Live 24! Padova, 205 abbonamenti rinnovati il primo giorno. Ma sfuma Tavano

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Ore 22.30 – (Il Piccolo) La partita del “Tenni” ha fornito buone indicazioni all’allenatore della Triestina Antonio Andreucci, il quale dopo le prime due settimane di ritiro immerso tra le valli cadorine (e il precedente triangolare con Spal e rappresentativa locale) può tracciare un primo bilancio sul livello di preparazione raggiunto dal gruppo. A Treviso, la differenza di categoria si è vista tutta, tanto che il neo arrivato portiere Voltolini e Radikon nella ripresa di fatto hanno chiuso la gara inoperosi. Andreucci interpreta queste prime settimane di lavoro come «una fase positiva in cui ci siamo conosciuti, teniamo presente che abbiamo circa venti giocatori nuovi. Queste prime amichevoli ci hanno dato l’occasione di conoscerci in campo, dobbiamo lavorare molto perché le cose da fare sono tante». Al “Tenni” di Treviso, oltre ai giocatori di esperienza, si sono ben distinti i giovani ed Andreucci annota soddisfatto. «I ragazzi si sono mossi bene, con applicazione e impegno nelle loro giocate, ma soprattutto sono molto disponibili ed educati, questo induce all’ottimismo per il loro miglioramento». Come rivelano le sue esperienze passate in altre piazze, si è vista una Triestina vogliosa di giocare il pallone. Risponde Andreucci: «Certo, in questo periodo in modo particolare: i ritmi non sono ancora alti e verticalizzare sempre è molto difficile anche se noi abbiamo giocatori nel settore offensivo che possono farlo. Si cerca di costruire gioco, è un momento di passaggio intermedio e fondamentale per cercare di trovare la porta». Le premesse dunque, dopo anni di vacche magre, finalmente di poter divertire il pubblico? «Noi dobbiamo migliorare ancora molto, ma sono fiducioso che nel prossimo mese raggiungeremo un livello che ci permetta di lottare per le posizioni di vertice». Una rosa da completare o siete a posto così? «Qualcosina a livello di giovani c’è ancora da completare, fatto questo passaggio analizzeremo meglio tutto il gruppo».

Ore 22.20 – (Il Piccolo) Il matrimonio dei sindaco Roberto Dipiazza, al quale era invitato, non gli ha permesso di essere sabato sera all’amichevole di Treviso, ma sono state le uniche ore in cui Mauro Milanese non ha pensato alla sua Triestina. Per il resto, sta seguendo la sua creatura passo dopo passo, con grande amore. E con grande soddisfazione per come sta crescendo. Milanese, si può dire che ha costruito una Triestina da vertice? Diciamo per stare nelle prime cinque, e non tra le ultime come accaduto negli ultimi anni. Mattoncino dopo mattoncino stiamo costruendo una squadra competitiva: a inizio luglio qualcuno temeva di andare in ritiro con pochi elementi, ma conosco come funzionano le cose e so che per certi obiettivi bisognava aspettare le date giuste. Ma questa della squadra è solo la lettura più facile di quello che si fa. Poi c’è tutto l’aspetto della riorganizzazione societaria? Esatto, in parallelo abbiamo speso grandi energie anche per l’organizzazione in società e dare a tutti le mansioni giuste. La questione riguarda l’aspetto amministrativo, il settore giovanile, il marketing, il merchandising, i rapporti con le istituzioni, insomma tutto quel lavoro burocratico che si vede meno ma è ugualmente importante. Soddisfatto anche su questo versante? Sì, abbiamo messo insieme un team importante, attenti anche a non levare una parte di triestinità, è una base già buona anche in caso di salita in Lega Pro. Poi sappiamo che saranno i risultati a trainare l’entusiasmo, funziona così. Proprio per questo speriamo di partire subito bene, sarebbe la ciliegina dopo il lavoro estivo. Ma ci sono tanti segnali positivi, compreso quello di aver ricreato interesse attorno alla Triestina. Insomma non si tratta solo di costruire una squadra per vincere, ma guardare anche al futuro, a lavorare sugli under, insomma dare nel medio termine una possibilità di costruzione. Mercoledì parte la campagna abbonamenti: che risposta si attende ora dai tifosi? Mi piacerebbe una grande risposta immediata, ma bisogna mettere in conto i timori e la negatività portata dalle scorse stagioni. Più realisticamente punto allo zoccolo duro, diciamo a toccare 2000 abbonamenti, cui si aggiungeranno all’inizio i curiosi interessati. Il resto dovremo conquistarlo e meritarselo con i risultati: se si vince, credo che lo stadio possa essere più caldo e più pieno. E magari raddoppiare le presenze. Se lo scorso anno alla fine c’erano 4-5mila persone per una salvezza, per logica in uno scontro decisivo per vincere si dovrebbe andare oltre. Spero comunque in tanta gente soprattutto per una partita. Quale? Mario Biasin verrà a Trieste a metà settembre: oltre a una squadra più forte e una società più organizzata, spero che nella partita al Rocco possa vedere una risposta importante del pubblico, che veda insomma come i suoi sacrifici abbiano creato seguito ed entusiasmo. Tra i tifosi si percepisce una grande fiducia. Credo apprezzino anche la trasparenza che siamo riusciti a dare, dando visibilità a tutto il nostro lavoro quotidiano sulla nostra pagina facebook. E presto ci sarà la pagina web ufficiale. Come andrà sui punti di penalizzazione? Credo lo sapremo martedì. Confermo il mio ottimismo e spero nel risultato pieno, sarebbe un altro bel mattoncino. Ma bisogna aspettare la decisione.

Ore 21.50 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova, al lavoro ormai da 2 settimane, è pronto per gettarsi a capofitto in questo mese di agosto che sarà bollente e non solo per le temperature torride. Il mercato è ancora in fermento (mancano ancora diverse pedine nello scacchiere di mister Prina) e alle porte ci sono i primi impegni ufficiali. Il presidente Sandro Musso ha seguito da vicino le tre uscite amichevoli dei biancorossi. Tre vittorie contro formazioni dilettantistiche che ovviamente lasciano il tempo che trovano: «È presto per avere un’idea sulla squadra – sottolinea il numero uno di Viale Te – in questi casi si tratta di gare che sono poco più di un match tra scapoli e ammogliati. Fare un bilancio adesso è prematuro, ma una cosa ci tengo a dirla: i ragazzi stanno lavorando tanto e bene». Il lavoro sul campo procede spedito e senza grossi intoppi dal punto di vista degli infortuni. Una nota lieta per mister Prina, in attesa che arrivino gli ultimi rinforzi per completare una rosa che al momento a livello numerico è scarna: «Il tecnico è estremamente motivato – continua Musso – e con quello che ha a disposizione in questo momento sta facendo anche più del previsto. L’impegno di tutti è davvero massimale, siamo sulla buona strada e nei prossimi giorni contiamo di rafforzare la rosa, magari passando anche dalle cessioni che per noi sono basilari». Tornando al calcio giocato, il Mantova ha vinto le prime tre amichevoli stagionali giocate nel caldo del Martelli. Tris ai dilettanti mantovani, poker a quelli bresciani e infine il 3-1 contro il Darfo Boario di serie D. Tra i più in forma sicuramente c’è Luca Maccabiti, attaccante tornato in Lega Pro dopo l’esperienza tra i dilettanti con il Rezzato: «Per me non è una novità – afferma il presidente – perché conosco bene le sue qualità e anche se per un anno ha giocato tra i dilettanti può dare molto anche in C. Spero che possa far bene». Sul fronte societario sembra essere tornato un pizzico di serenità in più rispetto a qualche settimana fa. Restano aperte le porte per possibili nuovi partner, ma intanto il lavoro procede. Durante questa settimana il club di Viale Te dovrebbe definire le linee guida della campagna abbonamenti. Piccoli segnali di Mantova, in attesa che il campo cominci a dare le sue prime sentenze.

Ore 21.40 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova è ancora al lavoro per definire la nuova rosa. L’attesa riguarda il futuro di Matteo Paro. Il centrocampista ex Crotone è ancora senza squadra ed è l’indiziato numero uno per vestire la maglia biancorossa in cabina di regia. Convincerlo però sembra al momento complicato: il giocatore ha sta valutando con attenzione il suo futuro e potrebbe anche decidere di smettere con il calcio giocato. C’è stato infatti un contatto tra Paro e Ivan Juric, ex tecnico del Mantova attualmente sulla panchina del Genoa. Juric vorrebbe Paro nel suo staff tecnico e il giocatore sta prendendo seriamente in considerazione l’eventualità. Contattato telefonicamente, Paro non si sbilancia e rimanda ogni decisione a oggi: «Non ci sono novità – si limita a dire – vedrò nei prossimi giorni». Se dovesse decidere di proseguire con il calcio giocato Mantova sarebbe la sua prima scelta. L’Acm ci spera anche se al momento le possibilità di rivederlo al Martelli sono in ribasso. A questo punto è caccia aperta alle alternative. Nei giorni scorsi c’è stato un sondaggio per Mirko Bruccini, centrocampista dai piedi buoni che nell’ultima stagione ha vestito la maglia della Reggiana. L’Acm però è stata battuta sul tempo dalla Lucchese che ha definito l’ingaggio del regista classe 1986. Sicuramente è previsto l’arrivo del portiere Luca Maniero. Di proprietà del Crotone, Maniero ha giocato nel Padova e nel Pordenone. Sarà lui il vice Bonato. Il suo arrivo in città è previsto per domani o al massimo per mercoledì. Resta vivo l’interesse per Cesare Ambrosini del Como. In questo caso si tratta di un difensore che ha alle spalle 23 presenze nell’ultimo torneo di serie B. Difficilmente il Como lo lascerà partire (ieri era tra i titolari in Coppa Italia), ma l’Acm ci proverà. Anche perché nel reparto difensivo i numeri dicono che almeno un altro centrale dovrà arrivare. Un altro nodo spinoso sono le cessioni. La Reggina potrebbe interessarsi a Tripoli, giocatore che ha avuto un mezzo abboccamento anche con la Lucchese. Per De Respinis ci sono un paio di richieste dalla serie D, ma l’attaccante ex Santarcangelo cercherà di trovare sistemazione in Lega Pro. Momentè e Sereni restano sulla lista delle partenze ma fino a questo momento non ci sono stati colloqui per la loro cessione definitiva.

Ore 21.10 – (Alto Adige) Contro la Virtus Entella giocherà l’Ancona, per l’Alto Adige solo applausi. In un pomeriggio afoso i biancorossi cedono il passo ai dorici, al termine di un match intenso ed emozionante, che, tra l’altro, Marcone e compagni hanno affrontato in inferiorità numerica dall’11 della ripresa per l’espulsione di Obodo. E’ finita 4 a 3 per l’Ancona ma ai biancorossi va concesso l’onore delle armi, soprattutto per l’indomita reazione messa in campo, nonostante l’uomo in meno. A inizio gara l’Alto Adige tiene il baricentro alto, impedendo ai locali di spingersi oltre la mediana. Nei primi 10’ la gara è caratterizzata da fasi di studio e dal grande caldo che, probabilmente, condiziona il ritmo di gioco che stenta a decollare. All’11’ c’è il calcio di punizione di Bambozzi che trova il varco in area per Cognini, azione stoppata dall’arbitro che rileva la posizione irregolare. Al 13’ Casiraghi parte in velocità entra in area ma non trova lo spunto decisivo. L’Ancona propone idee e al 18’ Forgas recupera un bel pallone, lo offre a Battaglia il cui cross favorisce De Silvestro: il suo tiro è deviato in angolo. Al 20’ c’è l’incursione di Malerba che detta il cross in area per Cognini, il dorico viene messo giù da Bassoli e l’arbitro decreta il calcio di rigore. Sul dischetto si presenta Cognini che spiazza Marcone. Prova a reagire l’Alto Adige e al 23’ il tiro di Tulli finisce, involontariamente, sul corpo di Gliozzi. Un minuto dopo c’è il fraseggio De Silvestro-Malerba, dalla fascia sinistra parte l’invito per Cognini che però non riesce ad arrivare in tempo per la deviazione. I padroni di casa insistono con il destro di De Silvestro (33’) e la rasoiata di Battaglia (35’), iniziative che producono solo gli appalusi dei cinquecento tifosi assiepati sui gradoni del “Conero”. Il portiere locale Lori gestisce il primo pallone al 41’ intervenendo in presa sul cross di Sarzi. Ma è nell’ultima azione prima del riposo che l’Alto Adige trova il guizzo vincente: sulla punizione battuta da Cia c’è il colpo di testa sottomisura di Bassoli che beffa Lori. L’Alto Adige si ripresenta in campo trasformato e al 4’ ribalta la situazione, grazie all’invenzione di Tulli che gestisce caparbiamente la sfera per poi offrirla a Gliozzi, il quale dal limite dell’area calcia di potenza mandando la palla a insaccarsi sotto l’incrocio dei pali. All’8’ Casiraghi palla al piede guadagna metri e, da buona posizione, indirizza centralmente per la facile parata di Marcone. All’11’ mister Brini rivede lo scacchiere inserendo l’attaccante Regis: neanche trenta secondi dopo nell’area di rigore altoatesina s’accende una mischia, l’arbitro vede il fallo di Sarzi su Battaglia e assegna ai dorici il secondo rigore del pomeriggio, mentre Obodo si becca il secondo giallo e l’espulsione. Sul dischetto si presenta De Silvestro il cui tiro è intuito da Marcone ma la respinta è finalizzata in rete dal colpo di testa in tuffo di Cognini. Al 20’ è l’Ancona a ribaltare la situazione. Sugli scudi c’è sempre Cognini che detta l’assist al bacio per l’ungherese Forgacs che appoggia in rete da distanza ravvicinata. Pur in inferiorità numerica, l’Alto Adige getta il cuore oltre l’ostacolo, sviluppando una discreta pressione e al 23’ arriva il pareggio. Tait se ne va solitario sulla fascia, il cross è per Fink che esplode un proietto che fa secco Lori. L’Ancona passa a condurre al 39’: su lungo lancio di Ricci, palla per Cognini che di sinistro incrocia sul secondo palo. Negli ultimi minuti Viali prova la carta Sparacello ma il risultato non cambia e l’Ancona accede al secondo turno di Coppa Italia.

