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Ore 21.20 – (Il Piccolo) La nuova Triestina di Mauro Milanese da affidare a mister Andreucci sta prendendo forma. Se l’unico ingaggio ufficiale per ora è quello di Carlos França, in realtà si lavora a spron battuto e si stanno per chiudere tutta una serie di trattative dalle quali nascerà un’Unione che, almeno dalle premesse, fa ben sperare. Anche perché le idee su come costruire la rosa sono chiare da tempo, a partire dalla dislocazione degli under: portiere, i due terzini e un centrocampista. Fra i pali si giocheranno il posto due 1996, lo sloveno Matjia Radikon e il valdostano Jean Claude Consol, mentre come già detto i quattro prescelti per le fasce difensive dovrebbero essere due 1997 a destra (Crosato e Francescutti) e due 1998 a sinistra (Mbia Seck e Ndzemdzela Langwa). Da scovare ancora l’altro 1997 da schierare a centrocampo. Un reparto arretrato in gran parte composto da under, necessiterà ovviamente di due difensori centrali di categoria e di esperienza, ma la società ne è consapevole e sta lavorando su giocatori con queste caratteristiche. Anche l’attacco sta acquisendo pedine importanti. Oltre agli ormai sicuri Bradaschia e França, negli ultimi giorni sono decisamente salite le quotazioni di Matteo Serafini, il bomber che lo scorso anno al Venezia ha realizzato 20 gol in 32 presenze e che la Triestina sta seguendo fin da giugno. Nonostante i suoi 38 anni, l’attaccante ha segnato nelle ultime stagioni con continuità anche in serie C e con França formerebbe una coppia un po’ stagionata (74 anni in due) ma devastante nelle potenzialità realizzative. Un chiaro indizio sul futuro alabardato di Serafini è che negli ultimi anni, fra Pro Patria e Venezia, si è sempre mosso a braccetto con Calzi, altro neo alabardato in pectore. Con le due punte Serafini e França si giocherebbe con il modulo 4-3-1-2, mentre in caso di 4-3-3 probabilmente scenderebbe in campo solo a uno dei due come punta centrale. Al momento il ruolo di trequartista o di esterno sarebbe di Bradaschia, ma il mercato è lungo ed è ovvio che è previsto l’arrivo di altri attaccanti. Fra questi però non ci sarà Daniele Rocco, la cui trattativa sembra aver avuto un brusco e probabilmente definitivo stop. A centrocampo si giocherà quasi sicuramente a tre: detto dell’acquisizione ormai quasi certa di un grosso calibro come Calzi e della casella da riservare a un under, oltre al fatto della possibile conferma di Abrefah, un altro centrocampista in predicato di arrivare alla Triestina sarebbe l’italo-argentino Guido Sebastian Corteggiano, 29 anni e tanta esperienza in serie D visto che ha vestito le maglie di Valle d’Aosta, Borgosesia, Voghera, Rapallobogliasco, Cuneo, Bra e Lecco. Anche qui c’è un indizio chiaro sul possibile arrivo dell’italo-argentino in alabardato: corteggiano infatti ha lo stesso procuratore di Carlos França e i due giocatori negli ultimi anni hanno praticamente giocato quasi sempre assieme con Rapallobogliasco, Cuneo e Lecco. Molto probabile che la coppia si ricostituisca anche a Trieste. Ma ovviamente, oltre all’under, arriverà almeno un altro paio di centrocampisti, fra cui uno di un certo spessore. Insomma, se tutto filerà liscio, la Triestina che fra meno di dieci giorni partirà per il ritiro, avrà una rosa già quasi al completo e sulla carta molto competitiva.
Ore 21.00 – (Alto Adige) Hanno 58 anni in tre. Lomolino, Vasco e Torregrossa, sono i primi colpi di mercato messi a segno dal ds Piazzi, giovani nuovi riferimenti per uno scacchiere, quello biancorosso, che si preannuncia fortemente caratterizzato dalla cosiddetta “linea verde”. «Il nostro obiettivo – ha detto il presidente Baumgartner – è quello di realizzare un buon mix tra giocatori di esperienza e giovani importanti che abbiano fame di arrivare, in ogni caso l’età media sarà più bassa di quella della passata stagione». Carte di identità alla mano, la media anagrafica del gruppo di Stroppa superava di poco l’asticella del quarto di secolo (25,3), quindi è lecito attendersi una ulteriore limatura che porterà, oltre ad un ulteriore svecchiamento, anche qualche soldo in cassa. Messaggio in bottiglia che la società di via Cadorna aveva, in tempi non sospetti, inviato ai “naviganti” quando ancora si era in attesa delle nuove norma sull’impiego dei giovani calciatori. E vista che la decisione del consesso, presieduto da Gravina, è stata quella di non porre alcun tetto per gli under del ’93, e considerato che le casse (societarie) bisogna pur finanziarle, da qui l’orientamento assunto dai vertici altoatesini diretto a far girare in campo i vari “saranno famosi” che approderanno all’ombra delle Dolomiti. A giudicare dalla “scheda” dei primi tre baldanzosi giovanotti che hanno vergato il contratto, il più rappresentativo sembra essere il “lupacchiotto” Lorenzo Vasco, sulle cui qualità avevano messo gli occhi anche Villareal e Valencia. Torregrossa e Lomolino rappresentano altrettante importanti scommesse, sostenute dalla fiducia degli ambienti (Novara ed Inter) nei quali i due ragazzi si sono fatti apprezzare. Una scommessa, aggiungiamo noi, è anche il ventinovenne brasiliano Paker, che, come da lui stesso dichiarato, considera l’avventura in biancorosso una seconda grande chanche, dopo quella avuta ma non sfruttata con la maglia del Siena. Il lavoro di Piazzi continua senza soste, anche se c’è da credere che la rosa sarà sistemata definitivamente durante i giorni del ritiro in Val Ridanna. In queste ore l’attenzione del ds è indirizzata nell’individuare la figura dell’estremo difensore. Piazzi cerca altri due giovani talenti, in grado di giocarsi la maglia titolare a suon di grandi prestazioni. Contemporaneamente c’è anche il problema di piazzare Coser a un’altra squadra. A proposito di problemi: il quadro generale della categoria manifesta le sofferenze già anticipate sulle difficoltà di coprire i tre gironi con 20 squadre. Attualmente il caos è davvero senza precedenti. Il Lanciano ha rinunciato ufficialmente all’iscrizione, per il rilascio delle licenze nazionali, mentre Martina Franca e Bellinzago non hanno presentato neanche domanda. Messina ed Akragas sono di più di la che di qua (carenze di garanzie), mentre le insolvenze del Pavia sono molteplici tanto che la società lombarda è ad un passo dalla radiazione. Il Rimini si trova in fondo ad un pozzo, zavorrato dal mancato pagamento degli stipendi, fidejussione e carenza di parametro Covisoc lo affossano. E’ a rischio anche l’iscrizione del Modena alla luce del sequestro che la Procura della Repubblica ha effettuato sul 98 per cento delle quote sociali. Allarma la posizione del Como sul quale grava la richiesta di fallimento. A conti fatti ad oggi sarebbero già disponibili undici posti. Certamente se ne aggiungeranno almeno un altro paio. Si corre veramente il rischio che non si riesca a completare il format delle sessanta squadre. Ore – (Messaggero Veneto) «E’ un centravanti molto bravo ad appoggiarsi e ad attaccare la profondità: le sue caratteristiche si sposano perfettamente col gioco voluto da Tedino. E’ un grande colpo per il Pordenone». Antonino Asta, allenatore della FeralpiSalò ed ex gloria del Torino, benedice l’acquisto di Stefano Pietribiasi da parte dei neroverdi. Il bomber, il tecnico dei gardesani, l’ha guidato nella stagione 2014-2015 di Lega Pro e l’ha portato a segnare 15 gol, sfiorando assieme la serie B (persa nella finale play-off col Como). «Con Arma può comporre una grande coppia – spiega Asta –. Stefano è uno degli attaccanti più bravi che ho allenato sotto il profilo dei movimenti: detta sempre le linee di passaggio, dialoga con i compagni, sa agire sul filo del fuorigioco. E’ un attaccante atipico, ma molto intelligente. Un tempo gli si imputava di non essere un grande realizzatore, ma lo è diventato con gli anni (se si esclude la scorsa stagione, ndr). Potrà fare bene – continua il trainer –. L’avevo cercato anch’io per la Feralpi, ma alla fine ha scelto Pordenone e sono contento per lui». Pietribiasi, che secondo Asta «può ricoprire tutti i ruoli del reparto offensivo», è uno dei tanti ex Bassano arrivati a Pordenone. Se Ingegneri e Cattaneo, ormai, il pubblico neroverde li conosce, non si può dire altrettanto di Daniel Semenzato. «Un altro grande giocatore – suggerisce Asta –. Si tratta di un regista che gioca nel ruolo di terzino: è impiegato sul settore di sinistra nonostante sia un destro e sa spingere così bene che diventa un centrocampista e un attaccante aggiunto. Se fosse stato più bravo nella fase difensiva avrebbe giocato in serie A. A ogni modo – chiude il tecnico – un altro grande acquisto».
Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) Pochi giorni per capire quale sarà il futuro del Pavia Calcio. Quelli che in questa settimana serviranno alla nuova proprietà per salvare il club dall’addio al calcio professionistico e al fallimento. L’appuntamento giornaliero dalle parti di via Alzaia è quello con i giocatori sotto contratto con il Pavia e che oggi dovrebbero sottoscrivere la rinuncia allo stipendio di giugno, l’ultimo della stagione 2015-16. Una rinuncia da parte di tutti i tesserati della gestione sportiva, quindi, non solo dei calciatori, in base ad un accordo, preso nelle scorse settimane, per ridurre il monte stipendi in vista della presentazione della garanzia fideiussoria prevista per regolarizzare l’iscrizione. I tesserati sportivi dell’Ac Pavia rinunceranno allo stipendio di giugno in cambio del pagamento entro il 15 luglio di quelli dei mesi di aprile e maggio. Poi la società, secondo la promessa delle scorse settimane, li lascerebbe liberi. Gli unici già accasati ufficialmente ad oggi in altri club sono Marco Martin al Cittadella, perché ha rescisso il contratto con il Pavia, e Nicola Pavan il cui cartellino è andato definitivamente al Renate (a costo zero). Stipendi di cui dovrebbe ora farsi carico il nuovo presidente dell’Ac Pavia Alessandro Nuccilli. Per lui, che le ultime notizie danno in arrivo in città nella giornata di domani, dopo un’operazione di acquisto chiusa in pochi giorni con l’ormai ex proprietà cinese, è arrivato il momento della verità e dei fatti concreti. Il pagamento degli stipendi arretrati per regolarizzare la situazione economica dei tesserati dovrebbe avvenire entro domani per superare l’esame della Covisoc. Stesso discorso per la presentazione di una garanzia fideiussoria che ammonterebbe a 350mila euro. Operazioni non di poco conto economicamente e che possono essere compiute solamente se alle spalle dell’attuale nuovo proprietario del Pavia ci sia veramente un gruppo di imprenditori intenzionato ad investire, anche se non si capisce onestamente perché farlo, e con quali vantaggi, su una società così pesantemente indebitata. Tanto per capirci i pagamenti dei due mesi dei tesserati da effettuarsi in pochi giorni ammonterebbero a una cifra complessiva tra i 700 e gli 800 mila euro. Un pagamento che la Covisoc potrebbe decidere di accettare, ma non è scontato, entro venerdì 15 luglio dietro a un ricorso che il Pavia dovrebbe a norma di regolamento presentare entro quella scadenza. I dubbi, quindi, sono oggi tanti sul futuro del club azzurro sia per l’ammontare economico dell’operazione salvataggio da completare in breve tempo che per la poca chiarezza di quello che è stato un passaggio di proprietà tanto improvviso quanto con l’avvento di personaggi che in precedenza avevano già tentato in più occasioni di investire, o promettere di farlo, nel mondo del calcio, ma senza poi concretizzare queste operazioni.
Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) In casa granata oggi dovrebbe essere il giorno in cui mettere le firme ufficiali sul contratto che legherà Marco Guidone alla Reggiana. L’attaccante dopo le ultime due stagioni al Santarcangelo,, andrà ad occupare una delle prime caselle riservate agli attaccanti in vista della nuova stagione. Guidone non sarà con ogni probabilità la punta titolare della formazione di mister Colucci, ma rappresenta un’alternativa di qualità a disposizione del tecnico. Sempre nella giornata di oggi Ghiringhelli si svincolerà dal Pavia potendo così poi formalizzare l’accordo con la Reggiana, che esiste già sulla parola, ma la società granata vuole anticipare la concorrenza. Nelle ultime ore si registra anche un interessamento del Lecce per l’attaccante granata Angelo Raffaele Nolè, che però pare voglia restare alla Reggiana. La giornata di domani potrebbe invece rappresentare una svolta importante su altri due possibili obiettivi di mercato della Reggiana, ovvero Simone Gozzi e Francesco Stanco. Nella giornata di domani, infatti, la Co.Vi.So.C. darà la propria approvazione definitiva alle domande di iscrizione di tutti i club per il prossimo campionato di Lega Pro e, considerata la non facile situazione del Modena i due giocatori potrebbero anche liberarsi a parametro zero e il direttore Sportivo Andrea Grammatica sarebbe libero di trattare direttamente con loro il possibile approdo in maglia granata. In caso contrario il ds della Reggiana dovrebbe sedersi al tavolo con il Modena e trattare il possibile arrivo a Reggio dei due giocatori che paiono comunque in uscita da Modena anche se la squadra dovesse prendere parte al prossimo campionato di Lega Pro.
Ore 20.00 – (Gazzetta di Reggio) Lamberto Zauli, che lo ha allenato il campionato scorso al Santarcangelo, non ha dubbi. Marco Guidone, nel mirino del ds Andrea Grammatica, è pronto per una maglia da titolare in una squadra ambiziosa come la Reggiana, che non fa mistero di voler puntare ad un campionato di vertice. «In due campionati- motiva il suo pensiero l’ex allenatore granata -è sempre andato in doppia cifra, in una formazione che giocava per la salvezza, ha raggiunto una certa maturità, per la categoria è un giocatore importante». Ci descrive Guidone? «E’ un centravanti, moderno, ma rimane un centravanti, discreto di testa, calcia con entrambi i piedi, è un generoso, aiuta molto la squadra, attacca bene la profondità». In un 4-3-2-1 , modulo preferito da Colucci, come lo vede? «Bene, perché immagino sarà assistito da una seconda punta o da un trequartista, dipende dalle idee dell’allenatore, ma, ripeto, è e rimane un centravanti, una prima punta». Il ragazzo è stato coinvolto anche in episodi di calcio scommesse… «Sì, il processo si è svolto durante l’anno scorso, è un episodio brutto e per fortuna chiuso ed archiviato, è stato assolto, non c’entrava nulla, ha vissuto il tutto con grande personalità e determinazione». Parma e Venezia paiono avere un budget fuori misura per le altre, come vede la Reggiana? «C’è una nuova proprietà, so che la piazza è esigente, ma Venezia e Parma al momento stanno facendo una campagna acquisti faraonica per la categoria, poi decide sempre il campo, non sarebbe la prima volta vedere formazioni fare grandi investimenti e fallire l’obiettivo, non si conosce la composizione dei gironi, ma sulla carta, dovesse finire con una delle due, alla Reggiana in partenza non resterebbe che puntare ai play-off. A giugno li ha vinti il Pisa e non era considerata la squadra più forte del lotto». Che ricordi ha Zauli del periodo reggiano? «Fantastici, aver allenato la Reggiana per un anno e mezzo per me è motivo di orgoglio, c’era la presidenza Barilli e sappiamo che non era facile, lì la tifoseria si aspetta sempre molto ed onestamente non eravamo in condizione di garantire nulla più che la salvezza e, a fatica il secondo anno, lo abbiamo fatto». Zauli ora è a Teramo, chissà che non ci incontri… «Sarebbe un piacere, sono contento di essere qua a Teramo, noi stiamo cercando di allestire una squadra da centro classifica, senza voli pindarici e che stia lontano dalle zone pericolose».
Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) L’incontro con l’imprenditore abruzzese è stato «positivo e cordiale» e nelle prossime «24-48 ore» dovrebbe tradursi «in un piccolo aiuto per la società». Così il presidente Sandro Musso spiega la due giorni trascorsa con l’imprenditore abruzzese (ancora top secret il suo nome) che si è avvicinato al Mantova anche perché dovrebbe inserirsi prossimamente sul territorio con la sua attività. Per ora, dunque, l’apporto di questo partner dovrebbe tradursi in una sponsorizzazione, sostanziosa ma non al punto da risolvere i problemi economici della società. Per il futuro, poi, la situazione potrebbe evolvere, con un impegno maggiore dello stesso imprenditore e di altri suoi colleghi. Al momento, però, il Mantova continua a cercare altri partner: «La nostra porta resta aperta – spiega Musso -, ma nel contempo andiamo avanti con il programma stabilito per affrontare la prossima stagione. Ci sono mille contatti in corso, ma al momento nulla di concreto. Per dire, sia Masiero e sia Dondi insistono nel dire che faranno grandi cose per l’Acm, ma da parte nostra la risposta è la solita: quando queste parole si tradurranno in fatti concreti, se ne potrà eventualmente parlare».
Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Dopo una decina di giorni di tira e molla stavolta dovremmo esserci. Andrea Iaconi sembra infatti a un passo dal diventare il nuovo direttore sportivo biancorosso. «Se non ci saranno intoppi ci vedremo domani», dicono il presidente Sandro Musso e lo stesso ds ex Brecia. Iaconi è addirittura già in contatto da giorni con mister Prina e pare sia già intervenuto in via amichevole per agevolare alcuni discorsi intavolati dallo stesso allenatore per arrivare a bloccare qualche giocatore da acquistare. Insomma, a meno di sorprese, fra 24 o al massimo 48 ore dovrebbe arrivare la fumata bianca. Iaconi, interpellato in merito, non si nasconde: «Dovrei venire martedì o mercoledì per parlare con il presidente e non si tratta di una questione economica, su quel fronte non ci sono problemi. Ciò che mi interessa è il progetto, il poter fare calcio come va fatto, valorizzando i giovani e creando patrimonio per la società. Con l’obiettivo di riportare in qualche anno il Mantova a essere una società importante del panorama calcistico. È questa la sfida che mi piacerebbe affrontare». Iaconi arriverebbe a Mantova anche con uno o due collaboratori. Il nodo del direttore sportivo, comunque, in un caso o nell’altro sarà sciolto molto presto. La società ha avuto contatti anche con Giovanni Galli, ex Lucchese. Nel frattempo, il presidente Sandro Musso sta trattando con Alfio Pelliccioni la rescissione consensuale del contratto che lega il ds all’Acm fino al giugno 2018.
Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Per il Mantova oggi potrebbero arrivare i primi acquisti della stagione. Se infatti andasse in porto la cessione di Daniele Dalla Bona al Santarcangelo, la società biancorossa proverebbe a chiudere l’ingaggio di due calciatori della Virtus Entella che mister Luca Prina conosce bene. Si tratta del 20enne centrocampista Ibrahima Pape Sene e del 22enne esterno destro Stefano Lanini. Il senegale Sene (pare lo chiamino Ibra) ha giocato quest’anno nella Primavera dell’Entella collezionando 24 presenze e mettendo a segno 11 gol. Stefano Lanini, invece, nonostante la giovane età ha alle spalle già 4 stagioni in serie D (una nel Sant’Angelo e tre nella Caronnese) e una presenza in B con l’Entella. Nell’ultimo campionato è andato in prestito alla Pistoiese, totalizzando 19 presenze e un gol in Lega Pro. Il lavoro del Mantova resta incentrato poi sulle cessioni, senza le quali non si potranno fare acquisti. Con Beretta si spera di firmare a giorni la risoluzione del contratto, mentre a Perpetuini si sono interessate la Lucchese e la Pistoiese, ma quest’ultima proponendo uno scambio col centrocampista (classe 1990) Loris Damonte. Del portiere Pane ha chiesto l’Akragas, mentre per Momentè sono arrivate telefonate da Arezzo e Padova. A Sereni si è interessato il Pro Piacenza, ma l’Acm ha proposto al biondo mancino di restare decurtandosi un po’ l’ingaggio in cambio di un prolungamento del contratto. Quando qualcosa si sbloccherà sul fronte cessioni, il Mantova sarà pronto ad affondare i colpi su obiettivi mirati. È il caso del 25enne difensore centrale Antonio Magli, già “bloccato” dalla società biancorossa. Magli ha debuttato nei prof con il Como in C1, ha poi collezionato 13 presenze in B con il Brescia ed è poi tornato in C1 vestendo le maglie di Frosinone (4 gare) e FeralpiSalò (39 gare e 3 gol in un anno e mezzo). Nelle ultime due stagioni il difensore ha giocato in Lega Pro prima a Cosenza (30 partite e 3 reti) e poi nell’Albinoleffe (30 presenze e 2 gol). Attualmente è svincolato. Il Mantova ha opzionato poi anche l’esterno sinistro della Spal Andrea Beghetto, classe 1994. Si tratta di un ragazzo nel quale il club estense crede molto in prospettiva, tant’è che gli ha rinnovato il contratto per cederlo in Lega Pro e fargli giocare un campionato da titolare. Lo scorso anno Beghetto nella Spal ha collezionato 18 presenze, mentre in precedenza aveva giocato in C2 (25 gare) col Bellaria e in D (36 partite e 12 gol) con l’Este. All’Acm, infine, piacciono anche tre elementi dell’Atalanta: gli esterni Valerio Nava (1 gare nel Cittadella) e Luca Barlocco (33 nella Carrarese) e l’attaccante Gabriel Lunetta della Primavera nerazzurra.
Ore 18.40 – Qui Mezzano: termina l’allenamento.
Ore 18.30 – Qui Mezzano: presente sugli spalti anche Michael Salvadori, tra i protagonisti della promozione del Padova in Lega Pro.
Ore 18.10 – Qui Mezzano: partitella finale.
Ore 17.50 – Qui Mezzano: mister Brevi torchia la squadra sui movimenti del 3-5-2.
Ore 17.30 – Qui Mezzano: tornano in campo i Biancoscudati, in contemporanee con l’arrivo della pioggia battente.
Ore 17.10 – Qui Mezzano: lavoro in palestra.
Ore 17.00 – Qui Mezzano: Biancoscudati in campo, corsa di riscaldamento.
Ore 16.50 – (Messaggero Veneto) Scatta stamani, col raduno fissato per le 9.30 al De Marchi, la stagione 2016-2017 del Pordenone. I giocatori, assieme allo staff tecnico, si troveranno per sostenere il primo allenamento. Dopo il pranzo il gruppo partirà per il ritiro di Arta Terme, dove si fermerà sino al 24 luglio (l’alloggio è il Grand hotel Gortani). Il programma sarà reso noto in queste ore, ma è probabile che i neroverdi si alleneranno al ritmo di due sedute al giorno prima di scendere in città e preparare così il debutto nella Tim cup, previsto per il 30 luglio con la gara valida per il turno preliminare. Sarà l’esordio ufficiale dei “ramarri”. Sabato 16 è previsto però il debutto in amichevole. Alle 17, Stefani e soci affronteranno ad Arta la selezione Arta-Cedarchis. Abbinato al match è previsto il “Sabato neroverde”: dopo la gara la squadra incontrerà i tifosi.
