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Ore 23.10 – (Il Piccolo) Giornata di colpacci quella di ieri in casa alabardata. La Triestina infatti ingaggia due calciatori il cui curriculum la dice lunga sulle ambizioni della prossima Unione, ovvero Lorenzo Cecchi e Giuseppe Aquaro. Milanese aveva assicurato che aveva pronta l’alternativa per Calzi, in caso di dietro-front dell’ormai neo varesino, e infatti in un paio di giorni ha risolto la questione, affidando le chiavi del centrocampo a Lorenzo Cecchi, 28 anni, toscano, play basso dai piedi buoni ma anche dinamico e dotato di gran temperamento. Soprattutto Cecchi è uno che i campionati di serie D ha dimostrato di saperli vincere, visto che lo ha fatto recentemente da protagonista con Pistoiese e Cuneo (dove ha giocato assieme all’altro neo alabardato França), prima della scorsa stagione un po’ in sordina trascorsa fra Poggibonsi e Jolly Montemurlo. In tutto per lui 172 presenze in D (oltre alle squadre citate anche lo Scandicci), ma anche 68 presenze in C2 con il Prato e un passaggio nelle giovanili del Chievo. L’altro colpo la Triestina lo ha messo a segno in difesa, ingaggiando un centrale di grande esperienza, l’italo-svizzero Giuseppe Aquaro, 33 anni, cresciuto nelle giovanili del Chievo, che vanta una prestigiosa carriera internazionale. Ha giocato infatti con Bellinzona, Vaduz e Aarau in serie A e B svizzere, poi addirittura con il Cska Sofia nella A bulgara realizzando anche una rete in Europa League, quindi un’annata con il Karlsruhe nella B tedesca, il Panetolikos nella serie B greca e un’esperienza cinese con lo Shenzhen Ruby. La scorsa stagione il ritorno in Italia nelle file della Lupa Castelli Romani, in serie C. Un curriculum di assoluto rispetto che gli assegna probabilmente il ruolo di leader della difesa. I due ingaggi di ieri seguono non solo quelli di França, Francescutti, Frulla e Brandmayr, ma anche la conferma di Davide Miani, under jolly (ha fatto sia il centrocampista che il terzino) che ha dato il suo prezioso contributo nella scorsa stagione e potrà essere utile anche nel prossimo campionato. Altro comunque bolle in pentola, pare che verrà portato in ritiro anche qualche giocatore da valutare durante la preparazione. Riguardo invece al giovane attaccante classe 1998 Gabriele Lombardi del Trieste Calcio, il presidente della società di Borgo S.Sergio Nicola De Bosichi fa sapere di non avere ricevuto nessuna richiesta ufficiale dalla Triestina. Comincia a prender forma anche il quadro delle amichevoli. Quasi certamente se ne giocherà una contro la Spal a fine ritiro. Ma si lavora anche per un’amichevole di lusso contro il Carpi il 3 agosto al Rocco.
Ore 22.50 – (Corriere delle Alpi) Sei mesi in cui «staccare mi ha fatto bene, dopo venti vissuti sempre di corsa». E la cosa, quando parliamo di e con Graziano Santomaso, mai può essere più azzeccata. Solo che adesso, rispetto a prima, si è spostato un po’ più in su in provincia. Tolto il neroverde a gennaio, per motivi neppure troppo nascosti di dissidi con l’allenatore Renato Lauria, eccolo in gialloblù. Ora tocca ai giocatori del Belluno passare sotto i suoi test, i suoi percorsi, le sue metodologie di lavoro. C’è chi sussurra sia il vero e proprio colpo di mercato estivo in Piazzale della Resistenza. D’altronde, carriera e risultati gli hanno dato più volte ragione. C’è anche un anno di lavoro con Rolando Maran, tanto per dire. Uno che adesso guida il Chievo dei miracoli nell’ennesima serie A. Eppure Santomaso prima di tutto ha un grazie da dire. «Al Belluno e a mister Vecchiato. Perché la stima datami con la chiamata è per me un motivo di orgoglio. E di responsabilità». Però era dura immaginare un Santomaso fermo ai box. «Può essere, però un conto è pensarlo e un altro la pratica. So solo che l’immediata telefonata ha reso meno duro il distacco dall’Union». Union però immagino sempre nei ricordi, visti i risultati ottenuti in 7 anni di lavoro. «Ci mancherebbe. Di certo i due ultimi mesi non andranno offuscare quello che abbiamo creato in neroverde. Non sarà una partita come le altre per me». Sembra proprio che lei si stia avvicinando in punta di piedi al Belluno. «Certo, perché sono curioso di vedere fin dove si potrà arrivare. Voglio capire il modo di lavorare dell’allenatore. Anche perché ormai il calcio non è più quello delle tabelle magiche che ti fanno ottenere i risultati. Ora l’alchimia di lavoro tra lo staff è fondamentale, tutti gli aspetti vanno integrati. La parte atletica deve essere al servizio del lavoro tecnico – tattico. Solo con il contributo di tutti si arriva alla meta». Passiamo al lavoro delle prossime settimane. 5 amichevoli per ora. Poche o sufficienti? «Il Belluno è un gruppo ormai consolidato. Si usa fissarne parecchie quando vi sono stati tanti cambiamenti, e quindi va fatto un lavoro per creare i meccanismi. Alla fine le amichevoli sono un ottimo allenamento. Una a settimana credo basti». Quanto può essere utile, rispetto allo scorso anno, giocare almeno una partita di Coppa prima di iniziare il campionato? «In generale vorrei dire che non capisco perché si snobbi la competizione. Per come è strutturata è utile secondo me avere ogni tanto la possibilità di giocare in mezzo alla settimana e dare la possibilità ai ragazzi di mettere minuti sulle gambe. È un’esperienza importante e cercheremo di farla fruttare al meglio». Partenza diesel o Belluno subito in forma già dalla prima di campionato? «Anche qui, penso sia sbagliato ridurre un avvio lento o scattante alla sola condizione fisica. È invece l’insieme del lavoro svolto che fa succedere una situazione piuttosto che l’altra. In generale però ci sta non essere al massimo nelle prime due partite ufficiali. Ma nel calcio non si può prevedere le cose in anticipo».
Ore 22.30 – (La Provincia Pavese) Entro le 19 di oggi si chiuderà il termine per presentare i ricorsi alla Covisoc per le società bocciate nei giorni scorsi. Tra queste il Pavia. Il presidente Alessandro Nuccilli – contattato ieri telefonicamente a Roma dove è rientrato dopo la due giorni pavese – afferma di aver presentato regolarmente la fideiussione. A parte che l’eventuale conferma di questa sua operazione, e della sua regolarità, potrà arrivare solamente dall’organo di vigilanza della Federcalcio, c’è il fatto che un’eventuale garanzia, seppur valida, non potrebbe sanare la questione Pavia avendo il club da regolarizzare anche i debiti con i calciatori (per le due mensilità di aprile e maggio) e quelli con Inps e Irpef. E contestualmente al ricorso contro la bocciatura della Covisoc andrebbero presentati tutti questi documenti: fideiussione e pagamenti debiti arretrati, oltre ovviamente a un assegno circolare da 9mila euro previsto per l’atto. “Questo è lo scoglio più grande da cercare di superare nelle ultime 24 ore – dice Nuccilli – I cinesi mi avevano garantito che si sarebbero fatti carico almeno di questa pendenza e invece sono irrintracciabili». Insomma le ore 19 di questa sera potrebbero segnare ufficiosamente, perché ufficialmente la Covisoc si pronuncerà lunedì 18 luglio e il suo verdetto sarà comunicato dalla valutazione del consiglio federale del giorno seguente, l’addio del Pavia al calcio professionistico. Ma da più di 48ore l’attuale presidente Nuccilli sostiene anche di voler continuare comunque con il Pavia anche in caso di bocciatura in Lega Pro iscrivendolo con una nuova denominazione in serie D. Operazione tutt’altro che automatica anche perché la bocciatura del Pavia nei professionisti e la pesante situazione debitoria lo porterebbe dritto dritto verso il fallimento.
Ore 22.20 – (La Provincia Pavese) Probabilmente per pochi giorni (ma attualmente lo sono ancora) diversi giocatori dell’ultima stagione azzurra sono ancora sotto contratto con il club di via Alzaia. La società nei giorni scorsi, come da accordi presi precedentemente, ha “liberato” gli atleti che nel frattempo avevano preso accordi con altre società. La lista è piuttosto lunga. Quelli che ufficialmente sono passati attraverso un trasferimento ufficiale sono per esempio il portiere, ed ex capitano del Pavia, Davide Facchin e il difensore Alessandro Malomo, entrambi approdato alla corte di mister Filippo Inzaghi all’ambizioso Venezia in Lega Pro. Cessione dal Pavia al Trapani in serie B, invece, per il cannoniere Andrea Ferretti. Stessa uscita via Pavia anche per Luca Ghiringhelli passato alla Reggiana e per Alessandro Marchi al Livorno. Rimane a titolo definitivo al Renate il centrocampista Nicola Pavan, dove era andato in prestito a gennaio. Discorso diverso, invece, per chi era a scadenza di contratto e quindi svincolato. Il brasiliano Paulo Dentello Azzi è ora al Pordenone, mentre a Livorno ha trovato un contratto anche Fabrizio Grillo. Anche Federico Carraro ha concluso il suo contratto con il Pavia ed ha trovato sistemazione al Teramo. Il primo ad annunciare la sua nuova squadra è stato Marco Martin, che di rientro dal prestito a Pordenone dove era stato “scaricato” a gennaio ha rescisso con il Pavia ed è salito in B con il Cittadella. Attualmente libero per fine contratto Dario Biasi, ma nelle stesse condizioni anche Elio De Silvestro, non riscattato dal Pavia e tornato federalmente al Lanciano, che però ha rinunciato alla Lega Pro. Diversi i giocatori azzurri sul mercato. Su tutti rimane Alessandro Cesarini che lunedì ha ottenuto la rescissione e, quindi, ha la possibilità di accasarsi direttamente con chi deciderà nelle prossime settimane. Sempre a livello contrattuale gli altri giocatori rimangono legati al Pavia, almeno ancora per qualche giorno. Tra questi calciatori come Sforzini e La Camera, ma anche prestiti di ritorno come Soncin e Sabato. L’esclusione dal prossimo campionato di Lega Pro della squadra azzurra porterebbe a svincolare tutti i giocatori attualmente contrattualizzati e i club interessati potranno trovare un accordo con i loro procuratori (ma di fatto questo sta già accadendo da settimane) e saranno liberi di tesserarli direttamente. Chi non trovasse offerte rimarrà almeno inizialmente “disoccupato”, vedendo sfumare nel nulla accordi magari pluriennali.
