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Ore 21.00 – (Il Piccolo) In attesa delle prime ufficializzazioni, il mercato della Triestina per ora vive su rumours e indizi provenienti soprattutto da fuori Trieste, visto che in casa alabardata si continua a lavorare sottotraccia, stando attenti anche ai possibili spifferi. Buone notizie sembrano esserci per la prima punta di spessore, quella che era venuta la scorsa settimana in visita a Trieste con la famiglia per tastare il terreno: pare che la visita sia stata positiva e si stiano facendo dei decisi progressi per un eventuale ingaggio, anche se il nome resta ancora misterioso. Intanto dal Veneto rimbalza la notizia che la Triestina sarebbe sulle tracce di Luca Ruopolo, difensore centrale di grande esperienza (ha 35 anni) proveniente dal Campodarsego. Se il cognome vi ricorda qualcosa, beh, siete in effetti sulla buona strada: Luca Ruopolo è infatti il fratello di quel Francesco attaccante che a Trieste nel 2006 non trascorse certo dei mesi fortunati: 13 presenze, zero gol e tante occasioni sbagliate, tanto che alla sua ultima partita in alabardato uscì fra le lacrime subissato dai fischi. Come si ricorderà, appena a gennaio cambiò casacca, fece la fortuna dell’Albinoleffe con 42 reti in 3 stagioni e mezza. Poi giocò con Atalanta e Padova, prima di riprendere con Reggiana e Mantova dopo una squalifica per il calcioscommesse. Ma torniamo a Luca Ruopolo, ovvero il difensore che interesserebbe alla Triestina. L’identikit è di quelli giusti: Milanese ha sempre detto di voler impostare la squadra con difensori laterali under, ma due centrali di grande esperienza. E Ruopolo, classe 1981, di esperienza ne ha da vendere: dopo aver giocato in gioventù anche con Sassuolo e Carpi in C2, per lui sono arrivati 12 campionati consecutivi di serie D con Virtus Castelfranco, ancora Carpi, Jesolo, Castellana, Salò, Rovigo, Mezzolara, Pordenone, Rapallobogliasco e Campodarsego. Da ricordare, oltre alla bellissima stagione appena conclusa con il Campodarsego (26 presenze e 1 gol), anche la promozione ottenuta un paio di anni orsono nelle file del Pordenone. Altro indizio importante, ovviamente, è il fatto che ha giocato proprio in quel Campodarsego allenato la scorsa stagione da Andreucci, che lo conosce bene e potrebbe averlo in qualche modo consigliato. La speranza è che se davvero l’affare dovesse andare in porto, Luca Ruopolo possa incontrare a Trieste maggior fortuna del fratello Francesco.
Ore 20.30 – (Corriere delle Alpi) Cristiano Poletto farà il vice di Roberto Vecchiato al Belluno. L’ufficialità arriverà solamente in settimana, ma ormai l’accordo tra la società gialloblù e il nuovo allenatore in seconda è stato trovato e il matrimonio si farà sicuramente. Per Poletto si tratta di un ritorno visto che il tecnico aveva già affiancato mister Vecchiato nella stagione 2013-2014, allenando anche la juniores gialloblù. «È probabile che sarà lui il mio vice – spiega l’allenatore del Belluno Vecchiato – è stata una decisione presa insieme alla società. Al mio primo anno il suo aiuto era stato prezioso. È un amico, e sono contento che ci sia la possibilità del suo ritorno. Il primo anno era andato tutto davvero molto bene». Ha parlato con Ivan Da Riz dopo che ha deciso di lasciare il suo posto? «Ci siamo sentiti e dispiace che siano andate così le cose ma lui ha un altro lavoro ed è il Responsabile del settore giovanile, che sono già due grossi impegni. Rimaniamo amici oltre che lavorare per la stessa società». La squadra per il 95% è fatta? «Direi di si, ci manca solo il difensore, ma non abbiamo fretta, basta averlo per il 22 luglio. La concorrenza con tutto il girone per avere i giovani non manca. Ovviamente i più ricercati sono i 1997, abbiamo qualche nome che rispecchia le nostre esigenze». Paolo Pellicanò è andato ufficialmente al Venezia, è il terzo ragazzo in tre anni che “lanciate” nel professionismo dopo Nicola Calcagnotto e Francesco Posocco. «È una bella soddisfazione per tutta la società – spiega Vecchiato – il ragazzo non è finito in una piazza qualsiasi ma in una delle top della Lega Pro. Ha una grande occasione e toccherà a lui vivere al meglio questa esperienza. Per i giovani, siamo contenti di quanto abbiamo fatto in questi anni. Siamo circa in ventesima posizione come età media della squadra in tutta italia e i premi “Giovane D Valore” raggiunti dimostrano che abbiamo lavorato bene. Queste sono cose che sicuramente fanno piacere». Cosa si aspetta dal neo acquisto Gianmarco Brotto? «Mi aspetto che faccia il suo lavoro e che giochi per la squadra – continua Vecchiato – gol o assist? Ha sempre fatto una decina di reti, sono convinto che potrà dare tanto». In serie D fanno più la differenza i giovani oppure i “vecchi”? “Più sono bravi i giovani meglio è per la squadra ma sono vontino che nel bilancio finale sono i vecchi quelli che fanno più la differenza e ti permettono di vincere un campionato. Sono loro che traiano durante una stagione e che permettono ai giovani di crescere e migliorarsi».
Ore 20.00 – (Alto Adige) Primo giro di consultazioni e primi tre acquisti. Comincia a prendere corpo l’Alto Adige edizione 2016-2017, grazie a tre nuovi arrivi che andranno a popolare lo spogliatoio di mister Viali. Il direttore sportivo Piazzi ha fatto sottoscrivere l’accordo annuale a Matteo Vito Lomolino, terzino sinistro classe ’96 (183 cm per 74 kg di peso)cresciuto nel settore giovanile dell’Inter. Nella passata stagione il difensore milanese ha vestito nove volte la maglia del Savona (girone B di Legapro). Lomolino, (soprannominato “BlackTrain” per via della carnagione scura e dalla corsa veloce) è un esterno fluidificante; un’altra stellina prodotta dal vivaio neroazzurro diretto da Roberto Samaden, giunto a misurarsi nel campionato Primavera dapprima col Modena (8 presenze e 1 gol) e poi con la stessa Inter (7 presenze). Lomolino ha anche indossato la maglia azzurra delle nazionali giovanili under 17 e under 18. La prima linea difensiva biancorossa viene puntellata inoltre dall’arrivo di Valerio Mantovani. Ventenne difensore centrale cresciuto nel settore giovanile della Roma per poi concludere gli “studi” nella cantera, ancor più prestigiosa, del Torino. Maglia con la quale Mantovani ha conquistato il titolo di campione d’Italia militando nella rappresentativa Primavera diretta da Roberto Fogli. Qualità che hanno permesso al giovane romano non solo di meritarsi la riconferma nello scacchiere di Moreno Longo, ma di pregiarsi anche della convocazione nella nazionale Under 19. Il terzo colpo di Piazzi porta nome del diciannovenne Daniele Torregrossa. Il giovane centrocampista palermitano, cresciuto nella scuola calcio di Totò Schillaci, si è trasferito giovanissimo a Padova, sviluppando le conoscenze nel settore giovanile della città del Santo sino agli Allievi Nazionali. Da qui il trasferimento nella Berretti del Novara dove, oltre ad aver imposto il soprannome di “Giovinco”, ha anche vissuto una stagione esaltante sigillata con la conquista del titolo nazionale. Daniele Torregrossa è un trequartista naturale, piccolo di statura (173 cm) ma molto veloce e con una ottima visione di gioco. Nella scorsa stagione mister Baroni lo ha inserito nella rosa della prima squadra novarese. Dai nuovi arrivi passiamo alle prime riconferme. Il primo a rinnovare la presenza in maglia biancorossa è Daniele Sarzi Puttini, terzino sinistro di proprietà del Carpi, il quale nella scorsa stagione (penalizzato dai postumi di un infortunio) ha sigillato quattro presenze con la maglia biancorossa. Nato a Correggio, in provincia di Reggio Emilia, l’8 giugno 1996, è un difensore di medio-alta statura (184 cm per 74 kg di peso forma) e di piede mancino. Nelle prossime ore il direttore sportivo Piazzi dovrebbe portare a casa altre due importanti pedine. La prima potrebbe essere quella, annunciata nei giorni scorsi, di Lorenzo Vasco, ventenne capitano della Roma Primavera neo campione d’Italia. La seconda ha i lineamenti di Luca Martinelli. L’esperto difensore centrale (classe ’88) vanta un curriculum di riguardo avendo indossato le maglie di Lecco (C1), Mezzocorona (C2) e quella del Cittadella, disputando per i padovani 39 gare in cadetteria. Sempre in serie B gioca per i colori della Juve Stabia, per poi conquistare il primo gettone nella massima serie con la maglia dell’Empoli (23 agosto 2015) nella stessa stagione finisce a Messina nel girone C di Lega Pro.