Ore 16.30 – (Messaggero Veneto) Oggi si riattacca la spina. E lui è carico, entusiasta come poche altre volte. Il Pordenone che si raduna e parte subito per il ritiro segue la leadership silenziosa del suo capitano, Mirko Stefani, difensore classe ’84, impaziente di guidare il gruppo neroverde per il secondo anno di fila dopo la semifinale play-off di Lega Pro della stagione scorsa. «Siamo pronti per un altro grande campionato – afferma –. Non vogliamo fare proclami, ma c’è tutto per far bene e restare la mina vagante del torneo». “Ramarri” candidati al ruolo di outsider? «Se vinciamo alcune scommesse relative ai giovani, facendoli diventare la nostra arma in più, perché no? L’importante è che non dimentichiamo le nostre origini. Non fermiamoci all’ultimo campionato, ma teniamo sempre bene in mente chi eravamo la scorsa estate: un club appena ripescato in Lega Pro dopo la retrocessione». Tre partenze pesanti (Pasa, Strizzolo, Pederzoli), ma anche arrivi di grande qualità tra Pietribiasi, Arma, Semenzato e Burrai: Pordenone più forte sulla carta rispetto a dodici mesi fa? «E’ difficile dare un giudizio e fare quindi paragoni. La scorsa stagione la società aveva fatto un maggior numero di scommesse, che sono state tutte vinte. Ora invece ci sono più certezze. A mio parere, più che ai play-off, comunque raggiungibili, bisogna pensare a continuare il percorso di crescita». Il Pordenone si deve consolidare in categoria, quindi? «Assolutamente sì. Dobbiamo dimostrare che ciò che abbiamo fatto l’anno scorso non è stato un caso. Intanto ora siamo diventati una piazza con più appeal: non è poco». Parla col “noi”, da capitano: convincerla ad allungare il contratto sino al 2018 è stato facile, vero? «Da parte mia c’era tutta la volontà di rimanere. Questo è il posto ideale sia per la mia idea di calcio sia per la mia famiglia. Ho fatto una scelta di vita e sono contento di avere puntato già dodici mesi fa su questo club». Arma e Pietribiasi sono una grande coppia. Che ne pensa? Possono essere complementari? «Per me sì. Rachid è più forte in area, Stefano sa attaccare molto bene la profondità ed è molto bravo nel lavorare per la squadra e nei movimenti offensivi. Due giocatori così è meglio averli in squadra che contro». Su quale compagno se la sente di scommettere in maniera particolare? «Credo che questo sia l’anno di Martignago. Riccardo è stato sfortunato la scorsa stagione, tra problemi fisici e personali. Ha grandi doti, che devono solamente venire alle luce. Mi aspetto molto da lui». Si comincerà il 31 luglio con la Tim cup: sarebbe un sogno per voi imitare almeno in parte la cavalcata dell’Alessandria, arrivata sino in semifinale col Milan? «Ci proveremo. E’ una competizione importante che vorremmo onorare per disputare partite di spessore per un giocatore di Lega Pro». Ha firmato sino al 2018. Le piacerebbe essere il capitano del Pordenone anche nell’ipotetico nuovo stadio? «Sarebbe fantastico, un ulteriore passo in avanti nel processo di crescita. Ma prima pensiamo a questo campionato. Mi aspetto tanto, anche la vicinanza dei tifosi già dal ritiro di Arta».
Ore 16.00 – (La Nuova Venezia) Suona la campanella, il Venezia ritorna a lavorare. Primo giorno per Pippo Inzaghi e i suoi giocatori, il tecnico arancioneroverde potrà iniziare a lavorare da mercoledì pomeriggio a Piancavallo con l’organico al gran completo. E non è poco. «Giorgio Perinetti ha fatto un lavoro eccezionale», ha spiegato il presidente Joe Tacopina, «vincere non è mai facile, ma assicuro tutti che gli undici che ogni domenica scenderanno in campo, saranno dei guerrieri e metteranno la stessa passione e la stessa voglia di raggiungere l’obiettivo che caratterizza tutte le persone che sono parte di questa famiglia. Torneremo a ruggire proprio come quel leone che quest’anno abbiamo deciso di riprodurre sulle nostre maglie. Non dimentichiamoci che un anno fa, di questi tempi, non esistevano società e squadra, qualche passo in avanti è stato effettuato, ma noi siamo abituati a voler vincere. Ci proveremo anche nella prossima stagione». «La prossima Lega Pro, o serie C che sarà», ha aggiunto Giorgio Perinetti, assomiglia più a una B/2 per i nomi delle società che vi prenderanno parte o per la storia di tanti club, vedi Parma, Alessandria, Livorno, ma sono solo i primi che mi vengono in mente». Mercato chiuso con l’arrivo dello spagnolo Alexandre Geijo. «Sì, per il momento va bene così. Volevo consegnare una rosa all’80%-90% a Inzaghi per il ritiro di Piancavallo, siamo andati oltre. Ci sono 25 giocatori in rosa con 16 senior e 9 under. Sono contento che tanti abbiamo “sposato” fin dal primo contatto il nostro progetto, hanno capito dove vuole arrivare al Venezia, magari anche rinunciando a un palcoscenico con maggiori fari come la serie B. Crediamo di aver allestito una buona squadra, ma soprattutto un gruppo di uomini veri». Perinetti, oltre a costruire una rosa altamente competitiva, ha puntato anche su altri due elementi. «La squadra è stata praticamente rifatta, ma non dimentichiamoci che lo scorso anno non c’era nemmeno un giocatore ed eravamo in serie D. Per puntare nuovamente alla promozione dovevamo cambiare molto, sono arrivati giocatori di qualità e di esperienza, ma abbiamo anche puntato a creare uno zoccolo duro di giovani di grandi prospettive, che possano costituire un bel capitale per la società, assicurandoceli a titolo definitivo. Inoltre abbiamo voluto rinsaldare il legame con il territorio prendendo giocatori veneti che si identificassero ancor di più con la realtà che ci circonda». Joe Tacopina non ha lesinato spese. «Credo che saremo tra le società che spenderanno di più», ha sottolineato il presidente arancioneroverde. Giorgio Perinetti ha completato la rosa con lo spagnolo Geijo.