Ore 22.00 – (Gazzetta di Reggio) Doppia seduta d’allenamenti ieri in via Agosti nel secondo giorno di scuola per gli uomini del tecnico granata Leonardo Colucci, identico sarà il programma della giornata odierna (ore 9 e 17) mentre da domani il gruppo salirà in quota a Villa Minozzo, alloggiando alla Boccede Country House ed utilizzando le strutture sportive dell’impianto comunale, fino al termine di luglio. Ieri è stato il giorno dell’ufficializzazione di Hector Otin Lafuente, il giovane talento scuola Juve arrivato in prestito dalla Virtus Entella: il ragazzo si è messo subito a disposizione del tecnico, che peraltro conosceva bene per averlo incontrato nel campionato Primavera della passata stagione. Le sedute vanno via via prendendo ritmo, tra l’altro su un terreno di gioco che pare essere diventato un tappeto da biliardo dopo i due mesi di inattività che ne hanno consentito la semina di nuova erba, ed i giocatori, dopo la parte atletica, cominciano a prendere confidenza col pallone ai dettami del nuovo condottiero che alterna spesso fasi di lavoro per reparti a piccole partitelle per cementare il gruppo, non va dimenticato che sono infatti tanti i volti nuovi sbarcati a Reggio così come è ben nutrito il drappello dei giovani provenienti dal settore giovanile granata che sarà aggregato per tutto il periodo della preparazione. Regolarmente presente Antonio Letizia anche se le voci di una sua imminente partenza sono in aumento mentre l’unico con qualche problema è il giovane portiere Armando Demalija, di ritorno dalla Pro Patria ma proveniente dalla “cantera” reggiana, che essendo reduce da un intervento chirurgico lavora al differenziato. Tra le curiosità va segnalata la presenza di una vecchia conoscenza dei tifosi granata al campo di via Agosti: Filippo Agomeri Antonelli. L’ex ala destra della Reggiana, ora direttore sportivo del Monza, è venuto proprio a visionare alcuni promettenti giovani per rinforzare, eventualmente, la squadra brianzola; attesa da un duro campionato di serie D.
Ore 21.50 – (Gazzetta di Reggio) Nella sede di Eurodesign – tra gli sponsor granata per il terzo anno consecutivo – sono stati presentati Daniele Pedrelli, Maxime Giron e Christian Maldini. Andiamo a conoscerli. Quali sono le vostre qualità tecniche? Pedrelli: «Posso fare sia il terzino che il quinto di centrocampo, mi piace giocare molto la palla e cercare di arrivare sul fondo per metterla in area». Maldini: «Ho sempre giocato terzino, sia a destra che a sinistra anche se nella Primavera del Milan dopo essere cresciuto molto fisicamente sono stato spostato centrale». Giron: «Da terzino mi piace molto spingere sulla corsia di sinistra sia per attaccare che per rientrare in difesa». Pedrelli, lei voluto ad ogni costo venire alla Reggiana… «Avevo anche la possibilità di rinnovare il contratto ad Ancona, ma quando il direttore Grammatica mi ha chiamato non ho esitato un minuto e gli ho detto di sì». E’ vero che è anche un uomo spogliatoio? «A detta dei compagni è così. Sono una persona che cerca sempre di fare gruppo, cercando di aiutare chi in un certo momento è in difficoltà. Nell’arco di una stagione un momento difficile può succedere a tutti». Maldini, le pesa il cognome? «No, ci si fa l’abitudine agli occhi puntati addosso. Io vado avanti per la mia strada». A casa come hanno preso il suo arrivo a Reggio? «Sono stati tutti molto contenti, mio padre mi dà sempre molti consigli. Me lo chiede sempre se voglio che mi venga a vedere: per me non ci sono problemi». Con che spirito arriva a Reggio? «Per giocarmela al meglio dando il massimo ogni giorno in allenamento per poter scendere in campo nel maggior numero di gare possibile». Giron, a Chieti ha avuto come compagno di squadra Antonio Maschio che ha speso bellissime parole per lei. «Antonio l’ho sentito pochi giorni fa, mi ha detto che Reggio Emilia è una piazza importante, dove si può fare molto bene e dove i tifosi ti sostengono molto». Dopo aver assaporato la Serie B, per lei ripartire dalla Lega Pro è un peso? «Ho disputato anche il campionato di serie D e proprio la Lega Pro per metà stagione a Melfi l’anno scorso. Pensavo di iniziare il ritiro estivo con l’Avellino, ma sono molto contento di essere qua. Non sono parole di corcostanza: cercherò di tornare in serie B con la Reggiana».
Ore 21.40 – (Gazzetta di Reggio) Il reparto offensivo continua ad essere al centro delle manovre del ds Andrea Grammatica, dopo che ieri è stato ufficializzato il prestito dall’Entella di Héctor Otìn Lafuente. Piace molto l’attaccante Ettore Marchi, classe 198, che alla Pro Vercelli ha segnato 38 reti in 105 presenze. Marchi è alto 185 centimetri ed è una prima punta con le caratteristiche che piacciono al ds Grammatica, forte fisicamente, capace di far salire e giocare la squadra. Resta sempre in piedi anche l’ipotesi di David Curiale, attaccante del Trapani classe 1985. Ma la Reggiana non lavora solo alle punte. I granata sono infatti piombati su Andrea Esposito. Il direttore sportivo ha chiesto il forte difensore centrale classe ’86 al Latina che potrebbe lasciarlo andare in granata dopo tre stagioni in forza alla squadra pontina in serie B, dove ha collezionato 64 presenze, un gol e un brutto infortunio, due stagioni fa, al crociato del ginocchio sinistro. Si tratterebbe di un bel colpo per il reparto arretrato di mister Leonardo Colucci, che al momento può solo fare affidamento sui tanto giovani quanto affidabili Spanò e Sabotic. Esposito è un difensore dalla statura importante: pesante 84 chili distribuiti su 191 centimetri di altezza, una delle sue doti migliori è il colpo di testa. Leccese di Galatina, proprio nelle fila giallorosse ha disputato due stagioni da titolare in serie A nel 2008 e nel 2011, nel mezzo altre apparizioni nel massimo campionato con Genoa, Livorno e Bologna e una convocazione in Nazionale sotto il Lippi-bis. Mercato in uscita. Antonio Letizia è a un passo dal Foggia. L’attaccante, arrivato in maglia granata nel mercato di gennaio, avrebbe trovato un accordo con la squadra pugliese. Le due società lavorano per definire i termini di questa trattativa. Sono attese novità per oggi. La società pugliese vorrebbe dare come contropartita un portiere, anche se ci sono voci su un ritorno di Roberto De Giosa. Ieri il ds Andrea Grammatica ha un po’ frenato. «Letizia ha mercato e qualcosa è arrivato. Se ci saranno le condizioni giuste e vantaggiose per entrambi troveremo una soluzione. Grammatica ha bocciato l’idea di uno scambio con il Foggia tra Letizia e Roberto Floriano. «Ci è stato proposto, ma non è una priorità. Cerchiamo una seconda punta, mentre lui è un esterno classico. E’ un elemento importante per la categoria, guadagna tanto quindi al momento non abbiamo intenzione di portare avanti la trattativa». Il ds fin dal primo incontro ha iniziato a parlare a lungo con i giocatori. «Questa è una cosa che faccio usualmente, perché voglio avere un rapporto diretto. Dobbiamo martellarli sull’aspetto motivazionale, perché pensiamo che nel calcio di adesso, soprattutto in Lega Pro, bisogna lavorare molto sulla testa dei giocatori e non possiamo permetterci di avere una squadra scarica».
