Live 24! Padova, in 300 per l’allenamento a Mezzano: stasera la presentazione ufficiale in piazza

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Ore 21.45 – Qui Mezzano: termina la presentazione.

Ore 21.42 – Qui Mezzano, Roberto Bonetto: “Dobbiamo fare solo una cosa, ovvero vincere!”.

Ore 21.40 – Qui Mezzano, Giuseppe Bergamin: “Noi siamo innamorati di questa maglia, e quando si è innamorati tutto può riuscire! Quindi rimanete innamorati di noi, e verrete ripagati perché questa squadra merita”.

Ore 21.35 – Qui Mezzano, interviene Andrea della Tribuna Fattori: “Due anni fa eravamo morti, e se siamo qua è per merito di Bergamin e Bonetto. Vorrei un applauso per Massimo Candotti, Dante Piotto, Adriano Zancopè ed il magazziniere Luciano De Franceschi perché rappresentano la continuità di questa società. Questo è il Calcio Padova, nato il 29 gennaio 1910, e degli altri non ce ne frega nulla! Non date retta alle voci e a quello che viene scritto. Noi con questa squadra e questa società vinciamo ovunque! Anche a Venezia, cosa ce ne frega se hanno preso Inzaghi”.

Ore 21.30 – Qui Mezzano, Giorgio Zamuner: “Abbiamo costruito una squadra importante. Manca ancora qualcosina, ma dovrebbe essere in arrivo… Questa è una piazza esigente, ma vogliamo soddisfarla!”.

Ore 21.28 – Qui Mezzano, Oscar Brevi: “Stiamo lavorando sodo per poi ripagare l’affetto dei tifosi Biancoscudati, che ci stanno dimostrando tutta la nostra vicinanza”.

Ore 21.25 – Qui Mezzano: presentati ad uno ad uno i giocatori biancoscudati.

Ore 21.22 – Qui Mezzano, interviene Ferdinando Orler, sindaco di Mezzano: “È un onore avere il Padova, sono molto legato alla città!”.

Ore 21.20 – Qui Mezzano: inizia la presentazione dei Biancoscudati.

Ore 21.00 – (Gazzetta di Reggio) Prima gli onori di casa da parte della presidente di Confcommercio Donatella Prampolini, che rimarca alcuni aspetti importanti della partnership del suo ente con la Reggiana. Poi il tuffo nel mercato ad opera del ds Andrea Grammatica. «Con questi tre nuovi innesti – analizza – abbiamo quasi completato il primo obiettivo e grazie anche all’appeal che la Reggiana ha sul mercato abbiamo fermato, ultimo in ordine di arrivo, Manconi. Seconda punta oppure esterno in base al modulo, il Novara crede molto in lui ma c’è una formula per potercelo assicurare anche in futuro». ALTRI ARRIVI. «Siamo ai dettagli con Stefano Pellizzari (1997, della Juve) per il pacchetto arretrato dei giovani, più avanti valuteremo qualcosa se capiterà. In generale manca un portiere, avendo due ragazzi in valutazione, un centrale difensivo con certe caratteristiche, due mezzali perché ora siamo soltanto in tre in mezzo al campo e davanti cerchiamo una punta centrale; poi vedremo se cercare un altro giocatore con le caratteristiche di Manconi per avere alternative». PARTENZE. «Abbiamo ceduto Antonio Letizia al Foggia. In prestito biennale con obbligo di riscatto in caso di promozione in serie B del club pugliese. Questo vale per tutti: se la Reggiana vede condizioni vantaggiose ed il calciatore idem, non tratterremo nessuno a forza tranne i giovani. Abbiamo appena detto no a richieste su alcuni giovanissimi che vogliamo veder crescere. Per Nolè vedremo i prossimi giorni anche se ha qualità importanti e non pienamente dimostrate». FUTURO. «Oggi se cerchi un giocatore di serie B non viene in Lega Pro mentre tra qualche giorno potrebbe succedere. In ogni caso non andremo ad offrire ingaggi di 200mila euro a nessuno perché non possiamo al primo anno chiedere sforzi immani a Mike Piazza nella campagna acquisti. Comunque ci saranno almeno otto undicesimi pronti a lottare per qualcosa di importante. Sappiamo che faremo alcuni errori ma intanto proviamo a dare al mister l’80% della squadra già in ritiro poi ci saranno altre fasi di mercato».

Ore 20.50 – (Gazzetta di Reggio) Héctor Otìn Lafuente, Jacopo Manconi e Mattia Bonetto – oltre a Jimmy Palmariello, attaccante classe ’99 dell’Entella che va rinforzare (è in prestito) la Berretti granata – sono gli ultimi colpi del ds Grammatica. I primi sono due attaccanti giovani, predisposti per giocare all’ala, con caratteristiche simili: calciano prevalentemente di destro e sono alti intorno a 1.80. Vanno ad integrare un reparto avanzato che, con la partenza di Antonio Letizia, annoverava solo Marco Guidone e Raffaele Nolè. Lafuente, classe ’96, arriva in prestito con diritto di riscatto e controriscatto dall’Entella: ha giocato anche nelle giovanili della Juve e del Saragozza, città nella quale è nato. Manconi, milanese del ’94, vanta già diverse presenze e tre gol in B col Novara ed alcune apparizioni in Nazionale Under 20 con tanto di marcature all’attivo. Bonetto è un centrocampista classe ’97 arrivato in prestito dall’Inter con la stessa formula dei colleghi sopracitati. MANCONI. «Ringrazio della fiducia, avevo soluzioni in serie B ma questo progetto mi è piaciuto. C’erano Ascoli e Ternana ma non con grandi interessamenti mentre alla Reggiana cercavano giocatori con la voglia di lottare per la maglia». In quale ruolo? «Trequartista o punta mentre nel 4-3-3 venivo utilizzato esterno sinistro. In Nazionale, nel 4-4-2, ero attaccante e mi trovavo bene come punta». A chi si ispira? «Mi piace molto Candreva: punta e salta l’uomo, questa è anche una mia peculiarità, poi sa anche far gol». LAFUENTE. «Ringrazio la società e soprattutto il ds che già mi portò a Chiavari vedendo in me qualcosa di importante. Credo sia l’anno giusto per dimostrare il mio valore». Perché è in Italia col calcio spagnolo all’apice? «Un’offerta come quella della Juve non si poteva rifiutare e non mi pentirò mai di essere venuto qua, anche se le mie caratteristiche si addicono più al calcio spagnolo. Ma se uno emerge in Italia, può dire la sua in ogni campionato. Avrei potuto tornare in Spagna ma il mio obiettivo era diventare un buon calciatore». Dove si schiera? «Preferisco alto a sinistra, ma anche a destra come è accaduto a Chiavari». Cosa ricorda della Juve? «Mi sono allenato con delle leggende come Pogba, Pirlo e Buffon. Un giorno racconterò ai miei nipoti». Il suo idolo? «Fernando Torres anche se gioca in un ruolo un po’ diverso dal mio». BONETTO. «Sono alla prima vera esperienza coi “grandi”. Ho giocato mezzala ma anche a due in mezzo al campo. Sono disposto a dare il massimo ovunque mi verrà chiesto». All’Inter cosa ha imparato? «Ti danno consigli che puoi apprezzare ma in squadre così importanti se non puntano su di te non sei molto considerato. Sono migliorato su piccole cose ma nulla di speciale». Ha qualche idolo? «Sono sempre stato colpito dalle bandiere come Maldini o Zanetti e mi piacerebbe un giorno diventarlo anche io».