Ore 20.40 – (Gazzetta di Modena) Dopo l’ottima presentazione che il diesse Pavarese aveva fatto di lui, al suo arrivo nel ritiro di Fanano, Adama Diakite non ha tradito le aspettative dimostrando ieri sul campo del Braglia il suo valore. Buona prestazione condita da un gol che ha regalato il raddoppio al Modena siglando così la vittoria per 2-0 sul Francavilla in Sinni. Un debutto il suo, con la maglia canarina, che non poteva avvenire in modo migliore: in campo dal primo minuto e una rete importante messa a segno. Dalle parole di elogio di Pavarese ai fatti, il passo è stato breve, e i ringraziamenti del giocatore nel post partita sono in primis proprio per il diesse canarino. “Il direttore ha creduto in me dandomi la possibilità di giocare nel Modena e non posso che ringraziarlo – ha detto Diakite – ci tenevo a fare una buona prestazione oggi e credo di esserci riuscito. Nel primo tempo ho sbagliato due occasioni importanti per il raddoppio, poi però è andata meglio e infatti è arrivato il gol nella seconda frazione di gioco. Con questo modulo a due punte e una mezza punta mi trovo bene e con il mister stiamo lavorando per migliorare sempre più”. Diakite elogia poi i compagni di squadra, affermando quanto la compattezza del gruppo, rimarcata più volte da Pavan durante il ritiro, sia qualcosa di tangibile. “Mi sono trovato bene con il resto della rosa fin dal mio arrivo a Fanano – ha assicurato l’attaccante – tutti i compagni mi hanno accolto nel migliore dei modi facendomi sentire parte integrante del gruppo. Sono stati infatti 15 giorni di ritiro importanti. Ho già esperienze tra i professionisti, conosco la Lega Pro e so quanto sia un campionato lungo e difficile, ma continuando a lavorare come stiamo facendo con il mister e i compagni, non potremo che farci trovare pronti ad affrontarlo”.

Ore 20.20 – (Gazzetta di Modena) Primo gol fra i professionisti e prima rete con la maglia del Modena. Non solo, ottima tecnica, corsa e visione di gioco. Queste le credenziali con cui si è presentato al pubblico del Braglia ieri, il “baby” Tiziano Tulissi. Non male infatti il debutto del giovane attaccante classe ’97 che, contro il Francavilla in Sinni, ha dimostrato quanto “buona la prima” non sia semplicemente un detto. “Sono felice che il mio debutto tra i professionisti sia arrivato con un gol messo a segno con la maglia del Modena, il primo di tanti mi auguro- ha affermato con una certa sicurezza Tulissi nel post match – non posso che ringraziare il mister per la fiducia che mi ha dato. Certo, non è facile passare dalla primavera a giocare “fra i grandi”, sia per la fisicità che per i ritmi di gioco, ma sono stati bravi i miei compagni a farmi sentire fin da subito parte del gruppo, così come io ad adattarmi alla squadra. La vittoria di oggi infatti, è frutto di un’ottima prestazione corale. E’ stato importante essere riusciti a sbloccare la partita subito nel primo tempo e poi, grazie ad una buona gestione della palla, a trovare il raddoppio nella ripresa”. Quanto al modulo adottato da Pavan, il giovane attaccante scuola Atalanta, afferma di trovarsi a suo agio: “Io sono più un esterno di destra, ma posso fare anche la mezzala o la punta. Quello che conta è continuare a giocare con costanza ed impegno, per migliorarsi sempre. Il modulo adottato dal mister infatti, il 4-3-1-2, è un modulo con cui mi trovo bene per ora e in cui cercherò di dare il massimo. Al di là della tattica infatti, quello che voglio è giocare il più possibile e dare tutto quello che ho per me e per la squadra. Sono contento di essere al Modena e voglio dimostrarlo ad ogni gara e per tutto il campionato”.

Ore 20.15 – Sono 205 i tifosi che hanno rinnovato la propria tessera di abbonamento nella sede del Calcio Padova nella giornata di apertura della Campagna Abbonamenti 2016/2017.

Ore 20.00 – (Gazzetta di Modena) L’unica novità rispetto alle attese della vigilia ha riguardato Francesco Stanco, nemmeno in distinta. L’attaccante pavullese, prossimo a trasferirsi alla Cremonese, ha assistito da bordo campo alla sfida con il Francavilla. Un forfait non preannunciato ma prevedibile proprio in virtù delle sirene di mercato degli ultimi giorni. Pavan ha confermato che sono stati proprio questi rumors a suggerirgli di non impiegarlo, pur elogiandone l’impegno costante in allenamento. A fine gara, però, il ds Pavarese ha voluto sottolineare che nulla è ancora scritto: «Il tecnico ha fatto una scelta che ritengo giusta, ma Stanco resta un giocatore molto importante e per questo motivo non è detto che parta: è sicuramente appetito da diverse società, ma chi vorrà diventare proprietario del suo cartellino dovrà fare al Modena una proposta congrua al suo valore». La Cremonese, dunque, non ha ancora formulato l’offerta giusta, anche se la trattativa sembra destinata ad andare in porto entro breve. Situazione quasi analoga riguarda Rubin, ieri in panchina e nel mirino di tanti club di B: «Non confermo – ha risposto Pavarese – perché il mercato è ancora lungo e tutto può accadere. Abbiamo la fortuna di poter contare su una rosa già competitiva, non c’è l’obbligo di far partire alcun giocatore e, in base alle occasioni che potranno capitare, vedremo se e come rinforzarci». Il ds ha applaudito anche gli oltre 1500 spettatori del Braglia: «Non me ne aspettavo così tanti, mi fa molto piacere e ci responsabilizza ancora di più. Spero che anche i più scettici siano stati conquistati dalla voglia di questi ragazzi e siano con noi per tutta la stagione».

Ore 19.40 – (Gazzetta di Modena) Di fronte d’era una squadra di Serie D, è vero, ma la prima partita ufficiale è sempre la prima partita ufficiale. Logico quindi che Simone Pavan alla fine si dichiari soddisfatto per la vittoria del suo Modena, anche perché non c’è modo migliore di cominciare la stagione che vincendo, tra l’altro senza correre quei rischi che solitamente sono dietro l’angolo contro avversari di categoria inferiore, come sottolinea Pavan: “In una gara del genere puoi fare delle figuracce, si sa, invece il Modena ha affrontato l’impegno con la giusta umiltà, senza sottovalutare nessuno. Ovviamente visto il periodo della stagione non potevamo giocare al massimo per 90 minuti, ma la mia squadra ha fatto le cose che avevamo studiato e preparato in allenamento”. Due gol segnati dalla due punte, praticamente il massimo per un allenatore, anche se Pavan sottolinea altri aspetti: “Ok per i gol delle due punte, ma quello che mi fa più piacere è la mentalità mostrata dai ragazzi, soprattutto il fatto che hanno sempre cercato le giocate preparate”. Motivo di soddisfazione ulteriore anche una discreta tenuta sul piano atletico, ma soprattutto la disponibilità massima mostrata dai giocatori, evidenziata dal mister: “Sapete cosa mi è piaciuta di più? La capacità della squadra di dare tutto quello che aveva, e quando vedi che i tuoi giocatori danno il cento per cento, puoi essere solo soddisfatto. Qualche errorino lo abbiamo fatto, ad esempio abbiamo lasciato due occasioni agli avversari, ma sono davvero soddisfatto. Anche per gli applausi del pubblico, che ha capito il nostro impegno”. Mentre per il mercato rimanda al Diesse e al programma stilato con la società, Pavan spiega le esclusioni di Rubin e Stanco: “Rubin è rimasto in panchina per scelta tecnica, mentre per Stanco ha giocato il fatto che è in corso una trattativa con la Cremonese. Francesco si è allenato sempre con grande impegno, ma io mando in campo solo giocatori che siano al cento per cento”. Ultima notazione per il cambio di panchina rispetto al passato: “E’ stata una scelta mia e di Pavarese. Vogliamo stare più vicini ai tifosi”.

Ore 19.10 – (Gazzetta di Reggio) Luca Ghiringhelli è stato schierato a sorpresa sulla corsia sinistra da Colucci e poi avanzato a mezzala destra quando è sceso Calvano. Come si è trovato? «Non è un problema per me giocare a sinistra e cerco di dare il massimo in ogni ruolo in cui vengo schierato». Mezzala comunque non ce lo aspettavamo… «L’avevo fatto solo una volta in serie B in Juve Stabia-Spezia, ma era trattato di una situazione di emergenza, un po’ come la nostra qui a Salò, avevamo molte assenze a centrocampo. Ho cercato di dare il meglio in base a quelle che sono le mie caratteristiche». Si aspettava una Reggiana già così pronta? «Avevamo molta fiducia nel lavoro fatto fino ad ora dal mister e sapevamo di aver preparato bene la partita. Il tecnico ci ha chiesto di scendere in campo per fare la nostra partita riconoscendoci in campo e credo che questo l’abbiamo fatto». La prossima volta dove la vedremo schierato? «Se giocherò, dove dovrò farlo lo deciderà il mister. Il mio ruolo è a destra, ma sono pronto a fare qualsiasi cosa mi verrà chiesta per il bene della squadra».

Ore 18.50 – (Gazzetta di Reggio) Leonardo Colucci è soddisfatto dopo la partita vinta a Salò. Il tecnico è rimasto soddisfatto dell’atteggiamento della squadra, che fino all’ultimo ha lottato su ogni pallone Mister, un giudizio con la partita? «Sono soddisfatto della prestazione della squadra, perché vincere aiuta a vincere e dobbiamo proseguire su questa strada perché siamo solo alla fine di luglio e il nostro obiettivo è lavorare sempre al massimo». Si temeva una Reggiana più indietro di condizione? «Lavorare forte in allenamento aiuta molto anche se non abbiamo fatto moltissime amichevoli durante il ritiro estivo. I ragazzi sanno che tutti i giorni devono lavorare fortissimo tutti i giorni e, facendolo con il pallone tra i piedi, ci permette di essere pronti anche in partita». La scelta di Ghiringhelli a sinistra? «Giron mercoledì ha accusato un dolore alla coscia e oggi non ho voluto rischiarlo da subito. Durante la partita ha stretto i denti perché il male si è riacutizzato e la scelta iniziale, come i cambi in corsa, è stata fatta per evitare rischi di infortuni in questo momento della preparazione». Marchi a tre minuti dalla fine dei supplementari è andato a pressare Caglioni? «Questo è l’atteggiamento che chiedo ai miei ragazzi. Devono lavorare tutti al massimo fino all’ultimo minuto di tutte le partite e, se lo fa Marchi, lo fa Nolè, lo fa Guidone, i più giovani lo vedono come un esempio da seguire. Una frase che mi ha sempre accompagnato è che la parola guida e l’esempio trascina». Possiamo sognare? «I sogni è giusto averli, ma noi sappiamo che dobbiamo rimanere con i piedi per terra è lavorare duramente tutti i giorni. I sogni più sono grandi più sono belli però devono essere alimentati settimana dopo settimana». Marco Guidone. L’attaccante granata, entrato a pochi minuti dal termine dei tempi regolamentari ha siglato il gol decisivo deviando in porta una punizione calciata da Mogos. «Non so di preciso con che parte del corpo ho colpito il pallone, però sono andato su quella traiettoria perché sapevo che avrebbe calciato forte sul palo del portiere».

