Live 24! Padova, finito il ritiro di Mezzano: ora due giorni di riposo per i Biancoscudati

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Ore 21.30 – (Il Piccolo) Ha giocato a calcio sui campi di mezzo mondo, dalla Svizzera alla Germania, dalla Bulgaria alla Cina: adesso Giuseppe Aquaro è arrivato alla Triestina. Al difensore centrale 33enne italo-svizzero non si può certo dire che manchi l’esperienza. E anche di un certo livello, visto che ha segnato pure due gol con il Cska nelle qualificazioni di Europa League. Aquaro, come mai tanti anni in giro per il mondo? Purtroppo non è stata una scelta: dopo essere cresciuto nelle giovanili del Chievo, sono andato in prestito a Foggia e Melfi, ma mi ero fatto male. In quel momento è saltata fuori la possibilità di una squadra svizzera: ho giocato con Vaduz e Aarau, certo la serie A e la B svizzere non sono paragonabili a quelle italiane, ma comunque un buon livello. E da lì in poi ho girato. Alzando però anche il livello. Sì, c’è stata l’esperienza con il Cska Sofia nella A bulgara, dove nelle qualificazioni di Europa League ho segnato due gol. Poi con il Karlsruhe nella B tedesca che non ha nulla di meno di quella italiana, il Panetolikos nella serie B greca e lo Shenzhen Rub in Cina. Il ricordo più piacevole? Tutte le esperienze sono state utili, anche quelle negative che servono per imparare. Ma ricordo con piacere quella in Cina, dall’altra parte del mondo, davvero un po’ diversa e particolare anche per la cultura differente. Poi lo scorso anno sono tornato in Italia, in Lega Pro con la Lupa Castelli Romani, ma è stata un’annata negativa e la squadra era davvero scarsa. Che differenza c’è per un difensore centrale giocare in Italia o all’estero? Grandi differenze non ne ho trovate, ma forse è quasi più facile fuori, perché da nessuna parte si lavora come in Italia sulla tattica. E adesso come mai alla Triestina? Quando chiama una squadra come la Triestina è difficile dire di no: una piazza importante, con una nuova società e un bel progetto. Mi ha convinto il fatto che si punta in alto, vengo da un’annata poco bella e volevo stare in una società che ha ambizioni. Mi hanno colpito l’organizzazione e la professionalità, del resto mi era bastata mezza giornata in sede per vedere come si lavorava e cosa si era capaci di fare. L’obiettivo è quello di risalire subito? Sì, perché vedere la Triestina in D è proprio brutto, una società importante e una città con uno stadio così non c’entrano niente con questa categoria. Le sue caratteristiche di difensore? Innanzitutto porto tanta esperienza, poi la qualità va dimostrata sul campo. Sono un destro, di testa stacco bene, mi piace uscire palla al piede, comunque so adattami al tipo di gioco del mister. I miei gol? Spesso di testa su corner e su calci piazzati. Cosa sente di promettere ai tifosi? Secondo me promesse di vittorie non ne vanno fatte, è inutile, non sono le promesse che valgono ma quello che si fa poi veramente. Quello che invece posso dire è che cercherò di metterci tutto l’impegno possibile, sperando in un campionato di vertice.

Ore 21.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Estremo ed esterno. Entrambi difenderanno la porta gialloblù. Ma con ruoli diversi. Uno si ispira a Buffon. L’altro dovrà percorrere la fascia e badare a contenere gli avversari. Sono Nicola Borghetto e Giuseppe Granara, due dei volti nuovi del Belluno Calcio. Venerdì pomeriggio, nel primo giorno «di scuola» in gialloblù, hanno preso confidenza con i compagni, con l’ambiente. E anche con la città. «Sono arrivato mercoledì – dice Granara, ruolo terzino -. Com’è Belluno? Non c’è il mare. Ma mi sembra una bella città. Me l’aspettavo un po’ più fredda». Eh già. Perché Granara (classe 1997) fino a qualche giorno fa stava in lande più assolate e molto meno montane di Belluno. In Sardegna, dove indossava la fascia da capitano del Cagliari Primavera. «Sono contento di riprendere gli allenamenti. E sono contentissimo di essere al Belluno – continua Granara -. So che nelle ultime stagione la squadra ha fatto bene. Che stagione mi aspetto? Un campionato di vertice: spero di poter dare una mano per raggiungere gli obiettivi». Quanto al ruolo, il giovane sardo si adatta da terzino a centrale. «Non sono un terzino alla Dani Alves – scherza Giuseppe -; dove mi mette il mister, va benissimo». IL PORTIERE – Nessun dubbio invece sul ruolo di Nicola Borghetto. Il classe 1999 gioca in porta. «Mi ispiro a Buffon – dice -. E sono orgoglioso di essere al Belluno. Secondo me siamo competitivi e possiamo fare un grande campionato». IL PROGRAMMA I Vecchiato boys si sono radunati venerdì per le foto di rito e per la prima sgambata. Ieri la seconda seduta di allenamento, al Polisportivo. Oggi riposo, mentre da domani si riprende a pedalare, fra lo stadio e il campo di Fortogna (Longarone). Giovedì, invece, tutti in aereo, per una trasferta in Olanda, dove i gialloblù affronteranno la prima amichevole (sabato contro l’Amsterdamsche, la squadra di Amsterdam che milita nella Topklasse, il massimo campionato dilettantistico del Paese). Le altre amichevoli sono in calendario sabato 6 agosto (quando al polisportivo andrà in scena il Trofeo Europoint, triangolare con San Giorgio Sedico e Plavis), una settimana dopo con il Nervesa, mercoledì 17 agosto a Lignano e sabato 20 agosto in trasferta a Bleggio, in Trentino. Il debutto ufficiale avverrà domenica 28 agosto, in Coppa Italia. Poi spazio alla prima di campionato, domenica 4 settembre.

Ore 20.30 – (Alto Adige) L’Alto Adige fa la sua bella figura anche con il Verona. A Stanghe di Racines gli scaligeri si impongono per 2-0, ma la compagine di Viali ribadisce la bella prestazione esibita con il Genoa, con un evidente progresso in termini di sviluppo e organizzazione di gioco. Situazione evidenziate soprattutto nella prima frazione di gioco, durante il quale i biancorossi hanno messo a dura prova il reparto difensivo dei giallobù. L’Alto Adige si presenta al confronto con il 4-3-3 e senza gli affaticati Fink, Sparacello, Sarzi e Lomolino. E’ il Verona a timbrare la prima azione 2’ con Fossati che detta la profondità a Pisano, l’esterno cross dalla destra per l’incornata di Pazzini che finisce alto. Al 7’ Tulli trova il corridoio per Furlan, chiuso da Coppola al momento della conclusione. Al 10’ il Verona è vicino al vantaggio con Viviani che, dopo un dribbling, va alla conclusione respinta a terra da Marcone, col tap-in di Pazzini che va a sbattere contro la traversa. Insiste il Verona ed al 17’ Fossati verticalizza in area per il controllo e la girata di Pazzini, senza esito. I biancorossi tengono bene il campo e si difendono senza affanni, al 34’ c’è il cross di Pisano per Greco che però non inquadra la porta. L’Alto Adige si fa vedere al 38’ quando una palla persa da Viviani, favorisce l’inserimento di Gliozzi “lancia” Tulli, il tiro dell’attaccante finisce sul fondo. Al 43’ Cia intercetta un pallone ed entra in area di slancio, ma conclude in maniera blanda. Si riparte con il Verona che ripresenta lo scacchiere immutato, mentre mister Viali cambia cinque giocatori, inserendo Coser fra i pali, Brugger in difesa, Obodo e Packer a centrocampo e Spagnoli in attacco. Al 3’ il Verona passa in vantaggio con Siligardi che si accentra in dribbling per poi scoccare un sinistro radente che sbatte sul palo interno per poi concludere la corsa in fondo al sacco. Gli scaligeri sfiorano il raddoppio al 7’ su cross di Siligardi che scatena il sinistro al volo di Greco che spedisce la sfera sul montante. Il Verona raddoppia al 17’ su cross di Luppi e tapin di Ganz, appena entrato in campo. Tre minuti più tardi biancorossi sfiorano al gol, con palla filtrante di Torregrossa per il tiro in corsa di Cess che colpisce un clamoroso palo a Coppola battuto. Al 40’ c’è l’ingenuità di Iurino che sgambetta da dietro Ganz, concedendo allo stesso Ganz un calcio di rigore, parato con bravura da Coser. Azione che praticamente sigilla il match che. Per l’Alto Adige, domenica prossima, sarà tempo di calcio vero con il primo impegno ufficiale della nuova stagione che vedrà i biancorossi fare visita all’Ancona per il primo turno della Tim Cup.

Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova aspetta per domani i documenti necessari a ufficializzare l’ingaggio del 22enne esterno destro Andrea Bandini, che si sta già allenando al Martelli grazie al nullaosta concesso dall’Inter. Bandini, che nell’ultima stagione ha giocato 26 gare nel Sudtirol, approderà in riva al Mincio in prestito: in cambio il Mantova cederà al club nerazzurro la punta classe 2004 Lamine Savane. Sempre per domani è atteso l’arrivo del 22enne esterno sinistro Giuseppe Nicolao dal Napoli. Il Mantova crede nel ragazzo e lo acquisirà a titolo definitivo ma, dato che lo scorso anno ha subìto un intervento al ginocchio per la ricostruzione del legamento crociato, Nicolao si allenerà per qualche giorno prima della firma, in modo che lo staff medico e quello tecnico del Mantova possano verificarne le condizioni. L’altro obiettivo del mercato del Mantova resta poi il regista Matteo Paro. Ieri c’è stato un altro contatto fra il Mantova e l’ex biancorosso, con la promessa di risentirsi a giorni. Paro ha infatti da subito messo in chiaro che sta aspettando risposte da un paio di club di serie B: se queste saranno negative, in Lega Pro il 33enne regista darebbe la priorità al Mantova. La prossima settimana dovrebbe poi essere decisiva per l’arrivo del 21enne portiere del Crotone Luca Maniero. Nessun acquisto potrà però essere fatto senza cessioni. Per Perpetuini è arrivata una richiesta anche dalla Carrarese. Tripoli piace ad Ancona e Reggina, mentre Momentè potrebbe tornare all’Albinoleffe in caso di ripescaggio.

Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) Potrebbe parlare subito della squadra, della tattica, del gioco. Luca Prina invece nella sua analisi post amichevole sottolinea in primis il calore della gente. Oltre 500 spettatori per la prima uscita stagionale del nuovo Mantova. Non male: «Questa cosa ci da energia – sottolinea il mister – anzi direi che da un senso a tutto quello che stiamo facendo. È la nostra arma in più, altre squadre non hanno questa spinta». Le impressioni su quanto visto scendono nel dettaglio soprattutto per quanto riguarda la prima frazione, quando in campo c’erano gli pseudo-titolari: «Siamo solo alla prima settimana di lavoro, difficile chiedere grandi cose ai ragazzi. Tutti però hanno fatto quanto abbiamo provato, in attacco qualche buona giocata si è vista. Per il resto siamo in una fase da lavori in corso». Un lavoro particolare per Francesco Ruopolo, rientrato in campo dopo mesi di infortunio: «È presto per capire le sue condizioni, ma sono contento di averlo visto in campo. Ci vorrà un mese per avere un quadro più dettagliato». Bene ha fatto Boniperti: «Non gli dirò mai che sta facendo grandi cose, voglio che cresca e che faccia il salto di qualità. Ha fatto un anno positivo e poi stagioni no, per diventare un giocatore completo deve trovare continuità. Può farlo». Dal mercato infine è arrivato Angelo Siniscalchi: «Devo ancora vederlo all’opera – afferma Prina – ma ha dimostrato con i fatti di voler tornare qui a Mantova e questo è già un ottimo punto di partenza». E sempre dal mercato potrebbe (condizionale d’obbligo) arrivare pure un altro ex che risponde al nome di Matteo Paro: «Ha personalità e può darci i giusti tempi di gioco in mediana. Mi piace molto anche perché può diventare un elemento importante all’interno dello spogliatoio. Lui ha un ottimo ricordo della città, vediamo come si evolverà la trattativa».

Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) L’Acm apre la sua nuova stagione con un 3-0 alla selezione dilettantistica mantovana (calciatori di Prima e Promozione), riscuotendo gli applausi di oltre 500 spettatori che sfidano la canicola del Martelli. Dopo una sola settimana di allenamento e con la rosa ancora in costruzione (i neoarrivati Bandini e Siniscalchi non vengono impiegati), dal Mantova non ci si aspettava granché. E invece nel primo tempo (da 39 minuti), quando Prina manda in campo un abbozzo di formazione titolare, qualcosa si riesce ad apprezzare. Innanzitutto i primi rudimenti di modulo 3-4-3, con manovre ben sviluppate sulle fasce: a destra dalla ritrovata coppia Zammarini-Boniperti e sull’altro fronte dal sorprendente 18enne Donkor (aggregato dalla Berretti) e dall’inossidabile capitan Caridi. Al centro dell’attacco, complice l’infortunio di Marchi (lieve distorsione al ginocchio) si rivede dopo tanti mesi Francesco Ruopolo: che appare ovviamente lontano dalla condizione migliore ma che lancia un bel segnale di speranza sul suo recupero dopo l’intervento al ginocchio. A metà campo Raggio Garibaldi e il 20enne senegalese Ibra fanno il loro, ma si avverte la mancanza di un regista di ruolo. La difesa, infine, poco impegnata, accusa qualche imbarazzo sui lanci lunghi. A sbloccare il match, dopo soli 6 minuti, è Boniperti che calcia bassa una punizione (conquistata proprio da Ruopolo) dai venti metri, sorprendendo Offer sul suo palo di competenza. Il raddoppio arriva al 22’, quando Caridi va via a sinistra e mette in mezzo una palla che, dopo un rimpallo, finisce sui piedi di Ibra, il quale insacca di destro il 2-0. Il tris potrebbe arrivare nel finale di tempo, ma prima Offer è bravo a deviare contro la trasversa un tiro di Donkor (splendido assist di Zammarini), poi a salvarsi in corner su Boniperti. Da citare sono poi una conclusione alta dell’attivissimo Donkor e un tiro a lato dell’attaccante dei dilettanti Bellini. Nella ripresa Prina butta dentro tanti ragazzi della Berretti e i “partenti” Perpetuini, Tripoli e De Respinis, nonché il neoacquisto Maccabiti. Ed è proprio quest’ultimo a prendersi la scena, segnando all’11’ un gol da applausi: dopo aver saltato in progressione quattro avversari, incrocia il sinistro e fa secco Gollini. Il portierino si prende però la rivincita nel prosieguo del tempo, con una raffica di interventi decisivi sullo stesso Maccabiti (buona la sua prova), su Tripoli e su De Respinis. E i dilettanti mantovani? Giocano in 11 contro 10 l’ultimo quarto d’ora (infortuni di Boccalari e Aldrovandi, sostituiti dal solo Rigon) e potrebbero segnare al 33’, quando Gambardella ed Errera combinano un pasticcio. Ma Omorogieva conclude fuori da ottima posizione. Per il resto si mettono in luce soprattutto il difensore Arduini e il mediano Bettari.

Ore 18.50 – (Gazzetta di Modena) Si chiude oggi la prima settimana di lavoro del Modena nel ritiro di Fanano, una settimana nel corso della quale Simone Pavan ha iniziato a plasmare un gruppo ancora orfano di diverse pedine e sin qui imbottito di giovani della Berretti. Negli ultimi giorni, però, il tecnico canarino ha potuto conoscere i tre nuovi giocatori portati in gialloblù dal ds Luigi Pavarese e proprio su questi saranno puntate le principali attenzioni nell’amichevole odierna con il Rolo di mister Pietro Ferraboschi, formazione di Eccellenza che alle 17 si presenterà al campo Lotta per sfidare i canarini. Il difensore Alberto Cossentino, l’attaccante Adama Diakite e l’ala Tiziano Tulissi vivranno oggi il proprio debutto con la maglia del Modena in un test che dovrà servire alla squadra per mostrare passi avanti rispetto all’amichevole giocata giovedì con il Fiorano, vinta a fatica grazie a due rigori e senza riuscire a mantenere la porta inviolata. Sarà inevitabile riuscire a farlo, altrimenti si rischia una figuraccia, considerando che la rivale odierna milita nella stessa categoria dei biancorossi e che nell’ultima stagione ha conteso fino all’ultimo al Castelvetro la promozione in serie D. Contro il Fiorano si era fatto sentire il duro lavoro atletico svolto nei primi giorni di ritiro, vedremo se oggi le gambe saranno ancora più pesanti oppure se con il passare dei giorni inizi ad emergere un po’ più di brillantezza soprattutto nei giocatori brevilinei. Sarà più probabile la prima opzione, visto che l’inizio del campionato di Lega Pro è pur sempre lontano ancora un mese. Per quanto riguarda l’aspetto tattico, Pavan dovrebbe continuare sulla strada intrapresa nelle prime due amichevoli, dunque puntare sul 4-3-1-2, ma con l’arrivo di Tulissi potrebbe anche iniziare a fare le prove di quel 4-3-3 da lui indicato come modulo prediletto. Dal mercato, intanto, si attendono rinforzi di esperienza: ieri non si è mosso nulla, anche se sul web è rimbalzata la voce di un interesse per Maikol Negro, esperto attaccante esterno classe 1988 di proprietà del Benevento ma fuori dai piani del club sannita. Sul giocatore, però, ci sarebbe un nutrito numero di squadre di Lega Pro, da Paganese e Juve Stabia fino a Reggiana e pure Parma. TIM CUP. Modena-Francavilla in Sinni, gara del primo turno eliminatorio di Tim Cup, si giocherà alle 18 di domenica prossima, 31 luglio, allo stadio Braglia. La decisione è stata presa in accordo tra le due società ed ufficializzata ieri. La vincente, nel fine settimana successivo, andrà a sfidare lo Spezia al Picco e, in caso di ulteriore passaggio del turno, l’Udinese al Friuli. Le modalità di prevendita e i prezzi dei biglietti saranno comunicati domani sul sito del club gialloblù.

Ore 18.20 – (Gazzetta di Reggio) Prime impressiono di Mr. Colucci dopo la prima uscita: «Intanto sono soddisfattissimo della settimana – rimarca il tecnico – tutti mi seguono compresi quelli della Berretti, non voglio una primadonna ma tutti giocatori disposti a dare il massimo per questa maglia». La formazione del primo tempo è quella che ha in mente? «Per me giocheranno sempre i migliori undici della settimana perché l’importante è fare risultato di squadra, ho visto una prestazione positiva da parte di tutti, nessuno ha mollato nonostante il lavoro in mattina e le gambe pesanti». Come valuta Guidone largo a destra? «Lui a destra ci può stare ed è stato bravo perché si è allargato ancora di più di quando gli avessi chiesto, gli avevo chiesto di stare magari più vicino a Marchi». E il giro palla difensivo? «Se serve per stanare l’avversario ok, ma fine a se stesso non va bene». Cosa manca a questa squadra? «Alcuni giocatori per completare la rosa; lo so io come la società, ma non abbiamo fretta perché è inutile prendere il primo che passa, prima è meglio fare una bella “risonanza” a chi vuole arrivare a Reggio». Qualche idea sul mercato? «Ci sono ragazzi che hanno sposato il progetto, vedi Marchi anche se non piace fare nomi, e può darsi che arrivi un altro profilo che farà comodo che in questo momento è sotto traccia come lo fu lui per venti giorni ma è più importante l’uomo che il nome». Sente pressioni? «Chi fa questo mestiere sa di avere responsabilità, pressioni non ne sento anche se mi emoziono perché ho sempre dato l’anima per la maglia». Cosa le hanno chiesto? «Non si è parlato di Serie B ma di alzare l’asticella settimana dopo settimana; il profilo basso paga, ma sappiamo che dobbiamo lavorare tanto per dare il 200% la domenica».

