Live 24! Padova, primo allenamento a Mezzano: iniziato ufficialmente il ritiro estivo

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Ore 21.30 – (Il Piccolo) Sarà una Triestina che sulle fasce sprizzerà tanta gioventù, velocità e capacità atletiche quella che sta costruendo Milanese. Al terzo anno di serie D, si è ormai capito quanta importanza rivesta la regola degli under e di come ci si debba muovere per costruire una rosa che preveda in questo senso tutte le possibili soluzioni. Ebbene, come noto da tempo, Milanese e Andreucci vogliono che due delle caselle dei giovani siano riservate ai terzini, non solo per i titolari ma anche per gli eventuali rincalzi. Adesso in pratica, a meno di sorprese, ci sono anche i quattro nomi che si giocheranno i due posti da titolare e si alterneranno durante la prossima stagione. Un poker variegato, visto che sulla destra se la giocano due italiani classe 1997, mentre sulla sinistra ci saranno due giocatori di colore classe 1998, uno canadese e l’altro franco-senegalese. Ma andiamo con ordine. Come terzino destro sappiamo che c’è uno dei pochissimi confermati della scorsa stagione, ovvero Luca Crosato, triestino doc che tra l’altro vanta già un’esperienza di due anni in serie D con la maglia alabardata. Pare che si giocherà il posto con Elio Francescutti, anche lui classe 1997, che dovrebbe arrivare in prestito dall’Udinese, dove ha giocato nella Primavera e sempre con grande continuità. A dire la verità con i bianconeri Francescutti ha giocato soprattutto difensore centrale, ma in alabardato verrà provato da terzino destro. Per lui la Triestina ha vinto la concorrenza del Belluno. A sinistra se la giocheranno invece Mbia Seck e Ndzemdzela Langwa, entrambi della classe 1998. Mbia Seck è un terzino franco-senegalese che lo scorso anno ha vantato ben 28 presenze e 3 reti con la Virtus Bergamo, in serie D, dopo essere cresciuto nelle giovanili dell’Alzano Cene, sempre nel bergamasco. Langwa invece è il canadese già noto per essere stato protagonista dello stage di giugno: è stato anche nella nazionale under 17 del suo paese e comunque è capace di giocare anche in posizione più avanzata. Insomma sarà una Triestina che ha deciso di giocarsi sulle fasce difensive il bonus under: certo, lo scotto da pagare sarà quello dell’inesperienza, ma il vantaggio sarà quello di avere sempre freschezza, corsa ed entusiasmo. STAGE. Intanto sta ottenendo un grande successo di partecipazione lo stage organizzato dalla Triestina e riservato ai ragazzi nati fra il 1998 e il 2000, che si sta svolgendo al Rocco. Ieri, nella prima giornata, si sono presentati infatti una cinquantina di ragazzi, provenienti non soltanto dalla provincia di Trieste ma anche da fuori regione. Tutti hanno lavorato sotto lo sguardo attento di Mauro Milanese e dei tecnici delle giovanili Lotti, Roncelli e De Nuzzo. Alla fine della prima giornata c’è stata già una notevole scrematura, così stamane nella giornata finale saranno circa una trentina i giovani che potranno presentarsi in vista delle scelte definitive della società.

Ore 21.10 – (La Provincia Pavese) E’ atteso a Pavia tra lunedì e martedì per affrontare direttamente i primi problemi economici della sua nuova società. Alessandro Nuccili, 49 imprenditore romano, è da venerdì sera il nuovo proprietario del Pavia calcio dopo il contratto d’acquisto (al prezzo simbolico di un euro) firmato in uno studio notarile della capitale. Saranno ore intense per il nuovo proprietario del club azzurro che dovrà occuparsi in prima persona della lotta contro il tempo per salvare l’A.C.Pavia tra i professionisti. Nuccilli, più volte negli ultimi giorni, sia in una nostra intervista che dopo la firma del contratto d’acquisto della società, ha già garantito di aver pronta la fideiussione per completare l’iscrizione della società alla Lega Pro. Entro martedì 12 luglio vanno completate le iscrizioni incomplete (come nel caso del Pavia e di altri club tra cui il Rimini), poi la Covisoc emetterà i primi verdetti con le bocciature dei club non in regola. Nel caso del Pavia oltre alla presentazione della garanzia fideiussoria sarà sotto la lente d’ingrandimento dell’organo di vigilanza il pesante indebitamento e il mancato pagamento ai tesserati degli stipendi di aprile e maggio della stagione appena conclusa. Quello di marzo è stato saldato nella giornata di giovedì scorso riducendo in parte l’esposizione nei confronti dei calciatori e tesserati sportivi. La probabile bocciatura del Pavia da parte della Covisoc nella giornata di martedì lascia aperta al club l’ultima porta per sanare il tutto con un ricorso da presentare entro il 15 luglio in vista poi dell’esame del tutto previsto il 18 luglio, termine decisivo per rimanere in Lega Pro o meno. Da capire in queste ore, con il suo arrivo a Pavia, chi saranno gli investitori del club della cordata Nuccilli. Attualmente le quote del Pavia sono passate dalla proprietà cinese alla TecnoEdil 2000 di proprietà dell’imprenditore romano. «Un’azienda che si occupa di realizzazione di grandi opere e di infrastrutture pubbliche e private» si legge sul sito dell’impresa di Nuccilli. E proprio imprenditori del mattone dovrebbero essere i suoi partner in quest’operazione di acquisizione del Pavia calcio. Le azioni della società azzurra dovrebbero essere intestate ad un fondo finanziario, come anticipato nei giorni scorsi dallo stesso Nuccilli. Rimangono ancora tanti i dubbi su questo disperato salvataggio del Pavia calcio. Dubbi alimentati anche dal recente passato del presidente Nuccilli, che aveva rilevato il Foligno in serie D (come il Pavia aveva seri problemi economici), lasciandolo dopo pochi mesi nella stessa situazione. In precedenza il suo nome era stato accostato a trattative per l’acquisto di altri club in gravi difficoltà economiche, dal Parma al Varese e al Monza, ma anche Asti, Torres, Grosseto. Società per le quali, a differenza del Pavia, però, non si era chiusa l’operazione di acquisto. A Grosseto l’anno scorso Nuccilli ebbe un abboccamento col presidente Camilli, ma non se ne fece nulla. A Parma un anno e mezzo fa il nome di Nuccilli era comparso fra i primi 9 possibili acquirenti (si trattò di un sondaggio), ma alla «scrematura» successiva anche in quel caso ci fu un nulla di fatto.

Ore 20.50 – (Gazzetta di Reggio) A pochi giorni dall’inizio del ritiro estivo il ds della Reggiana Andrea Grammatica continua a lavorare alla ricerca di quelli che possono essere gli obiettivi per iniziare a costruire l’ossatura della squadra che prenderà parte al prossimo campionato di Lega Pro, aspettando poi i veri e propri colpi da novanta che arriveranno con ogni probabilità ad agosto inoltrato, quando anche nel calciomercato prenderanno il via i saldi estivi. Con il focus indirizzato sui primi colpi che potrebbero già arrivare all’inizio della prossima settimana, ovvero Ghiringhelli, che ha già un accordo sulla parola con la Reggiana e lunedì si svincolerà dal Pavia e Guidone, si lavora anche per andare a rimpolpare il reparto centrale difensivo che a oggi conta i soli Spanò, Sabotic e De Biasi (in partenza). Proprio per questo motivo Grammatica sta cercando di portare a Reggio Stefano Pellizzari, difensore centrale di proprietà della Juventus che nell’ultima stagione ha indossato la maglia della Primavera della Virtus Entella. Pellizzari, nato a Correggio, è un difensore forte fisicamente, aspetto questo molto ricercato tra gli obiettivi del nuovo corso granata e, nell’ultimo campionato in Liguria ha collezionato 25 presenze e 2 gol. Per il mercato delle punte la Reggiana ha fatto un sondaggio per Devis Curiale, 26 presenze con 4 gol a Lecce nelle scorso campionato e, ora che il Pavia ha deciso di svincolare tutti i giocatori sotto contratto il ds granata potrebbe parlare nuovamente con Caio De Cenco, che è tra i possibili obiettivi per il ruolo di prima punta titolare e provare a fare un nuovo sondaggio con Andrea Ferretti, anche se l’attaccante reggiano ha diverse richieste e servirebbe quindi uno sforzo economico importante per riuscire a convincerlo. Sul fronte delle uscite Francesco Rampi sta sistemando gli ultimi dettagli con la Carrarese e nei primi giorni della settimana lascerà a titolo definitivo la Reggiana.