Ore 21.20 – (Gazzetta di Mantova) Il primo volto nuovo del Mantova 2016-17 è l’attaccante Luca Maccabiti, mancino classe 1991, reduce dall’annata in Eccellenza con il Rezzato (16 gol realizzati). In realtà Maccabiti non è del tutto sconosciuto alla tifoseria mantovana, avendo giocato per due stagioni a Castiglione, segnando tra l’altro anche un gol nel 2-0 vinto dagli aloisiani nel derby di Seconda Divisione 2012-13. «Devo ringraziare la dirigenza per questa grande opportunità che mi offre – spiega Maccabiti – e sono pronto a dare il massimo per ripagarla della fiducia che ha riposto nei miei confronti. Giocare in una piazza come Mantova è il sogno di molti e la differenza di categoria non mi spaventa: anzi, mi stimola a dare sempre il meglio per cercare di ritagliarmi il mio spazio». Dal punto di vista tecnico-tattico Luca Maccabiti si definisce in questo modo: «Sono un attaccante esterno, oppure una seconda punta ma in qualche occasione nel 4-4-2 ho fatto anche il quarto di sinistra e talvolta anche il trequartista. Diciamo che i ruoli offensivi li ho fatti un po’ tutti. Nel Mantova ritrovo Francesco Bonato che giocò con me nel Castiglione»
Ore 21.10 – (Gazzetta di Mantova) A 20 anni appena compiuti Roberto Zammarini è quasi uno dei più esperti in casa biancorossa. Al di là del fatto che è cresciuto nel settore giovanile dell’Acm, il centrocampista cremonese è al terzo anno in pianta stabile nella rosa della prima squadra. Lo scorso anno dovette convivere a lungo con la pubalgia che ne condizionò la stagione, ora si dice pronto per il riscatto: «Conosciamo già l’allenatore è questo credo sia un indubbio vantaggio. A livello personale adesso sto bene e non vedo l’ora di mettermi subito al lavoro per recuperare il terreno perduto: sappiamo che ci attende un campionato difficile ma vogliamo raggiungere il prima possibile il nostro obiettivo ed evitare al pubblico le sofferenze della passata stagione». Anche Mattia Marchi, autore di reti decisive in chiave salvezza, ha voglia di ricominciare: «Il tempo vola, le vacanze sono già trascorse ed è il momento di tornare a fare il nostro lavoro. Io a Mantova mi sono trovato benissimo e sono molto contento che la società abbia deciso di puntare su di me anche per il 2016-17. Ambizioni ridotte? Noi giocatori dobbiamo solo allenarci al meglio per poi rispondere sul campo. E certamente poter ripartire dalla compattezza che avevamo acquisito nel finale dello scorso con mister Prina è un valore aggiunto». Discorso diverso per Riccardo Perpetuini, consapevole di essere in lista di partenza: «Certamente sia io che il Mantova veniamo da un’annata non eccelsa – afferma il regista – ed è logico che la speranza è di fare molto meglio. Io ho il contratto ma so anche che si sta parlando con un paio di società per il trasferimento. Per quanto mi riguarda sarei pronto a restare qui per riscattarmi ma i matrimoni si fanno in due. Vedremo».
Ore 21.00 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova continua faticosamente a lavorare sul mercato per effettuare le cessioni e liberare spazio salariale per i nuovi ingaggi. In giornata potrebbe esserci la rescissione del contratto di Beretta, mentre a Perpetuini la società chiederà di accelerare i tempi e scegliere la sua nuova destinazione: il centrocampista infatti è richiesto dalla Lucchese e dalla Pistoiese, che offre in cambio il centrocampista Loris Damonte, gradito a mister Prina. La novità di giornata è che il Fano vuole fare sul serio per Anastasi e lunedì l’affare potrebbe anche andare in porto. Alla Caronnese potrebbe invece finire De Respinis. Fermo restando che le cessioni restano prioritarie, l’Acm si muove ovviamente anche sul fronte entrate. È praticamente fatta per il 20enne centrocampista dell’Entella Ibrahima Sene Pape, che domani rientrerà in Italia dal Senegal e lunedì (ore 17.30 al Martelli) potrebbe già allenarsi con i nuovi compagni. Si raffreddano invece le altre due piste liguri: il difensore Zigrossi e l’esterno Lanini potrebbero non arrivare. Restando sul fronte dei giovani, il Mantova sta invece accelerando su due mancini: il 22enne Giuseppe Nicolao del Napoli (nell’ultima stagione 9 presenze a Melfi, ex nazionale under 19) e il 20enne Luca Zanon della Fiorentina, reduce da 5 presenze in B con l’Entella. Per quanto riguarda l’altro mancino Andrea Beghetto, la Spal lo valuterà in ritiro prima di cederlo eventualmente in Lega Pro. Da segnalare, poi, che l’attaccante dell’Atalanta Lunetta, seguito dal Mantova, si è accasato al Gubbio. Lasciando per un attimo da parte il fronte giovani, c’è da dire che in biancorosso dovranno comunque arrivare almeno 3-4 giocatori già rodati. E gli obiettivi sondati dal club di Viale Te sono ormai ben noti da giorni. Per l’attacco si è discusso con l’Alessandria (pronta ad agevolare l’affare) del ritorno di Filippo Boniperti. Il ragazzo vuol fortemente il Mantova e dunque il ritorno di fiamma potrebbe presto trasformarsi in qualcosa di concreto. Per il ruolo di regista, poi, c’è stato un timido abboccamento con l’ex capitano dell’Acm Matteo Paro, reduce da un campionato in B (13 presenze) con il Crotone. In questo caso lo scoglio potrebbe essere l’ingaggio, ma con buona volontà da entrambe le parti si potrebbe trovare un’intesa. Stesso discorso vale per Angelo Siniscalchi, in attesa di conoscere il destino del Pavia. Sempre per la difesa, poi, mister Prina vuole il 22enne Agostino Camigliano dell’Udinese, lo scorso anno (3 presenze) al Trapani in serie B.
Ore 20.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) I neroverdi chiudono per Matteo Gerbaudo, mentre si allungano i tempi per il difensore Giulio Parodi. Sono le due operazioni in corso tra i ramarri e la Juventus. Ma il primo dei due nomi era quello più urgente, vista la partenza di Matteo Mandorlini, destinato a vestire la maglia del Padova. Così lo staff di mercato ha stretto i tempi e concluso l’operazione. Gerbaudo arriva non in prestito, ma a titolo definitivo e con un contratto triennale. Ha firmato ieri e si è già unito ai compagni nel ritiro di Arta Terme. È una mezzala di scuola juventina. «Sono felicissimo di approdare in una società così seria e che tanto bene sta facendo in LegaPro – dice il classe 1995 -. Il Pordenone ha creduto molto in me e sono orgoglioso di essere un giocatore neroverde. Arrivato al Centro sportivo De Marchi, una struttura bellissima, mi ha subito colpito l’organizzazione. Il mio ruolo? Sono un centrocampista duttile: mi piace inserirmi e concludere a rete. Mi metto a disposizione di mister, staff e squadra. La Juventus? Una scuola di vita». Gerbaudo, originario di Moncalieri, è utilizzabile in tutti i ruoli della fascia mediana. Nella scorsa stagione aveva giocato in LegaPro con la Carrarese, mentre nella precedente si era diviso tra Vicenza (serie B) e Spal (LegaPro). Alla Juventus dall’età di 6 anni, con la Primavera ha vinto Coppa Italia e Supercoppa. Nel biennio di Primavera ha realizzato 21 reti fra campionato, Youth League, Coppa Italia e Supercoppa. Il suo acquisto però non basta. La mediana ha bisogno almeno di un altro rinforzo d’esperienza da affiancare da subito a Salvatore Burrai e Matteo Buratto. Ecco perché si continua a seguire con grande attenzione il profilo di Pietro Baccolo. Classe ’90, ha giocato l’ultima stagione al Messina, nel girone C. È un elemento stimato dal tecnico Bruno Tedino. Altri due nomi in evidenza sono quelli di Tommaso Bellazzini e Paolo Grbac, in uscita dal Pavia. Al momento, però, la pista più concreta è quella che porta al centrocampista padovano Baccolo. Se ne saprà di più all’inizio della prossima settimana. Intanto l’ex pordenonese Martin è stato presentato dal Cittadella. «Per me c’è una grande chance di poter salire di categoria – ha detto il mancino di Pasiano – e di ritagliarmi uno spazio importante. Ringrazio la società per la possibilità che mi ha concesso. Sono un esterno che spinge molto e spero di avere più spazio possibile. Ovviamente dovrò meritarmelo. Spero di fare una grande stagione».
Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Bentornato sole. Passata la buriana del mercoledì ad Arta Terme, è tornata la luce nel ritiro del Pordenone. In tutti i sensi. La truppa di Tedino ha ripreso regolarmente a lavorare sul rettangolo del Centro sportivo Zuliani con una doppia seduta, alle 10 e alle 17. Restando in metafora, è stato assorbito anche l’abbandono di Matteo Mandorlini che gli organi d’informazione su carta e on line danno come prossimo colpo dei biancoscudati. LE URGENZE DI ZAMUNER – Soltanto Giorgio Zamuner, ex consulente di mercato di Mauro Lovisa, preferisce fare lo gnorri. «Ho appreso – dice il neo gm del Padova – che Matteo avrebbe detto a mister e proprietà del Pordenone di non essere contento di rimanere in neroverde. Cosa che lo ha accostato al Padova. Il centrocampista è sempre stato uno dei miei obiettivi e non è escluso che possa arrivare da noi, ma non c’è questa urgenza. Sulla mediana siamo ben coperti». ACQUA PASSATA – Se ne sono già fatta una ragione Stefani e gli altri «vecchi» del gruppo. «Fra i professionisti – cerca di normalizzare le cose Bruno Tedino – funziona così. Chi crede di vedere grandi chance altrove non le molla». Lui sì. Lui le ha mollate e ha preferito dare importanza ad altre cose: famiglia, parola, senso di appartenenza. Giornata comunque di lavoro intenso per tutti. «Già – annuisce il tecnico-manager -. I ragazzi rispondono bene alle sollecitazioni, mie e dei miei collaboratori. Anche chi – tiene a sottolineare – magari si sente ai margini del progetto (Valente e Finocchio, ndr) e viene dato come partente». A proposito di senso di appartenenza e di gratitudine. SABATO NEROVERDE – Domani il popolo dei ramarri (o almeno quella parte che deciderà di dedicare il sabato a una gita in Val But) vedrà per la prima volta il «nuovo» Pordenone all’opera. I neroverdi affronteranno in amichevole sul rettangolo del campo sportivo di Arta, in località Fonte Pudia, una selezione Arta-Cedarchis. Sarà il primo avvenimento del «Sabato neroverde ad Arta», giornata tutta dedicata ai tifosi naoniani. «Qualcuno, con tanto di bandiera – rivela Tedino -, ci ha già fatto visita». Il test match inizierà alle 17. Il pomeriggio poi proseguirà ai chioschi allestiti davanti al Grand Hotel Gortani e sarà allietato da canti e musica. Alle 20.30, durante la festa dedicata ai tifosi che avranno raggiunto Arta, nel parco Savoia verrà ufficialmente presentata la nuova squadra. Sul palco, come l’anno scorso, anche un istrionico Mauro Lovisa.
