, Cittadella e Como a Santarcangelo è stato schierato a gara in corso ma scalpita per trovare la maglia da titolare e potrebbe conquistarla proprio in occasione del debutto stagionale allo stadio Turina. Asta avrà nuovamente a disposizione il centrocampista Maracchi, che ha scontato il turno di squalifica.
Ore 20.00 – (Gazzetta di Modena) Alla ripresa degli allenamenti, gli occhi dei circa cinquanta tifosi presenti sulla tribuna dello Zelocchi sono stati puntati quasi esclusivamente su Balint Bajner e Simon Laner, che proprio ieri hanno vissuto la loro prima giornata da neo canarini seguiti da vicino anche dal direttore sportivo Gigi Pavarese. Il Modena ha ufficializzato soltanto l’operazione relativa al centrocampista altoatesino classe 1984, che arriva in prestito dal Verona, mentre per il gigante ungherese classe 1990 c’è ancora da attendere l’arrivo di tutti i documenti prima del canonico annuncio da parte del club. Il nuovo attaccante gialloblù, confermano dalla società, non sarà sottoposto ad un periodo di prova ma verrà subito messo sotto contratto. Fisico imponente, non solo per i suoi 194 centimetri ma per muscoli da body builder, “Big” Bajner ha destato non poca curiosità perché assolutamente sconosciuto ai tifosi modenesi se non per quanto si è detto e visto in alcuni video negli ultimi giorni. La conoscenza della lingua italiana da rinfrescare ed un errore di valutazione, presentarsi all’allenamento con “i sei” (le classiche scarpette a sei tacchetti da terreno pesante), non hanno impedito all’ariete magiaro di mettersi in evidenza già nella prima partitella disputata al termine dell’allenamento, dopo l’ora di lavoro atletico programmata per tutta la squadra da mister Simone Pavan, bagnando il suo debutto allo Zelocchi con un gol ed alcune giocate che oltre a strappare applausi hanno dato fiducia sulle sue reali potenzialità. Bajner dovrà mettersi in pari con il lavoro fisico, avendo trascorso l’estate da svincolato e non avendo svolto una vera preparazione, ma i preparatori Pantaleoni e Dotto sono pronti a torchiarlo per tirarlo a lucido ed accelerare i tempi del suo debutto. I riflettori puntati sull’ungherese non hanno distolto l’attenzione anche dall’altro nuovo acquisto del Modena: è bastato qualche banale esercizio di tecnica per vedere di quale piede educato sia dotato Simon Laner, che nelle idee di Pavan dovrebbe andare a ricoprire il ruolo di mezzala. Il centrocampista di Merano è reduce da una stagione giocata in Svizzera con la maglia del Chiasso di Giancarlo Camolese, nella quale ha collezionato 4 gol in 19 gare. La principale incognita riguarda la sua integrità fisica, in particolare quel ginocchio destro operato due anni e mezzo fa per la rottura del legamento crociato anteriore che per mesi lo ha fatto tribolare, ma le sensazioni sembrano positive: Laner ha infatti svolto la preparazione estiva con il Verona, club con il quale ha ancora un anno di contratto, ed anche ieri è apparso in buona condizione, candidandosi ad essere protagonista con la maglia canarina già dalla trasferta di Salò.
Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) È la persona di fiducia di Mike Piazza, l’uomo che ha condotto le trattative con la precedente proprietà fin dalle prime fasi. Il direttore generale Maurizio Franzone ora ha assunto anche l’incarico di amministratore delegato, ruolo ricoperto fino ad ora in solitaria da Guido Tamelli. La Reggiana ha ora dunque due amministratori delegati, Tamelli e Franzone, espressioni delle due componenti societarie, quella del vicepresidente Stefano Compagni e dell’americano. Nel consiglio d’amministrazione Piazza è rappresentato anche dagli amici Bill Holmberg e Gilberto Gerali, che continuano per ora ad occuparsi di baseball. Secondo indiscrezioni alla Reggiana potrebbe tornare in pista anche Sisto Fontanilli, che nella scorsa stagione era vicepresidente: per lui si parla di un ruolo nell’area tecnica. L’imprenditore aveva lasciato per impegni di lavoro, ma è comunque spesso presente in via Agosti. In un modo o nell’altro potrebbe trovare il modo di restare vicino alla Reggiana, per la quale nutre una grande passione. Sul sito internet della Reggiana la pagina riservata all’organigramma è ancora in costruzione.
Ore 19.20 – (Gazzetta di Reggio) Reggiana al lavoro da ieri pomeriggio in via Agosti per studiare le tattiche da adottare sabato nel debutto interno del Città del Tricolore contro l’Ancona (18.30). La sconfitta maturata sabato sera al “Mercante” di Bassano è stata bruciante ma si trattava pur sempre della prima giornata di campionato: alcuni ultras hanno affisso alla recinzione due grandi bandiere granata a testimonianza del grande affetto dei supporter per questa squadra. A giudicare dal primo allenamento non sembrano esserci particolari cambi tattici nell’aria: però lo stop di qualche giorno di Mogos, per lui una botta rimediata a Bassano, riporterà probabilmente a destra Ghiringhelli e favorirà il debutto di Giron a sinistra. Naturalmente le possibilità di recupero del romeno, che ieri ha svolto lavoro differenziato insieme a Pedrelli, di ritorno dall’infortunio, ci sono, perciò tutto può tornare in teoria come in veneto. Ieri pomeriggio si è registrato un problema muscolare per il difensore Trevisan, che ha lasciato il gruppo anzitempo. Mister Colucci ed il suo staff sono al lavoro per registrare alcune situazioni negative che la Reggiana palesa dalle prime uscite amichevoli, soprattutto sulle fasce, in particolare nella fase difensiva. Sette gol subiti in tre gare ufficiali sono tanti, e sul centrocampo si è vista poco propositività quando la linea difensiva deve impostare gioco. La settimana dei granata prosegue con la doppia seduta odierna (ore 10 ed ore 17.30) mentre per i giorni a seguire, compresa la rifinitura di venerdì, Marchi e compagni si alleneranno dalle ore 17,30 in poi. Già programmata per mercoledì prossimo un’amichevole a Montecchio.
Ore 19.10 – (Gazzetta di Reggio) Nelle ultime quarantotto ore di calcio mercato il direttore sportivo Andrea Grammatica cercherà di mettere a segno l’ultimo colpo per completare la rosa a disposizione del tecnico Leonardo Colucci. L’obiettivo della società è quello di riuscire ad acquistare un giocatore che sappia giostrare davanti alla difesa, considerate anche le difficoltà palesate dalla squadra in occasione dell’esordio a Bassano. I nomi sul taccuino del direttore portivo Andrea Grammatica sono quelli noti, con Jadid della Virtus Entella in prima fila ora che pare sfumata la possibilità di arrivare a Cristian Agnelli del Foggia. Sul giocatore della formazione genovese c’è anche la concorrenza di Parma e Livorno (con i toscani interessati anche a Dario Maltese), ma al momento Jadid vorrebbe aspettare una chiamata dalla serie B prima di accettare nuovamente il ritorno in Lega Pro. L’operazione potrebbe quindi protrarsi per le lunghe e la società potrebbe quindi virare su altri profili per evitare di ritrovarsi con in mano un pugno di mosche alle ore 23 di mercoledì sera. Proprio per questo motivo è stato fatto un sondaggio con la Spal per Schiavon, centrocampista classe 1983 che può vantare nella sua carriera più di 170 presenze in Serie B divise tra Portogruaro, Cittadella e Avellino. Potrebbe anche tornare di moda il nome di Pirrone, già accostato ai granata nelle scorse settimane, il giocatore sembrava in procinto di trasferirsi al Mantova, ma l’accordo non è ancora stato trovato. Pirrone conosce bene la piazza granata per aver affrontato da avversario la Reggiana nella stagione 2014/15 con la maglia dell’Ascoli e nella scorsa stagione con quella del Pavia. Con l’eventuale arrivo a Reggio Pirrone ritroverebbe poi in granata due ex compagni come Ghiringhelli e Cesarini, con i quali ha giocato a Pavia nella seconda parte della scorsa stagione. In queste ultime ore il ds granata rimarrà comunque molto concentrato su ogni situazione perché questo è il momento in cui gli scontenti iniziano ad abbassare le proprie pretese e l’occasione tra oggi e domani arriverà sicuramente, non resterà quindi altro da fare che coglierla.