Ore 18.00 – (Gazzetta di Reggio) Parte alla grande la nuova Reggiana di Mike Piazza targata Colucci che si impone per 13-0 contro una selezione della Montagna nella prima uscita dell’anno davanti ai propri tifosi. La gara si è disputata sull’impianto di Villa Minozzo, che è anche teatro di questo ritiro granata, davanti ad oltre 700 persone piene di entusiasmo che hanno cantato e festeggiato per tutto l’incontro ed in ultimo hanno dedicato un tributo al nuovo tecnico che ricordano tutti anche come grande ex calciatore. La Reggiana è partita con quella che al momento può definirsi la squadra titolare, fatte le eccezioni di Bartolomei e Manconi fermi per infortunio e sostituiti da Calvano e Guidone, ed ha impiegato 12’ per trovare il primo gol, proprio dall’uomo più atteso cioè Marchi, spianandosi la via ad un successo più che rotondo. A parte la doppietta dell’ex Pro Vercelli tutto il reparto avanzato è andato in gol: Guidone addirittura con una quaterna, ma anche Nolè e Lafuente hanno gonfiato la rete due volte a testa, a dimostrazione che le cose davanti stanno andando bene così come si vedono già tante triangolazioni interessanti tra gli attaccanti. Alla lunga lista dei marcatori vanno aggiunti il giovanissimo Mecca, l’ex Primavera dell’Inter Bonetto, autore anche di una prestazione molto carismatica nonostante sia un debuttante tra i professionisti, ed inoltre è arrivata la solita zampata vincente di Spanò, tanto per cambiare di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Per il resto è difficile valutare i giocatori che, a parte gli infortunati già citati, oltre a Martina, Demalija e Vernocchi sono tutti scesi in campo, proprio per la differenza di spessore tra le due squadre però i tanti volti nuovi sembrano già integrarsi bene nello scacchiere di Colucci che, peraltro, continua ad adottare il 4-3-3 con alcuni esperimenti positivi come Guidone esterno destro d’attacco. Il giropalla degli ultimi anni non è stato completamente eliminato, d’altronde la linea difensiva è rimasta quella dello scorso anno con Mogos, Spanò e Sabotic col solo arrivo di Pedrelli sulla sinistra, ma è molto meno fine a stesso tanto che appena si intravvede uno spiraglio i difensori lanciano in avanti anche se le giocate non sempre sono recepite. Questa forse è l’unica nota stonata su cui lavorare ma siamo solo all’inizio della stagione e si attendono ancora altri colpi di mercato. Davvero tanto l’entusiasmo ed il calore di un pubblico molto più numeroso di quanto fosse pronosticato. Oggi la Reggiana effettuerà solo un allenamento defaticante alla mattina mentre da domani torneranno le doppie sedute in attesa delle due amichevoli di metà settimana contro squadre più blasonate che diranno di più sulla squadra.

Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Nell’attesa dell’acquisto di Suciu, potrebbero mancare ancora due colpi al Pordenone di Bruno Tedino. Non si tratterà però di due giocatori di spicco, bensì di giovani da inserire in rosa per completare l’organico. Nel dettaglio, l’allenatore del Pordenone (investito anche del ruolo di uomo-mercato) sta cercando un terzo portiere e un terzino destro. Due ruoli già coperti da giocatori d’esperienza, ma che necessitano di cambi da utilizzare in situazioni di emergenza. Al momento non ci sono nomi in ballo: si preferisce attendere agosto per vagliare possibili soluzioni low cost da prendere al volo. È definito, invece, l’acquisto di Sergiu Suciu, centrocampista classe 1990 di proprietà del Torino. La rescissione con il club granata è cosa fatta, così com’è pronto il contratto biennale che lo legherà al Pordenone fino al 2018. Romeno, gran fisico, Suciu condividerà con Burrai le chiavi del centrocampo neroverede. L’annuncio sarà dato domani dalla società: il giocatore sarà pronto per la prima gara di Coppa Italia. Così come sarà pronto – per il Padova – Matteo Mandorlini, che sta per firmare coi biancoscudati. Infine le vendite. Il Pordenone ha bisogno di “piazzare” sia Nicola Valente che Francesco Finocchio. Si tratta – per chi è interessato – di due affari a costo zero. Non farà opposizione alla rescissione dei contratti. Ma al momento manca la domanda.

Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Ciao Arta, grazie e arrivederci. Il pullman neroverde è partito ieri pomeriggio alle 14 dalla località termale dove i ramarri hanno sostenuto la preparazione precampionato. Oggi e domani riposo per tutti. La truppa si ritroverà agli ordini di Tedino e il suo staff martedì mattina per preparare l’amichevole del 28 luglio (alle 18) con la Primavera dell’Udinese. Sarà un test probante in vista dell’esordio in Tim cup del 31 luglio al Bottecchia con il Grosseto, match che il Pordenone dovrà affrontare senza gli squalificati Burrai e Suciu. TEDINO SODDISFATTO – «Sono state due settimane fantastiche – afferma Tedino dall’autobus che sta riportando il Pordenone a casa -. Siamo stati bene e abbiamo lavorato in maniera ottimale. Grazie a tutta le gente di Arta per l’ospitalità e la simpatia. Sul piano del lavoro abbiamo fatto tutto ciò che avevamo programmato. Importante il fatto che non ci siano stati grossi infortuni, a parte quello di Paolo Marchi (lussazione a una spalla, ndr) che è stato un incidente. Dal punto di vista del lavoro muscolare – sottolinea il tecnico – tutto è andato invece alla perfezione». Comprese le due amichevoli con l’Arta-Cedarchis (19-0) e il Bordano (21-1) che hanno anticipato la forza distruttiva delle batterie neroverdi. «Sono state due partite – si schernisce Tedino – organizzate per divertirci un po’ e rompere la routine degli allenamenti. Gli avversari inoltre sono stati bene attenti a non causarci guai fisici». TIM CUP – Fra sette giorni inizierà la stagione ufficiale. Pronti? «Lo sapremo – risponde Tedino – giovedì quando a Maniago affronteremo la Primavera dell’Udinese. Quello sì che sarà un test probante. Poi avremo solo 3 giorni per perfezionare la preparazione in vista del match con il Grosseto che è squadra tosta e ambiziosa. Per noi però – conclude Bruno – la Tim cup è una vetrina importante, vogliamo affrontarla bene e andare più lontano possibile». Peccato per le assenze di Suciu e Burrai. Meglio ora comunque che più avanti. ABBONAMENTI – Nel giro di quattro ore ben 70 persone hanno confermato l’abbonamento

Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Di nuovo a casa. Ieri il Pordenone è tornato dal ritiro di Arta Terme. E mister Tedino ha concesso a tutti due giorni di riposo. Si tornerà a lavorare al De Marchi martedì pomeriggio. Proprio martedì potrebbe esserci l’ufficialità dell’acquisto del centrocampista Sergiu Suciu (classe ’90). L’ultimo tassello che ancora manca al già notevole mosaico neroverde. Ma forse non l’ultimissimo, in quanto al rientro dalla tournée australiana con la Juventus, dovrebbe unirsi al gruppo anche il difensore Giulio Parodi (’97). A proposito: nella prima amichevole dei bianconeri con il Melbourne, Allegri ha schierato il futuro neroverde per tutto il secondo tempo, mandandolo in campo al posto di Rugani. Parodi ha ben figurato, a conferma delle ottime credenziali che accompagnano il talento bianconero.

Ore 16.50 – (Messaggero Veneto) È già febbre neroverde. Nel primo giorno di prelazione per gli abbonati (si riprenderà domani), il Pordenone ha staccato 70 tessere. Un boom mai visto. Almeno di recente. Basti pensare che a 100 si fermò la campagna abbonamenti del primo anno in Lega Pro. E che la scorsa stagione, nonostante il grande sacrificio per il pagamento della tassa di ripescaggio, i fedelissimi non hanno superato quota 200. Un avvio così scoppiettante non se l’aspettava nessuno. Nemmeno la dirigenza naoniana, che proprio alla vigilia del lancio della campagna aveva osato fissare come obiettivo il raddoppio degli abbonamenti rispetto a un anno fa. Fattori. L’eco della memorabile stagione passata, quando il Bottecchia ha fatto registrare più volte il tutto esaurito, ancora non si è spenta. E chi se lo immaginava un Pordenone in corsa fino alla fine per la serie B? E le file per comprare un biglietto? Posizioni, istantanee, cui non si era abituati. Ma a cui, se il campo confermerà le premesse, bisognerà piacevolmente abituarsi. Perché il Pordenone, nonostante la partenza di diversi big della scorsa stagione (Pederzoli, Pasa e Strizzolo su tutti) ha costruito una squadra, sulla carta, in grado di rimanere in alto. Rebus girone. C’è tuttavia anche chi ha storto il naso. Si tratta di quei (pochi) abbonati che a causa dell’allestimento delle poltronissime dovranno scalare verso il basso il loro posto, magari occupato da molti anni. C’è inoltre da risolvere il “rebus”, che non dipende dal Pordenone, del numero di partite casalinghe cui darà diritto l’abbonamento. I prezzi sono stati tarati considerando un girone a 18 squadre come quello dell’anno scorso. Dunque le gare interne contemplate sono 17. Ma se il format tornerà a 20 team, come auspicano i vertici della Lega Pro, balleranno due gare (da 17 a 19, infatti, passeranno i match del Bottecchia): il Pordenone ha già annunciato che, se così sarà, agli abbonati riserverà un prezzo di particolare favore per le due partite aggiuntive. Ma di certo l’ipotesi non fa impazzire di gioia. Date. Si saprà molto martedì prossimo, quando scadrà il termine per proporre domanda di ripescaggio in Lega Pro. In questo momento i posti vacanti sarebbero 12 (i 6 d’ufficio, più quelli lasciati liberi da Lanciano, Pavia, Rimini, Martina Franca, Paganese e Sporting Bellinzago). Il probabile fallimento del Como (di ieri la clamorosa notizia) aumenta l’incertezza, che sarà risolta dal consiglio federale del 4 agosto. Mentre l’8 agosto saranno resi noti i gironi. Il Pordenone potrebbe incontrare nel suo cammino Parma, Venezia, Padova, Reggiana e Alessandria. Ma con questa rosa, senza paura.

