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Ore 22.50 – (Il Piccolo) Mentre si lavora per piazzare i colpi per la prima squadra in vista del ritiro per Pieve di Cadore, la Triestina guarda anche ai giovani e al suo futuro. Anzi, a quei giovani più promettenti che già adesso potrebbero fare una capatina in prima squadra come under, magari facendo spola con la Juniores per giocare con più continuità. E intanto crescere e fare esperienza. Va vista in quest’ottica l’operazione portata a termine ieri, ovvero l’acquisizione a titolo definitivo di Gabriele Brandmayr, promettente difensore centrale classe 1999 cresciuto nel settore giovanile del Trieste Calcio, da dove proviene. Davvero un colpaccio, seppur a livello giovanile, quello messo a segno dall’Unione considerata la qualità del ragazzo triestino. Se questa è l’unica operazione ufficiale di ieri, a proposito di difensori centrali giovani pare che si voglia valutare in ritiro anche Giacomo Farosich, classe 1998, che vanta già una presenza nella Triestina dello scorso anno. I difensori centrali titolari invece saranno sicuramente giocatori esperti e di categoria. Su questo fronte ancora nessuna novità su Piscopo, la cui permanenza non è certa. Sempre a proposito di giovani, la Triestina vorrebbe riuscire a portare in ritiro anche Gabriele Lombardi, l’attaccante esterno classe 1998, vero gioiellino del Trieste Calcio. Intanto l’altra sera è scaduto il termine per le iscrizioni alla serie D: hanno presentato domanda di ammissione 170 società aventi diritto, l’unica che non ha avanzato richiesta è l’Ufm. Sarebbero però almeno una decina le istanze corredate soltanto dalla semplice domanda di iscrizione, e quindi senza fideiussione e gli altri adempimenti economici necessari. La Covisod esaminerà il tutto entro il 22 luglio: in caso di esito negativo, le società potranno presentare ricorso entro il 26 luglio e la Covisod esprimerà il suo parere entro il 28 luglio.
Ore 22.30 – (Corriere delle Alpi) La vita è tutta un esame. Giovanni Pescosta lo sa benissimo. Attende il prossimo, che potrebbe dargli un pass per entrare a Medicina, ma intanto vuole superare a pieni voti quello della sua terza stagione in gialloblù. Protagonista delle ultime due annate, ha voglia di stupire. Sapendo che c’è anche l’università che chiama. «A settembre avrò la selezione per entrare a medicina. In base al risultato deciderò il da farsi. Però ora, pur studiando per passarlo, voglio concentrarmi solamente sull’inizio della stagione con il Belluno. Dopo si vedrà». Fermarsi mai. Ed allora, tanto vale provare a ragionare a lungo termine, senza fare troppi calcoli su quello che potrà esserci sulla strada personale. «So già da subito che dovrò dare il massimo, sia calcisticamente che nello studio. Dopo credo che ogni scelta verrà da sé. Sono tranquillo ed emozionato perché il 22 luglio si avvicina e, tutto sommato, è come fosse il primo giorno di scuola». Ma dove può ancora migliorare questo Belluno? «Semplicemente noi dovremo continuare a dare il massimo, come fatto nelle scorse stagioni. Il grande gruppo e la forza di un mister preparato sono stati fondamentali. Abbiamo sempre tanta voglia di stare assieme e questo aspetto credo sia fondamentale. La colonna portante è la stessa. Entrare ai playoff è sempre dura e lo sarà ancora di più nel campionato che sta per iniziare, visto il tipo di rosa che le varie Altovicentino, Mestre, Triestina stanno costruendo. Però ci proveremo. D’altronde, già lo scorso anno sembrava difficile fare meglio eppure ci siamo qualificati per gli spareggi già ad aprile, migliorando anche i punti in classifica». Brotto, Pellicanò e il derby. “Pesco” intanto non dimentica il vecchio compagno di squadra Paolo Pellicanò, già in campo a faticare con il Venezia di Pippo Inzaghi. «Sono felicissimo per lui, se lo merita. E’ in una squadra ambiziosa che vuole continuare a vincere, sono convinto farà molto bene». Poi una parola su Gianmarco Brotto, pronto alla terza esperienza in maglia gialloblù. «Un grandissimo giocatore, con dei colpi incredibili. È decisivo in categoria e in più conosce l’ambiente. Fa sempre la differenza, è bello averlo con noi». Poi due parole anche sui cugini del Feltre e su quanto, la presenza nella medesima categoria di un’altra bellunese, può essere da stimolo per fare bene. «La rivalità fa bene perché si cerca sempre di stare davanti. Stanno costruendo una gran bella squadra ma speriamo di arrivare prima anche in questa stagione. Poi vincere un derby è sempre una bellissima soddisfazione». Monfalcone, niente serie D. Restando in categoria, ufficiale la mancata iscrizione in serie D del Monfalcone. Il club dove doveva approdare Totò Acampora sembra possa ripartire addirittura dalla Terza Categoria.«Sono un po’ spiazzato», ammette l’ex giallolù, «ora valuterò qualche offerta». Sempre in zona, il difensore della primavera dell’Udinese, Elia Francescutti, si è accordato con la Triestina, dopo aver avuto qualche contatto con il Belluno.
Ore 22.10 – (La Provincia Pavese) Bufera sul caso della «doppia identità» del nuovo presidente del Pavia, Alessandro Nuccilli, che a Siena due anni fa, nel tentativo di acquisire il club toscano, si presentò con un altro nome. Considerando che le immagini televisive lo confermano, perchè in quella occasione si presentò come “dottor Alessandro Monzi, imprenditore romano”? «Fu una scelta, quella di presentarmi così, perché mi avvicinavo a questo nuovo possibile impegno nel calcio e preferivo non scoprire subito le carte. E poi ha visto come è andata? Sono stato speronato in auto mentre tornavo a Roma dopo aver visto una partita del Siena, e ho deciso di allontanarmi da quella trattativa…. Comunque adesso non c’è altro da aggiungere, ma c’è solo da pensare al Pavia». E’ stato a Pavia ancora in queste ultime ore? «Sono stato ancora in sede perché c’è tutto da fare in fretta per tentare di sanare l’iscrizione e poter avere l’ammissione del club alla Lega Pro entro settimana prossima». Rimane, quindi, dell’idea che l’operazione possa essere possibile ? «Certo….». Il primo passo deve essere la presentazione della fideiussione… «Sarò a Roma nella giornata di giovedì (oggi per chi legge) e come presidente del Pavia calcio presenterò alla Covisoc la fideiussione». Ma questo non basta per poter superare i controlli della Covisoc. Ci sono gli stipendi e i debiti con Irpef e Inps, già rateizzati e non pagati da gennaio in poi. «Lo farò nei giorni successivi». Un’operazione da un milione di euro complessiva che potrebbe, poi, non bastare se la Covisoc bocciasse il tutto. Vale la pena provarci? «Farò tutto il possibile per riuscirci, poi se la Covisoc deciderà diversamente vorrà dire che la situazione debitoria lasciata dalla precedente proprietà sarà insanabile. Ma fino all’ultimo sono qui per provarci». In un primo momento una sua presentazione e un’illustrazione del suo progetto per il Pavia era stata posticipata a lunedì 18 luglio. Nel pomeriggio di ieri c’è stato un nuovo rinvio a mercoledì 20. Perché? «Perché la Covisoc si riunirà lunedì 18 e solamente il 19 il consiglio federale ratificherà le ammissioni ai campionati e le bocciature definitive. Era inutile fare una conferenza stampa lunedì quando non si avrà ancora la risposta definitiva sul destino della società. Nella peggiore delle ipotesi l’obiettivo è comunque cercare almeno di salvare il titolo sportivo. Cosa che, però, non è disgiunta da un eventuale addio alla Lega Pro e al conseguente possibile fallimento del club. In quel caso si dovrebbe ripartire dai dilettanti, con una nuova affiliazione e una nuova società.
Ore 21.50 – (Gazzetta di Reggio) Minel Sabotic è pronto a ricominciare la sua terza stagione in maglia granata. Il difensore classe 1994 è stato uno dei punti fermi della Reggiana nelle ultime due stagioni ed è pronto a conquistare la fiducia anche del tecnico Colucci, nonostante la società stessa abbia ammesso che è alla ricerca di un difensore centrale. Si ricomincia… «Finalmente, in vacanza dopo un po’ ci si annoia. Mi sono rilassato stando a Modena e facendo un po’ di mare in Liguria, ma non vedevo l’ora di ricominciare perché dobbiamo riscattarci tutti dopo l’ultima stagione» Hai già parlato con i nuovi compagni? «Ci siamo visti oggi per la prima volta, ci siamo salutati e queste prime settimane di lavoro insieme serviranno proprio per conoscerci al meglio». Con che spirito riparte? «Ancora più carico di prima. Ho imparato tante cose dall’ultima stagione che mi porterò come esperienza nel mio bagaglio personale e sappiamo che non dobbiamo commettere di nuovo gli errori dell’anno scorso». A quali errori si riferisce? «Lo sappiamo noi che eravamo all’interno dello spogliatoio, però se siamo arrivati settimi vuol dire che qualcosa è successo, da parte di tutti». La piazza ha grandi attese. «Come ogni anno a Reggio, anche il primo anno che ero qui quando eravamo quasi degli sconosciuti c’erano delle aspettative importanti, ma così è molto più bello». La società è alla ricerca di un altro difensore centrale «Le scelte le farà il mister, credo che qua il posto non ce l’abbia assicurato nessuno e questo discorso vale sia per noi che eravamo già a Reggio sia per i nuovi arrivati. Ogni giorno in allenamento dovremo conquistarci il posto». Sei stato tentato di andare da altre squadre? «No e non so neanche se mi hanno richiesto». E’ il suo terzo anno a Reggio. «Speriamo sia l’anno buono».
