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Ore 22.10 – (Corriere delle Alpi) Continua a suon di successi il precampionato dell’Ital Lenti Belluno. Ieri pomeriggio a Bleggio, in Trentino, la squadra gialloblù ha battuto con un sonoro 11-0 la formazione di casa che gareggia in Prima categoria. In particolare evidenza si sono messi, ancora una volta, bomber Corbanese e Duravia, autori di tre reti ciascuno. Roberto Vecchiato ha dovuto rinunciare a due dei suoi attaccanti, Schiocchet e Brotto, il primo ancora fermo, il secondo in fase di recupero. Dal primo minuto, pertanto, sono scesi in campo Borghetto, Sommacal, Dosso, Quarzago, Franchetto, Calcagnotto, Salvadego, Bertagno, Corbanese, Masoch e Duravia. Fin dalle prime battute non c’è stata storia. Nel primo tempo, il Belluno è partito con il piede a tavoletta sull’acceleratore tanto che, all’intervallo, il punteggio vedeva gli ospiti già in vantaggio di otto reti. Nella ripresa, mister Vecchiato ha operato tanti cambi e i gialloblù hanno allentato un poco la loro supremazia ma sono ugualmente riusciti a realizzare altre tre reti e fissare il punteggio sull’11-0. A firmare i gol sono stati Simone Corbanese, Marco Duravia, Simone Bertagno, Mike Miniati e Alessandro Marta. I primi due, in particolare, hanno seminato il panico nella difesa avversaria, riuscendo a mettere a segno tre gol a testa. Pochi giorni fa i gialloblù avevano conquistato un’altra vittoria in trasferta. A Lignano si erano imposti per 2-0 sulla formazione locale grazie alle reti di Corbanese, nel primo tempo, e di Masoch nella ripresa. Mercoledì prossimo torneranno in campo contro la Marosticense per l’ultimo test prima dell’esordio ufficiale nel primo turno di Coppa. In campionato, invece, la squadra del capoluogo debutterà al Polisportivo una settimana più tardi, domenica 4 settembre, contro il Cordenons. «Abbiamo fatto vedere in campo», assicura soddisfatto l’allenatore gialloblù Vecchiato, «tutte le cose che avevamo provato e che dovevamo fare. La differenza tra le due squadre, naturalmente, si è vista, anche perchè di fronte avevamo una formazione di Prima categoria. Noi, comunque, abbiamo giocato secondo le aspettative e, soprattutto, non siamo stati superficiali: proprio questo era ciò che mi premeva maggiormente. Ora continuiamo a lavorare bene in vista delle prime partite ufficiali».
Ore 21.40 – (Gazzetta di Mantova) Perso il croato Dejan Skolnik, l’Acm è corsa ai ripari nel ruolo del centrocampista centrale affidando a Sandro Musso argomenti sufficienti a convincere il 30enne Giuseppe Pirrone, reduce da una stagione opaca tra Ascoli e Pavia ma in passato protagonista con il Trapani dalla Seconda divisione al torneo cadetto, dove è stato titolare nel 2013-14 con 36 presenze e 3 reti. Sono ore cruciali anche per l’approdo del centrocampista esterno Paolo Regoli (ex Latina e Avellino), associato con insistenza al club di Viale Te da almeno un paio di settimane, mentre Di Loreto (nella foto con Bompieri) giura di avere altri due assi nella manica, da concretizzare per il via del campionato. Prina da domani potrà contare su Pietro Tripoli, che ha svolto l’intero programma di preparazione con l’Acm, sono vicini all’addio De Respinis e Momentè. Il primo dovrebbe accordarsi con il Siracusa in sostituzione dell’ex biancorosso Falou, l’attaccante veneziano ha cominciato a negoziare una rescissione che gli dia il via libera verso un ritorno all’AlbinoLeffe. Ieri sono stati sottoscritti 75 abbonamenti, il totale va a 586.
Ore 21.30 – (Gazzetta di Mantova) Si crea un capannello di tifosi attorno a Serafino Di Loreto, appena dopo il fischio finale per esprimere il loro parere su una squadra in evidente debito di risorse e una società che non palesa certezze. Il patron non si nega, né si scompone dinanzi agli eventi negativi. «Skolnik non arriverà – attacca -. L’intermediario voleva piazzare lui e gli altri due croati (Glavica e Novak, quest’ultimo mai giunto a Mantova, ndr) e quando ha capito che a noi interessava solo Skolnik ha alzato il prezzo. Noi non cediamo a certa gente. Al suo posto proveremo a prendere il centrocampista Pirrone, sul quale sta lavorando Sandro Musso. La sconfitta in questo test non conta, piuttosto sono da interpretarsi positivamente gli adeguamenti contrattuali a Ruopolo (prolungamento sino a tutta la stagione 2017-18) e Tripoli, che si sono dimostrati molto seri. Ci stiamo adoperando per liberarci dei due giocatori in esubero, che minano la serenità dello spogliatoio portando effetti devastanti». Qualche esagitato se la prende con Momentè ma il contratto l’hanno siglato il giocatore e la società di viale Te…
Ore 21.20 – (Gazzetta di Mantova) Di Loreto accenna ad importanti obiettivi di mercato che presto verranno raggiunti, mentre Luca Prina – da buon piemontese – è assai più pragmatico e batte il chiodo sul concetto della squadra da completare. «Io credo a ciò che vedo e quando lo vedo. Oggi restiamo fermi all’esigenza di completare l’organico in tutti i reparti. Ho avuto a disposizione per un paio di giorni Skolnik, un ragazzo che mi stava dimostrando di possedere delle qualità. Ma non l’ho mai considerato un giocatore dell’’Acm perché qualcosa, negli accordi tra giocatori e società, può sempre andar storto. A noi servono atleti funzionali e che abbiano fame di risultati. Dei tanti nomi di atleti in cerca di sistemazione non tutti fanno al caso nostro. Dobbiamo operare con grande attenzione». A tal proposito, tenuta pure conto della poca attendibilità del test, il debutto dell’argentino Gargiulo è risultato essere tutt’altro che privo di sbavature. «Questa amichevole non mi dà alcun riferimento – insiste Prina – e non solo sulla prova di Gargiulo. Non è possibile valutare nel suo insieme una squadra che è solo una Berretti rinforzata e che ha lavorato duramente. I sei gol non contano. Ad Ancona posso garantire che sarà un Mantova molto diverso. Il primo obiettivo è recuperare gli acciaccati. Cristini e Carini hanno tenuto validamente il campo nell’ultima mezz’ora, Caridi rientrerà in gruppo lunedì e mi auguro che anche Siniscalchi sia dei nostri da metà settimana». Determinati come Tripoli, che ieri ha ottenuto il reintegro in rosa: «Ci ha convinto dall’inizio della preparazione – riconosce Prina -, credo fortemente nella riscossa del giocatore».
Ore 21.10 – (Gazzetta di Mantova) Con 10 giocatori su 11 facenti parte della rosa dei titolari, anche se alcuni fuori forma o in ruoli diversi da quelli congeniali, il Mantova subisce uno storico 2-6 dai dilettanti della Virtus Vecomp. I sei gol (e il palo) che sconvolgono il pomeriggio degli attoniti sportivi presenti al Martelli sono soltanto l’ovvia batosta di una bozza di squadra che per l’ultima volta nella stagione ha giocato senza i tre punti in palio. Da sabato al Del Conero non si scherza più, è quello il guaio… Mister Prina “perde” il croato Skolnik poco prima della partita, perché stando a Di Loreto il suo agente Tiziano Pasquali avrebbe sparato una richiesta impossibile per le tasche dell’Acm. Dei “nuovi” si vede soltanto Gargiulo, troppo brutto per essere vero. In campo vanno i baby della Berretti, ormai stabilmente fra i titolari come Aldrovandi (99), Maroni (2000) e in seguito Todeschi (99), spedito in campo a farsi umiliare dallo scatenato Mensah. Gli altri, sostiene mister Prina che ben sa le cose, sono affaticati dai carichi di lavoro e la loro prova non va accolta come un dramma. Il problema però è che il Mantova rischia di perdere anche Maccabiti, che alla mezzora è sceso lamentando un dolore all’inguine, e che per sabato ad Ancona resta solo da sperare nel recupero dei vari Siniscalchi, Caridi, Ibra oltre alla piena ripresa di Carini e Cristini. Oltre, scusateci se lo ricordiamo solo ora, agli acquisti ripetutamente annunciati dalla società che forse prima o poi si tramuteranno in realtà. Dispiace constatare come Skolnik, che doveva essere un elemento che piaceva molto al mister e il cui agente pareva avere una certa familiarità anche con il vice presidente Marco De Sanctis, sia stato indotto a lasciar perdere l’eventualità di rafforzare un Mantova disperatamente nei guai. La partita? A inizio carriera Enrico Montesano, nell’interpretare il personaggio di Felice Allegria, definiva ogni sua peripezia come “n’apocalisse”. Anche in omaggio ai soci romani, invisibili da 15 giorni a parte il buon De Sanctis, vogliate gradire questo come giudizio sulla gara che ha visto la svolta con Speri, che anticipava Bonato. Il raddoppio per uno scivolone di Bandini, che lanciava l’implacabile Mensah. Ruopolo, con un bel colpo di testa accorciava e a inizio ripresa Luca Manarin, che una volta era biancorosso e che definire migliorato solo dopo l’anno di Rezzato è sacrilego, firmava il 3-1. Poker con Busato e cinquina con Manarin da 50 metri. Marchi, di piatto, accorciava e Vesentini siglava il finale tennistico mentre la gente sfollava in silenzio. Quasi sotto choc.
Ore 20.40 – (Alto Adige) L’accordo è vicino e, nel corso della prossima settimana, Stefano Fortunato potrebbe arricchire la rosa dei portieri in maglia biancorossa. Il ventiseienne torinese è figlio d’arte, papà Daniele, difatti, ha interpretato il ruolo del centrocampista nella massima serie vestendo, tra le altre, le maglie di Atalanta e Juventus. Il giovane Stefano, nello scorso campionato ha fatto parte della rosa dell’Arezzo, senza però mai scendere in campo. Capitolo che non ha offuscato, certamente, la meritoria stagione precedente passata a difendere i pali del Venezia. Stefano Fortunato ha iniziato a muovere i primi passi nel settore giovanile del Montecchio Maggiore, fino a debuttare a soli sedici anni (e con la stessa maglia dei veneti) in serie D. Un trampolino importante per il bravo Stefano che due anni dopo firma il primo contratto da professionista con il Parma che, a quel tempo, viaggiava nella massima serie. Nella stagione successiva (2009-2010) viene eletto estremo difensore della Pro Patria (legapro seconda divisione), mentre nel luglio 2011 passa in cadetteria indossando la maglia del Modena, finendo a lavorare accanto ai colleghi Nicholas Caglioni e Matteo Guardalben. Il debutto con il grande calcio arriva nella stagione 2011-2012 in Coppa Italia, nel match che i canarini giocano contro il Chievo. Nel finale della stessa stagione (20 maggio) arriva anche l’esordio in serie B. Dopo una parentesi con il Vicenza per Stefano Fortunato c’è il palcoscenico della laguna con la maglia neroverde veneziana. E Stefano Fortunato si è accomodato in panchina accanto a Viali, nel corso dell’amichevole che i biancorossi hanno disputato a Maso Ronco contro il Dro. Partita vinta da Marcone e compagni che per i primi hanno duellato alla pari con la formazione trentina militante in serie D. Subito dopo l’Alto Adige prende il sopravvento ed al 35’ sblocca la gara: Obodo avvia la verticalizzazione per Ciurria che, dopo essersi aggiustato la sfera, la indirizza sul secondo palo con un bel tiro a giro. Nella ripresa l’Alto Adige passa ancora al 13’ grazie ad una bell’azione di Ciurria. L’attaccante parte in velocità sulla sinistra salta due uomini, e detta una palla morbida in area all’altezza del secondo palo, dove c’è Fink che controlla al volo e batte l’estremo trentino. Il tris arriva al 27’ sugli sviluppi di un rinvio errato della difesa ospite, la palla svicola verso tutti che da 35 metri gira detta una volee a spiovere sul primo palo. Lo stesso attaccante a quattro minuti dal termine imbecca al centro area, dove c’è lo stacco di Gliozzi che lascia secco il portiere trentino. Insomma, un buon test per l’Alto Adige che sabato prossimo sarà impegnato nel debutto in campionato con la sfida casalinga con il Fano. Era importante confrontarsi con una squadra di quarta serie dopo i recenti test con formazioni di Eccellenza. Mister Viali ha le idee chiare sul modulo e anche sugli uomini più in condizione da utilizzare nel battesimo stagionale in un calcio d’agosto che però non è più d’agosto visto che in palio ci sono tre punti pesanti.