Ore 19.30 – (La Provincia Pavese) In attesa di conoscere se riuscirà a completare nelle prossime settimane l’iscrizione alla Lega Pro, il Pavia è stato ammesso ufficialmente ieri al primo turno di Tim Cup. Oltre alle retrocesse dalla serie B (Lanciano, Modena, Livorno e Como) sono state ammesse otto formazioni del girone A di Lega Pro, l’ultima delle quali il Pavia come nono classificato dell’ultima stagione 2016-17. A queste si aggiungono 7 club del girone B e otto del C. Nel comunicato ufficiale a firma del presidente della Lega Pro Gabriele Gravina si specifica, però, che qualora una società venga esclusa dalla partecipazione alla Tim Cup 2016/2017 perché non ammessa al campionato di competenza a seguito di un provvedimento del Consiglio Federale, verrà sostituita dalla società che ha riportato la migliore posizione di classifica nel rispettivo girone.Nel calendario delle amichevoli estive dell’Atalanta, in ritiro da domenica a Bratto-Rovetta in Val Seriana, compare anche per sabato 25 luglio alle ore 17 un test con il Pavia al Centro sportivo di Rovetta. Intanto l’ex giocatore del Pavia Alex Pederzoli è stato squalificato per 30 giorni e una multa di 500 euro è stata inflitta al Pordenone (sanzioni patteggiate tramite accordi tra le parti) a seguito delle dichiarazioni in conferenza stampa al Fortunati, lo scorso 30 aprile, al termine di Pavia-Pordenone. Pederzoli è stato ritenuto colpevole di aver «leso la reputazione e l’onore – si legge nella decisione – del signor Massimo Londrosi», ex direttore generale e sportivo dell’A.C. Pavia.
Ore 19.00 – (Gazzetta di Reggio) Il primo acquisto della Reggiana nella stagione 2016/17 è Maxime Giron, terzino sinistro francese arrivato in prestito con diritto di riscatto dall’Avellino. Giron nella passata stagione ha collezionato 11 presenze in serie B con l’Avellino prima di passare a gennaio al Melfi in Lega Pro. Giron si sta godendo gli ultimi giorni di vacanza prima dell’inizio della nuova stagione in maglia granata. «Sono contentissimo di questa nuova esperienza – le prime parole di Giron da neo-giocatore granata -. Dopo l’esperienza ad Avellino e Melfi, ritengo che il passaggio alla Reggiana sia perfetto. Nel mio processo di crescita questa è una piazza importante ed io sono estremamente felice di aver ricevuto questa opportunità. Al momento della firma non ho avuto esitazioni, Reggio è una piazza importante e ho accettato subito di venire qui». Giron, terzino sinistro, è molto motivato e non vede l’ora di iniziare la sua avventura in maglia granata: «sono un terzino, mancino, a cui piace curare la doppia fase anche se quello che gradisco è spingermi in avanti e mettere palla in mezzo. Diciamo che se non faccio almeno cinque cross a partita, non ritengo di aver disputato una buona gara». Le caratteristiche di Giron collimano alla perfezione con quello che cercano il ds Andrea Grammatica e il tecnico Leonardo Colucci, che il giocatore conoscerà per la prima volta il giorno del raduno, ovvero elementi con tanta fame e voglia di emergere. «Dopo gli anni che ho fatto in serie D, non ho pensato minimamente a mollare o a rassegnarmi. Ho lavorato duro per essere dove sono ora, e non esiste che molli proprio adesso che sono approdato alla Reggiana. Darò sempre il massimo, per onorare la maglia e per raggiungere gli obiettivi prefissi dal club».
Ore 18.40 – (Gazzetta di Reggio) Daniele Mignanelli è uno di quei nomi che, dopo due stagioni a Reggio, basta pronunciare e tutti i tifosi iniziano ad entusiasmarsi. Protagonista assoluto nel campionato 2014/15, riaccolto a gennaio con il calore con cui si abbraccia un amore andato lontano e poi ritornato. In questa estate granata il nome di Mignanelli è tornato prepotente sul futuro della Reggiana, con i tifosi che hanno ricominciato a chiedere a gran voce il suo ritorno. «Mi sto allenando per essere pronto quando riprenderà l’attività agonistica – premette -. Sto andando a correre tutte le mattine e ho fatto un po’ di vacanza al mare a Malaga insieme a Caterina, la mia ragazza (è di Reggio ndr)». Com’è a oggi la sua situazione al Pescara? «Ad essere sincero non sono convinto di conoscerla neanche io. Ho solo capito che hanno intenzione di cedermi a titolo definitivo, perché non rientro più nei piani della società adesse che hanno conquistato la serie A, anche se forse non rientravo nei loro piani nemmeno l’anno scorso quando la squadra era in serie B visto che non sono mai sceso in campo». Che cosa sta cercando per la prossima stagione? «Voglio assolutamente trovare un progetto in cui sono davvero coinvolto e spero di riuscire ad avere maggior continuità nel giocare perché l’anno scorso fino a gennaio sono stati mesi veramente difficili. Il non riuscire mai a trovare spazio in partita ha condizionato anche la parte finale della stagione a Reggio, dove non sempre sono riuscito a dare il meglio ho avuto qualche fastidio muscolare». A Reggio i tifosi chiedono a gran voce il suo ritorno in granata. «Mi fa davvero molto piacere vedere che la gente di Reggio e, in particolar modo i tifosi mi vogliono vedere ancora con la maglia granata. Tutto il loro affetto mi rende veramente felice e mi riempie di orgoglio perché vuol dire che qualcosa di buono ho fatto vedere». Già arrivata la chiamata da parte della Reggiana? «Sì, la chiamata da parte della Reggiana è arrivata qualche settimana fa, ma io volevo prima capire quelle che erano le intenzioni del Pescara nei miei confronti. Leggo i giornali e ho sentito che c’è persino qualcuno che sostiene che io mi sia tirato indietro da questa possibilità e, questo non è assolutamente vero». Ha avuto altre offerte oltre a quella granata? «Di offerte concrete ne è arrivata solamente un’altra, da parte del Messina. Tutte le altre voci che ho sentito in giro sono solamente voci, poiché nessun’altra società a parlato con me o con il mio procuratore». Se tornassi a Reggio e la schierassero come esterno alto? «Mi piacerebbe molto tornare a fare l’esterno alto, perché con le mie caratteristiche sono certamente più bravo ad attaccare che a difendere, anche se credo di essere migliorato sotto questo aspetto nell’ultimo anno. Non so se, nell’eventualità, riuscirei a trovarmi subito a mio agio considerato il fatto che da un po’ di tempo gioco terzino, quel che è certo però è che mi piacerebbe provarci». Un sogno in vista della prossima stagione, Reggiana in B con Mignanelli a esultare sotto la curva… «Magari, sarebbe veramente bellissimo. Reggiana in B con un mio gol e poi di corsa a esultare sotto la curva».
Ore 18.10 – (Gazzetta di Reggio) L’estate di calcio mercato granata sarà lunga, in attesa che le teste dei giocatori siano bon focalizzate sul fatto che giocheranno in Lega Pro, le loro richieste economiche congrue con la categoria e in linea con il budget che la società si è prefissata poiché, come confermato anche dal ds Andrea Grammatica, non ci saranno spese folli per nessuno. C’è un nome però che il direttore sportivo granata è intenzionato a provare a raggiungere assolutamente, ed è quello di Gianluca Litteri. L’attaccante, che Grammatica conosce bene per averlo avuto alla Virtus Entella nella stagione 2014/15, è stato protagonista di un ottima stagione con la maglia del Cittadella (34 presenze, 16 gol e vittoria del campionato), tant’è che la formazione veneta ha deciso di riscattare interamente il suo cartellino dal Latina. Il Cittadella non è però certo della permanenza del giocatore in cadetteria e, proprio su questo sta lavorando Grammatica che, al contrario, potrebbe garantire a Litteri una stagione da protagonista in maglia granata. Non sarà una trattativa breve, ma il ds ci proverà fino alla fine. L’attesa sarà lunga anche perché le società che sono già sicure di partecipare al prossimo campionato di Lega Pro sono in attesa degli sviluppi su quelle che, al contrario, questa sicurezza non ce l’hanno. La Reggiana, che questa sicurezza ce l’ha è ben vigile sul mercato e sta monitorando molto attentamente la situazione di due suoi obiettivi, uno per il centrocampo e uno per l’attacco. Per quanto riguarda il reparto nevralgico del campo il ds Andrea Grammatica sta seguendo la situazione del Pavia e la possibilità di poter arrivare a Alessandro Marchi, centrocampista classe 1989 che ha grande voglia di riscatto dopo alcune stagioni deludenti tra Cremona e Pavia. La situazione complicata della società lombarda, che ha presentato la domanda di iscrizione al campionato incompleta potrebbe liberare il giocatore a costo zero e questo sarebbe certamente un vantaggio. La stessa situazione riguarda Francesco Stanco con la Reggiana che, anche in questo caso, aspetterà il 12 luglio e l’esito degli esami della Co.Vi.So.C. anche per sapere effettivamente quella che sarà la situazione del Modena. In alternativa si seguono le piste Pozzebon, classe 1997 visto a Reggio alle Final Eight del campionato Primavera con la maglia della Juventus e l’ex Caio De Cenco, rientrato al Pavia dopo una stagione divisa tra Pordenone e Trapani in Serie B.