Ore 20.40 – (Gazzetta di Reggio) A pochi giorni dall’inizio del ritiro estivi in vista della stagione 2016/17, non si può certo dire che la formazione che si allenerà a Villa Minozzo agli ordini del tecnico Leonardo Colucci sia quella definitiva, anche se il neo-allenatore granata può già contare su una base solida di elementi confermati dalle scorse stagioni. Il mercato della Reggiana sarà lungo, con molti colpi che saranno messi a segno nelle settimane finali del calcio mercato, ma il tecnico fin dall’inizio del ritiro a Villa Minozzo inizierà a dare il suo imprinting alla formazione. Come confermato dallo stesso Leonardo Colucci in sede di presentazione e dalle persone che hanno avuto modo di lavorare con lui negli ultimi anni, il neo tecnico della Reggiana non ha uno schema tattico fisso, ma in base alle caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione, sceglie come disporli in campo cercando di esaltare al meglio quelle che sono le caratteristiche di ognuno. A oggi il tecnico opterebbe per giocare con il 4-2-3-1 potendo già contare su elementi di qualità in ogni reparto. In porta. Qui la scelta appare scontata perché Simone Perilli, dopo l’ottimo campionato disputato lo scorso anno quando l’ex dg Raffaele Ferrara lo prese a parametro zero dal Sassuolo e l’adeguamento dell’ingaggio avvenuto al termine della stagione, sarà il portiere titolare. In ritiro a Villa Minozzo saliranno certamente altri portieri come Voltolini rientrato dopo la stagione all’Inveruno in Serie D e alcuni giovani della Berretti, ma la maglia numero 1 granata è già assegnata. In difesa. Linea a quattro per il tecnico granata che può contare su due dei difensori centrali più forti dell’intera Lega Pro come Spanò e Sabotic che, avendo già due campionati in categoria alle spalle e giocando insieme da due anni non potranno che aumentare la propria qualità e affidabilità ergendo un muro pressoché invalicabile per ogni avversario. La corsia mancina è quella su cui la Reggiana ha subito investito con gli acquisti di Giron e Pedrelli, con ogni probabilità sarà quest’ultimo ad essere il titolare quanto meno all’inizio avendo alle proprie spalle una grande esperienza sia in Lega Pro che in serie B. Sulla destra a oggi il preferito è Ghiringhelli che la Reggiana sta cercando di acquisire dal Pavia, con Mogos che è però pronto a mettere in mostra tutte le sue doti atletiche per convincere il tecnico ad affidargli il ruolo da titolare. A centrocampo. In questo momento le scelte nella linea mediana del campo per il tecnico granata sono praticamente obbligate. Centrocampo a due con Maltese e Bartolomei, anche se quest’ultimo è seguito dal Cittadella, a fornire qualità e quantità nella zona nevralgica del campo. A subentrare dalla panchina in questo momento c’è solo il giovane Bonetto, prelevato dalla Primavera dell’Inter ma non ancora ufficializzato dalla società granata. In attacco. In avanti con questa disposizione tattica il faro sarà Raffaele Nolè, potendo esaltare le proprie caratteristiche giocando alle spalle della prima punta come avvenuto due stagioni fa a Bassano quando ha guidato la squadra fino alla finale playoff. Sugli esterni agirebbero Letizia a sinistra, anche se il giocatore potrebbe presto accasarsi al Foggia e Lafuente, molto vicino ad indossare la maglia granata, a destra. A oggi il ruolo di prima punta sarebbe occupato da Guidone, in arrivo dal Santarcangelo dopo due stagioni in Romagna.

Ore 20.20 – (Gazzetta di Mantova) Tanti club di Lega Pro sono in crisi e le nuove norme varate dalla categoria rischiano di rendere ulteriormente complicata la situazione. Di certo tali provvedimenti riducono lo spazio di manovra anche per il Mantova, che si appresta ad affrontare una stagione in cui la priorità è quella di far quadrare i conti al centesimo. La prima norma “ostica” riguarda la fideiussione di 350mila euro presentata per l’iscrizione al campionato. Questa copre infatti un budget (lordo degli ingaggi) di 1,5 milioni di euro. Per ogni euro di sforamento fino a 2 milioni si dovrà integrare la fideiussione del 30% dello sforamento; da 2 a 2,5 milioni del 50%; sopra i 3 milioni, l’intero ammontare. Il Mantova, che attualmente ha un costo lordo degli stipendi proprio attorno a 1,5 milioni, non può dunque fare operazioni (a meno di cessioni che alleggeriscano il monte ingaggi) senza integrare la fideiussione: in tal caso, infatti, i tesseramenti non sarebbero ratificati dalla Lega Pro. Altra novità riguarda poi il codice etico approvato dalla categoria, che imporrà il pagamento degli stipendi mese per mese e non con cadenza bimensile, com’è abitudine di quasi tutti i club. Fa eccezione la scadenza del 16 settembre, quando bisognerà pagare luglio e agosto (e anche giugno della scorsa stagione); poi il 16 ottobre si dovrà versare settembre, il 16 ottobre novembre, il 16 novembre ottobre e così via fino a giugno. In caso di mancato pagamento, la Lega Pro sospenderà i contributi alla società finché non si rimetterà in pari con i versamenti. Questa nuova norma non sostituisce bensì si aggiunge a quella già in vigore, che prevede controlli bimensili da parte della Covisoc. Saranno sempre quelli a far scattare eventuali deferimenti e penalizzazioni in classifica.

Ore 20.10 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova spera di concretizzare nelle prossime ore le prime cessioni ufficiali. Domani, infatti, potrebbe andare in porto il passaggio di Dalla Bona al Santarcangelo e a giorni è attesa anche la rescissione del contratto di Beretta. La novità di giornata riguarda poi Perpetuini (per il quale la Pistoiese aveva offerto il 25enne centrocampista Loris Damonte), che potrebbe passare alla Lucchese. Il portiere Pane è invece nel mirino dell’Akragas, il cui ds Salvatore Catania ha detto ai media locali: «Quello di Pane è un profilo che potrebbe interessarci, ma non mi sbilancio». Che, tradotto, potrebbe voler dire: dipende da quale buonuscita offrirà il Mantova al giocatore. L’Acm sembra intenzionata a offrire poi la rescissione anche De Respinis, mentre per Momentè c’è stato un timido interessamento di Padova e soprattutto Arezzo. Di Sereni (che però potrebbe restare se “spalmasse” l’ingaggio su due anni) ha chiesto invece informazioni il Pro Piacenza. In tema di baby, infine, il Sassuolo ha per ora fatto marcia indietro sul 18enne difensore Giulio Gambardella, che potrebbe dunque restare all’Acm. Per il mercato in entrata, tutto è ancora in alto mare. Ma il Mantova ha comunque già individuato alcuni giovani che potrebbero far comodo. Si tratta del 20enne centrocampista senegalese della Primavera dell’Entella Ibrahima Pape Sene, dell’esterno sinistro della Spal Andrea Beghetto (21 anni) e di tre ragazzi di proprietà dell’Atalanta: gli esterni Valerio Nava (11 presenze nel Cittadella) e Luca Barlocco (33 gare nella Carrarese), nonché l’attaccante della Primavera nerazzurra Gabriel Lunetta.

Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) Luca Prina attende segnali dalla società, che in questi giorni sta portando avanti un discorso con potenziali nuovi soci di minoranza e sul fronte tecnico sta scegliendo il nuovo direttore sportivo, ruolo per il quale in pole c’è l’ex Brescia Andrea Iaconi. «La situazione è molto semplice – spiega il mister -: il Mantova deve fare delle cessioni e deve trovare un ds che traduca in fatti concreti le mie idee: finché non si realizzeranno queste due condizioni, non ci saranno acquisti. I tifosi devono avere un po’ di pazienza, sono convinto che capiranno che stiamo affrontando una situazione difficile e che ci staranno vicini». Ieri, intanto, il presidente Sandro Musso e il patron Serafino Di Loreto hanno visto l’imprenditore abruzzese che da qualche tempo si sta interessando all’Acm. Si è trattato di un incontro interlocutorio, concluso con una cena in compagnia, ma oggi le parti si siederanno di nuovo attorno a un tavolo per approfondire il discorso. L’imprenditore ha chiesto di non apparire per ora, ma quantomeno stavolta dalla proprietà garantiscono che si tratta di una persona titolare di un’azienda solida e conosciuta nella realtà abruzzese. Da quanto si può capire al momento, l’intenzione di questo imprenditore sarebbe quella di entrare gradatamente nel Mantova, inizialmente come sponsor o socio di minoranza, per poi accrescere la sua partecipazione nel corso degli anni. Magari già oggi si capirà qualcosa in più in merito. L’altro nodo da sciogliere è quello del direttore sportivo. Il presidente Sandro Musso ha già avviato una trattativa con Alfio Pelliccioni per arrivare alla rescissione consensuale del contratto che lega il ds al Mantova fino al giugno 2018. E nel contempo il numero uno di Viale Te sta dialogando con l’ex Brescia Andrea Iaconi, che potrebbe prendere il posto di Pelliccioni. Anche su questo fronte sono attese novità a brevissimo termine, anche perché il Mantova ha assoluta necessità di cominciare a costruire la squadra in vista del prossimo campionato. «Partiamo per ultimi – dice al riguardo Luca Prina -, ma sapevamo che sarebbe stato così. Purtroppo ci sarà qualche difficoltà per i giovani, visto che i più bravi si stanno già accasando. Ma proveremo comunque a trovare elementi in grado di reggere bene la categoria. Per quanto riguarda il mercato degli “over”, invece, non sono affatto preoccupato: lì le soluzioni non mancheranno. L’essenziale è però cedere al più presto i calciatori in esubero e a tal riguardo, se andassero a buon fine il passaggio di Dalla Bona al Santarcangelo e la rescissione contrattuale per Beretta, saremmo già un passo avanti. Sappiamo – insiste il mister – che questa sarà una stagione difficile, ma mettendoci lacrime, sudore e ferocia agonistica ce la potremo giocare con tutti. È per questo che dovremo scegliere bene sul mercato: chi verrà qui dovrà capire cosa l’aspetta, sarà fondamentale scegliere la persona più che il calciatore».

Ore 19.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Interessamento, trattativa e acquisto. Tutto in poche ore. Il Pordenone ha un altro attaccante in rosa in vista del ritiro che scatterà domani ad Arta Terme. È ufficiale l’ingaggio della punta giovane Simone Raffini, classe 1996, proveniente dal Cesena. Non si tratta (ecco la novità) di un classico prestito da parte di una società di serie B: Raffini è diventato un giocatore al 100% neroverde. Ieri mattina ha messo la firma sul contratto triennale che lo legherà al club di Mauro Lovisa fino al 2019. Un investimento, insomma, su un talento che i ramarri considerano come un pilastro del futuro. Nato a Castel San Pietro, Raffini ha completato tutta la trafila nelle giovanili del Cesena. Nella scorsa stagione, poi, ha brindato all’esordio in B (una sola presenza), proseguendo contemporaneamente la sua annata nella Primavera. È una punta centrale di un metro e 85 centimetri. Potrà dare il cambio a Rachid Arma, il bomber principe del mercato, ma anche a Stefano Pietribiasi. SERIETÀ – Una volta firmato il contratto, ha pronunciato le sue prime parole da ramarro. «Il Pordenone – sostiene – mi ha voluto fortemente, trasmettendomi fiducia e credendo molto in me. È una società seria, una bella realtà di LegaPro che lo scorso anno ha fatto benissimo. Mi metto a disposizione di mister Bruno Tedino con tanta voglia d’imparare, anche dai compagni. In particolare quelli dell’attacco, che so essere molto forti. Il mio ruolo? Sono una prima punta – si descrive – e mi piace giocare per la squadra. Sto cercando di completarmi il più possibile. Nel calcio di oggi bisogna saper fare un po’ di tutto. Lunedì si comincia e non vedo l’ora». TRATTATIVE – Da domani, come detto, via al ritiro precampionato ad Arta Terme. E sempre domani si chiuderà l’affare Paulo Azzi. L’attaccante brasiliano firmerà un contratto biennale e ripartirà dal Bottecchia dopo l’annata a Pavia. Completerà il reparto, che a quel punto non avrà più bisogno d’investimenti. Ancora in dubbio il futuro di Luca Cattaneo (ma le offerte scarseggiano), mentre resteranno certamente (hanno già rinnovato) Martignago e Berrettoni. I nuovi sono Pietribiasi, Arma e appunto Raffini. MOVIMENTI – Resta da capire il destino di Francesco Finocchio e Nicola Valente. Il primo è richiesto dalla Pistoiese, il secondo dal Lumezzane. Si punta poi il difensore Giulio Parodi (Juventus), promessa del calcio italiano. Diciotto anni, difensore centrale, classe ’97, è alto quasi un metro e 90. È nato a Bari e quando tre anni fa lasciò la Puglia per Vinovo (prima in prestito, poi acquistato definitivamente) di lui si parlò come del nuovo Alessandro Nesta. Ora il giovane bianconero starebbe per arrivare – sempre in prestito – al Pordenone di Bruno Tedino. Un rinforzo giovane per la difesa che andrebbe a completare un reparto già infarcito di elementi di categoria ed esperti. Infine il centrocampo, dove l’idea di fondo porta sempre a Pietro Baccolo, centrocampista padovano. Si vedrà.