Ore 20.10 – (Gazzetta di Modena) Adam Diakite continua a lavorare a parte a causa dell’infortunio agli adduttori della coscia destra accusato prima dell’amichevole con il Castelfranco e riacutizzatosi proprio nel corso della sfida giocata una settimana fa sempre a San Damaso. «Speriamo di recuperarlo per il debutto in campionato con il Parma, la possibilità sembra esserci», ha confidato ieri mister Pavan. All’elenco degli infortunati, che continua ad annoverare Fabio Sakaj, si è aggiunto anche Riccardo Ravasi: l’attaccante, pur figurando nella distinta ufficiale, ieri pomeriggio è stato tenuto a riposo per un piccolo acciacco muscolare e si è semplicemente allenato a parte.
Ore 20.00 – (Gazzetta di Modena) Gigi Pavarese non ha potuto assistere al test con la Correggese. Il direttore sportivo canarino è stato costretto a rientrare nella sua Avellino per motivi personali e tornerà in città soltanto domani mattina. Non è dunque stato possibile fare direttamente con lui il punto della situazione sul mercato del Modena, che nell’ultima settimana ha visto soltanto tre cessioni (Stanco alla Cremonese, Doninelli al Siena e Chiriac alla Paganese) e nessun acquisto. Non è un mistero che Pavarese sia da giorni al lavoro per cercare una punta da doppia cifra, ovviamente a livello di gol, ma il rischio è che ci si debba trascinare fino ai “saldi” di fine mercato per trovare l’occasione giusta. Una delle ultime piste battute porta ad Adriano Montalto, attaccante classe 1988 che però ha ancora un anno di contratto con il Trapani. Sondaggi, a dire il vero, ne sono stati fatti parecchi nelle ultime settimane, senza però riuscire mai ad affondare il colpo. Pablo Granoche al momento resta un sogno: il “Diablo” continua ad allenarsi con il Modena, ma ha appena rifiutato un biennale da 120mila euro a stagione propostogli dalla Salernitana. Dura, insomma, sperare anche in una semplice scelta di cuore prima del 31 agosto. In uscita c’è sempre Matteo Rubin: al lotto delle pretendenti si è aggiunto l’Avellino.
Ore 19.50 – (Gazzetta di Modena) «Molto soddisfatto delle risposte che sto avendo dai miei ragazzi»: così si è definito Simone Pavan anche al termine dell’amichevole con la Correggese. Guai, però, a pensare che si tratti di una frase di circostanza, come ha tenuto a spiegare il tecnico gialloblù, probabilmente la persona più consapevole delle potenzialità del gruppo che si trova ad allenare e delle difficoltà da superare nella prossima stagione. «Questa partita – ha sottolineato – valeva quanto un allenamento. La squadra ha creato, segnato ed offerto una buona prestazione, ma soprattutto ha confermato le tante cose positive che ho visto quotidianamente nelle ultime settimane. Ed è proprio il lavoro di ogni giorno ciò che mi conforta, facendomi dire che il Modena si farà trovare pronto anche in un debutto difficilissimo con il Parma. Qui c’è gente che suda e che si sta allenando alla morte, rendendomi davvero orgoglioso di poterla allenare. Non posso negare che in attacco in questo momento siamo in pochi, anche per colpa degli infortuni, ma non ci sono problemi, non mi lamento e sono contento di chi alleno. Mercato? Parlarne inizia a stancarmi. Cerchiamo i ragazzi giusti per noi, gente pronta a battagliare e a dare l’anima per la maglia del Modena, ma non è così facile. Ai tifosi posso solo dire di starci vicini e non mugugnare. Noi non illudiamo nessuno, non siamo Parma, Venezia o altre corazzate e vivremo una stagione nella quale ci sarà da soffrire e lottare tutti assieme, promettendo di dare il massimo».
Ore 19.40 – (Gazzetta di Modena) Il mero dato di cronaca, nell’ultima amichevole precampionato, è che il Modena è tornato alla vittoria dopo il pareggio che aveva fatto storcere il naso contro il Castelfranco, ma il risultato è ciò che meno interessava nell’ennesima gara giocata a San Damaso contro una formazione di serie D, la Correggese del tecnico fiumalbino Massimo Bagatti. L’amichevole di ieri doveva fornire un termometro della condizione dei canarini ad una settimana di distanza dal difficilissimo debutto in campionato contro il Parma e le risposte, in tal senso, non si sono discostate più di tanto dai test precedenti. Riassumendole, parlano di una squadra che prova a costruire gioco e a creare manovrando in maniera organizzata, a volte riuscendoci bene ed altre un po’ meno, ma che spesso si accende solo quando si illuminano i suoi gioiellini, ieri più Tulissi che Schiavi. Simone Pavan ha continuato a sperimentare, presentando un undici iniziale che solo nella zona nevralgica del campo è sembrato essere ben differente rispetto a quello che sfiderà il Parma, con Besea e Salifu al posto di Giorico ed Osuj. In difesa, accanto a Marino, Aldrovandi anziché Accardi. Senza prime punte a disposizione, perché all’infortunato Diakite si è aggiunto l’acciaccato Ravasi, il tecnico del Modena ha estremizzato una mossa tattica già vista nelle amichevoli precedenti: Schiavi si è così spostato dalla trequarti in posizione più avanzata, giocando quasi da falso nueve e andando spesso a scambiare la posizione con i compagni di reparto piazzati in partenza sulle corsie esterne, Tulissi e Loi. Il meno in palla è sembrato il sardo, probabilmente a causa di una condizione ancora in ritardo per l’infortunio rimediato in ritiro. Le due reti dei canarini sono arrivate nella metà del primo tempo, con zampino e firma proprio dei due giocatori più talentuosi: al 16’ un tiro-cross di Schiavi dalla destra ha trovato la stoccata vincente di Olivera, mentre 6 minuti più tardi è stato Tulissi a siglare con una pregevole conclusione dal limite, a sorpresa non con quel mancino con il quale lavora la stragrande maggioranza dei palloni. La verve iniziale si è presto spenta, lasciando spazio anche ai soliti limiti. Primo tra tutti, l’assenza di una punta che faccia sentire la propria presenza nell’area di rigore avversaria. Un finalizzatore, insomma. I ritmi si sono drasticamente abbassati nella ripresa, a dire il vero un po’ a sorpresa visti gli ingressi in campo di Giorico, Osuji e Rubin. Quest’ultimo è stato adattato nel ruolo di esterno alto, così come Accardi in quello di terzino destro. Nel finale la beffa del gol subìto su palla inattiva, altro problema già emerso contro il Castelfranco che si dovrà correggere.
Ore 19.10 – (Gazzetta di Reggio) Andrea Bovo è arrivato a Reggio solamente da poche settimane ma si è già integrato al meglio all’interno del gruppo granata, tanto da diventare anche in campo un punto di riferimento per i compagni. Schierato davanti alla difesa da mister Leonardo Colucci ha guidato con autorità tutto il reparto chiamando, come un vero leader, ai propri compagni i movimenti da fare. Tra una settimana prende il via il campionato, quali sono le tue sensazioni? «In questi giorni abbiamo lavorato duro, caricando molto e questo probabilmente durante la partita si è visto. Abbiamo commesso qualche imprecisione di troppo dovuta alla stanchezza, ma credo che il mister punti molto sull’aspetto del gioco e delle situazioni che vanno al di la del risultato. Sono convinto che il lavoro che stiamo facendo pagherà». L’abbiamo vista parlare molto con i compagni, è già diventato un punto di riferimento per i più giovani? «No, per essere un punto di riferimento c’è ancora bisogno di lavorare. Sono appena arrivato e cerco di mettere in pratica quello che chiede il mister. Lui in campo era un giocatore molto carismatico e vuole la stessa cosa da noi, vuole gente che guidi i compagni e che si prenda le responsabilità di trasmettere alcuni aspetti del gioco». Come giudica la sua prestazione e quella della squadra? «Personalmente ho fatto una partita normale, questa partita doveva essere un allenamento e così è stato. Qualche giocata è arrivata anche se nel primo tempo non siamo riusciti a trovare i gol che volevamo, però ben vengano le difficoltà in queste partite perché ti fanno lavorare ancora meglio prima che gli stessi possano diventare davvero pesanti quando ci sono in palio i tre punti». Che cosa può dare a questa squadra l’arrivo di Trevisan? «E’ un difensore di esperienza e ha giocato tante partite ad alti livelli. Si metterà a disposizione dell’allenatore entrando nei meccanismi della squadra e, come tutti, farà tutto il necessario per fare bene». L’allenatore Colucci dagli ultimi giorni di mercato si augura che non avvengano stravolgimenti al gruppo… «Inserire tanta gente nuova gli ultimi giorni vuol dire ricominciare da capo. Al mio arrivo ho trovato un gruppo sano, che ha voglia di lavorare e con automatismo già ben precisi, però ci sono delle esigenze sia personali sia di squadra e le scelte finali spettano alla società».
Ore 19.00 – (Gazzetta di Reggio) Ultima uscita per i granata di Leo Colucci prima del via al campionato. Se non è stata la prova generale poco c’è mancato. «Più o meno lo è stata – spiega – c’era qualche acciaccato e non l’ho rischiato all’inizio ma questa era tutto sommato la partita che mi aspettavo». Quello contro il Massa Lombarda è stato l’ultimo test: esame superato? «Indicazioni positive: tutti hanno risposto bene «Siamo stati un po’ troppo leziosi negli ultimi venti metri ma sono contento della prestazione e dell’impegno». L’abbiamo vista durante la partita parlare e agitarsi molto verso la panchina. Come mai? «Stavo dando consigli su alcune situazioni. Mi hanno ascoltato perché nel secondo tempo i risultati si sono visti». Un modo per rendere tutti partecipi? «Assolutamente. Sarà un campionato lungo e avremo bisogno di tutti. Di chi gioca dal primo minuto così come di chi sale al novantesimo e anche di chi non scende in campo. Perciò che non parlo mai di titolari ma di 24 giocatori che lotteranno per la maglia». Trevisan ha debuttato al centro della difesa: sarà dura scegliere tra quattro titolari? «Per me sono quattro titolari che giocheranno 38-40-45-50 partite: abbiamo bisogno di tutti. In un campionato lungo come questo e con turni infrasettimanali non puoi battezzare dei titolari. Giocheranno i migliori undici della settimana. E chi non gioca deve fare il tifo per i compagni perché quando si parla di gruppo è una parola troppo generica, a me piace parlare di squadra. Adesso siamo un gruppo e secondo me tra venti giorni saremo una squadra». Tra dieci giorni chiude il calcio mercato: peccato e meglio così? «Per fortuna o per sfortuna non lo so, ma questa vale per tutti e non solo per la Reggiana. E’ logico che l’arrivo di Trevisan e di Cesarini, a livello numerico manca solo una pedina in mezzo al campo. Per il resto mi auguro che la squadra rimanga questa perché lavoriamo insieme da più di un mese e si è creata empatia del tutto per uno e uno per tutti». Escludiamo quindi partenze eccellenti? «Cosa significa eccellenti? Per me lo sono tutti, lo sono Mecca e Vernocchi, come lo sono Tizio o Caio. Spero che non ci siano partenze, mi auguro che questo gruppo ci porti a toglierci soddisfazioni».