Ore 17.40 – (Gazzetta di Mantova) Mentre le rivali del Mantova già lavorano da settimane per allestire le rose in vista del prossimo campionato, in casa biancorossa il tema mercato per ora è accantonato, in attesa di definire i quadri tecnici. Il club biancorosso, in ogni caso, avrà la necessità di piazzare nel più breve tempo possibile circa la metà dei 18 calciatori sotto contratto, sia per alleggerire il monte ingaggi (attual mente circa 2 milioni di euro) e sia per esigenze tecniche. Al momento sui calciatori in uscita arriva soltanto qualche voce di club che si stanno interessando. È il caso ad esempio del centravanti Valerio Anastasi, per il quale si sarebbe fatta avanti la neopromossa Sambenedettese e del regista Riccardi Perpetuini, per il quale pare il Messina voglia proporre uno scambio. Fra gli ormai ex biancorossi, il cui contratto è scaduto il 30 giugno, pare poi che stia per trovare un ingaggio il 21enne portiere Albertoni (tornato al Genoa per fine prestito), appetito dalla Pistoiese. Per quanto riguarda gli altri calciatori potenzialmente in uscita dal Mantova, ci sarebbero il portiere Pane, forse l’esterno Sereni, il regista Dalla Bona e gli attaccanti Momentè, Tripoli, Beretta e forse De Respinis. Intanto, fra i giovani biancorossi classe ’97, un precontratto verrà fatto sicuramente al difensore Luca Menini, che rientra dopo una stagione in D al San Marino.
Ore 17.20 – (Gazzetta di Mantova) In casa biancorossa il tema del momento è il rinnovo del contratto dell’allenatore Luca Prina, ma in realtà nel Mantova deve essere ancora riempita una casella basilare per chi vuole fare calcio professionistico: quella del direttore sportivo. Da sempre, infatti, l’iter per la programmazione di un campionato prevede innanzitutto la scelta, da parte della proprietà, di un ds che sia responsabile dell’area tecnica e che provveda quindi a individuare un allenatore e a costruire la squadra. L’anno scorso si è provato a fare il contrario (fu scelto prima mister Maspero e poi fu confermato Pelliccioni) ed è finita com’è finita. Adesso sembra si stia ripercorrendo più o meno lo stesso iter e la cosa non è confortante. In ogni caso, a giorni il Mantova dovebbe sciogliere anche il nodo direttore sportivo. Ci sono stati contatti con l’ex ds di Pescara e Brescia Andrea Iaconi, ma non è scontato che questa pista si riveli alla fine quella realmente percorribile. Anche perché ingaggiare un professionista con alle spalle una ventina d’anni di lavoro in serie B presupporrebbe uno slancio deciso della proprietà. Comunque su questo versante le cose saranno più chiare nei prossimi giorni, quando è previsto un nuovo contatto fra le parti. L’altra pista calda è quella che porta all’ex ds biancorosso Enrico Dalè, al momento ingaggiato da Sandro Musso per dirigere l’area tecnica del Rezzato. Il presidente, però, sta pensando di “promuovere” il giovane dirigente al Mantova, dove arrivò nel 2011 da perfetto sconosciuto e vinse il campionato di serie D. L’altra soluzione su cui in casa biancorossa si sta ragionando in queste ore è quella di “ripescare” per l’ennesima volta Alfio Pelliccioni, che fra l’altro ha un contratto con la società fino al giugno del 2018. Soltanto una decina di giorni fa, nella conferenza stampa tenuta a casa di Serafino Di Loreto, lo stesso patron e Musso parlarono di «ciclo in via di esaurimento», lasciando chiaramente intendere che Pelliccioni non avrebbe più lavorato per il Mantova. Nei giorni scorsi, poi, si è ventilata l’ipotesi di affidare al ds soltanto la cessione dei calciatori che non rientrabno più nei piani del club. E adesso, sempre nel quadro del budget all’osso da rispettare, si sta valutando anche l’idea di confermare Pelliccioni come “spalla” di un mister Prina (ammesso che resti) al quale affidare un ruolo da manager all’inglese. Lo stesso avuto da Maspero la scorsa estate. E qui il cerchio si chiuderebbe, speriamo con un esito diverso. Perché sbagliare è umano ma perseverare sarebbe diabolico.
Ore 17.00 – (Gazzetta di Mantova) Non sono bastate quasi sette ore di discussione per trovare un’intesa con mister Luca Prina. Alle 17.30 dalla sede di Mazzano della Sdl si è alzata una fumata grigia e il tecnico biellese ha salutato il presidente Sandro Musso, per poi ritrovarsi a cena più tardi con il direttore generale Matteo Togni. L’intenzione è quella di rivedersi stamani per provare ad arrivare a un accordo, ma l’esito del nuovo colloquio è tutt’altro che scontato. E lo stesso presidente Musso non lo nasconde: «Con mister Prina abbiamo discusso di tutto, dal suo contratto al progetto tecnico, ma al momento devo dire onestamente che siamo lontani. Purtroppo la nostra situazione attuale è quella di una società che deve far quadrare i conti al millesimo: il budget quest’anno non può essere sforato per alcun motivo. Dunque, pur capendo che Prina avesse altre aspettative, non abbiamo molti margini di manovra. Vedremo – conclude il presidente -, magari una notte di riflessione aiuterà a venirsi incontro… Ma al momento la realtà è che siamo distanti». Un’intesa, infatti, non sarebbe stata trovata nè sul rinnovo del contratto del mister (scaduto il 30 giugno) nè sul come sviluppare il progetto tecnico per la prossima stagione. In particolare, pare che Prina accetterebbe anche un ridimensionamento del budget, a patto però di avere subito a disposizione i nuovi giocatori e di poterli far diventare una squadra in ritiro. La società, però, dal canto suo non vuole assumersi il rischio di appesantire il bilancio per poi provvedere alle cessioni dei calciatori già in organico. In sostanza, la posizione del club è questa: prima ci si libera dei contratti in essere e poi si acquistano i calciatori per il prossimo campionato. Insomma, allo stato delle cose un’intesa fra il Mantova e Prina sembra difficile. Ma in serata un tentativo di mediazione è stato effettuato dal direttore generale Matteo Togni, che è andato a cena con il mister. La speranza del dirigente era (l’incontro era ancora in corso al momento di andare in stampa) quella di avvicinare un po’ posizioni delle due parti, per poi provare stamani a trovare un’intesa con un ulteriore sforzo congiunto. Alla riunione di ieri con Luca Prina ha partecipato anche l’ex direttore generale Gianfranco Bernasconi, che dovrebbe restare nel Mantova con un ruolo meno operativo, probabilmente quello di tenere i rapporti con le istituzioni e i vari enti del territorio. Al lunghissimo faccia a faccia con il mister non ha invece preso parte il patron Serafino Di Loreto, colpito da un lutto familiare per la scomparsa del nonno della moglie.
Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Unire tutti i puntini e vedere l’immagine che compare. Il gioco da Settimana enigmistica applicato al Pordenone presenta un profilo da alta classifica. Con giovani ed esperti. Nessun rimpianto, nessun rimorso, per chi ha partecipato alla cavalcata dell’ultima stagione, ma non ci sarà più. Matteo Lovisa e Bruno Tedino hanno quasi completato la rosa, ufficialità a parte. Si preparano i contratti, perché saranno le firme quelle che valgono. Gli accordi «sulla parola» già ci sono, a partire da Rachid Arma. BALLANDO – A ore è attesa la stipula del contratto per l’arrivo in neroverde di Dejan Danza. L’operazione prevede la cessione in prestito del centrocampista mantovano, classe 1995, dalla Pro Vercelli al Pordenone, dopo che ha vestito i colori granata della Reggiana. ZEBRETTA – Un altro talento della Primavera della Juventus si sta preparando a “crescere” in riva al Noncello. È il centrocampista offensivo Matteo Gerbaudo (sempre ’95), reduce dall’esperienza alla Carrarese. A breve potrebbe accasarsi al Pordenone per una nuova avventura nella Terza serie del calcio italiano. GIOVANE – Radiomercato diffonde anche un presunto interesse dei ramarri per un giovane difensore del Pescara. Secondo il tam-tam delle trattative, obiettivo dei neroverdi sarebbe Daniel Di Nicola, terzino mancino di proprietà del club abruzzese. Il ventenne Di Nicola è reduce dal campionato trascorso dividendosi tra le file della Reggiana prima e del Lanciano poi. ESPERTI – Nero su bianco da sigillare per Stefano Pietribiasi. L’attaccante classe ’85, dopo tre stagioni in cui è stato autore di 32 gol, ha salutato il Bassano. L’ex Mantova e Carpi potrebbe trasferirsi a breve al Pordenone. Come lui, dopo tre stagioni in giallorosso nella Destra Tagliamento, arrivereà pure anche il terzino 29enne Daniel Semenzato. Mauro Belotti del Lumezzane, invece, non sarebbe inquadrato nei radar pordenonesi. TIM CUP – Di ufficiale è arrivata intanto la composizione della Tim Cup 2016-17, a cui è ammesso il Pordenone, che comincerà il 31 luglio. Con la squadra di Bruno Tedino ci saranno le quattro società retrocesse dal campionato di serie B e le altre 22 di C, in relazione alla posizione di classifica di ogni girone ottenuta al termine della scorsa stagione sportiva. Dalla cadetteria arrivano Virtus Lanciano, Livorno, Modena e Como. Dal campionato di LegaPro sono nominate (girone A) Pordenone, Bassano, Alessandria, Padova, Cremonese, Reggiana, FeralpiSalò e Pavia, in sostituzione del Cittadella, finalista di Coppa Italia, promossa in serie B. Ammesso che le cose a Pavia si sistemino. Dal gruppo B giungono Maceratese, Ancona, Carrarese, Robur Siena, Pontedera, Teramo e Arezzo. Completano, per il girone C, Foggia (vincente la Coppa Italia 2015-16), Lecce, Casertana, Cosenza, Matera, Fidelis Andria, Messina e Paganese. Qualora una o più delle società citate dovesse essere esclusa dalla partecipazione alla Tim Cup, perché non ammessa al campionato di competenza, verrà sostituita.
Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) È quasi al completo il nuovo Pordenone. Se, com’è altamente probabile, in settimana si perfezionano gli acquisti di Stefano Pietribiasi (classe ’85) e Daniel Semenzato (’87) del Bassano, manca soltanto qualche giovane. Uno sarebbe già stato individuato: si tratta di Dejan Danza, centrocampista classe ’95, ex Primavera del Torino campione d’Italia, di proprietà della Pro Vercelli e reduce da una stagione alla Reggiana. Obiettivo. Può esserci un tocco granata, dunque, nel Pordenone 2016-2017. Il tecnico-manager Bruno Tedino, assieme alla proprietà, avrebbe individuato nel ragazzo di Ostiglia (Bassa Mantovana) l’ultimo puntello per il centrocampo. E’ una mezzala brevilinea (170 cm per 65 kg) che ha solo bisogno di irrobustirsi in categoria in un contesto sano: da giovane ha pagato il contesto di Reggio Emilia dell’anno scorso, in cui anche gli esperti Nolè e il nuovo neroverde Arma hanno faticato. Il pedigree comunque c’è e Danza, oltre alla Primavera del Toro (6 mesi da gennaio a giugno 2015) ha militato nel settore giovanile della Pro Vercelli. Secondo quanto riporta il portale tuttomercatoweb l’affare sarebbe in dirittura d’arrivo. E il giocatore andrebbe a completare un reparto in cui ci sono già Burrai, Mandorlini, Buratto e a breve Gerbaudo. Il resto. Una volta definito Danza mancherebbe davvero poco. Un terzo portiere (possibilmente un ’98) e un terzino, anche se per il ritiro sarà promosso Uliari (’98) della Berretti. Poi bisognerà sfoltire: in uscita la società deve chiudere le posizioni di Valente (’91) e Finocchio (’92). Se le operazioni non vengono definite entro una settimana, i due attaccanti saliranno in ritiro con i ramarri ad Arta Terme dopo il raduno di lunedì prossimo al De Marchi. In teoria Valente dovrebbe andare a rinforzare il Lumezzane, Finocchio la Pistoiese: sono attese novità in questi giorni. Per il resto Pietribiasi, Semenzato e Pellegrini sono attesi giovedì al De Marchi per la firma. Ritiro. La fase “costruzione della squadra” è in dirittura d’arrivo. Tedino porterebbe così in ritiro ad Arta – due settimane di lavoro – un team al completo, che può recepire da subito i suoi principi di gioco: tutt’altra cosa rispetto alla scorsa stagione, quando al fresco della Carnia il tecnico neroverde dovette lavorare con una rosa ancora in definizione. Eppure ha fatto bene lo stesso…
Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Poche parole, tanti fatti. Il nuovo corso del Bassano di Luca D’Angelo sposa in pieno la linea degli ultimi anni portata avanti dal presidente Stefano Rosso e dal direttore generale Werner Seeber. Che scherza: «Nemmeno io sono un buon oratore, in questo con D’Angelo andremo d’accordissimo». Facce rilassate e sorridenti, la voglia è quella di ripartire di slancio: «Siamo qui oggi per presentare il nuovo mister – spiega Rosso – è il terzo anno che cambiamo allenatore, non sempre per gli stessi motivi. Si sono create nuove prospettive, la nostra scelta è di cambiare e di avere qualcuno di diverso in panchina». D’Angelo, dal canto suo, ha trasmesso una grande voglia di tuffarsi nella nuova avventura: «Quando ho saputo che il Bassano non avrebbe confermato Sottili – ammette – speravo che potessero chiamarmi. Bassano è una piazza molto ambita e il fatto di essere stato scelto mi riempie di orgoglio. Non sono un grande oratore. Un allenatore quando entra e trova 10 giocatori contrattualizzati, deve pensare a una linea precisa senza stravolgere. Farò il 4-4-2 e un gran lavoro lo dedicherò agli esterni». In settimana sono attese novità sul fronte acquisti. Minesso è sempre più vicino, mentre su Bisoli e Rantier, D’Angelo spiega che «Bisoli è sotto contratto e mi pare possa essere difficile arrivarci». In definitiva si parte a fari spenti, ma non troppo: «L’aspirazione è di crescere – conferma Rosso – vogliamo farlo a 360 gradi. Si può fare bene anche senza avere grandi campioni, come dimostrato dalla Nazionale». Per chiudere, una postilla sul Consiglio Federale, con la nuova carica di Rosso che potrebbe favorire qualche cambiamento: «C’è la volontà da parte del Consiglio Federale di cambiare qualcosa, il sistema così com’è non funziona più. Dobbiamo trovare equilibrio, non basta la volontà ma bisogna avere anche dati concreti».
Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) L’incipit è già un manifesto programmatico, un poster da srotolare sui cartonati delle interviste. «Poche parole e tanto lavoro. Come sempre». Stefano Rosso non è tipo da cerimoniali o convenevoli: «La nostra non è una scelta di voler cambiare l’allenatore a ogni stagione – sottolinea il pres – semplicemente quest’anno c’è stata la volontà di mutare rotta da entrambe le parti. Da parte nostra c’era l’intenzione di voler compiere un ulteriore passo rispetto all’anno scorso, più sotto il profilo della mentalità che a livello tecnico oppure tattico. Perché nello scorso torneo forse è da quel punto di vista che siamo mancati di più».Puntura di spillo indirizzata a Sottili e braccia spalancate nei confronti di D’Angelo, nuovo inquilino della panchina. «Come noi è uno a cui piace lavorare molto e parlare poco – rimarca – e in questo senso condivide la nostra linea. Un particolare che ha deposto a suo favore. Con lui abbiamo rintracciato sin dal primo incontro un buon feeling . Qua poi ci sono tutte le condizioni per operare con profitto e in serenità. Da parte mia non posso che fare a Luca un grande in bocca al lupo».Quindi Stefano Rosso ha puntualizzato il percorso del club. «Abbiamo un obiettivo – ha detto – che è quello di migliorarci, tanto nell’ambito sportivo che come club fuori dal campo. Intendiamo cioè crescere sotto ogni voce, dalle strutture riservate alla squadra, sino al settore giovanile. Ragioniamo da imprenditori e la nostra aspirazione è quella di andare oltre alzando sempre l’asticella. Guardando i risultati, invece, prima di fissare traguardi credo sia giusto aspettare la composizione dei gironi e degli altri organici. Eppoi si può fare molto bene anche senza avere stelle o grandi nomi in rosa – chiosa – la Nazionale mi pare l’abbia appena dimostrato». Gli fa eco Seeber. «La salvezza è il primo passo. Poi eventualmente penseremo al resto».
Ore 14.50 – (Giornale di Vicenza) L’Orso ha appena ricevuto in regalo un vaso colmo di miele. Ed è felice come un bimbo. Solo che ha la stessa faccia di uno che ha appena preso una multa dai vigili. «È che sono ombroso di mio – ammette – ma ho un’entusiasmo che non avete idea, anche se può sembrare diversamente».Infatti sembra proprio così. Ma basta parlarci un attimo per capire che quest’uomo ha il fuoco dentro il petto.«Sono davvero contento di essere al Bassano – confessa Luca D’Angelo, fresco timoniere virtussino – anzi devo riconoscere che quando ho saputo che Sottili non avrebbe rinnovato ho sperato con tutto il mio cuore in una chiamata da parte dei giallorossi. Un auspicio che si è avverato con un accordo trovato tra l’altro in tempi molto rapidi. Questo è un club serio e importante, ogni allenatore di Lega Pro e credo pure diversi di serie B ambirebbero a questa panchina».IL MODULO. «L’avete detto e scritto voi, non sono un dogmatico – conferma – quindi non mi fossilizzerò con un solo assetto. Ma vi dico sin d’ora che la base di lavoro sarà il 4-4-2 (una novità dopo 3 anni di successi scanditi dal 4-2-3-1, ndr). È un sistema che ci permette di sfruttare al meglio la qualità dei nostri esterni offensivi, mentre la difesa sarà rigorosamente a quattro. Poi, siccome nel corso di un campionato è indispensabile possedere un’alternativa affidabile e collaudata, ci sarà un secondo schema con un centrocampo a tre».E in questo caso il modulo più accreditato è il 4-3-1-2 o il caro, vecchio, inossidabile 4-2-3-1. «Le mie squadre non possono prescindere da una grande preparazione atletica. Fisicamente dovremo essere sempre in grande spolvero e a questo bisognerà aggiungere totale dimensione agonistica, organizzazione di gioco e senso tattico. Del resto – incalza il trainer adriatico – quando si giunge in un posto e si trovano già 10 giocatori contrattualizzati, credo sia necessario sapersi adattare alle caratteristiche degli interpreti a disposizione. I nuovi arrivi dovranno rispondere a requisiti morali e temperamentali speciali e soltanto dopo faremo valutazioni tecniche. Senza doti umane superiori non si fa strada. Come lavorerò perché vi sia la massima unità di intenti tra squadra, società, tifosi e città».TADDEI AL SUO FIANCO. Intanto c’è subito una novità nello staff tecnico: confermati l’addestratore dei portieri Marco Zuccher e il preparatore atletico Alessandro Dal Monte, D’Angelo avrà un altro vice: non sarà Cristian La Grotteria che verrà destinato a un altro incarico nell’organigramma, bensì di Riccardo Taddei, pisano di 36 anni, che il mese scorso ha chiuso la carriera da calciatore a Catanzaro (dopo la A con Fiorentina e Brescia e mille infortuni) e ora comincia la trafila in panca con D’Angelo che lo ha allenato ad Alessandria.Taddei potrà catechizzare la truppa sulle punizioni: lui era uno specialista mirabile, qui può diventare l’istruttore dei calci piazzati.CARRIERA E HOBBY. D’Angelo vanta due promozioni con Rimini e Alessandria (in C2 e in C1), una salvezza coi romagnoli e un torneo da rivelazione con la Fidelis Andria la scorsa stagione. Sposato e padre di due figlie di 12 e 2 anni, nel tempo libero adora il cinema (italiano e non solo), la buona cucina («Beh, son robusto») e l’atletica leggera.
Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il Venezia scarta Lanzafame e scommette sull’esplosione del baby Marsura. Ieri, nel giorno della presentazione dei nuovi Tortori e Pellicanò, il ds Giorgio Perinetti ha piazzato il penultimo colpo in un attacco che ora attende solo la prima punta dalla serie B (Ardemagni?). Intanto sempre dalla cadetteria approda alla corte di Pippo Inzaghi il 22enne Davide Marsura, punta esterna di 187 centimetri, autore il 20 maggio contro la Ternana del suo unico gol in 18 presenze con il Brescia. «Riparto da Venezia e dalla Lega Pro perché punto al definitivo salto di qualità, e da mister Inzaghi avrò molto da imparare» le intenzioni del giovane di Valdobbiadene. L’arrivo di Marsura chiude quindi le porte a Lanzafame (Novara): «Anziché su un trentenne che chiedeva un triennale – conferma Perinetti – abbiamo acquistato a titolo definitivo un ragazzo di grande prospettiva come Marsura, che speriamo esprima da noi le qualità che l’avevamo portato nel vivaio dell’Udinese e in B a Modena e Brescia». Diversi centimetri in meno ma stesso ruolo per Loris Tortori, fortemente voluto da mister Inzaghi in persona. «Questo è a dir poco un onore, Venezia per me sarà una grande chance – assicura il classe ’88 romano prelevato dalla Feralpi -. A Salò ho fatto bene, 7 gol, 10 assist, 5 rigori conquistati, peccato solo non aver retto dopo il secondo posto del girone di andata. Dopo tanto sud giocherò per il secondo anno al nord, prediligo gli spazi stretti e l’uno-due, sono un generoso in campo e spero di dimostrarlo». Come Marsura e Tortori anche il ’95 Paolo Pellicanò ha firmato un biennale. «Nell’ultimo anno ho incrociato il Venezia da avversario e non avevo mai affrontato un avversario tanto forte – le parole del difensore ex Belluno -. Ora essere qui è un sogno, nasco terzino sinistro ma ho già fatto il centrale. Vedendo la squadra che sta nascendo posso solo augurarmi di imparare il più possibile mettendomi alla prova». Da parte sua Perinetti ha fatto il punto sulla campagna acquisti, prima di concentrarsi sulla firma del portiere Facchin (dal Pavia come il difensore Malomo) il cui annuncio è imminente. «Oggi a Milano con Inzaghi faremo il punto alla luce delle ultime novità regolamentari. Sabato – spiega il dirigente lagunare – abbiamo appreso che il numero dei «16 vecchi» sarà blindato: le società non avranno più la discrezionalità di scegliere se rispettare o sforare questo limite rinunciando ai contributi, perché il mancato rispetto dei 16 over comporterà multe salatissime (50 mila euro a partita per giocatore, ndr). Quantomeno saperlo prima sarebbe stato utile». Questa regola costringerà il Venezia a puntare su Andreatta (’97) anziché su Bortolin (’91) come terzo portiere, ma anche l’attaccante Carbonaro è a rischio-addio se il Venezia non riuscirà a far entrare Cernuto nei cosiddetti «giocatori bandiera». Perinetti entro 48 ore proverà a chiudere gli arrivi dalla B della punta Ardemagni (Atalanta), del centrocampista Bentivoglio (Modena) e del terzino sinistro Garofalo (Novara).
Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Il Venezia cala il tris e insieme agli annunciati Tortori e Pellicanò, presenta anche Davide Marsura. Ieri nella sede di viale Ancona la società arancioneroverde ha presentato i due giocatori ufficializzati sabato: l’attaccante Loris Tortori (1988), proveniente dalla FeralpiSalò, e il terzino del Belluno Paolo Pellicanò (1995). Ma in giornata il direttore Giorgio Perinetti è riuscito a chiudere la trattativa con l’Udinese per la cessione a titolo definitivo (salvo una minima compartecipazione) dell’attaccante Davide Marsura, subito presentato. «Marsura – ha spiegato il ds – è un giocatore di prospettiva. Ha qualità e capacità che forse non ha ancora espresso, viene da noi con l’obiettivo di fare il salto di qualità. Inoltre è un under e, visto che è stato stabilito inderogabilmente il limite di 16 senior , questo è un fattore molto importante». La questione dei tesseramenti in LegaPro è stata sciolta con una comunicazione mandata sabato alle società: di fatto è confermato il limite dei 16 giocatori senior , più numero illimitato di giocatori nati dal 1994 in poi. «Per chi sgarra, le sanzioni sono molto pesanti», ha fatto notare Perinetti spiegando che per chi dovesse schierare un giocatore senior in più scatterebbe una multa di 50mila euro a partita per ciascun giocatore aggiuntivo. Una «botta» da evitare. Ed è per questo che in società si stanno facendo le necessarie valutazioni: domani Perinetti incontrerà mister Inzaghi per ragionare sulla rosa. «Qualche sacrificio lo dovremo fare», annuncia Perinetti pensando al numero di senior che in questo momento sfora. Partirà il terzo portiere Bortolin, mentre si dovrà ragionare sulle chance di Cernuto di essere considerato una «bandiera» dopo tre stagioni consecutive nel club: in questo caso uscirebbe dai 16. A complicare il tutto, il cambio di denominazione da Fbc Unione a Venezia Fc che, ad essere fiscali, romperebbe la continuità di Cernuto. In questo caso, considerati gli arrivi quasi certi dei senior Ardemagni (prima punta), Garofalo (terzino sinistro) e Bentivoglio (centrocampista), i senior salirebbero a 17 e allora potrebbe essere sacrificato Carbonaro. Intanto i tre neo-acquisti si presentano, a cominciare da Loris Tortori, fortemente voluto da mister Inzaghi: «Mi onora, così come sono onorato di essere qui al Venezia». Arriva da una buona stagione alla FeralpiSalò dove ha segnato 7 gol: «Sono uno che non si risparmia, davanti in attacco posso fare tutto». Pellicanò, feltrino, arriva dal Belluno: «Vengo da una società piccola, ora giocherò con tanti compagni che hanno esperienza e voglio mettermi alla prova». L’ultima parola a Marsura, giovane prospetto di Valdobbiadene che si è fatto le ossa all’Udinese, per poi essere girato a Salò, Modena e Brescia, con un biglietto da visita curioso: «Il mio primo gol da professionista l’ho segnato proprio al Penzo». A breve si attendono gli annunci di Facchin e Malomo.
Ore 13.40 – (La Nuova Venezia) «Oggi vedrò Pippo Inzaghi, a pranzo a Milano e faremo il punto della situazione». Giorgio Perinetti “regalerà” al neotecnico arancioneroverde una squadra quasi definitiva («Credo all’80%-90%») al raduno, anche perché adesso sa con esattezza quali saranno le disposizioni della Lega Pro in merito alla composizione degli organici. «Sabato sono arrivate le norme definitive», osserva Perinetti, «ogni squadra non potrà avere più di 16 giocatori senior. Per fortuna, siamo stati molto accorti nell’allestire la rosa, anche perché, oltre alla perdita dei contributi, ci saranno ammende pesanti per chi sgarrerà. Rispetto all’anno scorso la normativa è arrivata a inizio luglio e non a fine agosto, però noi abbiamo finito il campionato da due mesi. Purtroppo dovremo rinunciare a Bortolin, che è senior, come terzo portiere e tenere Andreatta che è under». Saranno considerati under i giocatori nati dopo il primo gennaio 1994. Da chiarire anche la posizione di Cernuto. «Ciccio resterà con noi in ogni caso».