Ore 15.30 – (Giornale di Vicenza) Il tempo stringe, i margini di manovra sono ridotti all’osso, ma una soluzione va trovata. Il termine ultimo è domani mattina quando al tribunale civile di Vicenza, la sezione fallimentare presieduta dal dott. Gaetano Campo dovrà decidere sull’opposizione presentata da Tiziano Cunico all’omologa richiesta dal Vicenza per la ristrutturazione dei debiti. Insomma bisogna fermare quello che potrebbe essere un vero e proprio innesco di una bomba ad orologeria, perchè se venisse accettata la richiesta di Cunico il tribunale non apporrebbe il timbro sull’omologa e il club di via Schio, a sua volta, non potrebbe presentarla alla Federazione, o meglio alla Covisoc, termine ultimo proprio domani. Se questa non verrà presentata il Vicenza, pur avendo depositato la documentazione e le fidejussioni per l’iscrizione al campionato di B entro il 30 giugno ed essendo in regola quindi con tutto, non avrà il via libera della Federazione. In merito a tale vicenda ieri siamo stati contattati dall’avvocato di Tiziano Cunico, Edda Grasselli, che ci ha detto: «Deve essere chiaro che l’ultima cosa che il mio cliente vuole è far del male al Vicenza, credo nessuno possa mettere in dubbio l’amore che ha sempre dimostrato per i colori biancorossi, da mesi è il primo ad auspicare una soluzione a questa tristissima vicenda che suo malgrado lo vede coinvolto». Sta di fatto che l’8 luglio avete presentato l’opposizione all’omologa.«Per forza- continua l’avvocato Grasselli- tanto che abbiamo atteso fino all’ultimo, ma di fronte alla non volontà di trovare un accordo non ci è rimasto altro da fare».I tanti tifosi biancorossi temono il peggio.«Guardi, sono disponibile e resto in attesa di essere contattata per trovare un’intesa che, ripeto, il mio cliente auspica con tutto il cuore».Da parte sua Sergio Cassingena, rappresentato dall’avvocato Patrizia Merlin, è risultato irreperibile ma da persone a lui vicine è trapelato che c’è tutta l’intenzione di chiudere la vicenda entro oggi in modo da far ritirare a Tiziano Cunico l’opposizione presentata e permettere che domani il tribunale possa apporre il suo timbro sull’accordo di ristrutturazione del debito depositato l’8 giugno.Ma vediamo di riassumere questa vicenda che rischia davvero di compromettere in modo irreparabile la sopravvivenza stessa del Vicenza. Intanto riguarda due vecchi soci del club di via Schio: Tiziano Cunico appunto e Sergio Cassingena e risale al febbraio 2015. Il Vicenza ha bisogno urgente di un finanziamento, viene chiesto alla Banca Popolare di Vicenza 1,2 milioni di euro che lo concede. Quando si capisce che Vi.Fin. acquisterà il Vicenza Cunico chiede di essere sollevato dal debito sottoscritto, ma non viene accontentato, anzi si trova il suo credito ceduto a Vi.Fin. senza saperlo. Si cerca una soluzione che non si trova e si arriva così all’8 luglio, quando l’avvocato Edda Grasselli, rompe gli indugi, e deposita l’opposizione di Tiziano Cunico all’omologa della ristrutturazione dei debiti presentata dal Vicenza. E pensare che i due avevano iniziato assieme l’avventura nella società biancorossa nell’ormai lontano 25 novembre 2004 quando Finalfa, presieduta da Sergio Cassingena, aveva acquistato dall’Enic le azioni del Vicenza. I due per anni hanno camminato assieme ma oggi si è alla rottura. Ora c’è da sperare che per il bene dei colori biancorossi Sergio Cassingena e Tiziano Cunico riescano a trovare un accordo. Tempo non ce n’è più. Domani scade il termine ultimo entro il quale presentare alla Federazione l’omologa sull’accordo della ristrutturazione dei debiti avallata dal tribunale civile, senza questa attestazione non verrà dato il via libera all’iscrizione del Vicenza al campionato di serie B, un epilogo a cui nessuno vuole credere.
Ore 15.00 – (Mattino di Padova) È già tempo di rispolverare gli scarpini per i giocatori delle quattro squadre padovane di Serie D. Mancano pochissimi giorni, infatti, ai raduni di Campodarsego, Este, Abano e Vigontina San Paolo, anche se il mercato è ancora nel vivo. CAMPODARSEGO. Venerdì prossimo i biancorossi si ritroveranno a Reschigliano agli ordini del nuovo mister Enrico Cunico. Il tecnico vicentino potrà contare su una squadra già competitiva per l’alta classifica, grazie agli innesti dei vari Severgnini, Sanavia, Beccaro, Lauria e D’Appolonia (quest’ultimo ufficializzato a sorpresa venerdì scorso), tra i “colpi” messi a segno dal direttore generale Attilio Gementi nelle ultime due settimane. «Nei prossimi giorni chiuderemo le trattative per due portieri», rivela Gementi. «Poi annunceremo un altro attaccante. In seguito, in base all’andamento delle prime amichevoli, vedremo se ci sarà qualcosa da aggiustare». Tra i 24 giocatori che si raduneranno a Reschigliano prima di partire per il ritiro di Folgaria (in programma dall’1 al 7 agosto) ci saranno pure nove ragazzini del settore giovanile, che verranno valutati nelle prime settimane di lavoro tattico e atletico. ESTE. In casa giallorossa la priorità restano i fuori quota. Entro il 15 luglio l’allenatore Michele Florindo cercherà di sistemare la rosa che, cinque giorni più tardi, inizierà a sgambettare al Nuovo Stadio. Tra i prossimi acquisti potrebbe figurare quello del difensore Alberto Dei Poli, 20 anni, lanciato proprio da Florindo nella Piovese. «Spero di riuscire a prenderlo», conferma il tecnico. «Alberto può fare sia l’esterno sia il centrale di difesa. Verrà aggregato alla prima squadra pure Davide Crema, di cui l’Este è proprietario del cartellino. Ha giocato una buona stagione a Pozzonovo ed è giusto che si giochi le sue carte». Altro nome “caldo” è quello di Giacomo Maistrello, centrocampista classe 1997 della Berretti del Bassano. «Vogliamo prendere anche un esterno d’attacco per sostituire Vincenzo Ferrara», aggiunge Florindo. «Penso che in agosto faremo ancora qualche innesto». ABANO. La stagione del nuovo Abano targato Luca Tiozzo inizierà il 25 luglio a Selvazzano. Dalle parti di Monteortone, tuttavia, l’entusiasmo è già alle stelle, anche perché la dirigenza aponense sta premendo l’acceleratore sul mercato. In attesa del centravanti, che dovrebbe essere annunciato nei prossimi giorni, il direttore tecnico Andrea Maniero ha strappato il «sì» ad un esterno offensivo dal gol facile: si tratta di Andrea Nobile, pupillo di Tiozzo, prelevato dal Mestre come il “collega” Riccardo Serena, altro ex arancionero. «Sono contento perché ci siamo assicurati un ottimo giocatore», afferma Maniero. «Ha segnato 15 gol nell’ultimo campionato di Serie D perché sa attaccare la profondità e ha buona tecnica». Anche l’Abano deve ancora sistemare la rosa dei fuori quota: «Dobbiamo sistemare ancora qualcosina, è vero», ammette l’ex attaccante del Padova. «In questo periodo ci sono gli svincoli dei giovani dalle società professionistiche e dobbiamo fare le dovute valutazioni. In ogni caso, stiamo cercando dei centrocampisti e un esterno d’attacco». VIGONTINA SAN PAOLO. Sono giorni tanto intensi quanto decisivi, infine, per il direttore sportivo della Vigontina San Paolo Alessandro Bragagnolo, che ha tutta l’intenzione di puntellare la rosa con acquisti di esperienza: «L’intenzione è quella di prendere un centrale difensivo di esperienza», puntualizza. «Oltre allo stopper, manca una punta centrale, di peso come si usa dire. Entro il 25 dovremmo riuscire a sbloccare le trattative». È stato già perfezionato, invece, l’accordo con Edoardo Favero, terzino di 19 anni, nell’ultima stagione al Campodarsego. Favero si va ad aggiungere ad Andrea Michelotto, centrocampista offensivo, prelevato sempre dal Campodarsego, Alessio Rigon e Stefano Amato, entrambi “under” già ufficializzati ad inizio luglio.