Ore 19.30 – (Messaggero Veneto) Il Pordenone investe sul futuro. Da ieri è ufficiale l’acquisto di Simone Raffini, attaccante classe ’96, proveniente dalla Primavera del Cesena. Il giocatore ha firmato un contratto triennale: sarà neroverde sino al 2019. Nessuno in rosa ha un vincolo così lungo. Una chiara dimostrazione di quanto la società voglia puntare su di lui. Alto 1,85, emiliano di Castel San Pietro, Raffini la scorsa stagione ha militato nei baby bianconeri realizzando 11 reti (8 in campionato e 3 in coppa Italia), aggregandosi inoltre in numerose occasioni alla prima squadra. Nel 2015 invece si era messo in evidenza nella Viareggio cup, segnando 4 gol in altrettante partite. Un prospetto interessante, che con un valorizzatore di attaccanti come Tedino può spiccare il volo. «Il Pordenone mi ha voluto fortemente, trasmettendomi fiducia e credendo molto in me – sono le prime parole del giocatore –. Quella neroverde è una società seria, una bella realtà della Lega Pro che lo scorso anno ha fatto benissimo: mi metto a disposizione di mister Tedino con tanta voglia di imparare». Poi Raffini precisa la sua posizione in campo: «Il mio ruolo? Sono una prima punta, mi piace giocare per la squadra e sto cercando di completarmi il più possibile. Nel calcio di oggi bisogna saper fare un po’ di tutto». Anche lui sarà assieme al resto della squadra domani al De Marchi, dove alle 9.30 è fissato il raduno. Nel pomeriggio è prevista la partenza per il ritiro di Arta Terme, dove il gruppo rimarrà sino a domenica 24 luglio e preparerà il primo impegno ufficiale, previsto per il 30 con il turno preliminare di Tim cup. Stefani e soci alloggeranno al Grand hotel Gortani.

Ore 19.20 – (Messaggero Veneto) Da due giorni Alex Pederzoli è un nuovo giocatore del Venezia. Ma il regista, chiave della scorsa, strepitosa stagione del Pordenone, si sente ancora affezionato al neroverde e legato a questo città. Infatti il centrocampista, classe ’84, rimarrà a vivere in riva al Noncello e, a suo parere, i lagunari lotteranno coi “ramarri” per la promozione in serie B. «Il presidente Lovisa e mister Tedino stanno costruendo una squadra fortissima: si può ripetere l’ultimo nostro campionato», dice. Poi aggiunge: «La società e la piazza mi sono rimaste nel cuore. Spero che questo sia un arrivederci e non un addio». Pederzoli, quali sono i motivi per cui ha lasciato il Pordenone? «Soltanto un’offerta irrifiutabile dal punto di vista economico e tecnico poteva convincermi ad abbandonare il neroverde. Quella fattami dal Venezia lo è stata. A 32 anni per me rappresentava l’ultima, grande occasione di poter disputare un campionato di enorme spessore: è stata dura prendere questa decisione, ma alla fine ce l’ho fatta e sono soddisfatto. Devo ringraziare tutti, dal presidente al mister, passando per lo staff, tecnico e sanitario (Alessandro Marzotto e Gigi Zanusso, ndr): sono stati fondamentali». Cosa le mancherà del neroverde? «Sinceramente ci ho pensato tanto prima di andare via. Non so quel che trovo, so quel che lascio. E cioè una società fantastica, composta da tante persone competenti, un gruppo favoloso, una città stupenda e con gente strepitosa. Ho girato quasi tutta l’Italia per lavoro e non mi sono mai trovato bene come qui: l’accoglienza e la gentilezza dei pordenonesi, che mi hanno fatto sentire a casa, non le dimenticherò mai. E non a caso rimarrò a vivere qui con la mia famiglia, facendo la spola con Mestre». La stagione col Pordenone è stata la più bella della sua carriera? «Sì, indubbiamente. Per certi versi è stata irripetibile. Abbiamo fatto qualcosa di bellissimo, per merito nostro e anche del presidente Lovisa. Bisogna dirlo: se non ci fosse lui il calcio d’alto livello non ci sarebbe in questa città». Come vede i neroverdi versione 2016-2017 (che si raduneranno domani)? «Molto bene. A mio parere lotteranno col Venezia per salire. Tedino ha costruito una squadra funzionale alla sua idea di calcio, con giocatori che si avvicinano ulteriormente al suo credo. Poi, rispetto alla scorsa stagione, il mister ha avuto più tempo per scegliere i suoi uomini e il Pordenone ha guadagnato appeal: di conseguenza convincere professionisti come Pietribiasi e Arma è stato più semplice». Qual è stato il più grande acquisto? Il suo erede Burrai? «Burrai è un ottimo giocatore, che in neroverde può esplodere in tutta la sua completezza. Io credo però che la miglior mossa sia stata confermare il gruppo: alla fine se ne sono andati solamente tre giocatori importanti (Pederzoli, Pasa e Strizzolo, ndr). La forza del Pordenone è sempre stata costituita dal gruppo e dall’ambiente, sarà così anche quest’anno. Mi auguro che i “ramarri” si ripetano. E, ripeto, spero per me che sia un arrivederci, non un addio».

Ore 19.00 – (Giornale di Vicenza) L’ultimo chiuda la porta. Dopo Perico e Soprano, Bassano ha rintracciato un nuovo guardiano: si tratta di Elia Bastianoni, 25 anni, ligure di Santa Margherita, portiere di un metro e 85 per 82 kg, l’ultima stagione al Catania in Lega Pro ma in precedenza in B con Varese e Livorno.Era svincolato e l’intesa è stata raggiunta ieri sera. Lunedì è prevista l’ufficialità. Affiancherà Rossi tra i pali. Nel frattempo la rosa è stata sfrondata di un mucchio di elementi: il portiere Costa, i difensori Toninelli, Semenzato, Martinelli e D’Ambrosio; i centrocampisti Davì, Gargiulo e Misuraca; gli esterni Voltan e Piscitella e gli attaccanti Momentè, Pietribiasi e Germinale.Al momento D’Angelo può contare sui seguenti effettivi: Rossi e Bastianoni in porta, retroguardia composta da Perico, Bortot, Bizzotto, Pasini, Barison, Soprano e Stevanin; Cenetti e Proietti in mediana, Falzerano, Candido, Minesso e Laurenti sugli esterni, Rantier da suggeritore e Maistrello e Fabbro di punta.Per adesso diciotto elementi che verranno integrati da ulteriori ingressi. Nell’ordine, un terzino mancino da alternare a Stevanin, due cambi affidabili in mezzo al campo, al limite un rifinitore che possa far rifiatare Rantier e di sicuro un attaccante d’area di rigore sufficientemente strutturato per recitare da terminale ma con quel minimo di mobilità che gli permetta di andare in pressing e attaccare gli spazi sull’avvio della manovra avversaria. Di fatto altri cinque innesti tra under e più collaudati con cui completare il roster. Facile che qualcuno arrivi prima della partenza per il ritiro di Asiago ma di sicuro non c’è fretta: il club storicamente è abituato a definire l’organico ad agosto quando i prezzi scendono, l’offerta magicamente si allarga (qualche società nel frattempo salta sempre per aria, altre invece operano poderosi tagli alla rosa) e nessuno ti prende più per il collo. Però talune addizioni a centrocampo e davanti saranno ultimate a luglio. Intanto Seeber ha ulteriormente abbassato l’età media di un gruppo che lo scorso anno non era certamente elevato e ora è persino più rinfrescato.

Ore 18.40 – Qui Mezzano: termina l’allenamento.

Ore 18.30 – Qui Mezzano: stretching finale.

Ore 18.10 – Qui Mezzano: partitella finale. Confermato il 3-5-2, provati nuovamente Dionisi nel trio difensivo ed Ilari mezzala nonché Petrilli seconda punta.

Ore 17.50 – Qui Mezzano: Biancoscudati in campo, lavoro tattico col 3-5-2 come base.

Ore 17.30 – Qui Mezzano: prosegue il lavoro in palestra. Piove a Mezzano, temperatura di 22 gradi.

Ore 17.10 – Qui Mezzano: Biancoscudati in palestra. Presenti sugli spalti una trentina di tifosi, tra loro il club “Camposampiero Biancoscudata”.

Ore 16.50 – Qui Mezzano: primi esercizi di riscaldamento.

Ore 16.40 – Qui Mezzano: Biancoscudati in campo per il primo allenamento del ritiro estivo!

Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Via le strisce si rivede il leone. Balza subito agli occhi la principale novità estetica delle maglie 2016/17 del Venezia, indossate per la prima volta dal capitano Evans Soligo e da Gianni Fabiano. Inalterati i colori principali, nero per la divisa casalinga e bianco per quella da trasferta, sul fronte del fianco sinistro è riprodotto in arancioverde il leone ruggente (anzi «guerriero» per dirlo alla Tacopina) con lo stesso stile grafico dello stemma societario. All’altezza del cuore il logo del Venezia Fc, non più solo stampato bensì in rilievo, con il famoso «swoosh», l’inconfondibile baffo della Nike (il colosso statunitense che per la terza stagione rifornisce il club) sul lato destro. Al centro confermata la scritta «Venezia Fc» al posto dello sponsor – «La situazione? Al momento non abbiamo chiuso trattative, cerchiamo un marchio compatibile con il nostro brand» ha spiegato il dg Dante Scibilia – come sul retro del girocollo il ricamo tricolore «arancioneroverdi», mentre un’altra novità sarà il debutto in Lega Pro dei cognomi dei giocatori che potranno anche scegliere il loro numero personale (1, 12 e 22 i portieri, in ordine progressivo tutti gli altri) per l’intera annata. Il tutto in nome della tanto invocata spinta al merchandising per i club di terza serie. «Continueremo a lavorare sodo per aumentare sempre più l’entusiasmo che sta tornando attorno all’arancioneroverde – ha assicurato Scibilia – tre colori che vogliamo siano sempre più presenti e condivisi con la città». «Questa non è solo una maglia – ha aggiunto il ds Giorgio Perinetti – ma storia, cultura e tradizione sportiva. La società e i giocatori saranno garanti di questi valori dentro e fuori dal campo».

Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Nuovi investitori? Il nuovo stadio fa gola a molti, per portare in alto il Venezia invece basto io». Parole chiare e cariche di ottimismo quelle di un Joe Tacopina tornato in città per tagliare il nastro della nuova stagione, domani pomeriggio al Taliercio con il primo allenamento del Venezia di Pippo Inzaghi. Ieri mattina all’hotel Monaco & Gran Canal il presidente arancioneroverde ha tenuto a battesimo le nuove maglie e fatto il punto sui suoi movimenti più recenti negli States. Sempre caldo seppur altrettanto segreto il fronte-stadio, tanto più dopo che Tacopina ha commissionato all’archistar Matt Rossetti il progetto per il futuro impianto lagunare. «La scorsa settimana abbiamo visitato la Red Bulls Arena di Harrison in New Jersey e il Talen Energy Stadium di Chester in Pennsylvania. Devo dire che soprattutto la casa dei New York Red Bulls mi piace molto, perché è un impianto da 25 mila posti assolutamente perfetto per il calcio. Non ci fermeremo qui, vogliamo vedere quanti più stadi possibile, per far sì che quello che nascerà a Venezia sia semplicemente perfetto». Un’opera ad ogni modo costosa e che richiederà il coinvolgimento di parecchi finanziatori, mentre Tacopina non nega le voci di una non meglio precisata compagnia aeroportuale che avrebbe già manifestato interesse per dare il proprio nome allo stadio. «Save? Ci sta che voi proviate a farmi domande, è il vostro mestiere – ha sorriso ai cronisti – io però non dirò mai una sola parola fino a quando non avremo i contratti firmati e i soldi in banca. Di sicuro partecipare alla costruzione dello stadio che Venezia attende da sempre fa gola a tanti imprenditori e sponsor, questo sì. D’altra parte l’ambizione è di realizzare un impianto bello e moderno, elegante com’è questa città, non un «mostro» ma il più ecologico del mondo con pannelli solari e via dicendo. Un’opera che inorgoglisca tutti e faccia parlare con ammirazione di Venezia a tutte le latitudini». Sabato prossimo Tacopina volerà alla volta di Aspen in Colorado per partecipare al Global Sports Summit, un maxi evento con presidenti e manager delle principali società sportive statunitensi e del pianeta, con il numero uno arancioneroverde a rappresentare il calcio italiano assieme allo juventino Andrea Agnelli e al milanista Adriano Galliani. Intanto l’avvocato newyorkese ha già teso la mano all’ex patron arancioneroverde Maurizio Zamparini, il quale a maggio gli aveva chiesto di sondare il mercato americano per potenziali acquirenti del Palermo. «A Zamparini ho presentato un gruppo che ha manifestato interesse, io però mi fermo qui e penso solo al Venezia. Nei giorni scorsi mi sono incontrato con chi sostiene economicamente questo progetto, sono tutti entusiasti di quanto fatto e delle prospettive. Le nostre basi sono solide e non c’è bisogno di investitori che infatti per la parte sportiva non sto cercando». Intanto dall’inizio di luglio è al lavoro a Venezia Ted Philipakos, neo responsabile dello sviluppo dell’area commerciale del club.

Ore 15.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Torneremo a ruggire proprio come il leone che quest’anno sarà sulle maglie». Lo promette Joe Tacopina presentando, nella sala del Ridotto all’hotel Monaco & Grand Canal, le nuove divise ufficiali del Venezia. A vestire i panni dei «modelli» si prestano per l’occasione Evans Soligo e Gianni Fabiano, due tra i giocatori riconfermati dalla scorsa stagione. Il presidente arancioneroverde promette «una stagione straordinaria» e le nuove maglie da gioco rappresentano «uno dei tanti passi avanti che la società ha compiuto in questo primo anno», aggiunge Tacopina rammentando ai tifosi presenti in sala le giornate d’angoscia vissute dalla città giusto un anno fa, quando il Venezia Fc non era ancora nato. «Oggi siamo qui e siamo sicuri che i colori arancioneroverdi torneranno a far parte del calcio che conta». I colori arancione e verde sono distribuiti equamente nella sagoma del leone disegnato sul fianco sinistro, nella parte bassa delle maglie, targate anche quest’anno Nike, mentre lo sfondo è nero o bianco per le due versioni home e away . Il logo ufficiale è realizzato in Lextre 4d, una tecnologia innovativa che garantisce una resa grafica con effetto tridimensionale. Davanti campeggia la scritta Venezia Fc, nella posizione assegnata al main sponsor che per il momento non c’è. «Abbiamo alcune negoziazioni in corso — spiega il dg Dante Scibilia — ma la maglia è il nostro biglietto da visita e dunque non tutti i soggetti possono essere compatibili». Il Venezia non cerca sostegno economico, almeno per quanto riguarda la parte sportiva, e a confermarlo è lo stesso Tacopina: «Gli investitori che abbiamo incontrato negli Usa sono quelli che fin dall’inizio ci stanno sostenendo. Per la squadra la “famiglia” è al completo, non stiamo cercando altri soggetti». Di sicuro c’è la volontà di commercializzare le maglie sia in città (tre i punti vendita: Venezia Sant’Aponal, Mestre galleria Teatro Vecchio, Jesolo Beach Arena) che fuori, tanto che sarà possibile acquistarle anche on line: «Abbiamo fatto una scelta importante nella scelta del brand e la gente – sottolinea Tacopina – sta iniziando a conoscere il Venezia Fc». Quest’anno la Lega Pro ha deciso di agevolare il merchandising dei club consentendo la personalizzazione delle maglie con nome e numero, assegnate da 1 al 24 in maniera definitiva. «Adesso la cosa importante sarà che dentro queste maglie battano i cuori giusti, non c’è traguardo che si possa raggiungere senza la passione», è la sottolineatura del ds Giorgio Perinetti che ha appena concluso la campagna acquisti, con il «botto» di Alexandre Geijo Pazos. Nella rosa ci sono 25 giocatori, di cui 16 senior come previsto dal regolamento. Non c’è Paolo Carbonaro: la sua situazione è legata alla possibilità che Cernuto esca dai 16 perché «giocatore bandiera». La squadra con mister Filippo Inzaghi si radunerà domani mattina a Monastier, nel pomeriggio allenamento al Taliercio. Tacopina rimarrà in città fino a sabato, poi ripartirà per partecipare al Global Sports Summit, ad Aspen, con i proprietari dei maggiori club di tutti gli sport nel mondo.

Ore  – (La Nuova Venezia) Due “modelli” speciali, Evans Soligo e Gianni Fabiano, per il vernissage delle nuove maglie del Venezia realizzate dalla Nike. Presentazione all’Hotel Monaco & Grand Canal, con Joe Tacopina ad aprire le danze, seguito poi da Dante Scibilia e Giorgio Perinetti. Il Venezia abbandona le maglie a righe e si affida alla tinta unica: una maglia bianca e una nera. Con ben evidenziato il leone marciano, presente sul fianco sinistro: arancio e verde su quella nera, arancio, nero e verde su quella bianca. Unico problema che il leone tenderà a scomparire parzialmente quando la maglia sarà dentro ai pantaloncini. Sulla parte anteriore comparirà al centro la scritta Venezia Fc («Stiamo lavorando per il main sponsor», ha spiegato il direttore generale Dante Scibilia), poi in alto il logo del club, realizzato in Lextre 4D, un transfer innovativo di estrema durata. Le maglie sono in poliestere con tecnologia dri-fit. Nella parte posteriore comparirà il nome del giocatore, sopra i numeri, personalizzati dall’1 al 24. «Ancora una volta i nostri ragazzi vestiranno un kit da gara Nike», dice Joe Tacopina, «un brand prestigioso e forte proprio come la società che da un anno a questa parte stiamo costruendo giorno dopo giorno. I colori arancioneroverdi torneranno presto a far parte del calcio che conta».

