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Ore 22.50 – (Il Piccolo) Partita dai due volti per la Triestina, con una certezza. Se il reparto offensivo si mette a giocare la palla, per le difese avversarie saranno dolori, e non a caso a decidere l’incontro nella ripresa ci hanno pensato Serafini, Franca e Dos Santos. L’ex giocatore del Venezia, autore del gol che ha sbloccato il risultato a inizio ripresa, dice la sua sull’incontro che porta l’Unione al primo turno effettivo di Coppa Italia. Serafini, partita dai due volti, con l’attacco che si è scatenato nella ripresa. «E’ normale, dobbiamo avere il tempo di conoscerci un po’. Il primo tempo abbiamo cercato di imporre il nostro gioco e tenere alto il ritmo, ma cercavamo la profondità troppo presto, nel secondo tempo siamo stati molto più equilibrati e abbiamo trovato diverse geometrie in più. Complice un calo del Cordenons, e nonostante qualche problema di gestione della palla, siamo riusciti a imporci. Sono le prime partite, abbiamo tutto il tempo per migliorarci». Era importante disputare una partita al Rocco, per testare il terreno e gli spazi in vista del campionato? «Certo, era importante per le distanze, ma anche a livello emotivo era fondamentale giocare qui al Rocco». In qualche modo questa partita sarà simile all’esordio in campionato contro la Pievigina, altra neopromossa. Sono sempre partite insidiose… «Dobbiamo essere sempre sul pezzo, avere una nostra idea di gioco ed esprimerla. Non sempre ci si riesce, perché possono subentrare delle difficoltà ma uniti e compatti bisogna superarle. Ben vengano le difficoltà perché ci aiutano a capire i limiti di questa squadra». Soddisfatto anche il centrocampista Filippo Carraro, classe ’97. «Il Cordenons si è mostrata una formazione compatta, con alcuni innesti importanti come Maccan, non è stata una gara semplice ma abbiamo una squadra con molta qualità e lo abbiamo dimostrato trovando per tre volte la via del gol». Avete sopperito ad alcune assenze importanti in mediana.. «Abbiamo una rosa composta da 25 giocatori, la qualità non manca». Dove dovete migliorare? «Dobbiamo ancora conoscerci bene dal momento che siamo tutti nuovi, e questa è un’arma a nostro sfavore, comunque ci stiamo impegnando ogni giorno di più». L’effetto di giocare al Rocco? “Io provengo da una Primavera per cui non sono abituato a palcoscenici come il Rocco, ad ogni modo è stata un’emozione grandissima e mi fa molto piacere essere alla Triestina».
Ore 22.40 – (Il Piccolo) Missione compiuta. Il tecnico Antonio Andreucci esce dalla sua prima partita al Rocco vincente e nel complesso soddisfatto per il successo sul Cordenons, che permette alla sua Triestina di avanzare in Coppa Italia, anche se ammette che nella prima frazione la squadra ha incontrato qualche difficoltà: «Nel primo tempo eravamo un po’ timidi, le opportunità le abbiamo avute ma le abbiamo sfruttate poco. Loro stavano molto alti e noi abbiamo sfruttato poco la profondità, anche se quando siamo riusciti l’abbiamo fatto discretamente. C’è da dire che loro hanno iniziato con un grande ritmo e per mezz’ora ci hanno messo in difficoltà. Del resto siamo una squadra nuova che deve crescere tanto». Però va anche detto che la Triestina, nella ripresa, ha cambiato davvero marcia: «Nel secondo tempo – dice Andreucci – siamo rimasti compatti e siamo venuti fuori bene, abbiamo iniziato a un gran ritmo e sono contento che gli attaccanti siano andati tutti in rete. E sono molto contento anche per Brandmayr, un ragazzino del 1999 che ha fatto un’ottima partita. Direi che complessivamente è stato un buon inizio». Andreucci all’inizio a sorpresa ha schierato tutti e quattro gli attaccanti, solo che Bradaschia nel 4-3-1-2 è stato utilizzato a centrocampo. Una sorta di esperimento che ha dato buoni frutti: «Bradaschia è un giocatore che può ricoprire molti ruoli – spiega il mister – davanti può giocare praticamente in tutte le zone e anche in mezzo ha fatto bene. Quando il campo si è aperto nel secondo tempo è diventato determinante, si sono aperti gli spazi e lui ci ha messo spesso in superiorità numerica e poi ha attaccato anche l’esterno facendo in pratica un doppio lavoro. E poi ho voluto schierare tutti i tre davanti perché Dos Santos ha bisogno di giocare per entrare in condizione». Il gol preso nel finale, secondo Andreucci, è il chiaro segnale che in questa categoria non ci si può mai rilassare, nemmeno per un attimo: «Prendere gol non fa mai piacere: sul 2-0 ci siamo rilassati un attimo e davanti loro hanno dei buoni giocatori. In serie D qualsiasi squadra in attacco ha dei giocatori che possono far male, ed è importante vedere già ora vedere quali difficoltà possono venire dagli avversari. Ma ripeto, abbiamo tantissimi giocatori nuovi».
Ore 22.30 – (Il Piccolo) Cominciare con il pubblico (non molto numeroso) che intona la Marinaresca. Cominciare con un 3-1 in Coppa Italia anche se con la neopromossa in D Cordenons. Cominciare dal Rocco dove si era finito con il fallimento e con una risicata salvezza ai play-out con il Dro. È un bel cominciare. Anzi è un ricominciare con l’obiettivo di tornare competitivi. Buono il risultato, meno il gioco specie nel primo tempo. Ma con una squadra totalmente rinnovata bisogna avere pazienza anche se di pazienza Trieste ne ha già avuta tanta. Almeno con il calcio e non solo. Ma una certezza c’è. La Triestina allestita da Milanese e forgiata da Andreucci ha un attacco che da queste parti non si vedeva da anni. Serafini, França e Dos Santos ieri hanno affondato Mattielig, Zubin e compagnia. Con la naturalezza di chi può pungere sempre anche dopo un primo tempo nel quale mai l’Alabarda ha centrato lo specchio della porta. Squadra statica (con il baby Brandmayr in difesa a sinistra) nei primi 45’, nonostante il coraggio di Andreucci di inserire un mezzo attaccante come Bradaschia nei tre di centrocampo (Frulla e il giovane Carraro). Poca iniziativa al cospetto di una squadra friulana ordinata e ben orchestrata sulla mediana da Mattielig. Anzi proprio dall’ex arriva l’unica occasione: tiraccio da venti metri (18’) che non coglie impreparato il portiere Voltolini. Per il resto tanti sbadigli. Possibile che la Triestina ambiziosa sia tutta qui si chiedono gli spettatori sferzati dal vento? Ci pensa subito capitan Serafini a far salire i giri del motore alabardato. França si ricorda che un attaccante di razza deve puntare alla porta dimenticando la timidezza: il brasiliano offre assistenza al lungagnone ex Venezia ma il piattone va fuori di poco dopo soli 3’. Serafini poi tenta la magia di tacco e per poco non fa esplodere il Rocco. Ma non c’è due senza tre e al 7’ arriva la rete. França fa fuori a destra Guizzo. Il traversone è preciso come il destro di Serafini che non lascia scampo a Bortolin. L’Unione finalmente si distende e può dar fiato ai suoi cavalli. Bradaschia comincia a ingranare e il suo cross trova la testa di França ma l’impatto non è preciso al 10’. Ma il centravanti dopo 10’ riesce a rompere il ghiaccio al Rocco. Dos Santos irrompe a sinistra offrendo una palla d’oro al bomber che gonfia la porta sotto la Furlan. Il match sembra chiuso ma l’ingresso di Zubin ridona vitalità al Cordenons mentre l’Unione tira colpevolmente il fiato. E puntalmente arriva la rete degli ospiti con un colpo di testa di Maccan con i centrali alabardati piuttosto distratti. La Triestina rimette in gioco il risultato ma non dà la sensazione di essere inferiore ai friulani. E ancora una volta è una delle sue punte di diamante a mettere a posto il destino del match. Il portiere Bortolin è impacciato e la forza e l’esperienza di Dos Santos non perdonano. Il sinistro dentro l’area è preciso e cala il sipario su questa prima alabardata. Domenica si giocherà a Tamai ancora in Coppa Italia. Ma tutti aspettano il match di campionato del 4 settembre al Rocco con la Pievigina. I ragazzi di Andreucci hanno due settimane per crescere. I tifosi hanno quindici giorni per credere a una squadra e a un progetto che può dare soddisfazioni. E soprattutto quei gol che al Rocco negli ultimi anni sono arrivati con il contagocce.
Ore 22.10 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Sarà il Montebelluna il primo avversario dell’Ital-Lenti Belluno in partite ufficiali. Ieri, infatti, la compagine di Gianfranco Fonti ha superato il Careni (1-0) nel turno preliminare di Coppa Italia. E domenica (ore 16) sarà di scena al polisportivo, in quello che, per i gialloblù di Vecchiato, è l’esordio in Coppa. Insomma, si inizia a fare sul serio. Una domanda, quindi, nasce spontanea: come sta il Belluno? Come arriva alla sfida a eliminazione diretta? A giudicare dal pre-campionato, verrebbe da rispondere in maniera positiva: nel senso che il calcio d’agosto è spesso ingannevole, ma le certezze appaiono superiori rispetto ai punti di interrogativi. E non solo perché, dopo il passivo in Olanda (1-3 con l’Amsterdamsche, a preparazione appena decollata), sono arrivate cinque vittorie in serie. PRIMA CERTEZZA: IL GRUPPO – L’ossatura è rimasta quella delle scorse stagioni. E la squadra ha una assunto subito un’identità nitida e precisa. Quando hai veterani come Bertagno, Duravia e Corbanese, gente che alla qualità abbina l’esempio quotidiano in allenamento, inserire i nuovi innesti diventa molto più semplice. Se non addirittura automatico. SECONDA: LA CONTINUITÀ TECNICA – Roberto Vecchiato è al quarto anno sulla panchina gialloblù. Per questo, la sua filosofia è ormai chiara. E tende a essere assimilata con naturalezza: possesso palla, dominio del gioco, velocità di esecuzione sono i pilastri su cui si basa il «credo» del mister. Il gruppo lo segue. Anche a costo di prendere qualche rischio. TERZA: IL COBRA – Va bene il collettivo, va bene l’affiatamento generale. Ma il Belluno può contare anche su individualità importanti. Una in particolare. E risponde al nome di Simone Corbanese: il capitano è già in formato Re Mida. Ogni pallone toccato si trasforma in oro. Sì, perché il Cobra è andato a segno in tutte, ma proprio tutte le partite in cui è stato chiamato in causa: dal test in Olanda fino al triangolare con Plavis e San Giorgio Sedico, passando per il gol-partita contro il Nervesa, la doppietta col Lignano e la tripletta col Bleggio. Un bomber di simile caratura, in serie D, è introvabile.
Ore 21.50 – (Il Centro) Inizia oggi, per il Teramo, la settimana che conduce al debutto in campionato in programma sabato a Lumezzane (ore 16.30). Mercoledì, alle 21, la rosa biancorossa 2016-2017 verrà presentata ai tifosi in piazza Martiri della Libertà. Ci sarà o no Stefano Amadio? Il momento della verità è arrivato. Il tecnico Lamberto Zauli, a tal proposito, fissa un ultimatum: «Entro oggi o domani Amadio è dentro o fuori per me. Gli abbiamo dato, giustamente, l’opportunità di ambire ad una categoria nella quale merita di giocare. Lui, finora, si è comportato in maniera impeccabile ragionando sempre da giocatore del Teramo e allenandosi al meglio. Attendiamo gli sviluppi, ma è chiaro», aggiunge Zauli, «che chi salirà sul palco di piazza Martiri, mercoledì sera, farà parte del Teramo di quest’anno». Siamo alla resa dei conti, dunque, per il tormentone estivo che ha caratterizzato il mercato biancorosso. In caso di divorzio con Amadio arriverà probabilmente una mezzala, dando così piena fiducia a Petermann, in cabina di regia, o adattando all’occorrenza qualche elemento già in rosa come Carraro e Di Paolantonio. Uno dei papabili per coprire l’eventuale casella lasciata libera da Amadio è il 38enne Gaetano Vastola, ex Virtus Lanciano. «Il curriculum di Vastola parla da solo», dice Zauli, «le referenze sul suo conto sono positive, nonostante la carta d’identità. E’ tra i profili da tenere in considerazione». Il camerunense Kelvin Matute, invece, è un obiettivo ormai irraggiungibile (rinnoverà con la Casertana). VERSO IL DEBUTTO. Il Teramo può concentrarsi sulla trasferta di Lumezzane contro i rossoblu bresciani allenati da Antonio Filippini. L’amichevole di sabato con il Perugia, persa di misura nel finale (1-2), ha messo in mostra i progressi del Diavolo al cospetto di una formazione di categoria superiore. «Abbiamo fatto una buona partita cercando di esprimere il nostro gioco e mostrando una buona intensità», commenta Zauli, «peccato per il risultato, ma adesso pensiamo al campionato. Ho ricevuto risposte positive sul piano del possesso palla e dell’aggressività. Il modulo? Stiamo dando continuità, fin dal primo giorno di ritiro, al 4-3-1-2. E’ un sistema di gioco che ci dà la possibilità di palleggiare, di essere pericolosi e di dare imprevedibilità alla manovra. Carraro è un elemento molto importante per noi. E’ in grado di fare tutto». Tra gli aspetti positivi del test con il Perugia, i rientri di Ilari e Speranza, la crescita di Sansovini e il buon impatto dei subentrati Forte e Placido. Discreto l’ingresso di Antonio Croce, ex Monopoli, sul quale però pesa il gol clamorosamente sbagliato prima del vantaggio perugino. Croce, tra l’altro, non è ancora riuscito a trovare la via della rete in maglia biancorossa. Il Lumezzane, dal canto suo, ha giocato ieri con la Giana Erminio nella Coppa Italia di Lega Pro. REBUS PETRELLA. A breve se ne saprà di più sui tempi di recupero di Mirco Petrella, costretto a lasciare il campo per infortunio durante l’amichevole di sabato. Stando ad una prima diagnosi fatta dallo staff medico del Teramo il giocatore di Pratola Peligna, classe 1993, ha riportato un trauma al tendine achilleo della gamba sinistra. Ieri Petrella era segnalato in netto miglioramento, facendo filtrare cauto ottimismo per una rapida ripresa. Bisognerà attendere altri controlli, in programma oggi, per capire se ci sono margini di recupero in vista di Lumezzane o se l’esterno di scuola Pescara dovrà rimanere ai box per qualche giorno. La sfortuna, comunque, continua a bersagliare Petrella, già vittima di diversi guai fisici in passato. Nel pomeriggio odierno la ripresa degli allenamenti e l’inizio della settimana-tipo che precede solitamente gli impegni di campionato.
