23 aprile 1995, stadio Delle Alpi di Torino: Juventus-Padova 0-1, rete di Michel Kreek al 32′ della ripresa. Una pagina storica e indimenticabile della storia del club di viale Nereo Rocco, con un gol del “Tulipano Bianco”, un olandese dalla faccia pulita che fece innamorare una città intera con i suoi. Sono trascorsi oltre due decenni da quella grigia domenica pomeriggio, Kreek adesso di anni ne 45 e qualche capello bianco in più, ma la disponibilità e la cordialità sono le stesse d’un tempo. Michel è tornato in Italia da qualche giorno, è sbarcato alla Pinetina assieme a Frank De Boer, amico vero di vecchia data e che lo ha voluto con sé all’Inter nello staff del post Roberto Mancini. Kreek risponde nel primo pomeriggio. «Ciao, come stai?», qualche battuta e si comincia. Il suo cellulare olandese gracchia un po’, la linea va e viene. Non ha ancora una sim italiana («ma ne prenderò presto una», assicura) l’Inter è a Jesi per l’amichevole contro il Borussia Moenchengladbach e Michel risponde in un italiano ancora molto buono, visti gli anni di assenza nel belpaese: «E’ un onore essere “assistant coach” di Frank – sorride – ho accettato con entusiasmo la sua chiamata ed è un piacere per me potergli dare una mano, è un amico vero. Abbiamo iniziato la carriera di allenatore assieme, abbiamo vinto una Coppa Uefa assieme, lui è un grande uomo e un grande tecnico e adesso c’è questa esperienza che faremo assieme. Mi auguro che duri il più a lungo possibile, sono concentrato e felice di essere tornato in Italia, perché sono sempre stato benissimo. Padova, poi, mi è rimasta nel cuore». E gli regala subito una boccata d’aria di casa, perché nello staff dirigenziale nerazzurro c’è Giovanni Gardini, che al tempo era segretario generale in viale Rocco, perché il preparatore dei portieri è un certo Adriano Bonaiuti, il Superman dei bei tempi andati e fra gli osservatori ci sarebbe pure Ivone De Franceschi, un altro col biancoscudo nel cuore: «E’ stato bello ritrovare tante facce amiche – ammette il Tulipano Bianco – con Adriano abbiamo mantenuto i contatti nel corso degli anni. Niente di così speciale, ma siamo rimasti in ottimi rapporti e adesso lavoreremo di nuovo assieme. Ho ritrovato con piacere anche Gardini, mentre so che De Franceschi a Padova è stato un giocatore importante, ma non ho ancora avuto il piacere di conoscerlo. Non è stata una decisione difficile da prendere venire all’Inter, quando Frank me l’ha chiesto gli ho detto subito di si, questa è una grande società, un club speciale. Sono concentrato e carico, in questi giorni sto dando una mano a De Boer soprattutto con l’italiano, perché non lo conosce ancora bene e c’è bisogno di parlare tanto coi giocatori». Kreek chiude con una sorta di “promessa” per il futuro: «A Padova sono tornato diverse volte – chiosa – e nei miei confronti ho sempre riscontrato tanto affetto e riconoscenza. Il gol di Torino non me lo dimenticherò mai e mi piacerebbe un giorno tornare, magari allenare il Padova è nel mio destino. Nella vita non si sa mai, si fanno tanti giri strani e non posso pensare che la squadra che ho conosciuto possa stare ancora tanto nelle categorie più basse. E’ una città straordinaria con un pubblico fantastico, merita davvero il meglio».
(Fonte: Corriere del Veneto, Dimitri Canello)