Ore 15.30 – (La Nuova Venezia) «Se son rose, fioriranno. Io con Joe Tacopina non ho ancora mai parlato ma invece con il Comune il dialogo va avanti; abbiamo terreni vicini a Tessera. Io parlo di fatti e in questo momento, in assenza di fatti, mi pare prematuro parlare». Enrico Marchi, presidente della Save, società di gestione dello scalo aeroportuale del Marco Polo, commenta così la dichiarazione del presidente del Venezia calcio sullo stadio nell’area del quadrante di Tessera. Si attende da anni il nuovo stadio, a cui ora sta lavorando il presidente Tacopina, che alla presentazione delle nuove maglie del club ha spiegato che sta valutando varie ipotesi sia per il progetto, sia per i partner dell’operazione che potrebbero essere anche una compagnia aerea o la stessa società di gestione aeroportuale. Le parole di Marchi lasciano intendere che l’intesa per un coinvolgimento di Save non è ancora una cosa fatta. Brugnaro: lavorare in silenzio. I terreni di Save confinano con quelli del Comune, interessati dall’operazione stadio ma anche dalla situazione del Casinò e da un’eventuale nuova sede. Il sindaco Luigi Brugnaro conferma che l’impegno è al massimo: «Stiamo lavorando per valorizzare le aree del Comune a Tessera che servono per ripianare i debiti del Casinò con una valorizzazione a favore della società immobiliare. Per noi è un obbligo rilanciarlo e rientrare dai debiti. Dall’altra si tratta di dare una risposta a una vicenda che va avanti da tanti anni, quella dello stadio da calcio. Io avevo proposto di realizzare oltre allo stadio anche un parco divertimenti a tema. Vedremo. Molte sono le soluzioni possibili, l’importante stavolta è evitare proclami, che finora non hanno prodotto nulla, e lavorare sodo. E mi fa piacere che la società arancioneroverde si attenga, nonostante il giusto entusiasmo, a questa indicazione», spiega il primo cittadino.La partita stadio è tra gli impegni di Brugnaro, confermati anche alla presentazione dei dati del primo anno di mandato. Ma agli annunci, il sindaco preferisce i fatti. E precisa: «Zamparini lo stadio voleva farlo ma si è sentito dire di no perché aveva proposto anche un supermercato. Altri avevano la squadra ma non i terreni per realizzarlo. Noi come amministrazione comunale siamo decisi a realizzare lo stadio ma il Comune di Venezia non ha possibilità di costruirlo direttamente. Se arrivano investimenti e progetti seri va bene tutto, per me, anche intitolarlo a una compagnia aerea o altro. Il problema è che il Comune non è un bancomat». Polemica con il Mestre. Niente fondi dal Comune, ribadisce il sindaco, in polemica con un altro presidente, quello dell’Ac Mestre, Stefano Serena, che stanco di attendere l’ok per i lavori al Baracca, sulla stampa ha annunciato che il Mestre in serie D presenterà come stadio casalingo entro il 12 luglio quello di Mogliano. Per questo, Brugnaro è deluso: «Lunedì avremo la riunione decisiva in Prefettura. Abbiamo già fatto un grande sforzo per farci ridare il Baracca dalla EstCapital, visto che era stato valorizzato per diventare appartamenti con le alienazioni. Ora per il via ai lavori di adeguamento dell’impianto non basta il Comune; serve il parere della commissione pubblici spettacoli, della prefettura e della Questura. Domani si decide. Mi pare che il presidente affronti la vicenda con superficialità. Il nostro obiettivo è che il Mestre giochi al Baracca, per i suoi tifosi. Nessuno si tira indietro. Ma chi racconta bugie, io lo sconfesso».

Ore 15.10 – (La Nuova Venezia) Obiettivo serie B per il Venezia di Joe Tacopina, e non solo. C’è anche il sogno del nuovo stadio nella mente del presidente arancioneroverde, un concetto ribadito anche nel corso della presentazione delle nuove maglie all’Hotel Monaco & Gran Canal, a due passi da Piazza San Marco. Nei giorni scorsi, accompagnato dai dirigenti John Goldman, Ted Philipakos e Dante Scibilia, il presidente Joe Tacopina ha visitato i due stadi più in voga nella Major league soccer: la Red Bull Arena, l’impianto dei New York Red Bulls, e il Talent Energy Stadium, la “casa” dei Philadelphia Union. Il primo ha una capienza di 25.189 posti, il secondo una capienza di 18.500 per il soccer e di 26.000 per i concerti. Stadio. «Un anno fa il Venezia Fc nemmeno esisteva a questa data», ha spiegato Joe Tacopina, «siamo risaliti in Lega Pro, la squadra è già stata completata da Giorgio Perinetti, ma noi vogliamo crescere sotto tutti i punti di vista, abbiamo tanti obiettivi, e il nuovo stadio è uno di questi. Abbiamo iniziato a girare negli Stati Uniti per visionare i migliori impianti esistenti, continueremo a visitarne altri, in Italia e in altri Paesi. Vogliamo prendere il meglio da ognuno di questi impianti, poi sederci a tavolino e creare la migliore struttura possibile per il Venezia. Vogliamo che lo stadio diventi un altro biglietto da visita per le nostre città, i nostri tifosi dovranno essere orgogliosi anche di questo. Mi piace moltissimo l’impianto dei Red Bulls, ma lì siamo nel New Jersey, qui a Venezia le esigenze sono diverse. Sarà un impianto incentrato sul calcio, senza pista d’atletica intorno». Con un occhio particolare alla “green energy”. «Sicuramente, avremo un occhio di riguardo per tutti gli elementi ecologici che potremmo introdurre». Investitori. Società solida, gruppo per lo stadio in costruzione. «L’assetto del Venezia football club è solido, la compagine societaria c’è, non stiamo cercando altri investitori, la famiglia arancioneroverde è al gran completo e da questa settimana sarà operativo a Mestre anche Ted Philipakos. Per quanto riguarda lo stadio è un discorso diverso, il nostro progetto sta riscuotendo molti interessi, ci sono tanti contatti, il brend Venezia attira». Intanto, Joe Tacopina ha commissionato allo studio di architettura Rossetti il progetto del nuovo stadio, a capo del quale c’è l’architetto Matt Rossetti, che ha partecipato al tour negli stadi americani con il presidente arancioneroverde. Tacopina ha anche allacciato stretti contatti con l’Accademia Sgr, la società milanese specializzata nella gestione degli investimenti e la società di ingegneria Ai Engineering di Torino. Partner. Tra i partner, Tacopina sceglierà anche qualcuno che “presterà” il suo nome allo stadio, come ormai avviene per tanti impianti, in particolare nel calcio all’estero o nel basket. «Vista l’area in questione, a Tessera», ha aggiunto Tacopina, «è logico che si può pensare a una società di gestione aeroportuale (Save, ndr) oppure di aerolinea, ma abbiamo tanti contatti in essere». Squadra. «Sono entusiasta della squadra che è stata allestita da Giorgio Perinetti», ha aggiunto Joe Tacopina, «adesso inizierò a essere un po’ più nervoso, perché sta per iniziare la nuova stagione. Abbiamo fatto di tutto per presentarci al via del campionato e provare a vincere, adesso il pallino passa in mano a Inzaghi e ai suoi giocatori, come sempre sarà il campo a dire l’ultima parola. Mi auguro tra un anno di essere ancora qua e iniziare a parlare di come salire in serie A».

Ore 14.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Quello che sta per chiudersi sarà un weekend che, sulla carta, non dovrebbe riservare novità particolari riguardo le trattative impostate nei giorni scorsi e riguardanti Alessio Vita, Giuseppe Rizzo e Nicholas Siega. Da via Schio filtra moderato ottimismo sulla positiva conclusione delle contrattazioni, anche se, stando alle indiscrezioni raccolte, restano da limare ancora alcuni dettagli. L’acquisto più vicino alla definizione è quello dell’ex esterno della Reggiana, considerato che Siega si è svincolato dalla società emiliana lo scorso 30 giugno. Martedì è in programma un incontro in cui si dovrebbero mettere le firme sull’accordo che legherà Siega al Vicenza fino a giugno 2018. In fase molto avanzata è anche il ritorno di Alessio Vita . L’ex monzese, che a fine stagione è tornato per fine prestito al Sassuolo, ha spinto per tornare in biancorosso agli ordini di Franco Lerda; l’acquisto di Vita avverrà con la formula del prestito in quanto la valutazione data dal Sassuolo, che non ha convocato Vita per il ritiro, è stata ritenuta troppo alta dal Vicenza. Qualche difficoltà in più da superare presenta la trattativa che dovrebbe portare Rizzo al Vicenza. Il mediano del Perugia è deciso e convinto di vestire la maglia biancorossa, ma resta da limare una distanza tra la domanda e l’offerta per quanto riguarda l’ingaggio del giocatore che arriverebbe a Vicenza con la formula del prestito secco. Martedì è in programma un incontro con Paolo Paoloni, procuratore di Rizzo, in cui le parti cercheranno di chiudere l’accordo; probabile che si tratti di un confronto decisivo, in cui il faccia a faccia porti alle firme sul contratto oppure alla rottura della trattativa. Ascoli e soprattutto Benevento sono per altro pronte ad inserirsi nella trattativa. Prima della partenza per il ritiro, che si terrà tra Fai della Paganella e Andalo e prevista per domenica prossima, il club biancorosso punta a definire queste tre operazioni in entrata per permettere a Lerda di lavorare con un organico in cui siano presenti i cardini del nuovo Vicenza. Una squadra che potrebbe perdere almeno uno tra Salvatore D’Elia e Mario Sampirisi , anche se gli interessamenti di Chievo e Frosinone per il mancino della difesa biancorossa si sono raffreddati negli ultimi giorni, così come le richieste del Pescara per l’ex genoano. A Pasquale Marino, nuovo allenatore del Frosinone, piace sempre Nicolò Brighenti che la società berica ha più volte però inserito tra gli incedibili. Elenco in cui non sono presenti i nomi di Filip Raicevic e di Cristian Galano, anche se, al momento, trattative concrete per i due attaccanti del Vicenza non ce ne sono. Su Raicevic le attenzioni arrivano sempre dal mercato estero, in particolare da Germania e Turchia. La valutazione che il club dà all’attaccante montenegrino è senza dubbio importante, (almeno 2,5 milioni di euro, ndr ) e questo non facilita certo la contrattazione tanto che una permanenza di Raicevic in biancorosso non è certo da escludere. Su Galano invece non si registrano novità particolari, e a confermarlo è Mario Giuffredi, procuratore dell’ex barese. «Al momento per Galano non ho ricevuto richieste concrete, solo qualche chiacchiera, e niente più. L’Avellino? Mai sentito».

Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Mesi di febbrile lavoro per arrivare ad avere tutte le carte in regola per iscriversi al campionato di serie B ed ora si rischia il tracollo. Non c’è davvero pace per i colori biancorossi. Proprio adesso che col passaggio di proprietà delle azioni del Vicenza da Finalfa a Vi.Fin. si sperava di aver iniziato il percorso della rinascita e del rilancio della società, le ombre del passato tornano e rischiano di minare il futuro e la sopravvivenza stessa del Vicenza.Una notizia inquietante quella in cui ci siamo imbattuti quasi per caso. Sta di fatto che il 12 luglio al tribunale civile di Vicenza, la sezione fallimentare presieduta dal dott. Gaetano Campo dovrà decidere sull’opposizione presentata da Tiziano Cunico all’omologa chiesta dal Vicenza per la ristrutturazione dei debiti. E qui rischia di saltare il banco, perché se il tribunale non apporrà il suo timbro sull’omologa la società biancorossa non potrà presentarla a sua volta alla Federazione che ha dato quale termine ultimo per riceverla il 12 luglio e senza la quale il Vicenza non verrà iscritto al campionato di serie B.Insomma si rischia di cadere davvero nel baratro e i primi ad essere sconcertati da questa assurda situazione, dove loro malgrado si trovano coinvolti, sono proprio i soci di Vi.Fin., in primis il presidente Marco Franchetto e il vice Alfredo Pastorelli, a sua volta presidente del Vicenza, che in questi mesi hanno messo energie e soldi per salvare, come ha dichiarato lo stesso Franchetto al nostro giornale, i colori biancorossi da un fallimento certo.Che cosa sta succedendo e perchè Tiziano Cunico ha deciso di intraprendere una via che potrebbe rivelarsi devastante per le sorti del Vicenza? Tutto inizia nel febbraio del 2015: le casse del club di via Schio sono vuote, all’epoca proprio Tiziano Cunico è presidente e Sergio Cassigena, come presidente di Finalfa, rappresenta il socio di maggioranza. Vista la grave situazione economica non c’è altra soluzione di chiedere un finanziamento di circa 1,2 milioni di euro, cosa che viene fatta ed ottenuta. Tutto a posto? No, perchè Cunico, quando sa che il Vicenza verrà ceduto, chiede a Cassingena di riavere i suoi soldi, o meglio, di essere sollevato dagli impegni debitori sottoscritti. Non ottiene nulla, passano i mesi e pur sollecitando una soluzione tramite i suoi avvocati, Cunico dall’altra parte trova sempre un muro. E così si arriva all’8 luglio e alla sofferta decisione dello stesso di presentare al tribunale civile di Vicenza opposizione all’omologa richiesta dal club di via Schio. Il punto è che se il tribunale dovesse accogliere l’istanza di Cunico il Vicenza non potrebbe più iscriversi al campionato di serie B visto che la Federazione sta aspettando di ricevere la documentazione relativa all’omologa per dare il via libera; ma ciò che è ancor più paradossale è che, qualora il tribunale dovesse pronunciarsi respingendo la richiesta di Cunico, se non lo farà entro il primo pomeriggio comunque sarebbe scaduto il termine per iscriversi. Sono filtrate poche notizie in merito da Vi.Fin. anche se il presidente Marco Franchetto si è detto attonito e sbigottito. Poche battute le sue da dove però trapela tanta amarezza: «Gli attori di questa vicenda sono altri, sono diatribe tra vecchi soci e purtroppo noi di Vi.Fin. ne siamo solo spettatori. Si è lavorato senza sosta per presentare entro il 30 giugno la documentazione e le fidejussioni necessarie per l’iscrizione al campionato, eravamo convinti e felici di aver sistemato tutto ed invece ora siamo qui a domandarci come finirà». Marco Franchetto si chiede cosa si sarebbe potuto fare di più ben sapendo che questa vicenda non ha nulla a che vedere col nuovo corso. Di una una cosa però è certo: «È illogico che una diatriba tra vecchi soci metta a repentaglio la sopravvivenza della società, sopravvivenza per la quale stiamo lottando ormai da più di un anno e proprio adesso che pensavamo di esserci messi il peggio alle spalle ci troviamo davanti un ennesimo problema che rischia di rovinare quanto fatto fino ad oggi».Insomma per i tifosi biancorossi fiato sospeso fino al 12 luglio, in attesa di sapere cosa deciderà la sezione fallimentare presieduta dal dott. Gaetano Campo sull’opposizione all’omologa presentata da Tiziano Cunico.

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto) Una mappa, un calendario, tabelle, apparecchiature, sudore, calcolatrice. I primi calci della nuova stagione. Il Veneto si prepara ad accogliere il solito boom di calcio d’estate, con la Lazio ancora una volta in vetrina ad Auronzo di Cadore. Da ben nove anni la località a due passi da Cortina e ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo è meta privilegiata del presidente Claudio Lotito e dei suoi ragazzi. E i recenti eventi che hanno riguardato Marcelo Bielsa, soprannominato non per caso «El Loco», possono avere due differenti chiavi di lettura. «Da un lato — sorride uno dei responsabili, Aldo Corte Metto — la presenza di Bielsa avrebbe rappresentato un ulteriore veicolo promozionale per il nostro territorio, dall’altro ci sarebbero state difficoltà non da poco». Bielsa aveva preteso gli allenamenti blindati, l’abolizione del «Lazio Style Village» e la cancellazione delle sgambate contro squadre dilettantistiche: «E’ saltato tutto e adesso vedremo come andrà la prima settimana di ritiro — spiega Paolo Pais De Libera, presidente del Consorzio turistico Auronzo Misurina — un anno sì e uno no ci troviamo in questa situazione: i tifosi “sentono” gli umori del momento e seguono la squadra soprattutto nelle annate buone». L’investimento del Comune di Auronzo nell’operazione Lazio lo spiega nei dettagli l’assessore al bilancio, patrimonio e personale Dario Vecellio: «Abbiamo rinnovato recentemente il nostro rapporto con la Lazio fino all’estate del 2018 – spiega Vecellio – e visto che il rapporto continua è evidente che siamo soddisfatti di come sta evolvendo la situazione. Il Comune di Auronzo ha investito centomila euro per portare la Lazio in Cadore, oltre ai costi di alloggio all’Hotel Auronzo che la ospita. Gli introiti che la Lazio produce, però, sono eccezionali. Abbiamo calcolato le presenze registrate con il ritiro (che inizierà oggi e terminerà sabato 23 luglio, ndr ) e vanno dalle novemila alle dodicimila unità, a seconda delle attese sulla squadra, e il tifoso laziale proveniente dalla regione spende in media dagli 85 ai 90 euro al giorno, a cui vanno aggiunte le presenze nel Fun Bob e le presenze legate al ritiro biancoceleste da altre regioni. Grande attesa c’è poi per le amichevoli organizzate contro Padova e Spal il 20 e il 23 luglio». Ma non c’è solo la Lazio, ovviamente. Il super Venezia di Filippo Inzaghi farà le valigie e si accomoderà fuori regione, prima a Piancavallo (Pordenone) e poi a Norcia, in Umbria in un secondo momento, mentre il Padova quest’anno virerà dal Cadore a Mezzano di Primiero, che per tantissimi anni ha ospitato la preparazione estiva del Bari. «Da queste parti – spiega il direttore del Consorzio San Martino di Castrozza, Manuel Corso – abbiamo visto sbocciare un certo Antonio Cassano: siamo partiti dal Bari di Maiellaro e abbiamo percorso tutte le epoche recenti del Bari di Matarrese. Quest’anno abbiamo stretto un accordo in extremis col Padova grazie a Trentino Marketing e alcuni esercizi, come il Garni Paradisi, offrono speciali sconti per tifosi e familiari del club biancoscudato, con eventi come la Sagra dei Carmeni e del Carmenin, il Palio dei Mussatti, Mezzano Romantica, Fattorie didattiche dedicate ai più piccoli che rappresenteranno una forte attrattiva». E le altre? Il Chievo si sdoppierà fra Brentonico e San Zeno di Montagna, il Cittadella come al solito salirà a Lavarone, il Vicenza tornerà a Fai della Paganella, il Verona è la squadra che si allontanerà di più, avendo scelto di svolgere la preparazione in Alto Adige, a Racines. Tutti a lavorare sodo, a correre, a faticare. Il via della stagione ufficiale è già dietro l’angolo e quest’anno sarà anticipato addirittura a domenica 31 luglio con la «prima» di Coppa Italia. Il conto alla rovescia è già partito.

Ore 13.20 – (Mattino di Padova) Un esterno con il vizio del gol per l’Abano. La società neroverde ha annunciato ieri l’acquisto di Andrea Nobile, “ala” vecchio stile, prelevato dal Mestre. Nobile, 25 anni, originario di Mogliano Veneto, ha segnato 15 reti in 29 presenze con la squadra veneziana, allenata per una parte di stagione dallo stesso mister Luca Tiozzo che l’ha voluto fortemente pure ad Abano. Nella sua lunga militanza in Serie D (ben sei stagioni) ha vestito le maglie di Union Pro Mogliano (28 presenze e 8 gol), Giorgione (34 presenze e 4 gol) e Montebelluna (55 presenze e 5 gol), società quest’ultima che l’ha formato calcisticamente e con la quale ha disputato le sue prime tre stagioni nella massima categoria dilettantistica. Con l’Union Pro ha disputato pure un campionato di Eccellenza. Nobile raggiunge, oltre a Tiozzo, gli altri ex Mestre Riccardo Serena ed Emanuele Busetto.