Ore 21.30 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova ritorna in campo intorno alle 17 per cominciare la preparazione in vista del match di sabato sera ad Ancona, che aprirà il girone B del campionato. Mister Luca Prina potrà valutare le condizioni di Luca Maccabiti, uscito malconcio della disastrosa partitella con la Virtus Vecomp: l’attaccante sembrava lamentare un problema all’inguine, la cui entità verrà valutata oggi. In difesa il tecnico spera di riuscire a centrare l’en plein, con i recuperi degli infortunati Carini e Cristini e di Siniscalchi, anch’egli alle prese con un problema fisico. Dovrebbe essere a disposizione anche Menini, quest’anno destinato a giocare parecchie delle 38 partite in programma. A centrocampo due i punti di domanda, riguardanti le condizioni di Ibrahima Sene Pape, alle prese con un affaticamento muscolare, e di Gaetano Caridi, da qualche giorno alle prese con una distorsione. Da valutare anche l’ipotetico recupero di Enzo Di Santantonio, dopo la lunga assenza per infortunio e le cure effettuate in Francia. In attacco andrà valutata anche la tempistica di rientro del bomber Francesco Ruopolo, che sabato ha messo a segno un gol e che per la prima volta nella stagione ha giocato più di un’ora. Per domani è prevista una doppia sessione di allenamento, mercoledì nuova seduta pomeridiana poi giovedì mattina e venerdì mattina la squadra completerà la preparazione e nel pomeriggio partirà per Ancona. La settimana sarà decisiva per portare a termine la documentazione riguardante il tesseramento del difensore italoargentino Juan Pablo Gargiulo, che è arrivato la scorsa settimana dal Marbella ma che, disponendo anche del passaporto italiano, dovrebbe essere tesserabile in tempo per essere disponibile per Ancona.
Ore 21.20 – (Gazzetta di Mantova) Diciassette giorni sono trascorsi dal passaggio di quote Acm ma degli acquisti promessi per rafforzare il Mantova non c’è traccia. Il solo arrivo dell’italoargentino Juan Pablo Gargiulo grazie all’amicizia del vice presidente De Sanctis con il ds del Marbella Alessandro Gaucci pone in chiaro deficit il bilancio attuale dei soci di maggioranza della Zoldan srl (non quella “vera”, ma quella creata il 3 maggio con capitale 10.000 euro) che al loro arrivo avevano chiesto “positività, pazienza e fiducia” senza nemmeno dare a Musso e Di Loreto (o ai soci mantovani) il becco d’un quattrino. Mancano 5 giorni al via del campionato e dell’ad Enrico Folgori non c’è traccia, magari ieri era all’Olimpico a vedere la sua Lazio oppure in giro per i fatti suoi con gli amici De Simoni, Barberis e Casseri (l’amministratore della Zoldan “povera”). Intanto il Mantova ricomincia oggi, dopo le sei sberle veronesi di sabato, a prepararsi per uscire con dignità dal primo match stagionale, sabato ad Ancona. La tifoseria mantovana ha confermato anche sabato di voler dare alla squadra “positività, pazienza e fiducia” senza nemmeno fischiare una giornata orrenda nella storia Acm. Ma si vede che la pazienza sta finendo ai minimi termini. Non è ammissibile che i nuovi padroni del Mantova restino a 500 km di distanza e non abbiano portato a termine nei 17 giorni da quando sono al vertice dell’Acm uno straccio d’acquisto degno di questo nome. Se qualcuno fa notare questi fatti ai dirigenti viene posto ai margini, viene considerato alla stregua di un cospiratore però mai pensiero fu più sbagliato ed emblema di una concezione sbagliata del rapporto con una città e la sua gente. In Viale Te il barometro annuncia tempesta, per frasi o esternazioni a metà di importanti dirigenti che lasciano intendere come in effetti anche chi dovrebbe essere graniticamente sicuro della solvibilità di chi ha il 75% delle quote non è più tanto di quell’idea. Sarà perchè i contanti o i chèques finora sono rimasti nel cassetto delle buone intenzioni ma non escono? L’annunciato termine del 20 agosto per la consegna di 100.000 euro (o 150.000, o 200.000 a seconda della fonte) quale primo tangibile segno della volontà della “Zoldan povera” è trascorso, magari perché era sabato non è stato possibile soddisfarlo. Magari lo sarà oggi, magari… Intanto il centrocampista del Latina Paolo Regoli è rimasto dalle sue parti e non è più così sicuro che arriverà a rinforzare l’organico a disposizione di mister Luca Prina; intanto i croati Glavica e Skolnik sono svaniti col loro procuratore e il presidente Musso, dalla Sicilia, dice che per il centrocampista Pirrone (ex Trapani) se ne riparla mercoledì, a tre giorni dal debutto. Anche il sindaco Mattia Palazzi, dopo il comunicato di sabato, si aspetta un pronunciamento serio da parte di chi gestisce il calcio biancorosso. Già, chi? Forse De Sanctis, che all’apparenza pare il meno “colpevole”? Spiace solo che la risposta non sia sulla Settimana enigmistica…
Ore 21.00 – (Gazzetta di Modena) A provare a ricaricare tutto l’ambiente, dando un chiaro segnale su come intenda restare e riscattarsi con la maglia gialloblù, è stato Nicolò Manfredini. Il portiere ferrarese, sabato, ha pubblicato sul profilo Instagram personale una foto molto apprezzata ed altrettanto condivisa da decine di tifosi: un abbraccio tra lui e Pablo Granoche al termine della gara giocata al Braglia contro il Perugia il 19 aprile scorso, l’ultima vittoria del Modena in campionato e l’unica nelle ultime 12 partite della passata stagione. Come didascalia della foto, un lungo messaggio dedicato a se stesso, ai compagni di squadra ed ovviamente anche ai tifosi: “Voglio ripartire da qui. Uno dei pochi momenti di gioia della stagione passata. Questa partita ci ha visti vincere 3 a 0 dandoci la speranza di crederci ancora per la salvezza. Anche se purtroppo sappiamo tutti come sia finita, ora è un’altra storia. Tra 7 giorni esatti ripartono le sfide. Le battaglie su quel rettangolo verde. Io ci credo”. Tra i tanti hashtag – cioè gli slogan o le parole chiave scelte come accompagnamento – anche un “non succede, ma se succede” che lascia ben trasparire quanta convinzione ci sia all’interno della squadra di poter far bene e vivere una stagione all’insegna del riscatto, in particolare perché a dirlo è uno dei giocatori più esperti dell’intera rosa. E se quella bella foto di un abbraccio con Granoche avesse un ulteriore significato, un messaggio implicito nel quale il protagonista è proprio il Diablo? I tifosi lo sperano sempre, ma come già spiegato questo è al momento un semplice sogno probabilmente irrealizzabile. Meglio pensare alla realtà, provando a guardarla con l’ottimismo e la carica di Manfredini per provare a superare il primo, durissimo ostacolo, il derby di sabato contro la corazzata Parma.
Ore 20.50 – (Gazzetta di Modena) Meno di una settimana al debutto in campionato, il derby con il Parma in programma al Braglia alle 20.30 di sabato, e pochi giorni in più alla fine del calciomercato, che chiuderà i battenti alle 23 di mercoledì 31 agosto. Appuntamenti e scadenze che da oggi il Modena vedrà sempre più vicini, con l’obiettivo di non farsi trovare impreparato. La squadra vista all’opera in tutto il precampionato ha evidenziato aspetti positivi ma anche limiti che dovranno essere colmati con le ultime operazioni di mercato. Partiamo dai primi, che vedono nell’entusiasmo di Simone Pavan e dei tanti giovani a sua disposizione, nella loro predisposizione al lavoro quotidiano e nel tentativo di creare un’identità di gioco ben precisa il punto di forza sul quale costruire una stagione, prima di tutto per riavvicinarsi ai tifosi. Tutto questo, però, non può bastare se non supportato da una rosa completa. Proprio qui, inevitabilmente, entrano in gioco le strategie di mercato, quelle per le quali non si può contare su un portafoglio in grado di garantire veri colpi senza aspettare i saldi. Le ambizioni, dunque, si potranno eventualmente costruire strada facendo, ma la partenza sarà inevitabilmente a fari spenti. Del resto, il ds Pavarese e mister Pavan hanno mai voluto illudere i tifosi, sperando in cuor loro che il lavoro di questi mesi possa comunque tradursi in risultati soddisfacenti. Dagli ultimi dieci giorni di mercato si capirà molto della stagione del Modena. Partendo dagli attuali pezzi pregiati della rosa, il cui destino è potenzialmente in bilico fino al gong di fine trattative. Dando ormai per scontata la partenza di Rubin (Avellino e Vicenza in pole, ndr), si dovrà fare di tutto per trattenere Giorico ed Osuji. Su entrambi negli ultimi giorni si sono spente quasi tutte le voci, dovesse partirne uno ci si butterebbe sullo svincolato Giovanni La Camera, già contattato. La permanenza degli ultimi big rimasti sarebbe già una prima, buona notizia in attesa di trovare quelle due o tre pedine che attualmente mancano alla rosa, a livello di qualità e soprattutto esperienza. La priorità, come ormai si ripete da giorni, è trovare una punta che possa garantire una stagione da doppia cifra. Il sogno di convincere Pablo Granoche a tornare, o meglio a restare, potrebbe svanire già oggi, quando ci sarà un nuovo tentativo per il Diablo da parte della Salernitana. Senza dimenticare che l’attaccante uruguaiano dovrebbe scegliere non i soldi ma il cuore. Si cerca anche un giocatore più duttile, che possa fare l’esterno così come il trequartista, ed in tal senso un nuovo giocatore sondato è Tommaso Bellazzini (’87), che dopo essersi svincolato dal Pavia si sta allenando con il Viareggio.
Ore 20.30 – (Gazzetta di Reggio) Via Agosti, ore 17.30. Da oggi pomeriggio la Reggiana inizia a fare sul serio perchè il campionato è alle porte con la sfida inaugurale di Bassano prevista per sabato alle 20.30. Daniele Pedrelli infortunato da tempo e Dario Maltese che non si allena da 15 giorni (ufficialmente per un problema al ginocchio), sono i due grandi punti interrogativi in vista del match d’esordio, dato che inizialmente rientravano tra i papabili titolari nella truppa del mister Leonardo Colucci: sarà molto difficile averli a disposizione in Veneto, più plausibile invece il recupero in panchina dell’altro granata che ha saltato la sfida di sabato col Massa Lombarda, cioè Christian Maldini. Proprio l’amichevole di Scandiano, considerando soprattutto i primi 45′ di gioco dove si è visto un undici molto simile a quello che vedremo al “Mercante”, ha ribadito come la squadra possa essere straripante davanti, avendo creato almeno una ventina di palle gol anche se l’avversario era di categoria inferiore, mentre diverse cose vanno registrate tra la linea arretrata ed il centrocampo. Quest’ultimo reparto, in particolare, denota ancora mancanza di amalgama con gli altri due settori, oltre a dover dimostrare un pizzico di personalità in più sia in fase di proposizione all’azione che in fase di copertura. Detto questo, le rivali dei granata nel torneo che va a cominciare non sono certamente tutte al top giudicando dai risultati delle amichevoli del weekend – ma è solo calcio d’agosto – però è roboante il 6-1 con cui il rinforzato Feralpisalò ha liquidato il Brescia (serie B), peraltro la formazione lacustre fu eliminata in trasferta a fine luglio proprio dalla Reggiana in Tim Cup, così come il Padova ha trovato un buon 1-1 contro il Carpi. Si registra invece la prestazione in chiaroscuro per il Modena che vince 2-1 (ma non convince) con la Correggese, mentre il Mantova viene sepolto in casa 6-2 dalla… Virtus Vecomp. Tra le società sulla carta più forti, bene il Pordenone di Rachid Arma (doppietta per lui) che fa 3-1 col Mestre, mentre le corazzate Parma e Venezia erano impegnate in Coppa Italia di Lega Pro ed hanno sudato parecchio: fuori i crociati 2-1 con la Pro Piacenza e 2-2 dei lagunari a Santarcangelo. Per il Bassano solo una partitella in famiglia con gli Allievi.
Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) Il mercato della Reggiana è quasi concluso. Manca solo un tassello: un centrocampista d’esperienza, forte fisicamente. Gli occhi del ds Andrea Grammatica pare siano su un giocatore di Lega Pro, che gioca nel sud Italia e nella sua carriera ha già vinto. Nei prossimi giorni si tenterà l’affondo finale e per il momento si cerca di lavorare sottotraccia per non scatenare gli appetiti delle concorrenti. Mister Leonardo Colucci ha chiesto un guerriero, qualità che andrebbe a completare un centrocampo dove spicca la tecnica di Maltese, il dinamismo di Angiulli e l’esperienza di Bovo. La società granata non vuole cedere nessuno, né Dario Maltese né Raffaele Nolè (tra l’altro Cesarini non sarà pronto prima di ottobre-novembre, visto che è indietro con la preparazione). Ci saranno uscite solo se saranno i giocatori a chiedere di andare via perché hanno trovato un’altra squadra. Inoltre l’arrivo di Trevisan e di Rozzio in difesa non significano una bocciatura per Spanò e Sabotic ma confermano solo l’intenzione dei granata di essere coperti in ogni ruolo per tutto l’arco del campionato. Qualche giocatore, con un solo anno di contratto, vorrebbe però un rinnovo, ma al momento la Reggiana è intenzionata a discutere di eventuali prolungamenti solo a campionato iniziato: la permanenza a Reggio andrà infatti conquistata sul campo, con le prestazioni. Con il mercato granata quasi concluso un primo bilancio si può fare. La squadra è stata costruita in modo molto accorto, senza attendere le occasioni di fine mercato. Per ogni ruolo ci sono due titolari di qualità e sulla carta la Reggiana è una delle formazioni più attrezzate. Il ds e l’allenatore hanno lavorato a stretto contatto e gli acquisti sono stati fatti con un progetto preciso in testa. Non c’è reparto dove al momento Colucci possa dirsi scoperto. Molti giocatori sono stati comprati a prezzi vantaggiosi e pertanto il budget per il mercato non dovrebbe essere di molto più alto di quello della scorsa stagione. I costi complessivi della società, che ha una struttura importante a livello di organigramma, da serie B, sono invece lievitati e saranno superiori ai quasi 5 milioni della passata stagione, ma in proposito mancano ancora le cifre ufficiali che si vedranno soltanto nel bilancio. L’andamento degli abbonamenti intanto conferma che i tifosi hanno già dato il loro primo giudizio: la Reggiana del nuovo corso merita fiducia.
Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Gubbio fuori dalla Coppa Italia. Gli umbri sono stati battuti 1-3 ieri a Viterbo dalla Viterbese che passa al turno successivo grazie alla differenza reti. Tutte e tre le formazioni del triangolare (la terza era la Sambenedettese) hanno chiuso a 3 punti. La Viterbese troverà nella seconda fase della manifestazione, fra le altre, anche il Pordenone. PROBEMI IN DIFESA – Ancora una volta i rossoblù hanno denunciato problemi in difesa. Non per nulla in settimana sono arrivati 3 difensori: Gianluca Pollace, classe ’95, proveniente dalla Salernitana (B), Andrea Zanchi, classe ’91, con importanti esperienze in Lega Pro con Perugia, Carrarese, Reggiana, Tuttocuoio e Matera e nelle ultime ore Lorenzo Burzigotti, classe ’87, 193 centimetri, in uscita dal Messina con un passato in B con la Reggina. Il ds Giuseppe Pannacci conta di “regalare” a Masi prima dell’inizio del campionato anche un nuovo portiere e un attaccante. Tante però le conferme fra il gruppo della passata stagione. Alfredo Romano, storico capitano dei rossoblu alla presentazione ufficiale della squadra ha sottolineato prprio l’importanza di essere ripartiti dall’ossatura dello splendido gruppo dello scorso anno. INFERNO E RITORNO – Gli umbri sono neopromossi in terza serie, ma solo quattro stagioni orsono militavano in serie B (Gigi Simoni in panca, poi passato alla Cremonese). Retrocessi in Lega Pro divennero una succursale del Parma (del quale utilizzavano i giovani) e, subendo la crisi dei ducali, finirono in D. La scorsa stagione si sono conquistati il ritorno in terza serie con 3 giornate di anticipo e ora si ritrovano rivali nel girone B insieme, oltre che al Pordenone, proprio il Parma rinato dopo il fallimento e la vittoria nel girone D della stessa Lega D. PORDENONE TOSTO – «A Pordenone – ha detto Giuseppe Masi, tecnico rossoblù – sarà un inizio di campionato bello tosto, contro una squadra che l’anno scorso ha fatto molto bene». Grande quindi il rispetto della “matricola” verso i ramarri classificatisi al secondo posto la scorsa stagione alle spalle del Cittadella per poi arrivare sino alle semifinali playoff, sconfitti solo da Pisa promosso in B. Sabato al Bottecchia (18.30) sarà battaglia.
Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Pronti? Abbastanza. Luci e ombre nella prestazione del Pordenone nell’amichevole vinta (3-1) sabato al De Marchi con il Mestre. Più luci. Le zone d’ombra però sono le stesse già evidenziate nel test match con il Cittadella (0-2). Riguardano principalmente il reparto centrale dove Burrai, Suciu, Broh (con i padovani) e Misuraca (con i mestrini) non sembrano ancora aver trovato la giusta intesa fra loro e con le punte. VIZIATI – Provato dal sole pomeridiano che arroventava la tribunetta di metallo, infiacchito dall’alta percentuale di umidità, disturbato da moscerini e zanzare, con il bar troppo lontano per essere d’immediato conforto, un centinaio di tifosi neroverdi ha coraggiosamente rinunciato alla gita al mare o in montagna per assistere al match fra Pordenone e Mestre. Difficile essere teneri in simili condizioni. Difficile anche ricordare che sul campo davanti a loro soffrivano ancora di più Stefani e compagni. Oggetto di commenti non sempre ortodossi soprattutto i centrocampisti. Inevitabili i confronti con Mandorlini, Pasa e soprattutto Pederzoli, protagonisti assoluti della splendida stagione 16-17. SMEMORATI – Supporters che hanno dimenticato presto il “tradimento” dei tre, pronti a emigrare verso lidi (Padova, Cittadella e Venezia) più generosi e chic delle sponde del Noncello. Confronti fra presente e passato sono improponibili. Quello di oggi è un altro ramarro, che Tedino ha dovuto ricostruire con caratteristiche decisamente diverse. Ciò detto, è anche impossibile negare le difficoltà di Burrai e compagni soprattutto in fase di possesso e costruzione del gioco. QUESTIONE DI TEMPO – Lo sa bene il tecnico che al termine del match con il Mestre ha concordato: «Sì, soprattutto Suciu e Misuraca sono ancora imballati. È naturale: sono arrivati da poco. Buratto è decisamente più pronto, ma lo conosco già e non avevo bisogno di schierarlo dall’inizio». Affermazione che sembra promuovere Matteo fra i probabili primi undici nella sfida d’esordio col Gubbio. VELENO C’È – Con un centracampo poco veloce di gamba e di testa, incapace di cambiare ritmo, un Pietribiasi in analoga difficoltà e senza le giocate di Berrettoni (in recupero, ma resta il dubbio anche sulla sua presenza sabato nell’esordio con Gubbio), a dare imprevedibilità e fantasia al gioco d’attacco c’è attualmente solo Cattaneo. Di Veleno il cross al bacio dalla fascia sinistra che ha permesso ad Arma (doppietta per lui) di sbloccare il risultato di testa. ARMA LETALE – Ecco, i 190 centimetri del maghrebino Rachid Arma vanno sfruttati al meglio. Non bastano i cross di Cattaneo. Devono arrivare sul fondo e spedire palloni verso il centro area anche i due esterni difensivi Pellegrini e Semenzato. Sotto questo punto di vista va salutato con soddisfazione il recupero di De Agostini, capace anche di andare in gol (suo il terzo) sfruttando posizione, esperienza e tempismo. Mercoledì (alle 18) ultimo test a Villotta col Chions
Ore 19.30 – (Messaggero Veneto) Mercoledì alle 18 si chiude il pre-campionato del Pordenone. A Villotta i neroverdi sosterranno l’ultimo test prima del debutto in Lega Pro: sabato col Gubbio, alle 18.30, al Bottecchia. L’avversario sarà il Chions (Eccellenza) per una partitella d’allenamento in cui Tedino (nella foto) proverà gli ultimi dettagli prima della gara con gli umbri. Comunque vada la partita coi gialloblù, si chiude una buona preparazione per i neroverdi. Se si esclude il match di Tim Cup con la Ternana, perso per 2-0 dopo i supplementari e che ha segnato l’eliminazione del team dalla competizione, e l’amichevole col Cittadella (ko 2-0) – due match con squadre di serie B – i “ramarri” hanno sempre vinto e convinto. Nel ritiro di Arta Terme Stefani e soci hanno prima superato in scioltezza la selezione Arta/Cedarchis per 19-0 e quindi il Bordano per 21-1. A Maniago, scesa dal ritiro, la squadra ha superato per 5-0 l’Udinese Primavera e poi si è imposta per 5-2 al cospetto del Grosseto nel primo turno di Tim Cup. Le ultime uscite: vittoria a San Donà per 5-0, con la Berretti per 6-1 e il successo col Mestre per 3-1. Tedino ha privilegiato impegni con team di categoria inferiore per poter oliare i meccanismi di gioco, inserendo poi test con squadre di livello maggiore per verificare tenuta difensiva e ritmo a un certo livello. Da sabato si fa sul serio: dopo una sconfitta (a Lumezzane due anni fa) e un pareggio (a Piacenza con la Pro lo scorso torneo) forse è il momento del primo successo nella gara inaugurale di campionato.
Ore 19.20 – (Messaggero Veneto) Alcuni sostengono che sia arrivato a Pordenone privo delle giuste motivazioni. Altri invece pensano che non è in grado di ripetere le ultime, buone, stagioni. Chissà. Nel frattempo Rachid Arma risponde con che ciò che gli riesce meglio fare: i gol. Con le due reti realizzate al Mestre sabato scorso, nell’ultima, vera, amichevole di quest’estate, il centravanti marocchino è salito sinora a quota 5 centri in neroverde. Si è dimostrato il giocatore più prolifico e, in particolare, ha risposto presente, ha fatto cioè capire che è pronto per la prima giornata di campionato di Lega Pro, in programma sabato prossimo al Bottecchia col Gubbio (alle 18.30). Bomber. Rachid Arma è in assoluto il colpo di mercato del Pordenone di questo calciomercato, il terzo di grande spessore da quando il club è in Lega Pro, dopo Alex Pederzoli ed Emanuele Berrettoni. È arrivato ai “ramarri” tra grandi aspettative, perché è un bomber di categoria. Il suo curriculum parla chiaro: 10 reti l’anno scorso alla Reggiana, 31 in due stagioni a Pisa, 9 a Carpi nel 2012-2013 e 18 alla Spal nel 2011-2012. In tutto fanno 68 centri negli ultimi 5 tornei. C’è abbastanza trippa per poter dire che è una garanzia assoluta, ma qualcuno sostiene il contrario, magari perché si fa condizionare dalla gara disputata al Bottecchia dal bomber il torneo precedente (non positiva) e perché ha appena intrapreso la fase discendente della sua carriera (31 anni). Risposte. Intanto Rachid, ex cuore Torino, risponde coi fatti. L’amichevole col Mestre l’ha decisa lui, di fatto, realizzando la doppietta determinante nel 3-1 finale. In precedenza, con la Ternana in Tim Cup, non ha segnato ma è stata sua l’occasione più pericolosa, che avrebbe potuto dare il successo ai neroverdi. Nel turno prima, col Grosseto, ha segnato due gol ed è stato l’autentico mattatore del 5-1 con cui il team ha schiantato i maremmani. E prima? Spicca il centro alla Primavera dell’Udinese a Maniago. Insomma, un pre-campionato soddisfacente (non si contano le sgambate di Arta), tale da poter affermare un concetto: se c’è uno che ha confermato le aspettative nel reparto offensivo questo è proprio Arma. E non solo a livello realizzativo, ma anche come atteggiamento e perché in campo ha sempre dato tutto. Sono altri che, là davanti, devono crescere e farsi trovare sul pezzo tra poco. Ripresa. Uno di questi è Stefano Pietribiasi, attaccante giunto dal Bassano lo scorso luglio. Complice un infortunio il giocatore veneto non è riuscito a rendere sinora come si aspettava, tanto che anche lo stesso tecnico Tedino si aspetta di più da un top come lui. Intanto il Pordenone riprende oggi ad allenarsi: appuntamento alle 16 al De Marchi.
Ore 19.00 – Qui Guizza: termina l’allenamento.
Ore 18.40 – Qui Guizza: partitella finale a campo ridotto.
Ore 18.20 – Qui Guizza: ulteriori prove di 3-5-2 in vista della sfida con la Sambenedettese.
Ore 18.00 – Qui Guizza: si passa alla parte tattica.
Ore 17.40 – Qui Guizza: intenso lavoro atletico in questo primo allenamento settimanale.
Ore 17.20 – Qui Guizza: ancora a parte De Risio, mentre rientrano in gruppo Altinier e Germinale.
Ore 17.00 – Qui Guizza: Biancoscudati in campo per l’allenamento.