Ore 20.30 – (Gazzetta di Mantova) La prima settimana delle visite mediche in casa biancorossa si è chiusa con Pietro Tripoli e Luca Menini, che nella mattinata di ieri si sono sottoposti al solito rituale precampionato al Green Park di Dosso del Corso. Tripoli, giunto lo scorso anno a gennaio, ha vissuto prima il periodo peggiore e poi la riscossa finale che ha portato alla salvezza: «Quello che è accaduto l’anno passato – afferma l’attaccante – ce lo siamo ormai lasciato alle spalle: si riparte da zero con la determinazione a dare il massimo per centrare l’obiettivo della salvezza». Non è un mistero che Tripoli sia nella lista dei cedibili anche se l’atleta siciliano per il momento non vuole pensarci: «Io so di essere un giocatore del Mantova, sono qui per le visite mediche e mi ripresento con una grande voglia di far bene. Qualora la società la pensasse in modo diverso me lo farà sapere, al momento non ho parlato con nessuno. Ambizioni ridotte? Per me non è un problema: l’anno scorso arrivai con la squadra al terzultimo posto ed in carriera ho vinto campionati nei quali al massimo dovevamo salvarci». Il mese prossimo compirà 19 anni ma Luca Menini può già vantare una discreta esperienza, l’ultima delle quali al San Marino in serie D dove ha centrato i playoff giocando sempre da titolare: «Per me è stato un anno importante – dice il difensore veronese – , in una società molto organizzata, dove sono stato trattato da professionista e sono riuscito a ritagliarmi uno spazio in prima squadra. Torno nel Mantova certamente maturato sia sotto il profilo tecnico-tattico che umano: sono consapevole che c’è concorrenza ma anche concentrato a provare a giocarmi le mie carte come ho fatto nel San Marino». Menini è al terzo ritiro consecutivo in biancorosso e non nega che stavolta gli piacerebbe fermarsi tutta la stagione: «So che ci attende un campionato difficile ma l’esperienza vissuta due anni con Juric ci fa capire che al di là della qualità dei singoli alla fine è il lavoro che paga più di tutti. Non conosco mister Luca Prina ma da lunedì avremo modo di passare molte ore in campo insieme». Mercoledì alle 17 al Green Park verrà ufficializzato l’accordo di collaborazione fra il Mantova e la struttura medica.

Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) Abituati a giornate più immobili dei sombreri a Città del Messico alle tre del pomeriggio, gli addetti ai lavori di viale Te devono aver vissuto ieri momenti epocali per l’”elevato” numero di telefonate, trattative e affari conclusi. In primis l’addio all’attaccante Moreno Beretta, che lascia l’Acm con sei indecifrabili presenze al suo attivo e che difficilmente sarà ricordato con i fazzoletti biancorossi al vento a garrire. Si tratta del secondo contratto che alleggerisce il bilancio della società, a fronte del quale è arrivata la conferma che lunedì il centrocampista Ibrahima Sene Pape dell’Entella potrà far parte della rosa biancorossa. Oltre a lui, grazie ai buoni uffici del dg Matteo Togni, è stata portata a termine anche la trattativa per l’arrivo del giovane attaccante bulgaro Krastev Rosen, classe 1998, di 1.91 d’altezza: «Un giocatore che conosco dai tempi di Bergamo – ha sottolineato il dirigente biancorosso – che ha un grande potenziale fisico e che con mister Luca Prina potrà migliorarsi molto». Rosen ha giocato nelle selezioni giovanili della Bulgaria, è una punta centrale capace di risolvere molte situazioni d’attacco con le sue qualità e sarà a disposizione fin da lunedì. Ma la notizia che più farà piacere ai tifosi mantovani è quella dell’ormai prossimo rientro dell’esterno d’attacco Filippo Boniperti, protagonista due stagioni fa con il Mantova di una stagione ad alto livello e che ad Alessandria, lui piemontese, non è riuscito a trovare gli spazi per esprimersi al meglio. Stamane i grigi andranno in ritiro ma il giocatore ha già informato la società che non intende partecipare alla preparazione per concentrarsi sulla soluzione del suo accordo con il Mantova. «Non accade spesso – sottolinea Togni – ma in questo caso è giusto dire che, per soddisfare la sua volontà di ritornare in una piazza in cuii si è trovato molto bene, Boniperti si è detto disponibile a fare in modo che il suo ingaggio sia contenuto». Una scelta rara a vedersi, che fa onore ad uno dei biancorossi più apprezzati del Mantova di Juric. Fra gli altri movimenti di mercato va detto che da lunedì si dovrebbe tornare a parlare di Angelo Siniscalchi, che conta in una maggiore disponibilità da parte del Mantova per ritornare in biancorosso. Sono invece sfumati i giovani Zigrossi e Lanini mentre per Nicolao il Mantova si è detto interessato, a condizione che l’ingaggio sia coperto dal Napoli che detiene il cartellino. Poche le chances di arrivare ad un accordo con Matteo Paro mentre i prossimi giorni dovrebbero essere quelli giusti per De Respinis alla Caronnese, Anastasi verso il Fano e Perpetuini conteso da Lucchese e Pistoiese. Il Mantova però parrebbe più favorevole all’ipotesi Lucchese, visto il rifiuto a trattare con gli apuani lo scambio con Damonte: «Non pensiamo – dice il team manager Paolo Musso – ad altre operazioni di scambio, l’obiettivo è quello di alleggerire le casse di quegli ingaggi onerosi che ci complicano un reale rafforzamento».

Ore 19.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La curiosità intorno al ramarro dopo la muta di giugno è tanta. Chi vorrà salire questo pomeriggio sino alla Val But potrà soddisfarla. Alle 17 Bruno Tedino farà vedere il suo nuovo Pordenone ai supporter, per la prima volta, sul rettangolo del campo sportivo dell’Arta, in località Val Pudia. Sarà l’avvenimento inaugurale del «Sabato neroverde ad Arta Terme», che si concluderà alle 20.30 con la festa al parco Savoia, nei pressi del Grand hotel Gortani che anche quest’anno ospita la truppa dello stesso Tedino per il ritiro precampionato. INSIEME – «Mi aspetto – dice il tecnico-manager – che siano molti, i tifosi che verranno a vederci, per rinsaldare subito quel patto d’alleanza con la squadra che nella scorsa stagione ci ha permesso di arrivare così in alto (secondo posto e semifinale playoff, ndr)». In Val But i neroverdi stanno lavorando sodo, agli ordini dei tecnici e dei preparatori. «Sono contento – racconta con soddisfazione Tedino – di quello che stanno facendo tutti i ragazzi. I «vecchi» sapevano già a cosa andavano incontro. I «nuovi» si sono adattati presto e nessuno tira indietro il piede». Ieri mattina si sono sottoposti prima a un duro lavoro di forza, poi a una fase tattica e infine alle ripetute (10 volte 600 metri). «Il ritiro – aggiunge l’allenatore – serve a noi per valutare i giocatori, ai calciatori per capire cosa vogliamo da loro e anche a loro stessi per imparare come ciascuno si deve muovere sul rettangolo, con e senza la palla». RANGHI MISTI – Vedremo il vero Pordenone subito dall’inizio? «No – risponde Tedino -, anche perché nei due tempi mischierò giovani e vecchi, questa volta d’età». Proviamo allora ad azzardare noi un ipotetico 11 iniziale, sulla base delle parole del mister, con Tomei fra i pali; Pellegrini, Stefani, Zavan e Uliari dietro; Burrai, Salamon e Buratto in mezzo; Azzi, Arma e Martignago davanti. Poi in corsa entreranno D’Arsiè e Rigo, Semenzato, Ingegneri, Marchi, De Agostini, Dussi, Marco De Anna, Cattaneo, Berrettoni, Pietribiasi, Andrea De Anna, Raffini, Finocchio e Valente. PROSSIMI TEST – Venerdì 22 Stefani e compagni affronteranno un nuovo test, sempre contro una Rappresentativa locale. È prevista un’amichevole vera e propria (il Pordenone tornerà a casa il 24 luglio) per il 28 luglio a Maniago, contro l’Udinese Primavera. Allora vedremo qualcosa di molto più simile al vero Pordenone. Domenica 31 luglio infatti i neroverdi affronteranno il primo turno della Tim Cup nazionale.

Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Preso Gerbaudo, prosegue la caccia a un altro centrcoampista in grado di sostituire Matteo Mandorlini. Nel frattempo, però, il Pordenone deve pensare anche al mercato in uscita. È il reparto avanzato quello più bisognoso di un’operazione di sfoltimento. Ecco perché una voce circolata sempre più insistentemente nella giornata di ieri si potrebbe trasformare in occasione d’oro. Il Padova avrebbe messo gli occhi nuovamente su Francesco Finocchio, attaccante esterno, ex Trapani, che dopo il prestito dell’anno scorso (sempre ai biancoscudati) è rientrato alla base e sta svolgendo il ritiro ad Arta Terme. Si sa: Finocchio non rientra nei piani di Tedino. Schierato da titolare nella prima parte della scorsa stagione, è finito pian piano ai margini del progetto, fino alla cessione a titolo temporaneo dell’inverno 2016. Da quel momento tra l’attaccante e il Padova è nato un feeling, che ora il Pordenone spera sfoci in matrimonio. La società non avrebbe problemi a rescindere il contratto e attende solo un segnale concreto da parte di Giorgio Zamuner, direttore generale biancoscudato. Su Finocchio c’è pure la Pistoiese, ma l’interesse dei veneti può rivelarsi più veritiero. Sempre da Padova, poi, si attende un segnale sul versante Mandorlini. La trattativa non è chiusa, anche se ormai il centrocampista ha lasciato il ritiro del Pordenone. La società di Zamumer deve prima vendere, per liberare un posto in mezzo al campo, e successivamente finalizzerà l’operazione che porterà il figlio d’arte in riva al Brenta. Intanto il Pordenone sonda il mercato e si prepara a piazzare il colpo Baccolo. In settimana dovrebbe andare in scena un incontro importante per il mediano, che sembra intenzionato a sposare il progetto neroverde. Classe 1990, ha giocato l’ultima stagione al Messina, nel girone C, ed è stimato dal tecnico Bruno Tedino. Altre due piste portano a Tommaso Bellazzini e Paolo Grbac, in uscita dal Pavia. Un’altra operazione riguarderà Nicola Valente, elemento in esubero in attacco, come Francesco Finocchio. Su di lui c’è sempre il Lumezzane, anche se dai bresciani non è mai arrivata una proposta concreta. Entrambi i giocatori sono ancora sotto contratto con il Pordenone, ma nello scacchiere della nuova stagione rischierebbero di non “vedere” molto il campo, e di conseguenza di perdere altro tempo prezioso per la carriera.

Ore 19.20 – (Messaggero Veneto) Non sarà certo la selezione Arta-Cedarchis a dire oggi di che pasta è fatto il nuovo Pordenone. Ma cominciare a vedere all’opera i nuovi acquisti neroverdi, e sognare con loro un’altra stagione da protagonisti, è motivo sufficiente per sobbarcarsi le circa due ore d’auto che dividono la città del Noncello da Arta Terme, sede del ritiro dei “ramarri”. Questo pomeriggio Arta Terme sarà l’epicentro del calore dei tifosi del Pordenone, attesi numerosi sugli spalti dello stadio Zuliani per assistere (dalle 17) alla prima sgambata amichevole di Stefani e compagni. Al loro cospetto, come detto, una selezione carnica. Al termine la festa, rientrante in questo speciale sabato neroverde, con musica live e chioschi (alle 19) di fronte all’hotel Gortani, che ospita la squadra, prima della presentazione ufficiale di staff e giocatori, che si svolgerà alle 20.30 nel limitrofo parco Savoia. Pronti ad alzarsi i veli, dunque, sul team che fra poco più di due settimane farà il suo debutto ufficiale, in occasione del primo turno di Tim cup, la coppa Italia delle big. Giovedì prossimo i neroverdi conosceranno i loro rivali, essendo previsto per quella data il sorteggio del turno eliminatorio della competizione al via domenica 31 luglio. Con tutta probabilità ai “ramarri” toccherà una compagine che milita nella serie D. Il turno eliminatorio si disputerà in gara unica al Bottecchia.

Ore 19.10 – (Messaggero Veneto) L’arrivo di Matteo Gerbaudo è una garanzia. L’ex capitano della Primavera della Juve può ricoprire più ruoli e non disdegna spingersi verso la porta avversaria. Come testimoniano le 21 reti in due stagioni trascorse nei giovani bianconeri. Tuttavia, qualcosa in mezzo al campo, dopo la partenza di Matteo Mandorlini, serve ancora. Terzetto. E il Pordenone in queste ore si sta movendo sotto traccia per cercare di scegliere l’uomo giusto, in grado di completare l’ipotetico terzetto mediano composto per l’appunto da Gerbaudo e dall’altro nuovo arrivo Salvatore Burrai. I nomi che circolano con più insistenza sono quelli di Pietro Baccolo (classe ’90), ex Messina, Tommaso Bellazzini (’87) e Paolo Grbac (’90), entrambi la scorsa stagione al Pavia. Favorito. Il primo, a quanto pare, sarebbe la prima scelta dell’allenatore-manager Bruno Tedino. Doti tecniche sopra la media, quel giusto apporto di imprevedibilità che in quella zona del campo non guasta, la sua affidabilità anche da un punto di vista fisico, tanto che è risultato uno dei più impiegati nelle sue ultime esperienze al Gubbio e alla Paganese, nonchè nell’ultima stagione sullo Stretto: in tutto, 71 presenze in 3 campionati di serie C. Decisamente più offensivo Bellazzini, che nel 2010 ha realizzato 10 reti in serie B con la maglia del Cittadella. Talento su cui scommettere quello del croato Grbac, che vanta già 6 stagioni nella massima serie del suo Paese. Giallo. Prima di tutto, però, andrà risolto il “giallo” Mandorlini. Il giocatore ha lasciato il ritiro di Arta Terme in quanto deciso a rescindere il contratto che lo lega ancora per un anno al Pordenone e ed avere mani libere per accettare la corte del Padova e del suo ex agente Giorgio Zamuner, ora dg biancoscudato. L’accordo, tuttavia, al momento non è stato trovato. E a Padova temono che il presidente Lovisa non sia così disponibile a rompere il legame con uno dei protagonisti dell’ultimo, memorabile secondo posto in Lega Pro. Alla fine, come spesso avviene in questi casi, la volontà del giocatore risulterà decisiva. Ma intanto l’affare potrebbe slittare ai primi giorni della prossima settimana. E fino ad allora anche il Pordenone potrebbe rimanere in stand by nella caccia al vice Mandorlini. Interne. Da non scartare le possibili soluzioni interne. Il confermatissimo Matteo Buratto ha già dimostrato la scorsa annata (25 presenze e 2 gol) di potersi meritare una maglia da titolare. E l’eclettico Luca Cattaneo potrebbe essere anche provato in una posizione più arretrata. Serviranno esperimenti: oggi (alle 17) ad Arta il primo al cospetto della selezione Arta-Cedarchis.

Ore 18.50 – Qui Mezzano: termina l’allenamento.

Ore 18.30 – Qui Mezzano: ultimi scampoli di allenamento.

Ore 18.10 – Qui Mezzano: esercizi per il possesso palla a campo ridotto.

Ore 17.50 – Qui Mezzano: aumentano i tifosi, grande entusiasmo.

Ore 17.30 – Qui Mezzano: lavoro col pallone, viene tralasciata la parte atletica.

Ore 17.10 – Qui Mezzano: “torello” per i Biancoscudati.

Ore 17.00 – Qui Mezzano: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano. Più di trecento tifosi presenti!