Ore 20.10 – (Messaggero Veneto) La sua conferma è valsa quanto un acquisto. E ha fatto felici tutti: società, staff tecnico, tifosi, e lui. In neroverde si è sentito tornare “un giocatore”. «Ho sempre pensato di non andare via: questa è una società che mi ha dato fiducia. Ora voglio ricambiare». Il Pordenone riparte da una certezza: Andrea Ingegneri. Perché il difensore romagnolo, classe ’92, oltre a essere uno dei punti di forza dei neroverdi, crede fermamente nel progetto ed è molto motivato: vuole ripetere quanto di buono fatto nel girone di ritorno dell’anno scorso trovare quella continuità che, negli anni, gli è mancata. Partiamo da un dato importante: la società ha creduto in lei facendole firmare un biennale. «Una grande dimostrazione di fiducia e di stima. Posso essere soltanto riconoscente a chi mi ha dato un’opportunità del genere. Ho rescisso dal Cesena, con cui ero ancora legato, e ho subito firmato per i neroverdi». Un altro giocatore della scorsa stagione ha lasciato il Pordenone (Mandorlini): lei è sempre stato convinto di rimanere qui? «Sì. Mi ha cercato il Padova, tra le altre squadre, ma la mia priorità era non muovermi. Perché sono stato bene e perché avevo dato la parola al mister e al presidente al termine della scorsa stagione. Hanno creduto in me e ho deciso di ripagarli e sposare il progetto». Pordenone piazza ideale per crescere ancora? «Sì. Io ho bisogno di giocare almeno 30 partite, cosa che non sono mai riuscito a fare in carriera: qui ce la posso fare, perché so cosa posso dare e ricevere. Mi sento parte di una famiglia, ho la stima da parte di tutti, che c’è stata anche nei momenti bui». Li vogliamo ricordare? «Ero partito carico come quest’anno, nel ritiro di Arta dello scorso agosto. Poi ho avuto la pubalgia, mi sono dovuto fermare sino a novembre. Poi a dicembre sono stato meglio e, a gennaio, ho avuto l’opportunità di giocare. Da lì in poi penso di aver fatto bene: di sicuro sono stati i sei mesi più belli della mia carriera. Mi sono sentito importante, sono tornato un giocatore. Peccato aver dovuto dare forfait alla semifinale playoff». Questa l’ultima parte del suo percorso. Ma dove nasce Andrea Ingegneri? «A Massa Lombarda, provincia di Ravenna. Calcisticamente sono cresciuto lì, dai 6 ai 12 anni. Quindi sono passato al Bologna, in cui ho esordito in prima squadra con Bisoli nel 2011. Coi rossoblù sono diventato difensore, all’inizio del settore giovanile: ero un trequartista. Poi hanno visto che ero un po’ troppo lento nelle giocate e sono scalato dietro». Dopo gli emiliani, Cesena, Bassano e Pordenone. «A Cesena mi ha voluto Bisoli: ho giocato diverse partite in B, in quell’anno che abbiamo vinto il campionato. Ma sono stato frenato da problemi fisici come poi è capitato a Bassano. Diciamo che sono stato fortunato a livello di squadra ma non a livello personale». A Pordenone ha avuto entrambe le soddisfazioni, invece. «Qui sono migliorato: grazie ai due mister Toffolo e Marchetto sono progredito sotto il profilo tattico. É giocare assieme a Stefani mi ha dato tanto. Ha sempre una buona parola, è positivo, e giocare con lui ti porta a non sbagliare quasi mai». Si definisce un difensore esplosivo, reattivo e moderno: qual è il suo modello? «Thiago Silva. Per me è il più forte di tutti». Cosa fa nel tempo libero? «Mi piace uscire con gli amici, non sono un solitario. Adoro giocare alla Playstation, passeggiare per Pordenone e andare a mangiare il sushi. La cucina romagnola? Mi piace molto la piadina: ma adesso che sono in ritiro l’ho abbandonata (sorride, ndr)». Il Pordenone è molto solido dietro e potenzialmente devastante davanti: dove può arrivare? «Difficile ripetere lo scorso campionato. Puntiamo ai playoff ma non ci poniamo limiti: giochiamo il nostro calcio, che è l’aspetto più importante”.
Ore 19.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) In attesa di ufficializzare l’arrivo di Perico dalla Giana Erminio, ieri è proseguita la carrellata dei nuovi acquisti del Bassano. Stavolta è toccato a Nicola Pasini, difensore acquistato dalla Pistoiese. «Prima di arrivare qui ho sentito Marcello Falzerano che ho conosciuto quando giocava alla Pistoiese – ha spiegato Pasini – mi ha parlato molto bene della società e dell’ambiente, come ha fatto lo stesso Piscitella. Due stagioni fa ho avuto un’esperienza importante al Carpi, a gennaio ebbi la possibilità di partire in prestito e decisi di coglierla. In questi primi allenamenti ho avuto un’ottima impressione del gruppo, l’ossatura è molto buona e tutti abbiamo voglia d’iniziare». Nel frattempo per l’attacco l’obiettivo principale rimane Caio De Cenco, ma la pista è complicata. Molto remote le possibilità che possa arrivare Claudio Coralli: l’attaccante in uscita da Cittadella è stato proposto, ma non pare interessare troppo.
Ore 19.20 – (Giornale di Vicenza) Una settimana dopo il primo abboccamento torna in auge l’ipotesi di Claudio Coralli a Bassano. Il bomber di Coppa del Cittadella, 33 anni, lasciato libero dai granata è inseguito da Livorno e Lucchese ma lui gradirebbe restare in zona e Bassano è la destinazione che preferisce. In via Piave stanno valutando la situazione anche se l’impiego in giallorosso per lui sarebbe diverso dall’ultimo anno al Citta: non più un utilizzo part-time ma da titolare. E il club difatti continua a guardarsi attorno perché Coralli non è sicuramente l’unico profilo per la prima linea. Nel frattempo su Andrea Caponi, il centrocampista del Tuttocuoio nel mirino del Bassano e del Messina si è scatenata una vera e propria corsa. Lo vuole anche l’Ancona anche se in questo momento c’è il Messina favorito a chiudere. Infine Germinale sembra davvero ad un passo dal Padova.
Ore 19.10 – (Giornale di Vicenza) «Cerchiamo uomini prima che giocatori». Che detta e letta così sembra una di quelle frasi-poster buone a ogni uso che nel calcio mediatico e artefatto, tutto copia e incolla di questi tempi assomiglia molto al progetto o alla squadra organizzata. Ce l’hanno tutti. A luglio. Poi a ottobre si contano sulle dita di una mano. Invece a Bassano per il quarto anno di fila stanno davvero arrivando ragazzi con la testa sulle spalle. Quelle di Nicola Pasini poi sono eccezionalmente larghe ed è un bene.Pasini se difende con la concretezza e la prosaicità con cui si esprime, qua hanno cominciato a blindare l’area. Questo ragazzone venticinquenne della Val Chiavenna che probabilmente qualunque mamma vorrebbe a fianco della propria figlia e che con uno così la farebbe uscire già alla prima sera, probabilmente non regalerà mai titoli ad effetto, ma solo rassicurante normalità. Sempre.Pasini, Bassano per lei è un’occasione…«Senz’altro è un’opportunità che appena si è presentata non ho voluto assolutamente farmi scappare. Anzi ho accelerato per quanto possibile la trattativa. Ringrazio il direttore Seeber e la società per la fiducia che voglio ripagare al meglio».Può descrivere le sue caratteristiche difensive?«Sono un centrale destro che all’occorrenza può fare anche il terzino ma il mio ruolo naturale è al centro della retroguardia. Cerco di far valere stazza nel gioco aereo e senso dell’anticipo quando la palla è a terra. Premesso che devo migliorare su ogni aspetto poiché non si finisce mai di crescere, tuttavia se c’è un particolare su cui credo di dover progredire è certamente l’aggressività».Del Bassano conosce già qualcosa?«Me ne hanno parlato alla grande sia Falzerano che Piscitella, miei ex compagni alla Pistoiese. La mia scelta in realtà l’avevo già fatta, ma le loro parole hanno rafforzato le mie convinzioni. Mi è piaciuto subito il clima familiare che si respira qui. Sarà importante la mentalità: noi a prescindere da chi ci troveremo di fronte dovremo andare dentro con la volontà e il desiderio di vincere».Lei vanta una promozione in A col Carpi e un’esperienza in B a La Spezia. Cosa si aspetta in giallorosso?«Questo è un trampolino di rilancio, se la squadra funziona poi ne beneifici anche tu. Ma piedi per terra. Il primo gradino è comunque la salvezza».Tifoso juventino nonostante la trafila del vivaio al Milan, Pasini è diventato grande col mito di Nesta, mentre fuori dal rettangolo di gioco segue il basket, in particolare l’NBA e come Minesso adora il tennis e Federer. E al pari di Minesso va a pesca. «Carpe e trote», sottolinea.