Ore 18.30 – (Gazzetta di Reggio) Una Reggiana ancora imballata dal pesante lavoro di preparazione supera il turno di Coppa Italia allo stadio Turina con una prova convincente. Contro il Feralpisalò gli uomini di mister Leonardo Colucci mostrano qualità fisiche e tecniche che fanno ben sperare per il campionato. Tutti i reparti fanno la loro parte ma quello che colpisce, soprattutto se si pensa alla scorsa stagione, sono le tante soluzioni a disposizione in attacco. Da incorniciare l’azione che al 32’ ha portato la Reggiana in vantaggio su calcio di rigore. Marchi con uno spettacolare colpo di tacco libera Angiulli che si incunea in area di gran carriera e viene atterrato. Dal dischetto ci pensa lo stesso numero 9 a realizzare con potenza e precisione il suo primo gol stagionale. Tra i nuovi arrivati brilla Ghiringhelli, schierato in difesa e poi a centrocampo, e il guerriero Guidone, oltre a Marchi. Tra i reduci molto bene Nolè, il migliore in campo, che inizia con un gol la sua nuova avventura in maglia granata. Allo stadio Turina, confortatati da una piacevole brezza e dalla vista sul lago di Garda, sono arrivati circa 200 tifosi reggiani, dimostrando quell’entusiasmo che avevano già sfoderato al ritir di Villa Minozzo. I padroni di casa, più avanti con la preparazione e reduci da amichevoli importanti, partono forte, facendo la partita e sfiorando anche il gol dopo pochi minuti con un tiro di Luche deviato da un compagno di squadra. C’è tempo per vedere qualche bello spunto di Marchi e di Manconi e al 32’ arriva il calcio di rigore che porta i granata avanti. Il vantaggio non dura molto. Al 38’ Ghiringhelli, schierato a sinistra per l’indisponibilità di Pedrelli, fa fallo su Luche e per l’abitro è rigore: il capitano del Feralpisalò Bracaletti dal dischetto sceglie di fare lo “scavetto” e pareggia. Nella ripresa la Reggiana cresce sul piano del gioco ma i padroni di casa hanno l’occasione per andare in vantaggio al 28’, con un bel tiro di Maracchi che si stampa sul palo. Passa poco e al 32’ Manconi è protagonista di una bella percussione sulla sinistra, ne salta due e la passa a Nolè che si allarga, entra in area e trova l’angolino. Al 43’ Perilli rinvia male e serve Romero che lo punisce. Inevitabili così i supplementari. Al 111’ Guidone viene atterrato mentre punta la porta. Batte Mogos dal limite sinistro e lo stesso attaccante devia da due passi per il 3-2. Perilli allo scadere del primo tempo supplementare si riscatta con una miracolosa parata su tiro ravvicinato. Nel secondo supplementare non succede più nulla e la Reggiana può festeggiare e pensare alla prossima sfida di domenica contro il Pro Vercelli.

Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) È arrivata finalmente l’ora di abbracciare Giulio Parodi, il talentino scuola Juventus scelto da Bruno Tedino per il reparto arretrato. Dopo tanta attesa, infatti, domani il giovane classe 1997 sbarcherà a Pordenone, mettendo piede per la prima volta al centro sportivo Bruno De Marchi. Sarà lui l’ultimo acquisto di spicco del mercato estivo neroverde. Parodi a Pordenone troverà l’ex compagno di squadra Gerbaudo, altro juventino che ha scelto il tecnico Bruno Tedino per esplodere definitivamente nel calcio professionistico. L’attesa per l’ingaggio di Parodi, che arriverà in prestito, era dovuta all’impegno del giovane nella tournée autraliana sostenuta fino a pochi giorni fa dalla Juventus campione d’Italia. Per lui anche tre presenze tra i “grandi”: la prima contro il Melbourne, la seconda contro gli inglesi del Tottenham e la terza venerdì contro il South China. Considerato uno dei difensori più promettenti del panorama italiano, Parodi arriverà dopo essere cresciuto nel Bari (quindi nella sua città natale) ed essere successivamente maturato nel settore giovanile della Juventus. Preso Parodi, il Pordenone avrà bisogno solamente di un terzo portiere, che sarà individuato nei prossimi giorni. Infine lo staff di mercato dovrà occuparsi delle cessioni di Finocchio e Valente, entrambi ancora al palo.

Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ramarro bifronte. Primo tempo fantastico durante il quale i neroverdi segnano quattro gol (doppiette di Berrettoni e Arma) e centrano un palo. Ripresa invece sottotono, complice forse la convinzione di aver già messo in cassaforte il risultato, durante la quale subiscono un parziale di 1-2. Insieme fanno 5-2, risultato più che sufficiente per passare il turno e andare a far visita domenica alla Ternana. Sin troppo facile il primo tempo per i neroverdi che divertono e si divertono. Il 4-3-1-2 di base di Tedino permette ai giocatori di scambiarsi spesso di ruolo diventando difficilmente marcabili dai pur volonterosi toscani. Burrai dà ordine al centrocampo, Cattaneo inventa, Berrettoni, Arma e Pietribiasi dialogano con semplicità e fantasia. Parte di gran carriera il Pordenone e si vede subito la differenza di tasso tecnico e di condizione (il Grosseto arriva dal ritiro di Grotte di Frasassi). Berrettoni è già al top ed è lui ad aprire la serie al 12′ con una conclusione di destro a mezza altezza dal limite. La palla va a insaccarsi a un palmo dal legno alla destra di Cancelli. Lo stesso che lo scatenato ex Bassano centra 5′ dopo. Il raddoppio arriva già al 19′. Cattaneo si invola sulla fascia sinistra da dove lascia partire un cross al bacio per Arma che svetta e di testa supera Cancelli. Fantastico alla mezzora Pietribiasi. Semina un paio di avversari e tocca leggero per Berrettoni che evita Cancelli e firma il 3-0. Il Grosseto si fa vedere al 37′ con un diagonale di Falconieri che si perde sul fondo. Il poker arriva al 43′, quando Berrettoni lancia in corridoio Piteribiasi che viene steso in area. È rigore che Arma trasforma. Il vantaggio rassicurante e il riposo fanno calare la tensione dei neroverdi. Ne approfitta Falconieri per andare in gol due volte in avvio di ripresa. La prima (51′) al termine di un’azione personale, la seconda (55′) su calcio di rigore assegnato dal signor Zanonato per un fallo di Zavan (appena entrato) su Draghetti. Tedino chiama fuori Cattaneo (ovazione per lui dell’intero Bottecchia) e inserisce Suciu. Il rumeno ha subito sui piedi una palla gol, ma la spreca. Così come fa subito dopo Arma. Il Grosseto prende coraggio e Falconieri mette in difficoltà la retroguardia neroverde. Non mancano esperienza e furbizia al centravanti toscano che al 41′ si affloscia ancora in area appena Zavan gli mette una mano sulla spalla. Il signor Zanonato non ci casca e lo ammonisce per simulazione. Accorda invece al 91′ un nuovo penalty ai padroni di casa per un atterramento in area di Semenzato. Questa volta va sul dischetto capitan Stefani che fissa il risultato sul 5-2. Al termine l’applauso che saluta Tedino e i suoi ragazzi è comunque caloroso e testimonia l’amore consolidato del popolo neroverde per il Pordenone. Soddisfatti alla fine sia Mauro Lovisa che Bruno Tedino. Il primo si è soffermato sull’affluenza del pubblico. «Mille persone il 31 luglio – ha detto – sono un successo. Credo che la squadra abbia ripagato con il gioco del primo tempo tanto amore. Nel primo tempo pensavamo fosse tutto facile. Nella ripresa ci siamo resi conto del valore dell’avversario. In ogni caso ho visto in campo fisicità e tecnica. Ci divertiremo anche quest’anno». Tedino ha ammesso che non tutto è andato bene. «È bello comunque correggere gli errori dopo aver vinto. In avvio di ripresa abbiamo subito un brutto gol e ne abbiamo risentito per una decina di minuti».

Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Bruno Tedino è complessivamente soddisfatto della prestazione dei suoi: «Abbiamo disputato un primo tempo giocando una fase di possesso di grande intensità – attacca il mister –. Credo si siano viste delle giocate di grande qualità, divertenti anche per il pubblico. Anche la ripresa era cominciato con un buon piglio. Poi abbiamo preso un gol davvero brutto. Da quel momento abbiamo perso le distanze. Come predico sempre, ragionando da singoli e non da squadra non si combina nulla, ma a fine luglio è anche comprensibile che questo possa accadere». Insomma, il Pordenone in fase di possesso palla incanta il Bottecchia, ma in fase di non possesso ha evidenziato, a tratti, alcune lacune: «È una mia scelta – ammette il trainer neroverde –. In questa prima fase di lavoro ho prediletto la fase di possesso. Sicuramente l’altra va migliorata e lavoreremo sodo per farlo». Archiviata la pratica Grosseto, c’è la suggestiva trasferta contro la Ternana: «Sarà una settimana ricca d’entusiasmo per una partita di grande prestigio che giocheremo in uno stadio storico contro una squadra di serie B. Emozioni importanti da condividere con questo gruppo e con questo pubblico anche oggi, nonostante la serata di fine luglio, è accorso numeroso». Un’ultima battuta sull’auspicio del pubblico neroverde che spera nella stessa straordinaria “chimica”, tra le chiavi dei successi della scorsa stagione: «Quest’anno il gruppo è più completo di quello dello scorso e ha tutte le coordinate per ripetere una stagione con la stessa volontà e simpatia. Ma non parliamo di secondo posto o altro – conclude sornione Tedino –: queste sono cose che non si devono dire…».

Ore 17.20 – (Messaggero Veneto) Gli scettici diranno: sì ok, ma quelle due dormite a inizio ripresa fanno pensare. Invece è assolutamente buona la prima per il Pordenone. La prima nel senso di gara ufficiale della stagione, la quarta se si considera quella di ieri alla stregua delle amichevoli sin qui disputate. Sì, perché il Grosseto non è paragonabile a una vera squadra d Lega Pro, essendo stato costruito (per la serie D) praticamente la scorsa settimana. Ciò non toglie, tuttavia, che i neroverdi sembrino da subito tanta roba. E i già numerosi supporter dei ramarri – galvanizzati anche dall’eliminazione a sorpresa del Padova, battuto ai rigori dal modesto Seregno, errore decisivo dal dischetto del fresco ex Mandorlini – già non vedono l’ora che arrivi domenica prossima, quando la squadra di Tedino affronterà un avversario decisamente più corposo, in trasferta: la mitica Ternana. Il rotondo successo che bagna l’esordio in Tim cup è griffato nel primo tempo dal duo Berrettoni-Arma, ma confezionato da un gioco arioso e a tratti spettacolare. Dopo lo scroscio di applausi per mister Tedino all’ingresso in campo, la partita è immediatamente a senso unico. Cattaneo svaria sulla sinistra che è un piacere, sempre ben smarcato da Pietribiasi e Arma pericolosissimo in mezzo. All’8′ il Pordenone passa con il suo uomo più in forma, Berrettoni, che riceve palla a centrocampo, cerca e trova Pietribiasi per vie centrali, pallone di ritorno per l’ex Ascoli che arriva ai 20’ metri e con un preciso destro trafigge Cancelli sul primo palo. Buratto e Burrai bastano a centrocampo e Cattaneo fa praticamente l’ala sinistra più che la mezzala. Al 14’ sinistro improvviso di Berrettoni, palo interno e palla che danza su tutta la linea di porta, ma non entra. Il raddoppio è solo rimandato: 2’ più tardi Cattaneo fugge sulla sinistra e crossa teso per la testa di Arma, al quale non par vero di librarsi in cielo e incornare di forza: la sua specialità, tifosi in visibilio. Il Grosseto non può nulla, è imbarazzante la differenza nel possesso palle e giocoforza al 26’ arriva anche il terzo centro. Stavolta è di Semenzato l’iniziativa vincente, con una serpentina in mezzo al campo che conclude mettendo davanti alla porta avversaria Berrettoni, puntuale nell’inserimento e nella conclusione a rete. Prima dell’intervallo Pietribiasi s’incunea in area e viene steso da Vecchi. È rigore, e Arma dal dischetto spiazza Cancelli per il poker. La ripresa si apre con una dormita della difesa neroverde, che al 5’ consente a Falconieri, forse l’uomo più attivo tra i maremmani, di destreggiarsi bene in area, eludere sia Ingegneri sia Stefani e quindi trafiggere Tomei da distanza ravvicinata. Al 9’ si prendono la scena i due appena entrati, il neroverde Zavan e il toscano Lombardi, con il primo che atterra il secondo in piena area e Falconieri che trasforma il penalty. Sfuriata di Tedino e il Pordenone si ricompatta: entra Suciu al 21’ e chiama immediatamente Cancelli a difficile parata. Quindi un altro neoentrato, il brasiliano Azzi, nel recupero si guadagna il rigore con il quale capitan Stefani sigilla il match.