Ore 18.50 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana vince 5-1 l’ultima amichevole con il Massa Lombarda (Eccellenza) prima dell’esordio in campionato al “Rino Mercante” di Bassano. La formazione che apre il test di Scandiano con molte probabilità sarà quella che debutterà in stagione sabato prossimo. Colucci, nel consueto 4-3-3, sceglie infatti Perilli tra i pali, con Mogos e Ghiringhelli sulle fasce e Rozzio e Sabotic in mezzo, lasciando con grande stupore dei presenti Alessandro Spanò seduto in panchina. Si mettano il cuore in pace, i tifosi granata. Trevisan e Rozzio servono a questa Reggiana; difensori alti e strutturati, che non necessariamente “ruberanno” il posto ai beniamini dell’anno scorso: sull’altare di una stagione al vertice, si rinuncia facilmente a qualche partita da titolare. Ancora out Maltese presente comunque in tribuna, Bovo, Calvano e Angiulli formano il centrocampo. In avanti, aspettando Cesarini, spazio e Manconi, Nolè e Marchi. Tornando alla partita, la Regia gioca una prima frazione anomala. Tante occasioni da gol costruite, ma nessuna finalizzata. Al contrario, il Massa Lombarda si fa vedere dalle parti di Perilli due volte. Nella prima, il portierone romano abbassa la sbarra, sulla seconda non può nulla, con il numero 11 Boschi che infila, al 18′, la rete del clamoroso vantaggio. Da segnalare, in questa circostanza, il sonnellino della difesa granata, con Ghiringhelli che non chiude la diagonale. Rozzio di testa, Marchi sottomisura, Nolè su punizione e Bovo con un rigore in movimento non inquadrano la porta o, alla meglio, calciano centrale per una facile parata del portiere ravennate. Sotto un violento acquazzone, la Reggiana continua ad attaccare nel segno di un Marchi ispiratissimo, ma con le polveri bagnate. Anche Manconi è una bella spina nel fianco, ma lo spunto è spesso fine a se stesso. Angiulli ci prova dalla distanza, ma il risultato è lo stesso dei colleghi: pallone sul fondo della curva di atletica. Nella ripresa il copione non cambia. I granata, senza palla, fanno poco movimento. La girandola dei cambi riporta Spanò in campo, che con l’uscita di Marchi si riprende la fascia da capitano facendo coppia centrale con il nuovo acquisto Trevisan. A forza di spingere, la Reggiana trova anche i gol. E lo fa, guarda caso, con le “seconde linee”. Il pareggio è di Manconi, che si accende con un dribbling dei suoi e insacca da centro area. Il 2-1 arriva invece dai piedi di Lombardo, direttamente da punizione. Mentre il terzo gol è un’inzuccata di Spanò che corregge un cross di Giron. I cori dei tifosi per l’ex Pro Patria sono un grande segnale di attaccamento a “capitan futuro”. Il poker è firmato Guidone, con il 90% del lavoro fatto da Lafuente che scende sulla destra e serve un pallone in mezzo solo da spingere nel sacco. Chiude i conti Giron, su punizione, che sigla il 5-1 finale. Domani la ripresa degli allenamenti.
Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) A volte ritornano, magari da avversari. Succede all’esperto difensore Trevor Trevisan, classe 1983, reduce da una stagione alla Salernitana in serie B. Per lui, figlio d’arte di papà Angelo, già capitano del Genoa, in serie cadetta c’è anche la militanza con Pisa e Reggiana. Ora si muove in tandem con il giovane (1994) portiere Davide Narduzzo, che ha lasciato il Teramo e ha trascorsi nelle giovanili del Milan, dopo essere cresciuto nel Futuro Giovani – Vallenoncello. Entrambi, in questo 2016-17, indosseranno i colori della Reggiana 1909 in C. Vale a dire di una delle avversarie di quel Pordenone dove Trevor ha giocato nella stagione e 2001-02 (allora in D), per poi spiccare il volo fra i professionisti. Per Davide, invece, quello con i Ramarri è stato un recente matrimonio mancato. Nella passata stagione agonistica era stato contattato dalla società per fare il terzo portiere. Da qui il classico “no, grazie”, con ritorno al Teramo (sempre in C). Pordenone – Reggiana si giocherà a metà novembre. Parlando di ex Ramarri ecco anche Ivan Provedel, sempre classe ’94, passato tra i pali della Pro Vercelli in B via Chievo. Per il biondo estremo difensore la parentesi naoniana non è stata delle più felici. Era attaccante nelle giovanili, ma lui voleva fare il portiere. Una diversità di visione con i dirigenti naoniani che ha portato alla conseguente e insanabile frattura di rapporto. Un nuovo capitolo simile è stato scritto recentemente. Marco Giovanetti (2001), centrocampista, ha appena spiegato le ali lasciando il Casarsa. Farà parte dell’Under 17 dell’Ancona 1905, sempre in LegaPro. Marco, per la cronaca, faceva parte di quel poker di calciatori (al primo anno dei Giovanissimi) che il Pordenone rimandò a casa il 31 agosto di due anni or sono, pur con il tesseramento già effettuato. Una “vendetta”, sportivamente parlando, servita su un piatto d’argento. Anche l’Ancona si presenterà al Bottecchia da avversaria (11. giornata).
Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Escono stremati dal caldo e dall’umidità, i giocatori di Pordenone e Mestre. In campo si sono dati battaglia senza esclusione di colpi. «Partita vera – esordisce Bruno Tedino -, proprio come volevo, per testare le condizioni dei miei in vista dell’esordio di sabato al Bottecchia con il Gubbio. Sono molto soddisfatto di ciò che ho visto. Devo fare i complimenti al Mestre, una bella squadra, ben organizzata e messa in campo da Zironelli. Ci siamo mossi con criterio. Certo – puntualizza -, dobbiamo ancora eliminare qualche errore e dare ancora più continuità alla nostra azione, ma complessivamente siamo a buon punto». Sollecitato, Bruno si sofferma sui singoli. «Suciu, Pietribiasi e ovviamente Misuraca – ammette – devono ancora lavorare per mettersi in linea con i compagni». L’undici sceso in campo all’inizio potrebbe essere, con il rientro di Tomei fra i pali, quello che affronterà il Gubbio sabato? «No, ma – sorride il tecnico – è un buon indizio. Buratto per esempio, entrato nel secondo tempo, è in ottime condizioni». Bisognerà valutare le la situazione di Emanuele Berrettoni che, prima dell’infortunio subito nell’amichevole con il Cittadella, aveva dimostrato di essere già in stato di grazia. Gli esami hanno escluso grossi problemi. Resta da vedere se riuscirà a recuperare in tempo. Intanto, martedì alle 20.30 in piazzetta San Marco, in centro a Pordenone, durante la manifestazione «Neroverdi sotto le stelle» verrà ufficialmente presentato il Pordenone 2016-17. Sul palco si alterneranno tutti i giocatori e i tecnici. La serata sarà allietata dalla Nica Band e dalla scuola di tango «El abrazo cerrado». Mauro Zironelli abbraccia all’uscita dal campo Carlo Marchetto, con il quale ha condiviso una stagione e mezza di Zirolandia. «Esperienza – ricorda Ziro – molto gratificante. Peccato per come sono finite le cose a Sacile». Poi torna al match: «Sono soddisfatto. Noi abbiamo nelle gambe una mezzoretta e nei primi 25′ ci siamo mossi bene. La condizione crescerà con il tempo. Per la prima di campionato – assicura – saremo pronti». La rosa non è completa. «No – conferma -. Aspetto l’ingaggio di Zecchin, che ha fatto vedere buone cose quando è entrato. Spero anche in un attaccante di peso, nonché nel recupero di Sottovia. E spero – conclude – che torni in fretta Politti, per rinforzare la difesa».
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «È stato un ottimo allenamento, una gara difficile contro una squadra forte e ben organizzata». Così Bruno Tedino al termine del test match al De Marchi fra i suoi ramarri e il Mestre di Mauro Zironelli. In effetti i neroarancio, zeppi di ex sacilesi, hanno impegnato severamente il Pordenone soprattutto nei primi 20′, quando sono stati per buoni tratti padroni del campo. Poi sono venuti fuori il maggior peso e la miglior tenuta della formazione di Tedino, capitalizzati dalla doppietta di Arma e dal gol del rientrante De Agostini. Ziro (che deve rinunciare a Sottovia, altro ex biancorosso, e al lungodegente Politti) mette in campo il suo 3-5-2 con Kabine e Beccaro in prima linea. È una squadra che gioca, non butta mai via la palla e fa pressing alto. Il Pordenone (privo di Tomei, Marchi e Berrettoni) si schiera con la difesa tipo, protetta da Suciu, Burrai e dal debuttante Misuraca a centrocampo. Davanti spazio ad Arma e Pietribiasi, con Cattaneo libero di scegliersi la posizione che ritiene più opportuna. È proprio «Veleno» a dare imprevedibilità alla manovra neroverde. Dai suoi piedi parte al 20′ il cross pennellato per la testa di Arma, che insacca e cambia la storia del match. La partita si accende e Kabine (35′ e 37′) da una parte e Pietribiasi (36′) dall’altra cercano invano il gol. Nella ripresa ancora Arma approfitta di un errore dei mestrini e va da solo a raddoppiare (53′). Ancora il maghrebino vicino al gol al 64′ con una botta al volo. Dai cambi traggono maggior beneficio i padroni di casa, che volano sul 3-0 con un gol di testa di De Agostini su traversone di Gerbaudo. Tra le file neroarancio entra anche Zecchin (ex Varese, Grosseto e Padova), che Zironelli si augura venga tesserato dalla società in settimana. Il Mestre accorcia all’ultimo minuto con Bonaldi, rendendo meno penalizzante il punteggio. Piacevole il teatrino prima dell’inizio fra Zironelli e il ds pordenonese Fiorin, che aveva ingaggiato il tecnico a Sacile, e quello a fine match fra lo stesso Ziro e Marchetto, suo secondo sempre a Sacile ai tempi di Zirolandia.