Ore 21.40 – (Gazzetta di Reggio) Indubbiamente sul podio dei migliori dello scorso anno, Simone Perilli si appresta a vivere la seconda stagione in granata con più entusiasmo e più consapevolezza nei propri mezzi. «Ricomincio da zero – esordisce -. Quello che è stato è stato, quest’anno bisogna fare meglio di prima». Lei è stato sul taccuino di diversi direttori sportivi? «Sì, alcuni interessamenti, ma non c’è mai stato nulla che mi facesse pensare di andare via da Reggio». La voglia di andare in qualche grande club? «Perché, la Reggiana non è una splendida piazza? La categoria ci penalizza, ma sono rimasto molto volentieri e spero di salire con questa squadra». La Reggiana punta molto su di lei. «E’ vero e sono molto riconoscente alla società. Ma devo diventare ancora di più un punto fermo, visto che ho fatto solo un anno. Mi devo riconfermare e sarà ancora più difficile dell’anno scorso».. Pensi se fosse derby col Parma… «Magari, sarebbe splendido per noi e per la gente. Sarebbe un Roma-Lazio (Perilli è grande tifoso laziale, ndc) ma con altre emozioni. Io il derby di Roma lo potrei vedere solo dalla curva. Sarebbe bello vedere lo stadio pieno di tifosi». Un obiettivo personale, da un punto di vista tecnico? «Devo subire meno gol dell’anno scorso, quindi meno di 25. Tecnicamente? Non te lo so dire, perché se fa bene la squadra faccio bene io. In cosa sono migliorato l’anno scorso? Ho preso molta fiducia in me stesso». Due ritiri molto diversi, quello dell’anno scorso e questo. «E’ cambiata la società, alcuni compagni… Avverto sensazioni diverse, ma di preciso non saprei dire». La sentiamo motivato. «Dobbiamo lavorare il più possibile, perché i frutti di questo lavoro li troveremo durante la stagione». Un obiettivo di carriera, invece, ce l’ha Simone Perilli? «Giocare nella Lazio (ride, ndc). Scherzi a parte, vorrei giocare ai massimi livelli nella categoria che mi compete, fosse A, B, Lega Pro…». Cosa salva della passata stagione? Da cosa ricominciare? «Ripartirei dal gruppo. L’anno scorso eravamo un ottimo gruppo, sempre unito. Quello è uno dei nostri punti di forza. Poi la stagione scorsa è andata come sappiamo, e per questo bisogna azzerare tutto. Perché il nostro obiettivo è fare tornare la gente allo stadio». Ha buone sensazioni? «Non lo so dire. Voliamo basso e ripartiamo da zero, se Dio lo vorrà sarà l’anno buono».
Ore 21.30 – (Gazzetta di Reggio) Ultimo a parlare in via Agosti prima delle vacanze e primo ieri al ritrovo è stato Alessandro Spanò, il capitano in pectore della Reggiana, pronto a tuffarsi nella sua terza stagione in maglia granata. «Proprio così – commenta il centrale difensivo- e ho notato che ci sono stati tanti cambiamenti tra nuovi soggetti entrati in società, altri a livello di staff oltre ai giocatori, alcuni già arrivati ed altri arriveranno. Questo mi induce a pensare che la società voglia fare le cose seriamente». Quindi lei resterà alla Reggiana? «La mia volontà coincide con quella del club di fare qualcosa di importante qua e ora penso solo al ritiro per arrivare bene alla Coppa Italia e all’inizio di campionato. Se in futuro arrivassero chiamate da categorie superiori e se la società le valutasse ne riparleremo, ma al momento ho avuto solo chiacchierate». Dirigenti e giocatori nuovi: già avuti i primi contatti? «Coi dirigenti ci siamo trovati adesso per la prima volta. Tra i giocatori ho conosciuto Ghiringhelli in Nazionale ed affrontato Guidone da avversario». Come riparte? «Con tanto entusiasmo e voglia di fare bene perché la società si sta impegnando, anche economicamente, quindi dovremo lavorare da subito e coi piedi per terra per dare tutto al mister ed al gruppo». Le è stato riferito della grande risposta dei tifosi all’arrivo di Mike Piazza? «Sì e sono contento perciò dovremo ripagarli durante la stagione». Sa che potrebbe arrivare un altro centrale d’esperienza a contendere il posto a lei e a Sabotic? «Più la rosa è competitiva meglio è, perchè ci saranno squalifiche ed infortuni perciò è bene avere persone di qualità pronte a subentrare». Calcisticamente è cresciuto? «Penso di sì perché ogni anno si cerca di migliorare». Sarà ancora il capitano? «A 22 anni sentirsi uno dei perni di una società così importante mi riempie di orgoglio ma per la fascia di capitano credo che sarà una decisione dell’allenatore». Che obiettivo si è posto per questa stagione? «Come giocatori non dobbiamo porci obiettivi di risultati prima di partire perché non ci compete, ma avere piccoli obiettivi quotidiani da raggiungere settimanalmente sul campo». Per evitare di illudere i tifosi? «Parlo di sacrifici, ma senza sbandierare traguardi importanti prima di cominciare». Si è fatto un’idea di quali potranno essere le vostre rivali? «Sarà un campionato tosto ma questo ci darà stimoli». Lei resta l’unico “superstite” del gruppo di Busto. «Dopo due anni a Reggio sento come fratelli anche quelli arrivati dopo e l’importante sarà formare un gruppo da subito. Siega l’ho sentito e gli auguro il meglio, che sia qua o in una categoria superiore». Ci può parlare dell’esperienza sul Lago Vittoria durante le vacanze? «Oltre al fatto umano era legata ad un progetto universitario e la conoscenza di nuove culture e persone arricchisce sempre».
Ore 21.20 – (Gazzetta di Reggio) Carico a mille e con le idee chiare. Così si è presentato Leonardo Colucci ai campi di via Agosti per dirigere il primo allenamento della Reggiana. Alla nuova avventura, il tecnico granata s’avvicina «con tanto entusiasmo, perché senza quell’ingrediente non possono arrivare i risultati». Il primo obiettivo qual è? «Quello di fare prima gruppo e poi squadra. E l’obiettivo è quello di alzare l’asticella domenica dopo domenica». Anche se è solo il primo giorno si sente di fare promesse? «Noi non vogliamo fare voli pindarici o dire che vinciamo il campionato. La promessa che posso fare è quella di una squadra determinata che lotterà su ogni pallone e quando uscirà dal campo lo farà dopo aver dato tutto. Questo mi sento di prometterlo». Ci sono già squadre che hanno dichiarato apertamente che vogliono vincerlo. Insomma, la concorrenza sarà davvero tanta. «Ci sono squadre attrezzate ma non sempre i cognomi vincono i campionati anzi, i campionati li vincono gli uomini». Si è già fatto un’idea di quelli che saranno i valori del campionato? «Anche senza fare nomi, basta vedere il tipo di mercato che qualcuno sta facendo. Noi lavoreremo alla giornata». Che la Reggiana sia un cantiere aperto è evidente, quando chiuderà questo cantiere? «C’è tempo sino alla fine di agosto. Stiamo valutando tanti profili e non vogliamo sbagliare. Non abbiamo fretta. Meglio portare giocatori utili alla causa e non nomi solo per la piazza». Come giudica la rosa ad oggi? «Davanti abbiamo solo tre attaccanti ma tutti i reparti devono essere completati. Siamo un cantiere aperto». Il ds Grammatica ha dichiarato che i pezzi da novanta potrebbero arrivare quando il mercato sarà agli sgoccioli. Potrebbe essere un problema completare la rosa verso fine agosto? «I giocatori bravi non hanno problemi ad integrarsi. Cercare giocatori importanti adesso significa partecipare a un’asta e questa è una cosa che non condivido. Chi viene alla Reggiana deve venire convinto della scelta». Com’è stato il ritorno in via Agosti dopo tanti anni? «Molto emozionante e mi sono tornati alla mente tanti ricordi. Ovviamente tutti bellissimi come la promozione in serie A, un gruppo stupendo e uno staff all’avanguardia». Al suo posto c’era Ancelotti, per dire. «Gli mando un grande saluto e so che gli arriverà anche se adesso è in Germania». Sarà il nuovo Ancelotti? «Non fatemi emozionare. Io la ricordo bene quella stagione. C’era stata una partenza lenta e la società era stata brava ad avere pazienza, quella che manca adesso. A fine stagione abbiamo festeggiato la promozione. Detto questo, mi auguro di fare anche solo una minima parte di quello che ha fatto il maestro Ancelotti». Come vive la partita? «Partecipo e la gioco con i ragazzi, mi piace viverla. Mi sento parte integrante». La sente la reggianità in questa squadra? «Assolutamente sì. Si sente il senso di appartenenza e questo mi sembra un ingrediente fondamentale». La presentazione di Piazza è avvenuta davanti a migliaia di persone. Quell’immagine non le fa aumentare la responsabilità? «Le responsabilità sono in qualsiasi piazza. Non esiste una piazza dove non ci sono responsabilità e vanno affrontate senza timore. Anzi, sarà uno stimolo in più e questo lo sanno anche i ragazzi. Sanno che devono lasciare il cuore in campo». Si è parlato molto di modulo: quale sarà quello di Colucci? «Siamo un cantiere aperto e parlare di moduli adesso è prematuro. Un’idea l’abbiamo ma non siamo integralisti». Cercate giocatori duttili? «Proprio così. Giocatori che anche se li sposti di 15 metri devono saper giocare a calcio». Qual è stato il criterio che vi ha portato ad effettuare i primi acquisti? «Sono stati tutti acquisti mirati e condivisi con la proprietà e tutti hanno accettato con entusiasmo». Il primo giorno di ritiro in passato ha riservato alcune brutte sorprese, con alcuni “girovita” imbarazzanti. A un primo colpo d’occhio come li ha trovati? «Li valuteremo. Ma oggi rispetto al passato, i ragazzi prima di andare in ritiro si preparano. Almeno me lo auguro. Si chiama cultura del lavoro».