Ore 16.30 – (Giornale di Vicenza) Poco male se il Tardini non sarà la Scala del calcio, è comunque il calcio di Scala. Con alla presidenza il vecchio Nevio, l’emblema della grandeur parmigiana degli anni novanta in Italia e in Europa, i crociati dopo il crac societario che li ha precipitati in D hanno ripreso a sognare avviando un nuovo rinascimento pallonaro alimentato dai vecchi draghi di un tempo tutti richiamati in servizio per la causa comune (Apolloni in panchina, Minotti manager e appunto l’ex allenatore Scala alla presidenza) e sorretti da una superpotenza di casa come la Barilla a pilotare il club. Un connubio che ha incendiato di passione la città come non accadeva dai tempi delle scorrerie continentali in Coppa, restituendo un senso di appartenenza che pareva perduto. Nell’arena di Parma il Bassano scenderà il 4 dicembre e troverà il pienone o giù di lì. A ieri erano stati staccati oltre 6.800 abbonamenti che per la terza serie sono un botto pazzesco e da quelle parti la campagna è aperta anche a settembre: se un organico stellare, pieno zeppo di firme pregiate, fabbricato con l’idea di dominare il campionato scatterà dai blocchi con un minimo di slancio sfondare il tetto delle 8 mila tessere sarà roba da ridere a cui andranno sommati le altre migliaia di aficionados che acquisteranno il biglietto al botteghino. Una cornice potenziale da oltre 10 mila anime a match, alla faccia della Parma distaccata che si emoziona soltanto a teatro e per la lirica. Anche a Venezia, l’altro peso massimo del torneo, con Pippo Inzaghi e i suoi carichi da undici si respira un entusiasmo contagioso e dilagante. Eppure nello scontro tra titani una delle due dovrà accontentarsi di entrare di rincorsa dai playoff. Loro, Reggiana, Padova, la stessa Samb faranno vagonate di abbonamenti. Poi ci sono tutte le altre, come il Teramo, outsider di lusso che deve toccare ancora quota 600, Pordenone che mira a chiudere a 400 e Bassano che ha stabilito in 500 tessere staccate il numero della felicità. Poi però in campo c’è da correre e far gol, altra faccenda.
Ore 16.20 – (Giornale di Vicenza) Countdown ufficialmente aperto a -5 per il via al campionato (che prenderà il via sabato sera alle 20.30 al Mercante con la Reggiana) e allora opportuno cominciare a dare una sana occhiata a come potrebbe schierarsi il Bassano all’ouverture con gli scalpitanti granata i quali stanno assemblando uno squadrone. Sì perchè quando ingaggi Marchi, Cesarini e Trevisan tutti in una volta inserendoli in un telaio di primissima fascia, raramente sbarelli o deragli alla curva d’avvio. Difatti a 9 giorni dalla chiusura del mercato proprio la Regia è stata collocata dagli specialisti della categoria addirittura in pole position assieme a Parma e Venezia e davanti a Padova, Feralpi Salò e Sambenedettese. Noi ci aggiungeremmo anche il Pordenone, ma vabbè, quello dei pronostici è il passatempo più in voga sotto l’ombrellone, poi però lo sdraio si ripiega e le figurine lasciano spazio al pallone.E D’Angelo che si era fatto una certa idea su che tipo di formazione allineare al debutto ha già dovuto rivoluzionare i suoi piani: Rossi, Stevanin, Cenetti, Candido e lo stesso portiere di scorta Guadagnin fuori uso e salvo il giovane Guadagnin per tutti gli altri se ne riparla ad autunno. Allora al netto di qualche imprescindibile nuova operazione in entrata (un terzino di fascia mancina di sicuro, ed eventualmente un mediano se con Cenetti si dilateranno i tempi di recupero) il precettore abruzzese dinanzi all’emergenza ha saggiamente lavorato su un modulo facilmente assimilabile ed immediatamente applicabile come il 4-4-2 tenendosi un paio di variazioni di sistema e non solo di interpreti. Ergo, a titolo puramente indicativo l’assetto attuale virtussino contempla Bastianoni tra i pali, retroguardia a quattro con Formiconi a destra, Crialese a sinistra più Pasini e capitan Bizzotto centrali. Il centrocampo invece annota Falzerano e Minesso sugli esterni e il tandem Proietti-Cavagna nella zona nevralgica del campo. Coppia offensiva composta dal toro Maistrello e dallo scattista Rantier. Sulla carta va così, poi ci sono opzioni e ballottaggi che D’Angelo conserva nel taschino come Barison stopper piuttosto che Pasini, oppure Grandolfo centrattacco designato quando sarà tirato a lucido. O lo stesso Bianchi impiegato come schermo davanti alla difesa non appena il comasco avrà rintracciato il passo e la gamba ideali.«Ritengo che essenzialmente sia una questione di equilibrio e di atteggiamento – argomentava nei giorni scorsi il timoniere giallorosso – penso ad esempio allo scorso anno ad Andria quando, prendendo i campionati professionistici di riferimento, siamo risultati la seconda difesa meno battuta d’Europa. È vero che il nostro attacco non era particolarmente prolifico, tuttavia attraverso la compattezza e lo spirito abbiamo ugualmente costruito un signor campionato (settimi da neopromossa, ndr). E pazienza se qualcuno in Puglia mi dava del catenacciaro…» sorride. Questa etichetta balenga di difensivista ad oltranza deve essergli finita di traverso ancora adesso se col Bassano ha scelto di spingere non solo con le ali, ma di pompare gioco pure con entrambi i terzini e non solo con uno lasciando l’altro in copertura come fa la stragrande maggioranza dei suoi colleghi. Inoltre due punte fisse e non una soltanto come da tre anni in qua. Senza contare che dei due interni di ruolo, Cavagna è per sua stessa ammissione un distributore e non certo interditore. «Voglio una squadra che sia sempre propositiva – avverte – che giochi in fiducia a prescindere dall’avversario. L’abbiamo fatto anche a Genova con la Samp e per un’ora non siamo stati inferiori». Ecco perchè il rinforzo annunciato e il rientro di grossi calibri come Cenetti e Candido possono ridisegnare prospettive e ambizioni della galassia Bassano.
Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) L’eliminazione non fa strappare i capelli a nessuno, in casa gialloblù e non ha cambiato, di certo, i piani di Michele Marcolini. Il tecnico del Santarcangelo affronta microfoni e taccuini con la consapevolezza di aver fatto una bella figura, aver messo in difficoltà la corazzata Venezia e non aver forzato nemmeno, nel finale, quando prima Cesaretti e poi Dalla Bona, sono stati risparmiati in vista dell’esordio in campionato. Insomma una partita che è parsa quasi «scientifica» quella dei romagnoli. «Ho visto tante cose positive – afferma il giovane tecnico clementino – che mi fa ben sperare per il futuro. Ricordo che questa squadra, in pratica, è tutta nuova, e tenere testa al Venezia non è cosa di tutti i giorni per un roster giovane come quello che è a mia disposizione. Il gruppo – prosegue – lavora bene e non si disunisce mai, nemmeno di fronte a top club di questa levatura». Gli chiedono del Venezia. «Sulla carta nessuno ha mai vinto nulla ma, certamente, sono sulla buona strada. Hanno calciatori di primissimo livello e possono arrivare a vincere il campionato». E il Santarcangelo? «Siamo una squadra nuova, limata fino ad un certo punto che insegue, per il terzo anno di fila, una salvezza tranquilla. È quello il nostro obiettivo, è questo l’obiettivo per cui dobbiamo batterci fino all’ultimo istante dell’ultima giornata».
Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il protagonista indiscusso del pareggio lagunare (con un gol splendido), e della qualificazione del Venezia, non ha remore particolari. Alex Pederzoli ha tenuto saldamente in mano le chiavi del centrocampo, non le ha mai mollate nemmeno sotto tortura ed il risultato è stato più che soddisfacente. La punizione del 2-2 è l’ennesima perla di un giocatore che merita altre categorie. «Ci siamo complicati la vita nei primi 10′ della ripresa – afferma allargando le braccia – perché abbiamo subìto primo e secondo gol del Santarcangelo. Dovevamo chiuderla prima, insomma, ma a parziale nostra discolpa, c’era un rigore evidente non concesso che avrebbe potuto cambiare le carte in tavola». Il riferimento, nemmeno tanto velato, è al tocco da dietro di Posocco su Marsura. A velocità normale era parso rigore, i clementini scommettono, invece, su un tocco del pallone dell’ex spallino. Poco importa perché tutto è bene quel che finisce bene. «Il rigore non concesso è stato clamoroso – tronca Pederzoli – . Comunque dovevamo chiuderla prima, questo sì. Ma ricordo che tante di queste squadre che affronteremo fino a maggio faranno di tutto per batterci. Saremo la classica squadra che tutti vorranno superare». La favorita di turno, insomma. «La priorità – rincara il regista ex Pordenone – resta naturalmente il campionato. Il gol? Ecco, vorrei risparmiarmi qualche gol proprio per il campionato perchè è un obiettivo reale da centrare. Ad ogni modo questo 2-2 ci ha dato fiducia e coraggio perché, superando il turno, ci siamo istradati nella maniera migliore per sabato prossimo». Qualche mugugno c’è stato, qualcosa da limare c’è, inutile nasconderlo. E Pederzoli, da attento osservatore della situazione, non si esime. «Non siamo ancora perfetti, questo è normale. Ma sarebbe strano il contrario visto il periodo della stagione. Ad ogni modo abbiamo lavorato tanto e vi dico che il segreto è mantenere la stessa intensità in campo. Se caliamo d’intensità i nostri avversari ne approfittano e ci danno fastidio».
Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Pippo Inzaghi arriva in sala stampa contento per il risultato ottenuto (la qualificazione al turno successivo di Coppa Italia) e contento anche perché il suo Venezia continua a non perdere mentre ci si approssima all’inizio del campionato. Insomma la coppa come un buon viatico. «Diciamo – esordisce subito il tecnico arancioneroverde – che sono felice perché ho centrato il primo obiettivo stagionale. Certo non mi è andato giù il primo quarto d’ora della ripresa quando sembravamo in punta di piedi. In certe partite il fioretto tocca lasciarlo a casa perché serve la sciabola. Certo abbiamo disputato un buon primo tempo ma siamo consapevoli che dobbiamo migliorare molto e non staccare mai la spina come invece è successo nel primo quarto d’ora della ripresa». L’obiettivo è continuare a crescere. «Verissimo. Ed ho visto anche cose interessanti in campo. Cernuto laterale? Può fare anche il terzino destro. Dopo lo svantaggio – prosegue d’un fiato il tecnico lagunare – ho immesso una punta in più (Tortori, ndr) e il risultato ci ha dato ragione». Ci teneva particolarmente a superare questo turno ed andare avanti in coppa? «Sì, perché in questo modo abbiamo la possibilità di far giocare tutti. Ma comunque – rincara la dose ripetendo all’infinito un concetto più volte espresso – in questi campi, in tutti i campi di Lega Pro, sarà difficilissimo vincere. Perché tutte ci aspetteranno al varco». Poi un rammarico. «Se nel primo tempo avessimo segnato il 2-0 molto probabilmente non ci avrebbero più ripreso. La partita avrebbe preso un’altra piega, insomma avevamo la possibilità di chiuderla prima e non l’abbiamo fatto». Gli chiedono di Pederzoli e di quella punizione, a foglia morta, che ha incantato lo stadio. «Alex calcia bene i calci di punizione – tiene a precisare – e questo è un grosso vantaggio per noi». L’ultima domanda è su Fabris, un giocatore che è piaciuto per quanto fatto vedere in campo. È stato spostato venti metri più indietro e non ha fatto una piega risultando, anzi, tra i migliori in campo per i lagunari. «Fabris può ricoprire i tre ruoli di destra e sa farlo molto bene» chiude lapidario Inzaghi.