Ore 17.40 – (Messaggero Veneto) «È stato un ottimo allenamento, avevamo bisogno di far fatica e sapevamo di avere contro una squadra forte e organizzata»: è il sintetico commento di Bruno Tedino al termine del match tra i neroverdi e il Mestre dell’ex Sacilese Mauro Zironelli, accreditata ai piani alti della prossima Serie D. È conscio il trainer veneto di dover lavorare ancora per oliare meccanismi che comprensibilmente sono ancora in fase di rodaggio. Sono ancora indietro di condizione sia Pietribiasi che Suciu, come ha ammesso Tedino. A questi si può aggiungere anche l’ultimo arrivato Misuraca, che ha cercato di colmare con l’esperienza alcune difficoltà d’intesa con i compagni. È il centrocampo, quindi, il reparto che più preoccupa in vista dell’esordio in campionato contro il Gubbio, previsto sabato prossimo, alle 18.30, al Bottecchia. Una pedina da giocare fin dall’inizio potrebbe essere Buratto, che lo stesso Tedino vede già in forma, mentre si attendono i rientri di Tomei in porta e Berrettoni sulla trequarti, probabilmente al posto di Cattaneo, anch’egli comunque tra i più attivi. Chi aveva già visto la Sacilese di Zironelli sicuramente non sarà stato sorpreso dall’avvio della gara, con i veneti nel primo quarto d’ora decisamente pimpanti e capaci di mettere alle strette il Pordenone. I pericoli arrivano sull’asse di altri due ex liventini, Beccaro-Kabine: al 2’ il secondo riceve dal primo ma chiude a lato, mentre al 4’ i ruoli s’invertono, ma la conclusione di Beccaro è debole e bloccata da D’Arsiè. Ci mette un po’ il Pordenone a trovare stabilità, tanto che corre il 15’ quando mette il muso fuori per la prima volta, con un cross dalla sinistra di Cattaneo che Arma sfiora di testa. È un binomio vincente quello dei due e al 20’ la stessa trama vale la rete, con l’attaccante marocchino che, complice una dormita della difesa ospite, porta in vantaggio i “ramarri”. Da lì in poi prende sempre più confidenza il Pordenone ed è lo stesso Arma, al 34’ a spedire a lato di un soffio un invito al bacio rasoterra di Misuraca. Il Mestre, d’altro canto, ci prova ancora sull’asse Beccaro-Kabine, ma D’Arsiè è bravo a chiudere lo specchio. A inizio ripresa i veneti reclamano (all’apparenza giustamente) un rigore per trattenuta di Ingegneri su Kabine, ma vengono trafitti poco dopo da Arma, lanciato in presunto fuorigioco, che in rasoterra supera Rossetto. Ormai è sul velluto il team di Tedino, mentre inizia la girandola di cambi per dare spazio a tutti. C’è il tempo per il tris al 34’, quando il veterano De Agostini incoccia una punizione dalla destra di Gerbaudo. La porta neroverde, però, non rimane senza macchia, perché proprio allo scadere Ingegneri è troppo leggero nel passare a Stefani: il giovane Bonaldi si avventa sul pallone e infila D’Arsiè. C’è anche una nota di malcostume. Nel corso della gara si sono udite bestemmie da ambo le parti. Aspetto purtroppo comune nei campi di casa nostra, ma che ha indispettito qualche spettatore. Un tifoso ha addirittura abbandonato il centro De Marchi, irritato dal fatto che l’arbitro non fosse intervenuto, considerato che tra i presenti c’erano diversi bambini. Amaro il suo commento: «È uno schifo, forse non andrò più allo stadio».
Ore 17.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) All’appello mancavano solo Nicolò Bianchi e Alberto Tronco, e adesso a Bassano la lunga carrellata di presentazioni ufficiali dei nuovi acquisti giallorossi può dirsi completi. A una settimana dal via del campionato, Bianchi è ancora un po’ indietro di condizione e lo ammette senza troppi giri di parole: «Al momento non sono ancora al top della condizione perché a Novara non mi sono allenato con la prima squadra, ma sono carico d’entusiasmo e mi sto allenando al massimo per ritrovare la condizione ottimale. Questa è una società seria, che lavora bene da molti anni e che ho voluto fortemente. Avevo diverse proposte, ma appena ho saputo dell’interessamento del Bassano ho spinto per venire qui». Grande entusiasmo anche da parte di Alberto Tronco, classe 1997, di rientro dopo l’esperienza nella Primavera del Verona: «Quando giocavo nel settore giovanile giallorosso il mio sogno era di poter esordire in prima squadra. Voglio giocarmi tutte le carte a mia disposizione, per ripagare la fiducia che mi è stata data».
Ore 16.50 – (Giornale di Vicenza) Prima notizia: salvo gli ammaccati di lungo corso, nessun nuovo ingresso in infermeria e a 6 giorni dal via del campionato di Lega Pro più blasonato e difficile della storia, questo è il dato sicuramente più confortante. Seconda notizia: nel galoppo di ieri a Pove contro gli Allievi giallorossi, Tommy Maistrello è apparso in gran spolvero: quaterna secca per il biondone e un centravanti che dopo un anno speso di fatto in riparazione (frattura al piede e crociato saltato in rapida successione per lui) si è rimesso a lucido e poter contare su di lui in palla già al pronti via è obiettivamente tutto un altro vivere. Tra l’altro in questi mesi il ragazzone cresciuto nel vivaio virtussino ha svolto una preparazione differente che l’ha delineato fisicamente facendogli guadagnare agilità lievitando altresì di potenza esplosiva. Non è un caso che abbia bollato nelle prime due uscite ufficiali contro Andria ed Avellino risultando, a detta dei cronisti genovesi, il più brillante tra i giallorossi a Marassi. Nel test di ieri con gli Allievi si sono messi in evidenza pure l’emergente Sciancalepore (doppietta a referto), il francese Rantier (2 gol pure per lui) e soprattutto Ciccio Grandolfo, il centrattacco designato che ha stampato anch’esso una doppietta cominciando a rintracciare confidenza e intesa coi compagni, non solo col sistema di D’Angelo che conosceva già dallo scorso anno alla Fidelis.Oggi domenica di riposo per la ciurma Virtus che da domani inizierà a preparare il match interno con la Reggiana di sabato 27 al Mercante (via alle 20.30) con gli insaziabili granata che tengono sempre aperto il mercato a caccia di un qualche colpetto o colpaccio in retta d’arrivo. Intanto proprio la Regia per il momento ha confermato nel cast Rafa Nolè, l’ex Bassano che pareva sul punto di partenza (lo voleva il Lumezzane), ma che per adesso Leo Colucci non intende cedere. Giocatore imprevedibile che se con la luna a favore diventa un problemaccio.Con Cesarini un tandem di estrosi da arginare a ogni costo.
Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) Di priorità ce n’è una sola, il terzino sinistro per ovviare al lungo stop di Stevanin. Tutto il resto è relativo. Però in via Piave l’attenzione è a 360 gradi e h24 anche nei weekend. Infatti Bassano monitora anche gli indisponibili Cenetti e Candido. A fine mese dopo il match con la Reggiana verrà fatto il punto della situazione: se i due giocatori rispetteranno la tabella di recupero prevista, il club li attenderà pazientemente. Diversamente Seeber sfrutterà la ultime curve del mercato (che chiude alle 23 del 31 agosto) per reperire alternative all’altezza che permettano ai due ragazzi di guarire con calma. Anche perchè il discorso è uno solo: pur avendo un organico ricco e completo, Bassano non può assolutamente rinunciare a una pedina come Giacomo Cenetti sia nel medio che nel lungo periodo: Jack, alle prese con una distorsione del ginocchio destro con stiramento del legamento collaterale patita con la Fidelis Andria, possiede peculiarità che nessun altro centrocampista di ruolo nella rosa può vantare. Sia Proietti, che Cavagna, che lo stesso Bianchi, incontrista puro ma di stazza e falcata, non hanno la capacità di pressing, marcatura e spiccato senso da ladro di palloni di Giacomino. E anche se il pitbull di Bassano sta spingendo a tavoletta con lo staff medico, la data del suo rientro non è stata ancora fissata. Indicativamente è settembre ma non c’è ancora un giorno preciso. Ecco perchè a ogni evenienza Werner Seeber ha chiesto informazioni riguardo il ghanese Daniel Kofi Agyei, 24 anni compiuti lo scorso gennaio, torello di centrocampo di un metro e 79 per 74 kg in forza al Benevento in B. Il mediano di colore, svezzato dal vivaio della Fiorentina, scovato dal solito Pantaleo Corvino, in Italia si è affermato con la Juve Stabia in B, poi due tornei al Benevento in C1 (2 reti) e lo scorso anno alla Casertana con altri due gol all’attivo. Quindi il rientro a Benevento: i sanniti credono nel calciatore e infatti puntano ad allungargli il contratto e a cederlo in prestito in Lega Pro. Il Bassano assieme al Catanzaro è stato tra i più solleciti a manifestare interesse, solo che adesso alla sua porta bussano tutti: il Modena, il Taranto e i brindisini del Francavilla Fontana. Ovvio che qua mirano a riattivare a pieno regime il Cene, ma guardarsi attorno è sempre cosa buona e giusta. Esattamente come per Candido e il virus che l’ha messo ko. Di Roby non si può fare a meno a cuor leggero, pure lui rivedrà il campo il mese prossimo. Ma scovare un fantasista di pari livello è complicato. Meglio aspettare. C’è sempre il tuttofare Laurenti, uno che dove lo metti assicura alto rendimento. Sempre.
Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Uscendo almeno imbattuto dal Mazzola di Santarcangelo di Romagna il Venezia vincerà il triangolare C, staccando il pass per la fase ad eliminazione diretta. Al via ci saranno 38 squadre (le 11 promosse più le 27 di Lega Pro che hanno preso parte alla Tim Cup) e, per sorteggio, verranno designate sole 6 gare di qualificazione per scendere alle 32 da inserire in tabellone nel secondo turno (date da definire). La vittoria della Coppa Italia (solo semifinali e finali si giocheranno in andata e ritorno) darà alla vincente la possibilità di disputare i playoff per la quarta e ultima promozione in serie B partendo direttamente dal secondo turno. Alla gara odierna di Coppa Italia per il Venezia seguirà il debutto nel campionato di Lega Pro, sabato prossimo al Penzo (ore 18.30) contro il Forlì. I forlivesi, ripescati dalla serie D, faranno visita domani in coppa all’AlbinoLeffe dopo aver perso mercoledì scorso in casa contro il Fano (0-2). La Lega Pro nei giorni scorsi ha reso noti gli orari anche della seconda e terza giornata, mentre quelli del trimestre settembre-novembre (che vedranno il Venezia e le squadre del girone B scendere in campo sempre di sabato, salvo anticipi-posticipi) verranno comunicati entro il 31 agosto. ad oggi quindi in agenda Mantova-Venezia sabato 3 settembre alle ore 20.30 e Venezia-Reggiana sabato 10 alle 18.30 al Penzo. Domani intanto via all’ultima settimana della campagna abbonamenti che finora, stando all’ultimo dato fornito dalla società, ha registrato 540 tessere (info www.veneziafc.club).
Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Ci basta un punto? No, l’unico modo per qualificarci è vincere». Il successo di misura sul Mantova di otto giorni fa al Penzo dà due risultati su tre al Venezia per passare al secondo turno della Coppa Italia di Lega Pro. Tuttavia il tecnico lagunare Filippo Inzaghi ne impone uno soltanto ai suoi arancioneroverdi, attesi questo pomeriggio dai romagnoli del Santarcangelo (ore 17.30). «È una questione di mentalità che deve appartenerci ogni volta che scendiamo in campo, l’obiettivo di tutti noi è sempre e solo vincere, tant’è che io per primo schiererò ad ogni gara la formazione migliore. Non pensiamo agli avversari ma a trovare il nostro gioco» mette in chiaro il 43enne piacentino. Nell’aria dunque nessun esperimento, così al «Valentino Mazzola» (il piccolo impianto romagnolo da 2.600 posti è dedicato all’ex campione del Venezia neroverde e del Grande Torino) giocherà quasi per intero la formazione che ha piegato il Mantova grazie alla punizione di Pederzoli. L’unica novità riguardarà il reparto arretrato con, davanti al portiere Facchin, il giovane Luciani al posto dell’acciaccato Baldanzeddu come terzino destro, mentre al centro con Malomo ci sarà ancora capitan Modolo assieme a Garofalo sulla sinistra. Almeno le stesse chance di Luciani sembra averle Cernuto, fresco reduce dall’ottenimento dello status di giocatore bandiera. Oltre a Baldanzeddu ancora non convocato Domizzi che sta recuperando da un taglio al piede. «Domizzi sta meglio ma vedremo ma non è il caso di rischiarlo, d’altra parte ho una rosa importante» non si preoccupa Inzaghi, il quale invece sul fronte cessioni-acquisti non si pronuncia pur lanciando messaggi chiari ai suoi. «Potrebbero partire alcuni giocatori? Di ciò deve parlare la società. Alcuni dei ragazzi sanno già che per loro sarà più difficile giocare con continuità, quindi se rimarranno dovranno avere il giusto atteggiamento, altrimenti se preferiscono possono andare a cercare più spazio altrove». Parole cui sono seguiti i primi fatti, con Basso oltre a Virdis non inserito nella lista dei 22 convocati scesi in Romagna. Tornando al match odierno col Santarcangelo dell’ex Sacha Cori (i gialloblù avendo pareggiato 0-0 a Mantova possono solo vincere per passare il turno) nel 4-3-3 del Venezia la regia sarà affidata a Pederzoli affiancato da Fabris e Bentivoglio, mentre l’attaccante centrale Ferrari avrà ai lati Marsura e Fabiano (sempre favorito su Tortori). In panchina tornano il portiere Vicario (a disposizione anche Sambo, ex di turno) dopo un problemino alla spalla, il centrocampista sloveno Stulac e soprattutto si vede per la prima volta l’attaccante spagnolo Geijo. «Alex è fermo dal 10 luglio e si allena con il gruppo da qualche seduta, ma è un’alternativa importante a Ferrari. Su Geijo puntiamo molto e magari oggi potrei già dargli qualche minuto».
