L’aumento dichiarato delle spese per realizzare lo stadio al Plebiscito ha fatto alzare le antenne anche dell’opposizione. «I dati che attestano l’aumento esponenziale dei costi certificano quanto sostengo da tempo, e affermare che con tre milioni sia possibile fare tutto è semplicemente falso», ha commentato il capogruppo del Pd, Umberto Zampieri. «La gravità di questa vicenda va individuata soprattutto nell’inutilità di questa spesa» ha proseguito «perché è ormai un anno che il sindaco parla di questa operazione e nessuno ha ancora capito quale sia l’utilità pubblica che se ne ricava. Le certezze sono solo tre: paralisi del traffico in zona Nord, chiusura del Centro Sportivo Plebiscito durante le partite di calcio e la gioia di circa cinquecento ultras padovani, della quale si potrebbe davvero fare a meno». Zampieri, che è stato l’assessore allo Sport per la precedente amministrazione, era già entrato più volte in conflitto con la frangia più accesa dei tifosi, che oggi stanno con Bitonci sulla scelta di traslocare il calcio al Plebiscito. «In questa operazione inutile, salta agli occhi che non esiste alcuna progettualità per lo stadio Euganeo», ha continuato il consigliere dem, «e invece di spendere montagne di denaro pubblico per il Plebiscito, sarebbe più logico lavorare con il Calcio Padova per trovare soluzioni che prevedano l’investimento da parte dei privati. Non è vero che solo una colata di commerciale potrebbe dare una risposta, perché possono essere individuate altre soluzioni che creino reddito per chi investe, senza trasformare Padova Ovest in un parco del grande commercio». Per esempio? «Penso alla possibilità di rilanciare l’idea della cittadella dello sport, che produrrebbe indotto legato alla frequentazione quotidiana da parte di sportivi e di famiglie. Il capolavoro riguarda la fruibilità, perché se mai verrà omologato per Lega Pro e serie B, non si potrà mai giocare la serie A».
(Fonte: Mattino di Padova, Luca Preziusi)