Ha vinto tre campionati di serie D alla guida di Rovigo, Pordenone e Padova, centrando inoltre i play off sulla panchina della Sacilese. Sono in pochi a conoscere quella categoria come Carmine Parlato e l’ex, amatissimo, tecnico biancoscudato, a due settimane dall’inizio del torneo – il 4 settembre la prima giornata – svela la carte sul girone C che vedrà in campo le quattro portacolori padovane, con l’ipotetica griglia di partenza e qualche utile consiglio per potere raggiungere i rispettivi obiettivi. In questa stagione, dopo le partecipazioni di Padova e Venezia, manca la “big” di turno estromessa dal professionismo destinata a sbaragliare il campo, ma in termini di difficoltà e blasone, secondo Parlato, il campionato non si è certo ridimensionato. «Anche se non fallita in tempi recentissimi – esordisce – tale ruolo è sicuramente ricoperto dalla Triestina. L’anno scorso si è salvata e ora la società si è messa in ordine per fare le cose che servono. Quanto a tradizione è infatti la compagine con qualcosa in più delle altre, oltre a una tifoseria che può dare la spinta giusta, ma il tutto va gestito bene per evitare che le pressioni possano diventare un boomerang». Vicino ai giuliani Parlato mette il Campodarsego: «Dopo quanto di straordinario fatto nella passata stagione è sempre difficile ripetersi, anche perchè ora portare quel nome pesa e gli avversari scendono in campo con uno spirito diverso. Sarà la squadra da battere, ma conosco la serietà della società che ha fatto gli acquisti giusti per mantenere gli obiettivi e restare in prima fascia e la serenità dell’ambiente. Sono arrivati elementi di qualità e Cunico è un allenatore che sa il fatto suo, senza dimenticare Bedin, simbolo della squadra e di Campodarsego». Le tante novità in panchina e in campo possono essere state dettate dalla volontà di evitare cali di tensione in una piazza di piccole dimensioni? «C’è anche da dire che negli ambienti con minore pressione mediatica i giovani pagano meno dazio, ma dall’esterno penso che a prevalere su tali fronti sia soprattutto l’obiettivo societario». Le altre prime della classe? «Sono ben attrezzate Mestre, Alto Vicentino e altre compagini, penso a Belluno, Virtus Vecomp e Arzignano, che hanno il dovere di lottare in vetta». E poi ci sono le altre padovane. «L’Este ha puntato per la panchina su Michele Florindo che è alla sua prima esperienza per cui la società dovrà stargli vicino per farlo lavorare con tranquillità. In generale il campionato non è facile ed è importante trovare sin dall’inizio un assetto di squadra. In questa categoria, poi, conta il sapere trovare i punti deboli dell’avversario e colpire perché gli errori incidono molto più che in Lega Pro. È utile dunque conoscere chi si affronta e sapere leggere bene la gara». Non manca un accenno al reparto offensivo estense: «Dopo Lasagna e Mastroianni (appena girato dal Carpi all’Albinoleffe, ndr), vediamo chi tirano fuori questa volta, in società sono molto preparati». Un altro esordiente in serie D è Vincenzo Italiano che guiderà la Vigontina San Paolo: «Anche a lui va il mio grande in bocca al lupo. Conosco qualche giocatore e leggo di una squadra già organizzata e bella da vedere, ma le insidie possono essere sempre dietro l’angolo per tutti. Da quasi matricola bisogna fare in modo di partire con grande entusiasmo, ma con i piedi per terra». Capitolo Abano. «Luca Tiozzo è un tecnico che conosce la categoria, poi ci sono Andrea Maniero e il presidente Rizzato che è una persona seria. Ritengo che la società abbia voglia di stupire e fare un campionato come quelli passati dell’Este. Per questo servono la solidità e la continuità che in parte è mancata nello scorso torneo, ritengo per il fatto di avere puntato molto sui giovani». E a proposito di giovani, ecco il consiglio di Parlato: «Abbiate umiltà e ascoltate i consigli dell’allenatore e dei compagni più esperti per maturare, trovare continuità professionale ed evitare di andare dalle stelle alle stalle». Inevitabile anche un riferimento all’esonero di fine novembre con il Padova. «Un’annata in cui pure io ho commesso degli errori, ma penso che con un po’ di tempo in più e con la società maggiormente vicina, insieme saremmo potuti uscire da quel momento critico. Ormai è acqua passata, saluto di cuore tutti i tifosi e dico loro di stare vicini alla squadra e alla società. Quanto a me, vorrei ripartire da dove ho lasciato e dalla categoria che mi ero conquistato nel due anni precedenti».
(Fonte: Gazzettino)