Ore 14.30 – (Mattino di Padova) Si riparte. L’appuntamento è fissato alle 16 di domani, con il ritrovo allo stadio Tombolato per capitan Iori e compagni, agli ordini del tecnico Roberto Venturato, del suo staff e, più ancora, in questa fase, del preparatore atletico Andrea Redigolo, per cinque intensi giorni di test fisici e visite mediche. Faranno parte del gruppo anche alcuni giovani protagonisti della Berretti che poche settimane fa ha conquistato lo scudetto di categoria: il portiere Alberto Corasaniti, che con ogni probabilità sarà il terzo estremo difensore in rosa alle spalle di Alfonso e Paleari, e poi il difensore centrale Marco Varnier, l’esterno Luca Maniero, il centrocampista Giacomo Caccin e l’attaccante Giulio Fasolo. Stefano Amato e Davide Xamin, nella rosa della prima squadra dello scorso campionato, saranno invece mandati in prestito, in modo da poter giocare con regolarità e accumulare esperienza. Primo appuntamento “mondano” della stagione sabato sera, alle 20.30, in piazza Pierobon, per la presentazione della squadra ai tifosi, con i giocatori introdotti da Gianluca Di Marzio e Federica Masolin, direttamente da Sky. Nel corso della serata saranno presentate le nuove maglie e si esibirà il gruppo “La Cittadella del musical”. Alle 10.30 del mattino dopo, domenica 17, la partenza per il ritiro di Lavarone, in località Bertoldi: è la stessa degli ultimi anni, e uguale rimarrà pure l’albergo, l’hotel Cimone. Già nel pomeriggio del medesimo giorno è in programma la prima amichevole, con i dilettanti della Lovadina, alle ore 17. Mercoledì 20 toccherà a quella con l’Altovicentino e domenica 24, ad arricchire il programma della “Festa del tifoso”, giunta alla 6ª edizione, ci sarà la sfida con il Levico Terme. A proposito, il Centro Coordinamento Club Granata è già al lavoro per preparare l’appuntamento che, nella passata stagione, ha accolto oltre 500 persone. La partenza dei pullman (nel 2015 furono 5, e numerose le auto private) è fissata alle ore 8 dal piazzale dello stadio Tombolato, in una giornata che prevede escursioni turistiche libere al lago o nei boschi, e il pranzo alle ore 12.30 assieme alla dirigenza granata, con una ricca lotteria. Le iscrizioni sono aperte a Cittadella al “Bar Stadio”, all’”Ortofrutta da Lena” e alla “Trattoria da Claudio”, a Fontaniva al “Ristorante-bar da Godi”, a Galliera in “Pizzeria da Dario” e a Poggiana di Riese Pio X al “Bar dal Mago”. Tornando alle amichevoli, mercoledì 27, a Rovereto, è in programma la sfida al Chievo, mentre sabato 30, alle 20.30, allo stadio Menti toccherà al derby con il Vicenza.
Ore 14.10 – (Mattino di Padova) Stefano Marchetti, alla vigilia del raduno, con capitan Iori e compagni che si ritroveranno domani pomeriggio al Tombolato, pare proprio che la costruzione del Cittadella sia già a buon punto, o no? «Io per primo sono stupito positivamente dall’aver concretizzato così tante operazioni. Sono molto avanti nel lavoro, più di quanto avessi pensato. Cosa volete, il mercato è un animale strano: a volte non si sblocca mai, altre volte si chiudono più trattative nel giro di pochi minuti». Questa è stata la settimana della corsia sinistra, con il rinnovo di Benedetti e l’ingaggio di Martin. Che giocatore è il nuovo arrivato? «Ha le caratteristiche che cercavo: è un terzino che ha gamba e sa garantire sia la fase difensiva che quella offensiva. Con lui e Benedetti non abbiamo un titolare e una riserva, ma due elementi che possono contendersi il posto. E sarà una bella lotta». A quanto risulta, altre due operazioni sono ai dettagli, quelle per Valzania a centrocampo, in prestito dall’Atalanta, e Pelagatti, che si è svincolato dal Catania, a completare il reparto arretrato. Lo conferma? «Mi piacciono molto. Valzania è un giovane che ha fisicità e qualità, abile negli inserimenti. Pelagatti è un difensore arcigno, rapido e molto attento in marcatura». Terminata con il lieto fine la telenovela Litteri, i tifosi attendono di sapere se potranno di nuovo applaudire anche Jallow e Bobb, che hanno iniziato il ritiro di Brentonico con il Chievo agli ordini di Maran, il quale poi deciderà se trattenerli con sé. Ci sono novità al riguardo? «Lo sapete, sono due ragazzi che conosco e stimo molto, ma non li possiamo aspettare all’infinito. Questo non significa che chiudiamo le porte al loro ritorno, ma che non mi farò trovare impreparato se non arriveranno». La sentiamo meno fiducioso rispetto a qualche settimana fa o è un’impressione? «No, io resto ottimista. Sia i due ragazzi sia il Chievo sanno che il meglio, per loro, sarebbe un’altra stagione qui, dove potrebbero completare il percorso di crescita iniziato l’anno scorso. Ma appartengono alla società veronese, più che con me dovreste parlare del loro futuro con Luca Nember, ds del Chievo». È anche possibile che Bobb resti a Verona e che Jallow, visto l’affollamento nel reparto offensivo clivense, venga nuovamente mandato in prestito? «Certo, sono giocatori dalle caratteristiche ben distinte. Voglio aggiungere solo questo: Jallow nel calcio che conta l’abbiamo lanciato noi, a livello professionistico ha giocato soltanto nel Cittadella, e credo che nessuno lo conosca meglio di me. Però, se avrò a portata un’occasione importante in alternativa, non potrò non considerarla». E se saltasse Bobb, chi sarà il vice-Iori in cabina di regìa? «Ci sono due elementi che possono occupare quella posizione per caratteristiche fisiche e tecniche: Paolucci e Pasa, che potrà essere utile sia in difesa sia a centrocampo». Martedì al raduno non vedremo alcune figure importanti delle scorse stagioni, come Coralli, Sgrigna, Minesso, Cappelletti e Donazzan. «Sono state scelte difficili da fare, ma sapete che ho dovuto per forza tener conto della lista dei 18 giocatori “over 21” tesserabili in rosa». Misuraca, svincolato dal Bassano, risultava molto vicino alla maglia granata… «È un bel giocatore, abbiamo però il problema della lista e credo che per quel ruolo sia più facile che arrivi un giovane. Oggi siamo a buon punto, ma il mercato resta aperto: ora sarà importante quanto succederà da domenica prossima in ritiro a Lavarone. Utilizzeremo le amichevoli per capire dove serve intervenire».
Ore 13.40 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Prima il ribaltone, ora si chiede l’unità d’intenti. Ma sarà così?”) Il Padova è già in ritiro, costretto ad anticipare i tempi della preparazione di una settimana perché a fine luglio sarà impegnato nei preliminari della Tim Cup, la Coppa Italia dei “grandi”, a cui si è guadagnato il diritto di partecipare grazie al quinto posto ottenuto due mesi fa, all’epilogo della prima stagione di Lega Pro dopo la rinascita sulle ceneri del vecchio Biancoscudo. Il Cittadella, promosso in B, si ritroverà domani per il raduno e i primi test, poi sabato 16, alla vigilia della partenza per Lavarone, farà passerella davanti ai propri tifosi, giustamente entusiasti per il ritorno in Serie B dopo un anno di “purgatorio” in terza serie (e quello che inizierà ad agosto sarà l’ottavo torneo su nove tra i cadetti per la società della famiglia Gabrielli). Insomma, siamo di nuovo qui a cullare sogni, speranze, aspettative da parte delle nostre due squadre professionistiche, che si approcciano alla nuova stagione con obiettivi diversi: i biancoscudati per vincere, o direttamente o attraverso i playoff, i granata per conquistare una salvezza tranquilla ed evitare la tagliola dei playout. Di Iori & C. avremo modo di parlare nei prossimi giorni, oggi la prima pagina la meritano il gruppo di mister Oscar Brevi e, insieme ad esso, la coppia (di imprenditori) che ha riscritto la storia del Padova, Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto. Due mesi dopo il ribaltone – se ne sono andati il direttore sportivo De Poli, l’allenatore Pillon, il team manager Pontin e anche il dirigente accompagnatore D’Ambrosio, oltre ai giocatori Petkovic, Diniz, Fabiano, Corti, Bucolo, Baldassin, Finocchio, Sparacello, più