Ore 21.00 – (Gazzetta di Mantova) «Ci sono in corso vari contatti per arrivare a una cogestione del Mantova – spiega il patron Serafino Di Loreto -, ma dovranno concretizzarsi entro la fine della settimana. In caso contrario chiuderemo la serranda e andremo avanti da soli, perché la stagione sta iniziando e c’è bisogno di stabilità. Ci siamo presi queste due settimane per guardarci intorno, credo sia legittimo». I contatti di cui parla Di Loreto sono portati avanti dal presidente Sandro Musso, che spazia a 360 gradi. Tanto da avviare un discorso con i vertici del Sassuolo per una possibile collaborazione tecnica. Oltre a questo canale, ce ne sono però altri. Innanzitutto i due “tradizionali”. I contatti con gli storici “promessi sposi” Masiero e Dondi non si sono infatti mai interrotti: «Siamo gente educata – dice Di Loreto – non ci neghiamo a nessuno». Tant’è che ieri Claudio Dondi si è visto con Musso. «Abbiamo preso un caffè», racconta il presidente; «ci siamo bevuti un the», dice invece Dondi. Al di là della bevanda, Musso sostiene che «non c’è nulla di concreto, ma la porta resta aperta a tutti per il bene del Mantova. E, se Dondi arriverà con i soldi, noi saremo qui». Potrebbe magari anche accadere, a patto che poi i compagni di avventura di Dondi (già coinvolto direttamente o indirettamente nei fallimenti calcistici di Trento, Rovigo e Asti) siano affidabili, magari un po’ più di quel Nuccilli (vedi articolo sotto) che lo stesso Dondi ha rivelato facesse parte della sua cordata, seppure «soltanto nella fase iniziale». E dunque parecchi mesi fa. Oltre a Dondi e Masiero, comunque, Di Loreto afferma che ci sono in corso contatti con «un possibile sponsor» e con «un altro gruppo» (al momento top secret) che sarebbe interessato a «cogestire» il Mantova. Insomma, di carne al fuoco (o soltanto fumo?) ce n’è tanta, ma quantomeno i vertici di Viale Te prendono l’impegno di mangiarla o gettarla via nell’arco di pochi giorni. Poi, finalmente, si dovrebbe poter parlare soltanto di calcio.
Ore 20.50 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova ha ufficializzato ieri mattina la prima cessione: Dalla Bona va al Santarcangelo, con una formula che non prevede un incentivo all’esodo ma una valorizzazione da pagare la prossima stagione e conseguente immediato risparmio per le casse di Viale Te. L’addio del regista apre spazio per le prime operazioni in entrata: dopo l’attaccante del Rezzato Luca Maccabiti, che stamani effettuerà le visite mediche, in giornata dovrebbero approdare all’Acm in prestito anche due 20enni dell’Entella. Si tratta del centrocampista Ibrahima Sene Pape e del difensore Valerio Zigrossi: manca soltanto l’ok del procuratore del secondo, che dovrebbe arrivare oggi. Il Mantova spera poi di cedere Perpetuini, richiesto dalla Lucchese e dalla Pistoiese, che offre in cambio il centrocampista Loris Damonte. Se andasse in porto questa operazione, l’Amc potrebbe cercare un nuovo regista. E un primo sondaggio è già stato fatto con l’ex capitano biancorosso Matteo Paro, svincolatosi dopo una stagione in B al Crotone. Tornando alle uscite, c’è da rilevare una richiesta del Fano per Anastasi. All’attaccante, inoltre, si è interessata anche la Caronnese, che sarà inserita in Lega Pro al posto del Bellinzago e che sarebbe pronta a ingaggiare anche De Respinis. Inevitabilmente si andrà un po’ per le lunghe e questo condizionerà ovviamente il mercato in entrata. Il Mantova stava seguendo un paio di ragazzi di scuola Atalanta, ma Barlocco si è acasato all’Alessandria e Nava è diretto al Catania. Resta invece nel mirino l’attaccante Gabriel Lunetta, così come l’esterno Andrea Beghetto, che però la Spal non sembra intenzionata a cedere. Così l’attenzione si è spostata sul 20enne Luca Zanon, di proprietà della Fiorentina, che ha collezionato 5 gare in B nell’Entella. Per la difesa piace poi il 22enne Agostino Camigliano, reduce da una stagione con 3 apparizioni in B nel Trapani, ma con alle spalle altre esperienze in B nel Brescia. Molto più impegnativo sarebbe invece arrivare all’ex Angelo Siniscalchi. Voci di mercato riguardano anche il 28enne attaccante Alessandro D’Antoni, reduce da una stagione in D nel Chieri (15 gol) e già scartato dal Mantova due anni addietro. Per l’attacco, di certo all’Acm piacerebbe invece arrivare al 21enne del Sassuolo Ettore Gliozzi, inseguito invano nelle ultime stagioni e protagonista lo scorso anno di un buon campionato nel Sudtirol (29 gare e 9 reti). L’Alessandria si è detta dal canto suo disposta ad agevolare il ritorno in biancorosso di Filippo Boniperti (che verrebbe di corsa), ma ovviamente anche su questo fronte il Mantova ha preso tempo, in attesa di valutare la situazione delle uscite.
Ore 20.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Due temporali si sono scatenati ieri sul Pordenone in ritiro ad Arta Terme. Il primo reale, un nubifragio rovesciatosi in mattinata sulla val But, che ha scombussolato il programma di Bruno Tedino. L’altro metaforico, quando Matteo Madorlini ha comunicato di voler abbandonare la compagnia. TEDINO SORPRESO – Già da tempo si parlava del suo passaggio al Padova, tentato da Giorgio Zamuner, ora gm e uomo mercato dei biancoscudati e, almeno sino alla scorsa stagione, procuratore dello stesso giocatore. «Sarebbe – aveva detto Tedino per escludere l’ipotesi, quando gli accennammo la voce arrivata da Ravenna – una sorta di conflitto d’interessi». Forse anche per questo Bruno sembra scosso e al tempo stesso stizzito. «Non voglio commentare la decisione e il comportamento di Matteo – afferma il tecnico-manager neroverde -. Dico solo che non me l’aspettavo. Non lo sospettavo nemmeno». E ora? «Dovremo tornare sul mercato – risponde -, perché Matteo per la mia idea di Pordenone era un uomo importante. Dovremo trovare un sostituto. Senza fretta, però: non possiamo prendere un giocatore qualsiasi solo per fare numero. Non possiamo sbagliare. Dovremo agire con accortezza. Di certo – garantisce – lo rimpiazzeremo in modo adeguato». LA REGOLA DI RE MAURO – Strizzolo, Pasa, Pederzoli e adesso Mandorlini. Sembra proprio che la voce «riconoscenza» sia stata cancellata dal vocabolario del calcio, dando ragione a Mauro Lovisa quando invitava il popolo neroverde a innamorarsi della società e non di giocatori e allenatori che vanno e vengono. Del resto, dimenticare ciò che è stato è una regola che vale sia in entrata che in uscita. Nel recente passato, tanto per fare un paio di nomi, era stato dato il benservito senza tante motivazioni prima a Carmine Parlato, condottiero della promozione e dello scudetto dilettanti, e poi per la seconda volta in poco tempo a Fabio Rossitto. Quest’ultimo aveva ottenuto una media punti da playoff, senza riuscire però a salvare il ramarro azzoppato dagli errori d’inesperienza commessi in fase di mercato e, in avvio di stagione 2014-15, dalla stessa società.
Ore 20.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Risveglio shock in Carnia: Matteo Mandorlini lascia tutti e va a Padova. A ore firmerà un biennale con la società diretta da Giorgio Zamuner. Le prime avvisaglie del terremoto c’erano già state nel pomeriggio di martedì, quando la mezzala (figlio d’arte) non aveva preso parte all’allenamento in quota. Poi un colloquio vis-à-vis con il presidente Mauro Lovisa, infine la notizia. Matteo Mandorlini ha lasciato il ritiro di Arta Terme ieri mattina, prendendo la decisione paventata più volte già un giorno dopo la sconfitta nel doppio turno contro il Pisa. Il Padova sembrava aver mollato la presa sul centrocampista ex bresciano, poi all’improvviso il pressing è andato a buon fine. «Mando» rescinderà il suo contratto con il Pordenone, così il Padova non dovrà nemmeno pagare l’indennizzo. Una volta libero, raggiungerà il club allenato da Oscar Brevi e inizierà la nuova avventura. Resta cauto Giorgio Zamuner, che ha glissato sull’argomento, ma si tratta di una dichiarazione di facciata. L’affare si farà. DUBBI – Resta più di qualche dubbio sui tempi dell’operazione: non si poteva chiudere prima, senza aspettare i primi giorni del ritiro? Ma soprattutto, un addio di questo calibro costringe il Pordenone a cambiare strada. E un mercato che sembrava quasi agli sgoccioli improvvisamente si riapre. Manca un elemento nevralgico del 4-3-3 di Bruno Tedino e dovrà essere trovato in tempi brevi. Al momento la mediana titolare può contare solo su Burrai e Buratto. BACCOLO – La pista più consistente, in questo senso, è quella che porta a Pietro Baccolo, mezzala “di gamba”, originario proprio di Padova. È il giocatore che fa al caso dei ramarri e nelle prossime ore la trattativa si farà serrata. Baccolo, classe 1990, ha giocato l’ultima stagione al Messina, nel girone C. Altri due nomi sono quelli di Tommaso Bellazzini e Paolo Grbac, in uscita dal Pavia. Insomma, è partita la corsa alla sostituzione di Mandorlini, ma la sensazione è che di centrocampisti esperti possano arrivarne addirittura due. GIOVANI – Si continua a lavorare lungo l’asse tra Pordenone e Juventus, trattando per i due nomi provenienti dal gruppo dei bianconeri di Max Allegri. Già anticipati la scorsa settimana, ora si attende di poterli annunciare. Sono il centrocampista Matteo Gerbaudo, classe ’95, e il difensore Giulio Parodi, nato nel ’97. Due ragazzi per i quali il Pordenone vuole chiudere nei prossimi giorni. Entrambe le operazioni dovrebbero riguardare un prestito secco annuale. CASO BARRETO – Infine i rumor che circolano intorno al nome dell’ex attaccante udinese Barreto. A parlare è stato l’agente Gianfrancesco Fierro: «Per Barreto c’è stato un sondaggio con il Bari, dove lui tornerebbe volentieri. Ha poi altre richieste dalla B e dalla LegaPro, anche dal Pordenone. Vedremo». Il brasiliano si era visto già l’anno scorso al De Marchi, dove aveva sostenuto più di una seduta di allenamento agli ordini di Bruno Tedino. Una volta alzati i ritmi, però, era andato in difficoltà.