Ore 16.50 – (Giornale di Vicenza) Non finiscono mai le grane tra i pali per Bassano: dopo l’intervento chirurgico al tendine rotuleo che ha tolto di mezzo, almeno sino ad ottobre, il titolare Rossi, ora si è fermato anche Ilario Guadagnin, il secondo guardiano proveniente dalla Berretti. Una ginocchiata alla coscia l’ha messo ko: il ragazzo ora si sottoporrà ad accertamenti clinici e ad esami strumentali, ma di sicuro non sarà riattivabile nel breve periodo. Per adesso in panchina va l’ottimo estremo degli Allievi, Piras, ma ha appena 17 anni e, se Guadagnin non recupera per l’inizio del campionato, facile che Seeber debba andare sul mercato per ingaggiare un under sufficientemente affidabile che possa fare il secondo sino ad autunno inoltrato. Una botta di jella per la Virtus, che già a luglio ha perso Stevanin (dovrebbe essere operato questa settimana al legamento crociato per accorciare i tempi di rientro), Gianmaria Rossi e ora anche Guadagnin. Il prossimo ritiro, dopo Asiago, una capatina a Lourdes non è detto che non sia messa in scaletta, di questo passo. Infine, il terreno del Mercante ieri sera (anche sotto gli occhi di Josè Altafini, ospite di amici in tribuna) è apparso stranamente allentato con le zolle che si sollevavano con troppa frequenza. Il manutentore Claudio, di solito impeccabile, avrà il suo lavoro nei prossimi giorni.

Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) Undici metri di felicità. Bassano risolve ai rigori una gara che l’ha visto tremare all’intervallo, arrembare nel lato B, meritare di vincere all’extratime (jellatissima traversa di Fabbro) e passare dal dischetto con una sequenza da implacabili sicari. Per oltre un quarto d’ora non accade nulla, poi al 17′ l’Andria suona la sveglia: parabola su punizione di Volpicelli, correzione ravvicinata di Tartaglia e Bastianoni d’istinto sventa con i pugni. Poi al 25′ Piccinni lascia partire da distanza siderale quello che nelle intenzioni vorrebbe essere un innocuo cross, invece il pallone ha una traiettoria strana che inganna Bastianoni. La partita si incattivisce, quelli dell’Andria picchiano, saltano i nervi e i cartellini fioccano. Quando si riattacca però Bassano tiene a bada la tensione e pesta duro, come avrebbe dovuto fare da subito. I giallorossi vanno a comandare nell’area rivale, piantano le tende sulla trequarti e lì fissano il loro quartier generale. D’Angelo spedisce dentro Laurenti e il suo turbo per alzare i giri del motore: Rantier viene murato, Formiconi calcia alto da buonissima posizione, ancora Rantier stoppato da Allegrini, quindi D’Angelo spedisce nel mucchio pure la fantasia e i piedi vellutati di Robertino Candido. Diventa un assedio, premiato dal gollissimo del gigante buono Maistrello: corre il 24′ e corre anche Crialese che pennella di giustezza là in mezzo dove il torreggiante Tommy prende l’ascensore per le nuvole e inzucca perentorio dove Cilli non può arrivare. L’esultanza è da libro Cuore: tutta la squadra si riunisce sotto la tribuna sventolando la maglia del lungodegente Stevanin in segno di auspicio. Al 36′ Candido si mette in proprio e cesella una palombella al veleno su cui Cilli s’inventa una paratona che scongiura il sorpasso. D’Angelo sulle ultime curve cala anche la carta del velocista Fabbro ma la faccenda non muta e si va ai supplementari. Il ritmo cala, e dopo 6 minuti Fabbro schizza verso la porta fermato da un dubbio offside. Il furlano ha l’argento vivo addosso poiché in avvio di secondo overtime, innescato da Formiconi batte di prima intenzione e becca in pieno la traversa a portiere battuto. È l’ultima emozione su cui Bassano sacramenta prima dei rigori. Qui i boys Diesel indovinano il perfect game, 5 su 5 realizzati, mentre alla terza esecuzione l’Andria si inceppa: Cianci si fa stregare da Bastianoni che si riabilita dalla sbavatura dello 0-1 e vola a stornare desto e lesto. Il cuoio risolutivo lo calcia Candido, che esplode una sassata sotto la traversa e stacca il biglietto qualificazione verso Avellino domenica prossima.

Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Pippo Inzaghi resta in silenzio. Il suo Venezia non ha brillato contro la Sambenedettese, al termine di una gara di certo poco spettacolare contraddistinta più che altro da tanti passaggi sbagliati. Al suo posto, per commentare lo 0-0 arriva Nicola Ferrari. L’attaccante non si tira certo indietro. «Non era facile giocare contro un avversario così chiuso e forse più avanti di noi nella preparazione – inizia la sua analisi – Ho visto cose importanti. Abbiamo collezionato tante buone occasioni specie nel secondo tempo, e siamo riusciti a reggere benissimo il campo, peccato solo non aver vinto». Ferrari fa una disamina della prova sua. «Per quanto mi riguarda sono contento della mia prestazione, ho cercato di fare quello che mi ha detto il mister – continua l’esperto attaccante – Certo venivo da un periodo in cui non stavo bene e sto acquisendo, pian piano, la forma migliore. Ma devo dire che mi sono mosso bene. Chiaramente posso fare di più, perché mi rendo conto che sono il terminale offensivo di questo Venezia e, perciò, devo migliorarmi». Da lui ci si aspettano i gol, è il suo mestiere, in questa circostanza contro la Sambenedettese non ci è riuscito, ma queste gare servono anche come test in vista del campionato. «Abbiamo fatto vedere buone cose, con buone qualità nel gioco e nel palleggio. Nel primo tempo forse eravamo un po’ bloccati, non riuscivamo a verticalizzare il gioco, merito loro che si sono chiusi e ci hanno messo in qualche momento anche in difficoltà. Sono consapevole – rimarca l’attaccante – che serve ancora lavorare tanto, ma siamo sulla buona strada. Ho provato a sbloccarmi perché per un attaccante è sempre importante segnare, ma non ci sono riuscito. Spero di farmi trovare pronto per l’inizio della stagione. Questo è sicuro». Ferrari non vuole sentir parlare già di un Venezia in difficoltà, anche se i primi test non sono stati del tutto positivi. «Stiamo facendo prove ed esperimenti, in queste amichevoli serve valutare tante cose: siamo soltanto all’inizio, il mister ha fatto ruotare tutti, queste sono partite che devono essere giudicate più dagli allenatori che da altri, perché l’importante è che non ci siano stati infortuni, poi se non abbiamo vinto dispiace, me nessun dramma».

Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia si ferma contro la Sambenedettese di Palladini, ben messa in campo. I lagunari, a questo giro, hanno denotato ancora un’ottima predisposizione difensiva ma hanno punto di meno rispetto alla gara con i biancorossi jesini. Poche le occasioni in attacco anche se è vero che un palo di Tortori grida vendetta a 5′ dalla fine. Pippo Inzaghi non snatura il 4-3-3 con Fabiano e Ferrari, (apparsi ancora in forma non proprio perfetta), e Marsura di punta. Molto più abbottonata la Sambenedettese che opta per il 3-5-2 con Sabatino (in campo per 45′ minuti) e Mancosu in avanti. Si comincia con una discesa di Marsura che salta tre avversari e passa a Ferrari, Frison c’è e sventa il pericolo, poi si ripete due minuti dopo su tiro sempre di Ferrari, anche questa volta l’estremo difensore ci mette il corpo e sventa il pericolo. La Samb verticalizza per gli attaccanti, Pippo Inzaghi chiede ai suoi di alzare il baricentro, al 20′ Sabatino scende e crossa, Mancuso non arriva alla deviazione. Il tempo passa, i lagunari si riorganizzano, Fabiano scende a destra e mette in mezzo, blocca bene Frison. Poco dopo la mezz’ora Berardocco allarga per Sabatino, palla per N’Tow, azione che continua, però Mancuso si fa imbrigliare dalla difesa veneta. Al 36′ break di Fabris in contropiede, Di Pasquale copre in difesa molto bene. Tocca a Frison bloccare poi un cross di Radi che poteva diventare pericoloso. Il primo tempo finisce con il Venezia che prova a fare la partita e gli ospiti che mettono sul piatto le occasioni più importanti. La squadra di Inzaghi, nonostante un grande possesso palla, è però riuscita ad andare al tiro poche volte, trovando il gruppo di Palladini pronto a coprire sempre davanti al proprio portiere. Un primo tempo sostanzialmente equilibrato, dove nessuna delle due squadre ha spinto il piede sull’acceleratore. Si ricomincia e l’equilibrio continua, il Venezia sembra cominciare ad accusare la stanchezza invece poi reagirà con grinta mettendo in mostra ottime cose, specie in fase offensiva. La Samb qualcosa di buono riesce a farla vedere. Dopo qualche scintilla tra Marsura e Lulli, l’atmosfera si scalda quando Inzaghi entra in campo, i tifosi rossoblù non la prendono bene e cominciano i cori contro Superpippo. Al 16′ Marsura per Ferrari che salta Pegorin e tira, Di Filippo devia in angolo. Qualche protesta per un presunto tocco di mano del difensore ma l’arbitro è irremovibile. La Samb attacca, Domizzi spazza l’area da mestierante qual è. La partita cala d’intensità, le due squadre abbassano il ritmo, il Venezia cerca però di mettere in campo le ultime gocce di benzina rimaste a disposizione e inizia a premere, va in forcing ma non produce molto. La Samb si copre, Colantoni chiude Tortori che qualche minuto dopo, al 40′, va via tra le linee, rientra sul destro e tira, ma Pegorin è provvidenziale a deviare il tiro, palla sul palo esterno e quindi in angolo. A 3′ dalla fine azione Marsura-Pellicanò, respinge il portiere marchigiano blindando lo 0-0. Finisce così senza reti, una gara bloccata caratterizzata da poche occasioni su entrambi i fronti, che ha visto prevalere le rispettive difese. Qualcosa di buono il Venezia l’ha fatto, anche se per Pippo Inzaghi c’è da lavorare ancora molto. Siamo soltanto all’inizio della stagione, l’impressione è che la squadra abbia un’ottima tenuta difensiva ma faccia una grande fatica a costruire occasioni, soprattutto nella prima frazione, e che ovviamente non sia ancora al top per l’inizio del nuovo anno sportivo. La Sambenedettese ha fatto la sua onesta partita giocando accorta e ha rischiato molto poco, meritandosi il pareggio. Nel Venezia note di merito per Garofalo e Bentivoglio, mentre a centrocampo la squadra lagunare ha sofferto un po’ troppo: Pederzoli e soprattutto Fabris hanno fatto fatica a servire le punte. In avanti Marsura è stato protagonista di un grande lavoro oscuro, mentre sui piedi di Tortori è capitata la più importanti delle occasioni ma il bomber si è visto ribattere il destro dal portiere che si è salvato con l’aiuto del palo esterno. L’impressione è che questo Venezia sia ancora lontano rispetto a come lo vorrebbe Inzaghi, soprattutto in fase offensiva.