l’ex capitano Cunico, che ha appeso le scarpette al chiodo, entrando nei quadri dirigenziali – la versione 2016/17 ci viene proposta all’insegna dell’ottimismo e della fiducia. Ne prendiamo atto, anche perché sono arrivati, in effetti, giocatori di livello e dal curriculum illustre (Filipe, Emerson, Madonna e Dettori), ma solo la prova del campo diventerà la cartina di tornasole per capire se la rivoluzione tecnica decisa ai vertici di viale Rocco avrà colto nel segno o meno. Sino ad allora il (nostro) giudizio sulle possibilità di centrare l’obiettivo dichiarato resterà per forza di cose sospeso: le operazioni sono state importanti per quanto riguarda il centrocampo, settore nevralgico di una squadra, e possiamo sicuramente parlare di uno dei reparti più importanti della categoria, ma per il momento ci dobbiamo fermare lì. La retroguardia, seconda solo a quella della Reggiana nell’ultimo campionato (29 gol subìti contro i 25 degli emiliani), è stata smantellata, e, pur dando atto che è stato inserito un elemento eclettico e dal gran palleggio come Emerson, qualche dubbio sembra giustificato per quanto riguarda l’aspetto della graniticità, che significa marcatura ad uomo fatta come si deve. E in avanti, pur disponendo di due attaccanti dalla prolificità certificata, mancano (per fortuna siamo appena all’11 luglio) le alternative a Neto Pereira ed Altinier. Si è voluto ribaltare tutto, recidendo di netto il filo con il passato, nel segno della discontinuità. L’auspicio è che abbiano ragione loro (soprattutto Bonetto padre e figlio, artefici della svolta, a cui Bergamin non poteva opporsi perché altrimenti sarebbe uscito di scena), che il Padova sia un concentrato di qualità, robustezza e concretezza, abbinando al “mestiere” di alcuni giocatori-chiave l’imprevedibilità e la freschezza dei nuovi schemi (è cambiato il modulo, dal 4-4-2 al 3-5-2), gli stessi schemi che ha sposato l’Italia di Conte. Si chiede unità d’intenti, e ci si appella a tifosi e stampa perché marcino all’unisono con la proprietà sulla strada tracciata nel luglio 2014, e imboccata alla grande con l’esaltante vittoria in Serie D. Lo ribadiamo, a scanso di equivoci: nessuno si permette di mettere in discussione le persone di Bergamin e Bonetto, senza le quali – va straripetuto – il pallone avrebbe fatto una brutta fine alle nostre latitudini, rischiando addirittura di scomparire dalla geografia calcistica italiana, ma non bastano le parole e i buoni propositi per pensare che tutto, automaticamente, vada nella direzione auspicata. L’unità d’intenti si costruisce con la chiarezza, accettando il confronto (anche duro e ruvido alle volte), ed evitando, per quanto possibile, di porre diktat o ultimatum che hanno il solo effetto di accentuare la tensione, là dove magari già esiste. L’avevamo auspicato al momento della presentazione del progetto (triennale) davanti al sindaco Bitonci: il Padova sia una casa di vetro. Non è stato così ultimamente. Noi siamo pronti a collaborare se dall’altra parte ci sarà altrettanta collaborazione. Non selezionando i media tra “amici” e “nemici”.
Ore 13.30 – (Mattino di Padova) Il direttore generale per il momento resta in città, anche perché conta di chiudere due acquisti entro la metà di questa settimana. Già oggi potrebbe essere il giorno decisivo per l’arrivo di Michele Russo, 30enne centrale difensivo, che aspetta solo di svincolarsi dalla Cremonese per firmare con i biancoscudati. In questo modo si chiuderà, a livello numerico, il buco apertosi con l’addio di Diniz, passato al Losanna, anche se da metà luglio in poi si andrà alla ricerca di un nuovo difensore, che nei piani della società dovrebbe essere di alto profilo. Daniel Cappelletti, appena svincolatosi dal Cittadella, e Cristian Sosa dell’Alessandria i nomi più gettonati. Tra domani e mercoledì Zamuner conta anche di chiudere per il portiere che affiancherà Favaro. Il ballottaggio è tra Giacomo Bindi, che vorrebbe restare in Serie B con il Pisa ma è chiuso dall’arrivo di Ujkani, e Antonio Donnarumma, che arriverebbe in prestito dal Genoa. «La rosa non è ancora completa ma sono soddisfatto delle operazioni completate sino ad oggi», le parole di Zamuner. «Mancano ancora un paio di elementi che stiamo cercando di prendere il prima possibile per mandarli in ritiro, quindi ci concentreremo, senza fetta, sugli altri profili per completare la rosa. Di sicuro un paio di attaccanti, uno dei quali giovane e uno esperto, e un difensore. Se capita l’occasione giusta, la cogliamo, altrimenti aspettiamo l’evolversi del mercato».
Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Parte Bergamin: «Si ricomincia con grande entusiasmo e con un gruppo importante, ci sono tutti i presupposti perché gli obiettivi siano centrati. Servirà unita d’intenti e soprattutto bisognerà costruire sin da subito un gruppo unito e forte. L’organico è quasi al completo, il direttore ha lavorato con profitto, ma lasciamolo lavorare ancora. Adesso conta una buona preparazione, per acquisire una condizione fisica tale da partire bene. L’obiettivo? Se tutti ci danno una mano, e mi aspetto molto dal pubblico in questo senso, l’impegno è di migliorare il risultato dell’anno scorso, dal quale abbiamo imparato molto».E qui la palla passa nel campo di Bonetto: «Nuovi soci? Un momento, da maggio in poi sono cambiate molte cose… Adesso pensiamo alla costruzione della squadra, poi vedremo. Abbiamo voluto partire dall’Appiani perché i ragazzi si rendano conto dell’importanza di questa piazza. Qui è stato scritto un pezzo di storia, sperando di scriverne a nostra volta un altro. Noi vogliamo alzare l’asticella ed essere prim’attori arrivando dal quarto posto in su, si può andare in B anche con i playoff. Sono contento di quanto fatto finora, in tre settimane abbiamo portato giocatori importanti e stiamo creando una buona squadra. Sono fiducioso. Abbiamo, però, bisogno del pubblico e della stampa, sarebbe il momento di resettare tutto e pensare al bene del Padova per essere protagonisti». Due acquisti in settimana. C’è anche Giorgio Zamuner, che non ha seguito la squadra a Mezzano.
Ore 13.10 – (Mattino di Padova) E alla terza stagione insieme, B&B (Bepi Bergamin e Roberto Bonetto) non si nascosero più: il Padova deve diventare protagonista assoluto in Lega Pro, puntando al salto di categoria e tornando a far parte di quella Serie B che nel 2014 la scellerata gestione di Diego Penocchio, a cui aveva dato una consistente mano per affondare Marcello Cestaro, aveva cancellato di brutto, prima con la retrocessione in terza serie, poi addirittura con la scomparsa del Biancoscudo dal professionismo. Sono sempre loro due (a cui si è aggiunto, in una mattinata caldissima e umida, il socio di Bonetto Moreno Beccaro, ma nessun altro degli azionisti della Spa di viale Rocco, nè Poliero, nè Salot nè Tosetto) a menare le danze dentro e fuori il club, e lo fanno a maggior ragione nell’occasione in cui, come tanti bravi scolaretti al primo giorno di scuola, giocatori, staff tecnico e dirigenti accompagnatori si ritrovano all’Appiani per inaugurare ufficialmente la stagione 2016/17, prima di salire sul pullman, sui furgoni e sulle auto diretti a Mezzano, dove comincia il ritiro pre-campionato. Lontano da occhi e orecchi indiscreti, e dopo la foto di rito del gruppo in campo, presidente e amministratore delegato tengono a rapporto la squadra con un discorsetto di pochi minuti all’interno di uno degli spogliatoi del glorioso impianto di via Carducci, poi, alle 10 spaccate, la comitiva lascia la città per i monti del Trentino. Dal quarto posto in su. Pochi tifosi, peraltro più curiosi di vedere i volti nuovi e di salutare chi è rimasto della squadra giunta al quinto posto nell’ultimo torneo che non di conoscere come giocherà l’undici di mister Oscar Brevi, fanno da cornice alla chiacchierata di rito con i due soci di maggioranza, per i quali la sostanza è una sola: arrivare davanti a tutti o vincere i playoff.
