Mettetelo dietro le punte e chiedetegli espressamente di risolvere la gara, difficilmente ci riuscirà: nel secondo tempo del match di Coppa Italia con il Seregno fu proprio così. Lasciatelo, invece, giostrare in quella zona del campo dove di solito si trova, e da un momento all’altro potrebbe nascere qualcosa di inatteso. Francesco Dettori è questo, prendere o lasciare: l’anarchia al servizio della squadra, la sana follia di chi sa di avere mezzi tecnici superiori e riesce a padroneggiarli con una leggerezza quasi innaturale. Sabato, contro il Carpi, l’ultima “perla” di un precampionato da stropicciarsi gli occhi: prima il numero al limite dell’area, poi il dribbling che ha messo a sedere Blanchard – uno che l’anno scorso segnava allo Juventus Stadium – come un dilettante, creando i presupposti per il gol dell’1-0 del Padova. Questo è il centrocampista sardo: un giocatore di puro estro, capace di creare dal nulla la giocata più difficile, senza curarsi di ciò che gli succede intorno, come fosse dentro una “bolla” tutta sua.
«È vero, da questo punto di vista mi ritengo un calciatore un po’ anarchico», ammette l’ex Carrarese. «Quando ricevo la palla e mi metto in testa di metterla in profondità, lo faccio. A volte capita di peccare di precisione, ma l’idea è sempre quella di cercare di essere più utile alla squadra». E vederlo giocare, se in giornata, è uno spettacolo: prima ancora che la palla sia tra i suoi piedi, si ha l’impressione che nella testa sia già nata la giocata successiva. «Io cerco di provare sempre la giocata decisiva, quella che finalizza un’azione, non sono uno che è portato molto a giocare in avanti o a verticalizzare. E se poi arrivano i gol, come in questo inizio di stagione, diventa tutto ancora più bello». Calcio di punizione e bordata dalla distanza erano stati i suoi biglietti da visita nel ritiro di Mezzano, sabato è arrivata anche l’incursione in area ad ampliare ancora di più il repertorio.
«Ormai manca solo il colpo di testa, ma ci sarà da aspettare parecchio prima di vederlo», sorride Dettori, ironizzando sulla natura che ha preferito riservargli la finezza nei piedi, concedendo qualcosa all’altezza. «Ma la cosa più importante è aver fatto passi in avanti come squadra. Sabato abbiamo cercato di invertire un po’ la rotta rispetto alle ultime amichevoli e siamo entrati con la testa giusta per cercare di non subire l’avversario. Nei primi 25’ abbiamo fatto molto bene, tenendo ritmi altissimi, e, anche se poi il Carpi è venuto fuori, rimane la soddisfazione di aver disputato un primo tempo all’altezza di una formazione superiore». Da oggi, nonostante mercoledì sia previsto l’ultimo test, il tempo delle amichevoli può già considerarsi concluso: tra cinque giorni c’è la Sambenedettese in trasferta, a battezzare un campionato da affrontare a testa alta. «Un inizio molto difficile, la Samb è l’avversario peggiore da incontrare alla prima di campionato: arriva da una promozione, troveremo un ambiente caldo e carico di entusiasmo, ma noi abbiamo tutte le carte in regola per fare la nostra partita».
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)