Ore 20.00 – (Messaggero Veneto) É infermabile l’ex consulente di mercato del Pordenone Giorgio Zamuner. Perché per il “suo” Padova, di cui è direttore generale, avrebbe trovato l’accordo con altri due giocatori. Dopo Mandorlini, infatti, il dirigente veneto starebbe per chiudere con il difensore Michele Russo (classe ’86) della Cremonese (ed ex Entella) e il portiere Giacomo Bindi (’87) del Pisa (ed ex Crotone). Entrambi i giocatori starebbero per risolvere i rispettivi contratti e accasarsi dunque ai biancoscudati, che a questo punto guadagnano altre posizioni nella griglia di partenza del campionato. Di grandi colpi ce ne sono ancora. Potenzialmente devastante quello della Cremonese che, dopo Porcari, si starebbe per assicurare nientemeno che Pablo Gonzalez (’85), attaccante e asso del Novara, con cui ha giocato 208 gare e realizzato 65 reti, centrando ben tre promozioni (due in B e una in A). Tesser ha così preso un altro giocatore che aveva tra i piemontesi nei due magici salti di categoria (il primo appunto è Porcari). L’Alessandria, invece, ha blindato la difesa prelevando dallo Spezia Felice Piccolo (’83), difensore ex Juventus, che ha militato per 4 anni in Romania col Cluj. Acquisti che muovono gli equilibri, senza alcuna ombra di dubbio. Intanto, a proposito di mercato, trovano casa tre ex Pordenone. Si tratta di Jacopo Fortunato (’90), Andrea Migliorini (’88) e Diego Oliveira (’87). I due centrocampisti, in neroverde nella prima stagione in Lega Pro, e la punta – in rosa nell’annata della vittoria della serie D – sono nuovi giocatori del Delta Rovigo in Interregionale. Raggiungono così una gloria dei “ramarri”, Gianni Careri (’82), portiere già nel Polesine dallo scorso febbraio e autore di un ottimo finale di campionato la scorsa stagione.
Ore 19.50 – (Messaggero Veneto) Pioggia battente, freddo: è stato un mercoledì terribile dal punto di vista meteorologico ad Arta Terme. Di conseguenza il Pordenone ha lavorato solamente sotto il profilo atletico. Il gruppo aveva iniziato, nella seduta mattutina, un’esercitazione tattica, che però è saltata dopo pochi minuti a causa di un intenso acquazzone. Prima la squadra aveva sostenuto il test di Gacon, test incrementale a esaurimento e intermittente che valuta la velocità massimale aerboica. Al pomeriggio il mister Bruno Tedino ha torchiato i giocatori con lavori di forza, sperando di riprendere il pallone nella giornata odierna: in programma doppia seduta, dalle 10 alle 12 e nel pomeriggio dalle 16.30 alle 18.30. Intanto il Pordenone comunica di aver ricevuto il parere favorevole al rilascio delle licenze 2016-2017 da parte della Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi e dalla Co.Vi.So.C. Gli atti ora saranno trasmessi al Consiglio federale, che si riunirà tra pochi giorni, lunedì 18 luglio, per la ratifica delle squadre partecipanti al prossimo campionato di Lega Pro. Sono molte, al momento, le società che appaiono in difficoltà, tanto che ieri il presidente della Lega Pro Gravina ha detto che «non so se arriveremo al format di 60 club».
Ore 19.40 – (Messaggero Veneto) Un addio inaspettato scuote il ritiro del Pordenone. É quello di Matteo Mandorlini. Il centrocampista romagnolo, classe ’88, lascia il neroverde ed è pronto ad accasarsi al Padova, voluto fortemente dal dg Giorgio Zamuner, fresco ex consulente di mercato. La mezzala abbandona Arta Terme di prima mattina, accompagnato in città dall’addetto agli arbitri Enrico Pitau. Ora deve trattare la risoluzione del contratto (aveva ancora un anno di vincolo) e poi si dirigerà verso la città del Santo, dove sarà presentato nei primi giorni della prossima settimana. Dopo Pederzoli e Pasa se ne va l’ultimo pezzo del centrocampo del secondo posto in Lega Pro. E la società è costretta a correre ai ripari in fretta e inaspettatamente, in un settore dove attualmente ci sono solo due giocatori (Burrai e Buratto). Volontà. Nessuno screzio alla base della rottura del rapporto, anzi. Mandorlini stava molto bene a Pordenone, la dirigenza, staff tecnico e compagni lo apprezzavano moltissimo. Semplicemente il giocatore, già dalla fine della scorsa annata, aveva manifestato il desiderio di seguire Zamuner a Padova: l’ex professionista è stato lo storico procuratore del centrocampista e proprio lui lo aveva portato l’anno scorso in riva al Noncello. Insomma, un rapporto di fiducia esistente da molti anni, che Mandorlini voleva proseguisse a tutti i costi. Così, appena c’è stata l’opportunità, la mezzala ha abbandonato il neroverde per raggiungere il suo mentore a Padova. Avrebbe potuto farlo prima, e non a inizio ritiro? Si dice non ci fossero ancora le condizioni necessarie, che invece sono state trovate ieri. Di certo la sua uscita di scena ha messo in difficoltà Tedino, che al momento deve allenare la squadra e non ha molto per cercare un altro centrocampista. Un pezzo che, ora, è necessario. Ipotesi. «Non mi sarei aspettato una cosa del genere a inizio ritiro» si è limitato a dire il tecnico del Pordenone, che in questi giorni avrebbe voluto impartire i primi dettami al reparto e invece non può farlo. Il giocatore commenterà la vicenda all’inizio della prossima settimana (dopo la risoluzione), la società non ha detto nulla a riguardo. Ora è caccia al sostituto: circolavano ieri i nomi di Paolo Grbac (’90) e Tommaso Bellazzini (’87), entrambi jolly del Pavia, e Pietro Baccolo (’90) del Messina. Il sogno, comunque, è sempre uno, ovvero Federico Maracchi (’88) della FeralpiSalò, ex neroverde il cui trasferimento al Venezia tarda a diventare realtà: è probabile che la società cittadina faccia un tentativo per lui (che ha ancora un anno di vincolo coi bresciani), da sempre pallino del presidente Lovisa e giocatore molto apprezzato da Tedino. A breve dovrebbe arrivare Matteo Gerbaudo (’95) della Juventus, il cui ingaggio era già in programma ma che ora si fa addirittura fondamentale.
Ore 19.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Non passa giorno che a Bassano non ci siano novità importanti sul mercato. Caio De Cenco è il grande obiettivo per l’attacco ma la strada che conduce all’attaccante del Pavia è in salita. Il Trapani gli ha offerto un triennale e il destino dell’ex centravanti del Pordenone sarà quasi certamente in Sicilia. C’è stato un sondaggio anche per Manuel Giandonato, che il Padova ha messo nella lista dei cedibili, ma per il momento la chiacchierata non ha avuto sviluppi. Nel frattempo ieri il dg Werner Seeber ha ufficializzato il ritorno dal Genoa di Marco Soprano, sempre in prestito, per un’altra stagione. Nel pomeriggio, poi, allenamento e presentazione ufficiale per Mattia Minesso, prelevato dal Cittadella dopo che il club granata ha deciso di non esercitare l’opzione di riscatto. «Questa è un’occasione importante per me — ha detto il nuovo esterno giallorosso — il direttore mi aveva già cercato a gennaio, purtroppo però, per una serie di incastri di mercato, il Cittadella non mi ha fatto partire. In queste settimane ho nuovamente percepito un interesse nei miei confronti, mi ha fatto piacere ed ho subito accettato». E Minesso dimostra di avere già le idee molto chiare sulla nuova stagione: «Il Bassano è reduce da tre stagioni importanti: il campionato di Seconda divisione vinto, il primo posto a pari merito con il Novara e la finale playoff per la B contro il Como e i playoff a Lecce. E’ una società che lavora in modo serio, non mi sono basato sulla vicinanza a casa bensì sul progetto». Minesso arriva carico di tantissime buone intenzioni: «Questo deve essere un anno importante per me e per il Bassano — dice — sulla carta ci sono squadre molto attrezzate, ma alla fine i campionati si vincono sul campo. La scorsa stagione ho conquistato la serie B con il Cittadella, ma non sento tale vittoria totalmente mia. Ho dato il mio contributo ma rispetto alle stagioni precedenti sono stato impiegato meno, quindi la voglia di scendere in campo è grande. Questo è un gruppo sano, si vede che vanno d’accordo anche al di fuori del campo. Tutta la squadra mi ha già fatto davvero una buona impressione».
Ore 19.00 – Qui Mezzano: termina l’allenamento.
Ore 18.40 – Qui Mezzano: partitella finale.
Ore 18.20 – Qui Mezzano: alternanza tra lavoro atletico e col pallone.
Ore 18.00 – Qui Mezzano: terminano le ripetute in salita, i giocatori tornano stanchi in campo.
Ore 17.40 – Qui Mezzano: facce provate già dopo la prima serie.
Ore 17.30 – Qui Mezzano: previste tre serie di “ripetute in salita”, ognuna da sei allunghi da dieci metri e tre da cinquanta metri.
Ore 17.20 – Qui Mezzano: arriva il fatidico giorno delle “ripetute in salita”! Trasferimento in una vicina strada asfaltata.
Ore 17.10 – Qui Mezzano: riscaldamento, tutti presenti.
Ore 17.00 – Qui Mezzano: Biancoscudati in campo per il riscaldamento. Presenti anche i nuovo acquisti Bindi e Russo.
Ore 16.00 – (Giornale di Vicenza) Scusate il ritardo. Mattia Minesso promesso sposo giallorosso lo scorso gennaio, convola a nozze coi virtussini solamente a luglio.«È vero – conferma – dovevo vestire il Bassano già in inverno, poi però è saltato tutto l’ultimo giorno di mercato perchè il Cittadella non ha trovato il mio sostituto e non mi ha più lasciato partire. Ma ora sono arrivato e non vedo l’ora di inizare».La B appena conquistata col Citta eppure la volontà di voltare subito pagina. Perchè?Quella promozione non la sento nemmeno troppo mia – confessa a sorpresa – d’accordo ho segnato il 2-1 vincente con l’Alessandria ma coi granata non venivo impiegato con continuità, ero titolare fisso solo in Coppa e allora è un successo nel quale non mi identifico.Bassano come rampa di lancio e magari pure di rilancio. A 26 anni una carriera è ancora tutta da scrivere? Per me questa è una tappa fondamentale – riconosce l’esterno offensivo mancino originario di Piazzola sul Brenta – arrivo con motivazioni speciali e ambizioni particolari: in questi anni il Soccer Team è sempre stato protagonista, è reduce da tre annate da primattore e va bene che il primo obiettivo è la salvezza poiché bisogna essere concreti, ma a me piacerebbe restare sempre lì con le migliori. Ci saranno squadroni sensazionali, penso al Venezia oppure alla Cremonese, ma noi ci batteremo.La sua nuova destinazione è ad appena 20 km da casa… Sì, ma non ho fatto questo tipo di valutazioni, ragionassi così non farei il professionista. La mentalità e i programmi del club sono i miei stessi piani, vogliamo continuare a sorprendere.Si è già calato nella parte in un attimo, o no? Dopo i primi allenamenti ho già visto che qua si lavora un sacco, non ero abituato a questi carichi quotidiani a Cittadella. Ma sapevo che qua c’era il preparatore atletico Alessandro Dal Monte. I suoi metodi sono conosciuti, c’è da faticare parecchio ma i risultati però arrivano. Quanto ai compagni mi hanno accolto tutti benissimo, si vede che questo è uno spogliatoio unito, che al Bassano c’è un gruppo solido. E sul rettangolo di gioco si intuisce subito che ci si muove su un sistema collaudato. Cosa ci ha detto l’allenatore? D’Angelo ha solo anticipato che ci sarà da lavorare un bel po’.Tifoso del Milan sin da bimbo, simpatizzante del Vicenza («Tra vivaio e prima squadra ho trascorso in biancorosso 10 anni…”), Minesso lontano dal pallone adora il tennis e il suo idolo è Roger Federer. Nei ritagli di tempo libero si diletta ad andare a pescare («Se capita si va a trote, ma quelli bravi sono altri, mica io…» sorride).