Ore 15.40 – (La Nuova Venezia) Un buon Venezia cui è mancato solo il gol. Questo il commento generale dopo il pari con la Sambenedettese. Pippo Inzaghi non ha parlato con la stampa rispettando così le direttive societarie e la sua volontà di incontrare i giornalisti solo al termine delle gare di campionato. Un incontro osservato attentamente dal direttore sportivo Giorgio Perinetti. Parlano i giocatori. «Anche in questa partita» osserva Agostino Garofalo «abbiamo cercato di assimilare gli schemi proprosti dall’allenatore cercando di imporre il nostro gioco contro una Samb che ci ha chiuso ogni varco. Abbiamo provato ad aggirare la retroguardia marchigiana con la circolazione del pallone ed il fraseggio ma dovevamo essere più concreti in zona rete. Comunque si tratta di un buon test in attesa della Coppa Italia. Avevamo di fronte una squadra che, forse, ritroveremo anche in campionato. Una formazione rognosa che si è messa a cinque dietro chiudendo ogni varco. Ciò che conta» continua il difensore «è che tutto il lavoro che stiamo facendo dia poi i giusti frutti nel corso della stagione. Il presidente Tacopina ha allestito una squadra importante e non possiamo nasconderci e sulla lunga distanza dobbiamo dimostrare di avere tutte le potenzialità per raggiungere il nostro obiettivo». «È stata una partita vera» è il parere di Fabio Bentivoglio «perché ci siamo misurati contro una squadra della nostra categoria. Il nostro obiettivo è quello di continuare a migliorare. Oggi siamo stati più squadra rispetto alle precedenti uscite e forse siamo mancati un po’ solo in concretezza. Abbiamo creato diverse occasioni per vincere la partita ma non siamo riusciti a finalizzarle a dovere. Siamo una squadra che non spreca palloni ed è portata a costruire gioco. Anche contro la Sambenedettese l’abbiamo dimostrato. Il girone? Aspettiamo il 4 agosto ma sappiamo bene che in qualsiasi raggruppamento andremo, ci attenderanno partite estremamente difficili. Ci troveremo di fronte squadre importanti e la strada sarà lunga e difficile, di sicuro non ci siamo solo noi nella lista delle candidate al ruolo di protagoniste e magari alla promozione. Ma il Venezia darà sempre il massimo per raggiungere l’obiettivo che la società si è prefissata».

Ore 15.30 – (La Nuova Venezia) Un test importante per saggiare condizione atletica e migliorare sotto l’aspetto tecnico. Interpretato nel modo giusto dal Venezia il match di Cascia con la Samb, possibile futura antagonista in Lega Pro. Infatti i gironi che verranno stilati giovedì prossimo potrebbero riproporre la sfida tra arancioneroverdi e rossoblu marchigiani (ieri in tenuta biancoverde)qualora passasse la linea del “taglio” adriatico. La settimana in più di lavoro della truppa di Pippo Inzaghi si è notata in campo. Lo 0-0 finale scontenta il Venezia che per quasi tutta la durata dell’ incontro ha tenuto in mano il pallino del gioco. La squadra sta assimilando i dettami tecnici di Inzaghi. Gli arancioneroverdi non sprecano mai un pallone, giocano a due, tre tocchi cercando sempre gli avanti per la conclusione finale. Inzaghi presenta il classico 4-3-3 con Malomo, Cernuto, Domizzi e Garofalo a presidiare la porta difesa da Facchin. Un reparto arretrato che non ha concesso nulla agli avanti marchigiani e non è un caso se finora, nelle quattro partite amichevoli giocate, il Venezia non ha mai preso gol. Ottimo il lavoro a centrocampo di Pederzoli, supportato dal dinamismo di Fabris e Bentivoglio. In avanti Ferrari è il punto di riferimento supportato da Fabiano e Marsura, con Virdis acciaccato che è rimasto in panchina per tutti i novanta minuti. La Samb ha chiuso bene ogni varco limitando così il raggio di azione dei veneziani. Gran possesso palla quello di Domizzi e compagni con un paio di conclusioni che hanno fatto venire i brividi ai numerosi tifosi marchigiani presenti al centro sportivo Elite di proprietà del presidente rossoblù Franco Fedeli. All’ 11’ è infatti Frison a salvare la Samb con un prodigioso intervento su conclusione dalla brevissima distanza di Fabiano. L’estremo difensore della Sambenedettese, poi, al 25’ blocca un colpo di testa centrale di Ferrari su cross di Garofalo. Sempre il Venezia a fare la partita, ma senza trovare spazi. Il centrocampo costruito da Inzaghi si dimostra abile a far girare il pallone per cercare di trovare il pertugio giusto ma la linea difensiva rossoblù è altrettanto organizzata e regge bene l’urto. Nella ripresa il tecnico rivierasco Palladini fa girare tutti gli uomini a sua disposizione, mentre Inzaghi almeno fino al 20’ mantiene l’undici di partenza, con la chiara intenzione di aumentare sulle gambe il minutaggio verso lo standard campionato. Il Venezia insiste, attacca e sfiora di nuovo il vantaggio al quarto d’ora con Ferrari che supera in uscita Pegorin ma la sua conclusione viene respinta sulla linea in extremis da Sales proprio quando il gol sembrava cosa fatta. Al 36’ è Marsura che con una conclusione da fuori area sfiora l’incrocio dei pali alla sinistra del portiere. Tre minuti dopo tocca a Tortori scheggiare il montante con una conclusione deviata da Sales. La gara praticamente si conclude al 43’ con Pegorin che blocca in due tempi un destro di Pellicanò, e la gente applaude anche se non ha visto gol. Così il Venezia ritorna a Norcia dove starà ancora una settimana, con la rete inviolata. Prossimo impegno mercoledì contro il Porto d’Ascoli, prima di chiudere questa fase di preparazione con il test contro la Fermana.

Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) La maschera che porta, un caschetto alla Cech, non è uno strano omaggio a Luigi Pirandello. Perchè il portiere del Vicenza, Francesco Benussi, è uno vero, tosto e quando prende una botta si rialza subito. Contro il Cittadella ha giocato, appunto, con una protezione in seguito all’infortunio di Pergine che gli è costato, oltre all’uscita dal campo, un giro in ospedale.Benussi, come sta?Ho un occhio nero, ho preso una bella botta e anche un po’ di paura, ma sta passando.Cos’era successo esattamente?Beduschi mi è arrivato addosso col ginocchio. Un portiere è abituato a queste cose, però solitamente prende botte laterali, io contro il Carpi l’ho presa proprio nella fronte. Gli esami sostenuti in ospedale, comunque, mi hanno fatto stare tranquillo.Il Vicenza non è riuscito a fare suo il memorial Santagiuliana, ma ha dimostrato di esserci nonostante le difficoltà. È d’accordo?Sì, considerando il momento, difficile, credo si possa parlare di una prova positiva. Avevamo fuori 7-8 potenziali titolari e affrontavamo una formazione al completo, reduce da un grande campionato, che si è presentata al Menti con lo stesso telaio della passata stagione.Gli errori di Beduschi e Pinato hanno permesso al Cittadella di vincere. Avrebbe potuto fare di più sul tiro di Litteri?Lui l’ha tirato talmente male, che la palla mi è rimasta sotto. Mi spiace.Per i rigori ha tolto la maschera, come mai?Non c’era il pericolo di scontrarsi e subìre colpi.Assomigliava molto a Cech.Non ero molto carino, ma per me essere avvicinato a Cech è un gran complimento!Parliamo di mercato. Il Bari si è interessato a lei…Per me il Vicenza è la migliore soluzione possibile, la migliore che potessi desiderare. So che godo della stima della dirigenza, questo è importante per me. Tra l’altro col Cittadella, dopo l’uscita di D’Elia per infortunio, ha indossato la fascia di capitano…La dice lunga sul momento del Vicenza, è stato un ritiro difficile per tanti motivi. Quando cambi spesso capitano in ogni amichevole, causa infortuni e mercato, vuol dire che non si è potuto lavorare bene ultimamente.Il Vicenza ha tanti giovani e a lei si chiede di fare un po’ da chioccia. Come si trova in questo ruolo?Vorrei fare i complimenti a questi ragazzi. Anche sabato sera c’erano in campo tanti giovani, alcuni di loro sono addirittura alle prime esperienze tra i professionisti. Sono stati encomiabili per l’impegno.Con l’addio di Brighenti, l’infortunio di Adejo e altri acciaccati, la difesa è a pezzi. Com’è trovarsi alle spalle di una retroguardia che cambia di continuo?Per un portiere diventa problematico, ma queste amichevoli sono occasioni per dare e imparare tutti qualcosa in più.

Ore 14.30 – (Gazzettino) Dopo la prima settimana di lavoro (in cui ha alternato sedute singole e doppie), la Vigontina San Paolo verifica il suo stato di salute. Due le amichevoli fissate, nello spazio di soli cinque giorni: domani (ore 19) allo stadio comunale di Busa, la prima uscita stagionale con il Calvi Noale pari categoria, sabato con la Godigese di Promozione. Dopo la “vernice” ufficiale di giovedì sera, in due momenti distinti ma fissati entrambi al Ristorante «Al Vigò» di Vigonza (prima la presentazione ufficiale con il saluto delle autorità locali e federali; a seguire, la cena conviviale con i simpatizzanti), è tangibile l’entusiasmo di tutto l’ambiente. Il sodalizio nato quest’estate dalla fusione di due anime storiche del calcio locale, infatti, si presenta particolarmente ambizioso. «Come hanno ricordato sia il presidente Bozzato che l’allenatore Vincenzo Italiano la sera della presentazione – spiega il direttore sportivo Alessandro Bragagnolo – in questa prima stagione l’obiettivo resta quello di consolidarci nella categoria. La squadra è ancora un “cantiere aperto”, quasi completamente rinnovata e con tanti giocatori in prova. I ragazzi stanno lavorando tanto e bene, caricati a dovere dall’entusiasmo contagioso dell’allenatore». Anche il mercato (nel mirino un attaccante) sembra poter attendere. «Valuteremo bene, tutti insieme, come procedere appunto dopo aver verificato nelle due amichevoli il valore della squadra».

Ore 14.20 – (Gazzettino) Prima della giornata libera (da oggi gli allenamenti riprendono sul campo del “Ceron” con doppie sedute giornaliere), in casa neroverde è andata scena sabato la partitella in famiglia. «Io e Ballarin (storico capitano dell’Abano, ora allenatore degli Juniores, ndr) – spiega l’allenatore Luca Tiozzo – ci siamo seduti in tribuna a guardare la partita da spettatori interessati. Le due squadre erano state composte con il giusto mix di giovani. Dopo un gran lavoro e la fatica accumulata nelle undici sedute di allenamento, era impensabile vedere gioco di squadra; tra l’altro, per motivi diversi tra piccoli acciacchi e lavorativi, mancavano Nobile, Baldrocco, Pagan e Meneghello, quatto potenziali “pezzi da novanta”. La partita si è conclusa 2-1 con due eurogol, uno di Rampin alla Del Piero e uno di Serena quasi da metà campo, più il terzo di Spada che ha finalizzato con un colpo di testa, il suo pezzo forte, una bella azione sulla destra». L’attaccante Patricio Spada, classe ’93 l’anno scorso al Deportivo Espanol, è in prova insieme a un paio di altri argentini più giovani. «Sicuramente si è dimostrato quello più pronto, ma un po’ per tutti ci sono oggettive difficoltà oltre alla lingua: vengono da un calcio molto diverso, e questo richiede un processo di adattamento abbastanza lungo. Nell’arco di una settimana, dieci giorni al massimo, insieme al direttore sportivo Maniero e al presidente valuteremo il da farsi». Più in generale, com’è la valutazione della prima settimana? «Abbiamo lavorato con i singoli reparti e nel globale, tralasciando gli aspetti tecnici e del gioco. Questi contiamo di recuperarli già in settimana, verificandoli pure in due amichevoli: mercoledì a Selvazzano con la Berretti del Venezia e venerdì a Loreo con la locale squadra di Eccellenza. I ragazzi hanno faticato molto, accusando anche qualche risentimento dovuto al fondo sintetico, sul quale mi trovo a lavorare anch’io per la prima volta in dodici anni che alleno: questo valorizza la tecnica, ma specie in questa prima fase penalizza un po’ dal punto di vista fisico. I ragazzi, comunque, hanno lavorato davvero forte e sono da subito emersi alcuni valori tecnici: da questo punto di vista, sono sereno e tranquillo, perché il gruppo dei ’91 e ’92 con i loro valori morali, insieme a pregi e difetti, sono degli autentici leader in grado di guidare lo spogliatoio».