Ore 15.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Una conferma decisa, tutt’altro che implicita. Nella lista dei convocati alla vigilia di Santarcangelo-Venezia, che vale l’accesso al prossimo turno della Coppa Italia di Lega pro, non figurano né Francesco Virdis né Simone Basso. Entrambi con la valigia in mano, entrambi già fuori dal progetto arancioneroverde ad appena un mese dall’arrivo in laguna. Potenza dell’arrivo di Filippo Inzaghi sulla panchina del Venezia, che ha fatto saltare diverse operazioni già definite quando in sella c’era Giancarlo Favarin. Assenti anche Domizzi e Baldanzeddu alle prese con acciacchi fisici di varia natura, mentre Geijo torna dopo una lunga assenza di oltre un mese e giocherà al massimo uno spezzone di partita. È riuscito, infine, a recuperare in extremis Garofalo, che sarà regolarmente al suo posto. Questa la probabile formazione: Facchin fra i pali, Luciani, Malomo, Modolo e Galli in difesa, Fabris, Pederzoli e Bentivoglio a centrocampo, Fabiano, Ferrari e uno fra Tortori e Marsura in attacco. Fischio d’inizio alle 17.30, al Venezia basterà un pari per qualificarsi.
Ore 15.20 – (La Nuova Venezia) A caccia del primo obiettivo: il passaggio al tabellone a eliminazione diretta della Coppa Italia di Lega Pro. Venezia con due risultati su tre a disposizione, basterebbe quindi anche un pareggio per neutralizzare l’assalto del Santarcangelo. Il Venezia ritorna oggi (17.30) al “Valentino Mazzola” dopo quattro anni, in Seconda Divisione finì in parità (1-1) con Godeas a segno su rigore nel primo tempo. Ultimo test per il Venezia prima dell’esordio in campionato con il Forlì, Inzaghi si aspetta un ulteriore salto di qualità rispetto alla prestazione offerta con il Mantova, ma anche una tenuta superiore. Non ci sarà Baldanzeddu, in recupero per il Forlì, mentre Domizzi è rimasto a casa per lavorare, nella lista dei convocati non ci sono gli attaccanti Basso e Virdis, ritornano invece a disposizione Stulac e Geijo. Non dovrebbero esserci rivoluzioni rispetto alla squadra che ha superato di misura (1-0) il Mantova con l’inserimento obbligato di Luciani a destra al posto di Baldanzeddu. Fabris-Pederzoli-Bentivoglio in mezzo al campo con Fabiano e Marsura candidati a supportare Ferrari, anche se Tortori potrebbe presentarsi su una delle due fasce. Nella ripresa è possibile l’esordio stagionale di Alexandre Geijo, mai sceso in campo tra amichevoli e Coppa Italia, che deve mettere minuti nelle gambe dopo l’infortunio di Piancavallo. Quanto al Santarcangelo, la squadra ha cambiato tecnico in corsa: l’8 giugno ha ufficializzato Fabio Gallo, che il 19 ha chiesto al club di essere liberato (poi si sarebbe accasato al Como), il 24 giugno è arrivato Michele Marcolini, 40 anni, nelle ultime tre stagioni alla guida di Lumezzane, Real Vicenza e Pavia (ex tecnico di Facchin e Malomo) in Lega Pro. Nel turno inaugurale di Coppa Italia ha impattato (0-0) a Mantova, riconfermato il portiere Nardi, santarcangiolese doc alla dodicesima stagione in gialloblu, i difensori Drudi e Rossi e del centrocampista Valentini. Il giocatore più rappresentativa è Daniele Dalla Bona, un passato a Cittadella, Modena, Real Vicenza, Albinoleffe e Mantova, mentre l’attacco sarà guidato da Sasha Cori, ex Venezia nella stagione 2013-2014 (23 presenze e 6 reti, di cui cinque nelle prime nove giornate di campionato). Così in campo. Santarcangelo (3-5-2): Nardi; Sirignano, Drudi, Adorni; Carlini, Ungaro, Valentini, Dalla Bona, Rossi; Cori, Mancini. A disposizione: Gallinetta, Santini, Oneto, Moretti, Ronchi, Gatto, Gulli, Alonzi, Cesaretti, Maiorana. Allenatore: Marcolini. Venezia (4-3-3): Facchin; Luciani, Malomo, Modolo, Garofalo; Fabris, Pederzoli, Bentivoglio; Fabiano, Ferrari, Marsura. A disposizione: Vicario, Sambo, Cernuto, Galli, Pellicanò, Acquadro, Soligo, Stulac, Edera, Geijo, Tortori. Allenatore: Inzaghi. Arbitro: Natilla di Molfetta.
Ore 14.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Finisce 1 a 0 per il Vicenza l’ultimo test prima dell’avvio del campionato che vedrà i biancorossi di Franco Lerda affrontare sabato prossimo al Menti il Carpi. Davanti a circa 300 persone che hanno affollato il bordo campo del centro sportivo «Piermario Morosini» di Isola Vicentina, il Vicenza ha confermato di essere indietro nella preparazione con alcuni giocatori che sono sembrati pesanti e lenti nei movimenti a causa dei carichi di lavoro non ancora smaltiti. Contro l’Abano, compagine che milita in serie D, i biancorossi hanno fatto fatica a creare gioco non riuscendo nel primo tempo a rendersi quasi mai pericolosi. Lerda ha schierato tutta la rosa dovendo rinunciare agli infortunati Adejo, Urso e D’Elia, ai quali si sono aggiunti l’ex perugino Rizzo che non è sceso in campo per precauzione, limitato da un dolore al collo, e Pinato, fermato da un affaticamento muscolare. Nel primo tempo Lerda ha schierato in difesa Pucino a sinistra e Bianchi a destra, con Fontanini e Madrigali, in procinto di essere ceduto, al centro. In mediana Signori ha fatto coppia con il giovane Steffè che da una quindicina di giorni è a Vicenza in prova in attesa di sapere se la società deciderà di puntare su di lui. In attacco il tecnico dei berici ha schierato Vita e Siega sugli esterni e Galano a ridosso della punta centrale Cernigoi. Pochi gli spunti da segnalare con l’Abano che si è reso pericoloso al 18’ con Nobile, che ha calciato dal limite fuori di poco, e con l’esterno d’attacco dei padovani che al 31’ si è ripetuto impegnando Benussi in uscita che nell’occasione ha anche rimediato una contusione all’avambraccio. Per segnalare un’azione pericolosa dei biancorossi si è dovuto attendere il 43’ quando Ceringoi di testa da buona posizione ha messo sul fondo un cross di Vita. Decisamente troppo poco per una compagine che tra sette giorni inizierà il campionato, con troppi giocatori sotto tono e un Galano che a volte è sembrato estraniarsi dal gioco. Nella ripresa Lerda mescola le carte e le cose vanno un po’ meglio anche se il gol del Vicenza scaturisce da calcio d’angolo: dalla bandierina batte Bellomo, sul pallone si avventano Fontanini e Magri, subentrato nell’intervallo a Madrigali, e la palla finisce in rete con l’ultimo tocco dell’ex veronese Magri. Sugli esterni Lerda inserisce Orlando e Fabinho ma, come nel primo tempo per Vita e Siega, superare l’avversario in dribbling sembra un’impresa. La partita termina con una nitida occasione per Bogdan che di testa manda alto su preciso cross di Orlando, con Lerda che alla fine dell’amichevole ha sottolineato lo stato della condizione atletica dei suoi. «Siamo pesanti per i carichi di lavoro sostenuti – ha spiegato l’allenatore del Vicenza – e alcuni giocatori sono in chiaro ritardo dal punto di vista atletico. Dovremo lavorare sulla velocità per presentarci sabato contro il Carpi in condizioni migliori». Sul mercato e sui rinforzi Lerda non ha voluto rispondere. «Ho già detto tutto nei giorni scorsi e non voglio ripetermi – ha precisato – la società è al lavoro e sa quello che c’è da fare».
Ore 14.30 – (Giornale di Vicenza) Il tifoso biancorosso porta a casa preoccupazione, ma anche qualche sana pallonata. Ad una settimana dallo start, il Vicenza, con tanti nei in campo, ha aperto le porte ai suoi sostenitori: un avvenimento del tutto inedito per chi frequenta abitualmente il centro tecnico Morosini di Isola Vicentina.Porte aperte. I tifosi – numerosi i bambini che a fine gara hanno scattato foto con i biancorossi e ottenuto autografi – hanno potuto seguire da vicino (ma proprio vicino) l’amichevole con l’Abano. Poco prima del fischio d’inizio, infatti, con circa 350 tifosi appostati al di là della rete, l’avvocato Gian Luigi Polato, ora consigliere del club con delega agli affari, e Vittorio Zaharia, l’abile tuttofare di Isola, si sono avvicinati al cancello e hanno girato la chiave. I tifosi, con sorpresa, sono entrati e si sono sistemati sui lati del campo; alcuni hanno preso posto qualche metro lontani dalla panchina biancorossa. Pazienza se è arrivata qualche pallonata, il tifoso se l’è presa volentieri. Perchè sappiate che al “Morosini”, fino a ieri, non era mai capitato di poter superare quella odiosa rete che fa confondere i giocatori e tirare gli occhi per seguire le giocate biancorosse. «Abbiamo apprezzato molto il gesto» – hanno commentato Patrizio Guerra e Luca Adda, assidui frequentatori dei campi di allenamento. E pensare che solo poche settimane fa si parlava di teloni…Preoccupazione. Tra sette-giorni-sette, al Menti, arriverà il Carpi per la prima giornata del campionato. Il Vicenza è tutt’altro che pronto, sulla base di quel che si è visto ieri contro una formazione di categoria e forza inferiori. Ai tifosi (ne è stato preso un campione) sono balzati agli occhi i problemi della squadra. «Col Carpi non sarà una sfida alla pari – il commento del giovane Alessandro De Sanctis – Manca un centrocampista ma urgono altri rinforzi per competere in B». L’amico Leonardo Molon non le manda a dire. «Raicevic è forte, ma troppo svogliato in questo momento ed è bene che lui, così come gli altri giocatori, sappiano che i tifosi vogliono gente determinata. Se non è convinto, è meglio che vada altrove». Gianantonio Dalla Fontana non ha dubbi: «Questa squadra non gira, abbiamo subìto contro una formazione nettamente inferiore. Potranno anche essere i carichi di lavoro, ma così non si affronta una B. E poi – ha aggiunto – manca un vero organizzatore del gioco. L’aspetto positivo di quest’amichevole è senz’altro averla vista da vicino, senza reti e altri ostacoli». Piuttosto delusi, al triplice fischio, anche Tommaso Motterle e Samuele Albanese. «Siamo indietro e manca qualità. Ci aspettavamo un risultato diverso da questa amichevole. Visti così, il Carpi ci darà una passata…». Matteo Dal Pra’ ha “benedetto” Fabricio Fontanini ma ammesso: «El Muro è solido, ma non basta. Urge un altro difensore». Vicenza avvisato, mezzo salvato.
Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Gli allarmi sono già stati lanciati, forti e chiari («Mercato? Non voglio più parlarne, la società sa già cosa serve, ieri lo ha spiegato bene il direttore sportivo Antonio Tesoro, inutile ripetersi»). Adesso è il momento di fare quadrato e trarre il meglio dalla rosa attualmente a disposizione. Giustamente quindi Franco Lerda, al termine dell’opaca prestazione con l’Abano, non ha drammatizzato la situazione: «Sapevamo che non potevamo essere brillanti, perché questa settimana abbiamo appesantito molto i carichi in allenamento – ha premesso -. I nostri avversari erano evidentemente più svelti di noi, quindi non siamo riusciti spesso a saltare l’uomo. Adesso però alleggeriremo la preparazione per arrivare pronti alla prima di campionato contro il Carpi». L’avversario, peraltro, sarà di quelli particolarmente tosti: «È una formazione appena retrocessa dalla serie A, la conosciamo bene, ne abbiamo valutato la forza anche nell’amichevole disputata in precampionato, ma questo ci deve interessare poco – ha sottolineato il tecnico del Vicenza -. Sappiamo di dover migliorare, ma l’unica medicina che possiamo adottare è quella del campo, e la prossima settimana in particolare lavoreremo per migliorare nella rapidità».
Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) Sotto un cielo appesantito dalla cappa di umidità, un Vicenza incompleto e appesantito dai carichi di allenamento. Non è stata certo spettacolare, né convincente, la prestazione offerta dai biancorossi ad una settimana esatta dall’inizio del campionato. Ieri pomeriggio al centro tecnico Morosini di Isola, gremito da 350 tifosi che hanno assistito all’incontro ordinatamente assiepati a bordo campo, Franco Lerda ha effettuato l’ultimo test amichevole prima del debutto di sabato prossimo al Menti contro il Carpi. L’Abano, formazione di serie D, è stato sconfitto di misura con un gol segnato all’8′ della ripresa dal difensore centrale Kevin Magri, bravo a saltare di testa sul calcio d’angolo battuto da Fabinho. Prima e dopo, però, il Vicenza ha faticato molto ad imbastire trame di gioco apprezzabili, dimostrando come quest’ultima settimana di precampionato dovrà essere sfruttata a dovere (sul campo di allenamento e sul mercato) per arrivare in condizioni accettabili al debutto in B.POCHI E IMBALLATI. Sono bastati pochi minuti per notare che ieri i giocatori di Franco Lerda erano tutt’altro che brillanti. Non stupisce che, dopo una settimana di allenamenti molto intensi, le gambe fossero appesantite, ma è stato comunque poco confortante, così a ridosso dall’avvio del campionato, vedere una squadra di serie B che non ha praticamente mai tirato con pericolosità verso la porta di un avversario che milita due categorie più sotto. Più ancora della condizione di chi ha giocato, sicuramente migliorabile (per lo meno ce lo auguriamo) nella prossima settimana, preoccupano però le attuali lacune dell’organico. Franco Lerda ad oggi ha una difesa a dir poco rabberciata: ieri la coppia centrale era composta da un Fontanini ancora molto imballato e dal giovane Madrigali (dato peraltro in uscita negli ultimi giorni di mercato), mentre nella ripresa si sono visti altri due ragazzi, Bogdan e Magri. Quest’ultimo da diverso tempo non giocava nemmeno le amichevoli: ieri è subentrato e si è tolto la soddisfazione di segnare il gol decisivo. Del resto questi sono i centrali che oggi il tecnico ha a disposizione, e tra questi deve necessariamente trovare i due che giocheranno contro il Carpi, a meno che non si perfezioni finalmente l’acquisto del tanto sospirato difensore d’esperienza, con il cerchio ormai chiuso attorno a Cristian Zaccardo. Peraltro, non che la situazione dei terzini sia attualmente molto più rosea: con D’Elia infortunato e Pinato alle prese con un affaticamento all’inguine destro, ieri a destra a giocato il giovane Bianchi, generoso ma con qualche inevitabile pecca d’esperienza, con Pucino dirottato a sinistra, non propriamente a suo agio ora che la gamba non è delle migliori.CHI SI RIVEDE. Volendo cercare qualche segnale incoraggiante, va registrato il ritorno in campo di Vita nel primo tempo e di Vigorito ed Orlando nella ripresa: i tre hanno recuperato dai rispettivi infortuni, anche se in particolare i due esterni dovranno mettere minuti nelle gambe per ritrovare brillantezza. Confortante anche il fatto che Bellomo, pure molto indietro a livello di corsa, affronti i contrasti senza timore. Si è tirato un sospiro di sollievo per Benussi, che in un’uscita bassa ha rimediato una contusione all’avambraccio destro: il portiere si è subito tolto il guanto con un gesto preoccupato di stizza, ma dopo l’intervento del nuovo medico sociale Enrico Ligabue ha potuto riprendere a giocare senza problemi. Non preoccupa anche l’assenza di Rizzo, fermo per un leggero dolore al collo, mentre Urso prima della partita ha inanellato giri di campo: anche il suo sarà un ritorno prezioso, in un reparto mediano per il quale comunque il Vicenza tiene d’occhio il giovane ghanese del Modena Emmanuel Besea.
Ore 13.40 – (Gazzettino) Tre formazioni padovane in campo ieri in altrettante amichevoli per affinare la preparazione in vista dei primi impegni ufficiali in Coppa Italia (28 agosto) e campionato (4 settembre). Oggi alle 15.30 sarà invece il turno dell’Este che è impegnato a Trissino in un triangolare con i padroni di casa e l’Arzignano Chiampo. CAMPODARSEGO. Ha vinto il triangolare a Mestrino dedicato alla memoria dell’ex capitano biancoverde Francesco Bertocco. Nella prima partita (durata 45 minuti) i biancorossi hanno perso 4-2 ai rigori con il Montecchio dopo che il tempo regolamentare era terminato senza gol. In campo nel 4-3-1-2 Brino in porta; Dario, Gal, Severgnini e Buson in difesa; a centrocampo Callegaro, Brentan, Pignat; Radrezza alle spalle di Meloni e D’Appolonia. Nella seconda gara con i padroni di casa del Mestrino spazio ad altri interpreti e successo 2-0 con sigilli timbrati da Lauria e Callegaro. È rimasto precauzionalmente ai box Aliù, che aveva saltato anche l’amichevole infrasettimanale con il Cittadella, mentre Buson è uscito dopo un quarto d’ora per una botta. ABANO. Ha ceduto di misura 1-0 nell’amichevole di prestigio disputata nel quartiere generale del Vicenza, ma sono positive le indicazioni fornite dagli aponensi che in almeno due circostanze sono andati vicini alla segnatura: prima con Ferrante e poi con Fracaro che davanti al portiere non è riuscito a superarlo. A fare la differenza è stato lo sfortunato autogol di Cuccato. Tiozzo ha schierato i neroverdi con Cottignoli in porta, linea a quattro di difesa con Tescaro, Cuccato, Berto e Zattarin, in mezzo al campo Pagan e Busetto supportati sulle fasce da Rampin e Nobile, in attacco la coppia Ferrante e Fracaro. Nella ripresa spazio anche a Baccarin, Ceccarello, Elajie, Spada e Saha. Giovedì amichevole in famiglia con la squadra juniores. VIGONTINA SAN PAOLO. Sconfitta 3-2 nel test giocato ieri a Chioggia con la Clodiense allenata da Massimiliano De Mozzi, ex allenatore dell’Abano. Bianconeri sul doppio vantaggio nel primo tempo in virtù dei sigilli realizzati da Busatta e Michelotto nei primi quattordici minuti, nella ripresa invece la rimonta dei veneziani che hanno capovolto la situazione con Valori, Abrefah e Rivi. Italiano ha schierato in partenza Rossi tra i pali, in difesa Topao, De Biasi, Thomassen e Favero, a centrocampo Pelizzer, Antonello ed Episcopo, mentre nel reparto avanzato Cacurio, Busatta e Michelotto. Nella seconda frazione sono entrati Scandilori (fuori De Biasi), Amato (Topao) e Masiero (Busatta).
Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Un sabato pieno zeppo di amichevoli. Per tre delle quattro padovane di Serie D, Campodarsego, Abano e Vigontina San Paolo, si sono concluse ieri le “prove generali” in vista dell’esordio di domenica prossima nella Coppa Italia di categoria. Il “Campo”, di scena a Mestrino, ha incassato un k.o. con il Montecchio, salvo poi riscattarsi con i padroni di casa. Sconfitti, invece, Abano e Vigontina San Paolo, battuti rispettivamente da Vicenza e Clodiense. CAMPODARSEGO. Nel triangolare dedicato all’ex capitano del Mestrino Francesco Bertocco, il Campodarsego (già qualificato ai trentaduesimi di Coppa) non è riuscito a bissare l’ottima prestazione di mercoledì scorso, valsa la vittoria per 4-3 sul Cittadella. I biancorossi di Enrico Cunico hanno pareggiato, giocando decisamente male, il primo mini-match di 45’ con il Montecchio Maggiore (Promozione), perdendo poi ai rigori. Nel derby con il Mestrino, invece, sono saliti in cattedra Lauria (31′) e Callegaro (40′), autori dei gol che hanno fissato il risultato sul 2-0, anche se la corazzata dell’Alta ha avuto almeno 5 occasioni nitide per arrotondare il punteggio. ABANO. Al centro tecnico “Piermario Morosini” di Isola Vicentina l’Abano si è arreso all’unico vero acuto del Vicenza di Serie B. I neroverdi di Luca Tiozzo, con lo spirito combattivo che ha caratterizzato tutto il pre-campionato, sono riusciti a mettere in difficoltà i biancorossi allenati da Franco Lerda, passati in vantaggio all’8′ del secondo tempo con un colpo di testa di Kevin Magri. VIGONTINA SAN PAOLO. Non è andata meglio la trasferta della Vigontina San Paolo, battuta però da una squadra di categoria inferiore, la Clodiense (attrezzata per i vertici dell’Eccellenza) per 3 a 2. Dopo un primo tempo arrembante, in cui i ragazzi di Vincenzo Italiano sono riusciti a segnare ben due gol in appena un quarto d’ora (Busatta al 5′ e Michelotto al 14′), i padovani si sono fatti raggiungere sul 2-2 (reti di Valori e Abrefah) dai padroni di casa allenati dell’ex Abano Massimiliano De Mozzi, bravi poi a sfruttare una ripresa caratterizzata dalla classica girandola di cambi e a segnare il gol decisivo con Rivi (53′). Oggi pomeriggio, invece, toccherà all’Este: i giallorossi saranno impegnati allo stadio di Trissino in un triangolare con l’undici di casa e l’ArzignanoChiampo, che ritroveranno domenica 4 settembre nella prima di campionato.