Ore 16.20 – (Giornale di Vicenza) Dunque, oggi si comincerà a sgambettare più e meglio di prima, il Bassano debutta nel pomeriggio alle 16.30 ad Asiago con la tradizionale amichevole d’apertura con l’Unione Settecomuni, i padroni di casa che misureranno la condizione dei virtussini che da due settimane ci stanno dando dentro tra pianura e Altopiano. Naturalmente le indicazioni di test simili sono nulle, primo perchè è calcio di luglio, molto meno attendibile di quello di agosto che già è pochissima cosa. Secondo poiché andrà in pista una squadra fatalmente in maschera (dal mercato sono previsti come minimo altri tre rinforzi corposi), monca perdippiù del convalescente Stevanin e che sulla corsia mancina ha visto aprirsi una voragine. Infine, il Soccer Team sgobberà sodo anche in mattinata, in muscoli saranno inondati di acido lattico e con le gambe impiombate non è mai lecito aspettarsi chissà cosa. Nel frattempo il mercato non si ferma: Giammario Piscitella è stato ingaggiato dal Catania in Lega Pro mentre ieri pomeriggio il ds del Trapani, Daniele Faggiano, ha firmato col Palermo in serie A dove sostituisce il dimissionario Rino Foschi. Non è un particolare da poco, in quanto Faggiano è il dirigente che con Seeber aveva intavolato la difficile trattativa per poter girare eventualmente l’italobrasiliano Caio De Cenco al Bassano con la formula del prestito annuale oneroso. Su questa base ci sarebbero stati degli spiragli e in ogni caso l’operazione per quanto tortuosa era comunque aperta. Ora la partenza di Faggiano da Trapani lascia in sospeso alcuni interrogativi. Sì, perchè non è affatto detto che il suo sostituto (ancora da designare) mantenga la medesima strategia adottata da Faggiano con la porta rimasta socchiusa per il Bassano. Ecco perchè Seeber segue da vicino la vicenda, poiché lo stesso Trapani è stato preso alla sprovvista e non ha al momento le idee chiarissime su chi nominare come nuovo general manager. Insomma la strada per approdare a De Cenco, anche per fattori improvvisi e imprevedibili come questo è ogni giorno più tortuosa, ma in via Piave ancora non si arrendono.

Ore 15.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Sono contento della prestazione della squadra» replica la prima affermazione di sette giorni prima, Filippo Inzaghi. Il tecnico dei lagunari aggiunge poi «quella contro il Real Vicenza è stata una buona gara, anche se i ragazzi hanno faticato molto in questi giorni di ritiro a Piancavallo. Sono soddisfatto perché abbiamo espresso un buon gioco. Teniamo anche conto che è stata anche una partita semplice, ma quel che mi è piaciuto è stato proprio l’atteggiamento». Da una settimana all’altra, siete passati dal misurarvi prima con i dilettanti della squadra di casa, quindi con una compagine migliore quanto molto assortita. Che peso hanno queste due amichevoli vinte? «Andando avanti avremo modo di crescere anche come avversario» è la risposta di Inzaghi, che dopo i due giorni di riposo scruta gli impegni prossimi. «Contro avversari di maggior valore potremo testare meglio la nostra crescita. Intanto, devo dire che il primo tempo contro il Real Vicenza ha mostrato un buon approccio da parte di tutti, come poi è stato confermato nella ripresa. Veniamo da 15 giorni di lavoro in cui abbiamo lasciato solo mezza giornata libera e questo ha il suo peso». Lasciato Aviano, tutto il gruppo ha due giorni liberi, prima di ripartire con destinazione Jesi dove il Venezia si misurerà poi con la Jesina. Sarà poi l’ora di trasferirsi a Norcia per completare la fase di ritiro. Tutto sommato, parte da Piancavallo tracciando un primo bilancio positivo? «Da quel che vedo, si sta formando un bel gruppo e questa è la base giusta con cui si può partire. Vedremo più avanti se saremo in grado di centrare tutti gli obiettivi che la società intende raggiungere. Per rispondere adeguatamente c’è bisogno di tempo, intanto però vedo che ci sono tutte le premesse utili». Gli schieramenti sono stati rimescolati, comunque si possono tracciare profili differenti con le varie soluzioni impiegate. Non c’è solo il 4-3-3 dunque? «Nel secondo tempo soprattutto, abbiamo giocato con gli attaccanti esterni più stretti, anche a piedi invertiti ed è quello che avevo chiesto ai ragazzi. Chiaro che Pederzoli o Stulac in mezzo al campo hanno caratteristiche differenti, ma cerchiamo le stesse cose in ogni caso. Sono tutti e due grandi giocatori, è anche bello avere un vertice basso in mezzo, comunque con soluzioni mostrate anche da categoria superiore. Starà a me gestirli nel modo giusto».

Ore 15.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Quattro gol per dare compimento al ritiro in altura e saggiare l’evoluzione nell’apprendimento degli insegnamenti di Inzaghi. Il Venezia chiude le due settimane in Piancavallo, tornando nel caldo afoso dello stadio Cecchella per affrontare una numerosa, quanto scollegata, compagine multinazionale etichettata Real Vicenza. Facendo la tara agli avversari, si può dire che hanno un bagaglio tecnico superiore ai dilettanti di seconda categoria padroni di casa, che erano di fronte domenica scorsa. Comunque, non da impensierire un organico come quello a disposizione di Inzaghi. Gli zero gol subiti in due amichevoli considerino questi elementi per essere valutati seriamente. Con Facchin in porta dall’inizio, il 4-3-3 chiesto dall’allenatore mostra uno schieramento di partenza rimescolato rispetto all’uscita precedente. Dal pacchetto difensivo si sgancia spesso Pellicanò, con sgroppate sulla sinistra. Le rifiniture dei centrocampisti sono da limare, come inquadrabile con più continuità è la porta da parte degli attaccanti. Sul versante offensivo il più mobile risulta Fabiano, protagonista anche di un paio di conclusioni fuori porta da buona posizione. Dopo 19′ il Venezia arriva a portare una insidia concreta e trova il palo a negare la segnatura di Tortori. 1′ dopo Virdis di testa risolve la situazione in area e sblocca il risultato. Con una prima frazione piuttosto sterile, si notano per altro miglioramenti negli sviluppi in ampiezza e profondità delle manovre di gioco. Il più penalizzato è Bentivoglio il quale, a pochi minuti dall’intervallo, viene toccato duro da un avversario. Nella ripresa cambia un po’ la musica. Sulla mediana Pederzoli tende a presidiare il vertice basso e il 4-3-3 mostra spesso combinazioni a rombo in mezzo al campo. A dare più lunghezza ai movimenti è Basso sulla corsia di destra. Dopo un paio di tentativi di Marsura fuori misura o ribattuti, il raddoppio arriva su rigore. Decretato per atterramento di Soligo, dal dischetto calcia Ferrari e spiazza Bastianello. Nell’affondo successivo, replica. Dowlin atterra Marsura in area, altro tiro dagli 11 metri che Ferrari trasforma alla stessa maniera: quota minima, angolato alla sinistra del portiere, che ancora si tuffa dalla parte opposta. Il risultato viene fissato da Malomo, che gira a rete da centro area il pallone pervenuto dal corner destro, con un bel gesto tecnico in semi rovesciata. Adesso due giorni di riposo e poi partenza per proseguire il lavoro, con destinazione Jesi, poi Norcia.

Ore 15.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Sono contento, i ragazzi hanno espresso un buon gioco». E’ soddisfatto mister Filippo Inzaghi al termine dell’amichevole di ieri giocata ad Aviano contro il Real Vicenza, ex Verona Stars. Un’amichevole a senso unico per gli arancioneroverdi, che nel possesso palla hanno recitato un lungo monologo condito di occasioni: 4-0 il risultato finale, con gol di Virdis, due rigori di Ferrari e la sermirovesciata di Malomo. «In questa prima parte di ritiro i ragazzi hanno lavorato molto, adesso crescerà anche il valore delle avversarie che affronteremo nelle prossime amichevoli. Il nostro obiettivo — aggiunge Inzaghi — è arrivare pronti al 28 di agosto e, prima, alla Coppa Italia. Ma sono soddisfatto dell’atteggiamento dimostrato da tutti, non posso che fare i complimenti ai ragazzi per l’impegno che ci stanno mettendo». Nella sfida contro i giovani del Real Vicenza, mister Inzaghi parte con il tridente d’attacco composto da Tortori, Virdis e Fabiano, ed è proprio Virdis a rendersi pericoloso dopo 5 minuti con un tiro dal limite, di poco alto sopra la traversa. Al 21’ arriva la prima ghiotta occasione: palo di Tortori, che sferra un diagonale favorito da un rimpallo. Passano un paio di minuti e il Venezia si porta in vantaggio con il colpo di testa di Virdis. Altri scambi, molta manovra, tanti gli incitamenti dalla panchina di Inzaghi. Si arriva alla mezz’ora: girata al volo di Fabiano, servito da Bentivoglio. Al 34’ ci prova Stulac, servito da Tortori, ma il tiro è alto. Il primo tempo si chiude sull’1-0 e intanto mister Inzaghi rimescola le carte, mandando in campo gran parte della panchina (Luciani, Malomo, Soligo, Galli, Pederzoli, Acquadro, Marsura, Ferrari e, nel finale, Fiore). Si riprende con la punizione battuta alta da Pederzoli, seguito da un colpo di testa di Marsura sopra la traversa. Marsura ci riprova, il portiere del Real respinge e Acquadro sfiora il raddoppio sulla ribattuta. Raddoppio che arriva al 20’, dal dischetto: a procurarsi il rigore è Soligo, atterrato in area, alla trasformazione ci pensa Ferrari che spiazza il portiere. Altro rigore per il Venezia, al 25’: stavolta è Marsura che entra in area da sinistra e viene atterrato. Ferrari concede il bis, con un gol fotocopia del primo, appena più angolato, per il 3-0. Il Real prova di tanto in tanto ad affacciarsi in avanti, ma senza mai impensierire Facchin. Alla mezz’ora Acquadro ci prova da lontano, sfiorando la traversa. Al 35’, dagli sviluppi di un calcio d’angolo, esce la perla di Malomo che insacca il quarto gol in semirovesciata. Il ritiro in montagna si è chiuso ieri sera: mister Inzaghi ha concesso due giorni di riposo ai giocatori, che si ritroveranno martedì a Mestre per la partenza alla volta di Jesi, dove mercoledì affronteranno la squadra di casa.