Ore 14.10 – (Gazzettino) «Abbiamo fatto un altro passo avanti. Mi interessava vedere il comportamento della squadra con una pari categoria, e sono soddisfatto». Michele Florindo commenta così il pareggio 1-1 ottenuto sabato dall’Este nell’amichevole giocata in trasferta con il Legnago. Occasione nella quale, come nel test con il Padova, il tecnico ha ruotato tutti i giocatori a propria disposizione schierando due formazioni, una per tempo. Da registrare nella seconda frazione gli esordi dell’attaccante Rey Volpato, che da pochi giorni si è aggregato alla squadra, e dell’ultimo acquisto giallorosso Filippo Di Maio, difensore classe 1997 arrivato con la formula del prestito dal Venezia con il quale nella passata stagione ha collezionato tre spezzoni di partita. «È un ragazzo che conoscevo – spiega Florindo – Può giocare sia al centro e sia come terzino, e con il suo ingaggio completiamo il pacchetto arretrato. Ha giocato nel Venezia insieme a Busato, il che dovrebbe facilitarlo per inserirsi nel gruppo». Tornando all’amichevole, il momentaneo vantaggio giallorosso è stato firmato al 36′ della ripresa dal giovane Nnaji: ufficialmente non è stato ancora tesserato, ma l’operazione con il Padova (titolare del cartellino) è in dirittura d’arrivo. A pochi minuti dalla fine il pareggio dei veronesi con Barone. Il test con il Legnago ha chiuso i primi dieci giorni della preparazione. «Sul piano fisico abbiamo lavorato sulla forza e sulla resistenza, per quanto riguarda l’aspetto tattico stiamo insistendo in questa fare nella fase di possesso palla, non trascurando comunque l’aspetto difensivo. Siamo una nuova e dobbiamo trovare i giusti automatismi. I ragazzi comunque si stanno applicando con grande entusiasmo e voglia di fare bene, e sanno che per arrivare a ottenere buoni risultati bisogna fare fatica». La squadra tornerà al lavoro oggi, mentre il prossimo test è fissato sabato quando sarà di scena a Castelbaldo con il Cerea. La prossima settimana invece sono in programma le uscite con la Piovese e Adriese. Queste le formazioni schierate con il Legnago. Primo tempo: Lorello, E. Faggin, Cassandro, Longato, Busatto, Montin, Maistrello, Cavallini, Munarini, Ferrara, Gili. Secondo tempo: Corsato, Dei Poli, Di Maio, Pennesi, M. Faggin, Dalla Via, Crema, Dovico, Volpato, Nnaji, Tessari, Destro.

Ore 14.00 – (Gazzettino) Una doppietta che ha tenuto accese le speranze fino ai rigori. Giuseppe Meloni ha fatto vedere subito di che pasta è fatto sotto porta nella sfida di Tim Cup con la Maceratese, confermando quelle doti di bomber che nelle ultime quattro stagioni di serie D l’hanno portato ad andare ripetutamente in doppia cifra. Il suo exploit non è comunque bastato per alimentare il sogno di accedere al turno successivo della competizione nazionale, anche se i biancorossi escono senza dubbio a testa altissima dal confronto con i più quotati avversari di Lega Pro. Fatali si sono rivelati gli errori dagli undici metri di Aliù e Radrezza, che non cancellano comunque la prestazione positiva della squadra. «Purtroppo i rigori sono così – sottolinea Meloni – e lo abbiamo visto anche di recente con l’Italia agli Europei. Però l’unica cosa da vedere è la prestazione della squadra, che non ha mai mollato: due volte si è trovata sotto e due volte ha recuperato. Anzi se quella palla che mi sono allungato di testa si fermava un po’ prima, stavamo qui a parlare di una vittoria. La mia doppietta fa piacere, ma è merito del lavoro della squadra che mi ha permesso di segnare praticamente a porta vuota. Bisogna continuare su questa strada, correggere alcuni errori che abbiamo commesso, però usciamo a testa alta dalla Tim Cup». Sperava in un suo debutto simile? «Segnare è sempre bello, di sicuro avrei preferito vincere invece di siglare due gol. È andata così: questi sono belli, ma i sigilli che contano sono quelli in campionato». Anche sulle ali dell’entusiasmo dell’exploit della passata stagione, sabato sugli spalti c’era grande entusiasmo. «Ho già capito questa realtà, che è un po’ diversa da quelle in cui sono stato. Non è che manca la professionalità, ma c’è più un ambiente familiare e si sta più tranquilli. Si vuole fare bene, senza avere l’ossessione di vincere, anche se noi abbiamo in testa questo obiettivo perché siamo qui proprio per provare a vincere il campionato». La Tim Cup si chiude qui, da oggi andrete in ritiro per una settimana a Folgaria e sarà l’occasione per iniziare a pensare esclusivamente proprio al campionato. «Assolutamente sì. A volte uscire dalla Coppa fa bene. L’abbiamo fatto a testa alta e questo ci dà forza, ma adesso dobbiamo rimetterla in campo per migliorarci ancora perché, ripeto, il nostro obiettivo è il campionato». Nel quale, tra l’altro, il Campodarsego non si può nascondere dato che è chiamato a recitare un ruolo da protagonista dopo il secondo posto, e la vittoria dei play off, alla prima partecipazione. «Vero, anche se bisogna dimenticare il cammino straordinario che è stato fatto l’anno scorso. Di sicuro dobbiamo migliorarci, il che significa una sola cosa: piazzarsi al primo posto». Pur avendo appena due settimane di lavoro alle spalle, l’intesa con i suoi colleghi davanti sembra già a buon punto. «Abbiamo un reparto offensivo che non si discute. Con Aliù ci siamo aiutati tanto sabato, ci siamo cercati e corso l’uno per l’altro. Lauria ha disputato un partitone, Radrezza è entrato e ha cambiato un po’ la partita perché non lo prendevano mai, D’Appollonia è devastante con la sua potenza e velocità. Sono contentissimo di tutti i compagni, speriamo di continuare così e che arrivino presto anche i gol per i colleghi perché fanno sempre bene, danno morale e aiutano la squadra».

Ore 13.40 – (Mattino di Padova) Con il primo turno di Tim Cup, che ha visto il Campodarsego capitolare fra le mura amiche ai rigori con la Maceratese, è iniziata ufficialmente la stagione 2016/2017. Per la Coppa Italia di Serie D, o comunque per vedere all’opera i nuovi acquisti, bisognerà attendere altre tre settimane, anche se Este, Vigontina San Paolo e Abano stanno già iniziando a calcare i campi con le nuove maglie nelle varie amichevoli. CAMPODARSEGO. Smaltita la delusione per il ko ai rigori con la Maceratese, per il Campodarsego è già tempo di tornare a correre. Oggi i biancorossi partiranno con un pullman nuovo di zecca alla volta di Folgaria dove trascorreranno una settimana in ritiro per preparare al meglio il prossimo campionato. In altura, mercoledì, ci sarà pure un’amichevole contro la Berretti del Cittadella, mentre domenica, a Belfiore, i ragazzi di Enrico Cunico affronteranno la Belfiorese. «La squadra, però, ha già superato a pieni voti il primo test ufficiale», afferma con un filo d’orgoglio il patron Daniele Pagin. «I ragazzi mi hanno stupito, tanto è vero che a un certo punto mi ero pure convinto di riuscire a passare il turno». Un grande Campodarsego, insomma, «una squadra tosta e quadrata», le parole del “Pres”, che nelle prossime settimane si rinforzerà ulteriormente. «Il direttore generale Gementi mi ha già chiesto il via libera per un piccolo ritocco», aggiunge Pagin. «Naturalmente gli ho lasciato carta bianca. Vogliamo competere con Mestre, Triestina e Altovicentino, anche se la squadra contro la Maceratese ha dimostrato di potersela giocare alla pari con le compagini di Lega Pro». Oggi dovrebbe essere ufficializzato un esterno destro per la rosa degli under, mentre entro la fine della settimana dovrebbe arrivare un’altra ala sinistra. ESTE. Dopo la netta sconfitta con il Padova (5-0 allo stadio Euganeo), l’Este ha colto un risultato tutto sommato positivo nell’amichevole di sabato con il Legnago, pareggiando 1-1. Autore del gol (all’81’) il nuovo acquisto Emanuel Nnaji, attaccante classe 1998, arrivato in prestito dal Padova. È stata una buona prova, quella dei ragazzi di Michele Florindo, che si sono fatti raggiungere dai veronesi a ridosso del novantesimo (rete di Barone). La società, inoltre, ieri ha ufficializzato un altro under, Filippo Di Maio (19 anni), difensore centrale prelevato dalle giovanili del Chievo. Il vice presidente Stefano Marchetti sta cercando di chiudere la trattativa per l’ingaggio di un altro stopper esperto. ABANO. A Selvazzano Dentro, l’Abano sta costruendo una corazzata tra mercato e sudore. I neroverdi di Luca Tiozzo promettono bene e potrebbero essere la rivelazione della zona playoff. Manca qualcosina in attacco, anche se Patricio Spada, bomber argentino classe 1993, potrebbe convincere l’allenatore chioggiotto a suon di gol nelle due amichevoli in programma, la prima mercoledì alle 16.30 a Selvazzano contro la Berretti del Venezia, la seconda venerdì alle 17.30 in trasferta a Loreo, contro la formazione locale di Eccellenza. Il direttore tecnico Andrea Maniero è alla ricerca di un centravanti di peso che, a questo punto, potrebbe arrivare ad agosto inoltrato. VIGONTINA SAN PAOLO. La Vigontina è al lavoro al centro sportivo di Busa, agli ordini di mister Vincenzo Italiano. La prima settimana di allenamenti è filata via liscia, fra doppie sedute e qualche sgambata in famiglia. Per i primi test amichevoli bisognerà attendere martedì, quando i bianconeri affronteranno a Noale la Calvi (calcio d’inizio alle 19). Sabato prossimo, a Castello di Godego, ci sarà un’altra partita contro la Godigese dell’ex tecnico Alessandro Bertan. Per quanto riguarda il mercato, il direttore sportivo Alessandro Bragagnolo sta cercando qualche colpo a sorpresa, soprattutto per l’attacco.

Ore 13.10 – (Gazzettino) L’amichevole di sabato sera a Vicenza ha chiuso il precampionato del Cittadella. Adesso due giorni di riposo, poi si comincerà a fare sul serio. È finito il tempo delle amichevoli, infatti, da domenica le partite si giocheranno per i tre punti: al Tombolato il Cittadella entrerà in scena per il secondo turno eliminatorio della Tim Cup. O dentro o fuori. Roberto Venturato esprime un giudizio sul lavoro portato avanti nel ritiro di Lavarone: «È stato fruttuoso. In montagna ci siamo allenati bene, e impostato la nostra filosofia di gioco, che si basa sulla capacità di tenere il campo e il possesso del pallone, muoversi insieme come squadra. Anche a Vicenza abbiamo cercato tutto questo, direi con discreti risultati considerando il momento della stagione, pure sotto il profilo del ritmo». Ovviamente siamo solo all’inizio. «C’è tanto da lavorare, in tre settimane non puoi certo avere fatto tutto quello che avevi in mente, adesso porteremo avanti i nostri concetti in pianura, in condizioni ambientali ben diverse da quelle in montagna». Il tecnico granata giudica positivamente l’amalgama creatosi tra vecchi e nuovi interpreti. «Il ritiro serve anche per questo. Siamo rimasti tutti assieme per quindici giorni, impari a conoscerti. E ho visto grande disponibilità da parte di tutti nel seguire i miei dettami. Il gruppo sta lavorando con applicazione e voglia di fare».
A che punto siamo con l’idea di gioco che lei ha in mente di proporre? «Il ritmo e l’intensità devono ovviamente migliorare. Al Cittadella chiedo poi di accorciare la linea, marcare l’avversario con un po’ più di anticipo». Ecco uno dei nuovi arrivati, Luca Strizzolo, che anche a Vicenza è andato in gol (assist perfetto di Martin, uno che lo conosce bene dai tempi di Pordenone). L’attaccante, a dispetto della sua stazza fisica, è apparso uno dei giocatori più dinamici del Cittadella: «Noi spilungoni ci mettiamo un po’ più di tempo ad entrare in forma, ma da qui in avanti non può che andare sempre meglio, con i carichi di lavoro che diminuiranno». Si sta comunque muovendo bene su tutto il fronte offensivo. «Sono soddisfatto, lavorando non posso che migliorare, ma la base di partenza è buona». Assist di Martin, gol di testa suo. «Siamo due nuovi, stiamo cercando di inserirci nei meccanismi della squadra. I cosiddetti “vecchi” ci stanno dando una grossa mano a superare tutte le difficoltà, ed è anche grazie a loro che riusciamo già a far vedere qualcosa di buono». Cambiano i movimenti a seconda del compagno di reparto, tra Litteri e Arrighini? «Sono gli stessi, nessuna differenza. La collaborazione tra le due punte è uguale. Ci siamo semplicemente divisi i compiti in partita». L’impatto con la realtà granata è come se l’immaginava? «Prima di firmare mi avevano descritto un grande ambiente, una società seria, preparata al punto giusto, che sa programmare ogni passo ponderandolo per bene. Qui avrei trovato tutto quello che potrebbe chiedere un calciatore per crescere e migliorare: tutto questo si è rivelato vero. Siamo assieme da nemmeno un mese, ma finora non ci è mancato davvero niente». Quanto al tecnico Venturato, l’attaccante conclude: «L’allenatore ha le idee di gioco che piacciono a me. Sono arrivato a Cittadella anche per questo. Se faremo bene come squadra, personalmente trarrò grandi vantaggi».