Ore 12.50 – (Gazzettino) Così il tecnico Venturato al termine dell’amichevole: «La squadra ha risposto in modo positivo. Qualche sbandata da parte nostra c’è stata, ma velocemente recuperata dal collettivo e con grande attenzione. I segnali promettono bene e ora ci si può ritrovare freschi e brillanti per i prossimi appuntamenti». Poi aggiunge: «La formazione scesa in campo era un misto di quello che si ritroverà nell’imminente campionato. Le scelte dei giocatori verranno fatte partita per partita, valutando condizioni fisiche e avversari. Ora pensiamo a scaricare le ultime tensioni per arrivare brillanti ed entusiasti al debutto con il Bari». Quali sono le condizioni fisiche e psicologiche del gruppo? «Tutto il lavoro è stato effettuato con attenzione, voglia ed entusiasmo. Siamo pronti per la nuova sfida che ci attende». Il campionato di serie B è lungo e anche per questo difficile e imprevedibile: vi siete posti traguardi particolari? «Il nostro primo obiettivo è restare in categoria. Certo le ambizioni ci sono, ma penso sia giusto partire con grande umiltà».
Ore 12.40 – (Gazzettino) L’ultima delle sfide amichevoli prima del debutto in campionato vede il Cittadella affrontare a Castelfranco il Giorgione. La gara contro i Rossostellati è l’occasione per dare ulteriori ritocchi alle configurazioni di gioco, alla tattica, agli assetti e concludere il collaudo della rosa prima della partenza ufficiale della nuova stagione. Per gli amanti delle statistiche e dei risultati il 4-0 per i granata lascia comunque il tempo che trova. La contrapposizione dei moduli di gioco rende infatti evidente il divario tra le rispettive categorie di appartenenza. Nonostante ciò, il Giorgione riesce a dare un valore aggiunto alla partita, dimostrandosi formazione combattiva. La truppa di Venturato entra fin da subito in possesso palla impostando, con grande ordine tattico, le giocate nella metacampo avversaria. Al 3’ la prima marcatura ad opera di Arrighini, servito da uno scambio tra Iori a centrocampo e Maniero che addomestica e rilancia in area avversaria. Nella successiva mezz’ora il Cittadella ha sempre in mano le redini della partita. E al 33′ arriva il raddoppio. L’azione viene suggerita da Iori che, davanti all’area avversaria, si smarca con il passaggio a lato per Litteri. Il tiro a girare serve Lora che anticipa Liviero e infila il 2-0. Al 39′ ancora un’azione riuscita del Cittadella con Bartolomei che innesca il contropiede coadiuvato da Litteri. Il diagonale ad evitare l’impegnata difesa di casa giunge ad Arrighini che appoggia a rete. Nella ripresa prosegue la grande densità di gioco dei granata e i cambi effettuati danno modo di accumulare minutaggio ai giocatori. Veloce il movimento lungo le fasce che rende favorevoli ripartenze e controllo di gioco. Inoltre il Cittadella costringe a veloci riposizionamenti la difesa locale che può poco nell’azione di contrasto al possesso palla. Al 10’, infatti, la retroguardia rossostellata commette il fallo ai danni di Litteri e consegna il rigore agli ospiti. Iori sceglie il tiro sotto l’incrocio dei pali e porta a quattro le realizzazioni nella partita. Nel prosieguo altre occasioni si delineano ai danni del Giorgione. Al 32′ il colpo di testa di Lora, servito dal cross di Iori, non si concretizza e le successive giocate di Bartolomei e Kouame non risultano efficaci al fine del risultato.
Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Il Cittadella ha imparato la lezione di Campodarsego e nell’ultima amichevole prima dell’esordio nel campionato di Serie B non perde la concentrazione. I rimbrotti di Venturato e Marchetti, arrivati dopo l’incredibile rimonta subìta mercoledì scorso al “Gabbiano”, devono essere serviti, visto che i granata liquidano il Giorgione per 4-0 a Castelfranco. Difficile, in ogni caso, trarre indicazioni definitive sul reale stato di forza e salute della squadra. Anche perché Venturato, nelle ultime amichevoli, ha tenuto le carte coperte su quello che sarà l’undici di partenza per la prima gara del torneo cadetto, sabato prossimo, a Bari. La formazione dovrebbe essere un mix tra quella schierata ieri e quella vista all’opera nei primi 45 minuti contro il Campodarsego. Dal punto di vista mentale, quantomeno, ieri i granata sono rimasti sul pezzo per tutti i 90 minuti, anche se di fronte avevano una squadra nettamente inferiore a quella affrontata quattro giorni prima. Dopo cinque anni consecutivi di Serie D, la scorsa stagione il Giorgione è retrocesso in Eccellenza, decidendo di ripartire da un organico giovanissimo, allestito da una vecchia conoscenza di Padova e Cittadella, il direttore sportivo Terry Cavazzana. Se non altro, la freschezza dell’undici castellano ha portato il Giorgione a prendere sul serio quest’amichevole, giocata a ritmi e pressing alti. E così, dopo aver sbloccato la gara al 4′ con Arrighini, servito da Litteri fuggito in contropiede, il Citta ha faticato più del necessario per trovare qualche trama di gioco interessante. Gli avversari correvano e tenevano la difesa alta, a costo di prendersi qualche infilata a campo aperto. Provando a far girare palla in difesa e a verticalizzare quando possibile, il Cittadella è riuscito a sfondare solo nella parte finale del primo tempo, con Litteri ancora in versione assist-man per Lora, prima della doppietta in fotocopia di Arrighini. Litteri protagonista, nel bene e nel male, anche nel secondo tempo. Prima con il rigore guadagnato dopo una sgroppata delle sue (e trasformato da Iori), quindi con una serie di occasioni fallite che hanno rimandato l’appuntamento con il gol per il cannoniere della passata stagione granata. In ogni caso, davanti, il Citta ripartirà ovviamente da lui e da Chiaretti, ieri tenuto a riposo e sostituito dal giovane Maniero. Per il ruolo di seconda punta, al momento se la giocano Strizzolo e Arrighini, mentre l’altro ballottaggio più incerto sembra essere a centrocampo tra Valzania e Lora. Soddisfatto, al novantesimo, il tecnico Roberto Venturato: «Dal punto di vista della concentrazione e dell’attenzione abbiamo dato un segnale importante. Esclusi i 17 minuti di Campodarsego, nelle ultime 4 partite non abbiamo subìto gol e siamo in crescita. Ho visto buone giocate e sono sicuro che la settimana prossima troveremo la brillantezza e l’entusiasmo giusti per presentarci a Bari nel migliore dei modi».
Ore 12.00 – (Corriere del Veneto) Stavolta niente rimonte, niente crolli nel secondo tempo, niente brutte sorprese lungo il percorso. Il Cittadella espugna Castelfranco, batte il Giorgione 4-0 e chiude nel modo migliore un precampionato fra qualche alto e basso, un mix di prestazioni convincenti e scivoloni inattesi (la Cremonese in Coppa Italia, l’amichevole persa 4-3 col Campodarsego). Venturato parte con il 4-3-1-2: Alfonso fra i pali, Salvi, Pascali, Scaglia e Martin in difesa; Lora, Iori e Bartolomei a centrocampo, Maniero dietro le due punte Litteri e Arrighini. Per un tempo, come del resto era accaduto a Castelfranco, è un grande Cittadella. Va subito in vantaggio (rete di Arrighini al 3’), poi raddoppia e cala il tris in sei minuti, dal 34’ al 40’: prima segna Lora, poi Arrighini firma la sua personale doppietta. Nella ripresa il risultato viene arrotondato da Iori, che sigla il definitivo 4-0 all’11’ su calcio di rigore. Ieri il direttore generale Stefano Marchetti ha assistito all’Euganeo a Padova-Carpi: possibile che sul taccuino del direttore generale granata ci fossero appuntato qualche nome del club emiliano.
Ore 11.30 – (Gazzettino) I balbettii sono cominciati invece dopo il pareggio del Carpi su rigore, procurato e trasformato da Catellani: un po’ ingenuo nella circostanza Russo che avrebbe dovuto temporeggiare anzichè rischiare l’anticipo sull’avversario in area. Il Padova si è disunito (timido l’apporto in mezzo al campo di Filipe nel ricucire i reparti) e la difesa ha pagato un paio di distrazioni di troppo, alle quali ha rimediato con bravura Bindi. Il Carpi ha ripreso a macinare il suo gioco anche nella ripresa, insistendo soprattutto con i lanci in profondità per Catellani a scavalcare la linea arretrata del Padova, non sempre attenta nel leggere le situazioni. Quando però i due allenatori hanno iniziato a cambiare gli interpreti (applausi per il ritorno all’Euganeo dell’ex Petkovic) la partita ha perso di linearità e a parte un palo di De Marchi le emozioni sono scemate del tutto.
Ore 11.20 – (Gazzettino) La preoccupazione è però presto svanita perchè dopo un paio di minuti, anche se un po’ zoppicante, il brasiliano è rientrato sul terreno di gioco e ha subito avuto tra i piedi il pallone del vantaggio: botta quasi a colpo sicuro dal dischetto del rigore e grande intervento di Colombi a negare un gol che sembrava fatto. A prendere per mano il Padova in queste prime fasi della partita è stato soprattutto Dettori, schierato da mezzala sinistra ma pronto sempre ad accentrarsi per entrare nel vivo della manovra e puntare l’area del Carpi. Così è stato nell’azione che ha portato in vantaggio i biancoscudati (18’): abilissimo Dettori a trovare i tempi dell’inserimento centrale, a saltare un avversario con un dribbling a rientrare e a finalizzare la giocata con un destro in scivolata che non ha dato scampo al portiere. Buona anche la ricerca dell’intesa tra Neto Pereira e Alfagene sia nel fraseggio che nei movimenti offensivi, intesa sugellata al 24’ da una verticalizzazione del brasiliano per il compagno di reparto scattato con i tempi giusti sul filo del fuorigioco e bravo a cercare la porta con un destro a incrociare sventato con bravura da Colombi.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Un’ora di calcio quasi vero, a ritmi non elevati ma senza mai tirare indietro la gamba, un gol per parte e buone trame di gioco. L’amichevole dell’Euganeo tra Padova e Carpi ha fotografato lo stato di forma delle due formazioni a una settimana dall’inizio dei rispettivi campionati: i biancoscudati debutteranno sabato pomeriggio a San Benedetto del Tronto, mentre la truppa di Castori scenderà in campo la sera al “Menti” di Vicenza per la prima giornata di serie B. Luci e ombre nella prestazione del Padova, che ha comunque destato una migliore impressione rispetto alle ultime esibizioni. Le note più liete riguardano la prima mezz’ora di partita, con la squadra che ha ben approcciato alla gara e in più occasioni è riuscita a mettere alle corde la retroguardia avversaria. Qualche timore dopo appena cinquanta secondi per Neto Pereira, colpito duro alla caviglia sinistra e costretto a uscire dal campo.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Si presenta in sala stampa con il sorriso anche Giuseppe Bergamin. «Oggi abbiamo visto qualcosa di meglio rispetto alle ultime due uscite – le prime parole del presidente – Una buona partita nel primo tempo e una condizione fisica abbastanza avanzata». Poi guarda avanti: «Penso che si debba cominciare bene, soprattutto sotto l’aspetto psicologico dato che quello fisico viaggia insieme alla testa. La prima partita è fondamentale secondo me per dare quella spinta e quell’autostima che ci devono aiutare per tutta l’annata». Sul fronte mercato l’attenzione è rivolta alle uscite, con Dionisi, Ilari e Petrilli (ieri non impiegati) che faticano a trovare una soluzione a loro gradita. «Credo che un giocatore che è stato bene in un posto, specie considerando quanto vissuto da loro tre in questo biennio, non sia troppo contento di andarsene e la scelta da fare deve dare loro un certo tipo di garanzia per cui li capisco, ma credo che troveremo una soluzione che possa andargli bene».