Ore 15.00 – (La Nuova Venezia) Filippo Inzaghi non nasconde, nel post partita, una certa soddisfazione. «Sì, sono contento della prestazione della squadra» dice l’allenatore del Venezia «Una prestazione buona, nonostante i ragazzi abbiano lavorato molto in questi giorni di ritiro. Abbiamo espresso un buon gioco, tengo conto che è stata anche una partita semplice, ma mi è piaciuto l’atteggiamento, ho visto impegno e questo mi piace». Dai dilettanti dell’Avianese a questa squadra molto assortita, che valore di test assegna? «Affronteremo via via avversari più consistenti» precisa il tecnico riferendosi ai prossimi impegni «così potremo testare meglio la nostra crescita. Veniamo da quindici giorni di lavoro spezzati solo da mezza giornata libera e questo ha il suo peso». Si chiude una prima parentesi di ritiro con programmi rispettati. «Si sta formando un bel gruppo e questa è la base con cui si può partire. Vedremo più avanti se saremo in grado di centrare gli obiettivi che la società intende raggiungere. La risposta ha bisogno di tempo, intanto però vedo che ci sono tutte le premesse utili». Fra primo e secondo tempo c’è stata un’applicazione diversa, meno rigida dopo l’intervallo, del modulo 4-3-3. Cerca alternative? «Abbiamo giocato con gli attaccanti esterni più stretti, anche a piedi invertiti ed è quello che avevo chiesto ai ragazzi. Chiaro che Pederzoli e Stulac hanno caratteristiche differenti, ma cerchiamo le stesse cose in ogni caso. Sono tutti e due grandi giocatori, è anche bello avere un vertice basso in mezzo al campo. Starà a me gestirli nel modo giusto». Due giorni liberi, martedì si va a Jesi dove il Venezia si misurerà con la Jesina, per poi trasferirsi a Norcia in un’altra parentesi di ritiro. Che segnali arrivano? «C’è un gruppo che ha voglia di lavorare» risponde Maurizio Domizzi «e abbiamo cercato di mettere in pratica quello che avevamo preparato, così come richiesto dal mister. Potevamo fare anche più gol, intanto però giochiamo abbastanza sciolti e in maniera naturale, seguendo le indicazioni».

Ore 14.50 – (La Nuova Venezia) Dodici gol fatti e zero subiti nelle prime due amichevoli. Si tenga conto di chi erano gli avversari e si apprezzino i miglioramenti sul piano dell’intesa. Per il resto, va tenuto conto del valore (relativo) espressione del paio di sgambate a completamento del ritiro in quota. Quanto sta predicando Filippo Inzaghi si comincia a vedere con maggiore intensità e ritmo. Per dimenticare il fresco delle due settimane in Piancavallo, il Venezia torna al caldo dello stadio “Cecchella” di Aviano e si trova di fronte una nutrita rosa di buoni intenzionati. Dall’altra parte un gruppo che ha cambiato perfino il nome, ora è Real Vicenza, una formazione di 28 giocatori, rigorosamente multinazionale anzi multicontinentale. Rispetto a sette giorni prima, gli sparring partner palesano caratteristiche tecniche maggiori certamente, messi a confronto con i dilettanti di seconda categoria dell’Avianese, che hanno affrontato il Venezia domenica scorsa. Le loro intese, in ogni caso, non risultano tali da creare grattacapi alla retrovia veneziana. Il modulo voluto da Inzaghi, il 4-3-3, parte da una base rimescolata. Non brilla la concretezza sotto rete. Ci vogliono 19’ perché il Venezia giunga a sfiorare la rete. Solo il palo dice no a Tortori nella sua più significativa occasione. Questione di poco tempo, comunque. Un giro di lancette ancora e Francesco Virdis di testa svetta e firma il primo gol. Qualcosa di buono c’è, vanno evidenziati i miglioramenti della manovra e l’applicazione dei principi di gioco. Il secondo tempo scivola via più fluido e, non a caso, arrivano tre gol. A centro campo l’inserimento di Pederzoli offre alternative alla linea mediana, con una capacità maggiore di pescare in profondità i compagni. In ampiezza, torna utile il dinamismo di Basso a destra. Se non vanno a buon fine i tentativi di Marsura, fuori misura o ribattuti, il raddoppio arriva su rigore. Non contestabile di certo, visto come viene messo giù Soligo. Ferrari dal dischetto spiazza Bastianello. Palla al centro, di nuovo Venezia in avanti e arriva il bis personale del cecchino dagli undici metri. Stavolta è Dawlin che stende Marsura in area. Altro tiro dal dischetto, Ferrari anche stavolta realizza in ugual modo, mandando il portiere dall’altra parte, mentre la palla resta bassa e angolata. Definitivo 4-0 per opera di Malomo, apprezzabile nel girare a rete da centro area il pallone pervenuto dal calcio d’angolo destro.

Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) I primi due test contro l’Arco e l’Iberos, giocati dopo pochi giorni di preparazione, sono stati archiviati con moderata soddisfazione dalla dirigenza del Vicenza e dal tecnico Franco Lerda. Contro il Carpi oggi a Pergine Valsugana (ore 17), l’amichevole rappresenterà un test sicuramente più probante, sia perché la partita verrà giocata dopo una settimana di preparazione, sia perché l’avversario è un pari categoria che punterà all’immediato ritorno in serie A. Lerda probabilmente anche oggi mischierà le carte schierando un Vicenza in cui l’obiettivo primario è quello di valutare i tanti giovani che si stanno allenando per dimostrare di avere i mezzi tecnici per giocare in B. Anche contro il Carpi si vedrà un Vicenza che proverà probabilmente a giocare con il 3-4-3, con la difesa che passa a quattro quando il possesso del pallone va agli avversari. Prove tecniche, come è giusto che sia, in un periodo in cui il risultato non conta più di tanto anche se a perdere non ci sta nessuno. Rispetto alla scorsa stagione al momento il Vicenza ha Raffaele Pucino al posto di Mario Sampirisi, passato al Crotone, Giuseppe Rizzo in mediana che prenderà il posto di Federico Moretti e Di Piazza nel ruolo di Giulio Ebagua a cui il Vicenza non ha rinnovato il contratto. Una squadra che finora ha quindi mantenuto la sua intelaiatura di base, con poche modifiche, anche se è chiaro che ad un mese dalla fine del mercato tutto può ancora succedere. In un quadro abbastanza delineato resta da chiarire la posizione di Nicolò Brighenti, il capitano del Vicenza ritenuto il giocatore sul quale fondare la nuova squadra. Da «incedibile», il difensore di Bussolengo è entrato al centro di una situazione quasi paradossale, considerato che per respingere le proposte di Frosinone e Chievo la dirigenza berica aveva deciso di adeguargli il contratto, un accordo firmato quando la società si apprestava a giocare il torneo di Lega Pro. Quello che non ti aspetti è che Brighenti irrigidisca di fronte alla prospettiva di restare a Vicenza e valuti la possibilità di cambiare aria. Uno strappo senza motivazioni note, difficile da ricucire, tanto che ad oggi il futuro la permanenza di Brighenti in biancorosso pare assai improbabile. Sul difensore di Bussolengo c’è il Chievo ma l’operazione non è certo una priorità del mercato; resta vigile anche il Frosinone dove Pasquale Marino stima molto il giocatore. A breve però si potrebbe aprire una pista che porta alla neopromossa Spal, società ricca ed ambiziosa che in questo mercato ha già centrato colpi importanti. Che Brighenti possa essere ceduto lo testimonia il fatto che il Vicenza continua a sondare il mercato e dopo Cherubin e Di Cesare, ha chiesto informazioni al Sassuolo per Ariaudo.

Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Piccoli guai anche in attacco. Matteo Di Piazza ha lasciato il segno tre volte e poi è uscito dolorante. Un forte colpo alla caviglia ha messo ko l’attaccante che difficilmente oggi sarà a disposizione di Lerda per l’amichevole col Carpi. Per Di Piazza, uscito malconcio dalla gara con l’Iberos come il compagno Adejo, non dovrebbe trattarsi di nulla di serio. Ventotto anni, siciliano di Partinico, l’ex giocatore dell’Akragas ha invece fatto molto sul serio alla sua seconda apparizione in biancorosso. Tre tiri che parevano proiettili sono stati il suo biglietto da visita, con tanto di applausi e “ooohhh” di meraviglia dagli spalti. «Sono stato felice del mio rendimento nell’ultima amichevole, ma soprattutto di vedere i risultati del Vicenza in campo. Alcuni schemi cominciano già a funzionare ed è bello vedere che quello che provi in allenamento riesce». Addirittura ha segnato la terza rete dopo essere stato toccato duro alla caviglia destra. «Sì, penso che in queste amichevoli i giovani vogliano mettersi in mostra… Ho subìto una brutta botta, sono uscito dal campo e poi sono rientrato. Ma dopo aver segnato, non ce l’ho più fatta. Avevo davvero male. Spero non sia nulla di grave». Perchè ha scelto Vicenza? «Volete saperlo? Quando sento parlare di Paolo Rossi mi viene la pelle d’oca. E poi questa è una piazza che mi fa impazzire. Ho vissuto una bella stagione in C con l’Akragas, facendo gol con continuità soprattutto nell’ultima parte del campionato. Spero di ripetermi qui a Vicenza, ho fiducia anche in Lerda, che avevo già visto allenare a Lecce, quando io vestivo la maglia del Benevento. Mi aveva fatto un’ottima impressione». Di Piazza ti guarda dritto negli occhi mentre parla e colpisce il suo gesto: si sfila la fede dall’anulare sinistro e lo bacia. «Il mio lavoro vale tanto, ma sono state mia moglie Serena e la mia figlioletta Sofia a farmi maturare come uomo. La felicità è questa». E in biancorosso, vuole trovare la felicità? «Certo, spero di fare bene, conquistarmi i miei spazi. Qui ho già capito: c’è un gruppo magnifico che ti mette nelle condizioni di lavorare nel modo migliore».

Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) La tegola è pesante. E dire che le aspettative, come si evince dall’intervista rilasciata da Daniel Adejo prima dell’infortunio, non erano di poco conto. Tutt’altro.Lerda l’aveva subito inserita tra gli elementi da confermare: è stato complicato raggiungere l’intesa con la società?No, è andato tutto bene. Ne avevamo già un po’ parlato alla fine del campionato, poi io sono partito per le vacanze tra Nigeria e Calabria e quando sono rientrato abbiamo subito ripreso il discorso: alla fine abbiamo trovato l’accordo per un contratto biennale, mi fa piacere poter rimanere qui a Vicenza.Una conferma che si è meritato grazie ad un ottimo finale di stagione.Sono stati mesi positivi per me personalmente, ma soprattutto per la squadra, che ha saputo rialzarsi da una situazione difficile. Siamo riusciti a raggiungere la salvezza con merito, e alla fine abbiamo potuto festeggiare questo risultato molto importante per tutti noi.E i nuovi arrivati? Quali sono le sue prime impressioni?Mi sembrano tutti ragazzi a posto, con tanta voglia di imparare e di mettersi a disposizione del gruppo. Ovviamente ci vorrà del tempo per poterli vedere all’opera, ma la prima impressione è senz’altro positiva.I tifosi del Vicenza hanno imparato ad apprezzarla molto, sono stati felicissimi della sua conferma. Cosa si sente di dire loro in vista del prossimo campionato, in attesa ovviamente di una guarigione che ci si augura rapida?Li ringrazio per il loro affetto e per il loro sostegno, ma per il resto credo sia giusto ripagarli sul campo. Tutti noi ci stiamo preparando per poter arrivare pronti al campionato, speriamo di poter ripartire bene per disputare una buona stagione e toglierci tutti insieme qualche soddisfazione.

Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) E’ calato il silenzio, per ora, sul caso Brighenti, ma l’auspicio è che le parti si parlino al più presto e che si possa trovare un accordo per il bene del Vicenza.Del tutto naturale però che il direttore sportivo Antonio Tesoro si stia guardando attorno in caso di partenza di Brighenti. Da Latina dicono che il Vicenza sarebbe interessato sia ad Andrea Esposito, classe ’86, alto 1.87 per 80 kg., sia a Riccardo Brosco, classe ’91, alto 1.91 per 83 kg., insomma i due centrali della formazione laziale. Altro nome che si fa è quello di Lorenzo Ariaudo, classe ’89, alto 1.86 per 79 kg., del Sassuolo. Infine sarebbe stato proposto Michele Cremonesi, classe ’88, alto 1.83 per 78 kg., del Crotone. Per il resto, dopo gli ultimi arrivi di Giuseppe Rizzo e Raffaele Pucino, il club di via Schio cercherà di sfoltire un po’ la rosa. Tra i giocatori che dovrebbero partire ci sono Francesco Urso, richiesto dalla Salernitana e dal Barletta, e Piergiuseppe Maritato al quale si sarebbero interessate il Lumezzane ed il Forlì. Anche se per ora non sono previsti altri arrivi in casa biancorossa restano comunque monitorati alcuni giocatori come il difensore Matteo Rubin, classe ’87, alto 1.83 per 75 kg., del Modena, che potrebbe interessare qualora andasse via Salvatore D’Elia. Continua ad essere seguito pure l’attaccante Giacomo Beretta, classe ’92, alto 1.85 per 85 kg., lo scorso anno in prestito alla Pro Vercelli, ma di proprietà del Milan. Altro giocatore seguito è il centrocampista Gennaro Acampora, classe ’94, alto 1.77 per 78 kg., di proprietà dello Spezia. Da registrare che, per quanto riguarda il settore giovanile, è stato preso a titolo temporaneo dalla Juventus il giovane portiere Filippo Dani, classe ’99. In realtà si tratta di un ritorno visto che il ragazzo, arzignanese di nascita, è cresciuto proprio nelle giovanili biancorosse.

Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Il campionato deve ancora cominciare, ma in difesa il Vicenza ha già qualche grattacapo. I problemi sono al centro. Capitan Brighenti va? Resta? La sua è una situazione molto particolare. E Adejo, che venerdì contro l’Iberos è uscito dal campo dolorante, dovrà effettuare lunedì degli esami per capire l’entità dell’infortunio al ginocchio. Lo stop sarà breve? O lungo?Fortuna che il campionato è ancora lontano e il tempo per recuperare da un infortunio, così come il tempo per trovare un sostituto di ruolo, nel caso in cui Brighenti prendesse la strada di Verona, sponda Chievo, c’è tutto. Ma intanto oggi c’è il Carpi, amichevole di lusso di questo ritiro estivo, un test che potrà dire senz’altro qualcosa di più sui valori tecnici del Vicenza e quelli dei biancorossi emiliani, avversari in campionato in virtù della retrocessione dalla massima serie.La partita, con fischio d’inizio alle 17, si disputerà al centro sportivo Costa di Vigalzano, frazione di Pergine Valsugana (il costo del biglietto è di 10 euro). Brighenti, salvo sorprese, giocherà. Chi non prenderà parte al match è Adejo: al nigeriano è stato fatale un movimento per avvertire immediato fastidio al ginocchio e dover abbandonare il campo al 43′ del primo tempo. Se oggi Lerda riproponesse il 3-4-3 delle prime due uscite, al centro potrebbero trovare posto i centimetri di Bogdan, che ha ben figurato sia con l’Arco che con l’Iberos. Sul centro-destra e centro-sinistra Lerda ha più opzioni, con Pucino, Madrigali, Beduschi, lo stesso Brighenti, che contro gli spagnoli ha giocato sul centro-sinistra (il centrale era Adejo).Proprio nel pomeriggio la retroguardia sarà osservata speciale, perchè dovrà contenere, tra gli altri, un certo Lasagna che nella stagione d’oro dei biancorossi targati Marino gelò il Menti con una doppietta. Il Carpi, che sta svolgendo il ritiro a Pergine, ha battuto nella prima amichevole, 14-0, la rappresentativa della Valsugana. La goleada è stata aperta da Pasciuti, autore di una tripletta, mentre sono andati a segno due volte a testa anche Comi e i giovani Mastroianni e Lamin Jawo, scesi in campo nella ripresa. Di Lasagna, Di Gaudio, Martinho, Mbaye e Franchini le altre marcature.

Ore 12.30 – (Gazzettino) «Non mi aspettavo un primo tempo di questo livello, sono molto soddisfatto». Enrico Cunico promuove il suo Campodarsego nella prima uscita stagionale dopo appena una settimana di lavoro sul campo. La squadra ha retto per un tempo con i biancoscudati, salvo poi arrendersi nella seconda frazione. «I ragazzi hanno messo in pratica tutto quello che avevamo provato in questi giorni pur avendo davanti una squadra di categoria superiore che possiede grande qualità. Ci siamo disimpegnati bene nelle due fasi di gioco e abbiamo creato anche i presupposti per andare in vantaggio, quindi devo fare i complimenti ai miei ragazzi». Può essere stato un anticipo di Lega Pro? «Per scaramanzia non diciamo niente, anche se tutti noi ci speriamo. Vediamo cosa deciderà la società». Al riguardo proprio questa mattina negli uffici del presidente Daniele Pagin si terrà una riunione nella quale sarà presa la decisione se fare o meno domanda di riammissione alla Lega Pro, tenuto conto che il termine scade martedì alle 19. Non è tanto una questione economica, quanto piuttosto di tempistica per produrre tutta la documentazione necessaria. Intanto, comunque, Cunico resta concentrato sul lavoro che lo attende sul campo nei prossimi giorni. «In questo momento sto pensando alla serie D e al prossimo impegno con la Maceratese nella Tim Cup che è una partita molto importante per noi. In vista di questa sfida la prossima sarà una settimana tipo nella quale effettueremo soprattutto un lavoro sull’aspetto tattico, e meno su quello fisico che riprenderemo quando andremo in ritiro a Folgaria. Prepareremo questo appuntamento al meglio per cercare di arrivarci il più brillanti possibile». Tra l’altro la partita si giocherà molto probabilmente a Campodarsego dato che la Maceratese ha chiesto l’inversione del campo. «So che loro hanno qualche difficoltà sul piano societario, però al di là di questo resta una compagine di categoria superiore formata da giocatori importanti».

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Alla vigilia dell’inizio della stagione, la Vigontina San Paolo aggiunge in difesa un altro tassello importante. Nella giornata di ieri, infatti, la formazione padovana di Serie D ha acquisito il centrale di difesa Riccardo De Biasi: ventidue anni compiuti lo scorso giugno, De Biasi, dopo aver cominciato a muovere i primi passi sui campi del Montebelluna, è passato nel settore giovanile del Padova con il quale aveva raggiunto il campionato Primavera. Negli ultimi tre anni, quindi, dopo aver lasciato il biancoscudato ha militato in Lega Pro con le maglie di Pro Patria e Reggiana. Il nuovo acquisto già domani si allenerà insieme ai nuovi compagni agli ordini di mister Vincenzo Italiano: alle 17, infatti, è prevista a Busa di Vigonza la prima seduta di allenamento della nuova stagione. ABANO. In casa Abano, invece, arriva un nuovo attaccante: il ds Andrea Maniero ha formalizzato l’acquisto dell’argentino Patricio Spada, classe 1993, che da domani sarà agli ordini del nuovo mister neroverde di Tiozzo. Spada è una prima punta, dotato di un fisico possente e di un buon calcio con entrambi i piedi: arriva all’Abano dal Deportivo Espanol, formazione di Serie B argentina, mentre in precedenza aveva militato anche con Tristan Suarez, Almirante Bown e San Lorenzo.