Ore 15.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Mentre nel primo giorno di ritiro del Venezia arriva a fine mattinata la conferma ufficiale dell’avvenuta iscrizione al campionato di Lega Pro, sembra poter slittare la prima giornata di Coppa Italia programmata per il 7 agosto – il Venezia avrebbe in ogni caso programmato per il 6 un test a Fermo – visto che l’organico della categoria sarà completato solamente il 4 agosto. Martedì infatti scadevano i termini di presentazione della documentazione alla Covisoc e attualmente più di una formazione è a rischio esclusione: ci sarà da “faticare” per arrivare alle 60 squadre previste dalle norme federali, ricorrendo ai ripescaggi: nella passata stagione le squadre in Lega Pro erano 54. «Il regolamente prevede 60 partecipanti in tre gironi e il presidente della Lega Pro si è impegnato a rispettare questo numero – afferma il ds lagunare Giorgio Perinetti – Personalmente sono più che favorevole a un campionato a sessanta anche se presto si arriverà a una categoria a sole 40 partecipanti». Perchè questa preferenza?
«Poichè una squadra strutturata come la nostra ha la possibilità di interpretare nella maniera migliore un torneo con venti partecipanti che con 18 – continua Perinetti – quattro gare in più favoriscono il nostro lavoro». Si ipotizza una definizione dell’organico per il 4 agosto con Coppa Italia a rischio. «Abbiamo già programmato un’amichevole il 6 a Fermo – dice ancora il ds – nemmeno ce la sentissimo. Credo che la Coppa si giocherà il 14, il 21 e il 24 agosto». C’è tempo sino a domani alle 19 per presentare ricorso e integrare la documentazione mentre il 18 ci sarà il verdetto definitivo della Covisoc. Il giorno dopo si terrà il consiglio federale con l’apertura delle domande di ripescaggio, mentre il 27 ci sarà il consiglio di Lega che valuterà le domande di ammissione. Poi il 4 agosto la comunicazione dell’organico definitivo.
Ore 15.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Negli ultimi quindici anni ha disputato 13 campionati di serie A e due di B, vincendoli e conquistando la promozione a Modena e Napoli. Niente male il biglietto da visita di un Maurizio Domizzi che a 36 primavere, dopo 8 stagioni a Udine, non può che essere uno dei leader designati del Venezia targato Inzaghi.
«Dopo l’addio all’Udinese pensavo che sarei andato in vacanza in attesa di trovare una nuova squadra, invece il Venezia mi ha cercato subito e in pochi giorni ero arancioneroverde – rivive il suo sbarco in laguna il difensore romano -. Sono felice di aver fatto da apripista, di esser stato il primo di una lunga serie di acquisti importanti. Speravo proprio che come me in tanti si fidassero, facendosi trascinare dalle ambizioni di questa società». Un Venezia tutto nuovo e che, come chiesto subito da mister Inzaghi, dovrà innanzitutto diventare un gruppo, una famiglia. «Con Inzaghi ci siamo incontrati tante volte in campo, lui era uno dei big del Milan di Ancelotti che rimane una delle squadre più belle degli ultimi vent’anni. A Udine ho giocato con Geijo e Marsura, da avversario ho incontrato Bentivoglio e Garofalo ad esempio. Sulla carta siamo sicuramente attrezzati, il mister cercherà di trasmetterci la sua fisionomia caratteriale da vincente e questa è già una garanzia». Della Lega Pro che verrà si sa ancora ben poco. «Io l’ho giocata a fine anni ’90 a Livorno e si chiamava ancora Serie C, quindi per fare un paragone dovrò giocarla sul campo. Il livello è oggi indecifrabile, la maggior parte delle squadre sono in fase di costruzione e il Venezia credo sia l’unica eccezione essendo salito in ritiro già completo. Una bella «anomalia», un vantaggio da sfruttare per conoscerci in fretta». Il trasferimento in laguna può diventare per Domizzi una spinta per allungare la sua già bella carriera? «Io sono qui per giocare, divertirmi, fare bene e vincere subito – i propositi dell’ex campione d’Italia nel 2001 con la Lazio Primavera -. Il mio obiettivo è quello di chiudere la carriera, quando sarà il momento, da vincente. Siamo appena arrivati a Piancavallo ma già ho toccato con mano che i miei compagni ed io abbiamo la stessa fame, entusiasmo e curiosità di metterci alla prova».
Ore 14.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Due acquazzoni hanno fatto saltare il programma del primo giorno di ritiro del Venezia. Ad accogliere i lagunari in montagna ci sono state pioggia, grandine e ancora pioggia, tanta. Un clima fresco che ha fatto dimenticare la calura dei primi due giorni di lavoro ma – come detto – ha imposto anche delle variazioni importanti alla prima parte di percorso del team. Il terreno d’allenamento alle ore 17 – ora nella quale è programmata la prima seduta – è in buona parte allagato – proprio da uno scroscio abbondante – e quindi necessariamente il lavoro viene dirottato subito in palestra. Il campo che ospita il Venezia è ad appena cento metri dall’albergo 1301inn, dove i lagunari sono giunti alle 11.40 provenienti da Monastier. Pranzo e riposo sino alle 16, poi merenda e trasferimento negli spogliatoi dell’attiguo palasport, che è diventato il vero quartier generale arancioneroverde in questa prima giornata. Il cammino del team di Pippo Inzaghi inizia al coperto quindi, nell’ampio palazzetto di Piancavallo, diviso a settori per l’occasione. Una parte è dedicata alla muscolazione – la società lagunare ha trasferito tutte le proprie strumentazioni dal Taliercio al centro turistico friulano -, un’altra è approntata quale campo di calcetto. Organico diviso in due gruppi: uno impegnato nella muscolazione con il preparatore atletico Luca Alimonta e uno in una partitella di calcetto cinque contro cinque che si trasforma in mini torneo alternando i gruppi tra la forza e il gioco (in porta anche Massimo Lotti, preparatore dei portieri). Il tutto sotto l’attento arbitraggio del tecnico Inzaghi che nell’allenamento del martedì aveva partecipato attivamente a una sgambata al Taliercio. Solamente un paio i tifosi che hanno sfidato il maltempo per cercare di seguire il primo allenamento. Un villeggiante di Piancavallo giunto con buon anticipo a piedi al campo per poi ripiegare dopo l’ennesimo scroscio e uno in auto: da dentro l’abitacolo ha lanciato un paio di imprecazioni verso il terreno allagato e ha invertito subito la marcia. Per domani le previsioni sono più favorevoli e potrebbe quindi esserci spazio per l’attività all’aperto per il gruppo di un Inzaghi attento e puntiglioso che si è concesso una lunga sgambata con lo staff sui sentieri attigui al campo.
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il pullman è arrivato a Piancavallo verso le 11,30, dopo essere partito direttamente da Monastier dove la squadra alloggiava in questi primi giorni: e da ieri il Venezia è ufficialmente in ritiro. L’accoglienza non è stata delle migliori sotto l’aspetto del meteo. Dopo la sistemazione presso l’Hotel 1301 Inn e il pranzo, la squadra avrebbe dovuto sostenere il primo allenamento in campo, ma la forte pioggia caduta ieri in montagna lo ha impedito. Si è così ripiegato sul lavoro al chiuso, in palestra. «L’atmosfera in gruppo è ottima. L’anno scorso eravamo partiti un po’ in ritardo, invece adesso abbiamo già la squadra al completo — commenta l’attaccante Gianni Fabiano confrontando la situazione un po’ in emergenza dello scorso anno con quella attuale — di sicuro c’è stato più tempo per organizzare al meglio la rosa. Se poi si va a guardare l’organico, questa squadra non ha nulla da invidiare rispetto alle squadre di categoria superiore». Tanti i giocatori scesi infatti dalla serie B per abbracciare il progetto arancioneroverde. «In quest’ultimo mese è stata una sorpresa dietro l’altra. Ogni giorno pensavo: “caspita, guarda chi hanno preso…”. Però l’arrivo che più mi ha impressionato è quello di Domizzi. E’ un giocatore di tutto rispetto». E poi c’è il nome di Inzaghi a completare il quadro: «L’effetto Inzaghi, se così lo possiamo chiamare, non riguarda solo l’ambiente circostante. Riguarda anche noi, perché fa un certo effetto essere allenati da un ex giocatore, ora allenatore, di questo calibro». Intanto la società ha ricevuto la conferma dell’avvenuta iscrizione al campionato di Lega Pro. Sono infatti arrivate le due comunicazioni fondamentali per l’ottenimento della licenza nazionale: la prima dalla Commissione criteri infrastrutturali, che dopo aver esaminato la documentazione relativa allo stadio Penzo ha riscontrato il rispetto dei «criteri infrastrutturali» e dei «criteri sportivi ed organizzativi»; la seconda da parte della Covisoc, che ha rilevato come siano stati rispettati i «criteri legali ed economico-finanziari». Il Venezia è quindi ufficialmente iscritto al campionato professionistico. Il punto di domanda ora riguarda la composizione dei gironi e, prima ancora, il numero delle squadre iscritte, visto che sono una decina quelle a rischio. Al 30 giugno avevano depositato domanda di iscrizione 52 club su 54 (Martina Franca e Bellinzago avevano rinunciato). Le domande complete sarebbero però 45 ma c’è tempo fino a domani per mettersi a posto.
Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) Se Alex Pederzoli avrà il pallino del gioco tra i piedi, un ruolo fondamentale in mezzo al campo lo svolgerà sicuramente Simone Bentivoglio. Tecnica ed esperienza, al servizio di Pippo Inzaghi, cresciuto nel settore giovanile della Juventus, Bentivoglio ha vissuto in Veneto, al Chievo Verona, le sue stagioni migliori. Adesso, per la prima volta, è sceso in Lega Pro, dopo aver militato in serie A anche a Bari, in serie B con Sampdoria e Padova, prima dell’ultimo biennio tra Brescia e Modena. «Conosco Simone da quando era ragazzino nel settore giovanile della Juventus», ha ricordato Giorgio Perinetti, «all’epoca riuscii ad evitare lo “scippo” da parte del Torino, è un giocatore di grande personalità». «Scendo per la prima volta in Lega Pro», ha spiegato il centrocampista di Pinerolo, «ma mi sono bastate poche parole del direttore Perinetti per muovermi e salire in fretta sul treno che stava passando davanti a me. Per me si tratta di una bella sfida, ho compreso subito l’importanza del progetto, non capita sempre di trovarsi coinvolto in situazioni del genere. Nella mia carriera ho vissuto stagioni positive e altre meno, sia in serie A che in serie B, ma quando le cose sono andate bene è perché c’era anche una grande società a sorreggere gli obiettivi sportivi». Tra le tante società girate, una, il Chievo Verona, resterà indelebile nella mente di Simone Bentivoglio. «Al di la del fatto che ho giocato per tanti anni in gialloblù, porterò sempre con me il ricordo di un club organizzato e umile, che responsabilizzava al massimo i giocatori. Sono cresciuto molto anche come persona a Verona, gli anni al Chievo mi sono serviti per amare ancora di più questo sport». L’ultima stagione non è stata particolarmente fortunata per Simone Bentivoglio. «Mi sono infortunato alla spalla alla prima giornata contro il Vicenza», ha spiegato il centrocampista piemontese che ha all’attivo 105 presenze in serie A e 179 in serie B, «sono rientrato a Trapani a novembre perdendo due mesi e mezzo. Nel girone di ritorno non sono andato male, peccato che alla fine il Modena sia retrocesso in Lega Pro». Fatali ai canarini emiliani i 3 punti conquistati nelle ultime 5 giornate, ma soprattutto le pesanti sconfitte con Pescara (2-5 in casa) e Novara (0-4) negli ultimi 180’ di campionato. «Anche per questo motivo, non vedo l’ora di ricominciare», ha puntualizzato Simone Bentivoglio, «la squadra si presenta con ottime credenziali, ma non c’erano dubbi avendo come direttore sportivo Giorgio Perinetti».
Ore 13.50 – (La Nuova Venezia) Già all’inizio della salita il tabellone elettronico informa: il Venezia di Pippo Inzaghi in ritiro dal 13 al 24 luglio. In effetti la presenza dell’ex bomber milanista val bene uno “spot” per i turisti intenzionati a visitare Piancavallo. Nuvole nere sul Venezia, il cielo già all’arrivo minacciavano pioggia. Il team manager Alessandro Servi è stato il primo a scendere dal pullman, verso le undici e trenta, Pippo Inzaghi il più celere a raccogliere la valigia e proiettarsi verso l’Hotel 1301 Inn, che accoglierà il Venezia fino a domenica 24 luglio. Un gran pannello luminoso ha accolto la comitiva arancioneroverde con lampeggiante la scritta “Venezia Calcio 13-24 luglio ritiro. Allenat. Pippo Inzaghi”, e a fianco la temperatura (13º) che già non faceva presagire nulla di buono per il pomeriggio. Pranzo, quindi riposo tranquillo sino alle 16. Ma al risveglio ecco la sorpresa che scombussola i piani. Ad accogliere Inzaghi e la squadra all’ingresso del campo sportivo ci pensano un acquazzone, raffiche di vento gelido e nebbia. In altre parole, un clima surreale. Che consiglia ben presto il tecnico arancioneroverde a spostare la sessione di lavoro in palestra. Tutti al coperto. E qui si comincia a respirare la filosofia di Inzaghi. Grande attenzione per i particolari. Con gentilezza allontanato, da parte del suo staff, lo sguardo indiscreto di qualche cronista. Ma il poco tempo è sufficiente per capire la grande intensità del lavoro cui l’ex allenatore del Milan intende sottoporre i nuovi allievi. Nella partitella nel rettangolo da calcetto, infatti, i concetti base sono velocità, scambi di prima, pressing. Peccato, non si possano vedere messi all’opera in un campo verde. Quello adiacente, nel frattempo, si è riempito di pozzanghere. Nulla da fare, il profumo dell’erba è rimandato a oggi, quando è in programma una doppia seduta. Consolazione per i pochissimi tifosi che hanno sfidato le intemperie per vedere da vicino Superpippo: lui si concede per il selfie di rito. Non è dell’umore ideale. In tinta con le nuvole del cielo. Ma stavolta lo si può capire. Poche parole da parte dei giocatori. Tanta voglia di partire col piede giusto e la necessaria concentrazione. Una della nuove stelle, l’ex udinese Maurizio Domizzi, indica la priorità: «C’è grande entusiasmo attorno a noi, dobbiamo pensare a fare gruppo in fretta ed assecondare la carica del mister». Tacopina. Il presidente Joe Tacopina sabato volerà negli Stati Uniti e domenica sarà impegnato ad Aspen, in Colorado, nel Global Sports Summit. Sono tre i rappresentanti di società italiane invitate, oltre a Tacopina ci sono soltanto Adriani Galliani per il Milan e Andrea Agnelli per la Juventus.
Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Inizia oggi, con il raduno, la nuova stagione sportiva del Vicenza calcio: i giocatori biancorossi nei primi due giorni si divideranno tra il lavoro agli ordini di Franco Lerda, e le visite mediche. Il pre-ritiro verrà svolto a Vicenza, con tre sessioni di allenamenti prima giornalieri fino alla partenza fissata per domenica con il gruppo biancorosso che svolgerà il ritiro tra Andalo e Fai della Paganella, nel Trentino. La lista definitiva dei partecipanti al ritiro verrà stilata probabilmente sabato alla vigilia della partenza, e questo perché le operazioni di mercato in corso possono cambiare in ogni momento la destinazione dei giocatori. Chi sicuramente non sarà presente è Thomas Manfredini che, dopo il grave infortunio subito a Como lo scorso 30 gennaio, sta recuperando ma non è ancora pronto per l’attività agonistica. L’ex atalantino non è stato convocato, né è stato contattato dalla dirigenza berica e tutto lascia pensare che il rapporto tra Manfredini e il Vicenza possa interrompersi a breve. Mancherà all’appello anche Stefano Giacomelli , operato alla caviglia destra il 30 giugno, con tempi di recupero stimati sui tre mesi, e Nicola Bellomo che sta recuperando dalla rottura al legamento crociato del ginocchio sinistro subita a marzo. Regolarmente presenti invece Alessio Vita , che ritornerà in biancorosso dal Sassuolo in prestito e Nicholas Siega che, dopo essersi svincolato dalla Reggiana si è legato al Vicenza con un biennale. A sorpresa però, in ritiro agli ordini di mister Lerda ci potrebbe essere anche Gaby Mudingayi , 35 anni in ottobre, centrocampista dal passato illustre (Torino, Lazio, Bologna, Inter e anche 18 presenze con la Nazionale belga) che però negli ultimi due anni ha visto la sua carriera frenata da problemi di varia natura; Mudingayi è reduce da un intervento ai tendini pare del tutto superato ma non gioca da quasi un anno e, quindi, le sue condizioni fisiche sono tutte da verificare. In mediana, in attesa di risolvere la situazione legata al mediano del Perugia Giuseppe Rizzo , si parla anche di un interesse per il giovane centrocampista del Palerno Dario Giacomarro , che nella scorsa stagione ha giocato al Melfi. La candidatura del giovane sta prendendo consistenza, anche in considerazione del fatto che Francesco Urso piace alla Salernitana e al Benevento, e quindi, potrebbe lasciare a breve Vicenza, lasciando in organico il solo Francesco Signori in mediana. Quasi affollamento invece in difesa con gli arrivi in prestito di Saverio Madrigali dalla Fiorentina, del difensore croato Luka Bogdan e di Andrea Beduschi svincolato dopo l’esperienza al Lecce in Lega Pro. A questi si aggiungono le conferme di Daniel Adejo , Nicolò Brighenti (anche se Paquale Marino da Frosinone non molla e continua a tentare il capitano del Vicenza) e dei terzini Mario Sampirisi , seguito sempre dal Pescara, Salvatore D’Elia e Marco Pinato . E sempre a proposito di difensori, l’Etoile Sportive du Sahel, società campione di Tunisia, ha definito ieri l’acquisto del difensore Oualid El Hasni , che lo scorso 30 giugno si è svincolato dal Vicenza.
Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Dalla Fiorentina arriva il solo Saverio Madrigali, chiuso invece il discorso per Simone Minelli. Per Madrigali trovato ieri l’accordo con i viola. Il giovane difensore centrale, classe ’95, 1.90 per 80 kg, viene a Vicenza in prestito per un anno con diritto di riscatto e contro riscatto per la Fiorentina. Definita pure positivamente l’intesa con Nicholas Siega, l’esterno sinistro, classe’91, ha firmato un contratto biennale con opzione per il terzo anno. E sempre ieri, anche se si sapeva che era già tutto a posto, è giunta la certezza che Alessio Vita torna a Vicenza in prestito per il terzo anno di fila, al Sassuolo resta sempre in prestito il giovane portiere Bryan Costa.Si allontana Giuseppe Rizzo, classe ’91, il centrocampista di proprietà del Perugia costerebbe troppo e dunque il club di via Schio ci avrebbe ripensato. L’ultima parola a questo punto comunque spetta al presidente Alfredo Pastorelli che deciderà entro oggi. E proprio in quest’ottica è da sottolineare l’intenzione della società biancorossa di portare in ritiro il centrocampista Gaby Mudingay ( procuratore Andrea Pastorello), classe ’81, 1.80 per 80 kg., congolese naturalizzato belga. Mudingay ha un passato illustre che ho la visto indossare le maglie del Torino, della Lazio, del Bologna e dell’Inter, ma è anche vero che da più di un anno è alle prese con problemi fisici importanti che ne hanno bloccato la carriera. Insomma aggregarlo alla squadra che partirà per il ritiro a Fai della Paganella è una scommessa tutta da valutare sia per il giocatore, che per il Vicenza.Ieri si è fatto avanti in modo deciso il Crotone per avere Mario Sampirisi, tutto dipenderà dall’offerta dei calabresi, perchè di giocatori incedibili, come ha ricordato il presidente Pastorelli, non ce ne sono.