Ore 19.00 – (Gazzetta di Reggio) La sua assenza dalla formazione titolare a Bassano si è fatta sentire. Dario Maltese al momento sembra l’unico elemento a disposizione del tecnico Leonardo Colucci in grado di creare gioco a centrocampo. Il palermitano è dovuto rimanere fermo per una decina di giorni a causa di un problema al ginocchio e, al “Mercante”, con soli pochi allenamenti nelle gambe si è accomodato in panchina subentrando a partita in corso. Da questa settimana Maltese è pienamente recuperato e sarà una risorsa fondamentale per il tecnico in vista della sfida con l’Ancona, che rappresenta l’esordio casalingo per la formazione granata in questa stagione e, dopo la grande affluenza di pubblico vista a Bassano il centrocampista è consapevole che gli spalti del “Città del Tricolore” faranno sentire tutto il proprio calore alla squadra. Al centro di molte voci di mercato Maltese rimane ad oggi un giocatore della Reggiana, con la voglia di dare il massimo per la maglia granata. Innanzitutto come stai? «Adesso bene. La scorsa settimana ho fatto tre allenamenti con la squadra e ho accusato un po’ di fatica perché dieci giorni fermo si fanno sentire nelle gambe, però adesso riprendo a lavorare con il gruppo a pieno regime». Da dove si riparte dopo la sconfitta di sabato? «Dobbiamo rimboccarci subito le maniche e ripartire dall’atteggiamento che la squadra ha avuto in campo. Il risultato è stato causato da una nostra disattenzione e noi dobbiamo cercare di prendere le cose positive di quella partita e da lì ripartire. La squadra è stata brava a cercare fino alla fine il gol del pareggio». Il mister a fine partita l’ha definito un incidente di percorso? «Condivido in pieno le parole del mister perché per trovare il gol del pareggio al 93′ vuol dire che la squadra non ha mai smesso di crederci. Secondo me dobbiamo ripartire dalle cose positive». Sui social network c’era molta delusione. «Io non sono sui social però è comprensibile un po’ di rabbia perché da una squadra come la nostra ci si aspetta molto. Quello che posso dire personalmente è che io cercherò di dare sempre il massimo per la maglia granata come ho fatto in questi due anni». Sei pronto a riguadagnare il tuo posto davanti alla difesa? «Do sempre il massimo in allenamento e cercherò di conquistarmi tutto quello che credo di meritare». Com’è la tua situazione? «Maltese è un giocatore della Reggiana e finchè vestirò questa maglia sarò sempre a disposizione di tutti e cercherò di dare sempre il massimo. La cosa che più mi piace è poter camminare a testa alta». Hai parlato anche con il direttore Grammatica? Tutto a posto? «Abbiamo già parlato da un po’ di tempo e sono tutte cose passate (la richiesta dell’adeguamento del contratto, ndr)». Sabato esordite in casa e ci si aspetta una bella cornice di pubblico. «Non vedo l’ora di giocare nel nostro stadio perché giocare davanti ai nostri tifosi è qualcosa di spettacolare. Sono qui da due anni e loro ci hanno sempre dato tanto quindi credo che sia anche giusto ricambiarli nello stesso modo». Che effetto ha avuto il settore ospiti a Bassano sui nuovi? «Qualcuno ha detto: “Sono tanti arrivati fino a Bassano”. Quindi è stata una cosa assolutamente positiva».
Ore 18.40 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 18.20 – Qui Guizza: partitella finale.
Ore 18.00 – Qui Guizza: continua alternanza in attacco tra Neto Pereira, Alfageme ed Altinier.
Ore 17.40 – Qui Guizza: prove tecniche di 3-5-2. In campo anche Ilari e Dionisi.
Ore 17.20 – Qui Guizza: lavoro a parte per Sbraga e Germinale, mentre Filipe non si allena.
Ore 17.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.
Ore 16.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Una matricola dietro l’altra. Dal Gubbio (promosso in Lega Pro con 3 giornate d’anticipo la passata stagione) al Forlì (ammesso in Lega Pro a inizio agosto dopo essersi classificato terzo e aver raggiunto la finale playoff di Lega D) sabato 3 settembre. Quando sono stati pubblicati i calendari, più di qualcuno ha parlato di inizio morbido per il Pordenone. Al di là del fatto che forse sarebbe stato meglio incontrare le grandi subito, quando non sono ancora al top, non sembra proprio che umbri e romagnoli siano avversari morbidi. Il Gubbio non si è portato via 3 punti dal Bottecchia solo grazie al rigore trasformato da Arma al 93′. Il Forlì ha fatto sudare il Venezia di Pippo Inzaghi che alla fine ha vinto di misura (1-0). Massimo Gadda, tecnico dei romagnoli, si è rammaricato per la sconfitta, ma è rimasto soddisfatto della prestazione dei suoi ragazzi. «Quando si perde – si legge sul sito ufficiale della società biancorossa – non si è mai contenti, ma oggi dobbiamo andare oltre al risultato. Usciamo a testa alta dopo aver giocato contro una delle squadre più forti del nostro girone. Ci sono stati aspetti positivi e altri negativi, ma negli ultimi 25 minuti abbiamo giocato all’attacco cercando di pareggiare. Adesso ci aspetta il Pordenone, altro osso duro». Anche Tedino si aspetta un match impegnativo. I ramarri hanno ripreso ad allenarsi ieri. Oggi doppia seduta (alle 10 e alle 16). Domani e giovedì solo sedute pomeridiane. Venerdì invece rifinitura al mattino a porte chiuse. Quindi conferenza stampa e partenza per Forlì.
Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Non è il ramarro che tutti si aspettavano. Ancora legato e impacciato. Al momento solo lontano parente di quello che nei primi 6 mesi dell’anno ha strabiliato l’Italia calcistica. «È solo questione di tempo». Al De Marchi ne sono tutti convinti. Si allinea anche Denis Fiorin che, formalmente ds di ruolo, ha dato una mano al manager Bruno Tedino nella costruzione del Pordenone 16-17. RODAGGIO – «È vero – ammette Fiorin presente sabato al Bottecchia – Non è un Pordenone bello e veloce come quello del ritorno della scorsa stagione. Deve trovare maggiore equilibrio e velocità. Nemmeno quello di agosto-settembre della passata stagione lo era. Inoltre – sottolinea – è sbagliato fare paragoni fra le due squadre. Quella di oggi ha caratteristiche totalmente diverse. In questo, tanto per fare un esempio, non c’è un Pederzoli, elemento di grande personalità capace di toglierti da solo le castagne dal fuoco». Già, al suo posto c’è Burrai che non ha ancora convinto. «Anche qui non è il caso di fare paragoni. Per usare terminologia da basket, Burrai è un play che fa giocare la squadra senza apparire. Pederzoli è un all around senza ruolo e posizione fissi. Date comunque tempo di crescere di condizione a questi ragazzi e vedrete che ci divertiremo anche quest’anno». CENTROCAMPO – Non solo Burrai; nemmeno Misuraca e Suciu stanno entusiasmando al momento. Il centrocampo pare essere il reparto dove Tedino e il suo staff devono ancora lavorare parecchio. «Ragazzi – si spazientisce quasi Denis – date a Bruno il tempo di lavorare. La rosa durante l’estate è stata stravolta e non certo per volontà della società. Ci sono stati giocatori importanti come Pasa, Mandorlini, Strizzolo, Boniotti, lo stesso Pederzoli, che hanno fatto scelte diverse. Abbiamo rifatto il ramarro quasi ex novo. Nessuno ha la bacchetta magica. Inoltre – continua – ci sono giocatori come Semenzato, uno fra i più criticati di questo avvio, che per struttura fisica entrano in forma più tardi. Visto quello che ha fatto l’ex Bassano nelle ultime tre stagioni però uno come lui non si può certo mettere in discussione». FANTASIA – Il ramarro dell’esordio è stato anche piuttosto scolastico e carente di fantasia. «Non dimentichiamo – invita Fiorin – che mancava Berrettoni, elemento in grado di garantire imprevedibilità alla manovra con i suoi guizzi e le sue giocate». Vero. Emanuele ha ripreso ad allenarsi ieri col gruppo e a Forlì sabato dovrebbe essere regolarmente in campo.