Ore 11.50 – (Gazzettino) Oggi alle 17 a Lavarone il Cittadella sarà impegnato nella terza amichevole precampionato, il Levico. Per Roberto Venturato un altro test utile per saggiare i progressi del lavoro che si sta portando avanti in ritiro, che capitan Iori già valuta positivamente: «Stiamo costruendo piano piano, giorno dopo giorno, la squadra per la serie B. Partiamo da una base già importante, sono stati aggiunti nuovi giocatori di valore che cerchiamo di far ambientare prima possibile. Sto vedendo lo spirito giusto da parte di tutti, voglia di lavorare con la mentalità vincente che chiede l’allenatore». Bene gli innesti sin qui arrivati: «Sono bravi ragazzi, tutti disponibili a seguire anche noi più vecchi. Hanno voglia di dimostrare di meritarsi la fiducia della società che li ha voluti e portati a Cittadella, in serie B». Iori li conosce praticamente tutti: «O di persona o perché li ho affrontati da avversario». Rispetto a un anno fa ci sono obiettivi completamente diversi. Dal puntare alla promozione si passa al raggiungimento della salvezza da conquistare prima possibile: «Dobbiamo tirare una riga su quanto fatto nella passata stagione. È stato bello, siamo stati bravi, ma questo è un altro campionato. Nel calcio non si può vivere di ricordi, anche se resteranno nella storia di questi colori». Si riparte dall’entusiasmo della vittoria in Lega Pro, negli ultimi anno le neo promosse hanno sempre fatto bene in serie B: «La spinta emotiva che ancora ci portiamo dentro è importante e dovremo essere bravi a sfruttarla sino in fondo. L’entusiasmo ci deve dare una grande carica per partire bene, con il piede giusto. È importante cominciare bene, soprattutto per una neo promossa». Lega Pro e serie B, due mondi diversi… «Sarà molto più impegnativa e lunga questa stagione, però il Cittadella conosce bene la categoria, è la sua dimensione, sa cosa deve fare per affrontare il campionato nel migliore dei modi». Quando vedremo la squadra che ha in mente Venturato? «Adesso bisogna ricreare il gruppo e l’affiatamento che c’era nello spogliatoio l’anno scorso. Avere una base solida è un bel vantaggio – spiega Iori -. Il lavoro dell’ultima stagione servirà ai nuovi, in campo trasmetteremo loro tutti gli insegnamenti imparati dal tecnico». FESTA DEL TIFOSO – Promossa dal Centro di Coordinamento dei Club Granata in sinergia con il Cittadella, e con la collaborazione del gruppo «Support Cittadella» e del comune di Lavarone, oggi nel ritiro granata andrà in scena la sesta «Festa del Tifoso». Sono stati prenotati 300 posti nella tendostruttura, i ritardatari potranno iscriversi per il pranzo direttamente agli impianti sportivi, sino ad esaurimento dei posti disponibili (circa 500). Il ritrovo per i tre pullman è fissato alle 7.30 al piazzale dello stadio Tombolato, la partenza per le 8. Il programma prevede la colazione a Lavarone, il pranzo alle 12.30, la lotteria, quindi alle 17 l’amichevole del Cittadella.

Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Saranno tre i pullman di tifosi che partiranno stamattina per Lavarone per la sesta edizione della “Festa del tifoso”. Due in meno rispetto all’anno scorso, ma, come spiega Pierluigi Basso, portavoce del Centro Coordinamento Club Granata, «vari gruppi raggiungeranno il ritiro del Cittadella con mezzi propri, in più in tanti hanno scelto di passare in montagna il week end. Al momento contiamo circa 300 partecipanti, ma sarà possibile prenotarsi per il pranzo sociale anche stamattina, fino al raggiungimento dei 500 posti disponibili». I tifosi avranno la possibilità di assistere alla terza amichevole estiva degli uomini di Venturato, alle 17 opposti al Levico Terme, avversario di Serie D, proprio come l’Altovicentino, superato per 2-0 mercoledì scorso. Per molti sarà l’occasione per vedere all’opera per la prima volta i nuovi arrivati. Tra questi c’è Simone Pasa, nella scorsa stagione fra le colonne del Pordenone rivelazione della Lega Pro. «Pensate alle coincidenze: in vacanza a Formentera, prima di rientrare in Italia, mi sono ritrovato davanti Scaglia e Schenetti, senza sapere che li avrei incontrati. Sono stati loro ad avvicinarmi: ma come, non saluti i tuoi nuovi compagni?» sorride il 22enne giocatore di Montebelluna. Jolly che può giocare sia da mezzala che da difensore centrale, in questo ruolo ha avuto modo di misurarsi in allenamento con Strizzolo, suo ex compagno in Friuli, e con Arrighini e Litteri. «Sono contento di ritrovare Strizzolo, perché è un attaccante che gioca per la squadra e che potrà rivelarsi molto utile. Litteri l’ho affrontato da avversario l’anno scorso e devo dire che non me l’aspettavo così forte: non solo per il senso del gol ma per quanto è fastidioso da marcare. Arrighini non lo conoscevo di persona, ma l’avevo visto più volte giocare: si vede che ha qualità e sono convinto che ancora non abbia dimostrato tutto il suo valore. Mi sembra che il Cittadella si sia mosso bene sul mercato, ma è bene mantenere un profilo basso: non parliamo di obiettivi diversi dalla salvezza». E lo dice uno che ha messo piede pure in Serie A, giovanissimo, nell’Inter di Stramaccioni. «Certo, l’approdo ai playoff della scorsa stagione ha lasciato il segno» conclude Pasa, «ma l’esordio in Serie A contro il Napoli è stato qualcosa di meraviglioso: non mi sento arrivato, ma respirare quell’atmosfera, davanti a 30-40 mila persone, è un’esperienza che mi rimarrà dentro indipendentemente da come si evolverà la mia carriera».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Ecco proprio Brevi che traccia un mini bilancio al termine del lavoro a Mezzano. «È positivo perché tutti si sono allenati senza intoppi e abbiamo lavorato centrando gli obiettivi prefissati. Ho trovato un gruppo compatto e unito, e mi è piaciuto il loro modo di approcciare allenamenti e amichevoli, tanto che abbiamo anticipato di mezza giornata il ritorno a Padova». La squadra, infatti, si sarebbe dovuta allenare questa mattina a Mezzano, invece ha fatto ritorno ieri dopo la partita. Già si intravede la sua impronta. «Siamo solo all’inizio e ci vuole pazienza per assimilare tutte le nozioni anche perché ci sono tanti giocatori nuovi. Dobbiamo migliorare un pò nell’aggressione della palla e nella cattiveria agonistica, mentre sul piano fisico siamo ancora lontani dalla forma ideale e non potremo essere brillanti con il Seregno». Sugli arrivi di Cappelletti, Mandorlini e Germinale. «Eravamo competitivi prima, a maggiore ragione adesso. Sono molto soddisfatto di averli». Negli ultimi due test ha proposto lo stesso undici di partenza. «Ho cercato di non cambiare per dare un indirizzo, ma sto cercando di dare a tutti la possibilità di mettersi in mostra».

Ore 11.00 – (Gazzettino) La squadra affronterà all’Euganeo il Seregno nel primo turno della Tim Cup. Tornando al mercato, negli ultimi giorni sono arrivati Cappelletti, Mandorlini e Germinale (non hanno giocato ieri dato che sono indietro nella preparazione rispetto ai compagni), segno ulteriore che la società vuole fare le cose al meglio. «Ce la stiamo mettendo tutta, e l’obiettivo che vogliamo raggiungere è abbastanza noto. Non mancheranno le difficoltà da superare, speriamo bene. Vediamo di iniziare al meglio la stagione e auguriamoci di disputare un campionato con la continuità che serve e senza infortuni». Ha avuto modo di conoscere più a fondo Brevi in queste settimane? «È una persona piuttosto riservata, però sta facendo un lavoro importante e ha le idee chiare. Sta dando un’impostazione per fare sì che tutto il gruppo si senta partecipe al progetto, e speriamo che riesca a metterci del suo per ottenere i risultati. Presupposti, serietà professionale e stimoli non gli mancano».

Ore 10.50 – (Gazzettino) «Tavano al Padova? C’è una trattativa in corso, abbiamo fatto la nostra parte e il giocatore ha manifestato la volontà di venire, ma ci sono cose che non dipendono da noi». È l’attualità del mercato a tenere banco, e le parole del presidente Giuseppe Bergamin lasciano intendere che l’attaccante può approdare all’ombra del Santo. «Non è più un ragazzino, ma resta un giocatore importante. È vero che dobbiamo guardare al futuro, ma conta anche il presente. E non sarebbe brutto se riuscissimo a lasciare la Lega Pro», ossia ottenere la promozione in serie B. Il patron si sofferma sulla prestazione dei biancoscudati. «Abbiamo visto una partita di fine ritiro con alcune difficoltà dal punto di vista fisico. Sul piano tattico la squadra si sta compattando, creando anche delle situazioni interessanti. Questo tipo di partite poi sono un pò all’acqua di rosa, anche se i giocatori devono cercare di mettersi in mostra per dare quell’affidabilità sulla quale contiamo. L’applicazione c’è stata, e dalla prossima settimana inizieremo ad affinare i meccanismi tattici dato che domenica prossima si comincia a fare sul serio».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Prima dell’intervallo un’emozione per parte. Bindi si oppone alla conclusione di Pignat (assist di Lauria), Brino invece evita quello che poteva essere un autogol sul tocco di Beccaro dopo il tentativo di Altinier. Padova in campo nella ripresa con gli stessi effettivi, e il nuovo vantaggio non tarda. Merito di Altinier che vince un contrasto in piena area e con il sinistro supera Brino. Non finisce qui, perché anche il tris è servito e protagonista è ancora Altinier. Madonna taglia il campo per l’inserimento di Dettori con la difesa del Campodarsego che resta immobile in linea, e appoggio per il bomber che tocca facile in rete. Dopo un’ora di gioco è il momento dei primi cambi: Tentardini, Mazzocco e Petrilli (fuori Favalli, De Risio e Altinier). Nonostante il Campodarsego ci metta buona volontà, la differenza anche di condizione atletica si fa sentire e così matura anche il quarto sigillo timbrato con un’inzuccata di Madonna sul calcio d’angolo di Emerson. A questo punto spazio a Dionisi, Ilari e Giandonato. Poi è il turno anche degli altri biancoscudati. Ormai il Padova è in assoluto controllo della situazione, e la sfida si chiude con la traversa colpita da Ilari.

