«Lo sport è passione, condivisione e amicizia. Mi dispiace constatare da sportivo e da sindaco che alcuni personaggi hanno fatto vergognare tutta la città e, in modo particolare, i veri tifosi presenti allo stadio. Chiedo scusa per loro a Keita». Con queste parole sul proprio profilo Facebook, il sindaco Massimo Bitonci prende le distanze dal gruppo di ultras biancoscudati che martedì durante il primo tempo dell’amichevole ad Auronzo di Cadore con la Lazio hanno ripetutamente apostrofato con insulti e ululati razzisti l’attaccante senegalese d’origine spagnola dei biancocelesti quando entrava in possesso della palla. Un comportamento deplorevole che ha scatenato la reazione di Keita, che si metto l’indice davanti alla bocca in segno di sfida dopo avere fornito l’assist a Djordjevic nell’azione del 2-1 proprio sotto la curva dove erano presenti gli ultras. Una vera e propria vergogna che ha fatto il giro di tutta Italia, dato che affrontando una delle compagini più quotate della serie A il disgustoso episodio ha avuto ampia cassa di risonanza sui principali media nazionali.
E non sarebbe una sorpresa se il giudice sportivo decidesse di prendere qualche provvedimento nelle prossime ore. Naturalmente anche lo stato maggiore del Padova ha bacchettato i propri tifosi, con il presidente Giuseppe Bergamin che a caldo nell’immediato dopo gara li ha invitati a cambiare registro etichettando come inaccettabile il loro comportamento. E sulla questione è tornato anche l’amministratore delegato Roberto Bonetto: «L’avevo già detto a suo tempo quando abbiamo preso la prima multa di cinquemila euro: la mamma degli imbecilli è sempre incinta. Quei ragazzi ci hanno fatto fare una brutta figura, anche se fortunatamente si tratta di una minima parte della nostra splendida tifoseria che ha rovinato una bellissima giornata di festa nella quale abbiamo visto il ritorno del Padova opposto a una squadra di serie A. Per colpa di quattro imbecilli non vorrei che la nostra tifoseria passasse come razzista». «Coloro che si comportano in quel modo – conclude Bonetto – non li considero tifosi. Come società possiamo solo dissociarci, sperando che tra di loro facciano un po’ di chiarezza».
(Fonte: Gazzettino)