Ore 13.20 – (La Nuova Venezia) Annunci due giocatori, ne presenti tre: il Venezia fa il tris. Così accanto a Loris Tortori e Paolo Pellicanò, si presenta anche Davide Marsura, attaccante di Valdobbiadene, che il Venezia ha preso a titolo definitivo dall’Udinese. Ventiduenne cresciuto nel settore giovanile del Montebelluna, terminato prestissimo nel mirino dell’Udinese, Marsura ha esordito tra i professionisti il primo settembre 2013 con la Feralpisalò, andando subito a segno. L’avversario? Il Venezia di Alessandro Dal Canto. «Forse il Venezia era nel mio destino», ha sottolineato Davide Marsura, ultime due stagioni in serie B a Modena e Brescia, «sono d’accordo con Perinetti che è giunto il momento di effettuare il salto di qualità. Sono un attaccante esterno, ritrovo Maurizio Domizzi, che era a Udine, chissà se si ricorda di me, ero giovanissimo quando mi marcava nelle partitelle. Avere un allenatore come Inzaghi, che è stato un grandissimo attaccante, è uno stimolo in più. Nelle ultime due stagioni ho avuto poca continuità di rendimento e di impiego, ho preferito fare un salto all’indietro e ripartire da una società ambiziosa come il Venezia con cui spero di crescere molto». E Inzaghi ha fortemente voluto anche Loris Tortori, arrivato dalla Feralpisalò. «Ero con tanti ex arancioneroverdi lo scorso anno, Maracchi e Bertolucci, Guerra e Greco, oltre al tecnico Serena a inizio stagione», spiega l’attaccante romano cresciuto nelle giovanili della Lazio, «sapere che un allenatore come Inzaghi mi ha voluto al Venezia, mi gratifica e mi responsabilizza ancora di più». La Feralpisalò è stata la prima squadra “nordista” di Tortori. «Ho sempre giocato al centro o al sud, volevo vedere come mi sarei disimpegnato in un girone diverso. Al sud le partite si sentono molto di più, al nord c’è più qualità e tecnica. Ho segnato 7 gol con una decina di assist e procurato 4-5 calci di rigore. Il mio ruolo? Sono un brevilineo, mi piace giocare nello stretto e puntare l’uomo». Chi conosce meglio di tutti il Venezia è Paolo Pellicanò, difensore di Feltre, che ha affrontato gli arancioneroverdi in serie D con il Belluno. «Ricordo benissimo quelle due partite: in casa finì in pareggio, al ritorno andammo in vantaggio al Penzo, ma poi il Venezia ci stroncò. Sono nato terzino sinistro, che è il mio ruolo, ma lo scorso anno ho fatto anche il centrale. Sono orgoglioso di essere arrivato in un club ambizioso e importante come il Venezia». A gennaio poteva andare al Padova. «Sì, è vero, non ho mai capito perché la trattativa non andò a compimento». Il Venezia provvederà a tesserare il portiere Facchin e il difensore Malomo in giornata, come annunci manca anche Pederzoli, a un passo sia Bentivoglio che il terzino sinistro con Garofalo favorito.
Ore 12.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Lorenzo Laverone da ieri non è più un giocatore del Vicenza. Il «pendolino» biancorosso arrivato due stagioni fa per disputare la Lega Pro, è stato un grande protagonista della squadra ripescata in serie B, che alla guida di Pasquale Marino ha sfiorato la promozione in serie A. Nella scorsa stagione però, anche a causa di ripetuti problemi fisici, non è riuscito a rendere al meglio. Ieri Laverone ha rescisso consensualmente il contratto che lo legava al club berico fino al giugno del 2017, e già oggi firmerà un biennale con la Salernitana neopromossa in B. Una partenza nell’aria da una settimana e che la società berica ha di fatto già rimpiazzato con l’arrivo di Andrea Beduschi, terzino destro del Lecce acquistato «via» Monza a gennaio del 2015. E sempre nell’ottica di sostituire un partente, è da classificare anche l’arrivo del giovane difensore croato Luka Bogdan che va a prendere il posto nel reparto arretrato di Oualid El Hasni a cui il 30 giugno scorso è scaduto il contratto. Prolungamento che non è stato concesso nemmeno a Giulio Ebagua, arrivato a gennaio dal Como e autore di un buon girone di ritorno che però non è bastato per convincere la dirigenza berica che, probabilmente frenata dalla alta richiesta economica dell’attaccante nigeriano, ha preferito puntare su Matteo Di Piazza, ex centravanti dell’Akragas. In un mercato che di fatto deve ancora entrare nel vivo, la società berica ha contrattualizzato anche tre giovani ventenni che nella corsa stagione si sono messi in luce in serie D; Iacopo Cernigoi, Petar Zivkov e Massimiliano Giusti rappresentano tre scommesse su cui puntare. Cernigoi, Zivkov e Giusti verranno valutati in ritiro da Franco Lerda che deciderà se le loro capacità tecniche possono sposarsi con la serie B, e non sarà un dramma se tutti e tre entro al fine del mercato verranno ceduti a qualche formazione di Lega Pro per giocare. Quello che invece non si dovrà sbagliare è l’acquisto a centrocampo di un mediano con caratteristiche adatte al modulo che vuole sviluppare mister Lerda, e che sostituisca il partente Federico Moretti tornato per fine prestito al Latina. Il primo della lista nel taccuino di Antonio Tesoro è Migjen Xhevat Basha, centrocampista che da gennaio ha militato nel Como, per poi far parte della rosa dell’Albania allenata da Gianni De Biasi. Arrivare a Basha però non pare per niente facile, e quindi Tesoro sta lavorando per trovare un’alternativa che potrebbe corrispondere a Giuseppe Rizzo, mediano del Perugia. In attacco Filip Raicevic è sempre al centro di interessi più o meno concreti, anche se l’ex centravanti della Lucchese potrebbe restare in biancorosso. In entrata piace sempre Giacomo Beretta che Lerda e Tesoro hanno avuto a Lecce, e che il Milan sembra disposto a girare in prestito.
Ore 12.30 – (Giornale di Vicenza) Franco Lerda nel campionato scorso ha salvato il Vicenza grazie ai suoi “titolarissimi”: una formazione che nelle ultime dieci partite ha subìto pochissime variazioni. Se da un lato è stata una necessità figlia della rosa ristretta dagli infortuni, dall’altro si è rivelata comunque una strada utile per aiutare la squadra a migliorare solidità e automatismi. Ma prima di procedere nell’analisi è utile ricordare un “derby” di mercato a centrocampo: la società biancorossa è infatti sulle tracce di Gennaro Acampora, classe ’94, dello Spezia, 177 cm per 78 kg che l’anno scorso ha pure segnato al Menti. L’altro obiettivo è Giuseppe Rizzo del Perugia, nato nel 1991, 182 cm per 71 kg.Vicenza A e B. Al di là delle doverose dichiarazioni che sentiremo ripetere dal tecnico Lerda e dai suoi giocatori (“Siamo tutti titolari”, “Il gruppo fa la differenza”, “Partiamo tutti alla pari”) è chiaro che il nuovo Vicenza, alle prese con gli ormai arcinoti equilibri di bilancio da perseguire come priorità assoluta, non potrà dotarsi di ventidue calciatori di primo piano per la categoria. Ecco perché è facile prevedere che, dopo il periodo iniziale di rodaggio, andranno a definirsi nelle gerarchie un “Vicenza A” e un “Vicenza B”. Nella sessione di calciomercato appena iniziata, dunque, l’obiettivo non semplice per il ds Antonio Tesoro sarà quello di comporre l’undici titolare con un’ossatura portante formata da giocatori affidabili e dalle potenzialità già testate nel campionato cadetto, pur mantenendo il monte ingaggi contenuto; la “squadra B”, invece, avrà molti giovani da valorizzare, con l’obiettivo che qualcuno di loro, strada facendo, dimostri di avere le qualità per arrivare ad insidiare le prime scelte nelle valutazioni del tecnico.Punti fermi (o quasi). Partendo dall’ipotesi che l’allenatore intenda ripartire dal modulo 4-2-3-1 con cui ha chiuso la scorsa stagione, i primi passi della campagna acquisti sembrano aver già definito alcuni punti fermi nel prossimo undici titolare. Le maggiori certezze si hanno grazie alle conferme nel pacchetto difensivo di Benussi in porta e della coppia Brighenti-Adejo (fresco di rinnovo biennale). A centrocampo si profila la probabile permanenza di Signori, mentre nel trio di mezzepunte pare vicino il ritorno definitivo di Vita (ma in questo caso il punto di domanda, finché la trattativa con il Sassuolo non è chiusa, è necessario). Per Giacomelli l’unico dubbio è legato ai tempi del suo recupero (stimati in circa tre mesi) dopo l’intervento alla caviglia destra della scorsa settimana, così come saranno da valutare le condizioni di Bellomo dopo l’intervento al crociato del ginocchio sinistro di fine marzo.Punti interrogativi. I punti di domanda riguardano i giocatori che hanno diverse richieste dal mercato: se rimanessero in biancorosso sarebbero dei potenziali titolari, ma più d’uno potrebbe essere sacrificato per contribuire al risanamento dei conti. Ad oggi, ad esempio, è impossibile dire quali saranno i terzini titolari, considerando la partenza di Laverone, quella assai probabile di Sampirisi, e la possibilità che almeno uno tra D’Elia e Pinato venga ceduto. A centrocampo ci sono Urso e il giovane Piccinocchi, che al momento non possono essere definiti “titolarissimi”; è probabile allora che il Vicenza cerchi un profilo di maggiore esperienza (piace Basha,che rimane un obiettivo a prescindere dal “derby” Acampora-Rizzo). In attacco molto dipenderà da quali cifre offriranno i pretendenti per Galano e Raicevic: se non fossero ritenute soddisfacenti dalla società, Lerda potrebbe ripartire da loro.Puzzle da completare. Tutto ancora da valutare e da completare anche il puzzle della “squadra B”. A questo proposito sarà molto importante il ritiro precampionato (dal 17 al 30 luglio a Fai della Paganella), che consentirà a Lerda di capire su quali giovani e nuovi innesti già ingaggiati (i vari Beduschi, Bogdan, Di Piazza, Giusti, Zivkov, Cernigoi) potrà fare affidamento, chiedendo al ds Tesoro di provare a sopperire ad eventuali carenze riscontrate, considerando anche le possibili cessioni di alcuni elementi come il portiere Vigorito.