Ore 12.50 – (Gazzettino) Martedì pomeriggio si raduna il Cittadella, e la rosa dei giocatori è a un buon punto. Il direttore Stefano Marchetti sta facendo i salti mortali per consegnare a Venturato la squadra più completa possibile, e l’opera è già a buon punto. Venerdì la società granata ha annunciato il difensore Marco Martin, completando di fatto gli esterni difensivi (Salvi e Pedrelli da una parte, Benedetti e Martin dall’altra), a breve ci sarà l’annuncio del centrale che affiancherà Scaglia e Pascali: si tratta di Carlo Pelagatti, 27 anni, in uscita dal Catania. Il giocatore avrebbe vinto il ballottaggio con l’altro potenziale rinforzo, Agostino Camigliano (il cartellino è dell’Udinese) con un trascorso al Cittadella nella seconda parte della stagione 2014/2015. L’indiscrezione trova ampie conferme negli ambienti di calciomercato, anche dall’agente di Pelagatti: «Diciamo che la trattativa è in dirittura d’arrivo. Non possiamo definirla conclusa, anche per scaramanzia, ma siamo a un buon punto», spiega Alberto Bergossi, che prosegue: «I giocatori del Catania sono tutti in uscita, secondo le intenzioni del direttore Lo Monaco. A me personalmente ha detto che se avessi trovato una sistemazione per Pelagatti, l’avrebbe svincolato, e così sarà». Il Cittadella non era l’unica società interessata al giocatore: «C’erano altre opportunità. Molte in Lega Pro, tra le quali Padova, Feralpisalò e Prato, un’altra tra i cadetti, il Pisa, pronto a prenderlo la prossima settimana. Pelagatti però preferisce andare a Cittadella, la ritiene l’opzione migliore. È un difensore che interessa perché può ricoprire più ruoli, centrale e all’occorrenza anche esterno, è affidabile, di temperamento, sa anticipare bene l’avversario. È uno che commette pochissimi errori». Sistemata la difesa, adesso bisogna mettere le mani al centrocampo: Lora, Iori, Paolucci e Schenetti sono pochi per affrontare un campionato lungo come quello di B. Tra i nomi che vengono accostati al Cittadella c’è sicuramente Luca Valzania, centrale di grande prospettiva, l’ultima stagione a Cesena ma di proprietà dell’Atalanta. Poi Luca Palmisano, classe 1987 del Palermo, infine è tornato di moda Lorenzo Staiti, svincolatosi dall’Entella.

Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Non solo Luca Valzania. Vicino all’accordo con il Cittadella c’è anche il difensore Carlo Pelagatti, che venerdì pomeriggio ha rescisso il contratto che lo legava al Catania. È lui il giocatore individuato dal direttore generale Stefano Marchetti per rinforzare la difesa granata e riempire la casella lasciata libera da Daniel Cappelletti, per il quale non è stata esercitata l’opzione per la permanenza nella prossima stagione. Su Pelagatti ci sono tre squadre, ma il Citta sembra nettamente davanti a tutte. «Ci sono alcune proposte da vagliare, mi prenderò alcuni giorni ed entro la prossima settimana saprò dove giocherò la prossima stagione», le parole pronunciate dal calciatore toscano accomiatandosi dalla società etnea. Ventisette anni, nato ad Arezzo, Pelagatti può giocare sia da centrale sia in fascia destra, è rapido e solido in marcatura. Nella scorsa stagione, in Sicilia, ha messo in fila 26 presenze, realizzando due gol e ponendosi in evidenza, in particolare, nel corso del girone d’andata. Ha, però, iniziato la stagione ad Ascoli, disputando due partite in Serie B prima di trasferirsi al Catania, mentre nella stagione 2014/15 era in forza al Bassano. Per quanto riguarda Valzania, è il suo stesso procuratore a confermare che «siamo in dirittura d’arrivo» per l’accordo. Rientrato a fine stagione all’Atalanta per fine prestito, il centrocampista non figura nella lista dei 28 giocatori convocati da Gian Piero Gasperini per il ritiro estivo dei bergamaschi, che inizierà proprio oggi. Al Cittadella occuperà di fatto la posizione che aveva l’anno scorso Mattia Zaccagni, rientrato all’Hellas Verona, e cercherà la definitiva consacrazione dopo le 17 presenze collezionate in Serie B nelle file del Cesena. Intanto, sono state fissate le prime amichevoli della truppa di Roberto Venturato. Quella d’esordio ci sarà già domenica prossima, appena approdati al raduno di Lavarone, contro i dilettanti della Lovadina. Mercoledì 20 toccherà invece al test contro l’Altovicentino e domenica 24, ad arricchire il programma della consueta “Festa del tifoso”, ci sarà la sfida con il Levico Terme. Primo appuntamento “di lusso” mercoledì 27 luglio, a Rovereto, contro il Chievo Verona di Rolando Maran. Tutti gli impegni citati sono in programma alle ore 17. L’ultima amichevole del mese vedrà capitan Manuel Iori e compagni affrontare i “cugini” del Vicenza in orario serale, alle 20.30, allo stadio Menti.

Ore 12.10 – (Corriere del Veneto) La scelta è stata compiuta. Carlo Pelagatti ha scavalcato Agostino Camigliano e sarà a breve un giocatore del Cittadella. L’ex difensore del Catania, che ha appena rescisso con il club siciliano, verrà annunciato salvo sorprese all’inizio della prossima settimana. Con lui dall’Atalanta arriverà Luca Valzania, 20 anni, nell’ultima stagione in prestito al Cesena. L’accordo è stato già raggiunto, mancano alcuni dettagli legati ai premi da percepire dal Cesena e altre formalità. Con Pelagatti e Valzania la rosa granata è quasi al completo. Ci potrebbe essere un ritocco a centrocampo, dove piace il giovane Palmisano del Palermo, resta in ballo Staiti dell’Entella e si parla di una trattativa in corso per un giovane della Fiorentina lo scorso anno in prestito (i nomi possibili sono Berardi e di Petriccione). E probabilmente prima o dopo tornerà Jallow dal Chievo, dove invece rimarrà Bobb.

Ore 11.50 – Queste le dichiarazioni rilasciate dal tecnico Oscar Brevi prima della partenza per il ritiro di Mezzano: “Si parte, dobbiamo lavorare sodo per dare sin da subito alla squadra una condizione ottimale. Ci saranno dei carichi di lavoro per preparare al meglio l’inizio della stagione, ci concentreremo sul lavoro fisico. Il 3-5-2? È il sistema di gioco che inizialmente vorrei utilizzare anche in base alle caratteristiche dei giocatori a nostra disposizione, ma non escludo che possa pensare anche ad altri moduli. Gli over? Servirà un altro giocatore di esperienza dietro ma anche in attacco. Il mercato? Col direttore Zamuner avevamo delle idee ed i giocatori giunti finora sono le prime scelte che avevamo preventivato. Manca ancora qualcosa ma siamo al 75/80%, e meglio aspettare qualche giorno in più se si vuole arrivare a prendere dei giocatori importanti, magari anche aspettando di capire la situazione delle varie squadre. Le mie tre parole chiave? Rispetto, lavoro e unione”.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Filipe ha 29 anni, ma in un decennio ha già condensato tutte le possibili situazioni di un giocatore professionista. Nel 2005, diciottenne, ha lasciato il Brasile (vivaio del Vasco de Gama), chiamato dalla Fiorentina, ma un a sequenza d’infortuni ha rischiato di interrompere anzitempo la sua carriera. Tre anni dopo con la Roma ha potuto assaggiare la serie A (4 presenze), con esordio dal primo minuto nel 2009 contro la Juventus. In seguito, ha sfiorato la massima serie tra le fila del Varese nella finale play off con la Sampdoria e conquistato la B col Perugia, prima dell’avventura a Tirana. «Spero di ripartire da dove mi ero fermato qua in Italia – replica – e lo faccio con grande entusiasmo e tanti stimoli per la piazza e la società. Come ruolo ho fatto quasi sempre il regista con il reparto a tre o uno dei due centrocampisti quando si giocava a due». Nel nuovo Padova più compagni, da Emerson a Dettori, possono svolgere tali mansioni. Può essere per la squadra un’arma in più avere più fonti di gioco? «Assolutamente sì; nel calcio moderno bisogna sempre trovare soluzioni diverse perché tutti ti vedono, ti conoscono e puntano a limitare le tue qualità».

Ore 11.30 – (Gazzettino) Per un brasiliano, Diniz, che ha lasciato Padova per approdare nella serie A svizzera, c’è un connazionale, il regista Filipe Gomes Ribeiro, che per sposare la causa biancoscudata ha rinunciato alla Champions League che avrebbe potuto disputare con gli albanesi del Partizan Tirana, squadra in cui ha militato negli scorsi sei mesi. «È stata un’esperienza di vita – racconta – e siamo riusciti a conquistare un posto nel massimo torneo europeo, pur arrivando secondi perché la prima ha avuto una penalizzazione. Ma scelgo Padova, tutta la vita». A favorire il suo arrivo la chiamata del tecnico Oscar Brevi che lo aveva allenato qualche anno fa a Como: «Appena mi ha contattato ho subito accettato, per lui e anche per la piazza, senza alcun dubbio. Con il mister ho sempre avuto un rapporto ottimo, tutti gli anni ci sentivamo per vedere se c’era modo di lavorare insieme e dopo tanto tempo ci siamo riusciti». Cosa apprezza di Brevi? «È un grande lottatore da allenatore come lo era da giocatore, dentro e fuori dal campo. Ti chiede tanto ed è una bravissima persona. Spero possa fare bene in questa piazza perché se lo merita».

Ore 11.20 – (Gazzettino) Sabato 23 l’ultimo test in montagna alle 16.30 con il Campodarsego e il giorno dopo, al termine dell’allenamento mattutino, il rientro in città e un giorno e mezzo di riposo in attesa della partita di Tim Cup 31 del luglio, primo appuntamento ufficiale. Tornando al ritiro, sabato e domenica prossima si svolgerà la due giorni di festa con i tifosi. Al campo sportivo saranno allestiti stand gastronomici e sabato alle 21 ci sarà la presentazione della squadra in Piazza Orler, seguita da un concerto. Parteciperanno all’evento i ragazzi della Fattori e i tifosi dell’Aicb per il cui pullman che salirà a Mezzano domenica sono rimasti pochissimi posti. Partirà alle 8 dal parcheggio del capolinea del tram alla Guizza e tappa all’Euganeo alle 8.15, con rientro in serata), costo 10 euro comprensivi di ristoro. Per informazioni e prenotazioni chiamare i numeri 338-4578666 e 335-7072146. Ieri intanto la squadra, dopo avere svolto i test atletici, si è nuovamente allenata nel pomeriggio all’Appiani, seguita da un centinaio di tifosi. Quasi due ore di seduta a cui hanno partecipato tutti 25 elementi che partiranno per il ritiro, compresi i tre brasiliani Felipe, Emerson e Neto Pereira, non in campo venerdì.