Ore 15.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Bastava un pareggio per superare il turno di Coppa Italia ed il pareggio è arrivato. Ma, per il Venezia, luci ed ombre si sono alternate nel caldo pomeriggio romagnolo. I lagunari, infatti, hanno subito due gol, una rimonta evitabile, pareggiando con una foglia morta di Pederzoli, il migliore degli ospiti. Nel momento clou del match, poi, Marcolini ha tolto Cesaretti e Dalla Bona, sintomo evidente di quanto avrebbe avuto voglia, la compagine clementina, di approdare al turno successivo. Nemmeno il tempo per cominciare ed il Venezia passa in vantaggio. Pederzoli illumina la scena spedendo un cioccolatino sul secondo palo dove il falco si chiama Nicola Ferrari, il cui tocco mancino, da due passi, gonfia la rete romagnola. Ci vuole un po’ per riprendersi, poi il Santarcangelo comincia a capire dove attaccare. Cesaretti si fa lanciare da Adorni sulla fascia sinistra, Cernuto è bucato, pallonetto e palla di poco alta ma Facchin era presente. Piccata la risposta veneziana. Ferrari si allarga a sinistra, entra in area e tira, Gallinetta è bravo a deviare in angolo il tiro insidioso, ad un passo dall’incrocio, del bomber veneziano. I gialloblù, in tenuta completamente rossa, continuano a macinare gioco. Al 14′ Adorni lancia Cesaretti che supera ancora Cernuto, entra in area e tira con Malomo che tocca in extremis, quel tanto che basta per deviare la conclusione in angolo. Sul corner Valentini si erge di testa, Facchin si salva con un volo sul palo, poi Dalla Bona prova a ribattere in rete ma il muro veneziano tiene. La gara non ha un momento di pausa. Sull’altro fronte Fabris per Ferrari, il bomber non impatta nel migliore dei modi nel momento decisivo e la palla sfila sul fondo. Occasioni a ripetizione da una parte e dall’altra tra gli applausi dello sparuto pubblico. Passato il quarto d’ora, però, la gara si placa un po’. Il Venezia controlla bene con Pederzoli che ha la sapienza adatta per farlo, più che altro è in difesa che i veneti ballano troppo con Cernuto che viene preso d’infilata un paio di volte, Malomo è costretto a frenare Cesaretti con le buone e con le cattive rimediando un’ammonizione mentre Garofalo subisce l’estro e la verve di Posocco. Al 25′ l’ex spallino va via bene al terzino arancioneroverde, crossa, Facchin esce a vuoto, brividi in area lagunare. Mezz’ora che passa con uno show di Fabiano che si libera in dribbling di un paio di giocatori, tiro mancino, palla alta. Al 33′ ancora Posocco che infila Garofalo con un tunnel, cross al centro, Gatto trova il muro veneziano, Dalla Bona prima e Sirignano poi, non trovano la porta. Il primo tempo si chiude, al 40′, con le proteste di Marsura, forse legittime, per un intervento da dietro di Posocco dopo un bel duetto Ferrari-Fabiano. L’arbitro fa spallucce e, senza recupero, manda tutti negli spogliatoi. Nella ripresa bastano 5′ al Santarcangelo per pareggiare. Angolo di Posocco, testa di Valentini e pareggio clementino. I romagnoli ci credono mentre Fabris crossa radente e nessuno (9′) arriva alla deviazione. Sull’altro fronte Cori viene strattonato in area da Modolo, sarebbe rigore per tutti tranne per l’arbitro. Il Venezia rallenta i ritmi, il Santarcangelo colpisce. Lo fa al 17′ quando Cori fa da sponda di testa per Cesaretti, destro all’incrocio dei pali e raddoppio clementino. Serve una punizione di Pederzoli (23′) a foglia morta per rimettere tutto in parità. La partita cala d’intensità, il Venezia cerca di portare a casa il prezioso pareggio e ci riesce senza sforzi.
Ore 14.40 – (La Nuova Venezia) Tre settimane fermo ai box, si rivede anche Leo Stulac, il 21enne centrocampista sloveno che Perinetti ha prelevato dal Koper. Problemi al ginocchio lo hanno tenuto un po’ in disparte, dopo aver giocato nelle tre amichevoli iniziali con Aviano (45′) , Real Vicenza (45′) e Jesina (45′), Stulac è tornato a disposizione di Inzaghi proprio ora, a ridosso dell’inizio del campionato. «Adesso sto bene, sono pronto» spiega Stulac, che compirà 22 anni il 26 settembre, «sono felice di essere approdato in un club ambizioso come il Venezia. Per me è una grandissima opportunità da sfruttare al meglio». Nato a Isola, città di 16 mila abitanti fondata da profughi aquileiesi nel VI secolo, Stulac è stato convocato per la gara che la Slovenia Under 21 disputerà il 2 settembre in Irlanda del Nord. «Dobbiamo vincere perché puntiamo agli Europei» ha osservato il centrocampista del Venezia, «ormai l’Italia è irraggiungibile, ma la Slovenia può conquistare il secondo posto. Bisogna però vincere in Irlanda». Stulac ha già 6 presenze nelle qualificazioni europee e ha saltato solo la gara inaugurale del girone 2 contro l’Andorra, subentrando nelle due partite perse contro l’Italia (35′ nello 0-1 di Reggio Emilia e 34′ nello 0-3 di Capodistria), ha già realizzato tre reti (a segno contro la Lituania in casa e doppietta nella trasferta in Andorra). «Sì, noi ci crediamo, abbiamo 15 punti in classifica (cinque vittorie, due sconfitte), due in più rispetto alla Serbia, che però ha disputato una partita in meno. E vincere in Irlanda sarà fondamentale anche in chiave secondo posto visto che solo le quattro migliori seconde accederanno agli spareggi». In ogni caso prima di andare in Nazionale, c’è l’esordio in campionato, c’è il campionato e sabato si comincia, al Penzo contro il Forlì. Stulac spera di essere in campo. Più vicino a Pederzoli o a Soligo, viste le caratteristiche? «A me piace avere il pallone tra i piedi, essere in campo. Toccherà al mister stabilire quale ruolo assegnarmi. Io devo migliorare e imparare».
Ore 14.30 – (La Nuova Venezia) Un Inzaghi in chiaroscuro quello che si presenta in sala stampa. «Primo obiettivo della stagione centrato, ma sono arrabbiato per il primo quarto d’ora del secondo tempo, perchè abbiamo giocato in punta di piedi» attacca l’ex bomber della Nazionale «sapevamo non sarebbe stata una gara semplice, nel primo tempo abbiamo interpretato bene la gara, sull’1-0 c’era anche un rigore, ma le partite vanno chiuse quando è il momento. Ci servirà da lezione questa gara, questa è la Lega Pro, appena si stacca la spina le squadre ti puniscono. Su questi campi è impensabile non soffrire mai, avevo chiesto ai ragazzi di approcciare bene la ripresa ed invece abbiamo fatto molto male. Poi siamo stati bravi a non rovinare tutto e trovare il pareggio qualificazione». Bene Fabris, così come Acquadro impiegato a centrocampo al posto di Bentivoglio. «Difficile tenere giocatori fuori, oggi ho provato anche Acquadro e ha fatto bene, mi dispiace che non abbia messo minuti nelle gambe Geijo, Soligo è una garanzia. Nella ripresa abbiamo sofferto un calo di tensione» aggiunge Inzaghi, «ci è andata bene perchè potevamo uscire dalla coppa, ma attraverso le difficoltà e i risultati la squadra può crescere. Dopo un mese e dieci giorni il bilancio è positivo, siamo pronti per il campionato». Soddisfatto l’autore del pareggio Alex Pederzoli, che in sala stampa mostra ottimismo in vista del campionato. «Ci siamo complicati la vita nei primi 10’ del secondo tempo, potevamo chiuderla ampiamente nella prima frazione con diverse occasioni da gol create. Dobbiamo capire che nel corso del campionato affronteremo tante di queste squadre qui, tenaci e agguerrite. Tenere la concentrazione alta diventa fondamentale per non incappare in passaggi a vuoto simili, anche perchè tutti vorranno fare con noi partite importanti. Ci serve da monito per alzare di più la concentrazione. Il gol? Posizione invitante dal limite dell’area, dove se superi la barriera non serve tanta forza. Spero di tenerne qualcuna per il campionato, la priorità per noi è vincere in campionato».
Ore 14.20 – (La Nuova Venezia) Il Venezia pareggia per 2-2 sul campo del Santarcangelo e centra il passaggio del turno alla seconda fase della Coppa Italia di Lega Pro. Partita vivace e spettacolare quella disputata al “Mazzola” di Santarcangelo, con il secondo tempo che ha visto i romagnoli ribaltare lo svantaggio iniziale, prima del definitivo pareggio veneziano. Pareggio giusto per quello che si è visto in campo, un buon prologo in vista dell’inizio del campionato. Partita che si mette subito in discesa per i ragazzi di mister Inzaghi, che dopo neanche due giri di lancette trovano la rete del vantaggio con Ferrari, abile sul secondo palo a mettere dentro con il sinistro un cross dalla destra di Fabiano, con il portiere di casa Gallinetta incerto dentro l’area piccola. Lagunari che spingono sull’acceleratore e al 5’ sfiorano il raddoppio sugli sviluppi di una punizione dalla sinistra, Malomo non ci arriva in spaccata di un soffio. Al 10’ primo squillo del Santarcangelo: Carlini verticalizza per Cesaretti, che alza il pallonetto su Facchin in uscita, il pallone si spegne di pochissimo sopra la traversa. Il Venezia non sta a guardare e replica un minuto dopo ancora con Ferrari, che dal vertice destro dell’area piccola impegna severamente in corner Gallinetta. Sale d’intensità il Santarcangelo, che al 15’ sfiora il pareggio con Cesaretti, bravo ad incunearsi per vie centrali, fermato miracolosamente da Facchin che devia in corner quel che basta per evitare ai lagunari di capitolare. Sul susseguente corner è il centrocampista romagnolo Valentini che con un colpo di testa perentorio impegna ancora l’estremo arancioneroverde. Al 25’ Ferrari è prezioso anche in fase difensiva, visto che toglie letteralmente dalla testa di Posocco il possibile pareggio romagnolo. Esce dal guscio il Venezia alla mezz’ora con Fabiano, slalom elegante in area ma il suo mancino si perde alto sopra la traversa. Sul tramonto della prima frazione il Venezia reclama un penalty per un intervento di Posocco su Marsura, Natilla lascia correre giudicando sul pallone l’intervento dell’esterno di casa. Nel secondo tempo partono meglio i romagnoli che al 51’ impattano: corner da destra, a centro area svetta Valentini che incrocia dove Facchin non ci può arrivare. Il pareggio subìto buttà giù il Venezia e scuote il Santarcangelo, che al 55’ protesta per una vistosa trattenuta in area di rigore su Cori: la maglia si allunga ma anche in questo episodio un incerto Natilla lascia correre. Al 63’ Santarcangelo ribalta il punteggio grazie ad un eurogol di Cesaretti, che da 25 metri scaglia il pallone rimbalzante con il collo destro all’incrocio dei pali mentre Facchin non può davvero nulla. Non passano cinque minuti che il Venezia reagisce e trova il definitivo pareggio. Ferrari aggira Dalla Bona dal limite dell’area, punizione dal limite che Pederzoli mette magistralmente in fondo al sacco con un destro morbidissimo a superare la barriera. Nel finale girandola di cambi, Inzaghi prova ad inserire Tortori e Soligo per dare più vivacità ma non succede più nulla neanche nei cinque minuti di recupero finali.
Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) Al rientro èVita i suoi avversari come birilli, ma non le domande sul futuro prossimo del Vicenza, quello che a brevissimo, tra meno di una settimana, dirà davvero quale ruolo potranno recitare i biancorossi in campionato. Alessio Vita è tornato in campo contro l’Abano dopo l’infortunio di fine luglio. È contro il Carpi che l’esterno romano si era fatto male ed è contro il Carpi che sabato sera, prima giornata della B 2016-17, proverà a far male sulla fascia destra.Vita, intanto come sta?Ora meglio, sono rientrato dopo un mese e devo ammettere che è stata dura, soprattutto all’inizio, perchè ero nel pieno della preparazione quando mi sono infortunato. Per fortuna sono tornato in tempo per l’inizio del campionato.Una simpatica coincidenza ritrovare il Carpi all’esordio…Sì, e l’obiettivo è un risultato, personale e di squadra, diverso.L’ultima amichevole con l’Abano ha detto che siete piuttosto indietro a livello di condizione.Ritengo sia stato un buon test, contro una squadra di categoria inferiore che però ha giocato un buon calcio. Non ci nascondiamo, sarebbe sbagliato farlo: dobbiamo migliorare sotto tutti i punti di vista.Che cosa tiene di questo test?Prima di tutto, è positivo non aver perso altri giocatori, perchè di questi tempi siamo veramente sfortunati. Abbiamo chiuso tutti bene ed è l’aspetto più importante.Poi?Di sicuro, a livello personale, mi ha fatto piacere giocare, sentire che sono guarito e che sono sulla strada giusta.Ancora non è in condizione?No, e infatti in alcune situazioni di gioco io per primo mi sono sentito poco lucido. Posso fare molto meglio, non appena avrò la gamba giusta.La partenza di Brighenti e la situazione di stallo in cui si trova Raicevic vi stanno impedendo di lavorare al meglio?Siamo una squadra e per questo dobbiamo andare oltre gli addii, anche se dispiace sempre perdere dei compagni. L’estate e il mercato sono così, a noi spetta solo metterci al lavoro con lo staff. Il clima che si respira in spogliatoio è buono, l’atmosfera tranquilla. Pensiamo ad arrivare pronti al via.Anche alcuni tifosi presenti al “Morosini” hanno lamentato mancanza di qualità nella rosa. Che ne pensa?Il gruppo costruito è buono, spetterà poi alla società stabilire se va bene così oppure se bisogna aggiungere ancora qualcosa. In questo momento è importante trovare soprattutto la grinta e la voglia giuste e so che il mister questa settimana saprà trasmetterci tutto il suo carattere.La grinta non è già un elemento che si dà per scontato quando si inizia una stagione?Certo, tutti abbiamo voglia di cominciare, ma visto il periodo, con tanti infortuni e alcune assenze davvero eccellenti, penso ad Adejo, D’Elia e Giacomelli, dobbiamo tirare fuori tutti qualcosa in più. Lerda contro l’Abano le ha chiesto spesso di convergere verso l’area e andare al tiro, mentre lei ha preferito crossare. Perchè?È un consiglio che il mister mi dà sempre anche in allenamento e ha ragione. Ora, proprio perchè non sono al cento per cento della forma, mi manca un po’ lo spunto…Giocare con i tifosi a bordo campo com’è stato?Un’esperienza molto bella e inedita, da rifare sicuramente .Lei è stato protagonista con Marino quando avete sfiorato la A e lo scorso anno con Lerda quando vi siete salvati con una bellissima rimonta. L’obiettivo quest’anno?Salviamoci, affrontando una partita alla volta. Il campionato di B è sempre impegnativo e lungo, magari dovremo portare un po’ di pazienza all’inizio ma sono certo che il lavoro pagherà.Con Giacomelli e Pinato ha fatto un viaggio negli States quest’estate. Cos’ha portato a casa?È stato un viaggio bellissimo che non dimenticherò, anche perchè sono andato con i compagni con cui ho legato di più.Ha migliorato il suo livello di inglese?No, non tanto. E meno male c’era Pinato, perchè io e Jack non lo mastichiamo molto.