Ore 10.30 – (Gazzettino) In copertura proprio Favalli e Madonna sulle corsie laterali sono chiamati ad abbassarsi per formare una linea di difesa a cinque, alzandosi invece quando i compagni hanno palla. In questa fase però i rifornimenti davanti non arrivano puliti, e così è il Campodarsego a rendersi minaccioso nello spazio di due minuiti, segno che in difesa i biancoscudati devono ancora trovare il feeling migliore. Prima sul colpo di testa di Meloni è abile Bindi a deviare la sfera che tocca il palo e termina in angolo. Poi Meloni non trova la porta sull’uscita del portiere. A sbloccare il risultato però qualche istante più tardi è il Padova che sfrutta al meglio una punizione al limite (fallo di Pignat su Altinier). Magistrale l’esecuzione di Dettori con il destro a giro sopra la barriera, e niente da fare per Brino. A conferma delle sue qualità Dettori pennella con il contagiri anche l’assist per il possibile raddoppio ad Altinier, che controlla male al limite dell’area e l’azione sfuma. E poco più tardi lo stesso attaccante biancoscudato viene atterrato senza tanti complimenti da Bedin, inevitabile l’ammonizione. Sul fronte opposto invece, ecco il pareggio. Madonna tocca Aliù in area, e l’arbitro assegna il penalty che Lauria trasforma.

Ore 10.20 – (Gazzettino) Si chiude con una vittoria il ritiro del Padova a Mezzano. Nell’amichevole con il Campodarsego a fare la parte del leone è Altinier, autore di una doppietta, ma da applausi sono state anche le reti firmate da Dettori (punizione impeccabile) e Madonna (colpo di testa). Nel complesso un test utile soprattutto per affinare condizione atletica, affiatamento e meccanismi dei biancoscudati, che domenica prossima saranno impegnati nel primo appuntamento ufficiale della stagione, ossia la sfida con il Seregno nella Tim Cup. Quanto al Campodarsego, bene per un tempo, vale a dire fino a quando le energie hanno retto. D’altra parte la truppa di Cunico ha iniziato a lavorare da appena una settimana, ma per quanto si è visto nella prima frazione le premesse sono positive. Brevi schiera lo stesso undici proposto nel test con la Lazio. L’avvio è al piccolo trotto, dedicato alla ricerca delle misure e delle prime geometrie prediligendo le giocate a pelo d’erba. Non manca l’agonismo, tanto che Favalli rimedia subito il cartellino giallo per un’entrata su Sanavia.

Ore 10.10 – (Gazzettino) «Ciao Panzer». Recitava così lo striscione esposto ieri dagli ultras in tribuna a Mezzano per ricordare Gastone Zanon, mancato mercoledì all’età di 92 anni, indimenticata vecchia gloria del Padova del “paron” Rocco. Prima del fischio d’inizio dell’amichevole è stato osservato un minuto di silenzio in memoria dell’ex biancoscudato, che è terminato con un lungo applauso da parte dei tifosi presenti in tribuna. Zanon ha indossato la maglia biancoscudata dal 1944 al 1957 (273 partite) giocando nella sua carriera solo con i biancoscudati, mentre nel 1948 era stato convocato con la Nazionale per le Olimpiadi di Londra, salvo dover rinunciare per motivi di lavoro. Una volta appese le scarpe al chiodo, con la sua impresa edile contribuì alla costruzione della parte superiore del settore distinti dello stadio Appiani.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Con la girandola dei cambi, il Campodarsego ha perso le sue certezze iniziali e raramente è riuscito a riproporsi in avanti. al 22’, quindi, i biancoscudati hanno calato il poker: calcio d’angolo del brasiliano Emerson, e colpo di testa vincente di Madonna. Al 43’ Ilari è andato anche vicino al quinto gol, con un colpo di testa che ha scheggiato la parte superiore della traversa: è finita 4-1, con una buona prova di un Campodarsego ancora molto da rodare, e un Padova che ancora unavolta ha dimostrato di aver già assimilato trame interessanti nel gioco ordinato da Oscar Brevi. Le voci. «Anche stavolta ho visto un buon Padova», le prime impressioni a caldo del presidente Giuseppe Bergamin. «Ho visto l’applicazione della squadra, e la prossima servirà per affinare ancora i meccanismi in vista della Tim Cup. Da domenica prossima si comincia a fare sul serio: contro il Seregno non sarà più un’amichevole».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Anzi, le prime due clamorose occasioni sono arrivate proprio sui piedi della formazione di Cunico: tra il 19’ e il 21’ Meloni ha avuto prima sulla testa (prodigioso Bindi a deviare in corner) e poi sul destro (pallonetto impreciso sull’uscita del portiere) la palla per il vantaggio. E al 23’, scampato il pericolo, i biancoscudati sono passati grazie alla punizione magistrale di Dettori dai 20 metri: destro sotto l’incrocio dei pali, e Brino battuto. Il Campodarsego, però, ci ha messo nemmeno dieci minuti a pareggiare i conti: dopo il fallo di Madonna su Aliù, è stato Lauria a realizzare l’1-1 dal dischetto. Altinier mattatore. Dopo aver rischiato sul finire di prima frazione di subire lo svantaggio sul destro di Pignat, il Padova a inizio ripresa ha messo la freccia, affidandosi ai piedi del suo bomber principe: Cristian Altinier. Nel giro di un quarto d’ora, l’ariete mantovano ha trovato le due reti in rapida successione che hanno scavato il solco tra i biancoscudati e l’avversario. Prima rete al 5’, con una girata dal cuore dell’area di rigore dopo aver recuperato un pallone vagante, e bis concesso al 13’, con un tocco a porta vuota sull’assist ancora di Dettori, di gran lunga il migliore in campo, servito in profondità da Madonna.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ultimo giorno di ritiro a Mezzano di Primiero per il Padova dopo il test amichevole con il Campodarsego, lungo il viaggio di ritorno verso la città. Da ieri sera, dopo il 4-1 inflitto nel match pomeridiano alla formazione biancorossa di Serie D, la squadra biancoscudata è rientrata in pianura, e da martedì comincerà a preparare la prima sfida ufficiale della stagione, quella contro il Seregno in Tim Cup di domenica prossima. Ma al di là del risultato del campo e di ogni discorso tecnico, quello di ieri è stato il momento del ricordo. Il tributo. “Ciao Panzer”, c’è questo striscione, tenuto dai tifosi biancoscudati sulla tribuna del Comunale di Mezzano, a salutare l’inizio del match amichevole. Un minuto di silenzio, prima del fischio iniziale, saluta per l’ultima volta Gastone Zanon, uno dei grandi del Padova di Rocco, scomparso qualche giorno fa senza che la squadra biancoscudata, l’unica per la quale – dal 1944 al 1957 – abbia giocato, potesse salutarlo di persona. Botta e risposta. Sul campo la squadra di Oscar Brevi, nell’ultima uscita amichevole prima dell’esordio in Coppa Italia, ha avuto la meglio su un buon Campodarsego.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) E dire che di motivi d’interesse ce ne sono eccome. Ad esempio il Padova che Oscar Brevi sta forgiando a sua immagine e somiglianza piace parecchio. È imballato, certo. Va più lento di quanto potrebbe, ma l’impressione è che tanti acquisti siano indovinati. Come Francesco Dettori, che prende in mano il centrocampo, segna con un gioiello su punizione, innesca Altinier per il 2-1, recupera palloni e ringhia come fosse una partita ufficiale, e non un’amichevole di metà stagione. Molti meccanismi sono ancora da oliare, ma questo Padova piace e promette bene. Il Campodarsego? Fa la sua degna figura e, se dovesse restare in serie D, sarà da inserire tra le favorite assolute per vincere il campionato. Nel primo tempo spaventa più volte l’ottimo Bindi, segna con l’esperto Lauria su rigore chiudendo in parità i primi quarantacinque minuti, poi nella ripresa cala, complici anche i cambi. Altinier timbra la rete altre due volte, Madonna dimostra che sulla fascia destra il cambio di passo è stato deciso quanto innegabile, Filipe cresce di condizione con il passare dei giorni. Insomma, sarà pure calcio d’estate, ma questa squadra può sicuramente giocarsela ai massimi livelli: «L’obiettivo — sorride Bergamin — lo conoscete tutti».

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Cinque gol, il sogno Francesco Tavano sempre più vicino a diventare realtà e uno sbarco in Lega Pro che potrebbe essere davvero dietro l’angolo. Padova-Campodarsego finisce 4-1 e potrebbe anche essere un antipasto di quello che accadrà nella prossima stagione. A giudicare dalle grandi manovre dietro le quinte e dalla deroga che potrebbe arrivare per giocare un anno all’Euganeo, non è un’idea campata per aria. Del resto, a forza di vedere cadere teste eccellenti sul fronte ripescaggi, il Campodarsego potrebbe fare compagnia al Padova nella prossima stagione. «Per adesso non me la sento di sbilanciarmi — spiega il direttore sportivo Attilio Gementi — ma ci stiamo provando. Entro domani si potrebbe sapere qualcosa». L’attenzione, oltre che sull’amichevole che chiude il ritiro di Mezzano di Primiero, si sposta però a fine partita su Francesco Tavano, il nome che può far impennare la campagna abbonamenti. «La trattativa è in corso — ammette il presidente Giuseppe Bergamin — sta procedendo e noi la nostra parte l’abbiamo fatta. Adesso vediamo come si comporterà l’Avellino, mentre il giocatore sembra gradire e pare motivato a venire da noi». Come si dice? Se son rose fioriranno, il dg Giorgio Zamuner ci crede e i tifosi sognano il colpo da novanta, la ciliegina sulla torta di una campagna acquisti eccellente. Insomma, a giudicare da quello che accade fuori dal campo, sembra che quello che invece succede sul prato verde di Mezzano passi quasi in secondo piano.




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