Ore 10.50 – (Gazzettino) È andato a segno, portando provvisoriamente in vantaggio il Padova, ma al tempo stesso è stato tra i migliori in campo, soprattutto nel primo tempo. Prova sicuramente di buon spessore quella fornita all’Euganeo da Francesco Dettori. «C’è la soddisfazione – esordisce il centrocampista – per un primo tempo positivo da parte di tutti. Abbiamo cercato di invertire un po’ la rotta rispetto alle altre partite e siamo entrati con la testa giusta per fare bene e per provare di non subire l’avversario. Nei primi venticinque minuti abbiamo fatto molto bene, tenendo ritmi altissimi e poi è venuto fuori anche il Carpi, ma la prima frazione è stata all’altezza e abbiamo mostrato miglioramenti sugli aspetti che ci eravamo prefissati alla vigilia».
E in più è arrivata la gioia personale del gol, non il primo in questo precampionato. «Una triangolazione con Neto – ci scherza su – ed ero ancora a inizio gara per cui ho avuto la lucidità di dribblare dentro l’area. Ne è venuto fuori un bel gol, ma al di là di quello, questa volta, rispetto a precedenti amichevoli, in cui erano mancate un pizzico di convinzione e cattiveria, è stato l’atteggiamento a fare la differenza. Dopo questi passi avanti prepareremo al meglio la sfida con la Sambenedettese che sarà molto difficile».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Ha sottolineato le note positive. C’è invece qualcosa che va migliorato? «Ci sono dei momenti della gara che dobbiamo imparare a gestire. Non puoi fare quarantacinque minuti pensando di stare nella meta campo avversaria, ogni tanto bisogna sapere rallentare le giocate e bisogna sbagliare il meno possibile nelle uscite basse». Oggi Neto Pereira e compagni riposeranno, domani pomeriggio riprenderà la preparazione in vista del debutto in campionato sabato alle 16.30 nella trasferta con la Sambenedettese. «Ci aspetta una settimana tipo di lavoro, poi è evidente che più si avvicina il momento del debutto e più la componente psicologica diventa importante. La squadra sta migliorando sotto l’aspetto fisico e tattico, anche se per arrivare ad avere una condizione ottimale si deve giocare un certo numero di partite. E non c’è allenamento migliore di giocare partite». In questa ottica i biancoscudati scenderanno in campo quasi certamente mercoledì per un altro test, questa volta con una compagine locale, che servirà come prova generale per il primo appuntamento in campionato.
Ore 10.30 – (Gazzettino) «Sono soddisfatto, iniziamo a intravedere quello che mi sono prefissato di trasmettere ai ragazzi. Hanno fatto quello che avevo chiesto». Segnali di crescita quelli inviati nell’amichevole di ieri dai biancoscudati, e sottolineati in sala stampa da Oscar Brevi: «Ho visto diverse cose positive, a tratti la squadra ha mostrato brillantezza. Ho visto anche cattiveria agonistica, quindi va bene così. Poi è naturale che al 20 di agosto non può essere tutto perfetto e bisogna continuare a lavorare. Preoccupato da un calo nel secondo tempo? Assolutamente no, se guardiamo tutte le partite di questo periodo hanno un andamento come questa. Magari il Carpi ha fatto qualcosina in più, ma è una squadra di serie B costruita per vincere il campionato. Non va trascurato anche il fatto che in campo faceva davvero caldo, e i ragazzi hanno fatto il loro». Quindi il tecnico biancoscudato aggiunge: «Ripeto, sono contento per quanto visto. Abbiamo lavorato bene in questo periodo, con impegno e disponibilità da parte dei giocatori. E sarebbe un’utopia pensare che in questa fase della preparazione possa essere tutto perfetto».
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Prossimi obiettivi. L’emozione del commosso saluto a Giorgia Libero non toglie spazio alle riflessioni “di campo”. Domani, con la ripresa degli allenamenti alla Guizza, comincerà la prima marcia di avvicinamento della stagione ad una gara che conta davvero. E sabato 27, in casa della Sambenedettese, il Padova sarà chiamato alla prova del nove: confermare i buoni progressi mostrati ieri e compiere un passo ulteriore. Nel mezzo, per riuscirci, sarebbe utile recuperare sia De Risio che Altinier, e affinare ancora di più i meccanismi di una squadra che, quando prova a verticalizzare, qualcosa di buono riesce già a produrlo. Ma c’è anche il mercato: per Dionisi, Ilari e Petrilli, gli unici rimasti in panchina per tutta la gara, il destino sembra segnato. Andranno via.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il primo è Filipe, discreto (non perfetto) in fase di impostazione, ma barcollante in quella di interdizione. Da un suo errore nasce il pareggio carpigiano al 28’ del primo tempo: se è vero che a commettere il fallo da rigore su Catellani, autore della trasformazione dello stesso, è il connazionale Emerson, è altrettanto certo che tutto nasce da una copertura “leggera” proprio di Filipe, sbeffeggiato nel dribbling da Lollo in avvio d’azione. Il secondo (in ritardo di condizione) è Alfageme, per il quale il discorso è diverso: l’argentino ha mostrato qualche passo avanti, l’intesa con Neto Pereira comincia a funzionare, e solo le manone di Colombi gli hanno negato il gol in due occasioni. Il problema è che a Caserta la preparazione del gaucho è stata deficitaria, e ci vorrà del tempo per vederlo su buoni livelli. E poi c’è Madonna, penalizzato dalla continua ricerca dello sfondamento a sinistra sull’asse Favalli-Dettori, che avrebbe meritato di veder coronate almeno un paio di galoppate sul fondo con un servizio preciso. Anche l’intesa migliorerà.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Suo, nel positivo – per voglia e personalità – inizio di gara dei biancoscudati il gol che al 18’ porta avanti la squadra di Brevi: numero al limite dell’area e servizio per Neto, rinvenimento sul pallone sporco nato dal successivo rimpallo, messo a sedere Blanchard e puntata all’angolino basso. Da applausi. Il Carpi non è apparso fisicamente brillante, e solo le parate di Colombi – “ex” tra i pali così come Petkovic, che però è stato il solo a prendersi gli applausi dello stadio – hanno fatto sì che i pericoli portati da Neto e Alfageme non sortissero esito. E c’è poi un Mandorlini apparso per la prima volta veramente incisivo: con De Risio ancora acciaccato, l’ex Pordenone può candidarsi per una maglia da titolare tra una settimana. Ma in mezzo a tante note positive c’è anche qualcosa che ancora non gira ancora come dovrebbe. Chi scende. E qui arriviamo alle note meno liete. Ad una settimana dal via del campionato si sono visti almeno due giocatori indietro di condizione.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Quando il calcio d’agosto comincia a sparare le sue ultime cartucce, anche i risultati cominciano a valere qualcosa. E un 1-1 contro una formazione di Serie B (appena retrocessa dalla A) come il Carpi, pur spuntato in attacco e in un Euganeo desolatamente semideserto, è un buon segnale a sette giorni dall’esordio in Lega Pro. Questa volta sì che il Padova di Oscar Brevi ha lasciato intravedere di cosa può essere capace. E il pareggio finale, seppur “congelato” nell’ultima mezz’ora dalle gambe imballate di entrambe le formazioni, rimane un passo avanti per quanto visto nei primi 60’ di gioco. Chi sale. La condizione atletica cresce, le trame di gioco migliorano, e la retroguardia finchè ha fiato regge senza grossi patemi persino un attacco di categoria superiore, anche se privo di un elemento come Lasagna, che avrebbe di certo fatto sudare ben di più Emerson e colleghi. Sbraga e Russo mostrano una discreta sicurezza, e dietro di loro c’è un Bindi che in più di un’occasione ha già dato dimostrazione delle sue doti tra i pali e in uscita. Ma le note maggiormente positive arrivano dalla metà campo in su, dove innanzitutto c’è un Dettori sempre più convincente.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) «Ci sono tante note positive, ho visto i passi avanti che chiedevo». Il tecnico Oscar Brevi commenta con soddisfazione il pareggio dei biancoscudati contro il Carpi: «La squadra ha lavorato molto bene, in diversi frangenti ho visto la brillantezza e i princìpi di gioco che da luglio stiamo cercando di trasmettere. E finalmente c’è stata anche un po’ di quella cattiveria agonistica che finora ci era mancata: non è stato tutto perfetto, ma sono soddisfatto. Nella ripresa, poi, entrambe le squadre sono calate». L’unico appunto da muovere ai suoi è arrivato nell’intervallo: «Non mi sono piaciuti i minuti dopo il gol dell’1-1 del Carpi: ci siamo abbassati, non abbiamo saputo gestire il momento, e abbiamo rischiato».
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Il Carpi subisce molto e riparte poco. Al 18’ arriva il vantaggio: Dettori si inserisce, doppio dribbling, scambio sullo stretto con Neto Pereira e pallone che chirurgicamente si infila alle spalle di Colombi. Il Padova insiste, gioca bene, si costruisce un’altra nitida palla gol con Alfageme che al 24’ viene smarcato in posizione defilata da Neto Pereira solo di fronte a Colombi, ma ancora una volta l’ex di turno fa un figurone con una parata plastica. All’improvviso il Carpi si sveglia e al 28’ arriva il pari: ingenuo fallo di Emerson su Catellani, che poi trasforma dal dischetto. Il Carpi prende coraggio sfiora per due volte il vantaggio e in uno dei due casi è bravo Bindi a mettersi in mostra con un volo a neutralizzare il diagonale di Catellani. Nella ripresa, prima della solita girandola di cambi il Carpi sfiora due volte il 2-1: al 16’ De Marchi, appena entrato in campo, si trova solo di fronte a Bindi, che si supera sbarrandogli la strada. Due minuti dopo è ancora De Marchi a cogliere in pieno il palo da pochissimi passi, stavolta Bindi non avrebbe potuto nulla. Nel finale le squadre si allungano, un paio di contropiede da entrambe le parti potrebbero essere gestiti meglio, ma finisce pari e tutto sommato è pure giusto così. Entrano un po’ tutti, tranne Petrilli, Ilari e Dionisi: un segnale chiaro da parte di società e allenatore ai tre giocatori in uscita che sinora (Petrilli su tutti) hanno collezionato una serie di rifiuti alle pretendenti che si sono fatte avanti.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Decisi passi in avanti. Non ancora tali da giustificare un ottimismo debordante, ma sicuramente da certificare e da vidimare senza esitazioni. Lo scivolone di Coppa Italia contro il Seregno, la brutta amichevole con la Vigontina e adesso il pari per 1-1 di ieri all’Euganeo contro il Carpi, fino a qualche mese fa protagonista fino all’ultimo nella massima serie. Il Padova di Oscar Brevi si scrolla di dosso timori, ansie e preoccupazioni e fa intravedere i primi segnali di quello che potrebbe fare in campionato se tutto girasse al meglio. Alla fine è pari, ma se nel primo tempo l’ex Colombi non avesse fatto il fenomeno in un paio di occasioni, la vittoria piena non sarebbe stata una chimera. Sugli spalti, un esercito di osservatori e di addetti ai lavori. Fra questi Ivone De Franceschi (Inter), Stefano Marchetti (Cittadella), Cristian La Grotteria (Bassano) e Giampaolo Marcheggiani (Venezia). Sul campo un Carpi incerottato e poco mobile, un Padova senza De Risio (problemi alla caviglia), Altinier (edema osseo al collo del piede) e Germinale (ancora in ritardo dopo l’infortunio al ginocchio). I biancorossi scendono in campo con il lutto al braccio per ricordare Giorgia Libero, la 23enne padovana scomparsa dopo una lunga lotta contro una malattia incurabile. Dopo appena due minuti già un brivido: Neto Pereira si ferma dopo un movimento innaturale della caviglia, i primi attimi sono palpitanti, ma per fortuna il brasiliano riesce a riprendersi immediatamente. Dopo pochi minuti proprio Neto Pereira con uno stupendo tiro al volo costringe Colombi ad un autentico miracolo in tuffo a una mano.