Ore 16.20 – (Messaggero Veneto) La gara col Gubbio ha detto che Rachid Arma sta cominciando a prendere per mano il Pordenone. Tre gare ufficiali e altrettante reti per il bomber marocchino. Due su rigore, ok, comunque nessuno dei “vecchi” bomber neroverdi era partito così bene e a dare un’impronta così definita nel reparto offensivo. Per quanto alcuni dei suoi predecessori fossero stati devastanti – Emil Zubin su tutti – il centravanti ex Pisa e Reggiana si sta rivelando un autentico totem là davanti. Non è notevole solo il lavoro che fa per la squadra: è impressionante come riesca sempre a prendere posizione. Ogni pallone recapitato al centro dell’attacco è in cassaforte, o quasi, per non parlare dei cross dalle fasce: sabato Arma ha sfiorato in due circostanze il gol di testa. Rachid ricorda proprio Zubin: meno raffinato del giocatore istriano, meno mobile, ma sa fornire sempre una soluzione ai proprio compagni e, rispetto all’ex capitano è inarrivabile nel gioco aereo.
Ore 16.10 – (Messaggero Veneto) «Non sono sorpreso che sia partito così bene, e sono pure convinto che sarà il grande protagonista di questa stagione». Francesco Finocchio conosce bene Rachid Arma: i due hanno giocato assieme al Pisa, due stagioni fa. Ed è per questo che l’attuale esterno della Pistoiese, fresco ex Pordenone, prevede una annata da vero bomber per il centravanti marocchino, protagonista di questo avvio di stagione neroverde. “Rush” ha segnato già tre gol in altrettante gare ufficiali, l’ultima decisiva sabato scorso col Gubbio. «Con Rachid – attacca Finocchio, classe ’92 – ho giocato come seconda punta e come esterno. Quella stagione (2014-2015, ndr) ha segnato 16 reti. Era il nostro terminale offensivo, faceva reparto da solo. È senza dubbio uno degli attaccanti più forti della categoria». A proposito di centri pesanti: Arma ha dimostrato di avere personalità, andando sul dischetto al 92’. Ma non sono solo le reti a rendere il marocchino un signor centravanti. «Lavora per la squadra, si sacrifica molto, si fa dare la palla nei momenti difficili: anche per questo credo che il Pordenone abbia fatto un acquisto di spessore. Sapevo che Rachid sarebbe partito bene. Quando ci siamo allenati assieme quest’anno l’ho visto molto motivato e desideroso di lasciare il segno». Il Pordenone, se qualcuno aveva dubbi, sa di poter contare dunque su una assoluta certezza là davanti. E questo status, secondo l’esterno della Pistoiese, lo raccoglierà presto anche Gianvito Misuraca, altro giocatore che conosce bene: i due sono stati compagni di squadra sia a Nova Gorica sia a Pistoia. «E’ un calciatore completo – spiega Finocchio – che sa fare molti ruoli anche se il meglio lo dà come mezzala. Non è un caso che mister Tedino l’abbia impiegato proprio lì. Magari serviranno due-tre settimane per vederlo al top, ma credo che Gianvito sia la ciliegina sulla torta della campagna acquisti del Pordenone». Chiusura sul campionato del Pordenone e sulla sua stagione. «A mio parere farà un gran campionato – afferma Finocchio –. M’è dispiaciuto lasciare i “ramarri”, già lo scorso gennaio, quando andai in prestito al Padova. Ora sono a Pistoia e sono contento, speriamo di ottenere presto la salvezza». L’amichevole. I ramarri giocheranno mercoledì 7 settembre in amichevole a Fiume contro il Fiume/Bannia (inizio alle 20) un’amichevole in ricordo del cuoco Willy Gobbo, scomparso a marzo. Parte del ricavato andrà ai terremotati dell’Italia centrale.
Ore 15.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E venne il giorno del primo gol con la maglia del Bassano di Mattia Minesso. Un obiettivo perseguito con insistenza dal direttore generale Werner Seeber già nel gennaio scorso e arrivato in giallorosso con sei mesi di ritardo. Il sabato da leoni del Bassano e la vittoria pesantissima al 95′ contro la Reggiana regala improvvisa fiducia a un ambiente che aspettava con curiosità di capire l’impatto della nuova squadra con il campionato: «Sono felicissimo di essere a Bassano – spiega Minesso -. Già nell’inverno scorso c’era la possibilità di venire qui, questa partenza è una grande gioia. E’ stata una bella emozione vincere all’ultimo minuto, così come è stato emozionante segnare subito. Dobbiamo migliorare nella gestione della palla, anche se abbiamo dimostrato di saper soffrire, ma con le nostre qualità potevamo gestire meglio».
Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) Marcello Falzerano per la prima volta da un anno a questa parte viene panchinato da D’Angelo e subito scatta una vagonata di dietrologia, complice l’interessamento manifestato dall’Arezzo del suo ex mentore Sottili che, non è un mistero, stravede per lui. Molto semplicemente il trainer pescarese ha operato una scelta tecnica, preferendo la fisicità e la falcata di Laurenti all’estro del Falze. Tutto molto regolare e valutazione che ha anche pagato all’atto pratico visto che per quel tipo di partita Laurenti ha offerto garanzie tanto sul piano del contenimento che in quello di spinta. Ma più di qualcuno allo stadio e anche il giorno dopo intravedeva possibili scollamenti all’orizzonte. Un’ipotesi corroborata dal muso lungo che qualche sotutto assicurava di avere notato sul volto di Marcellino mentre abbandonava il Mercante. Opportuno fare ordine: l’eventuale muso lungo è un gran bel segnale, indicazione di un giocatore che ci tiene a scendere in campo. Quanto alle trattative, è vero che le vie del mercato sono infinite e sino alle 23 di domani sera tutto può accadere ma Bassano in questo momento è in emergenza esterni e mai si priverebbe di Falzerano, tra l’altro blindato dal contratto, se non a fronte di un’offerta irrinunciabile. Che a oggi non è ancora arrivata.
Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) La febbre del sabato sera diventata delirio del sabato notte dopo il morso del cobra Fabbro non deve cancellare alcune considerazioni: Bassano ha vinto (meritatamente) la gara meno brillante delle quattro stagionali disputate sinora; la squadra ha mostrato encomiabile solidità difensiva e ammirevole capacità di soffrire. Quando rivedremo tutti gli ammaccati il salto di qualità potrà essere dietro l’angolo. Infine Bastianoni: tra i pali vola ovunque, in uscita (il suo punto debole per sua stessa ammissione, balbetta). Il ragazzo è di valore (altrimenti non si collezionano decine di presenze in B) ma dopo un lungo stop lo scorso anno necessità di rintracciare colpo d’occhio e misura.ULTIMI MOVIMENTI. Nelle prossime ore il digì Seeber sarà a Milano per seguire da vicino gli ultimi due giorni di mercato. Il club la scorsa settimana ha puntualizzato che i giocatori infortunati non verranno rimpiazzati e dunque tanto Cenetti, che Candido non verranno rilevati da nessun altro.Diversa la questione per Stevanin: l’eccellente Pippo tornerà arruolabile a febbraio inoltrato e sino a quel periodo c’è il solo Crialese nel ruolo di terzino sinistro. Ecco perchè in una rosa che di fatto vanta due alternative per ogni zona del campo è facile che il dg intervenga per un difensore di fascia mancina.Non certamente un nome di grido, semmai un under futuribile che però possa far rifiatare Crialese in caso di necessità e soprattutto non ostacolare il rientro invernale di Stevanin sapendo stare nell’ombra. Entro domani poi verrà trovata una sistemazione in D anche a Gaetano Sciancalepore. Questo è un ragazzo che deve giocare con continuità per maturare con profitto. E anche se in questo momento, con Candido inutilizzabile, D’Angelo non nuota nell’oro alla voce esterni d’attacco, la robusta prova di Luca Laurenti sabato con la Reggiana, ha confermato che il Soccer Team può contare su un giocatore versatile e poliedrico quasi quanto il suo omonimo televisivo e che non sfigurerebbe neppure in porta tanta è la sua voglia di campo. Ergo, aspettando Candido, il cast dei laterali d’attacco ora contempla Minesso, Falzerano, Laurenti e Tronco, abbastanza per procedere sereni e tranquilli sino al ripristino di tutti gli effettivi. Motivo ulteriore per non mollare la presa su Falzerano, come spiegato a fianco. Esigenze tattiche sabato sera l’hanno tolto dalla lista dei titolari, ma uno come lui, tra i pochi a saltare l’uomo e a creare stabilmente superiorità numerica va preservato quanto un Gronchi rosa. Riguardo al terzino che manca all’appello, nell’eventualità che Seeber non reperisse il profilo ad hoc verrebbe precettato il solito Laurenti, uomo ovunque, arretrato in terza linea. Una posizione che peraltro ha già ricoperto in passato in altre squadre e in pre-season in ritiro ad Asiago.PRESENTAZIONE IN PIAZZA. Bassano torna a presentarsi in piazza, L’appuntamento infatti è per giovedì alle 19 in Piazza Garibaldi, il salotto buono di Bassano nel quale i giallorossi sfileranno in passerella a beneficio non solo di tifosi e appassionati ma anche dell’intera cittadinanza invitata a partecipare anche solo per dare una sbirciata. E magari per un cin cin collettivo.
Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Una presentazione spettacolare, nella cornice unica del Bacino di San Marco. E’ il regalo che il Venezia di Joe Tacopina ha voluto fare ai tifosi arancioneroverdi. A bordo di una chiatta di 42 metri per 11, ormeggiata in Riva dei Sette Martiri, ieri al tramonto sono sfilati sul palco i giocatori, tutto lo staff tecnico, i dirigenti e il presidente Usa. A rappresentare la città c’è il sindaco Luigi Brugnaro. Tacopina arriva per primo, a bordo di un motoscafo, accolto dagli applausi dei circa 400 supporter arrivati per l’occasione, metà saliti a bordo della chiatta e metà rimasti a riva. Sul pontone anche il nuovo pullman «total black» della squadra, in tutto e per tutto simile a quelli dei club di A. E’ lì che il Venezia vuole arrivare e intanto guarda al prossimo traguardo, la serie cadetta: «Tutti assieme arriveremo in serie B», scandisce il dg Dante Scibilia che rompe il ghiaccio salendo per primo sul palco: «Abbiamo l’occasione di fare qualcosa di incredibile». Salgono poi i giocatori, arrivati dopo l’allenamento al Taliercio. La parola va al capitano Maurizio Domizzi, i tifosi gli chiedono la serie A: «Sono troppo vecchio per il doppio salto», si schermisce. Agostino Garofalo sa come blandire la curva: «Speriamo di regalare tante gioie a voi tifosi, perché ve le meritate». Evans Soligo saluta i tifosi con un nostrano «ciao fioi»: «Sono orgoglioso di poter giocare per la squadra della mia città», aggiunge. E’ il momento di Pippo Inzaghi, la star della serata. Il tecnico ringrazia i tifosi per l’affetto dimostrato sabato al Penzo e poi promette: «Non so se siamo i più forti del campionato, perché ci sono tante concorrenti. Ma vi assicuro che venderemo cara la pelle. Mi auguro che la squadra giochi un bel calcio, che possa divertire la gente e la faccia essere fiera di tifare Venezia. Io sono fiero di essere l’allenatore del Venezia e mi auguro di vincere tanto con questo club”. Sale sul palco tutto lo staff tecnico, i dirigenti e il direttore sportivo Giorgio Perinetti che si affida a un’immagine: «Qui c’è un pullman e una barca. Ma noi siamo più ambiziosi e vogliamo volare». E’ il momento del presidente Joe Tacopina: «Questo team appartiene alle città di Mestre e di Venezia» e scrosciano gli applausi. «Abbiamo un grande futuro, vogliamo tornare di nuovo grandi, vogliamo tornare di nuovo in Serie A». I cori anti-Padova dei tifosi lo stuzzicano e lui risponde con un’espressione gergale Usa (promette un calcio nel…) in pieno clima da derby. Chiude il sindaco Brugnaro, i tifosi gli chiedono lo stadio nuovo. «Sicuri?» risponde lui. Seguono complimenti alla società per la serietà. E poi: «Questa città deve tornare a vincere, lo so di essere poco simpatico quando dico così, ma questo è il momento dei fatti e non più dei proclami. Si deve volare basso e fare le cose, senza troppi annunci. La società è seria ed è proprio di questo che ha bisogno la città».
Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Quattrocento tifosi hanno regalato una tangibile prova di affetto e passione a un Venezia che, assieme ai suoi fedelissimi, sta riscoprendo il piacere di stupire e cullare ambizioni. Non sarà riuscito il colpo a sorpresa di riportare per l’occasione in città il «Chino» Recoba, ma ugualmente la presentazione della squadra arancioneroverde, ieri pomeriggio nel tramonto di Riva Sette Martiri, ha colto nel segno anche per la calorosa partecipazione degli aficionados. Verso le 17.30 la chiatta con in bella mostra il nuovo e fiammante pullman griffato Venezia Fc (rivelatosi fondamentale per regalare un po’ d’ombra ai presenti) si posiziona davanti a via Garibaldi a Castello, suscitando subito la curiosità anche dei turisti. I tifosi arrivano con largo anticipo ma solo alle 18.25 le «body guard» consentono l’accesso a bordo della chiatta, ben presto «sold out» e sempre più ondeggiante, con parecchia gente costretta ad accontentarsi del molo o del vicino ponte di Riva San Biasio. In prima fila prendono posizione con tanto di striscione gli ultras della Curva Sud, compatti nel mettere spesso in difficoltà lo speaker con i loro cori. L’attesa cresce e l’arrivo della squadra (nessuno sconto da mister Inzaghi nel primo allenamento in vista della trasferta di sabato sera a Mantova) slitta quasi alle 19, tanto che persino il presidente Joe Tacopina arriva in anticipo e può entrare «in clima» concedendosi ad autografi con i bambini, selfie con tifosi di tutte le età e foto ricordo col suo cellulare rivolto a Piazza San Marco. L’adrenalina raggiunge l’apice quando a salire la scaletta della chiatta è Pippo Inzaghi, gli ultras scaldando l’ambiente con il classico «chi non salta è padovano» seguito dalla richiesta a Soligo e compagni «onorate la nostra maglia». Sul palco lo slogan «Torniamo a ruggire» della campagna abbonamenti (salita ieri a 950 tessere e prolungata fino al 9 settembre) fa da sfondo alla passarella dei giocatori chiamati per reparto e a loro volta muniti di telefonino per immortalare l’atmosfera resa ancor più suggestiva dal calare del sole. A Tacopina, a tal punto gasato da accennare anche qualche passo di ballo sulla musica rap, i tifosi chiedono «portaci in Europa» e il presidente non si tira indietro garantendo che il tramonto veneziano sarà in realtà l’alba di tante gioie arancioneroverdi.
Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Duemila tifosi al Penzo sabato scorso per la prima del Venezia col Forlì, quasi il doppio rispetto all’esordio dello scorso anni in serie D (a San Donà) con la Sacilese. Cenni di risveglio che fanno ben sperare anche in seno al club arancioneroverde. «I fatti sono lì a tendere la mano ai tifosi che credo proprio possano tornare a fidarsi del Venezia – l’invito del ds Giorgio Perinetti -. Duemila presenze in un sabato sera di agosto, a Sant’Elena, in uno degli ultimi weekend di mare sono sicuramente un segnale positivo, che conforta anche noi perché sta mantenendo tutte le premesse». Perinetti sottolinea accuratamente «premesse» e non «promesse», ben sapendo quanto sia complicata la rincorsa a una serie B che di certo fa gola. «Il Parma ha fatto fatica a Modena e ha pareggiato 0-0, la Reggiana ha perso a Bassano, per non parlare del 3-1 alla FeralpiSalò da parte di un Santarcangelo che contro di noi in Coppa Italia (2-2 con qualificazione lagunare, ndr) aveva avuto 10′ di gloria dopo non aver visto palla per gli altri 80′. Questi esempi per ribadire quanto sia ostica e complicata questa Lega Pro». Con i primi tre punti il Venezia ha compiuto il primo passettino. «Com’era prevedibile non siamo ancora in condizione ottimale, per 70′ la prestazione è stata ottima, con il neo di non aver capitalizzato per quanto prodotto. Ad ogni modo si è visto che abbiamo una squadra importante e che saprà competere. Il 4-3-3? Funziona ma ci sono meccanismi da oliare, Fabiano ha segnato il gol vittoria ma lui è una conferma, Modolo stando bene sta dimostrando i picchi di rendimento di cui è capace, Domizzi alla prima da titolare ha fatto molto bene. Un plauso poi a Luciani e Acquadro, ventenni che per noi sono un patrimonio e il nostro futuro, tant’è vero che in rosa l’unico prestito puro è Edera». Ieri pomeriggio la ripresa degli allenamenti al Taliercio in vista della trasferta di sabato a Mantova (ore 20.30): Perinetti, già confrontatosi col presidente Tacopina, oggi e domani sarà a Milano per la cessione di Basso (il mercato chiude domani alle ore 23) mentre non sarebbero nell’aria innesti dell’ultima ora. «Dimentichiamoci il Mantova battuto in Coppa Italia, ad attenderci ci sarà un avversario con vari innesti e molto più pericoloso».
Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Quando sale sul palco l’elenco dei suoi trionfi da giocatore porta via più di qualche minuto e l’applauso sale spontaneo quando lo speaker ricorda che in Europa solo Cristiano Ronaldo, Messi e Raul hanno segnato più di Pippo Inzaghi. Il diretto interessato sorride con una certa timidezza e si rivolge al cuore dei suoi nuovi tifosi. «Sono orgoglioso di quanto ho fatto da giocatore, però posso assicurarvi che lo sono altrettanto di essere l’allenatore del Venezia. Grazie per il calore che ci avete dimostrato sabato al Penzo aiutandoci a battere il Forlì, ai ragazzi ho detto che dobbiamo avere grande rispetto per i sacrifici che fate per venire allo stadio. Faremo di tutto per ripagarvi sul campo». Gli ultras intonano la richiesta «serie B serie B» e Inzaghi non si tira indietro. «Il vero giudice sarà il campo, io non so se siamo i più forti in assoluto, però sono certo e felice di avere a mia disposizione questo gruppo di uomini. Se io fingessi se ne accorgerebbero e non andremmo da nessuna parte, invece quello che voglio per primo è riuscire a vincere con questo Venezia».
Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Prenderemo a calci in c… il Padova». Evita l’italiano ma il messaggio pronunciato in slang americano da Joe Tacopina («We’ll kick Padova’s ass») arriva al «cuore» dei tifosi, come ben dimostrato dal boato divertito. Una frase colorita e ad effetto quella del presidente lagunare, che non pare essere troppo in linea con l’impostazione sinora data alla gestione societaria. È di buon umore il numero uno del Venezia, tanto che quando un tifoso dalla folla gli dedica un «ti amo» risponde all’istante «ti amo anch’io». Il ruolo di mattatore gli si addice proprio e il «Taco show» non si risparmia mai. «Grazie a tutti, avete reso speciale questa serata che abbiamo organizzato solo per voi. Ve l’ho detto un anno fa e ve lo ribadisco a maggior ragione oggi, visto che il grande lavoro che tutti stiamo facendo: tornerete ad essere orgogliosi di tifare il Venezia, la squadra che dal 1987 rappresenta le nostre due città di Venezia e Mestre. La serie B? Tranquilli, torneremo in serie A». Alla presentazione è intervenuto anche il sindaco Luigi Brugnaro, accolto, al primo passo sul palco, dal coro «vogliamo lo stadio nuovo». «Innanzitutto finalmente abbiamo un presidente serio, con il quale andiamo d’accordo perché entrambi non siamo tipi da parole e promesse, perché ci piace portare i fatti. L’obiettivo è vincere in campo e fuori, io non sono simpaticissimo ma mi piace toccare con mano le cose che si realizzano» le parole di Brugnaro, prima di congedarsi mettendosi direttamente alla guida della barca che lo attendeva. Emozionato il direttore generale Dante Scibilia: «perché io sono veneziano e posso fare qualcosa di incredibile nella mia città, un onore e una responsabilità al tempo stesso. Tutto questo entusiasmo dà a noi tutti ulteriore spinta, sarà bello e importante respirarlo sempre più forte quando giocheremo nel nostro Penzo rappresentando la città più bella del mondo». «Andremo distante? Noi vogliamo arrivare in vetta e siamo fiduciosi – ha aggiunto il direttore sportivo Giorgio Perinetti – perché abbiamo grandi persone, prima che grandi professionisti, nei vari ruoli del Venezia Fc. Siamo arrivati in barca, qui vedete il nuovo pullman, noi però vogliamo prendere il volo». Tra i giocatori hanno preso parola i capitani, da Evans Soligo che ha condiviso il suo orgoglio veneziano, a Maurizio Domizzi che ha scherzato sui suoi 36 anni «sono troppo vecchio per fare la doppietta e tornare sul campo in serie A, intanto concentriamoci sulla B».
Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ senza dubbio il futuro di Filip Raicevic quello che tiene con il fiato sospeso i tifosi del Vicenza, consapevoli che la cessione o la permanenza dell’attaccante montenegrino potrebbe cambiare le strategie del mercato biancorosso. La campagna trasferimenti chiuderà i battenti domani alle 23 e nelle ultime ore spesso accade quello che non è successo in quasi tre mesi. Su Raicevic è piombato lo Standard Liegi, una trattativa che però sembra in salita visto che le due società danno un valore abbastanza diverso al centravanti. La società belga ha finora messo sul tavolo circa un milione di euro; il Vicenza che chiede 2,5. Lo Standard per acquisire le prestazioni di Raicevic deve quindi alzare, e di molto, l’offerta, anche in considerazione del fatto che il 20 per cento dell’operazione spetta alla Lucchese, clausola inserita al momento del passaggio al Vicenza della punta. Ecco perché il trasferimento di Raicevic allo Standard potrebbe anche concretizzarsi attraverso una cessione con la formula del prestito oneroso, ad una cifra che si aggira attorno ai 600 mila euro, con lo Standard che vorrebbe assicurarsi anche un diritto di riscatto, ma non l’obbligo. Per dare forza a questa possibilità il Vicenza chiede però che Raicevic allunghi il suo contratto con il Vicenza fino al giugno del 2020, contratto che verrebbe riveduto e adeguato al valore dell’attaccante montegrino. In serata Gabriele Savino, procuratore di Raicevic, ha spiegato come la trattativa non avesse fatto passi in avanti. «Tutto può succedere – ha precisato Savino – lo Standard ha presentato una proposta, il Vicenza ha replicato con la sua. La trattativa non è semplice, il tempo non è molto, anche perché credo che anche il Vicenza debba, nel caso, trovare un sostituto». Ma su Raicevic c’è anche il Bari che potrebbe inserirsi nella contrattazione formulando una proposta per un prestito oneroso che pareggi quella dello Standard Liegi e sottoscriva un obbligo di riscatto a circa 2 milioni in caso di promozione in serie A. Il Vicenza sta valutando, ed inoltre sta sondando il mercato per trovare il profilo giusto per sostituire l’attaccante, se il montenegrino venisse ceduto. Piace Matteo Ardemagni che ha però un ingaggio fuori portata; è stata sentita la Juventus per MameThiam, e non viene scarta la pista che porta allo svincolato Pablo Granche. Circola anche con insistenza una voce che porta a Paulo Sergio Betanin, noto come Paulinho, ex attaccante del Livorno attualmente in Qatar con l’Al-Arabi, ma che pare fuori portata a causa di un ingaggio molto importante. In entrata oggi Cristian Zaccardo incontrerà il presidente Pastorelli per cercare di trovare un accordo per portare il campione del mondo del 2006 in biancorosso, mentre è ad un passo l’acquisto con la formula del prestito di Ismail H’Maidat dalla Roma.
Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Questo Vicenza, a cui mancano petali di qualità per completare la rosa, non sembra essere in una botte di ferro. In compenso Francesco Benussi, che dopo la sconfitta col Carpi si è presentato con una borsa del ghiaccio sul ginocchio sinistro, è stanco di prendere botte. «Per me è stato un ritiro davvero brutto. Le ho prese ovunque ma spero che sia finita».Il capitano biancorosso, che tra l’altro sabato sera era l’ex di turno in campo, rialza i suoi e indica subito la prossima rotta.Benussi, esordio amaro.Purtroppo sì, siamo riusciti a tenere il Carpi solo un’ora. Poi siamo caduti sotto i colpi di una squadra che ritengo essere la favorita per la vittoria del campionato.Due gol sul groppone, ma non per colpa sua.Le reti del Carpi sono arrivate a seguito di un doppio errore su palle basse e questo dispiace, deve spronarci a fare meglio, essere più attenti. Quel che rincuora è che abbiamo tenuto testa agli avversari. Se avessimo tenuto botta nel momento in cui sono passati, avremmo potuto portare a casa qualcosa.Lerda ha affermato senza giri di parole che non serve un difensore centrale, ne servono due. È apparso chiaro che il Vicenza in questo momento non è all’altezza del campionato di B.Parto dal presupposto che abbiamo messo in campo, all’esordio, tutte le nostre armi a disposizione. Se mi chiedete che tipo di campionato dovrà fare il Vicenza, beh, tutti devono sapere che questa squadra soffrirà fino all’ultima giornata; questo sarà il nostro campionato.Insomma sta dicendo che bisogna tenere i piedi per terra…Ma certo. Primo, perchè l’umiltà è sempre il primo requisito nel calcio e poi l’obiettivo del Vicenza è la salvezza, non ci sono dubbi.Come ha vissuto a livello personale il debutto stagionale al Menti?Una curva così la vorrebbero tutti e quando perdi dispiace soprattutto per la gente. È troppo bello giocare a Vicenza e non fare punti è sempre spiacevole. Ma siamo all’inizio della nostra avventura.Non si è mai pentito di essere rimasto qui? Nelle scorse settimane alcune squadre si erano interessate a lei…No, per nulla pentito. Qui sono felice e ho tutto ciò che un giocatore potrebbe desiderare. Non ho mai fatto mistero sul fatto che la piazza vicentina mi ripaga di tante cose.Tornando ai gol subìti sabato, sul secondo avrebbe potuto fare qualcosa in più?Purtroppo ero tanto, troppo coperto. Non ho visto partire il tiro, non ho potuto fare nulla per evitare il gol.La fascia di capitano, finchè Giacomelli è fuori, che significato ha?Indossarla mi fa molto piacere, sento la responsabilità, ma la sentivo anche prima, perciò non cambia il mio atteggiamento nei confronti della squadra.Prima del fischio d’inizio col Carpi, ha letto un messaggio importante rivolto alla popolazione colpita dal terremoto. Come si è sentito?Fa strano dover giocare una partita mentre tanta gente sta soffrendo per aver perso i propri cari, la casa, i ricordi. Il messaggio era un modo per trasmettere la nostra vicinanza a chi è stato travolto dalla tragedia. Come Vicenza, abbiamo deciso di avanzare un’azione concreta per aiutare i terremotati. Dobbiamo solo stabilire, in questi giorni, le modalità. Ma da parte nostra un aiuto ci sarà sicuramente.All’orizzonte c’è già la Spal, neopromossa.Voltiamo subito pagina. Ci attende una battaglia contro una formazione che avrà dalla sua grande entusiasmo. Le insidie non mancheranno.Come guardiano della porta spererà che in questi ultimi giorni di mercato arrivino due elementi di spessore per la difesa…Senz’altro mi aspetto che qualcosa si muova per il bene del Vicenza, in modo che arrivi ad affrontare la Spal con una rosa finalmente completa. Così saremo tutti più sereni e concentrati.
Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Saranno due giorni molto intensi per il mercato del Vicenza che da oggi entra nel vivo delle trattative più importanti. Prima fra tutte la cessione, che pare ormai imminente, di Filip Raicevic. Da ieri pomeriggio a Milano ci sono il presidente Alfredo Pastorelli, il figlio Nicola e il direttore sportivo Antonio Tesoro. Ma è scontato che i giochi ora li porterà avanti il massimo dirigente biancorosso, perchè come lui stesso ha sempre dichiarato l’ultima parola è la sua. E proprio ieri pare esserci stato uno scatto in avanti del Bari, società che si era già interessata a Raicevic ma che poi sembrava aver frenato di fronte alle richieste importanti del Vicenza. Dunque nelle ultime ore lo Standard Liegi sembra essere stato superato dal club pugliese che sarebbe disposto ad affrontare un’operazione così importante pur di cercare di centrare l’obiettivo promozione in serie A. La strada più percorribile è la stessa che era già stata impostata con la società belga, dunque il giocatore sarebbe ceduto in prestito oneroso con diritto di riscatto a favore del Bari. Le cifre restano simili: 500 mila euro subito e 1 milione e mezzo al riscatto. Ovviamente prolungamento del contratto col Vicenza per tutelarsi da ingaggi non sostenibili dalla società di via Schio. Un incontro decisivo dovrebbe esserci nella giornata di oggi. Da registrare che Raicevic già domenica ha raggiunto la nazionale montenegrina che l’ha convocato per la gara di qualificazione ai mondiali di Russia, in programma il 4 settembre a Cluj, contro la Romania. Ovvio che se Raicevic partirà si dovrà portare a Vicenza un altro attaccante, resta da stabilire se si vuole puntare sul giocatore di esperienza o sul giovane di belle speranze. Nel primo caso il più gettonato pare Matteo Ardemagni, classe ’87, dell’Atalanta, nel secondo Andrea Favilli, classe ’97, del Livorno. Ma non è da scartare nemmeno l’ipotesi Pablo Granoche, classe ’83, svincolato dal Modena.Altre trattative. Pare fatta invece per Cristian Zaccardo. Da fonti emiliane sembra che si sia trovato l’accordo grazie ad uno scambio: Andrea Vigorito andrebbe a titolo definitivo a Carpi e Cristian Zaccardo, sempre definitivo, al Vicenza con un contratto biennale. Oggi dovrebbe esserci l’ufficializzazione. Non si è conclusa invece la pratica relativa a Ismail H’Maidat, il giovane centrocampista della Roma che doveva arrivare in prestito, perchè non ha completato le visite mediche. Adesso bisognerà vedere se farà in tempo a finirle visto che deve rispondere alla convocazione della nazionale under 23 marocchina. Pare invece chiuso il trasferimento alla società maltese, Hamrun Spartans, di Massimiliano Giusti. Resta in piedi lo scambio col Modena che vedrebbe arrivare a Vicenza Wilfred Osuji, classe ’90, e andare in Emilia Francesco Urso, ma il problema è convincere il centrocampista biancorosso a partire. Sembra invece sfumata la cessione di Matteo Di Piazza al Foggia che lo aveva chiesto, lo stesso procuratore del giocatore ha detto che l’attaccante non andrà in terra pugliese.
Ore 12.10 – (Gazzettino) «Sono felicissimo per la doppietta. La dedico a mia figlia Jasmine che sabato ha compiuto un anno, gliela avevo promessa». È un papà giovanissimo (21 anni) Jonathan Alexis Ferrante e un chiodo fisso in testa: tornare nei professionisti, se possibile con l’Abano. Già perché il nuovo bomber aponense (padre italiano, madre argentina) ha sfoderato subito un biglietto da visita niente male nel successo per 5-2 con il Legnago di Coppa Italia, che ha rappresentato anche l’esordio in una gara ufficiale: due sigilli giocando appena una decina di minuti nel finale. «Sono davvero contento per la vittoria e per i miei gol, i compagni hanno disputato una grandissima partita. Sono entrato nel finale perché in settimana avevo accusato un po’ di dolore al flessore e non volevamo rischiare dato che domenica inizia il campionato. Ad Abano mi trovo benissimo, la società è bella e abbiamo un grande allenatore. Il mio obiettivo è dare il massimo, sarebbe un traguardo fantastico tornare nei professionisti e farò di tutto per riuscirci». Il suo passato parla chiaro: da quando aveva sedici anni, fino a pochi mesi fa, è stato sotto contratto con la Roma conquistando anche la nazionale under 17 e under 18, e arrivando in prima squadra con Zeman. In azzurro era compagno di squadra di Romagnoli, Petagna e Cristante e ha partecipato anche a un Europeo. Senza contare che nei giallorossi ha avuto modo di stare al fianco di Totti. «Un grandissimo giocatore e una grandissima persona. A noi giovani diceva sempre di non mollare mai e che alla fine i sacrifici pagano in termini di risultati». Poi però Ferrante ha iniziato il girovagare in prestito (Aquila, Lucchese e Savoia) fino all’esperienza di pochi mesi fa all’Imolese in serie D. Come mai si è un po’ smarrito nella sua crescita? «Ho ricevuto molte fregature, ma non voglio più guardare al passato. Mi interessa solo fare bene per me stesso e per l’Abano, e ce la metterò tutta per risalire nel calcio professionistico». Quanto alle sue caratteristiche, aggiunge: «Sono una prima punta e mi piace muovermi. I miei idoli? Batistuta e il brasiliano Ronaldo».