Ore 13.20 – (Gazzettino) Ombre e luci nell’ultima uscita amichevole dell’Este, che ieri ha disputato un triangolare amichevole a Trissino. Assieme ai padroni di casa e alla squadra atestina ha partecipato alla kermesse anche l’Arzignano Chiampo che ospiterà i giallorossi nella prima gara di campionato fra due settimane. Nella prima sfida l’Este è sceso in campo con Simonato, De Poli, Cassandro, Longato, Montin, Arcaba, Faggin Matteo, Maistrello, Munarini, Volpato e Boron. I giallorossi hanno chiuso la pratica contro il Trissino, che milita in Eccellenza, senza alcun problema grazie alle reti di Faggin e Longato. Con i pari categoria le cose non sono andate altrettanto bene. I ragazzi di Florindo hanno perso per 2-0 e in generale la squadra è apparsa in difficoltà in alcune situazioni difensive. Il triangolare ha rappresentato l’occasione anche per vedere in azione l’ultimo arrivo nelle file padovane: si tratta di Aleksandar Arcaba, classe 1998, figlio del forte giocatore che ha da poco smesso di giocare. Il giovanissimo difensore è partito dalle giovanili dell’Udinese e all’ombra della porta vecchia sono certi che darà un grande apporto, in termini tecnici e agonistici, alla causa. «Nella prima partita abbiamo giocato bene, ma contro l’Arzignano ho visto parecchie cose da registrare. Da un lato – ammette il vicepresidente dell’Este, Stefano Marchetti – credo che sia da sottolineare come l’Arzignano sia una delle papabili per la vittoria finale del torneo, dall’altro bisogna ammettere che i carichi di lavoro dell’ultima settimana hanno penalizzato i nostri ragazzi. In ogni caso fra pochi giorni giocheremo la prima partita di Coppa e in quell’occasione bisognerà fare sul serio». Domenica, infatti, l’undici di Florindo affronterà l’Adriese in casa nel primo match di Coppa.
Ore 13.10 – (Gazzettino) Ha vinto tre campionati di serie D alla guida di Rovigo, Pordenone e Padova, centrando inoltre i play off sulla panchina della Sacilese. Sono in pochi a conoscere quella categoria come Carmine Parlato e l’ex, amatissimo, tecnico biancoscudato, a due settimane dall’inizio del torneo – il 4 settembre la prima giornata – svela la carte sul girone C che vedrà in campo le quattro portacolori padovane, con l’ipotetica griglia di partenza e qualche utile consiglio per potere raggiungere i rispettivi obiettivi. In questa stagione, dopo le partecipazioni di Padova e Venezia, manca la “big” di turno estromessa dal professionismo destinata a sbaragliare il campo, ma in termini di difficoltà e blasone, secondo Parlato, il campionato non si è certo ridimensionato. «Anche se non fallita in tempi recentissimi – esordisce – tale ruolo è sicuramente ricoperto dalla Triestina. L’anno scorso si è salvata e ora la società si è messa in ordine per fare le cose che servono. Quanto a tradizione è infatti la compagine con qualcosa in più delle altre, oltre a una tifoseria che può dare la spinta giusta, ma il tutto va gestito bene per evitare che le pressioni possano diventare un boomerang». Vicino ai giuliani Parlato mette il Campodarsego: «Dopo quanto di straordinario fatto nella passata stagione è sempre difficile ripetersi, anche perchè ora portare quel nome pesa e gli avversari scendono in campo con uno spirito diverso. Sarà la squadra da battere, ma conosco la serietà della società che ha fatto gli acquisti giusti per mantenere gli obiettivi e restare in prima fascia e la serenità dell’ambiente. Sono arrivati elementi di qualità e Cunico è un allenatore che sa il fatto suo, senza dimenticare Bedin, simbolo della squadra e di Campodarsego». Le tante novità in panchina e in campo possono essere state dettate dalla volontà di evitare cali di tensione in una piazza di piccole dimensioni? «C’è anche da dire che negli ambienti con minore pressione mediatica i giovani pagano meno dazio, ma dall’esterno penso che a prevalere su tali fronti sia soprattutto l’obiettivo societario». Le altre prime della classe? «Sono ben attrezzate Mestre, Alto Vicentino e altre compagini, penso a Belluno, Virtus Vecomp e Arzignano, che hanno il dovere di lottare in vetta». E poi ci sono le altre padovane. «L’Este ha puntato per la panchina su Michele Florindo che è alla sua prima esperienza per cui la società dovrà stargli vicino per farlo lavorare con tranquillità. In generale il campionato non è facile ed è importante trovare sin dall’inizio un assetto di squadra. In questa categoria, poi, conta il sapere trovare i punti deboli dell’avversario e colpire perché gli errori incidono molto più che in Lega Pro. È utile dunque conoscere chi si affronta e sapere leggere bene la gara». Non manca un accenno al reparto offensivo estense: «Dopo Lasagna e Mastroianni (appena girato dal Carpi all’Albinoleffe, ndr), vediamo chi tirano fuori questa volta, in società sono molto preparati». Un altro esordiente in serie D è Vincenzo Italiano che guiderà la Vigontina San Paolo: «Anche a lui va il mio grande in bocca al lupo. Conosco qualche giocatore e leggo di una squadra già organizzata e bella da vedere, ma le insidie possono essere sempre dietro l’angolo per tutti. Da quasi matricola bisogna fare in modo di partire con grande entusiasmo, ma con i piedi per terra». Capitolo Abano. «Luca Tiozzo è un tecnico che conosce la categoria, poi ci sono Andrea Maniero e il presidente Rizzato che è una persona seria. Ritengo che la società abbia voglia di stupire e fare un campionato come quelli passati dell’Este. Per questo servono la solidità e la continuità che in parte è mancata nello scorso torneo, ritengo per il fatto di avere puntato molto sui giovani». E a proposito di giovani, ecco il consiglio di Parlato: «Abbiate umiltà e ascoltate i consigli dell’allenatore e dei compagni più esperti per maturare, trovare continuità professionale ed evitare di andare dalle stelle alle stalle». Inevitabile anche un riferimento all’esonero di fine novembre con il Padova. «Un’annata in cui pure io ho commesso degli errori, ma penso che con un po’ di tempo in più e con la società maggiormente vicina, insieme saremmo potuti uscire da quel momento critico. Ormai è acqua passata, saluto di cuore tutti i tifosi e dico loro di stare vicini alla squadra e alla società. Quanto a me, vorrei ripartire da dove ho lasciato e dalla categoria che mi ero conquistato nel due anni precedenti».
Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Una settimana all’esordio. Domenica prossima Abano, Vigontina San Paolo ed Este torneranno in campo per la prima partita ufficiale della stagione, in Coppa Italia di Serie D. Solo il Campodarsego, già qualificato ai trentaduesimi di finale, resterà ai box fino a domenica 4 settembre, giorno d’inizio del campionato. Le amichevoli dell’ultimo fine settimana sono, però, servite per fare il punto della situazione e per capire se e quanto c’è ancora da lavorare. CAMPODARSEGO. Anche se i biancorossi non hanno brillato nel triangolare giocato sabato scorso a Mestrino, il tecnico Enrico Cunico non sembra minimamente preoccupato. Lo staff tecnico del “Campo”, infatti, sta concludendo una preparazione atletica impostata in due tempi, per affrontare al meglio il primo turno di Tim Cup (disputato lo scorso 30 luglio) e per arrivare al top alla prima di campionato: «In queste settimane abbiamo lavorato duramente ed è fisiologico che i ragazzi siano come dei motori diesel», spiega Cunico. «Da oggi inizieremo un lavoro diverso, puntando sulla velocità e sulla brillantezza per arrivare al debutto almeno all’ottanta per cento della forma». L’avversario della prima giornata sarà il Vigasio. Ieri, tra l’altro, Cunico ha seguito il turno preliminare di Coppa, nel quale la formazione veronese è stata sconfitta ai calci di rigore dal Darfo Boario. L’allenatore spera di recuperare per il 4 settembre pure il nuovo terzino sinistro Luigi Rizzo, ex Primavera di Vicenza e Juventus ufficializzato in settimana: «È arrivato con un piccolo problemino al flessore e dovrà fare allenamenti differenziati», spiega. «Per l’esordio in campionato sarà sicuramente a disposizione, anche se non potrò mandarlo subito in campo». Intanto, per mercoledì è in programma un’amichevole a Castelfranco contro il Giorgione. ESTE. Ieri l’Este ha disputato un triangolare allo stadio di Trissino contro i padroni di casa e l’ArzignanoChiampo. I giallorossi di Michele Florindo hanno mostrato miglioramenti nel gioco e nell’intesa, anche se i risultati dei due mini-match non sono stati all’insegna della continuità. Contro il Trissino, Florindo ha mandato in campo la formazione-tipo, che si è imposta per 2-0, grazie alle reti di Faggin al 2′ e di Longato al 25′. Non è andata altrettanto bene con i pari categoria dell’ArzignanoChiampo, che si sono imposti con lo stesso risultato: di Odogwu al 12′ e Marchetti al 20′ i gol che hanno lanciato la compagine vicentina. Sempre ieri l’Este ha conosciuto l’avversaria del primo turno di Coppa Italia: sarà l’Adriese (che ha battuto ai rigori la Calvi Noale) a contendere l’accesso alla seconda fase del torneo. Giovedì, invece, capitan Lorello & C. saranno impegnati nel 6º Memorial “Giovanni Celeghin” (il via alle 18.30) con Boara Pisani (società ospitante) e Delta Rovigo. ABANO. I neroverdi sapevano già tutto del Legnago, squadra che affronteranno domenica in trasferta. Il match di Coppa sarà una prova del nove per l’Abano di Luca Tiozzo, squadra che più di tutte ha stupito nel pre-campionato. Lo sa bene il direttore tecnico Andrea Maniero, che con il mister chioggiotto ha costruito una rosa a dir poco competitiva: «Sono contento perché i ragazzi stanno dando tutto, a volte anche troppo», afferma l’ex attaccante di Padova e Portogruaro. «Sono in piena sintonia con l’allenatore e cercano di far bella figura contro tutti, dalla squadra di Promozione al Vicenza di Serie B». «C’è ancora qualcosa da sistemare pure sul mercato, perché non abbiamo un’alternativa al nostro terzino sinistro Zattarin». Giovedì l’Abano giocherà un’amichevole in famiglia con la Juniores al centro “Ceron” di Selvazzano Dentro. VIGONTINA SAN PAOLO. La “nuova” Vigontina inizierà la sua storia in casa del Delta Porto Tolle, altra big della categoria. Un match che si preannuncia bello tosto per i bianconeri, reduci da amichevoli ben giocate, nonostante i risultati piuttosto rocamboleschi. Sul mercato continua la ricerca dell’attaccante, come conferma il direttore sportivo Alessandro Bragagnolo: «Stiamo cercando una punta, ma, con ogni probabilità, inizieremo il campionato con questa rosa», afferma. «Dobbiamo valutare bene e prendere un giocatore che possa darci veramente una mano». Per la settimana di avvicinamento alla partita di Coppa con il Delta, a differenza delle altre padovane, mister Italiano non ha messo in agenda amichevoli.
Ore 12.20 – (Gazzettino) A una settimana dall’inizio del campionato – sabato sera il Cittadella debutterà a Bari – il presidente Andrea Gabrielli carica squadra e tifosi per il ritorno in serie B. Categoria nella quale i granata hanno vissuto per sette anni di fila nell’era-Foscarini, e ora sono pronti a fare altrettanto con un nuovo timoniere, Venturato, che al primo tentativo ha riportato la sua squadra tra i cadetti. L’importante è partire bene, con il piede giusto: «L’ho detto ai ragazzi sabato scorso a Pordenone, quando ho fatto visita al gruppo. A Bari si deve cominciare positivamente, per mantenere alto l’entusiasmo della squadra. Vorrei vedere un Cittadella giocarsela alla pari, dobbiamo presentarci al San Nicola pronti fisicamente e mentalmente».