Ore 12.00 – (Gazzettino) Centrocampista o centrale difensivo? Per Simone Pasa non fa differenza, è nato e cresciuto giocando in mezzo al campo, ma il Cittadella l’ha preso dal Pordenone per impiegarlo in difesa. E fargli indossare i panni del regista arretrato. Sì, perché Simone – figlio d’arte, il papà Daniele ha giocato per tanti anni in serie B, anche con il Padova – oltre che essere il classico «jolly» da utilizzare in più ruoli, è prima di tutto un calciatore dai piedi buoni, con un’ottima visione. E Venturato nel suo gioco ideale chiede che la manovra nasca e si sviluppi proprio dalla difesa. Simone Pasa è reduce da una buonissima annata a Pordenone, dove è riuscito a conquistare definitivamente Stefano Marchetti, che l’ha fortemente voluto a Cittadella. Non sarà la prima volta tra i cadetti, ma è come se lo fosse, dal momento che Pasa la serie B l’ha soltanto accarezzata, un tocco veloce e basta: «Ho giocato quattro partite tra Padova e Varese, soltanto spezzoni di gare. Non ho avuto l’occasione per confrontarmi con la categoria», ricorda il giocatore, che adesso è pronto e maturo per raccogliere la nuova sfida: «Dovevo staccare un pò la spina, ora non vedo l’ora di iniziare l’avventura con il Cittadella». Pasa è appena tornato dalle vacanze: «Ho chiuso tardi la stagione a Pordenone con i playoff, mi ci voleva una settimana di relax, l’ho trascorsa a Formentera». Le offerte non mancavano, ma cosa ha fatto scegliere la maglia granata? «Ho sempre visto quella dei Gabrielli come una società solida, organizzata e con progetti ben precisi. Niente è lasciato al caso, e non ha mai fatto i passi oltre le proprie possibilità. Cittadella è notoriamente una piazza che esalta i giovani, dove possono trovare stimoli e ambiente giusti per crescere ancora». Pasa non rientra negli under 21 – è nato a Montebelluna il 21 gennaio 1994 – ma sa che Marchetti e Venturato si aspettano tanto da lui: «Marchetti è stato molto chiaro con me. Mi ha spiegato come funziona l’universo-Cittadella, prima di tutto, poi mi ha detto che mi vede come difensore centrale e questo dovrebbe essere il mio ruolo nella squadra di Venturato, l’idea di partenza è questa. Il posto me lo dovrò conquistare al pari di tutti, il direttore ha fiducia in me e io non lo voglio deludere. Le sfide poi a me piacciono». Come si vede come centrale? «Posso dare tanto in questo ruolo se la squadra cerca sempre di giocare, e il Cittadella mi sembra sia così. Se c’è da imbastire la manovra mi ritengo all’altezza, so di dover migliorare in alcuni aspetti difensivi e mi impegnerò al massimo per riuscirvi». A Cittadella conosce già qualcuno: «Con Iori ho giocato a Padova, sono stato avversario di Lora nelle giovanili, Strizzolo era mio compagno di squadra a Pordenone». Il messaggio ai suoi nuovi tifosi? «Sono un giocatore che in campo dà sempre tutto. Ho visto grande entusiasmo nel pubblico con la promozione in serie B, spero di vedere un Tombolato sempre pieno di gente».
Ore 11.35 – (Calcio Padova) Il Calcio Padova informa che è stato perfezionato l’accordo che legherà il calciatore Alberto Tentardini alla società biancoscudata fino a giugno 2018
Ore 11.35 – Mercato Padova, ufficiale: biennale per Tentardini.
Ore 11.30 – (Gazzettino) «Abbiamo ceduto perché vogliamo un gruppo coeso e motivato per puntare alla serie B. È il turno di Diniz. »A 29 anni – esordisce – per me questo è l’ultimo treno. Gioco da cinque anni in Lega Pro, ho sempre fatto bene e mai c’è stato modo di salire di categoria. Ero veramente stufo di questo campionato e stavo pure pensando di smettere”. Poi aggiunge: «Il Padova ha fatto tutti gli sforzi possibili per tenermi, offrendo tre anni di contratto a cifre importanti e ringrazio pure i tifosi che mi hanno voluto bene. Non vado via per i soldi perché altrimenti restavo e lo stesso sarebbe successo con altre offerte dall’Italia. È arrivata di recente questa opportunità e ho voluto prenderla; una scelta di vita per una maggiore visibilità, a mio rischio dato che firmo per un anno e, trasferendomi in Svizzera, perderò lo status di comunitario. Se le cose andranno male non potrò dunque tornare in Italia».
Ore 11.20 – (Gazzettino) «Messo di fronte alle sue responsabilità – prosegue – non ha lasciato spazio ad altre possibilità. Avremmo potuto fare valere il vincolo e tenerlo fino a scadenza, ma abbiamo ritenuto che un giocatore scontento e demotivato non sarebbe stato utile alla nostra causa». Quanto ha offerto il Losanna? «Non ha fatto un grande sforzo, riconoscendoci un indennizzo più simbolico che reale rispetto al valore del giocatore (meno di 50 mila euro ndr). Spiace che gli impegni sottoscritti vengano presi a beneficio di una sola parte, ma auguriamo comunque a Diniz di trovarsi bene». Roberto Bonetto rincara ulteriormente la dose. «Ringrazio Diniz – premette l’ad – per essere qua e metterci la faccia; io faccio parte di quella generazione di persone per cui la parola e una stretta di mano avevano un significato, ma purtroppo viviamo in un mondo in cui i contratti, specie nel calcio, hanno un valore relativo. Come società abbiamo fatto tutto quello che dovevamo con vari passaggi. Quando è venuto qua l’altro giorno non c’è stato modo di fargli cambiare idea; avremmo potuto impuntarci e bloccargli l’opportunità di carriera, ma non è nel nostro stile e noi non andiamo a a disturbare gente sotto contratto».
Ore 11.10 – (Gazzettino) Marcus Diniz saluta e se ne va. Un fulmine a ciel sereno per il Padova, costretto a rinunciare a uno degli elementi di forza del pacchetto arretrato, pur sotto contratto per un altro anno. Nella prossima stagione giocherà nella serie A svizzera al Losanna, effetto di una scelta che ha colto in contropiede la dirigenza biancoscudata, in parola con il brasiliano per rinnovare fino al 2019. La bomba è scoppiata pochi giorni fa, quando il giocatore ha annunciato la propria decisione irrevocabile di andarsene e ieri è stata resa pubblica con una conferenza stampa, alla presenza dello stesso Diniz e dello stato maggiore del Padova. Visibilmente infastiditi il presidente Giuseppe Bergamin e l’ammministratore delegato Roberto Bonetto che in questa occasione hanno preferito leggere degli appunti anziché esprimersi a braccio. Così Bergamin. «Attraverso il suo agente Palomba – spiega – Diniz aveva manifestato il desiderio di allungare il suo contratto fino al 2018 e la società l’aveva accolto, proponendo di andare oltre con un vincolo fino al 30 giugno 2019. Non restava che formalizzare l’accordo, ma la scorsa settimana si è presentato con un rappresentante del Losanna, chiedendo di essere liberato per trasferirsi in Svizzera».
Ore 11.00 – (Gazzettino) L’arrivo di Emerson completa questa sorte di staffetta tra giocatori carioca che ha visto l’ingaggio del regista Filipe dopo la rinuncia di Fabiano e il suo dopo l’addio a Diniz. A questo punto per completare il pacchetto arretrato, servono altri due centrali difensivi ed entro l’inizio del ritiro estivo – domenica la partenza della squadra per Mezzano – il direttore generale Giorgio Zamuner punta a concludere un’altra operazione per tale reparto. Ancora top secret il nome del candidato, ma difficilmente, per ora, si chiuderà con Rigione (Lanciano) che aspetta un’offerta dalla serie B. Entro domenica dovrebbe poi arrivare il giovane Tentardini (Como), alternativa per la fascia sinistra, e forse un attaccante. A centrocampo piacciono Bruccini (Reggiana) e Benedetti (Cremonese), ma per queste e altre operazioni, anche legate alle eventuali uscite, si farà più in là.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Morto un papa se ne fa un altro. Partito un difensore brasiliano, all’ombra del Santo arriva immediatamente un pari ruolo connazionale a chiudere una trattativa che in realtà era stata avviata prima e indipendentemente delle novità sul fronte Diniz. All’ombra del Santo approda così Emerson Ramos Borges, per i tifosi semplicemente Emerson, ma chiamato pure il “Puma” come il più famoso omonimo centrocampista di Roma e Juventus. Ha firmato un contratto annuale. Svincolato dal Livorno, è reduce da un ottimo quadriennio in riva al Tirreno (per lui anche un anno in serie A) e si è da tempo ristabilito da un grave infortunio (frattura del malleolo) che lo aveva costretto allo stop nella prima parte della passata stagione. Trentasei anni il prossimo 16 agosto, può fare il centrale, ma è stato impiegato pure davanti alla difesa e dalla lunga distanza è andato spesso a segno – due volte in massima serie a spese di Torino e Cagliari – grazie al suo potente sinistro. In precedenza ha militato nella Reggina in serie B dopo una lunga gavetta nelle categorie dilettantistiche, indossando in Sardegna le maglie di Atletico Elmas e Nuorese e in serie C tra le fila di Taranto e Lumezzane.
