Si chiamerà «Patavium Arena». E l’architetto Massimiliano Pagnin non fa mistero di essersi ispirato all’innovativo stadio di Monaco di Baviera, l’«Allianz Arena». La forma del nuovo stadio dell’Arcella, adeguato agli incontri di calcio professionistico (anche per la serie A), sarà quella di un grande anello, rivestito in pvc e illuminato con luci a led, con la possibilità di cambiare colore a seconda dell’evento sportivo. È quanto si ricava dal progetto definitivo, licenziato dalla giunta poche settimane fa. Un “malloppo” da 562 pagine e svariati elaborati grafici. Un progetto in due stralci. Il costo di 3 milioni copre solo il primo, che può essere realizzato, secondo una bozza di cronoprogramma dei lavori, in 231 giorni. Se tutto fila liscio l’appalto sarà assegnato già a fine 2016. Il primo stralcio. Cosa c’è nel primo stralcio? «La realizzazione delle tribune nord e sud; i lavori di adeguamento normativo per la messa in sicurezza delle tribune esistenti (est e ovest); la ristrutturazione dei locali sotto le gradinate ovest per ospitare gli spogliatoi; la demolizione delle centrali termiche; le fondazioni per le curve di raccordo; la messa a norma degli impianti elettrici e meccanici; la nuova sala Gos e tutti i sistemi di videosorveglianza», si legge nel progetto. Nel secondo stralcio invece sono inseriti i raccordi tra le gradinate e la copertura con membrana in pvc ignifuga. La capienza del primo stralcio è di 12.133 posti, compresi 50 per i giornalisti. Nel secondo i seggiolini aumenteranno per consentire un utilizzo «fino alla massima serie». Ma costerà ben più di 3 milioni. La tribuna Fattori. La tribuna sud è quella destinata a ospitare i tifosi biancoscudati, diventando così la nuova tribuna Fattori. Sarà lunga 75 metri e rispetto alla linea di porta sarà distante 12,5 metri.Raggiungerà un’altezza massima di 15,03 metri mentre la copertura sarà a 24,2 metri (sarà il punto più alto di tutto lo stadio). Avrà una capienza complessiva di 3.126 spettatori che potranno disporsi su due anelli. Il primo anello sarà composta da 9 gradinate, il secondo da 13 gradoni. Sotto la tribuna ci sarà uno spazio per i servizi igienici, ma potrà ospitare anche un bar con punto ristoro e una nuova infermeria. Per realizzare la tribuna si dovrà demolire la centrale termica e la struttura oggi utilizzata per il “terzo tempo” del rugby. La tribuna ospiti. I tifosi ospiti potranno parcheggiare auto o pullman nel nuovo parcheggio nord dello stadio. Il loro spazio sarà la tribuna nord, speculare alla sud ma più piccola: capienza da 1.550 spettatori e altezza massima di 8,54 metri. La separazione dei tifosi sarà garantita da ingressi e vie d’uscita indipendenti. In futuro la tribuna nord potrà essere ampliata, raddoppiando il numero dei gradoni e allungando lo sbalzo su via Geremia. Sala Gos e tribuna stampa. La nuova sala Gos (gruppo operativo sicurezza) si troverà in corrispondenza dell’ultima gradinata della tribuna ovest. Gli impianti tecnologici e le telecamere installate all’interno e all’esterno dello stadio permetteranno l’identificazione degli spettatori nel dettaglio. In tribuna ovest troveranno spazio anche 5 cabine della tribuna stampa. Mentre la sala stampa sarà sotto la tribuna, grande 75 metri quadri. Accanto ci sarà la sala conferenze da 50 metri quadri così da consentire la contemporanea presenza di 12 intervistati. Illuminazione a led. Saranno smontate le quattro torri faro esistenti per far posto alla nuova copertura dello stadio e all’anello di chiusura delle curve. La nuova illuminazione sarà a led con lampade fissate sulle strutture portanti e sulle travi reticolari dello stadio permettendo la regolazione e l’intensità del fascio luminoso in modo omogeneo e uniforme. La membrana esterna. È previsto il rivestimento con membrana in pvc. La membrana sarà infilabile e rivestirà tutto lo stadio. Sarà semitrasparente e servirà da protezione alle intemperie permettendo attraverso l’utilizzo di sistemi di illuminazione a led di modificare i cromatismi dello stadio in funzione degli eventi sportivi. L’idea dell’architetto. «La nuova architettura del Plebiscito si propone per la contestuale riqualificazione dello stadio “abbandonato”, per la rivisitazione di tutto il complesso sportivo e più in generale per ritrovare un riequilibrio urbanistico di un brano dell’Arcella», scrive l’architetto Massimiliano Pagnin. «La semplicità delle forme architettoniche del nuovo stadio lo dovrà porre all’avanguardia sia in termini di capienza che di fruibilità, per gli aspetti strutturali e architettonici. Uno stadio flessibile e ampliabile, leggero e facilmente manutenzionabile».
(Fonte: Mattino di Padova, Claudio Malfitano)