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) In Serie D due volti (più o meno) nuovi per Campodarsego ed Este. Alberto Pignat, 22 anni, centrocampista centrale, è stato annunciato dal Campodarsego. Svincolato dalla Luparense San Paolo dopo la fusione con la Vigontina, ha di fatto percorso pochissima strada fino a Reschigliano, accettando l’offerta dei biancorossi. Il mediano di Fiume Veneto ha già vestito le maglie di Portogruaro Summaga, Unione Venezia, Altovicentino ed Arzignano. Oltre a mister Enrico Cunico, suo grande estimatore, a Campodarsego Pignat ritroverà i suoi ex compagni Mattia Sanavia e Nicolò Severgnini. Lunedì 18, oltre al raduno, è previsto l’annuncio di un attaccante e del portiere, che sarà, con ogni probabilità, Brino del Belluno. Doveva andare al Pontedera, invece, Vincenzo Ferrara, attaccante esterno che ha però deciso di rinnovare con l’Este. Il calciatore casertano, 23 anni, sarà il punto di riferimento dell’attacco di mister Michele Florindo, che può già contare sui due acquisti Luca Munarini e Filippo Pittarello. Infine, una notizia di mercato che riguarda una (neanche tanto) vecchia conoscenza del calcio padovano: Karel Zeman, figlio di Zdenek (ancora senza panchina), che ha guidato l’Abano con buoni risultati da dicembre allo scorso maggio, nella prossima stagione allenerà la Reggina (in Serie D ma con qualche possibilità di ripescaggio in Lega Pro). Zeman jr è stato presentato ieri dalla nuova società.
Ore 12.00 – (Gazzettino) Ieri il Cittadella era per davvero al completo, con Gianluca Litteri e Lucas Chiaretti che si sono aggregati al gruppo. Inoltre è arrivato Luca Valzania, ventenne mezzala proveniente dal Cesena. La conferma del bomber di Catania, che nella scorsa stagione era in prestito dal Latina, è stato fin dall’inizio l’obiettivo prioritario del mercato granata. È stata una operazione molto complessa, che si è conclusa positivamente, grazie alla ferma volontà sia dell’attaccante sia del diggì Stefano Marchetti, come sottolinea lo stesso Litteri: «Ci siamo venuti incontro l’un l’altro e il matrimonio si è fatto. È stato bravo il direttore generale a trovare l’accordo con il Latina. Non ero sicurissimo neppure io che ci riuscisse perchè la situazione non era semplice da risolvere. Alla fine ci è riuscito e questa è la cosa che conta. Adesso sono un giocatore del Cittadella con un contratto triennale. Meglio di così non potevo aspettarmi». La serie cadetta non è nuova per Litteri, che spiega: «Conosco la categoria per avervi giocato con la Ternana, e per alcuni mesi con l’Entella e il Latina. Sappiamo che è impegnativa, molto lunga e piena di insidie. Sono però convinto che il Cittadella saprà affrontarla nel modo giusto, forte dell’esperienza maturata negli anni passati e dell’entusiasmo che deriva dopo una brillante promozione, come quella ottenuta lo scorso campionato». Sui nuovi compagni, riprende: «È importante ripartire con gran parte della rosa dello scorso anno, che è stata confermata. Mi dispiace per qualcuno che non ne fa più parte dopo avere dato il suo contributo per il ritorno in categoria, ma credo che sia stato sostituito da elementi validi e da giovani di prospettiva che sapranno colmare i vuoti lasciati e rafforzare il nuovo organico. Il Cittadella su questo ha sempre fatto bene, scegliendo in modo oculato gli innesti mirati secondo una precisa programmazione. Sarà fondamentale poter andare in ritiro a Lavarone con la rosa quasi al completo e lavorare con tranquillità per trovare la coesione necessaria. La forza del gruppo è stata nella passata stagione la base dei nostri successi». Sulle sue vacanze trascorse a Cuba, racconta il bomber granata: «Ci sono stato più volte, è un paese che mi affascina e mi piace sempre più per il clima, l’acqua, il paesaggio e soprattutto la sua gente. Sento il calore che mi carica e mi rilassa nello stesso tempo. È un momento di stacco dal calcio giocato che è fondamentale dopo una stagione agonistica molto snervante e impegnativa. Ho notato, però, che anche Cuba sta cambiando e questo aspetto è meno positivo perchè rischia di farle perdere quel magico fascino primitivo e la genuinità della sua gente».
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) C’è chi dice che fisicamente assomigli a Gareth Bale e, se avesse la stessa velocità del talentuoso attaccante gallese in forza al Real Madrid, il Cittadella avrebbe tutto da guadagnarci. Nel volto, in effetti, i tratti sono simili. Per capire “dal vivo” come sono i piedi di Luca Valzania, ultimo arrivato in casa granata, occorrerà invece attendere qualche settimana. Intanto, la 20enne mezzala dell’Atalanta, in un giorno ha mostrato di saper correre: prima la firma del contratto che lo legherà al Citta con la formula del diritto di riscatto e possibile contro-riscatto orobico, davanti al d.g. Stefano Marchetti, poi subito l’allenamento, a cui ha partecipato nel pomeriggio, assieme ad altre due new entry, il brasiliano Lucas Chiaretti e Gianluca Litteri, che si sono aggregati alla comitiva soltanto ieri, avendo un giorno di permesso in più di ritorno dalle vacanze oltreoceano. «In tanti mi dicono della somiglianza con Bale, almeno da quando lui è diventato famoso, ma è puramente estetica, perché per caratteristiche tecniche siamo ovviamente ben diversi l’uno dall’altro», racconta il centrocampista, a cui avere il conto in banca del gallese probabilmente non farebbe dispiacere. «Io? Sono una mezzala pura, posso giocare sia a destra che a sinistra e credo di potermi trovare bene con il modulo a rombo che adotta mister Venturato, un allenatore che mi dicono essere molto preparato. Dovessi presentarmi, direi che le mie qualità migliori sono la rapidità e la capacità d’inserimento». Alle spalle la maturità in ragioneria, fidanzato con Virginia, che però difficilmente lo seguirà subito nella città murata perché studia a Milano, Valzania non conosce ancora bene i nuovi compagni, anche se confessa «che da piccolo, quand’ero ancora nella formazione Allievi del Cesena, che è anche la squadra della mia città e quella per cui ho sempre tifato, fra i “grandi” c’era Manuel Iori. Lo vedevo tra i modelli di riferimento, non potevo pensare che un giorno ci avrei giocato assieme». La trattativa che l’ha portato al Tombolato si è chiusa ieri mattina, ma già nei giorni precedenti era nell’aria il suo approdo. «Dovevamo solo sistemare qualche dettaglio, ma la decisione era presa. So che questa è la società giusta per far crescere un ragazzo come il sottoscritto, me ne hanno sempre parlato tutti come del posto ideale per riuscirci. Personalmente vengo da una stagione particolare: l’Atalanta mi ha acquistato dal Cesena, ma mi ha mandato lì in prestito per un campionato. Alla fine ho totalizzato 17 presenze più 2 in Coppa Italia, speravo di metterne assieme alcune in più, ma non è stato semplice, perché la squadra stava andando benissimo e diversi giocatori sono “esplosi”. Nel girone di ritorno ho colto le mie opportunità, nel complesso sono soddisfatto della mia esperienza e pronto per la nuova avventura».
Ore 11.20 – (Corriere del Veneto) A Cittadella ieri è stato ufficializzato l’arrivo di Luca Valzania dall’Atalanta. Possono partire Lora (cercato dalla Reggiana, arriverebbe al suo posto Staiti dall’Entella) e Busellato , uno dei pochi volti scuri al raduno di martedì al Tombolato. In attacco Marchetti aspetterà fino alla fine della settimana Lamine Jallow , dopodiché virerà su un altro obiettivo per completare un reparto a cui manca ormai solo un ritocco.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Quanto a Russo, il diggì ha aggiunto: «Un giocatore forte fisicamente, abile di testa, aggressivo e con buona tecnica di base. Un profilo di spessore che può ricoprire tutte e tre le posizioni nei tre dietro». Una carriera, la sua, che ha avuto come palcoscenico prevalente il levante ligure in cui ha finora giocato per undici anni su quattordici. Sette in serie D alla Lavagnese, per poi spostarsi di pochi chilometri nel 2011 a Chiavari e aprire il quadriennio con l’Entella che lo ha portato nel calcio che conta. La squadra ligure è infatti passata dalla C2 alla serie B , anche grazie ai quattordici gol complessivi in 111 partite. All’età di diciannove la popolarità televisiva tra le fila del Cervia in serie D, oggetto dei riflettori del reality calcistico “Campioni il sogno” e nel 2005 la prima esperienza in serie C con la Carrarese. Ventotto le presenze con la Cremonese nella passata stagione. Per effetto dei due nuovi arrivi e considerando pure Mandorlini, il Padova ha raggiunto la quota massima concessa dalla Lega di sedici “over” in rosa. Mancando ancora all’appello un attaccante e un altro centrale fuoriquota, ciò sottintende che due giocatori dovranno essere ceduti.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Naturalmente il divorzio dovrà essere formalizzato a tavolino, con tempi e modalità non ancora noti, e questo sarà il presupposto per il suo successivo probabile approdo di Mandorlini all’ombra del Santo. Gli altri due attesi arrivi sono invece una realtà. Sia Bindi che Russo hanno rescisso il vincolo (fino al 2017) rispettivamente con Pisa e Cremonese e nel pomeriggio sono partiti alla volta di Padova per le visite e per il nero su bianco sui rispettivi nuovi contratti biennali. Questa mattina all’Euganeo la presentazione ufficiale. Sul portiere così si è espresso il direttore generale Zamuner: «Avevamo puntato su di lui non solo perché Brevi lo ha già allenato a Catanzaro, ma per le piazze in cui è stato, per i due campionati di Lega Pro vinti (con il Pisa e il Latina, ndr) e perché si tratta di un elemento affidabile per la categoria. Non pensavo andasse via dalla squadra toscana e sono molto soddisfatto per entrambe le operazioni».