Ore 11.40 – (Gazzettino) Roberto Venturato va fiero del successo del San Nicola e non potrebbe essere altrimenti: «Sono il primo allenatore del Cittadella ad avere vinto all’esordio in serie B». Tutto vero: la “prima” stagionale nel campionato cadetto non aveva mai portato i tre punti, né con i due anni di Ezio Glerean né con i sette di Claudio Foscarini. Un altro dato storico, quindi, per i colori granata, e porta la firma di Venturato, dopo il record di vittorie consecutive stabilite l’anno scorso in Lega Pro. Aldilà dei numeri, però, il tecnico del Cittadella ha altri motivi per sorridere: «Andare a vincere a Bari non è cosa che capita tutti i giorni (i granata non c’erano mai riusciti nei sei precedenti, ndr), soprattutto quest’anno che la società pugliese ha costruito una squadra ambiziosa in grado di puntare alla promozione. Per noi quindi è motivo di grande orgoglio, un momento da vivere nel modo giusto, che crei consapevolezza nei nostri mezzi». Senza però perdere mai la dimensione “da Cittadella”. «Siamo appena all’inizio, abbiamo giocato la prima di 42 partite. È vero che a Bari c’è stata un’ottima prestazione collettiva e faccio un applauso personale a tutti i miei giocatori, ma da oggi alla ripresa degli allenamenti si riparte da zero, con grande umiltà, rimettendoci subito in discussione». È il bello del calcio avere ogni settimana un nuovo confronto, completamente slegato da quello precedente, anche se un successo come quello dell’esordio sarebbe stato bello assaporarlo a lungo. «Il calcio è bello per questo, avere l’opportunità di rimettersi in gioco ogni giorno è di grande stimolo per un calciatore ma anche per un tecnico. Le partite nascono dall’inizio della settimana lavorativa e terminano al fischio finale dell’arbitro, per questo bisogna allenarsi per migliorare, sempre: il risultato del campo è la conseguenza del tuo lavoro». Oltre ai tre punti, Venturato cosa si è portato a casa da Bari? «La consapevolezza di una squadra che ha valori importanti, e la conferma di un mio pensiero: non importa la categoria dove giochi, se lavori bene i risultati arrivano, sempre». Tornando alla gara di sabato, lei ha schierato un Cittadella per otto undicesimi uguale a quello di Lega Pro: è un vantaggio, soprattutto all’inizio, partire con una formazione rodata, che si conosce a memoria. «Certo, ma durerà poco, qualche gara. Diventerà importante invece alzare la nostra asticella, migliorare ancora perché margini per farlo ce ne sono». La scelta di Bartolomei? «Ho una rosa di 25 giocatori, per me sono tutti fondamentali. L’allenatore fa delle scelte dal punti di vista tecnico in base all’avversario, e da quello che vede durante la settimana, cercando di sbagliare il meno possibile. Tutti dobbiamo essere coinvolti, prima o poi arriva la chiamata». A proposito di errori, il rigore di Valzania, evitabile, poteva costare caro, rimettendo in gioco un Bari che sembrava spento. «È stato l’episodio più evidente che ha riaperto la gara, ma ce ne sono stati altri, meno appariscenti, sui quali lavoreremo per evitarli. Più si entrerà nel vivo del campionato, con una categoria impegnativa come la B, e più i dettagli faranno la differenza». Ha ricevuto attestazione di stima dopo la storica vittoria di Bari? «Sinceramente non me l’aspettavo, invece ho ricevuto tanti messaggi. Mi è stato detto di essere il primo allenatore ad avere vinto la prima di campionato in serie B, non posso che esserne orgoglioso, ma nello stesso tempo mi carica di nuove responsabilità. Anche per me vale il discorso fatto per i giocatori: devo alzare l’asticella personale per migliorare ancora».
Ore 11.20 – (Gazzettino) Il successo dell’esordio inevitabilmente avrà ripercussioni positive sulla campagna abbonamenti del Cittadella. A ieri sera erano 1.230 le tessere sottoscritte, ma siamo ancora distanti dai numeri che sogna il presidente Andrea Gabrielli: il numero uno granata vorrebbe almeno 1.600 abbonati al Tombolato. Del resto il palcoscenico della serie B lo merita, e la tribuna est – con prezzi popolari – è completamente coperta da un anno a questa parte, con evidenti vantaggi per gli spettatori. Anche Manuel Pascali ha lanciato il suo personale appello ai tifosi: «Se qualcuno aveva storto il naso dopo l’eliminazione in Coppa Italia contro la Cremonese, credo che la vittoria di Bari possa fare ricredere tutti sulla bontà di questa squadra. Magari adesso ci saranno più tifosi convinti nel Cittadella, e lo ripeto: abbiamo riconquistato la serie B, una categoria importante, e potrebbe essere un anno ricco di soddisfazioni per tutti. Noi ci siamo, siamo pronti, ma abbiamo bisogno del sostegno e dell’entusiasmo da parte dell’intera piazza, e sarebbe bello vedere un Tombolato pieno in ogni partita». Ci sarà tempo fino al 3 settembre per abbonarsi. Particolarmente vantaggiosa è la tessera per la tribuna est riservata agli under 20, a soli 20 euro. Oggi, intanto, il Cittadella torna ad allenarsi: il programma prevede sedute pomeridiane fino alla rifinitura di sabato mattina alle 11. Domenica sera alle 20.30 al Tombolato arriverà la Ternana nel debutto davanti ai tifosi granata.
Ore 11.00 – (Corriere del Veneto) Segnare al San Nicola è qualcosa che ti rimane dentro. E che magari non ti cambierà la carriera, ma di sicuro può farti fare un ulteriore salto in avanti verso la definitiva consacrazione: «Un gol come quello di Bari – sorride Gianluca Litteri – in effetti potrebbe farlo chiunque. Ne potrei fare cento in quel modo, devo ringraziare Arrighini per l’assist e Chiaretti per aver avviato l’azione con una bellissima giocata. E l’importante è averla buttata dentro». Il Cittadella si gode la settimana dei sogni. Cominciare con una vittoria a Bari, sul campo di una delle favorite alla promozione in A, è qualcosa di inimmaginabile, che porta con sé implicazioni immediate. Litteri, invece, ha confermato di essere un attaccante di razza, fra i migliori della categoria: «Non avevamo fatto un gran precampionato – ammette – nessuno pensava che avremmo vinto, forse nemmeno noi. Eppure siamo andati in campo con l’approccio giusto, abbiamo gestito al meglio un avversario fortissimo e abbiamo portato a casa un successo preziosissimo. Ha ragione il mister, però: il nostro obiettivo resta la salvezza». Domenica arriva la Ternana, squadra con cui Litteri ha vissuto gli anni migliori: «Spero di ripetermi – chiude – non voglio dire altro perché preferisco segnarli sul campo i gol. Di fronte al nostro pubblico proveremo a bissare il successo di Bari. Siamo partiti bene, ma proprio per questo dobbiamo entrare in campo con lo stesso atteggiamento di Bari. Altrimenti si rischia di inciampare, come in precampionato contro il Campodarsego e in Coppa Italia contro la Cremonese». Ieri, intanto, l’annuncio del Prato della cessione al club granata di un giovanissimo attaccante classe 1999. Si tratta di Andrea Rozzi, che ha partecipato al ritiro estivo a Fiumalbo con la Prima Squadra del Prato e che è andato a segno lo scorso anno per 33 volte militando negli Allievi Nazionali, comparendo diverse volte anche in Berretti dove è andato in gol due volte.
Ore 10.30 – (Gazzettino) A questo punto la sua situazione si complica, anche se resta in piedi l’ipotesi della Sambenedettese, nonostante i contatti tra le parti non sarebbero freschissimi. All’agente del giocatore ha chiesto informazioni anche il Feralpi Salò, ma si sarebbe trattato solo di una mezza chiacchierata. Non resta che attendere già oggi possibili sviluppi, come anche nel caso di Ilari, altro biancoscudato con le valigie in mano visto che non rientra più nei piani. Attorno all’esterno romano non sembra esserci in queste ore grande fermento, ma occhio agli scenari che può presentare anche a sorpresa il mercato quando arriva agli sgoccioli. Senza dimenticare che come eventuale paracadute ci potrebbe essere sempre il Delta Porto Tolle Rovigo, piazza tenuta ancora in considerazione dal giocatore pur dovendo scendere in serie D.
Ore 10.20 – (Gazzettino) A volerlo fortemente a Macerata è stato Federico Giunti, un passato da centrocampista nel Milan e da quest’anno alla guida dei marchigiani. «Ricevere la chiamata del tecnico è motivo d’orgoglio e anche questo ha inciso nella mia scelta. Conosco già qualche giocatore, vado lì in punta dei piedi a dimostrare che potevo starci tranquillamente anche quest’anno al Padova». Sembrava tutto fatto invece per Dionisi al Renate che sembrava disposto anche a mettere sotto contratto il giocatore per due stagioni, e invece ieri pomeriggio è arrivata la fumata nera. A fare saltare l’operazione una ripensamento della società lombarda: Dionisi avrebbe dovuto rimpiazzare un difensore in organico attualmente infortunato, ma dato che i tempi del recupero non saranno particolarmente lunghi, il Renate ha deciso di aspettarlo e di tirarsi indietro con il biancoscudato.