Ore 16.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Ci sono momenti in cui lo sport e la carriera professionale passano in secondo piano. E Julien Rantier, nel giorno della sua presentazione ufficiale a Bassano, non ha mancato di farlo notare. Un pensiero preciso e diretto alla tragedia di Nizza, in cui ancora una volta il terrore ha colpito al cuore la Francia, ma non soltanto. Tutta l’Europa ormai si sente sotto attacco, nella maniera più imprevedibile possibile: Sono nato a Nimes – spiega – la città dove risiedono tuttora i miei genitori. Difficile esprimersi di fronte a una simile tragedia, è un dolore atroce. Tutta la Francia è stata nuovamente colpita è questo ci fa sentire deboli e impotenti, non ci sono parole, se non quelle di vicinanza ai familiari delle persone colpite». Rantier è arrivato dopo il placet di Luca D’Angelo che lo ha voluto fortemente, facendo sfumare la trattativa per Alessandro Sgrigna, mai veramente decollata. «Sono orgoglioso di essere qui. Appena ho ricevuto la chiamata del Bassano ho accettato – ammette l’attaccante francese – e l’ho fatto senza pensarci due volte, ho sempre avuto un’ottima impressione di questa società e di questo ambiente. In questi primi giorni ho capito che non mi sbagliavo: c’è molta umiltà e voglia di fare bene. Il territorio veneto poi mi piace molto, con la mia famiglia vivo a Piacenza, perché mia moglie è di lì, ma mi sono trovato sempre bene in questa regione sia nella mia esperienza al Vicenza, che in quella all’Hellas Verona. I giocatori in rosa al momento sono tutti molto validi sia in campo che al di fuori, come persone. Sarà un campionato difficile, ma avvincente, con molte squadre attrezzate, ma noi siamo pronti». La duttilità è uno dei cavalli di battaglia di Rantier: «Prediligo giocare dietro la punta – evidenzia Julien – ma sono stato impiegato spesso come esterno, seconda punta e anche come mezzala. Sono felice di aver ritrovato mister D’Angelo e Riccardo Taddei, seppur ora in altro ruolo. Per lui parla la sua carriera, ma in questi primi giorni ha già dimostrato la serietà e la professionalità nel nuovo ruolo in cui si è calato alla perfezione».

Ore 16.10 – (Giornale di Vicenza) Tutti pazzi per Matteo Chinellato, il centrattacco del Cuneo che coi piemontesi ha timbrato 12 reti nell’ultima stagione. Trevigiano, 25 anni, su di lui hanno posto gli occhi quasi in contemporanea il Bassano e il Padova. Poi però si sono accodate anche Como e soprattutto Cremonese. Insomma per arrivare al ragazzo che lo scorso febbraio ha scaraventato una torrida doppietta nella porta dei giallorossi cancellando una vittoria virtussina che sullo 0-2 esterno a un quarto d’ora dalla fine pareva in cassaforte, Seeber e la proprietà dovranno superarsi. Per questo tengono monitorati anche altri profili, su tutti Ciccio Coralli, l’ex Cittadella che vorrebbe venire al Bassano e che invece Livorno e Lucchese vorrebbero trainare da loro. Quanto al centrocampista, il toscano Andrea Caponi ha un mucchio di estimatori: Messina, Ancona, Bassano e lo stesso Pisa, che detiene il cartellino e che adesso medita seriamente di tenerselo per utilizzarlo in serie B. Poi è facile che in via Piave vadano su un mediano più fisicato e strutturato, visto che c’è da sostituire Davì e visto in particolare che quanto a tonnellaggio l’organico attuale è obiettivamente leggerino. Persino troppo. Intanto Seeber ha spiegato l’ingaggio di Bastianoni. «Rossi si è operato a Pavia per una pulizia al tendine rotuleo del ginocchio. Tornerà ad ottobre. E noi volevamo un portiere altrettanto affidabile».

Ore 15.50 – (Giornale di Vicenza) Ormai italiano di Francia, da oltre tre lustri nel nostro paese, Julien Rantier, 33 anni ad agosto, novello estroso di centrocampo del Bassano, non può restare insensibile dinanzi all’immane tragedia che l’altra notte ha colpito Nizza.Julien, questo è un altro colpo al cuore…Non ci sono parole. E’ qualcosa di atroce, di tremendo. Ho ricevuto un mucchio di telefonate. Io sono originario di Alès, a meno di 200 km da Nizza, quanto è successo è sconvolgente. Sono morti dei bambini innocenti, io sono padre, non lo posso accettare.Tornando, meno male, al pallone giocato, la chance di Bassano l’ha colta al volo…Esattamente. Sono fiero ed orgoglioso di avere scelto questa squadra e di essere stato chiamato da questo club. Nel calcio la serietà e la solidità della società sono note e quando sono stato contattato dal direttore Seeber non ho avuto esitazioni. Io poi adoro il Veneto, sono già stato a Vicenza e Verona e avrei voluto tornarci. Beh, adesso sono di nuovo qui. Felicemente.Lei è stato impiegato in un mucchio di ruoli offensivi. Potendo decidere, dove preferirebbe collocarsi?Dipendesse da me mi schiererei dietro le punte, da rifinitore. Fermo restando che non ho difficoltà a fare la seconda punta come l’esterno d’attacco o la mezzala classica. Ad Alessandria proprio con D’Angelo sono stato utilizzato da centrocampista. Il fatto è che da trequartista non sono di quelli che si mette lì in attesa del pallone da smistare. Mi piace muovermi su tutto il fronte offensivo e, se serve, anche andare a prendermi la palla più indietro per rilanciare l’azione.Qua ritrova Riccardo Taddei. Però da allenatore in seconda…Caspita, ha smesso da due mesi e l’ho visto già magnificamente calato nel nuovo ruolo. Gli ho fatto i complimenti, davvero sorprendente. In effetti uno come lui sarebbe utilissimo ancora in campo, altrochè.Dove può arrivare questo Bassano?Dunque, mi pare che la squadra sia reduce da tre anni strepitosi, no? Ecco, ripartiamo da lì per continuare a stare in alto. Vengo con una voglia speciale, sto bene, sono motivatissimo, l’ultima stagione per me è stata di segno positivo (8 reti e svariati assist in 30 gare con la Pro Piacenza, ndr) e perciò sono carichissimo.Ci racconti il Rantier privato…Marito e padre. Ho sposato una donna di Piacenza, ho due splendidi bambini, Mattia di 6 anni e Sophie di 4 anni e mezzo, un nome italiano e uno francese, così ho accontentato tutti. Il maschio tifa Juve ma è soprattutto mio tifoso. Se non segno si arrabbia, non posso sgarrare. Da ragazzino il mio idolo era Del Piero, ma la mia squadra del cuore resta l’Olympique Marsiglia, la più importante della mia zona. Gli sport mi piacciono tutti, forse il tennis di più.Lei ha masticato anche spicchi di serie A e tanta B. Quale è stato il rimpianto più grande in carriera?L’annata col Piacenza nella B delle big con Juve, Napoli, Genoa e Bologna nove anni fa. In estate sarei dovuto ritornare in A col Cagliari che mi voleva. I sardi e anche altre squadre. Non se ne fece nulla e là mi sa che è passato il treno giusto. Ma non ho recriminazione, soddisfatto di ciò che ho raccolto e pronto a vincere la sfida col Bassano.

Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Tacopina carica il Venezia che ha anche un Ferrari nel motore. Ventata di entusiasmo ieri a Piancavallo con il presidente Joe Tacopina (oggi di rientro negli States) a movimentare il ritiro arancioneroverde. Salito in mattinata ai 1300 metri della località pordenonese, il numero uno lagunare ha subito indossato la maglia d’allenamento seguendo da bordo campo le esercitazioni di Soligo e compagni, per poi intrattenersi a pranzo con mister Pippo Inzaghi e il suo lo staff. Sorrisi, battute e incoraggiamenti a tutti i giocatori, compreso l’ultimo arrivato Nicola Ferrari sceso dalla serie B di Lanciano (9 centri negli abruzzesi retrocessi in Lega Pro) che proprio ieri ha festeggiato il suo 33. compleanno. «Sono qui da poche ore ma le prime impressioni sono davvero ottime – la soddisfazione dell’attaccante trentino -. Sono carico e felice di far parte di un Venezia che ha qualità importanti, con molti giocatori che so essere forti per averli affrontati spesso da avversario». Dopo cinque anni tra i cadetti l’ex Lanciano torna in Lega Pro. «Conosco la categoria per averla vinta a Verona (con 10 gol all’attivo di cui 4 in altrettante gare dei playoff, ndr) e posso dire, proprio perché impegnativa, che dipenderà da noi dare il massimo e interpretare al meglio ogni partita. Da parte mia voglio portare la mia esperienza mettendomi al servizio della squadra». Ferrari d’altra parte passa per un numero nove particolarmente altruista, che Tacopina stesso «vede» pure in un 4-4-2 al fianco dello spagnolo Geijo. «Sono una punta centrale da 4-3-3 o 4-2-3-1 ma posso adattarmi a tutti i moduli. A noi attaccanti un allenatore come Inzaghi saprà dare quel qualcosa in più nelle indicazioni in area, per me poi, tifoso milanista, sarà ancor più emozionante avendo esultato tanto ai suoi gol». L’ex modenese non ha avuto tentennamenti sul sì al ds Perinetti. «Ci sentivamo da qualche settimana, poi ho parlato con Inzaghi che è stato schietto e onesto. Da subito ero molto interessato ad un progetto che seguivo già con interesse. Non è stato difficile scegliere Venezia, voglio contribuire a portarlo dove merita». Ieri la società ha depositato il tesseramento del centrocampista sloveno Stulac dal Koper e resta in attesa del transfer internazionale. Domani prima amichevole sul campo dell’Aviano di Seconda categoria (ore 17.30 stadio Cecchella).

Ore 15.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il rischio concreto è quello di andare in overbooking . Il Venezia, però, non vuole lasciare nulla al caso. E non vuole fare mancare nulla a Filippo Inzaghi. Ha provato a lungo a prendere Daniele Cacia, che ieri ha rotto con l’Ascoli e che potrebbe andare a Bari, ha seguito Pablo Granoche e alla fine ha scelto Nicola Ferrari. Svincolato dal Lanciano dopo il crack del club abruzzese, Ferrari è stato tenuto in stand-by per circa una settimana. Poi una telefonata di Inzaghi ha sbloccato tutto, dando il via libera alla fumata bianca. Ferrari si aggiunge a Geijo e a Virdis, sono ben tre le prime punte in organico. Ieri è andato in scena il secondo allenamento a Piancavallo, Ferrari si è presentato in buone condizioni e ha iniziato a lavorare duramente: «Sono felicissimo di essere qui – spiega – era un po’ di tempo che si parlava di questa possibilità e devo dire che ero molto attirato da Venezia come piazza e come progetto. La Lega Pro non mi spaventa, l’ho già fatta e sono pronto a tuffarmi in questa nuova avventura. Ho parlato con Inzaghi al telefono, è stato schietto e diretto, se sono qui è anche grazie a quella telefonata. A me piacciono le persone che vanno al dunque». Ferrari è stato subito catturato da Inzaghi, vero e proprio idolo, considerata la sua fede milanista di lunga data: «Mi ha dato impressioni ottime – aggiunge Ferrari – la sua presenza è stata fondamentale, ma questo progetto è entusiasmante e possiamo fare tante belle cose. Il mister può darci tanto, soprattutto a noi attaccanti. Sono milanista, ho esultato tanto per i suoi gol, adesso spero di far esultare lui. Conosco tanti compagni di questa squadra. Con molti di loro, Bentivoglio, Malomo, Marsura, c’è una conoscenza di vecchia data, adesso tutti insieme dobbiamo dare il massimo». La palla ora passa a Inzaghi che avrà problemi di abbondanza. Sulla carta il titolare è Geijko, 11 gol nella passata stagione al Brescia, Ferrari se la giocherà, mentre ci sarebbe anche Francesco Virdis, a rischio spazio. Da non escludere ulteriori sorprese. Nella giornata di ieri, intanto il club lagunare di Joe Tacopina ha depositato il contratto del centrocampista sloveno Leo Stulac, classe 1994, che ha fatto tutta la trafila delle giovanili della Nazionale del proprio paese e che militava nel Koper. Si attende solo il transfer internazionale per formalizzare definitivamente l’operazione, ma il giocatore è già in ritiro e si è aggregato al gruppo con il primo contatto diretto con Filippo Inzaghi. Non ci sono soltanto le entrate. Il Venezia ha chiesto che venga riconosciuto lo status di giocatore bandiera a Francesco Cernuto, altrimenti ci sarà almeno una cessione. Modolo potrebbe partire (Trieste), mentre sempre a Trieste potrebbero finire due protagonisti della passata stagione, e non addirittura tre. Per Matteo Serafini sembra praticamente fatta con il club alabardato, mentre Giampaolo Calzi ha raggiunto un accordo con il Varese, ma il ds Mauro Milanese ha messo gli occhi pure su Carbonaro e Gualdi, anche loro in odor di Triestina, sicura protagonista in D.

Ore 14.50 – (La Nuova Venezia) L’arrivo di Nicola Ferrari ha aumentato ancor più il potenziale in attacco della squadra di Filippo Inzaghi. Un giocatore di peso ed esperienza, forte di testa ma anche abile con il pallone tra i piedi, e un elemento duttile che può adattarsi a più moduli di gioco. Trentino, classe 1983, Ferrari alle spalle ha dieci stagioni di Serie B con le maglie di Albinoleffe (4), (Verona 2), Spezia, Modena, Crotone e Virtus Lanciano. Poche settimane fa con quest’ultima formazione ha salutato la categoria dopo lo spareggio nei playout con la Salernitana. «Se ripenso alla scorsa stagione non ho nulla di cui rimproverarmi, e neppure i miei compagni e lo staff tecnico» dice il nuovo attaccante del Venezia, «noi la salvezza ce la siamo conquistata sul campo, poi non è certo colpa nostra se la società non ha pagato i contributi e sono arrivati i punti di penalizzazione. Sono altri ad aver sbagliato». Poi è arrivata la chiamata del Venezia. «La trattativa è iniziata quando ancora si dovevano fare i playout ed ero squalificato. Il progetto mi allettava, ma ci siamo presi il tempo necessario. Poi mi sono svincolato con la retrocessione e ora eccomi qui, da ultimo arrivato nel gruppo». Nella carriera di Nicola Ferrari ci sono anche due campionati di Eccellenza a Salò, e tre di Lega Pro con Lumezzane, Pergocrema e ancora Verona. «Arrivo al Venezia con molto entusiasmo» aggiunge l’attaccante «lo percepivo da fuori leggendo i giornali o guardando i servizi televisivi, ma da dentro posso garantire che è ancora meglio. Questo è l’ambiente giusto per fare calcio, c’è un allenatore con grande carisma e una esperienza incredibile, e noi possiamo solo apprendere e fare il meglio possibile. C’è davvero tutto per fare bene. Nella vita e anche nel calcio non si smette mai di imparare e migliorare. Un professionista come Filippo Inzaghi ha tantissime cose da insegnare, e per me che sono un attaccante è una fortuna poter imparare da lui. Ognuno poi trova motivazioni dentro di sé, e venire al Venezia me ne ha fatte scoprire tante di nuove. Credo che questo sia stato il momento giusto per scendere di categoria. Ho rifiutato alcune proposte in B ma sento di aver fatto la cosa giusta». Ieri a Piancavallo è arrivato anche il presidente Joe Tacopina che ha pranzato con lo staff tecnico e seguito gli allenamenti. In giornata il Venezia ha anche depositato il tesseramento del centrocampista Leo Stulac, ma rimane in attesa del transfer internazionale, essendo il giocatore proveniente dalla federazione slovena. La squadra ieri ha svolto il regolare programma di allenamento secondo le tabelle previste dal tecnico, una fase di riscaldamento atletico, poi ancora lavoro sul campo di Piancavallo e chiusura della giornata con una partita a ranghi contrapposti. Domani ad Aviano (alle 17) è in programma la prima uscita stagionale contro la squadra locale.

Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Mario Sampirisi è un giocatore del Crotone. La società calabrese ha chiuso oggi l’acquisto dell’ex genoano che ha firmato un triennale a circa 350 mila euro netti a stagione. Il Vicenza di fatto non ha potuto fare nulla per trattenerlo: Sampirisi, nel contratto di un anno fa, aveva previsto una clausola risolutiva che permetteva al giocatore di liberarsi a una cifra fissata. «Siamo contenti per Sampirisi, ma non siamo contenti per il nostro club – ha precisato ieri il presidente del Vicenza Alfredo Pastorelli -, ci priviamo di un calciatore di grande valore». Una cessione dolorosa dal punto di vista tecnico per la squadra che il direttore sportivo dei berici Antonio Tesoro sta costruendo, in quanto l’ex genoano, premiato dai tifosi vicentini come il miglior biancorosso della scorsa stagione, ed unico giocatore del Vicenza a essere inserito nella top 11 della serie B appena conclusa, apre una falla nella fascia destra della difesa biancorossa. «A Vicenza sono stato bene – sottolinea Sampirisi – venivo da campionati in cui avevo giocato poco e in biancorosso mi sono ritrovato. Per questo voglio ringraziare tutti i tifosi . Spero che possano comprendere – continua l’ex genoano – che per me questa è un’occasione che non potevo rifiutare, e mi auguro che non sia un addio ma un arrivederci». Chiusa, quasi di sorpresa, la cessione di Sampirisi al Crotone oggi negli uffici del presidente Pastorelli, si sono incontrati Giuseppe Rizzo e il suo procuratore Paolo Paoloni con il direttore sportivo dei berici Antonio Tesoro. L’incontro si è chiuso con il Vicenza che ha avanzato una proposta che Rizzo valuterà, anche se le indiscrezioni raccolte non lasciano molte speranze che il mediano di Messina possa accettare e vestire il biancorosso. In alternativa il direttore sportivo del Vicenza sta valutando le posizioni di Francesco Della Rocca, come Rizzo attualmente al Perugia, e del giovane mediano dello Spezia Gennaro Acampora. Inoltre, come reso noto nei giorni scorsi, salirà ad Andalo in ritiro con il gruppo guidato da mister Lerda anche l’ex mediano di Inter, Bologna e Cesena, Gaby Mudingayi.

Ore 14.10 – (Giornale di Vicenza) È finita come avevamo preannunciato: ieri pomeriggio Mario Sampirisi ha firmato la risoluzione col Vicenza pur essendo legato alla società biancorossa fino al 30 giugno 2018. Questo è stato reso possibile perchè nel contratto del giocatore c’era una clausola che, ha affermato il presidente Alfredo Pastorelli, era stata fatta lo scorso anno dall’ex direttore sportivo Paolo Cristallini. La clausola in questione prevede che se il giocatore avesse trovato un club di serie A nella sessione estiva avrebbe potuto svincolarsi senza passare per la società alla quale, anche questo era già stabilito, sarebbero andati solo 100 mila euro. Anzi nemmeno 100 perchè metà della cifra finirà nelle casse del Genoa, club che aveva ceduto Sampirisi al Vicenza. Come abbiamo già scritto il giocatore andrà al Crotone con cui ha già trovato un accordo. Il massimo dirigente biancorosso in un comunicato ieri sera ha sottolineato: «Siamo contenti per Sampirisi, ma non siamo contenti per il nostro club, perchè questa azione ci priva di un calciatore di grande valore, naturalmente a Mario auguro a nome di tutta la società ogni miglior fortuna per il prosieguo della sua carriera e un sentito ringraziamento per quanto dimostrato in biancorosso». Da parte sua, l’ormai ex giocatore del Vicenza, ha rilasciato una dichiarazione dove a sua volta ringrazia tutti ed in particolare: «Il presidente Alfredo Pastorelli per avermi dato la possibilità di tornare ad essere protagonista in serie A».Quindi Sampirisi rivolge un saluto caloroso ai tifosi per l’affetto che gli hanno dimostrato e manda un in bocca al lupo ai compagni ai quali augura di vincere il prossimo campionato e riportare il Vicenza in serie A.Intanto ieri il diesse Antonio Tesoro ha proseguito i contatti per Francesco Della Rocca, classe ’87, 1.82 per 73 kg, di proprietà del Perugia. Il centrocampista è l’uomo di esperienza che il Vicenza ha bisogno di inserire a metà campo, ma ha un ingaggio elevato per il nuovo corso biancorosso e dunque si sta trattando.

Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Domani mattina salirà con il Vicenza a Fai della Paganella per il ritiro precampionato. E pensare che, se le cose fossero andate un po’ diversamente, in questo momento potrebbe essere a Rio de Janeiro per preparare un’Olimpiade… Marco Bresciani, preparatore atletico dei biancorossi, comunque non ha rimpianti: «Essere a Vicenza è un vero privilegio per me, mi ritengo molto fortunato – sottolinea -. Tra l’altro, da appassionato di corsa in montagna, conosco molto bene Fai della Paganella e Andalo: saranno posti meravigliosi dove lavorare».Però l’Olimpiade a Rio…Sarebbe stata un’esperienza unica. Tra il 2013 e il 2014 ho avuto la fortuna di lavorare assieme al fiorettista Andrea Cassarà, già bicampione olimpico, che sarà tra i nostri schermidori di punta anche a Rio. Proprio un anno fa si stava parlando di riprendere la collaborazione, ma si è concretizzata prima la proposta di seguire Beppe Scienza all’Alessandria, e così quell’opzione si è chiusa. Uno sport diverso come la scherma mi ha insegnato molto: ci sono alcuni esercizi specifici, ad esempio per il lavoro sugli adduttori, che ho testato con Cassarà e si rivelano efficaci anche per i calciatori.Ad Alessandria, in verità, poi è durata poco.Scienza è stato esonerato dopo quattro partite, quindi già a settembre ero in attesa di una nuova opportunità. Per mia fortuna si è ripresentata presto, perché a marzo, dopo la rinuncia per motivi famigliari di Francesco Bulletti, Lerda mi ha chiamato per seguirlo qui a Vicenza.C’era poco tempo per risollevare una squadra in difficoltà.Sì, ma personalmente sono stato agevolato, perché chi mi ha preceduto aveva fatto un buon lavoro. La squadra, più che dal punto di vista atletico, aveva delle difficoltà mentali che ne minavano il rendimento: Lerda e Bulletti avevano già individuato in quella prima settimana il metodo adatto per “sbloccare” i ragazzi, che poi si sono messi a nostra disposizione con generosità e spirito di sacrificio encomiabili. Tutti insieme abbiamo raggiunto un risultato molto importante, e non era facile.Nel finale di stagione avete spesso abbinato esercizio fisico e divertimento. Sarà così anche in ritiro? Per mia filosofia sono convinto che lavorando con il sorriso spesso si ottengono risultati migliori. Però inevitabilmente in ritiro, con due sedute di allenamento quotidiane fisse, la fatica si farà sentire, si dovrà correre tanto, e dovremo stare attenti a gestire le esigenze di ciascun giocatore anche per quanto riguarda i tempi di recupero.A proposito di recuperi, nel primo allenamento Mudingayi e Bellomo si sono limitati ad una corsa blanda. Com’è la loro condizione?Mudingayi viene da un anno in cui si è preparato da solo, recuperando da un infortunio al tendine d’Achille: ora ha un leggero problema muscolare, quindi per qualche giorno sarà a riposo, poi valuteremo. Bellomo, invece, sta facendo progressi molto incoraggianti, sta già cominciando a riaggregarsi al gruppo: considerando che si è operato al crociato a fine marzo, l’ho ritrovato molto meglio di quanto potessi sperare.E il gruppo nel suo complesso, dopo le vacanze, era fisicamente pronto?Sì, i ragazzi sono stati bravi, si sono tenuti in esercizio. Anche il nutrizionista Diego Fortuna li ha trovati bene: i test iniziali sono generalmente soddisfacenti, quindi abbiamo una buona base per ripartire.C’è qualche “”superatleta” nella rosa?Sarebbe ingeneroso fare un nome. Di sicuro se sono diventati calciatori professionisti di buon livello è perché anche a atleticamente tutti loro sanno farsi valere, sia pure con caratteristiche diverse.Quanto vi aiuta la tecnologia?Molto. Il gps, ad esempio, ci consente in ogni allenamento di valutare al meglio l’evoluzione della condizione di ogni giocatore. In questo modo, già dai primi allenamenti, possiamo personalizzare la preparazione.Quanto ci vorrà per avere una squadra in forma?Serve una visione di lungo periodo. In un campionato come la serie B inevitabilmente ci saranno cicli di condizione più e meno brillante: bisogna ottenere un buon livello di base sul quale poi variare il lavoro a seconda delle esigenze del momento. Come ho detto, le premesse sono incoraggianti: sono fiducioso che si possa ripartire bene come si era chiuso l’anno scorso.