Ore 10.30 – (Gazzettino) Due firme e una terza opportunità che si riapre a sorpresa per il centrocampo. Ieri in serata è stato perfezionato l’ingaggio del portiere Giacomo Bindi e del centrale difensivo Michele Russo, ma al tempo stesso è tornata d’attualità la pista che porta alla mezzala Matteo Mandorlini, anche lui ormai indirizzato verso il Padova che già in passato aveva manifestato il proprio gradimento nei suoi confronti. Già lunedì il centrocampista, legato per un altro anno al Pordenone, in occasione del raduno aveva manifestato al tecnico Tedino il desiderio di andarsene a fronte di un’opportunità per lui interessante, ma il caso vero e proprio è venuto alla luce solo ieri quando Mandorlini ha lasciato il ritiro di Arta Terme. Amareggiato l’allenatore neroverde, ma dalle sue dichiarazioni si comprende che il Pordenone sembra intenzionato ad assecondare la volontà del giocatore: «Non voglio commentare la decisione e il comportamento di Matteo. Dico solo che non me l’aspettavo e nemmeno lo sospettavo. Ora dovremo tornare sul mercato perchè lui per la mia idea di squadra era un uomo importante».
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) E anche se dal versante biancoscudato fioccano le smentite, l’affare si farà: Mandorlini è momentaneamente tornato a casa a Pordenone per fare i bagagli, e in questi giorni, in attesa della rescissione con i friulani, si allenerà da solo, dopodichè arriverà a Padova (probabilmente all’inizio della prossima settimana) per le firme e raggiungerà Oscar Brevi e i suoi nuovi compagni a Mezzano. Affare fatto. Ieri sera, contestualmente al decollo nella trattativa-Mandorlini, Zamuner è tornato in città dal Trentino per chiudere le trattative con Bindi e Russo. I due giocatori hanno rescisso in giornata i contratti che li legavano rispettivamente a Pisa (per altre due stagioni) e Cremonese (per un altro anno), e si sono diretti nella città del Santo. In sede, allo stadio Euganeo, il direttore generale biancoscudato li ha incontrati entrambi, confermando gli accordi verbali che erano già maturati nei giorni scorsi. Questa mattina i due nuovi arrivati sosterranno in città le visite mediche di rito, e dopo aver firmato i nuovi contratti, verranno presentati ufficialmente alle 10.30 nella sala stampa dello stadio Euganeo, per poi salire in montagna e unirsi ai nuovi compagni. Per Marco Dell’Andrea, invece, potrebbero presto aprirsi le porte in uscita: il terzino classe 1997 tornerà in Serie D, in prestito al Mestre.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Il mediano comasco ieri mattina ha lasciato il ritiro dei “ramarri” di Arta Terme, in provincia di Udine, lasciando di stucco tutto l’ambiente, che non si aspettava un simile epilogo. L’interesse nei suoi confronti del direttore generale biancoscudato, Giorgio Zamuner, era ormai noto da tempo, ma la “frenata” verificatasi a fine giugno – con il giocatore che aveva dato rassicurazioni al tecnico-manager, Bruno Tedino, sulla sua permanenza in neroverde – aveva indotto il Pordenone a ritenersi ormai al riparo dalla possibile partenza di uno dei suoi tasselli più importanti. Ma lo stesso Zamuner, allora, l’aveva dichiarato apertamente: «Mandorlini è un obiettivo, forse ora non è il momento adatto per provare a prenderlo», le sue parole di una ventina di giorni fa. E puntualmente, ecco la svolta: Mandorlini due sere fa ha avuto un colloquio con Tedino, nel corso del quale gli ha comunicato l’intenzione di andarsene, e ieri mattina ha lasciato il ritiro.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il colpo che non ti aspetti arriva nel silenzio, quando tutto sembrava svanito. Giacomo Bindi è il nuovo portiere del Padova, mentre per la difesa è pronto Michele Russo: oggi l’annuncio ufficiale, con presentazione in mattinata allo stadio Euganeo. Ma la grossa novità è giunta dal Friuli: Matteo Mandorlini, figlio d’arte e centrocampista del Pordenone, potrebbe essere prossimo a vestire la maglia biancoscudata, a dieci anni esatti di distanza da suo padre Andrea, che è stato allenatore del Padova in Serie C/1. Una poderosa accelerazione per un affare che fino ad un paio di settimane fa sembrava entrato in un binario morto e che invece, dopo gli sviluppi delle ultime ore, potrebbe davvero andare in porto. Dietrofront. Mandorlini jr., 28 anni ad ottobre, potrebbe presto diventare l’ultimo tassello di un centrocampo già rinforzato dagli arrivi di Dettori, Filipe e Madonna.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Se si arriverà o meno al format a 60 squadre non lo so, ma io sono convinto di sì. Poi ci interrogheremo sulla validità o meno di questo format, o quantomeno sulla sua sostenibilità». A dirlo è il presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina, parlando della prossima stagione alla luce dei consueti problemi relativi agli organici. «Sembra che l’idea del format a 60 squadre sia una mia battaglia personale», chiarisce Gravina, «invece esiste ed è sancito nelle regole e nelle norme federali. Quindi con la mia presidenza ho voluto che quella norma sia rispettata». Martedì scadevano i termini di consegna della documentazione alla Covisoc e diversi sono i club ancora a rischio iscrizione: «A parte il Martina Franca, il Bellinzago viene sostituito sul campo dalla Caronnese, quindi non è una valutazione economica o tecnica da parte degli organismi di controllo. Poi abbiamo il Lanciano, che a sentire dai comunicati-stampa del patron Maio sembra abbia rinunciato. Il Martina non ha fatto domanda, e in gravissime condizioni ci sono Pavia, Rimini e c’è un problema grave da affrontare a Pagani. Per il resto ci sono situazioni sicuramente da valutare meglio nel prosieguo per un regolamento che non c’è. Mi riferisco a società come Lucchese, Siena, la stessa Paganese, che hanno presentato una garanzia così com’è richiesto dalle norme, ma si richiede addirittura la convalida di queste garanzie». Per quanto riguarda la tempistica sui prossimi ripescaggi «le società si stanno attivando», conclude Gravina. «Hanno 48 ore, pochissimo tempo a disposizione. Aspettiamo il responso e poi il 19 luglio (giorno del Consiglio, ndr) sono previste la valutazione, la decisione finale e l’apertura delle domande per i ripescaggi, il 27 luglio ci sarà un Consiglio di Lega per valutare le richieste e il 4 agosto avremo l’organico definitivo».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Acquistare i biglietti delle partite di Lega Pro anche al bar. Dalla prossima stagione sarà possibile, grazie alla collaborazione della Lega di Firenze con SisalPay e “Do it Yourself”, per l’avvio di una piattaforma multi-canale, attraverso cui sarà possibile acquistare e prenotare i biglietti per le gare di campionato e Coppa. La novità è stata presentata ieri a Roma. Il fondatore di “Do it Yourself”, Nicola Basilico, ha illustrato come funzionerà il nuovo servizio: «I costi? Soltanto le commissioni, da un euro e 10 centesimi fino a 2 euro per importi superiori agli 80 euro». I biglietti potranno essere pagati e ritirati nei 40mila punti vendita SisalPay presenti in tutta Italia, bar, tabacchi ed edicole. «Basta prenotare da casa il servizio richiesto, in questo caso l’acquisto dei biglietti, e poi sarà possibile completare la transazione direttamente nel punto vendita», ha spiegato Gianfranco Allocca, di Sisal Group. «È un modello che funziona e i primi dati di questo nuovo servizio, partito il 30 maggio, sono positivi e per questo vogliamo ampliarlo».
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Poi c’è un vero e proprio giallo, andato in scena nelle prime ore del pomeriggio. Riguarda Matteo Mandorlini , che ha avuto un colloquio piuttosto turbolento con Bruno Tedino nel ritiro del Pordenone in corso ad Arta Terme. La rottura conseguente, con il giocatore che ha lasciato il Friuli in un primo momento con destinazione Padova, pareva schiudere le porte all’ennesimo colpo di Giorgio Zamuner. Che però ha smentito la possibilità di un ingaggio a breve termine di Mandorlini. «Al momento non posso prenderlo – ha spiegato il dg – in rosa abbiamo tanti giocatori over e prima è necessario sfoltire la rosa. Smentisco che Mandorlini venga da noi». Sarà così? Al momento non ci sono spiragli concreti, più avanti chissà. Dionisi e Ilari si sono impuntati, rifiutando di prendere in considerazione le proposte arrivate sul tavolo, per Giandonato c’è stato un sondaggio del Bassano mentre su Petrilli c’è la Lucchese di Galderisi. Da capire se il giocatore gradisca la destinazione, avendo fatto trapelare di volere una squadra di pari livello e tradizione del Padova. Fumata nera da Alessandria per Sosa e Marconi : c’è un piccolo spiraglio solo per il primo, le possibilità sono minime.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Giacomo Bindi e Michele Russo hanno rescisso il contratto con Pisa e Cremonese. Ieri sera i due giocatori erano segnalati in arrivo a Padova, oggi firmeranno il contratto e alle 10.30 verranno presentati in via ufficiale. Tutto è andato secondo i piani. Bindi all’ora di pranzo ha incontrato il dg del Pisa Fabrizio Lucchesi e ha stracciato il proprio vincolo con il club toscano. Una volta ottenuta la rescissione, si è messo in viaggio verso Padova, pronto per cominciare una nuova avventura. Un po’ più tortuoso il cammino di Michele Russo , che in mattinata ha risposto alla convocazione della Cremonese, svolgendo le visite mediche con il club guidato da quest’anno da Attilio Tesser. Nel primo pomeriggio il suo agente ha raggiunto Cremona, ha incontrato la proprietà e ha messo il nero su bianco, scrivendo la parola fine di un’avventura che ha portato in dote 27 presenze e nessun gol segnato. Una rarità in una carriera costellata di tante reti, molte delle quali fondamentali, segnate da difensore. Bindi è sempre stata la prima scelta di Giorgio Zamuner e di Oscar Brevi. Il neo allenatore biancoscudato lo ha allenato a Catanzaro, Bindi ha vinto due campionati negli ultimi anni ed è un portiere che lascia pochissimo allo spettacolo, privilegiando al massimo la concretezza. L’impressione è che Antonio Donnarumma , nome circolato nei giorni scorsi, fosse una sorta di «fumogeno» per convincere Bindi ad accettare la proposta.