Andrea Gabrielli era in vacanza durante la preparazione estiva del Cittadella, ma si è sempre tenuto informato sui progressi della squadra. «Sono rimasto in continuo contatto, specie con Marchetti. L’unica partita che ho visto in precampionato è stata quella di Pordenone, mi è sembrata una buona prova dei nostri colori, direi secondo le aspettative generali». Forse il presidente non si sarebbe invece immaginato la prematura eliminazione dalla Tim Cup. Qualche mese fa il Cittadella era arrivato in fondo alla Coppa Italia. «Ma quella era un’altra competizione, ben diversa. La prima partita era contro un’avversaria di categoria inferiore, però la Cremonese mi hanno detto che ha costruito una squadra di assoluto e primissimo valore, impostata per puntare alla promozione. È vero che in Coppa Italia quand’eravamo in serie B il Cittadella era sempre riuscito a passare il turno, pazienza: ci concentreremo meglio sul campionato, da subito. Mi è rimasta un po’ di delusione, non lo nego, per aver fallito il primo appuntamento davanti a nostri tifosi». Ha fatto il punto della situazione attuale con Stefano Marchetti, a dieci giorni dalla chiusura del mercato? Manca qualcosa a questo Cittadella? «Più che altro penso che i nuovi debbano ancora assimilare i concetti dell’allenatore. In generale direi che bisogna crescere nella concentrazione, abbiamo infatti imparato che in serie B i dettagli fanno la differenza. Anche con la Cremonese, tutto sommato, la partita era stata portata a termine positivamente, nel recupero una disattenzione ha rimesso in discussione il risultato finale. Pure a Campodarsego, dopo un buon primo tempo, il Cittadella ha abbassato la guardia nella ripresa e rovinato tutto quanto di buono aveva fatto in precedenza. Ecco, non voglio cali durante i novanta minuti, lavoreremo su questi aspetti. Il gruppo comunque c’è, mi sembra valido e all’altezza della categoria, tanto che posso dire che non sono previste ulteriori operazione di mercato». Parliamo degli abbonati, siamo a 1.200 tessere sottoscritte. Lei presidente si è posto un punto di arrivo? «A me piacerebbe superare quota 1.600, c’è ancora tempo per farlo, la campagna abbonamenti è aperta fino ai primi di settembre, alla seconda partita in casa. Per questo è fondamentale partire bene in campionato». Il Cittadella ritrova la serie B, ma perde il suo speaker storico dello stadio, Stefano Albertin. «Un grande tifoso di questi colori, ha lavorato all’interno della società, gli auguro ogni bene, lo incontrerò nei prossimi giorni. Albertin è l’esempio delle persone di cui avverti l’assenza quanto ti vengono a mancare». Presidente Gabrielli, concludiamo con le sue favorite: «Prime fra tutte le fornazioni retrocesse, Verona in testa, poi c’è qualche squadra che ha speso molto. Anche il Cittadella, comunque, può starci benissimo in serie B».
Ore 12.10 – (Gazzettino) Stefano Albertin lascia il Cittadella e l’Italia: andrà a vivere e cercare fortuna all’estero. I granata perdono così lo speaker storico del Tombolato, dopo un lungo matrimonio. «Mi sono avvicinato a questi colori nel lontano ’98 quando collaboravo con il Monselice, e il Cittadella aveva preso un paio di giovani della locale squadra di calcio. Lì ho conosciuto Bresolin che mi ha chiesto se volessi diventare dirigente della Berretti» racconta Albertin. Il “microfono” l’ha impugnato un paio d’anni più tardi: «Alla seconda partita della prima stagione di serie B, all’Euganeo di Padova. Il Cittadella era rimasto senza speaker, io l’avevo fatto per il Monselice, mi è stato chiesto di farlo per i granata». In cabina al Tombolato, “fuori onda”, spesso l’abbiamo vista polemizzare verso gli arbitri: ce l’ha con i fischietti italiani? «Assolutamente no, ma mi dispiace quando vedo il Cittadella penalizzato da certe decisioni discutibili. La piazza granata è indicata come “palestra” per gli arbitri che devono fare esperienza, perché lo stadio è notoriamente tranquillo, non avverti particolari pressioni». Il ricordo che porterà sempre nel cuore? «Dico lo spareggio di Cremona, che valse la promozione in serie B con Foscarini. Chiudo gli occhi e vedo ancora Coralli correre con la bandiera granata in mano, poi l’entrata in pullman a Cittadella, con le strade gremite di tifosi in festa. Indimenticabile».
Ore 11.50 – (Mattino di Padova) «La Serie B è un campionato che fa sognare». Se a dirlo è una persona solitamente razionale e poco avvezza a mostrare le proprie emozioni come il direttore generale Stefano Marchetti, si capisce bene l’aria elettrizzante che soffia dalle parti del Tombolato a meno di una settimana dal via del campionato. Per il Cittadella è il terzo ritorno tra i cadetti dopo la prima storica promozione targata Ezio Glerean e il lungo ciclo di Foscarini, spezzato da una retrocessione, cancellata immediatamente dalla vittoria in Lega Pro. Anche per questo Marchetti ha centrato il primo obiettivo stagionale che si era prefissato: confermare l’ossatura della squadra che la scorsa stagione ha dominato il girone A di terza serie. «Il primo pensiero che ho avuto dopo la vittoria del campionato è stato quello di mantenere la spina dorsale della squadra che ha compiuto l’impresa», spiega il d.g. granata. «E non si pensi che sia stato facile. Quando si vince in quella maniera, cambiano stimoli e aspettative, tanti giocatori avevano altre richieste, ma la cosa che mi ha più inorgoglito è che tutti abbiano voluto sposare il progetto Cittadella. I giocatori hanno voluto rimanere perché hanno capito che siamo una società seria, concreta e credibile, e la conferma l’ho avuta anche in sede di mercato. Molti calciatori volevano venire a Cittadella perché questa società negli anni si è costruita un’ottima nomea». Le proposte, quindi, non mancano. E qualcuno sogna ancora un colpo last minute. «Ho detto che il mercato è chiuso, perché per me siamo a posto così. Ma allo stesso tempo è vero che negli ultimi giorni può succedere di tutto. Dubito, però, che ci saranno altri movimenti, anche perché siamo limitati dai paletti della Lega, che impongono l’organico a 18 giocatori “over”. Sarò a Milano gli ultimi giorni, ma non per forza dovrò concludere qualche trattativa. La squadra è già completa». Rinforzi o no, la B fa sognare. «Rispetto alla Serie A è imprevedibile, i valori possono essere stravolti e ultimamente stare a metà classifica significa essere a tre punti dai playoff e ad altrettanti dai playout. Da lì è questione di dettagli. Se gira male rischi la retrocessione, altrimenti ti puoi infilare nel treno promozione e agli spareggi può succedere di tutto». In fondo, gli ultimi due campionati hanno lanciato Carpi e Crotone. Qualcuno può pensare: se è successo a loro, può succedere anche a noi. «È un pensiero che ho fatto, partendo dal presupposto che ogni stagione s’inizia per migliorare quanto ottenuto in passato. Non scordiamoci, però, che raggiungere una salvezza in Serie B con il Citta equivale a sollevare la Champions in altre piazze. Noi partiamo umili e con i piedi per terra cercando di raggiungere la permanenza tra i cadetti. Poi, come detto prima, vediamo che succede». Sarà anche una questione di gol. Il Citta ha sempre avuto grandi bomber. Litteri può ripercorre in B le orme dei vari Ardemagni e Piovaccari? «Ha grandi qualità calcistiche e, conoscendolo, ho scoperto un ragazzo dai valori morali che si sposano alla perfezione con il mondo Cittadella. Per questo ho voluto a tutti i costi riportarlo qui». Capitolo finale dedicato ai pronostici. Le favorite? «Verona, Carpi e Frosinone. Hanno avuto il budget maggiore per fare mercato e si presentano molto attrezzate. Ero all’Euganeo sabato e ho visto un buon Carpi, onore al Padova che l’ha fermato. Sulla carta sono le migliori, ma la carta, a mio avviso, conta ben poco». Le outsider? «Dico Bari, che se ingrana la marcia ha dalla sua il calore di una piazza grandissima. E poi Trapani, che ha tutto per ripetersi».
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Scatta oggi la settimana-tipo, che porterà il Cittadella a scendere in campo nella prima giornata di campionato sabato 27, alle 20.30, allo stadio San Nicola contro il Bari. Dopo la vittoria per 4 a 0 nell’amichevole di sabato contro il Giorgione, il tecnico Roberto Venturato ha concesso ai suoi un giorno di riposo prima della ripresa degli allenamenti, fissata per questo pomeriggio al Tombolato. Il Citta partirà per il capoluogo pugliese venerdì e si fermerà a Bari anche sabato sera dopo la partita, rientrando soltanto domenica. Al momento Venturato ha tutti gli uomini a disposizione escluso il giovane mediano Caccin, fuori per uno stiramento muscolare. Oggi e domani non ci sarà nemmeno Luca Valzania, convocato con la rappresentativa B Italia, che domani alle 18 a Coverciano affronterà la Nazionale iraniana in amichevole. Per il resto sono tanti i dubbi da sciogliere per quanto riguarda la formazione. Pasa o Scaglia al centro della difesa? Lora o Valzania a centrocampo? Strizzolo o Arrighini al fianco di Litteri in avanti? Tutto al netto di eventuali sorprese. Intanto, domani riprende anche la campagna abbonamenti, che andrà avanti fino al 3 settembre e che alla fine della settimana scorsa ha raggiunto quota 1.100 tessere sottoscritte. Come stanno, invece, le rivali granata? Il Bari, prossimo avversario, ha sfiorato dieci giorni fa il colpaccio in Coppa Italia, perdendo a Palermo 1-0 soltanto all’ultimo minuto del secondo tempo supplementare. I mugugni, tuttavia, non mancano nemmeno da quelle parti, visto che ha lasciato un po’ a desiderare l’ultima amichevole disputata dai galletti, che sabato hanno pareggiato 1-1 contro la Fidelis Andira (Lega Pro). Sul mercato si cerca ancora una punta e dopo aver (probabilmente) abbandonato il sogno di un ritorno di Antonio Cassano, sul taccuino c’è ora proprio un ex granata come Matteo Ardemagni. Va sicuramente peggio al Brescia, che due giorni fa ha incassato un’incredibile sconfitta per 6-1 contro la FeralpiSalò. Un avvio choc per il nuovo tecnico Christian Brocchi, finito nel mirino dei tifosi, anche se per ora la contestazione ha investito più che altro la società e l’a.d. Sagramola. Per ora non ha impressionato nemmeno il Vicenza, che nell’ultima amichevole precampionato ha piegato soltanto 1-0 l’Abano a Isola Vicentina, e sul mercato prova a resistere agli assalti per il bomber Raicevic. Prova a blindare i suoi gioielli, negli ultimi giorni di mercato, anche l’Hellas Verona, che finora ha comunque disputato un buon precampionato, suggellato dalla vittoria in Coppa Italia contro il Crotone.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Spostando il focus sul reparto avanzato, oltre ad Altinier con il quale ha dimostrato di trovarsi a meraviglia nel campionato scorso, ha come colleghi Alfageme, Germinale e il giovane Fantacci. «Tutti giocatori di grande spessore, e abbiamo caratteristiche diverse. Per una serie di problemi purtroppo non abbiamo potuto lavorare finora tutti insieme, ma come reparto siamo uno dei più attrezzati del campionato». Dieci sigilli e altrettanti assist per lei una stagione fa. «Ripetersi vuole dire fare bene. Ma più che all’obiettivo personale preferisco arrivare al traguardo collettivo». In un’ipotetica griglia di partenza dove colloca i biancoscudati? «Parma e Venezia sono le compagini che hanno investito di più e sono le favorite. Poi dietro a loro ci sono tante squadre, incluso il Padova». Nelle prime giornate vi attende un calendario abbordabile (Sambenedettese, Albinoleffe, Forlì, Fano, Maceratese) e da sfruttare al massimo. «Tutte le squadre vanno rispettate, però indubbiamente sulla carta possiamo fare un bel gruzzolo di punti. Anche perché a novembre ci aspetta una serie di partite molto difficili ed è importante arrivarci avendo incamerato tanti punti».
Ore 11.00 – (Gazzettino) Rispetto a un anno fa l’asticella delle aspettative sulla squadra è stata alzata. Sentite questa responsabilità? «Siamo consapevoli che c’è questa attenzione su di noi, e anche che siamo una squadra di valore. Sono arrivati dei grandi giocatori, si è formato un bel gruppo: ci sono i presupposti per fare bene, anche se poi il verdetto spetta al campo». Sette-otto undicesimi della formazione titolare sono nuovi rispetto alla formazione dell’anno scorso. È più forte questo Padova? «Direi di sì. Ci sono giocatori più esperti, nel senso che sono arrivati molti ragazzi di categoria e anche di categoria superiore. Già la stagione scorsa eravamo una buona rosa, ma quest’anno è migliorata ed è attrezzata al meglio». Sempre in tema di termini di paragone, in panchina si è passati da Bepi Pillon a Oscar Brevi. «Sono due grandi lavoratori. Ciascuno ha naturalmente le sue idee tattiche, ma nel lavoro sul campo con la squadra si assomigliano, e anche nella loro capacità di trasmettere tranquillità ai giocatori». Quanto all’impronta tattica, si è passati dal 4-4-2 all’attuale 3-5-2. «È un modulo nuovo e lo stiamo assimilando, anche se c’è ancora da migliorare. Sono convinto che possiamo fare bene».
Ore 10.50 – (Gazzettino) L’esordio in campionato è ormai all’orizzonte e da oggi Neto Pereira e compagni inizieranno a mettere nel mirino la Sambenedettese per iniziare il cammino subito con il piede giusto. Proprio il capitano biancoscudato è uno dei pochi superstiti della passata stagione terminata con un quinto posto che quest’anno va migliorato, tanto più che in questi termini si è espressa a più riprese anche la proprietà. Il rodaggio nell’amichevole di sabato con il Carpi ha consegnato un Padova in ripresa rispetto alle precedenti uscite, sensazione condivisa anche da Neto Pereira: «Si è visto un passo in avanti, ed è normale alla luce dei carichi di lavoro che abbiamo svolto nei giorni scorsi. Stiamo lavorando per arrivare nella migliore condizione possibile al debutto in campionato. Cosa mi è piaciuto di più sabato? Senza dubbio come abbiamo affrontato l’impegno, mettendoci sin dall’inizio la concentrazione giusta. Sarà importante anche sabato con la Sambenedettese per partire con lo stesso piglio». Il Padova si farà trovare pronto a questo primo appuntamento? «Senz’altro, è dall’8 luglio che lavoriamo e non vediamo l’ora di giocare questa partita».