Ore 13.30 – (Gazzettino) La rosa del Cittadella è quasi al completo e il direttore generale Stefano Marchetti fino al 31 agosto potrà godersi il mercato senza la necessità di intervenire, ma tenendosi comunque pronto a cogliere l’opportunità favorevole che si dovesse presentare. Oltre a Massimiliano Busellato, rientrato dal prestito alla Ternana, c’è da chiarire il futuro di Filippo Lora che sarebbe nel mirino della Reggiana. Il centrocampista però smentisce: «Non so niente di questo interesse nei miei confronti». E nega anche altre ipotesi: «Sono un giocatore del Cittadella e la mia volontà è quella di rimanere in questo gruppo per fare bene anche in serie B. Ho contribuito a riconquistare la serie cadetta e ritengo giusto dare il mio contributo per raggiungere altre soddisfazioni assieme ai miei compagni, che prima di tutto sono degli amici. E ciò per me conta molto». Nella scorsa stagione l’ex capitano della Primavera del Milan si è rivelato, soprattutto nel finale di campionato, elemento determinante per i successi della squadra. Sette i suoi gol realizzati, compreso quello di dubbia paternità messo a segno con la Pro Patria, emblematico quello che ha sancito la matematica promozione in B nel finale di partita il Pordenone al Tombolato. Un gran gol al volo con una bomba in diagonale finita sotto l’incrocio. Ricorda Lora: «Sette era il numero di gol che mi ero prefissato di raggiungere all’inizio di campionato, ci sono riuscito con un bel finale. Lo stesso numero di gol mi propongo di realizzare in questa stagione, anche se il salto di categoria renderà più difficile questo traguardo». Sulle prospettive del nuovo Cittadella, conclude: «L’intelaiatura è quella che ha vinto lo scorso campionato. Non è stato confermato qualche giocatore, e ciò dispiace a tutti, ma il direttore ha operato nel mercato in modo che ritengo mirato e lungimirante ringiovanendo e irrobustendo una rosa che potenzialmente ha maggiore qualità». Al suo quarto anno consecutivo in maglia granata, il centrocampista di Thiene restando a Cittadella diventerebbe fra un anno una “bandiera”, peculiarità non trascurabile ai fini della composizione della rosa. Forse per questo le lusinghe che circolano suoi confronti potrebbero non andare a buon fine. Sempre che, per dirla alla Marchetti, non arrivasse alla società un’offerta “facoltosa”.

Ore 13.10 – (Corriere del Veneto) Spiccioli di calciomercato a Cittadella in attesa della presentazione ufficiale della squadra, stasera in piazza Pierobon (20.30). Stefano Marchetti rivorrebbe Lamine Jallow dal Chievo per completare l’attacco: «Non posso aspettare all’infinito – ha detto il dg granata – se entro qualche giorno la situazione non si sbloccherà, virerò su un altro obiettivo». La fretta di Marchetti mal si concilia con le intenzioni del Chievo, che non ha alcuna intenzione di far ritornare l’attaccante gambiano nella città murata immediatamente. Rolando Maran vuole tenerlo nel ritiro di Brentonico per qualche altro giorno. Il diesse Luca Nember ha concesso una mezza promessa a Marchetti, nonostante per Jallow ci sia la fila il Cittadella resta in pole-position. E se la situazione dovesse andare troppo per le lunghe, Marchetti ha già in mano l’alternativa: Nicolò Pozzebon, gioiello della Primavera della Juventus, che il club bianconero darebbe volentieri in prestito in B. A breve si capirà tutto, nel frattempo in uscita c’è sempre Lora (Reggiana) e se quest’ultimo dovesse partire al suo posto potrebbe arrivare Staiti dall’Entella. Intanto Amedeo Benedetti ha svelato che il suo nuovo trasferimento in prestito dal Chievo al Cittadella va considerato, in realtà, una cessione a titolo definitivo: «La formula di trasferimento – ha spiegato l’ex esterno di Chievo e Pisa nel giorno del raduno al Tombolato – è stata studiata dalle due società per motivi formali. Quello che posso dire è che alla prima presenza diventerò ufficialmente del Cittadella e questo mi riempie di orgoglio, perché qui sono stato bene e penso di aver fatto un buon campionato. Sarà la mia prima volta in B, non vedo l’ora di cominciare e di fare bene. Magari spero anche di segnare qualche gol su punizione, un fondamentale in cui me la cavo abbastanza bene. Ma ci sono tanti portieri forti, dovrò migliorare ancora. La concorrenza di Martin? Nessun problema, ci mancherebbe. Dovrò sudare per guadagnarmi una maglia».

Ore 12.40 – (Gazzettino) Nella prima disciplina la coppia romana formata da Ilari e Sbraga sembra non avere rivali, mentre nel calcetto a dominare le scene sono Dionisi e Favaro. In albergo c’è pure l’immancabile Playstation, mentre l’idea di una rilassante passeggiatina serale nel centro del paese trova pochi proseliti. Alle 22.30 tutti in camera e, dopo quattro ore giornaliere di lavoro intenso, prendere sonno non è certo un’impresa. Tra le coppie di giocatori che dividono le stanze doppie, quella degli attaccanti Altinier-Neto Pereira, quella degli altri brasiliani Emerson-Filipe e quella che immaginiamo più vivace formata da Giandonato e Sbraga. La prossima settimana si aprirà con due giorni all’insegna del consueto programma, mentre mercoledì la comitiva si sposterà ad Auronzo di Cadore dove alle 17 disputerà l’amichevole di lusso con la Lazio. Il giorno dopo pomeriggio libero, venerdì doppia e sabato alle 16.30 l’ultima amichevole del ritiro con il Campodarsego. Domenica 24 il ritorno a Padova dopo l’allenamento mattutino.

Ore 12.30 – (Gazzettino) Nei giorni scorsi è arrivato anche il turno delle ripetute, sequenze di scatti di durata variabile, in questo caso in salita a rendere tale operazione ancora più faticosa. Quando il caldo si fa sentire, non manca a fine allenamento una capatina nel torrente che scorre a fianco del campo per tonificare nell’acqua gelida piedi e gambe. Doccia, un po’ di riposo e alle 13 si pranza. Ai pasti il menù varia, ma con le stesse linee guida di base: pasta o riso di primo, carne bianca di secondo, verdure al buffet e dolce, con la crostata e la torta ai frutti di bosco a farla da padrona. Un giorno è toccata la carne rossa, un’altra volta la pizza. Fino alle 16 assoluto riposo, con l’obbligo di rimanere in stanza e alle 17 è il momento della seconda seduta giornaliera, sempre intensa e sempre della durata di due ore. Solo giovedì è stata concessa la mattinata libera e lo stesso avverrà domani. Dopo la cena, programmata alle 20, ci sarebbe la possibilità di un po’ di svago, ma le energie rimaste sono quelle che sono e vengono tutte impegnate per avvincenti tornei di ping pong e calcio balilla.