Ore 18.20 – Qui Mezzano: termina l’allenamento.
Ore 18.20 – Qui Mezzano: partitella a campo ridotto.
Ore 18.00 – Qui Mezzano: continuano gli esercizi per il possesso palla, urlacci di mister Brevi.
Ore 17.40 – Qui Mezzano: si passa agli esercizi per il possesso palla.
Ore 17.20 – Qui Mezzano: si lavora subito col pallone, passaggi e tiri in porta.
Ore 17.00 – Qui Mezzano: Biancoscudati in campo per l’allenamento pomeridiano.
Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) È stato il presidente Joe Tacopina ieri pomeriggio, al termine della presentazione alla stampa di Ted Philipakos, a comunicare l’ultimo acquisto: il nome del giocatore che va a completare l’organico del team in ritiro a Piancavallo (dove ieri sera era già al lavoro). «È Nicola Ferrari, attaccante importante che ha giocato tanti anni in serie B e lo scorso anno era a Lanciano. Un giocatore alto, alto e forte, forte, che piace molto all’allenatore Inzaghi e dotato di piedi buonissimi. Adatto per giocare al fianco di Geijo quando si utilizzerà il modulo 4-4-2». Classe 1983 (oggi festeggia il 33. compleanno) Ferrari tra i cadetti ha vestito le maglie di Modena, Spezia e Verona prima di arrivare al Lanciano: la scorsa stagione ha segnato 9 gol in 35 presenze. È di fatto il 17. giocatore senior del Venezia, quando il regolamento ne prevede solamente 16: resta ora la possibilità per Cernuto di essere schierato come giocatore-bandiera. «Confidiamo che la nostra richiesta di riconoscere questo status a Cernuto – afferma il dg Dante Scibilia – sia accolta: Francesco è alla quarta stagione con noi, anche se il club ha variato assetto societario. Una situazione identica a quella di Lucarelli al Parma. Qualora ciò non avvenisse sarà Inzaghi a decidere la necessaria “uscita” di un elemento dall’organico». Il ds Giorgio Perinetti, che ha concluso l’ultimo affare dell’estate, è soddisfatto. «Da tempo avevamo chiesto la disponibilità al ragazzo che ha atteso la nostra decisione. È un elemento di indubbia utlità, un attaccante strutturato che potrebbe fare reparto da solo e che si adatta a più soluzioni di schieramento. Un’arma in più a disposizione di mister Inzaghi».
Ore 16.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Una trattativa portata avanti in sordina, lontano dai riflettori. E proprio quando sembrava che il mercato del Venezia fosse concluso, con la squadra già in ritiro da due giorni, ecco il colpo che non ti aspetti: arriva l’attaccante Nicola Ferrari, una lunga carriera nella serie cadetta. Ad annunciarlo è stato il presidente Joe Tacopina, nel giorno della presentazione ufficiale del manager arancioneroverde Ted Philipakos. «In questo momento — ha detto — c’è un nuovo giocatore che sta raggiungendo Piancavallo. E’ un attaccante che viene dalla serie B ed è un giocatore importante per questa categoria e lo sarà senz’altro per la nostra stagione». Ferrari, 33 anni compiuti proprio oggi, era stato svincolato dal Lanciano (35 presenze e 9 gol), che dopo la retrocessione ha rinunciato all’iscrizione in Lega Pro. Ma in precedenza aveva giocato a Modena, Spezia, Verona per tre stagioni (due in C1 e una in B) e ancora: Pergocrema, Albinoleffe (quattro stagioni, tutte in B), Crotone, Lumezzane e, da giovanissimo, in Eccellenza a Salò. Come gli altri giocatori ingaggiati dal Venezia, ha firmato un contratto biennale: è il diciassettesimo giocatore senior della rosa e questo potrebbe comportare in futuro delle esclusioni. «Dipenderà se la Lega Pro riconoscerà a Cernuto lo status di giocatore bandiera», ribadisce il dg Dante Scibilia. Come il Parma per Lucarelli, anche il Venezia ha posto per Cernuto (alla quarta stagione in arancioneroverde) un quesito legale in merito al riconoscimento da parte della Lega Pro dello status di giocatore bandiera, valido per chi ha disputato almeno tre stagioni di seguito con il medesimo club. Il nodo da sciogliere riguarda il fatto che il Venezia (così come il Parma) è una società nuova rispetto a quella di tre anni fa, con la gestione Korablin. Se dalla Lega dovesse arrivare l’interpretazione più restrittiva, la società dovrà operare una scelta ed escludere uno dei 17 giocatori senior attualmente in rosa: il limite dei 16, infatti, è invalicabile e sono previste pesanti sanzioni pecuniarie per chi sfora. Ieri nella sede di viale Ancona era il giorno della presentazione ufficiale del super esperto di marketing e business sportivo Ted Philipakos. Ex procuratore negli Stati Uniti e in Grecia, paese di cui è originaria la famiglia, docente alla New York University e alla St. John’s University, dove insegna economia dello sport e marketing sportivo, analista e commentatore sportivo, Philipakos si occuperà a tempo pieno del Venezia, con il ruolo di «chief executive». «Ted ci aiuterà a far crescere sia il gruppo, che la società. Una figura simile è fondamentale per il nostro modello di business. In questo primo periodo ci ha già aiutato lavorando sul nostro progetto per lo stadio e portando nuove idee per il marketing e i social media». Una scelta di vita, oltre che professionale, per Philipakos che ha lasciato gli impegni negli States per trasferirsi a tempo pieno in laguna. «Nonostante questo importante cambiamento — ha detto — non ci ho pensato due volte ad accettare. Questo è un club importante, con una storia, e stiamo lavorando sodo tutti quanti per creare qualcosa di speciale». Oggi il presidente Tacopina salirà a Piancavallo per assistere agli allenamenti della squadra, che ieri in ritiro ha potuto finalmente allenarsi per la prima volta all’aperto. Domani, invece, Tacopina ripartirà per gli Stati Uniti dove da domenica sarà impegnato ad Aspen al Global Sports Summit.
Ore 16.00 – (La Nuova Venezia) Il secondo giorno di ritiro sulle montagne friulane ha permesso ieri alla squadra di Filippo Inzaghi di allenarsi regolarmente all’aperto senza rischio di temporali e grandinate, come invece è avvenuto mercoledì. Una parte del gruppo, dopo la fase iniziale di riscaldamento, ha lavorato sugli aspetti della difesa assieme all’allenatore in seconda Maurizio D’Angelo, mentre gli attaccanti sono stati seguiti direttamente da Inzaghi per il lavoro specifico su cross e tiri in porta. Ne è seguita una partitella in famiglia, quindi un’ultima parte di lavoro atletico con il preparatore Luca Alimonta. Anche l’ultimo arrivato, Nicola Ferrari, ha fatto a tempo a unirsi al gruppo ma solo per una corsa di mezzora. A Piancavallo è atteso oggi l’arrivo del presidente Joe Tacopina, che seguirà in prima persona gli allenamenti. La squadra rimarrà all’hotel 1301 Inn fino a domenica 24 luglio. Dopodomani è prevista invece la prima uscita ufficiale, alle 17, ad Aviano contro la formazione locale che milita nel campionato di Seconda categoria.
Ore 15.40 – (La Nuova Venezia) Nuovo colpo di mercato del Venezia, che ieri ha annunciato l’arrivo con un contratto biennale dell’attaccante Nicola Ferrari. Si tratta di un giocatore esperto, classe 1983, che rientra nel pacchetto di giocatori senior messi a disposizione del tecnico Filippo Inzaghi. Lo scorso anno era in forza alla Virtus Lanciano in Serie B, con cui ha segnato 9 reti in 35 partite prima di retrocedere in Lega Pro dopo lo spareggio. Per la punta trentina dieci campionati di Serie B alle spalle suddivisi tra Crotone, Albinoleffe, Spezia, Modena, Verona e appunto Lanciano, ma anche esperienze a Salò, Lumezzane e Pergocrema. In carriera ha disputato 374 partite mettendo a segno 75 gol. Ieri si è sottoposto alle visite mediche e aggregato alla squadra a Piancavallo. Già oggi inizierà gli allenamenti agli ordini di Inzaghi. «Ferrari ci interessava parecchio, ma abbiamo preferito agire a fari spenti per evitare sorprese», afferma il direttore sportivo Giorgio Perinetti, «Si è svincolato dal Lanciano e sarà di sicuro un elemento utile alla squadra per esperienza e caratteristiche tecniche». Ad annunciare l’accordo era stato poco prima lo stesso presidente Joe Tacopina. «Ferrari è un giocatore importante che ha mostrato il suo valore in serie B e sono certo che farà altrettanto in Lega Pro con noi. Un attaccante che potrà fare la differenza ed eventualmente giocare pure in un 4-4-2 accanto a Geijo. Piace molto a Inzaghi, è alto e ha piedi buoni». L’inserimento di Ferrari porta, però, a 17 il numero di giocatori senior nell’attuale rosa, uno in più del consentito dalle regole. «Stiamo attendendo il chiarimento della posizione di Cernuto», spiega il direttore generale Dante Scibilia, «se fosse riconosciuto “giocatore bandiera”, essendo con noi da quattro stagioni, non ci saranno problemi. Se non andrà così, entro il 30 agosto il club dovrà cedere uno dei tesserati senior per rientrare nei parametri previsti dalla Lega Pro». Ma sempre ieri il Venezia ha presentato Ted Philipakos, il nuovo “Ceo” (Chief executive manager), una sorta di responsabile esecutivo del club. Si occuperà di marketing, sponsor, attività social e del progetto stadio. Originario di New York, 35 anni, le sue esperienze sono state nel mondo del calcio come agente Fifa negli Stati Uniti e in Grecia, poi come docente alla New York University e alla St. John’s insegnando economia dello sport e marketing. «Cambiare paese e lavoro rappresenta un grande passo, ma quella al Venezia era una incredibile opportunità», assicura lo stesso Philipakos, «non ci ho pensato un secondo ad accettare. Amo il calcio italiano sin da bambino e sento una grande responsabilità, ma questo è un club con una storia di oltre un secolo, che rappresenta la comunità veneziana. Sono pronto a lavorare per dare il meglio. Il progetto è grande come le ambizioni del presidente Joe Tacopina».