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Si parte con il 3-5-2 o sta pensando a sorprese? «Il sistema di gioco che vorrei utilizzare è quello, anche per le caratteristiche dei giocatori a disposizione. Ovviamente non escludo che nel corso delle partite potremmo cambiare, a seconda delle situazioni. Ci faremo trovare pronti, partendo dal presupposto che non esiste un modulo vincente». Considerata la lista dei 16 “over”, a parte gli 11 titolari, in quali ruoli vorrebbe inserire le alternative di esperienza? «Credo verranno messi di sicuro un giocatore esperto davanti e anche uno dietro. Il che non vuol dire per forza un ultratrentenne, ma gente che abbia già qualche campionato importante alle spalle». Quali sono i tre concetti da cui non potrà prescindere il suo Padova? «Prima di tutto il rispetto: la voglia di lavorare nel rispetto di se stessi, della società e dei tifosi. Secondo, la partecipazione completa. Voglio vedere massima disponibilità nei confronti della società per cui si lavora. Terzo, un gruppo cementato in armonia. Intendo ragazzi che sorridono, perché il calcio è un divertimento. Dobbiamo attaccare il lavoro, non subirlo, visto che stiamo facendo una cosa bella». Come imposterete la preparazione? «Le prospettive immediate sono quelle di portare la squadra il più presto possibile in condizione. Dobbiamo inserire carichi di lavoro importanti per affrontare al meglio una stagione lunga e complicata a livello di energie fisiche. Per il momento ci stiamo concentrando soprattutto sul piano fisico, quindi pian piano inizierò a lavorare sulle mie idee di gioco». Ieri pomeriggio primo allenamento a Mezzano sotto la pioggia, oggi doppia seduta.
Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Abbronzato, sorridente, ma anche con il volto un po’ tirato che tradisce quel velo di emozione e tensione tipico per chi comincia una nuova avventura. Oscar Brevi riparte da Padova, con la voglia di riscattare un paio di annate negative che ne avevano bloccato una carriera in panchina iniziata con il piede giusto. L’occasione del rilancio, per il tecnico lombardo, arriva alla guida di una formazione che la società sta provando a cucirgli addosso seguendo il suo credo e le sue idee tattiche. E difatti Brevi non fa nulla per nascondere la soddisfazione per la rosa che, sinora, gli è stata messa a disposizione: «Sono felice perché sia i giocatori arrivati che quelli confermati sono le nostre prime scelte», le prime parole dell’allenatore. «Quando s’inizia a pensare alla costruzione della squadra, si danno sempre degli input sulle caratteristiche desiderate, stilando un profilo in cui rientrano vari giocatori. Quelli che siamo riusciti a prendere, e sono stati bravi direttore e società, sono prime scelte». L’ossatura è già buona, ma la squadra non è ancora completa. Come percentuale quanto manca per vedere la rosa fatta e completata? «Siamo al 75-80%. I centrocampisti ci sono, gli esterni anche, così come i due attaccanti. Dietro ci siamo, anche se a livello numerico manca qualcosa. Adesso credo si possa anche aspettare per rifinire la squadra. Volendo puntare ancora su prime scelte, più avanti nel mercato possono nascere delle occasioni che ora sembrano impossibili. Anche perché ci sono società in difficoltà, altre con organici in esubero, e i posti di lavoro disponibili sono sempre gli stessi».
Ore 12.40 – (Mattino di Padova) La società che le ha detto? «Che adesso sono qui e poi vedremo. Nessuno mi ha detto di fare le valigie, ma so che il mercato è lungo e può succedere di tutto. Da parte mia vorrei rispettare il contratto fino all’ultimo e, se dovessi andar via, vorrei le stesse garanzie che ho a Padova. Ci tengo a restare perché si vuole far bene e sta nascendo una squadra importante». Discorso molto simile a quello di Marco Ilari: «Siamo rimasti sempre meno della vecchia guardia, ma nel calcio va così», rileva il romano. «Voglio restare e cercherò di sfruttare al massimo le due settimane di ritiro per mettermi in mostra. In questo modulo credo di poter fare sia l’esterno che la mezzala. Padova fa parte della mia vita e convincerò la società a trattenermi». Tra tante situazioni in bilico la certezza è che il capitano sarà Neto Pereira, pronto a vivere la sua sedicesima stagione in Italia: «Sono andati via due brasiliani, così la società per farmi contento ne ha presi subito altrettanti», scherza prima di salire sul pullman. «L’età? Non ci penso e non conta, voglio andare avanti e dare ancora il massimo».
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Come un fiammifero che pian piano viene eroso dalla propria fiammella, così nel tempo continua ad assottigliarsi la “vecchia guardia” biancoscudata. Dei 25 giocatori partiti per il ritiro (esclusi i giovani), ne sono rimasti 12 della rosa dello scorso anno; se poi contiamo quelli che erano presenti al raduno di dodici mesi fa, il numero scende a 8, per non parlare dei reduci dalla promozione in Lega Pro, che sono appena 4: Dionisi, Ilari, Mazzocco e Petrilli. A parte Mazzocco, che rientra nella lista dei giovani ed è pronto ad insidiare i centrocampisti più esperti, gli altri tre sono nella lista dei partenti e proveranno a sfruttare le due settimane in Trentino per convincere la società a trattenerli. La situazione più spinosa riguarda senza dubbio Nicola Petrilli, che ha rinnovato il contratto pochi mesi fa, ma adesso si trova penalizzato da un modulo che rischia di tagliarlo fuori: «In effetti nel 3-5-2 l’unico ruolo che credo potrei far bene è quello di seconda punta», spiega il torinese all’Appiani. «Magari potrei essere una sorpresa in quella posizione, chissà… Voglio adattarmi e giocare in qualsiasi ruolo ci sia bisogno. Se ho rinnovato il contratto, è stato perché credo in questa società, voglio restare e penso di poter dare qualcosa. Non voglio passare per presuntuoso, ma credo di non essere inferiore a nessuno, ci tengo a dimostrare quanto valgo».
Ore 12.20 – (Mattino di Padova) Questi i 25 biancoscudati partiti ieri per il ritiro di Mezzano. Portieri: Andrea Aspergh (2000), Matteo De Bastiani (1999), Alessandro Favaro (1995). Difensori: Gabriele Brentan (1998), Matteo Dionisi (1985), Emerson Ramos Borges (1980), Alessandro Favalli (1992), Filippo Ferro (1999), Nicola Madonna (1986), Andrea Sbraga (1992), Alberto Tentardini (1996). Centrocampisti: Andrea Bottalico (1998), Carlo De Risio (1991), Francesco Dettori (1983), Filipe Gomes Ribeiro (1987), Manuel Giandonato (1991), Marco Ilari (1989), Davide Marcandella (1997), Davide Mazzocco (1995), Matteo Scevola (1998), Oleg Turea (1997). Attaccanti: Cristian Altinier (1983), Andrea Cisco (1998), Leonidas Neto Pereira (1979), Nicola Petrilli (1987). Se alcuni giocatori sono avanti con l’età, è da sottolineare anche il fatto che, complice una rosa non ancora completa, praticamente metà rosa (12 su 25) è formata da under 21. Definite anche le camere, quasi tutte doppie, con la maggior parte dei giocatori che si sono divisi gli accoppiamenti per ruolo. E così, ad esempio, Neto e Altinier faranno tandem anche in stanza, così come i centrocampisti Dettori e De Risio. Insieme anche i nuovi brasiliani Emerson e Filipe.
Ore 12.00 – Qui Mezzano: termina l’allenamento.
Ore 11.40 – Qui Mezzano: i Biancoscudati si recano nel vicino torrente per svolgere lavoro defaticante.
Ore 11.20 – Qui Mezzano: partitella finale.
Ore 11.00 – Qui Mezzano: schemi difensivi ed offensivi, si inizia a lavorare con intensità sul 3-5-2.
Ore 10.40 – Qui Mezzano: si inizia a lavorare col pallone.
Ore 10.20 – Qui Mezzano: test di Cooper, si fatica sin da subito. Solo cocente a Mezzano, temperatura di 30 gradi ma umidità al momento sopportabile.
Ore 10.00 – Qui Mezzano: Biancoscudati in campo per l’allenamento mattutino.
Ore 09.30 – Qui Mezzano: doppio allenamento alle 10.00 e alle 17.00 per i Biancoscudati. Seguiteli in diretta con la nostra redazione!