Ore 10.10 – (Gazzettino) «Mi sono salutato con il presidente Giuseppe Bergamin e con Bonetto – spiega Petrilli – che hanno avuto parole bellissime per me. Mi hanno rassicurato dicendomi di pensare a fare bene quest’anno, e poi di tornare alla base nella prossima stagione perché ci tengono. Sono le uniche parole belle che ho sentito sul mio conto in due mesi, nessun altro ha speso qualche parola per me. Mi fanno andare via un po’ con il sorriso, anche se fa male. Speravo che questo momento non arrivasse mai, anche se alla fine è meglio così dato che la situazione era diventata insopportabile». Petrilli comunque tornerà presto all’Euganeo, questa volta da avversario: il 18 settembre la Maceratese sarà avversaria dei biancoscudati. «Se dovessi segnare, di sicuro non esulterei per rispetto in chi ha creduto in me finora e per la maggiore dei tifosi che hanno avuto sempre parole belle nei miei confronti».
Ore 10.00 – (Gazzettino) Petrilli dice sì alla Maceratese, mentre sfuma il trasferimento di Dionisi al Renate. Sono queste le novità fatte registrare nelle operazioni in uscita ieri, giornata caratterizzata soprattutto dalla firma di Petrilli con il club marchigiano. L’esterno biancoscudato resterà ancora di proprietà del Padova (contratto fino a giugno 2018) dato che il suo passaggio è a titolo temporaneo, e ad accollarsi l’ingaggio sarà la Maceratese, a parte i primi due mesi dell’attuale stagione (luglio e agosto) che sono di competenza biancoscudata. Il giocatore ieri ha lasciato l’impianto alla Guizza nel pomeriggio, mentre i suoi ormai ex compagni erano in campo per l’allenamento, e ha raggiunto la sede biancoscudata dove è appunto arrivato via mail il contratto da firmare, che lo legherà per una stagione ai biancorossi. Per depositare il contratto manca solo la firma dell’amministratore delegato Roberto Bonetto, che sarà messa questa mattina.
Ore 09.50 – (Gazzettino) C’è poi da valutare se si dovesse prospettare un’occasione irrinunciabile dell’ultimo minuto. Il reparto a essere preso in considerazione potrebbe essere l’attacco per due ragioni: Neto Pereira, pur avendo finora sempre brillato, non è più giovanissimo mentre Germinale sta riprendendo da un lungo infortunio. È altrettanto vero però che se occasione deve essere, il profilo dovrebbe essere quello di un giocatore importante. E se dovesse magari anche pretendere di giocare, il rischio è quello di rompere l’equilibrio che si è creato nel gruppo, a maggiore ragione se i quattro big attualmente in rosa stanno tutti bene. Occhio comunque a questa possibilità, ed Eusepi potrebbe essere un nome, dato che sarebbe pronto a lasciare il Pisa. Intanto, ieri è ripresa la preparazione in vista del debutto casalingo di sabato alle 20.30 con l’Albinoleffe. Sbraga è rimasto a riposo precauzionale, mentre Filipe non si è allenato per un dolore al tallone.
Ore 09.40 – (Gazzettino) Oggi è il giorno di Davide Monteleone al Padova. Sarà formalizzato il suo trasferimento a titolo temporaneo dal Palermo, anche se in realtà già da alcune settimane si parlava del suo approdo all’ombra del Santo. Solo una questione di via libera dello staff medico rosanero, che è appunto arrivato, visto che il difensore centrale classe 1995 ha terminato la riabilitazione dopo essersi infortunato in marzo al ginocchio sinistro, con tanto di operazione al crociato anteriore, quando indossava la maglia della Ternana. Con il suo arrivo la difesa biancoscudata è al completo. Qualcosa in entrata comunque Giorgio Zamuner farà ancora in questi ultimi due giorni di mercato (chiusura domani alle 23), tanto che si recherà oggi a Rogoredo per seguire da vicino le operazioni. Di sicuro serve un vice di Madonna sulla corsia destra, e al riguardo il diggì sembra avere già il colpo in canna: si tratta di un profilo giovane, che al momento però preferisce tenere celato nel più stretto riserbo, onde evitare che la stessa idea possa venire magari in mente a qualche altra squadra che sta cercando un elemento simile in quel ruolo.
Ore 09.30 – (Gazzettino) «Prenderemo il Padova a calci nel c…». Questa l’infelice uscita di Joe Tacopina, presidente del Venezia, in occasione della presentazione della squadra in una chiatta nel bacino di San Marco avvenuta ieri. Sul palco il patron americano ha pronunciato la frase in inglese, innescando i conseguenti cori dei tifosi neroverdi contro la squadra biancoscudata e il classico «chi non salta, indirizzato sempre ai cugini padovani» da parte dei giocatori. Su Facebook l’immediata replica dell’amministratore delegato biancoscudato Roberto Bonetto: «Caro presidente, si evince sempre di più che i soldi non ti fanno diventare un signore. Buon campionato e ci vedremo a Padova». Giovedì sera al parcheggio sud dell’Euganeo, nell’ambito di “Appiani in Festa”, la presentazione del Padova nella speranza che l’asticella della tensione, a quasi tre mesi dal derby, non si alzi troppo.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Se tutte e due le cessioni dovessero andare in porto, il dg Giorgio Zamuner acquisterebbe un esterno destro come vice – Madonna (ieri il padre Armando, ex bandiera del Piacenza, ha fatto visita alla società ai campi della Guizza) e potrebbe anche mettere la ciliegina sulla torta. Zamuner stesso ha ammesso di valutare l’ingaggio di un altro attaccante e pare che Umberto Eusepi abbia lanciato chiari segnali di voler venire a Padova, vista la situazione disastrosa del Pisa. Ingaggio proibitivo, ma profilo di altissimo livello, anche se il dubbio della società e di Oscar Brevi è quello di sovraffollare un reparto che consta già di interpreti di primissimo livello come Altinier, Neto Pereira e Alfageme, oltre al convalescente Germinale. Zamuner, però, sta valutando un colpo in extremis, la classica ciliegina sulla torta per far sognare Padova. Del resto ieri da Venezia è arrivato il proclama del presidente Joe Tacopina, che ha pronunciato sul palco di Riva Sette Martiri un significativo «We’ll kick Padova’s ass!»… Su Facebbok la risposta dell’amministratore delegato Roberto Bonetto: «Caro presidente si evince sempre di più che i soldi non ti fanno diventare un signore.Buon campionato e ci vedremo a Padova».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) E’ stata una giornata a dir poco frenetica, quella di ieri per il Padova. È andata in porto la cessione di Nicola Petrilli in prestito secco alla Maceratese, che pagherà l’intero ingaggio del giocatore (40mila euro netti, ai quali andrebbero sommate le due mensilità già percepite) e che lo presenterà oggi. Petrilli, che aveva ricevuto proposte da mezza Lega Pro (Lucchese, Ancona, Prato, Siracusa, Albinoleffe, Pro Piacenza, Taranto, giusto per citarne alcune) lascia dunque la città del Santo e da oggi sarà ufficialmente un ex biancoscudato. Giocherà nello stesso girone del Padova e non bisognerà attendere molto per vederlo nuovamente all’opera all’Euganeo, visto che alla quinta giornata è in programma proprio Padova-Maceratese. Nemmeno venti giorni, dunque, e il 18 settembre Petrilli sarà nuovamente in campo, ma da avversario. Frena, al contrario, la trattativa che avrebbe dovuto portare Matteo Dionisi in un club di Lega Pro del girone A (le indiziate sono Renate o Giana Erminio). A questo punto resta in ballo soltanto la Sambenedettese, che però non si è più fatta viva negli ultimi giorni. Non sorprenderebbe, dunque, se Dionisi rimanesse in biancoscudato. Dovesse accadere, il giocatore potrebbe essere messo fuori lista, quantomeno se Marco Ilari non venisse ceduto. Al momento l’unica opportunità reale è il Delta Rovigo, anche se la Casertana pare sarebbe disponibile nonostante il no del giocatore recapitato una decina di giorni fa a rinnovare la sua proposta biennale. Fondi e Viterbese, così come Lupa Roma e Racing Roma, non hanno mostrato interesse verso il giocatore.