Ore 12.20 – (Gazzettino) La località è di vacanza, ma a Mezzano i giocatori del Padova stanno lavorando duro e così la voglia di fare qualcos’altro nelle ore libero si riduce all’osso. Sta per completarsi la prima settimana del ritiro dei biancoscudati nella località trentina e il giro di boa coinciderà questo week end con la festa dei tifosi – di cui riferiamo a parte – che regalerà ai protagonisti del campo un tocco di colore e un diversivo rispetto a una settimana caratterizzata fondamentalmente dallo stesso copione. Ogni mattina la sveglia è fissata alle 8 ed è seguita da un’abbondante colazione che prevede, oltre ai consueti ingredienti di tale rito all’italiana, anche qualche variazione sul tema quali ad esempio insaccati e formaggio. Con calma il gruppo lascia l’hotel Salgetti e si sposta sul vicino impianto intercomunale per la prima seduta che inizia alle 10 e dura un paio d’ore, alternando l’attività con la palla sotto gli occhi di Oscar Brevi alla preparazione fisica agli ordini di Fabio Martinelli.

Ore 12.00 – Qui Mezzano: termina l’allenamento.

Ore 11.50 – Qui Mezzano: ultime fatiche mattutine.

Ore 11.30 – Qui Mezzano: intenso lavoro atletico.

Ore 11.10 – Qui Mezzano: inizia subito il lavoro sul campo.

Ore 11.00 – Qui Mezzano: arrivano i Biancoscudati.

Ore 10.50 – Qui Mezzano: arriva anche l’amministratore delegato Roberto Bonetto.

Ore 10.30 – Qui Mezzano: già presenti al campo sportivo quasi un centinaio di tifosi Biancoscudati.

Ore 10.10 – Qui Mezzano: lavoro in palestra a Fiera di Primiero per i Biancoscudati.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Proprio alla stessa ora comincerà l’allenamento della squadra, che tornerà a lavorare anche alle 17 prima che, questa sera, vada in scena il momento clou con la presentazione ufficiale, a partire dalle 21, della squadra e del nuovo staff tecnico ai tifosi nel centro di mezzano, in piazza Orler, seguita da un concerto. Domani, invece, alle 11 si svolgerà al campo di allenamento un simpatico quadrangolare di calcio a 5 che vedrà sfidarsi lo staff tecnico del Padova, i rappresentanti di Tribuna Fattori e Aicb e ad una rappresentativa composta dalle autorità locali. Dopo il pranzo (12 euro a testa per il menu completo) andrà in scena quindi la prima amichevole stagionale del Padova, che alle 15.30 sfiderà la locale formazione del Primiero. Sarà anche questo un momento di festa, ma anche di curiosità per vedere all’opera i primi giocatori acquistati dalla società biancoscudata.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La rescissione contrattuale non sarà un problema, ma questo colpo di testa ha destabilizzato un po’ i progetti biancoscudati: Mandorlini ora dovrà allenarsi da solo per un tempo imprecisato, almeno una settimana, perché fino a che il Padova non avrà liberato un posto in rosa per un “over” il suo ingaggio non potrà essere concretizzato, e in mancanza di questo non sarà possibile nemmeno farlo allenare con i nuovi compagni, visto che di mezzo ci sono questioni assicurative di non poco conto, per esempio in caso di infortunio. Al momento, quindi, sia Mandorlini che il Padova aspettano: Petrilli, Ilari, Dionisi e Giandonato sono i principali indiziati a cambiare maglia, ma non è detto che le prime cessioni possano arrivare in tempi brevi. In entrata, invece, verranno comunque accelerate le trattative per arrivare ai due elementi ritenuti indispensabili: un difensore e un attaccante di esperienza, prima di tutto, e poi i giovani da inserire nei vari reparti. Il programma. Ma oggi, come detto, il mercato lascia lo spazio alla festa e al calore della tifoseria, la cui partecipazione si preannuncia massiccia. Già da questa mattina, infatti, il centro sportivo Intercomunale di Mezzano aprirà i battenti alle 10 con gli stand organizzati da ultras della Tribuna Fattori e da tifosi dell’Aicb.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Domani si chiude la prima settimana di ritiro: tra colpi di mercato già concretizzati, e altri che – seppur ancora sottotraccia – continuano a muoversi, per il nuovo Padova di Oscar Brevi scatta oggi il weekend dedicato ai tifosi. Tra oggi e domani Mezzano si colorerà di biancoscudato con l’arrivo dei supporters attesi per tributare alla squadra il primo saluto della stagione nella località che ne ospita il ritiro. Mentre il dg Giorgio Zamuner, dopo aver chiuso per il portiere Giacomo Bindi e il difensore Michele Russo, va ancora a caccia delle ultime pedine dello scacchiere. Il retroscena. Un difensore e un attaccante, prima di tutto, ma senza dimenticare che su piazza, dopo che avrà rescisso il suo contratto con il Pordenone, ci sarà anche il centrocampista Matteo Mandorlini. Obiettivo numero uno per rinforzare ulteriormente la linea mediana biancoscudata, anche se gli sviluppi degli ultimi giorni hanno un po’ complicato i piani biancoscudati. Giorgio Zmauner, infatti, avrebbe voluto attendere di concretizzare un paio di cessioni, per poi andare a bussare alla porta della società neroverde. Il giocatore, però, tre giorni fa ha preso di petto la situazione, e di sua spontanea volontà ha comunicato ai friulani di volersene andare.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) A gennaio il trasferimento all’NK Istra 1961, serie A croata orchestrato dal suo agente Enzo Raiola, cugino del noto Mino. Adesso il Padova si fa avanti, il Chievo gradirebbe molto la destinazione, Zamuner per Da Silva stravede e aveva già provato a portarlo a Pordenone. Bisogna capire però se Victor accetterebbe la destinazione. É un affare che, se decollerà, lo farà più avanti. Perché, a parte Chinellato e Germinale, Zamuner pare avere un colpo in canna per l’attacco e ha deciso di aspettare. Un segnale preciso, perché altrimenti uno fra Chinellato e Germinale (reduce da un grave infortunio) potrebbe essere acquistato subito. Si è parlato pure di un clamoroso ritorno di Davide Succi, ma al momento sono arrivate solo smentite, considerando anche gli alti costi dell’operazione che comporterebbe l’acquisto dell’ormai ex centravanti del Cesena. Per la difesa il nome più gettonato è quello di Lino Marzorati, che tuttavia ha offerte dalla B dopo il mancato rinnovo al Modena. Al momento possibilità basse, fra qualche giorno però la situazione potrebbe cambiare. Piaceva molto anche Gozzi (Modena), ma il giocatore è sotto contratto e non si muove. Per Matteo Mandorlini bisognerà attendere la prossima settimana, mentre per la fascia destra la prima scelta di Zamuner come vice Madonna è Andrea Bandini, lo scorso anno al SudTirol e uscito dal settore giovanile dell’Inter. Ma in questo caso bisogna attendere le cessioni e non sarà semplice piazzare i vari Dionisi, Ilari e Giandonato, così come Petrilli che scarta la Lucchese e per il quale non sono arrivate offerte.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) L’attaccante? Non subito, ci vorrà qualche giorno. I rumors di radio-mercato indicano il Padova sulle tracce di un big, che adesso non può essere acquistato, ma fra una decina di giorni, chissà. Ecco perché i nomi di Matteo Chinellato e di Domenico Germinale, pur stimati da Giorgio Zamuner e Oscar Brevi, non sembrano la pista principale che in questo momento gli uomini mercato del club di viale Nereo Rocco stanno seguendo. È di ieri la notizia che per l’attacco c’è un altro profilo molto interessante nel mirino. È quello di Victor Da Silva, classe 95, che viene giudicato dagli addetti ai lavori uno dei profili migliori in assoluto in uscita dalla Primavera del Chievo. Due anni fa quando i gialloblù vinsero lo scudetto, Da Silva era stato considerato il migliore in assoluto. Poi il trasferimento al Teramo, dove Da Silva si è un po’ perso, scioccato dalla retrocessione a tavolino in Lega Pro per illecito sportivo.




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