«Siamo già un gruppo unito e affiatato, sono convinto che possiamo toglierci delle belle soddisfazioni». Parole da leader quelle di Francesco Dettori che dopo appena due settimane di lavoro ha già fatto vedere di che pasta è fatto. Il centrocampista trentatreenne sta ricaricando le pile ad Alghero con la moglie Miriam e con il figlio Diego (4 anni e mezzo), prima di riprendere domani la preparazione alla Guizza. E sarà anche l’occasione per iniziare a cercare casa. «Deve essere soprattutto comoda per la scuola di Diego, poi se è vicina al centro ancora meglio perché Padova è una città bellissima e vorrei viverla». Torniamo agli affari biancoscudati. «La società ha compiuto sforzi importanti per allestire una rosa competitiva. In queste prime settimane ritmo e qualità negli allenamenti sono stati molto alti, il che ci ha fatto lavorare al meglio. C’è uno zoccolo duro di giocatori che ha fatto sì che noi nuovi ci inserissimo alla perfezione, fermo restando che abbiamo ancora grossi margini di miglioramento. Quando inizieranno le partite che contano, uscirà fuori la vera anima di questo gruppo. Ci sono tutti i presupposti che diventi forte e che riesca a fare bene».
Aveva già avuto Brevi alla Cremonese. Come l’ha ritrovato a distanza di qualche anno? «Con la stessa fame di prima. È un allenatore molto preparato che vuole arrivare, è consapevole che a Padova si sta giocando una carta molto importante e non vuole sbagliare, per questo è molto esigente con la squadra. Il nostro compito è aiutarlo per ottenere un piazzamento migliore della stagione passata». Lo stato maggiore del club si aspetta un campionato nei primi quattro posti. «L’dea della società, e per il mercato che ha fatto, è quella di essere protagonista. Poi vincere non è mai facile e non c’è niente di scontato. Però abbiamo molti giocatori che hanno voglia di dimostrare il loro valore e di raggiungere qualcosa d’importante». Soffermandoci su di lei, nel test con il Campodarsego ha sfoderato una una magistrale punizione, che è uno dei colpi migliori del suo repertorio. «Ho sempre cercato di curare questo particolare e quando si ha fiducia le cose vengono al meglio. Alla Carrarese ho fatto otto gol, dei quali sei su punizione, e spero di riuscire a segnarne altrettanti quest’anno».
Aveva fornito anche l’assist per il sigillo di Altinier con la Lazio risultando nel complesso tra i biancoscudati più in palla. «Siamo tutti solo al 60-70 per cento, e c’è tantissimo da lavorare. Personalmente sono comunque contento. So che ci sono tante aspettative su di me e spero di essere protagonista insieme ai miei compagni di un’annata positiva in tutti i sensi». Ha conosciuto il presidente Bergamin e l’amministratore delegato Bonetto? «Mi hanno fatto un’ottima impressione. Si percepisce che rappresentano una società solida, che rispecchia il blasone della piazza». In attesa dei gironi, quali ritiene le dirette rivali? «Se vengono confermati i gironi dell’anno scorso almeno cinque-sei squadre possono giocarsela con noi. Se i gironi saranno ripartiti in modo diverso, il numero si dimezza. Sarebbe quest’ultima la soluzione più giusta perché le formazioni del nord investono di più di quelle del centro, anche se poi i campionati non si vincono sulla carta, ma sul campo. E il Padova sta puntando su giocatori con voglia di arrivare e che conoscono la categoria, un aspetto fondamentale».
(Fonte: Gazzettino)