Ore 10.40 – (Gazzettino) «Il Padova ha comunque dato ampia disponibilità a trovare una sistemazione. Il Delta Porto Tolle Rovigo? Con tutto il rispetto per il Delta, non credo ci siano i presupposti per scendere in serie D. L’ha fatto con il Padova perché è una grande piazza». Dionisi è stato corteggiato invano dal Rieti, per lui resta in piedi l’ipotesi Sambenedettese. Petrilli, l’unico dei tre ad avere ancora due anni di contratto con il Padova, è il giocatore che ha avuto finora più richieste, ma per un motivo o per un altro nessuna è andata in porto. La cessione del terzetto consentirebbe a Zamuner di avere un posto a disposizione nella lista degli over da colmare con un’altra operazione in entrata. Versante, quest’ultimo, sul quale sono attese almeno un paio di novità sul fronte giovani: si attende l’arrivo imminente del difensore Monteleone (prestito dal Palermo), inoltre il diggì è caccia di un esterno destro come vice Madonna, ruolo nel quale può essere utilizzato all’occorrenza anche Mandorlini.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Mancano dieci giorni alla chiusura del mercato ed è soprattutto in uscita che Giorgio Zamuner (ieri è andato a vedere Santarcangelo-Venezia) deve darsi da fare. Dionisi, Ilari e Petrilli non rientrano nei piani, ormai non solo più a parole, ma anche con i fatti se è vero che nel test con il Carpi sono rimasti accomodati in panchina. Un film già visto la settimana scorsa con la Vigontina San Paolo: Dionisi e Petrilli seduti a bordo campo, e solo qualche minuto invece concesso a Ilari. Insomma, un modo eloquente per ribadire che per loro non c’è posto in questo Padova, con il rischio di restare fuori lista nel caso in cui non si trovi una sistemazione entro le 23 del 31 agosto. Non che ai tre biancoscudati non sia arrivata qualche proposta in queste settimane, salvo declinarla. L’ultima in ordine di tempo è il rifiuto di Ilari al trasferimento alla Casertana, che aveva messo sul piatto un contratto biennale alle stesse condizioni economiche che ha con il Padova. «Non era convinto della situazione – spiega il suo agente Spinosi – Si lavora su altre destinazioni, anche se più si va avanti e più ci si deve accontentare. Rimanere fuori lista e perdere sei mesi è un rischio, anche considerato che ci sono molti giocatori in giro».
Ore 10.10 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Si può fare bene ma serve ancora qualcosa davanti”) Visto in azione sabato contro il Carpi (appena retrocesso dalla Serie A), per un’ora abbondante (quella che fa testo, perché poi c’è stata la girandola delle sostituzioni) il Padova ha suscitato una buona impressione. Al di là del risultato – il calcio d’agosto fa testo sino ad un certo punto sotto tale aspetto – è la squadra nel suo complesso che andava pesata come si deve contro un avversario di categoria superiore. Ebbene, la sostanza c’è, soprattutto sul piano tecnico. Semmai, è da verificare l’impatto sul campionato di un modulo – il 3-5-2 caro a mister Brevi – che impone, per dare piena concretezza ed efficacia al lavoro del collettivo, una continua spinta degli esterni e più dinamismo in mezzo al campo. La difesa, su cui si punteranno inevitabilmente molti occhi critici (è stata rivoluzionata nonostante fosse la seconda più forte della passata stagione), ha guadagnato in esperienza con Emerson (il fallo da rigore su Catellani è un’ingenuità perdonabile), e con lo stesso portiere Bindi, per cui – fermo restando il ballottaggio Russo-Cappelletti per la terza maglia di titolare – si può essere ragionevolmente ottimisti. In mezzo, dando per scontato il rientro di De Risio, c’è un Dettori in spolvero, che può essere davvero uno dei leader del nuovo gruppo biancoscudato. Da verificare ancora Filipe – ha buona visione di gioco, ma deve sveltire di più il passo, specie quando l’azione va ribaltata – e soprattutto Madonna: l’unico “neo” della prestazione contro gli emiliani è che a destra il Padova non ha sfondato, ma è anche vero che non è andato molto giù da quella parte, preferendo di più l’asse Favalli-Dettori a sinistra per sviluppare le proprie trame offensive. Davanti, infine, Alfageme ha tradito gli inevitabili contraccolpi del ritardo di condizione, essendo arrivato da pochi giorni. Se Altinier, come ci auguriamo, riprenderà ad allenarsi da oggi con il gruppo, e quindi ad acquisire una discreta condizione in vista del debutto di San Benedetto del Tronto, il Padova potrà presentarsi con le sue bocche da fuoco migliori al cospetto della neo-promossa, in uno stadio che notoriamente non gli porta molta fortuna. Tuttavia, l’infortunio toccato al bomber mantovano (16 gol nell’ultimo torneo) giustifica una necessaria riflessione: aspettando la crescita dell’argentino e con un grosso punto interrogativo sul recupero di Germinale, non è il caso di pensare ad un rinforzo di un certo livello proprio nel settore avanzato? Neto ha 37 anni, Altinier 33, e non è detto che reggano tutte le 38 partite in programma (più quelle degli eventuali playoff), visto e considerato che nel campionato 2015/16 sono state 34 quelle disputate. Certo, prima bisogna sfoltire la rosa, perché oggi si è a quota 18 con Dionisi, Ilari e Petrilli: se andranno via tutti e tre, il sedicesimo dovrà essere un attaccante. Ma di quelli tosti, così si riduce il gap nei confronti di Parma e Venezia, le “corazzate” del girone.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «Ormai manca solo il colpo di testa, ma ci sarà da aspettare parecchio prima di vederlo», sorride Dettori, ironizzando sulla natura che ha preferito riservargli la finezza nei piedi, concedendo qualcosa all’altezza. «Ma la cosa più importante è aver fatto passi in avanti come squadra. Sabato abbiamo cercato di invertire un po’ la rotta rispetto alle ultime amichevoli e siamo entrati con la testa giusta per cercare di non subire l’avversario. Nei primi 25’ abbiamo fatto molto bene, tenendo ritmi altissimi, e, anche se poi il Carpi è venuto fuori, rimane la soddisfazione di aver disputato un primo tempo all’altezza di una formazione superiore». Da oggi, nonostante mercoledì sia previsto l’ultimo test, il tempo delle amichevoli può già considerarsi concluso: tra cinque giorni c’è la Sambenedettese in trasferta, a battezzare un campionato da affrontare a testa alta. «Un inizio molto difficile, la Samb è l’avversario peggiore da incontrare alla prima di campionato: arriva da una promozione, troveremo un ambiente caldo e carico di entusiasmo, ma noi abbiamo tutte le carte in regola per fare la nostra partita».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «È vero, da questo punto di vista mi ritengo un calciatore un po’ anarchico», ammette l’ex Carrarese. «Quando ricevo la palla e mi metto in testa di metterla in profondità, lo faccio. A volte capita di peccare di precisione, ma l’idea è sempre quella di cercare di essere più utile alla squadra». E vederlo giocare, se in giornata, è uno spettacolo: prima ancora che la palla sia tra i suoi piedi, si ha l’impressione che nella testa sia già nata la giocata successiva. «Io cerco di provare sempre la giocata decisiva, quella che finalizza un’azione, non sono uno che è portato molto a giocare in avanti o a verticalizzare. E se poi arrivano i gol, come in questo inizio di stagione, diventa tutto ancora più bello». Calcio di punizione e bordata dalla distanza erano stati i suoi biglietti da visita nel ritiro di Mezzano, sabato è arrivata anche l’incursione in area ad ampliare ancora di più il repertorio.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Mettetelo dietro le punte e chiedetegli espressamente di risolvere la gara, difficilmente ci riuscirà: nel secondo tempo del match di Coppa Italia con il Seregno fu proprio così. Lasciatelo, invece, giostrare in quella zona del campo dove di solito si trova, e da un momento all’altro potrebbe nascere qualcosa di inatteso. Francesco Dettori è questo, prendere o lasciare: l’anarchia al servizio della squadra, la sana follia di chi sa di avere mezzi tecnici superiori e riesce a padroneggiarli con una leggerezza quasi innaturale. Sabato, contro il Carpi, l’ultima “perla” di un precampionato da stropicciarsi gli occhi: prima il numero al limite dell’area, poi il dribbling che ha messo a sedere Blanchard – uno che l’anno scorso segnava allo Juventus Stadium – come un dilettante, creando i presupposti per il gol dell’1-0 del Padova. Questo è il centrocampista sardo: un giocatore di puro estro, capace di creare dal nulla la giocata più difficile, senza curarsi di ciò che gli succede intorno, come fosse dentro una “bolla” tutta sua.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Gruppo compatto. Partono leggermente indietro tutte le altre formazioni, ma di sicuro dal “gruppone” delle outsider usciranno almeno un paio di sorprese. Perché nella bagarre che dovrebbe riguardare la zona salvezza ci sono piazze ambiziose e tifoserie calde, squadre storiche e grandi progetti di crescita. Una di queste è la Sambenedettese, prima avversaria del Padova, che torna tra i professionisti dopo 7 anni confermando il tecnico della promozione, Ottavio Palladini, e che sul mercato si è rinforzata con l’arrivo di Ferrario (difensore ex Catania) e sogna il colpo Jefferson (Latina) per l’attacco. Progetti ambiziosi anche quelli di Fano, Teramo e Gubbio, mentre sono ancora tutte da decifrare, invece, le situazioni ancora “instabili”: il Mantova due giorni fa ha preso sei gol in amichevole dai dilettanti della Virtus Vecomp, l’Ancona e la Maceratese hanno una situazione societaria tutta da decifrare, mentre per il Santarcangelo di Michele Marcolini, e per Forlì, Lumezzane e Albinoleffe ci sarà da soffrire.
Ore 09.20 – (Mattino di Padova) Le pretendenti. Ma subito dietro ci sono almeno sette squadre che puntano a rovinare i piani delle favorite. Una di queste è dichiaratamente il Padova, ma non la sola. Osservata speciale la Reggiana, che negli ultimi giorni, con gli arrivi dell’ex biancoscudato Trevisan e dell’ex bomber del Pavia Cesarini, ha voluto mettere in chiaro di non voler recitare un ruolo da comprimaria nella prossima stagione. Quindi il Pordenone, la grande sorpresa della passata stagione, che, nonostante gli addii di Pederzoli, Strizzolo e Mandorlini, ha costruito una squadra comunque temibile. Il Bassano, che in Tim Cup s’è concesso il lusso di eliminare l’Avellino, promette di essere la mina vagante come nelle ultime stagioni, alla pari del coriaceo Sudtirol e del blasonato Modena. Occhio di riguardo anche per la FeralpiSalò di Tonino Asta: due sere fa i Leoni del Garda hanno umiliato in amichevole il Brescia di Brocchi con un pesante 6-1, mostrando una condizione eccellente.
Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Dopo tre mesi di sosta, le lunghe vacanze e l’interminabile periodo dei ritiri e delle amichevoli, finalmente si comincia a fare sul serio. Sabato 27 scatta la Lega Pro 2016/17, e il girone B, quello che vedrà i biancoscudati viaggiare dall’Alto Adige all’Abruzzo, promette una stagione di grande spettacolo. Tutti a caccia di Parma e Venezia, le grandi favorite, ma con molte formazioni che ambiscono ai posti d’onore. Pole position. Sono le due “grandi” neopromosse dalla D, sulla carta, le squadre da battere. Il Venezia di Pippo Inzaghi ha costruito la squadra con esborsi faraonici in estate, puntellandola con innesti di categoria superiore in tutti i reparti. Ma non è da meno nemmeno il Parma, tornato nel professionismo dopo un solo anno nei dilettanti, e che poggerà il 3-5-2 del suo tecnico, Luigi Apolloni, sulle due “bocche di fuoco” dell’attacco, Calaiò ed Evacuo, che promettono di far soffrire qualunque difesa.
Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Comincia questo pomeriggio, con il primo allenamento fissato per le ore 17 alla Guizza, la prima settimana di campionato per il Padova di Oscar Brevi. Per la squadra biancoscudata, che esordirà sabato 27 alle 16.30 in casa della Sambenedettese, mercoledì pomeriggio all’Appiani arriverà il momento delle prove generali, con l’ultima amichevole che Neto Pereira e compagni disputeranno contro i veneziani del Mellaredo (Promozione) alle 16.30 all’Appiani. Da verificare le condizioni di Altinier e De Risio, che oggi dovrebbero riprendere ad allenarsi per cercare il recupero in extremis per la prima stagionale. La squadra partirà poi venerdì pomeriggio alla volta delle Marche. Tifosi. Oggi scattano anche gli ultimi dieci giorni di campagna abbonamenti: le sottoscrizioni saranno possibili per tutti i tifosi, vecchi e nuovi abbonati, fino a giovedì della prossima settimana, a due giorni di distanza dall’esordio casalingo contro l’Albinoleffe, fissato per sabato 3 settembre alle 20.30. Si riparte da quota 2.118 tessere staccate, quindi ancora lontani dai 3.511 abbonamenti della passata stagione: la sede di viale Rocco sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 20, e il sabato dalle 10 alle 13.