Ore 15.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) C’erano quasi duecento tifosi ieri al Menti per assistere al primo allenamento del Vicenza. Agli ordini di Franco Lerda si sono visti i portieri Benussi e Dall’Amico, i nuovi Zivkov, Cernigoi, Madrigali, Giusti, Beduschi, Bogdan e Di Piazza; c’era Maritato, di ritorno dal prestito alla Lucchese, con la «vecchia guardia» rappresentata da Raicevic, Corticchia, Orlando, Bianchi, Galano, Signori, Vita e Pozzi, che è stato l’autore del primo gol della stagione. Come previsto non è stato convocato Manfredini, ancora alle prese con i problemi al tendine d’Achille destro, mentre Giacomelli, ancora con le stampelle dopo l’operazione alla caviglia destra, è passato a salutare i compagni. Buone notizie arrivano da Bellomo, operato a fine marzo al legamento crociato del ginocchio sinistro, che ieri ha svolto quasi tutta la seduta con i compagni dimostrando di essere a buon punto nella fase di recupero. A parte con il preparatore atletico si è allenato anche Gaby Mudingayi che domenica salirà in ritiro e verrà valutato da Lerda e il suo staff in considerazione di un suo possibile tesseramento. Non si è visto capitan Brighenti, che ieri ha effettuato le visite mediche, a cui ieri la società berica ha adeguato economicamente il contratto mantenendo la scadenza del 30 giugno 2018, ma aggiungendo un’opzione unilaterale di rinnovo a favore della società biancorossa per un’altra stagione. Un accordo che va a premiare il valore e la serietà del capitano del Vicenza, ma soprattutto va ad aumentare le possibilità che Brighenti rimanga in biancorosso, andando a respingere le richieste che sono arrivate da Frosinone. «Abbiamo sempre detto che per noi Brighenti è un giocatore importante in campo ma anche fuori dal rettangolo di gioco – sottolinea il ds Antonio Tesoro – e di conseguenza la società ha deciso di adeguare il contratto dimostrando che crede in lui. Non posso negare che qualche situazione di mercato per Brighenti c’era, ma è chiaro che se è stata presa questa decisione significa che vogliamo che Nicolò continui ad essere il capitano del Vicenza». Intanto le possibilità di arrivare a Giuseppe Rizzo sono ormai ridotte al lumicino. «Sul giocatore c’è tanta concorrenza – spiega Tesoro – e, anche se noi ci eravamo mossi in anticipo, c’è distanza tra domanda e offerta». In alternativa, appurata l’impossibilità di arrivare anche a Mirko Eramo , il Vicenza sta valutando lo svincolato Francesco Della Rocca che nella scorsa stagione ha militato, con alterne fortune, nel Perugia.
Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) Era incedibile ed è incedibile. Ieri il capitano Nicolò Brighenti è stato blindato dalla società biancorossa che, in parte, è andata incontro alle richieste del centrale difensivo adeguando economicamente il contratto in essere e in scadenza al 30 giugno 2018. Ha ottenuto però il diritto di rinnovo unilaterale a proprio favore anche per l’anno successivo. Per quanto riguarda il centrocampo pare proprio che la trattativa con Giuseppe Rizzo sia naufragata, la distanza tra domanda e offerta alla fine non è stata colmata e dunque il Vicenza è di nuovo sul mercato. Francesco Signori e Francesco Urso non possono bastare. Certo in prova, e già al lavoro da ieri, c’è Gaby Mudingay, ma il congolese, naturalizzato belga, viene da un infortunio al tendine d’Achille e dunque bisognerà vedere come reagirà alle sollecitazioni della preparazione estiva. Ovvio che in questa situazione il Vicenza si guardi attorno e così rispunta il nome di Gennaro Acampora, classe’94, 1.77 per 78 kg., di proprietà dello Spezia che già era stato visionato qualche mese fa. Ma la società biancorossa sta seguendo anche Francesco Della Rocca, classe ’87, 1.82 per 73 kg., di proprietà del Perugia. Per quanto riguarda le uscite Mario Sampirisi pare difficile possa restare a Vicenza tanto più che il giocatore nel suo contratto, come abbiamo già spiegato tempo fa, ha una clausola che gli consente di svincolarsi per una cifra irrisoria già stabilita e che la società biancorossa può solo accettare. Il Crotone spinge per chiudere al più presto e il giocatore pare aver dato la sua disponibilità.Da registrare infine che l’ormai ex biancorosso Oualid El Hasni si è accasato in Tunisia all’Etoile Sportive Du Sahel.
Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza comincia con un antipasto leggero. D’altra parte, visto il caldo, le prime amichevoli servite in tavola sono con Arco e Iberos, formazione spagnola; entrambe ad Andalo (qui porte aperte, ingresso gratuito), sede del ritiro dei biancorossi, si disputeranno rispettivamente mercoledì 20 e venerdì 22 alle 17. Il terzo test è il piatto forte del ritiro: domenica 24 la squadra di Lerda sfiderà il Carpi a Pergine Valsugana, sempre alle 17. L’ultima gara è in programma con il Levico Terme ad Andalo mercoledì 27 (fischio d’inizio alle 17). Il Vicenza, di rientro dal ritiro, affronterà sabato 20 il Cittadella e questa partita dovrebbe coincidere con il memorial Alfonso Santagiuliana, appuntamento fisso di ogni estate per ricordare la bandiera biancorossa.Aspettando le amichevoli, ieri pomeriggio al Menti si è radunata la squadra, seguita da circa un centinaio di tifosi in qualità di supervisori. C’è ottimismo. E gli interventi dei supporters, intenti a riconoscere i nuovi arrivati dalla tribuna, suonano come consigli per il calciomercato. Giorgio Corain, liceale di 16 anni, “benedice” la conferma della coppia centrale Brighenti-Adejo e si produce in un deciso «mi tengo stretto Signori». L’amico 17enne Stefano Portelli si coccola il capitano, Brighenti, e manifesta soddisfazione per il cambio di proprietà. «Ora – afferma – c’è un obiettivo, sappiamo in che direzione vuole andare la società». Mattia Giaretta, già abbonato, ha un’idea precisa: «Galano non va venduto».Togliete pure tutto ad Enrico Campana, accompagnato dalla figlia Samuela, ma non Sampirisi o D’Elia. «La società deve fare uno sforzo: uno dei due va tenuto. E confido nel lavoro di Lerda, finora ha fatto benissimo».Dennis Pittoni e “Manza” sono ultras. Una birra tra amici e prime considerazioni, prima che il Vicenza decolli. «Noi siamo già carichi, perchè questa stagione tornerà a regalarci alcuni derby. Quello col Verona lo attendevamo da tempo…».Oggi e domani il Vicenza sosterrà, sempre al Menti, una doppia seduta. Domenica, alle 9, è prevista la partenza per Andalo.Capitolo abbonamenti. Già ne sono stati staccati 500. Ieri nell’ufficio biglietteria c’era un bel viavai e nei prossimi giorni i dati sono destinati a migliorare.
Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) La campanella è suonata, le vacanze sono ufficialmente finite. Primo giorno di scuola, ieri, per il Vicenza Calcio 2016/17: un pranzo insieme per radunare tutto il gruppo, poi nel pomeriggio prime sgambate sul prato del Menti per alcuni giocatori, visite mediche tra Schio e Valdagno per altri. Stesso programma fissato per oggi, ovviamente con l’inversione delle parti tra chi si è allenato e chi invece si è sottoposto ai test di accertamento.IN CERCHIO. Erano le 17 quando i cancelli rossi in via Schio si sono aperti per lasciare entrare i tifosi che già da una mezz’oretta attendevano pazienti all’ingresso dello stadio, giunti apposta per assistere al primo allenamento della stagione. Una volta raggiunta la tribuna, hanno scattato idealmente la prima immagine del nuovo Vicenza: una ventina di giocatori riuniti in cerchio sotto la curva nord attorno al tecnico Franco Lerda e al preparatore atletico Marco Bresciani. Il programma di questo primo allenamento, durato circa due ore, è stato improntato prevalentemente sulla corsa e sugli esercizi atletici, con la palla utilizzata solo per un po’ di “torello” prima della partitella finale. Per la cronaca, il primo gol della stagione ha portato la firma di Nicola Pozzi, seguito da Vita e da una doppietta di Raicevic.VECCHI E NUOVI. Come logico, la curiosità maggiore dei tifosi (circa 150 quelli che hanno assistito a questa prima uscita pubblica della squadra), era riservata al tentativo di individuare i nuovi giocatori e a riconoscere chi c’era già lo scorso anno: facile partire da Galano per i pochi capelli, e da Raicevic per l’altezza. Ma in fatto di giocatori alti, il montenegrino stavolta era in ottima compagnia: i nuovi acquisti Cernigoi, Madrigali, Bogdan si sono infatti subito segnalati per la loro statura. Qualche tifoso ha salutato con simpatia il rientrante Maritato, altri commentavano l’abbronzatura super di Vita e Urso, mentre molti seguivano con interesse l’incedere di un giocatore di colore che corricchiava da solo, seguito da vicino da un collaboratore dello staff tecnico: era Gaby Mudingayi, l’esperto centrocampista belga-congolese classe 1981 fermo nello scorso campionato (9 presenze nel Cesena 2014/15), che il Vicenza valuterà nel corso del ritiro per capire se potrà diventare una pedina utile. Si è allenato a parte anche Nicola Bellomo, parso comunque in confortante recupero dopo l’intervento subito a fine marzo per la rottura del crociato del ginocchio sinistro: per l’intero allenamento, il giocatore pugliese ha inanellato giri di corsa, confermando che il peggio è ormai alle spalle.JACK IN STAMPELLE.Doveva ancora limitarsi a osservare (e invidiare) i compagni reggendosi sulle stampelle, invece, Stefano Giacomelli: «Potrò liberarmene tra due settimane – ha detto – poi finalmente comincerò la riabilitazione. Non vedo l’ora, perché a stare quattro mesi senza giocare mi manca l’aria, ma è una cosa che andava fatta perché la caviglia destra ormai era messa troppo male. Adesso potrò solo migliorare». In bocca al lupo.
Ore 13.50 – (Gazzettino) B come Busellato. Cresciuto nel vivaio granata, Massimiliano Busellato ha giocato quattro campionati fra i cadetti con il Cittadella di Claudio Foscarini, fino alla retrocessione di due stagioni fa, collezionando 115 presenze con sei gol. Nello scorso campionato ha avuto l’opportunità di mantenere la categoria trasferendosi in prestito alla Ternana, così come Michele Pellizzer era passato all’Entella. Questa sua prima esperienza lontano dal luogo in cui è cresciuto è stata positiva, come racconta il giocatore: «Ambiente e stimoli nuovi giovano alla crescita e alla maturazione di un calciatore. A Terni mi sono trovato molto bene e ho avuto modo di disputare un buon campionato. Ci sarei rimasto volentieri ma non è andata così». Sul mancato riscatto da parte della società umbra, chiarisce: «Al momento della scadenza del prestito la Ternana era senza il direttore sportivo e quindi presumo non in condizioni di fare certe scelte. A me non è stato detto niente, per cui automaticamente sono rientrato a Cittadella per fine prestito, tutto qui». Nel frattempo la società granata ha riconquistato la serie B e recentemente il direttore generale Stefano Marchetti ha espresso parole di stima nei confronti di Busellato, che viene da una grande annata. Inoltre il giocatore è una delle due “bandiere”, avendo con Paolucci almeno quattro anni consecutivi di permanenza, un particolare questo non di poco alla luce del regolamento che limita a 18 i giocatori in rosa oltre i 21 anni. «La B è il campionato che desidero fare -riprende Massimiliano- e l’ambiente del Cittadella lo conosco bene. Adesso ci sono tanti compagni nuovi, è normale dopo due stagioni. Sul mio futuro non mi esprimo perchè qui mi trovo bene, ma se dovessero emergere delle proposte interessanti le valuteremo insieme». Evidentemente la positiva esperienza vissuta a Terni induce Busellato a cercare in altre realtà nuovi stimoli che favorirebbero la sua crescita. Daltra parte, però, la tranquillità e la solidità che ci sono a Cittadella sono delle garanzie che non si trovano in tutti gli ambienti. Lo stesso direttore generale sostiene che «il mercato non può mai essere definito chiuso» e a proposito di Busellato dovrebbe esserci una richiesta da parte di un acquirente “facoltoso”.
Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Il primo a partire, l’ultimo a tornare. Messa così magari può suonar male ma, in realtà, valeva la pena di aspettarlo. Il fantasista carioca Lucas Cossenzo Chiaretti ha affrontato ieri il secondo giorno di allenamento agli ordini di Venturato, uno in meno rispetto alla maggior parte dei compagni al Cittadella. Appena rientrato dalle vacanze nella sua Belo Horizonte si è subito presentato al Tombolato. «Credo serviranno altri due o tre giorni per smaltire del tutto il fuso orario, ma vi assicuro che non ho messo su un etto in più, anche perché in Brasile non sono certo rimasto fermo: come d’abitudine, quando ritorno a casa, ho partecipato a diversi tornei sulla spiaggia. E poi ho riabbracciato la mia famiglia: questa vacanza è servita a ricaricarmi per ripartire». Al rientro ho trovato un gruppo diverso da quello che aveva lasciato, senza alcuni volti storici come quelli di Coralli, Sgrigna, Minesso, Cappelletti e Donazzan e con diverse nuovi da conoscere. «In Brasile mi sono sempre tenuto aggiornato su quanto succedeva qui. Dispiace non ritrovare certi amici, ma l’ossatura della squadra è rimasta quella della scorsa stagione e non credo che i nuovi arrivati avranno troppe difficoltà a inserirsi. L’importante è che acquisiscano subito la nostra mentalità». E qui siamo a un punto fondamentale del Chiaretti pensiero: guai ad accontentarsi. Cresciuto nelle giovanili del Cruzeiro, storico club della sua città natale che negli anni ha lanciato campioni come Tostao e Ronaldo, Lucas ha dentro di sé una grande voglia di emergere. «La Serie B significa più visibilità rispetto alla Lega Pro, stadi importanti, maggior attenzione da giornali e tivù. Nella mia carriera ho avuto sfortuna, per qualche guaio fisico di troppo quando mi sarei potuto imporre, con il Pescara in Serie A, e ora voglio riprendermi il tempo perduto. Adesso che abbiamo conquistato la Serie B dobbiamo rimanere con i piedi per terra ma, allo stesso tempo, pensare in grande». Per trovargli la collocazione ideale, nella scorsa stagione, Venturato ha cambiato il modulo della squadra, introducendo il trequartista. E proprio a quella fondamentale posizione è legata una delle prossime possibili future mosse di mercato del d.g. Marchetti che, a quanto risulta, sta provando a portare sotto le mura il promettente trevigiano Nicolò Pozzebon, 19enne attaccante della Primavera della Juventus (37 presenze con 15 gol e 6 assist nell’ultima stagione), cresciuto nel Giorgione, e capace di svariare lungo tutto il fronte offensivo.
Ore 13.00 – (Gazzettino) E Cervia significa «Campioni il sogno» il reality televisivo dedicato al calcio a cui partecipò nel 2005 a 19 anni: «Esperienza bella sul piano umano dato che lì sono nate due amicizie vere, ma meno su quello professionale. Contavo in una visibilità calcistica che invece non c’è stata, forse perché, più che sul calcio, la cosa era costruita su altro e sono dovuto ripartire dalla serie D». Di Bindi si dice che tra i pali sia poco spettacolare, ma pratico. «È vero. Per carattere – replica il portiere – più che ad apparire, penso a essere concreto, anche se magari la cosa può non giovarmi». E per entrambi esiste una sorta di testimonial legato al Padova. «Con il brasiliano Cesar ho giocato tre anni all’Entella, eravamo quasi fratelli e il nostro rapporto andava oltre il campo. Prima che partissi mi ha detto che non mi sarei mai pentito della scelta padovana». Bindi si è invece conquistato l’amicizia con l’estremo del Genoa Mattia Perin, a Padova nel suo primo anno da professionista, con la promozione in B del Latina: «Lui è un tifosissimo dei laziali, ha seguito le nostre ultime gare e alla festa finale è stato il primo a venire; sembrava ci conoscessimo da tempo e ancora ci sentiamo».
Ore 12.50 – (Gazzettino) Così il portiere classe 87: «Ho sempre invidiato da fuori questa piazza e i giocatori che vi giocavano e ora potrò viverla; non sono qua perché il Pisa mi ha fatto andare via e non è una seconda scelta» Poi aggiunge: «Credo di essere nell’anno decisivo della mia carriera, perché ho iniziato da tempo un percorso personale di crescita e ora credo di essere al livello più maturo nel mio status di calciatore; ecco perché non volevo avere un ruolo marginale in questa annata. Spero che queste sensazioni si traducano in campo, mi impegnerò per fare bene e vincere pure qua». E in più Bindi ritroverà Brevi, suo allenatore al Catanzaro: «Altro motivo per cui sono convinto sia la scelta giusta. So come lavora, mi piace il suo essere carismatico e la capacità che ha di trasmettere queste sensazioni, elemento che favorisce la creazione di un buon gruppo». Russo ritrova invece il 3-5-2, già sperimentato a Cremona nella passata stagione: «Un modulo che mi piace molto in cui posso occupare tutte le posizioni dei tre dietro. La prima volta l’ho sperimentato nel Cervia».