Ore 11.10 – (Gazzettino) Da adesso si fa sul serio. Questa mattina alle 10 partirà dallo stadio Appiani il pullman che porterà il Padova a Mezzano per il ritiro in altura che durerà fino al 24 luglio. La squadra verrà ospitata all’Hotel Salgetti e si allenerà nel vicino impianto intercomunale di via del Pian, dotato di un’ampia tribuna per i tifosi. Mezzano dista 106 km ed è raggiungibile in poco meno di due ore. La strada più comoda da percorrere è la statale Valsugana, superando Bassano, imboccando prima di Primolano la galleria con destinazione Feltre, Belluno, Fiera di Primiero e poi proseguendo in quest’ultima direzione. Nei primi sei giorni di questa settimana la squadra lavorerà al ritmo di due sedute al giorno (alle 10 e alle 17), con eccezione giovedì in cui è previsto solo l’allenamento del pomeriggio. Domenica alle 15.30 la prima amichevole con la formazione locale del Primiero. Seguiranno due giorni di doppia seduta e, mercoledì 20 alle 17, l’appuntamento più atteso e prestigioso, anche se ancora non ufficializzato dal Padova che ad Auronzo affronterà la Lazio.

Ore 10.50 – Giuseppe Bergamin: “Si ricomincia con grande entusiasmo e con uno staff importante, ci sono tutti i presupposti per fare bene. Servirà unita d’intenti e soprattutto bisognerà costruire sin da subito un gruppo unito e forte, ma non faremo esagerazioni e proclami. Il gruppo è quasi al completo e adesso bisogna pensare a lavorare per mettere benzina nelle gambe in modo da partire subito col piede giusto. L’obiettivo? Migliorare il risultato anno scorso. I gironi? Qualcosa cambia, il Centro-Nord verrà mischiato. L’importante è pensare a noi…”.

Ore 10.45 – Roberto Bonetto: “Nuovi soci? Un passo alla volta, perché da maggio in poi sono cambiate molte cose. Ora pensiamo alla costruzione della squadra. Abbiamo voluto partire dall’Appiani per far ulteriormente capire ai nostri giocatori l’importanza di questa piazza, partiamo da un pezzo di storia sperando di scrivere a nostra volta un pezzo di storia. Noi vogliamo alzare l’asticella ed essere protagonisti arrivando dal quarto posto in su, si può andare in serie B anche tramite i playoff. Sono contento di quanto fatto fino ad ora, in tre settimane abbiamo portato giocatori importanti e stiamo costruendo una buona squadra. Serviranno un difensore importante ed un portiere importante, i primi passi compiuti sono stati positivi e vediamo dove arriveremo. Abbiamo bisogno del pubblico e della stampa, sarebbe giusto il momento di resettare tutto e pensare al bene del Calcio Padova per essere protagonisti del campionato”.

Ore 10.40 – (Mattino di Padova) Il suo arrivo è dovuto principalmente ad una persona: mister Brevi. «L’ho avuto a Como, nella sua prima esperienza da allenatore. Da allora ci siamo sempre cercati, provando a ritrovarci, e ce l’abbiamo fatta solo adesso. Quando mi ha chiamato, non ho avuto dubbi. Il mister mi piace perché è un grande combattente, è molto esigente dentro e fuori dal campo ed è un’ottima persona. Gli ho sempre augurato il meglio e adesso spero possa emergere in una piazza così importante». Lei cosa porterà al Padova? «Sono un regista classico, posso giocare in un centrocampo a due, ma mi esprimo al massimo come centrale di una mediana a tre». Capitolo portieri. Zamuner conta di chiudere entro metà della settimana prossima e il ventaglio è ristretto a due candidati. Il primo è Giacomo Bindi, sotto contratto con il Pisa in B: vorrebbe restare tra i cadetti, ma la società lo vuole cedere. Il secondo, quello che ha più chance, è Antonio Donnarumma, che giungerebbe in prestito dal Genoa. Domani, infine, Michele Russo dovrebbe liberarsi dalla Cremonese e firmare con il Padova.

Ore 10.30 – (Mattino di Padova) «È così», ha spiegato. «Il mio obiettivo è quello di ripartire e farlo nel migliore dei modi. Negli ultimi anni mi è mancata proprio la continuità che avevo cercato scendendo in Lega Pro, per accasarmi in una piazza importante come Lecce. Dopo l’avventura a Perugia, avevo deciso di provare un’esperienza nuova, cercando di raggiungere un sogno assieme a squadra e città di Tirana, ma adesso sono felice di essere rientrato in Italia». Per certi versi la sua è stata una decisione opposta a quella che ha portato Diniz in Svizzera, visto che in un modo o nell’altro il sogno del Partizan Tirana si è avverato. Sfruttando i problemi della squadra che ha vinto il campionato, lo Skenderbeu, la formazione della capitale si è guadagnata l’accesso ai preliminari di Champions League. «Sì, in un certo senso si può dire che ho rinunciato alla Champions per venire a Padova. In Albania c’è molto entusiasmo, il calcio sta crescendo ma ci sono ancora tanti aspetti da migliorare. Volevo tornare in Italia e sono contento di averlo fatto in una piazza ambiziosa come Padova».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova) Il Padova che parte questa mattina per il ritiro di Mezzano non è ancora una squadra definita, ma nei piani della società quella che dovrebbe essere la “spina dorsale” della squadra è già completa per tre/quarti. E parla brasiliano. L’unico tassello mancante è quello del portiere, dopo l’addio a Lazar Petkovic (ceduto al Carpi per poco più di 50mila euro), e la decisione di andare a cercare un portiere più esperto che possa affiancarsi ad Alessandro Favaro. Un asse verdeoro, che ha il proprio perno offensivo nel capitano Neto Pereria, il centrale difensivo in Emerson e il punto di riferimento a centrocampo in Filipe. Ieri è stato il primo giorno con i nuovi compagni proprio per Filipe Gomes Ribeiro, atterrato giovedì dal Brasile e pronto per la sua ottava avventura italiana. A 29 anni compiuti è ormai un veterano dei nostri campionati e lo si capisce anche da un accento che è più vicino all’umbro che non al brasiliano di Rio de Janeiro. Se non avrà quindi problemi ad adattarsi al campionato, Filipe è chiamato a dare una svolta ad una carriera che finora l’ha visto peccare di continuità.

Ore 10.00 – Qui Appiani: parte in perfetto orario il pullman per Mezzano.

Ore 09.50 – Qui Appiani: foto di gruppo.

Ore 09.40 – Qui Appiani: Biancoscudati radunati per la partenza per il ritiro di Mezzano.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Scatta ufficialmente oggi dallo stadio Appiani la nuova stagione del Padova. I biancoscudati si ritroveranno in mattinata in via Carducci, per poi partire alle 10 per il ritiro di Mezzano, in Trentino. La prima sgambata in altura è prevista già oggi pomeriggio, seguendo un programma stilato da mister Oscar Brevi, che prevede tutti i giorni una doppia seduta, a parte il giovedì e quando ci saranno le amichevoli. Il primo giorno di riposo sarà lunedì 25, quando la squadra tornerà in pianura. Durante il ritiro sono previste tre amichevoli, la prima domenica prossima contro una selezione dilettantistica locale, nell’ambito del week end del tifoso, che porterà anche alla presentazione della squadra, sabato sera, in piazza Orler a Mezzano. La seconda, anche se non è ancora ufficiale, dovrebbe essere martedì 20 con la Lazio ad Auronzo di Cadore, l’ultima, invece, sarà sabato 23 a Mezzano con il Campodarsego. L’obiettivo è quello di farsi trovare pronti già per l’esordio in Coppa Italia di domenica 31 luglio, quando il Padova giocherà (probabilmente in casa) contro un avversario ancora da stabilire, anche se il sorteggio dovrebbe essere effettuato prima della definizione degli organici di Lega Pro, probabilmente entro la fine della prossima settimana. Ieri doppia seduta, la prima in mattinata in palestra per alcuni test fisici, la seconda in campo all’Appiani. Ancora due ore di allenamento, guidate principalmente dal preparatore atletico Martinelli, che sembra aver imposto un ritmo già alto al gruppo. È rientrato in gruppo anche Neto Pereira e i giocatori che partiranno per il ritiro sono 25, compresi 6 elementi delle giovanili, che resteranno finché non arriveranno i nuovi acquisti.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Il direttore generale biancoscudato Giorgio Zamuner ha anche fatto il punto della situazione per la questione portiere. Dopo la fumata grigia per Giacomo Bindi, adesso si è aperto un nuovo spiraglio. Bindi è sempre stata la prima scelta, da capire se verrà trovata la quadratura economica nell’operazione. «Domani mattina Russo e il suo agente incontreranno la Cremonese. Per il ruolo di portiere — dice il dg — sono ancora in ballo Bindi e Donnarumma, sono sullo stesso piano. Entro martedì conto di chiudere. Premio di valorizzazione per Petkovic? Ci viene riconosciuta una percentuale in caso di vendita futura. Chiudiamo per il difensore e il portiere, che sono le nostre priorità, e poi aspettiamo per il resto». Oggi, come detto, (ore 10 allo stadio Appiani) è in programma la partenza per il ritiro di Mezzano, dove la squadra lavorerà fino a domenica 24 luglio. Per l’attacco resta sempre complicato arrivare a Capello, che il Cagliari vuole cedere ma non arrivando a contribuire al pagamento dell’ingaggio come chiede il Padova. Ancora in ballo Marconi, per il quale il suo agente incontrerà a breve la società per capire se ci sono le possibilità di una rescissione.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) L’ultimo giorno di allenamenti per il Padova prima della partenza per il ritiro a Mezzano di Primiero è andato in scena sotto un sole cocente allo stadio Appiani. Ed è stata anche l’occasione per vedere all’opera il brasiliano Filipe, a cui sono state consegnate idealmente le chiavi del centrocampo: «Ho sempre fatto il regista nel centrocampo a tre — ha detto l’ex Perugia — oppure come uno dei due centrali in quello a due. Nel calcio moderno bisogna però sempre inventare qualcosa di nuovo, perché adesso gli avversari ti conoscono sempre meglio. Sono già stato con Brevi a Como, da quella volta ogni anno ci siamo rincorsi e finalmente ci siamo ritrovati… Brevi è un guerriero dentro e fuori dal campo ed è un grande uomo, ho solo buoni ricordi di lui e spero davvero che possa fare qualcosa di importante qui a Padova. E noi con lui. Spero di continuare al meglio la mia carriera e di ripartire alla grande, per dare una spinta anche agli obiettivi della squadra».




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