Ore 12.50 – (Gazzettino) Concluso il ritiro di Lavarone, al Cittadella sono stati concessi un paio di giorni per smaltire un po’ di carichi di lavoro e acclimatarsi alle condizioni ambientali della pianura. A Cittadella, infatti, il caldo in questi giorni è opprimente, e l’afa non fa che peggiorare ulteriormente le cose. La squadra si ritroverà domani pomeriggio al Tombolato per iniziare la seconda parte della preparazione, che prevede un primo, significativo test nella gara di Coppa Italia prevista domenica, alle 20, tra le mura amiche, contro la Cremonese che ha superato per 4-3 la Fermana nel primo turno eliminatorio della manifestazione. ABBONAMENTI. Le buone prove nelle amichevoli precampionato indubbiamente daranno nuovo slancio alla campagna abbonamenti del Cittadella. All’insegna del motto “Non so stare senza te”, la società ha previsto prezzi popolari per donne, senior over 60 anni e ragazzi under 20 per la tribuna est, proposta rispettivamente a 75 euro e soltanto 20 euro per i più giovani. Per tutti gli altri il settore costa 125 euro. L’abbonamento per la tribuna ovest centrale costa 380 euro (ridotto 325), laterale invece 200 euro (ridotto 150), il posto tra i Fedelissimi costa 550 euro (ridotto 425), la tribuna d’onore 1.100 euro. Per questi ultimi due settori da quest’anno è prevista l’area Hospitality.

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Guai a montarsi la testa. A essere precisi non è nemmeno “calcio d’agosto”, ma le indicazioni emerse dalle amichevoli di luglio del Cittadella sono più che confortanti. Prima le tre affermazioni con i dilettanti di Lovadina (10-1), Altovicentino (2-0, ma contro la formazione berica il Chievo non è andato oltre il 3-3 e il Lecce, in Coppa Italia, sabato sera si è limitato a un 2-1) e Levico (uno straripante 7-0, mentre il Vicenza, per dire, si era fermato al 3-0). Poi i test di lusso contro Chievo (2-2) e Vicenza (successo ai rigori nel Memorial Santagiuliana, dopo l’1-1 dei tempi regolamentari). L’impressione è che, cambiata la categoria, e alla Serie B, i princìpi che guidano la manovra granata siano rimasti gli stessi: non buttare mai via la palla, far partire l’azione dal basso, gestire il gioco verticalizzando all’improvviso e puntando sugli inserimenti dalle retrovie. Nel complesso, la prima fase della preparazione vale come un ottimo biglietto da visita in vista dell’esordio ufficiale di domenica in Coppa Italia. «CONCEDIAMO POCO». Roberto Venturato, che ritroverà i suoi uomini domani pomeriggio al Tombolato dopo due giorni di riposo, può dirsi soddisfatto. «In ritiro abbiamo svolto un buon lavoro, cercando di impostare un certo tipo di filosofia e di raggiungere una nostra identità. Stare assieme due settimane è servito per conoscere i nuovi e dar loro degli input, ma tutto il gruppo ha lavorato con grande applicazione», sottolinea il tecnico di Atherton, che, riguardo alla gara con il Vicenza, afferma: «Ci siamo trovati in una situazione climatica molto diversa da quella di Lavarone e un po’ l’abbiamo sofferto, ma nel complesso abbiamo tenuto bene il campo per tutti i 90’, concedendo pochissimo. Raicevic ci ha messo in difficoltà in un paio di occasioni, ma ci sta: se a gennaio lo voleva il Napoli un motivo ci sarà». «PIÙ RITMO». Al Menti, Venturato si è concesso qualche esperimento, tenendo a riposo Scaglia, Salvi e Benedetti e facendo partire dalla panchina elementi come Chiaretti e Litteri. «Qualche giocatore era un po’ affaticato e non valeva la pena di rischiarlo. Pelagatti ha già giocato da terzino, anche se il suo ruolo è quello del centrale: in alcuni momenti del campionato potrà risultare utile in quella posizione. Per questa partita ho anche tenuto conto dei minutaggi: elementi come Martin e Pedrelli erano rimasti più a lungo in campo contro il Chievo, altri, come Pasa e Iori, hanno giocato di più stavolta». Ma dove può migliorare questa squadra? «Il ritmo e l’intensità che voglio ancora non ci sono, dobbiamo saper accorciare un po’ di più fra le linee e marcare in anticipo in alcune situazioni, però, quando l’abbiamo persa, siamo riusciti ad aggredire la palla con i tempi giusti. Sono contento: sappiamo che abbiamo molto lavoro da svolgere, ma siamo sulla strada giusta». CHE STRIZZOLO. A dispetto della stazza imponente, fra le note più liete c’è sicuramente Luca Strizzolo, a segno contro gli uomini di Lerda. «Stiamo smaltendo i carichi di lavoro e ci vorrà ancora un po’ per raggiungere la condizione migliore» sottolinea l’ex attaccante del Pordenone. «Il gol è arrivato da un assist di Martin, con cui c’è un asse collaudato dall’anno scorso: insieme stiamo cercando di inserirci nei meccanismi della squadra, chi era già qui ci sta aiutando molto. L’impatto con la realtà del Cittadella è stato quello che mi aspettavo: mi attendevo una società seria e organizzata che ti sa mettere nelle condizioni migliori e così è». Come dire, se son rose…

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Mercato in stand by, in casa Cittadella. La rosa è stata completata in settimana con l’arrivo dal Prato del giovane Christian Michael Kouamé, 19enne attaccante ivoriano che proverà ad affermarsi come il “nuovo Jallow” (il gambiano, ancora agli ordini di Maran al Chievo, pare destinato ad accasarsi a Benevento, pronto a offrirgli un ingaggio di 120 mila euro). I rumors di mercato che riguardavano Busellato sembrano invece essersi placati: per il centrocampista granata si era parlato di un possibile ritorno alla Ternana, ma dall’Umbria non sono mai pervenute offerte ufficiali al d.g. Marchetti, anche perché pare che il tecnico Panucci, in mediana, preferisca un altro tipo di giocatore. Chi potrebbe partire è invece Alessandro De Leidi, corteggiato dallo stesso Prato, che cerca un centrale difensivo. La trattativa va avanti da alcuni giorni senza troppo clamore e poggia anche sul fatto che il Citta, per quel ruolo, può già contare su Scaglia, Pasa, Pascali, Pelagatti e Varnier, senza considerare che con la sua partenza si libererebbe una casella fra quelle degli “over 21”. Di fatto, dopo i botti di qualche settimana fa, il mercato vive un momento di parziale stallo, in attesa di sbloccarsi nelle ultime due settimane di agosto, con l’avvicinarsi della chiusura delle trattative. Proprio il Vicenza, appena affrontato dai granata, per ammissione del tecnico Lerda ha bisogno di più di un intervento e in primis deve risolvere la questione Raicevic, forte attaccante che pare destinato a partire (e il suo posto potrebbe essere preso dal rientrante Giulio Ebagua). Attivissimo il già citato Benevento, tra i club che più hanno investito sin qui. L’ambiziosa matricola campana avrebbe messo nel mirino Nicola Citro (27 anni), protagonista di un’ottima stagione con la maglia del Trapani (40 presenze condite da 14 gol). E non è finita qui: il direttore sportivo del Benevento, Di Somma, ha raggiunto l’accordo per un biennale con l’agente del centrocampista Mirko Eramo della Sampdoria, e reduce da una stagione in prestito proprio al Trapani. L’Hellas Verona invece lavora alle uscite e cede il ghanese Salifu e Ravasi al Modena, con un trasferimento a titolo definitivo.

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Il Citta dà i numeri. Letteralmente. Prima di lasciare il ritiro di Lavarone, i giocatori granata hanno scelto quelli che compariranno sulle loro maglie nella prossima stagione. In tanti si sono basati sul proprio ruolo e così i numeri che da sempre sono i più ambiti sono finiti sulle spalle del fantasista carioca Lucas Chiaretti, che indosserà il 10, e del bomber della promozione Gianluca Litteri, che vestirà il 9. Capitan Manuel Iori, perno davanti alla difesa, ha optato per il 4, mentre Luca Strizzolo mostra di non essere scaramantico e punta sul 17. Manuel Pascali, invece, resta fedele al 29, il giorno delle sue nozze, e il numero portato nelle stagioni in Scozia. Ecco tutti i numeri: 1 Alfonso, 18 Arrighini, 3 Benedetti, 5 Busellato, 24 Caccin, 12 Corasaniti, 26 De Leidi, 14 Fasolo, 4 Iori, 27 Kouamè, 10 Chiaretti, 9 Litteri, 8 Lora, 25 Maniero, 21 Martin, 22 Paleari, 23 Paolucci, 20 Pasa, 29 Pascali, 11 Pedrelli, 19 Pelagatti, 2 Salvi, 6 Scaglia, 7 Schenetti, 17 Strizzolo, 15 Valzania, 13 Varnier.

Ore 11.20 – Le pagelle del Padova (Gazzettino, Pierpaolo Spettoli): Bindi 6; Sbraga 5.5, Emerson 5.5, Russo 6; Madonna 6, De Risio 6 (Ilari sv), Filipe 5.5, Dettori 6, Favalli 6 (Tentardini 6); Neto Pereira 6, Petrilli 6 (Mandorlini 5.5).

Ore 11.10 – (Gazzettino) E ancora la traversa ha salvato il portiere ospite sulla staffilata di Petrilli dal limite (42’). Nel conto vanno messi poi due pregevoli interventi di Aiolfi e un altro paio di situazioni offensive che i biancoscudati avrebbero potuto sfruttare meglio. Dopo l’intervallo il Padova però non è stato più lo stesso. La circolazione di palla è diventata molto lenta, la spinta si è ben presto esaurita e sono invece aumentati gli errori di misura nei passaggi. Il Seregno ha così preso coraggio e ha trovato anche il modo di insidiare la porta di Bindi. Un copione che si è ripetuto nei supplementari. Solo negli ultimi minuti il Padova ha avuto un guizzo d’orgoglio ed è tornato a stringere d’assedio l’area avversaria: provvidenziale in questa fase un salvataggio del nuovo entrato Moretto su Neto Pereira ormai pronto a deviare la palla in rete. Il verdetto della gara è stato quindi affidato ai tiri dal dischetto. Fatali gli errori di Mandorlini e Filipe, che hanno reso vana la parata di Bindi su Cusaro. E la festa è stata tutta del Seregno.

Ore 11.00 – (Gazzettino) In attesa del pieno recupero fisico di Germinale e magari dell’arrivo di Tavano, l’allenatore biancoscudato non ha potuto far altro che schierare Petrilli al fianco del capitano. Ma la soluzione non ha prodotto gli effetti sperati soprattutto per la scarsa predisposizione dello stesso Petrilli ad attaccare l’area. Fino a quando i centrocampisti e gli esterni hanno trovato i tempi dell’inserimento, il Padova è riuscito comunque a rendersi minaccioso. Ma quando la benzina ha cominciato ad esaurirsi e Petrilli è stato richiamato in panchina, la squadra di fatto ha quasi smesso di produrre occasioni da gol. E il Seregno ne ha subito approfittato per alzare il proprio baricentro, ridurre al minimo i rischi e trascinare la partita fino ai rigori, dove ha raccolto una qualificazione assolutamente insperata.Il Padova visto all’opera nel primo tempo sembrava potesse fare un sol boccone degli avversari. Dopo sei minuti Neto Pereira, liberato da un assist di Favalli, ha avuto tra i piedi il pallone del vantaggio: il brasiliano, da posizione favorevole, ha preso la mira, ma il suo destro ha sbattuto sul palo. Sfortunatissimo anche Filipe (18’) che dai 22 metri ha fatto partire un fendente che si è stampato sulla traversa ed è poi rimbalzato sulla linea di porta.

