Nella vita ha fatto per tanti anni il montatore meccanico. Segue il suo Cittadella in trasferta dal 2008, quando i veneti vinsero i play-off per accedere in serie B contro la Cremonese: “Quel giorno avevo la pelle d’oca-ricorda-anche se le trasferte più particolari sono quelle vissute da solo. E’ accaduto a Bari, perché la partita fu spostata in extremis al lunedì, e a Crotone, dove la tifoseria mi ha accolto e ospitato”. Nella stagione che avrà il via tra un mese Bari e Cittadella saranno di nuovo avversari in serie B: “Chi toglierei a loro? Marino Defendi, ho sempre avuto un debole per gli esterni di centrocampo. E il pubblico? Sono stato in decine di stadi, anche a San Siro nel match contro l’Inter di tre anni fa, ma quello che ho visto a Bari non ha paragoni”.
Il volto si emoziona quando gli si chiede di Vito Vasile, l’imprenditore che lo aveva contattato nel 2014 offrendogli un soggiorno di una settimana nel capoluogo pugliese per testimoniare l’affetto della comunità barese e scomparso otto mesi fa. “Vito era una persona meravigliosa, di quelli che ti catturano subito. Quando è venuto a mancare, è stato come perdere un parente. Mi sono messo in macchina di notte per raggiungere Bari”. Poi subito un aneddoto. “Abbiamo scoperto un’amicizia in comune: Giuseppe Beghetto, medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Roma del 1960 che si allenava con Vito. Ho organizzato un incontro a sorpresa e vederli piangere dopo 50 anni senza vedersi è un’emozione che mi resta nel cuore”. I suoi occhi sono ai prossimi calendari di B: “Ho tanti amici che mi aspettano a Bari”. Ma quel giorno non ha dubbi su chi tiferà: evade la risposta e rimonta in macchina. “C’è una salvezza da conquistare, vado a vedere cosa combinano i nostri”. Dai 35mila contro uno, a uno per tutte le stagioni. Giuseppe Ferronato, eroe romantico del calcio moderno.
Fonte: Luca Guerra per Gianluca Di Marzio.com
Foto: Facebook Giuseppe Ferronato