Ore 12.40 – (Gazzettino) Mercoledì pomeriggio la risoluzione dei rispettivi contratti con Pisa e Cremonese e la corsa in macchina verso Padova per incontrare il diggi Giorgio Zamuner. Mercoledì mattina la firma del contratto – per entrambi fino al 2018 – la presentazione e poi subito in ritiro a Mezzano per pranzare con i nuovi compagni e svolgere nel pomeriggio il loro primo allenamento. Una due giorni intensa per il portiere Giacomo Bindi, che arriva dal Pisa con cui aveva appena conquistato la promozione in serie B e per il centrale difensivo Michele Russo, nella passata stagione a Cremona, d’ora in poi agli ordini di Oscar Brevi. A sentire le loro prime parole da biancoscudati, però, ne è valsa proprio la pena. «A Cremona mi sono trovato molto bene – esordisce il difensore – ma Padova è Padova, c’è poco da dire. Arrivo con tanto entusiasmo e ho voluto chiudere il discorso prima possibile per sfruttare sin dall’inizio questa opportunità. Mi piacerebbe che attorno alla squadra si creasse lo stesso spirito che mi anima».
Ore 12.30 – (Gazzettino) Dopo i primi tre giorni di ritiro, tutti caratterizzati da sedute doppie, la squadra ieri si è potuta concedere una mattinata di libertà. L’allenatore Brevi, accompagnato dal suo vice Bergamo e dal team manager Mateos, ne ha approfittato per un giro in bicicletta nei dintorni di Mezzano. Tra i giocatori, qualcuno si è limitato a due passi per il paese o è rimasto in albergo, altri hanno raggiunto con la macchina San Martino di Castrozza, la località sciistica ai piedi di Passo Rolle che dista una ventina di chilometri. Alle 13.30, accompagnati dal diggi Zamuner, sono arrivati Bindi e Russo che poi, dopo le prime foto di rito con lo staff, si sono allenati con i compagni nel pomeriggio, il tutto in una giornata soleggiata e con la temperatura ideale per lavorare sul campo. Oggi e domani si torna ai doppi allenamenti che precederanno l’amichevole di domenica (ore 15.30) con la squadra locale del Primiero. Come noto, nei prossimi due giorni a Mezzano si svolgerà la festa dei tifosi che vedrà allestiti sin dalla mattina degli stand gastronomici vicini al campo sportivo, la presentazione della squadra domani sera alle 21 in piazza Orler e a seguire un concerto. Domenica prima della partita pranzo a menù fisso preparato dal Comune.
Ore 12.00 – Qui Mezzano: termina l’allenamento.
Ore 11.40 – Qui Mezzano: si torna a lavorare col pallone.
Ore 11.20 – Qui Mezzano: iniziano le consuete ripetute.
Ore 11.00 – Qui Mezzano: percorso atletico tra ostacoli e tappeti elastici.
Ore 10.40 – Qui Mezzano: cambio di gruppi.
Ore 10.20 – Qui Mezzano: continue indicazioni tattiche da parte di mister Brevi. Questa la squadra al lavoro al momento: Favaro; Sbraga, Emerson, Tentardini; Madonna, De Risio, Filipe, Dettori, Favalli; Neto Pereira, Altinier.
Ore 10.10 – Qui Mezzano: squadra divisa a metà, un gruppo lavora in palestra mentre l’altro prova in maniera accurata il 3-5-2.
Ore 10.00 – Qui Mezzano: Biancoscudati in campo per l’allenamento mattutino. Colloquio Brevi-squadra.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Dopo la promozione mi sarei aspettato qualcosa di diverso, che alcune promesse divenissero realtà. Ma quando ho capito che non sarebbe stato così, mi sono guardato intorno e ho considerato Padova da subito la mia prima scelta: questa è una piazza che ho sempre invidiato, un ambiente che mi è sempre piaciuto, e spero che sia lo stesso ora che lo vivrò. Sono nel pieno della mia maturità calcistica, e questo per me potrebbe essere l’anno più importante della carriera: sono venuto qui per avere un ruolo importante, spero di far bene e di vincere anche quest’anno». Per Michele Russo, invece, i ricordi di quel Cervia sotto i riflettori sono meno dolci di quanto non si potrebbe immaginare: «Un’esperienza positiva dal punto di vista umano, ma meno da quello professionale: era una realtà costruita non tanto per il calcio quanto per lo spettacolo, e l’anno dopo sono ripartito un’altra volta. Arrivo qui con tanto entusiasmo, questa è un’occasione da sfruttare, perché Padova è Padova. L’ex biancoscudato Cesar, con cui ho giocato tre anni a Chiavari, mi ha detto che non mi sarei mai pentito di questa scelta». La palla, ora, torna a Zamuner: nei prossimi giorni potrebbero arrivare altre pedine (un difensore e un attaccante) in attesa che si sblocchi l’affare-Mandorlini.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Chi è riuscito a vincere in carriera sa che il gruppo riveste un ruolo fondamentale», le parole di Bindi. «Dipende dai giocatori, ma anche dal lavoro della società. Conosco mister Brevi, che so essere un allenatore con la dote di riuscire a tenere sempre tutti concentrati: per provare a vincere punteremo su di lui, e poi sulla qualità di una squadra che è già ottima». Questa, invece, la ricetta di Russo: «Bisogna creare unità d’intenti nel gruppo, trovare un’intesa tra i giocatori che vada al di fuori del rettangolo di gioco. E poi bisogna dare tutto, sul campo». I profili. La storia degli ultimi due acquisti biancoscudati è diversa. Giacomo Bindi senese di nascita, dopo il settore giovanile ad Arezzo e un anno all’Inter, non ha mai smesso di calcare i campi della Serie C, con la parentesi a Crotone in cadetteria. Michele Russo, che a fine agosto di anni ne farà 30, dopo tanti anni nei dilettanti e un decollo tentato anche attraverso il celebre reality show “Campioni” dieci anni fa, ha trovato la sua consacrazione con l’Entella. «Non vengo qui perché mi abbiano mandato via da Pisa», la precisazione di Bindi.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) In un colpo solo, il Padova ha chiuso la sua porta e ha aggiunto alla linea difensiva un altro tassello importante. Ieri mattina nella sede di viale Rocco sono sbarcati gli ultimi due acquisti: il portiere Giacomo Bindi e il difensore Michele Russo. Le firme sui contratti – un biennale fino al 30 giugno 2018 per entrambi – e poi via, verso il ritiro di Mezzano di Primiero, dove hanno già sostenuto il primo allenamento con mister Brevi e i nuovi compagni di squadra. Ad accomunarli, oltre alla nuova maglia, i campionati vinti nel passato e la voglia di ripetersi nell’immediato futuro. Le regole per vincere. Giacomo Bindi, 29 anni compiuti lo scorso gennaio, è reduce dall’esperienza con la maglia del Pisa: nemmeno due mesi fa, ha battuto il Foggia ai playoff conquistando la Serie B, risultato che gli era già riuscito tre anni fa, quando indossava la casacca del Latina. Michele Russo, invece, le sue due promozioni le ha conquistate con la stessa maglia, quella della Virtus Entella: prima nel 2013, poi nel 2014, protagonista dell’incredibile doppio salto dei liguri dalla C/2 alla B. due elementi di sicura esperienza con i connotati dei vincenti.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Petrilli piace alla Lucchese, mentre Ilari e Dionisi per ora non hanno preso in considerazione l’idea di lasciare Padova. La scena, ieri, è stata tutta per i due nuovi acquisti, soprattutto per Giacomo Bindi, un acquisto accolto da applausi «virtuali» sui social network, dove il lavoro di Zamuner riscuote sempre maggiori consensi: «Mi ritrovo molto nella descrizione che fanno di me – ha spiegato l’ex Pisa – sono uno che ama la concretezza. Il Padova è una prima scelta, una piazza che ho sempre invidiato e in cui sento di poter dare qualcosa di importante». Molto carico anche Russo, che ha lasciato Cremona suscitando un po’ di disappunto nel suo ex ds Stefano Giammarioli: «Padova è Padova – ha detto Russo – io non vedo l’ora di cominciare, sono carico a mille. Sono stato ex compagno di squadra di Cesar, siamo amici anche fuori dal campo e quando ha saputo che c’era questa possibilità mi ha detto di accettare subito al volo. E io che l’avevo già fatto ho avuto un’ulteriore conferma che era la cosa giusta da fare».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Due botti, un terzo per cui bisognerà attendere qualche giorno, un quarto in arrivo. Giorgio Zamuner è scatenato e sta costruendo un Padova con i fiocchi. Il dg ha sistemato la casella portiere con uno degli estremi difensori più forti della categoria, quel Giacomo Bindi reduce da due campionati vinti a Latina e a Pisa. Poi ha strappato alla Cremonese un centrale di sicuro affidamento come Michele Russo. La prossima settimana, se il presidente del Pordenone Mauro Lovisa concederà il via libera, potrebbe assicurarsi Matteo Mandorlini , figlio d’arte e rinforzo ideale per il centrocampo. E poi c’è l’attacco da rinforzare e qui al momento i due nomi più caldi sono quelli di Matteo Chinellato , 12 gol nel Cuneo nella passata stagione e di Domenico Germinale , reduce da un infortunio a Bassano dopo un’ottima prima parte di stagione. Ma potrebbe spuntare un asso nella manica. «Mandorlini si è esposto col Pordenone — ha spiegato Zamuner — dicendo che non sarebbe voluto rimanere. In questo momento non lo posso prendere: è chiaro che sia un giocatore che mi piace ma prima devo cedere un componente dell’attuale rosa. Chi può essere? Non lo so, vediamo nei prossimi giorni. Il centrocampo in questo momento non è una priorità. Per l’attacco valutiamo Chinellato e Germinale, dobbiamo acquistare un giocatore che accetti di giocarsela con Altinier e Neto che hanno fatto 27 gol in due nell’ultima stagione. Vedremo nei prossimi giorni».