Ore 10.50 – (Gazzettino) Dopo il Campodarsego anche il Padova saluta anzitempo la Tim Cup per colpa dei rigori. Ma quella dei biancoscudati è un’eliminazione che fa molto più rumore perchè a sbarrare loro la strada in maniera del tutto inattesa è stata una formazione di serie D, il Seregno. E oltretutto all’Euganeo, nella prima uscita ufficiale di fronte ai propri tifosi. Un ko mal digerito da tutto l’ambiente, compreso il presidente Bergamin che a fine gara ha preferito disertare la sala stampa. Difficile da interpretare la prestazione della truppa di Brevi, assoluta padrona del campo nel primo tempo (un palo e due traverse), ma che nella ripresa e poi anche nei supplementari si è smarrita sul piano del gioco, delle energie e della cattiveria agonistica. Una metamorfosi inattesa, che dovrà essere analizzata con cura per capirne le cause e correre subito ai ripari. Il tutto con la consapevolezza che il calcio d’estate può nascondere sempre delle sgradite sorprese. Di sicuro nell’economia del gioco è pesata molto l’assenza di Altinier: troppo solo Neto Pereira e troppo prevedibile la manovra offensiva, sempre catalizzata sul brasiliano.

Ore 10.40 – (Gazzettino) Davanti si è insistito tanto nella ricerca di Neto Pereira e si è notato che mancava qualcosa in più. «È normale che in queste gare in cui trovi una squadra chiusa se hai una soluzione diversa è meglio. Altinier era fuori per infortunio, Germinale deve lavorare. E abbiamo fatto fatica proprio perché non avevamo un’altra soluzione. Però sono fiducioso per il prosieguo perché la squadra si è comportata bene nella prima frazione». Il lato positivo sta nel primo tempo, ha appena detto. Quello negativo? «Creando sei-sette occasioni, devi essere più concreto, anche se ci può stare in questa fase della preparazione. Di sicuro non potevo chiedere ai ragazzi un secondo tempo con il dinamismo e l’aggressività messe nel primo. Dispiace perché i ragazzi non meritavano di andare fuori». Oggi la squadra godrà di una giornata di riposo e riprenderà ad allenarsi domani alle 17 alla Guizza. Sempre oggi pomeriggio invece nella sede biancoscudata si apre la campagna abbonamenti.

Ore 10.30 – (Gazzettino) «La prima delusione? Eh sì, speriamo che sia anche l’ultima». È l’esordio di Oscar Brevi in sala stampa dove, diversamente dal solito, non transita invece il presidente Giuseppe Bergamin. Sul volto del tecnico è comprensibile il rammarico per l’eliminazione. «Siamo usciti e ci dispiace perché ci serviva giocare partite impegnative per trovare la condizione migliore. Guardiamo il lato positivo: abbiamo dominato il primo tempo, e lì dovevamo fare gol. Sapevamo di non avere i novanta minuti, anche se non li ha nessuno in questa fase della preparazione, e queste sono partite che si complicano se non le sblocchi. Loro non ci hanno mai impensierito, se passavamo subito in vantaggio si sarebbe vista un’altra gara. Non siamo stati bravi sotto porta, e siamo stati anche un pizzico sfortunati colpendo un palo e due traverse». Dalla tribuna il ritmo è apparso lento, con la squadra un po’ sotto gamba. «Non sono d’accordo. Al 31 luglio non si può avere gamba, altrimenti significa che non hai lavorato bene. Prima di questa partita nessuno dei ragazzi aveva giocato novanta minuti, ne hanno fatto centoventi e non potevano essere brillanti. Però, ripeto, abbiamo disputato un primo tempo ottimo».

Ore 10.20 – (Gazzettino) È Carlo De Risio a presentarsi davanti i taccuini per commentare l’eliminazione dei biancoscudati. «Purtroppo il calcio è anche questo. Di partite come queste non se ne vedono sempre, ma possono capitare. Non abbiamo preso un tiro in porta, e ne abbiamo invece fatti molti, poi alla fine i rigori sono sempre una lotteria. Siamo molto dispiaciuti perché ci tenevamo a passare il turno e credo che in campo si sia visto». Poi aggiunge: «Abbiamo disputato un grande primo tempo, un po’ meno la ripresa e nei supplementari si è fatta sentire la stanchezza. Con un pizzico di fortuna in più, parlavamo di un’altra partita. Come ripartire? È una sconfitta che brucia, però si deve ricominciare con più cattiveria e convinzione di prima, cercando di partire al meglio in campionato». In sala stampa anche Daniele Corti, biancoscudato fino a pochi mesi fa. «Non ero tra i rigoristi perché non giocavo una partita da febbraio e avendo iniziato la preparazione il 18 luglio ero stanco. Sono stato comunque in campo fino alla fine, anche se qualcuno pensava che dovevo smettere di giocare». Frecciatina rivolta a qualche biancoscudato? «No, è solo un dato di fatto». Emozionato di tornare all’Euganeo? «Qui in realtà ho fatto solo un anno di passaggio, sarebbe stato diverso se avessi giocato contro il Varese con il quale ho militato sei stagioni».

Ore 10.00 – Le pagelle del Padova (Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia): Bindi 6; Sbraga 6, Emerson 6, Russo 5.5; Madonna 6, De Risio 7 (Ilari 6), Filipe 6, Dettori 6.5, Favalli 6.5 (Tentardini 5.5); Neto Pereira 6, Petrilli 6 (Mandorlini 5). 

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ma al 41’, quando Petrilli incoccia con un destro da fuori il terzo montante del primo tempo, si comincia a capire che forse – da quel punto di vista – non è proprio giornata. ANDAMENTO LENTO. E nella ripresa, quando il fiato scarseggia, c’è pure un Seregno più pimpante, a frapporsi tra i biancoscudati e la loro voglia di chiudere in fretta la pratica. Gli ospiti non creano mai pericoli dalle parti di Bindi, beninteso, ma la pressione del Padova poco a poco finisce per allentarsi. Nonostante i sedici calci d’angolo (a due), tra la ripresa e i due tempi supplementari i lampi sono solo due, entrambi prima del 90’, e portano la firma di Neto Pereira, che al 18’calcia a botta sicura ma trova la respinta (forse con un braccio) da Cusaro, e che al 38’, si invola verso Aiolfi ma conclude strozzando troppo il destro sul palo lungo. LA SENTENZA. Servono quindi i tiri dal dischetto per scrivere la sentenza: Szekely si concede il cucchiaio su Bindi, che poi rimedia respingendo il tiro di Cusaro dopo l’errore di Mandorlini. A decidere tutto sono il tiraccio alto di Filipe e la rete del vecchio Jeda: Seregno in paradiso, e domenica prossima a Trapani. Al Padova un pugno di mosche e tanta delusione.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Non passano nemmeno cinque minuti che Neto Pereira, servito in profondità da Favalli, si ritrova a tu per tu con Aiolfi e lo supera con il piatto destro, incocciando però la sfera sulla base del palo lungo. Episodio che sembra preludere ad una gara stile tiro al bersaglio: il Padova, costretto dai dilettanti lombardi più a cercare la conclusione dalla distanza che a penetrare in area di rigore, ci prova senza soluzione di continuità, e solo malasorte e imprecisione gli impediscono di bucare un Aiolfi decisamente in giornata. L’estremo difensore lombardo, dopo aver detto di no alla botta dalla distanza di Dettori al 20’, si ripete al 23’ sul sinistro ravvicinato di De Risio. Nel mezzo, una rete annullata allo stesso De Risio per un dubbio fuorigioco (14’), e pure la traversa clamorosa dello stesso regista brasiliano, che al 17’ colpisce in pieno il legno a portiere battuto. Il Padova gioca bene: cambia versante, manovra nel mezzo, cerca il palleggio nello stretto e spesso lo trova.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Se il buongiorno si vede dal mattino, meglio sperare che il pomeriggio arrivi in fretta. Perché se battere ai rigori il Seregno non poteva essere considerato un successo pieno, uscire dalla Tim Cup al primo turno contro una squadra dilettantistica, che per 120’ tira nello specchio della porta una sola volta e poi passa grazie ai tiri dal dischetto, non può ugualmente rappresentare un serio campanello d’allarme. A Trapani, al secondo turno, ci vanno proprio i lombardi. E cosa conservare, allora, di una gara di fine luglio sulla quale non ci sarebbe stato nulla da dire se il Padova avesse finito in goleada? Certamente, al di là di una condizione atletica che comprensibilmente è ancora lontana dal top, alcuni spunti di riflessione tecnici e tattici. ALL’ASSALTO. Primo tra tutti: fino a che il Padova ha avuto fiato è stato straripante. La manovra biancoscudata del primo tempo le sue belle giocate le ha prodotte, e se ci fosse scappata pure un po’ di fortuna quasi certamente sarebbe finita diversamente. Il Seregno, inferiore e pure indietro di condizione, nei primi 45’ fa davvero poco per arginare il forcing dell’undici di Brevi, salvo chiudersi in undici dietro la linea della palla.

Ore 09.20 – (Mattino di Padova) Dopo un ottimo primo tempo, effettivamente, la squadra è calata. «Il 31 luglio non si può avere la giusta gamba, un po’ di flessione nella seconda parte di gara è normale. Quello che non mi è piaciuto è che la squadra non sia riuscita a concretizzare nemmeno una delle sei o sette occasioni nitide create nella prima frazione. Non avrei potuto chiedere una ripresa sugli stessi livelli, sarebbe stato fisiologicamente impossibile. Ma io sono fiducioso, perché secondo me la squadra ha fatto bene». Le attenuanti? Ci sono, e partono da un attacco che, senza Altinier (infortunato) e Germinale (non ancora pronto), è apparso comprensibilmente spuntato. Ma tra oggi e domani anche qui qualcosa potrebbe muoversi: ieri è partito l’ultimatum del dg Giorgio Zamuner, l’affare Tavano o si fa in fretta o non si fa più. Ed entro al fine della settimana, quindi, Brevi potrebbe avere una nuova freccia al suo arco. Ma gli alibi reggono fino ad un certo punto. Altri risultati. Casertana-Tuttocuoio 3-2 (dts), Alessandria-Teramo 2-1, Como-Montecatini 3-0, Carrarese-Arezzo 1-2 (dts), Feralpisalò-Reggiana 2-3 (dts), Modena-Francavvilla 2-0, Ancona-Sudtirol 4-3, Cremonese-Fermana 4-3, Matera-Caronnese 2-1, Pordenone-Grosseto 5-2, Foggia-Pontedera 3-1, Cosenza-Frattese 1-0.

Ore 09.10 – (Mattino di Padova) La stagione comincia con una cocente delusione. E le attenuanti, che pure ci sono, non fanno altro che aumentare il disappunto di una tifoseria che si aspettava ben altro esordio casalingo. Diversi tifosi all’Euganeo sono entrati a partita ormai iniziata, alcuni addirittura a metà primo tempo, per colpa delle code ai botteghini, peraltro paventate dalla società. A conti fatti, perdendosi la parte migliore del nuovo Padova di Oscar Brevi. «La prima delusione è forte, e speriamo che sia anche l’ultima», taglia corto il tecnico biancoscudato dopo la gara. «Ci dispiace essere usciti dalla Coppa, andare avanti ci avrebbe permesso di giocare qualche gara più impegnativa e di prepararci bene al campionato. Alla fine è andata male, ma c’è anche il lato positivo: abbiamo fatto un primo tempo ottimo, nel quale abbiamo dominato e ci è mancato solo il gol. Novanta minuti nelle gambe non li avevamo, e tanto meno centoventi: sapevamo che più la gara fosse andata avanti più avremmo incontrato difficoltà, e alla fine ci hanno punito i rigori dopo che per 120 minuti il Seregno non aveva mai tirato in porta. Fossimo andati in vantaggio subito, saremmo qui a parlare di un’altra gara».

Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Comincia oggi una settimana importante in vista del prossimo campionato di Lega Pro. Per i tifosi, innanzitutto, perché si apre la campagna abbonamenti 2016-2017, con le prime due settimane di prelazione nel corso delle quali i vecchi abbonati potranno confermare, in sede all’Euganeo (dalle 15 alle 20), il loro posto della passata stagione. Le vendite libere, invece, scatteranno il 16 agosto e ovviamente la società si augura che le adesioni siano massicce per poter contare su un sostegno ampio e costante. Ma la giornata campale sarà quella di giovedì: con la definizione degli organici della terza serie, attraverso l’analisi delle domande di ripescaggio, arriverà anche la composizione dei gironi del prossimo campionato. La Lega Pro – ormai è praticamente certo – tornerà a 60 squadre. E il Padova, secondo indiscrezioni sempre più frequenti, verrà inserito nel girone di ferro del Nord-Est: un gruppo lunghissimo, che spazierà da Bolzano a Teramo, comprendendo Gubbio e Fano, e numerose squadre di prima fascia come Venezia, Parma, Modena, Pordenone e Reggiana. L’11 agosto, proprio a Parma, saranno poi svelati i calendari. E il Padova potrà cominciare a immaginare il suo cammino.




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