Ore 10.30 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “E se avesse deciso di andarsene perché non crede più nel progetto?”) Se, come emerge dalle voci dei diretti protagonisti, il Padova aveva offerto un allungamento del contratto sino al 2019, dunque non facendone – parole dello stesso Marcus – una questione di soldi, siamo propensi a credere che Diniz abbia deciso di andarsene solo perché non crede più nel progetto presentatogli un anno fa. E se così fosse, sarebbe un pessimo segnale per B&B e i loro soci, perché, al di là degli umori e dei mal di pancia dei singoli biancoscudati, il problema maggiore riguarderebbe la sostenibilità delle idee e delle ambizioni manifestate in queste settimane. Come dire: non basta chiamarsi Padova per pensare che arrivino automaticamente frotte di giocatori vogliosi di accasarsi qui e vestire quella gloriosa maglia. Nossignori, bisogna avere argomenti concreti (compreso, certo, il denaro per pagarli) e credibili per convincerli. Ieri parlavamo di un Padova fatto a metà, oggi alcune certezze sono venute brutalmente meno. Bisogna costruire la difesa e cercare ancora una punta forte davanti. Oltre ai giovani che andranno a completare la rosa. A Zamuner e ai suoi collaboratori l’augurio di riuscirvi al meglio, anche se il compito è più complicato di prima.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “E se avesse deciso di andarsene perché non crede più nel progetto?”) L’uscita di scena di Marcus Diniz è una perdita pesantissima per il Padova. Di sostanza e d’immagine. Di sostanza perché parliamo del difensore più forte visto in azione da queste parti negli ultimi 10 anni, e di uno dei più quotati “mastini” della Lega Pro, e probabilmente anche della Serie B; e di immagine, perché non c’è dubbio che incrini la credibilità delle promesse sbandierate con (troppa) enfasi dalla società al momento della rivoluzione nell’area tecnica e dei primi acquisti per la prossima stagione. Le dichiarazioni delle due parti (giocatore e proprietà) le potete leggere qui a fianco, ognuno è libero di pensarla come crede e magari avvicinarsi alla “verità” assoluta. Noi un’idea ce la siamo fatta: il brasiliano non va a giocare nella Serie A o B di casa nostra, ma nella massima categoria elvetica. Una buona occasione, non però così irresistibile come la si vorrebbe far passare. E allora, cosa ci potrebbe essere dietro?
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) «Potevamo far valere il vincolo contrattuale, ma non aveva senso trattenere un giocatore scontento. Il Losanna? Ci darà un indennizzo più simbolico che altro». Il Padova incasserà dagli svizzeri un cifra bassa, che non dovrebbe essere superiore ai 30mila euro. «Per me le strette di mano hanno sempre avuto un valore alto, ma evidentemente non è più così», conclude l’ad Bonetto. «Il giocatore ci mette la faccia e di questo gli va dato atto. Noi eravamo pronti ad accontentare la sua richiesta di non giocare in scadenza, ma adesso non ci ha lasciato altra scelta. Non potevamo costringerlo a restare, vogliamo un gruppo motivato che punti al vertice».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Diniz vuole spazzare via anche altre due ombre. La prima, quella che il suo addio sia legato al mancato rinnovo del contratto di Fabiano. La seconda, che la scelta sia collegata a quanto successe lo scorso agosto, quando il difensore sembrò sul punto di lasciare il Padova per una mancata intesa sul contratto stipulato. «Non c’entra nulla con quanto successo la scorsa stagione, che fu un’incomprensione risolta subito. Fabiano? Nemmeno sa che me ne vado, lo informerò. Grazie a tutti i tifosi del Padova per il supporto». La società è parsa amareggiata e spiazzata. «Mi spiace molto che gli impegni sottoscritti non vengano mantenuti», ha spiegato il presidente Bergamin. «Noi siamo sempre stati corretti, il giocatore si è presentato qualche giorno fa in sede con un rappresentante del Losanna dicendo che voleva andarsene, senza lasciar spazio ad altre possibilità».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Ho fatto una scelta di carriera», ha spiegato il difensore brasiliano. «Ho 29 anni e penso che questo sia l’ultimo treno per provare a giocare a un livello più alto. È da cinque anni che sono in Lega Pro, ho sempre disputato buone stagioni ma non ho mai avuto l’opportunità di confrontarmi con categorie superiori. Non ce la facevo più a giocare in questa serie e stavo pensando addirittura di smettere con il calcio». La va o la spacca per Diniz, che decidendo di accasarsi in un paese extracomunitario, visti i regolamenti attuali non potrà più tornare in Italia in una società di serie B o Lega Pro. «Ho scelto Losanna per giocare in un campionato che ha una visibilità maggiore rispetto alla Lega Pro italiana. Non l’ho fatto per soldi, ho firmato solo per un anno a cifre simili a quelle che avrei preso a Padova. La società biancoscudata si è comportata sempre in maniera corretta con me, mi ha offerto anche un rinnovo fino al 2019, ma io volevo cambiare. Avevo una richiesta dal Vicenza, ma in Italia sarei rimasto solo a Padova, considerato che c’è una società serissima, che paga sempre regolarmente».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Mazzata molto pesante per il Padova a meno di una settimana dall’inizio del ritiro. Marcus Diniz ha rescisso il contratto che lo legava al club biancoscudato fino a giugno 2017 per accasarsi a Losanna, nella serie A svizzera. Il tecnico Brevi perde così uno dei leader della squadra e probabilmente il miglior giocatore in assoluto. Una scelta inaspettata, anche se arrivata da un giocatore che già lo scorso anno aveva manifestato qualche insofferenza e nelle ultime stagioni ha cambiato più di un procuratore. Una vicenda che si è ripetuta anche in questi giorni: mentre il Padova stava trattando con il suo agente Gerry Palomba un rinnovo del contratto, Diniz si accordava con il Losanna, decidendo di rompere sia con il procuratore che con i biancoscudati. La sua non è una fuga, visto che lo stesso Diniz e la società hanno convocato ieri una conferenza stampa per spiegare i motivi dell’addio.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Per un brasiliano che saluta, ce n’è un altro che arriva. Nella serata di ieri il Padova ha ufficializzato l’acquisto di Emerson Ramos Borges, difensore classe 1980, svincolatosi dal Livorno, società in cui ha giocato nelle ultime quattro stagioni. Emerson non è il sostituto di Diniz, ma arriva per rimpiazzare la casella rimasta vuota dopo il mancato rinnovo del contratto di Fabiano. Il giocatore agirà da centrale della difesa a tre, e all’occorrenza potrà essere spostato anche come regista di centrocampo, ruolo che ha ricoperto nei primi anni in Italia tra serie D e Lega Pro. L’apice della carriera l’ha raggiunto in Toscana, guadagnando una promozione dalla serie B con il Livorno e giocando una stagione anche in serie A. Emerson ha firmato un contratto annuale e sarà a Padova già nei prossimi giorni per sostenere le visite mediche. Il direttore generale Zamuner, visto l’addio di Diniz, punta ad acquistare un altro centrale difensivo, preferibilmente un mancino, entro la partenza per il ritiro prevista per domenica prossima, prima di puntellare il reparto con un altro giocatore di esperienza e un giovane. Come vice Favalli, per la fascia sinistra, è sempre più vicino Alberto Tentardini, ventenne la scorsa stagione in forza al Como. Mercato fermo, al momento, a centrocampo. Prima di definire nuovi arrivi, Zamuner punta a cedere qualche pedina in uscita, come Giandonato, Ilari e Petrilli.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Concetto ribadito dall’amministratore delegato Roberto Bonetto, che loda il coraggio del giocatore nel metterci la faccia: «Sono molto amareggiato per non dire altro – ha detto Bonetto – perché sono rimasto ai vecchi tempi in cui una stretta di mano bastava. Ci eravamo stretti la mano al Kofler alla presentazione di uno sponsor, al suo fianco c’era Neto Pereira e Diniz mi ha detto che il suo unico pensiero era di non giocare in scadenza di contratto. Noi come società cosa dovevamo fare di più? Il Losanna ci ha fatto un’offerta indecente sfruttando il volere del giocatore, e non possiamo tenere un calciatore controvoglia». Infine, il giocatore, che ha ammesso l’interesse del Vicenza, confermando il trasferimento al Losanna. Eppure c’è chi pensa che alla fine, con qualche espediente, prima o dopo Diniz vestirà il biancorosso: «Ho preso questa decisione – ha detto – perché credo che a 29 anni questo sia l’ultimo treno possibile per salire di categoria. Gioco in Lega Pro da cinque anni, ed ero talmente stufo di giocare in questa categoria che avevo anche pensato di smettere. Il Padova aveva fatto un grosso sforzo e mi aveva offerto un contratto di tre anni, ma non dite che vado a Losanna per i soldi perché sennò sarei rimasto qua. Sto rischiando perché se mi va male lì non posso più tornare in Italia… Avevo anche fatto una chiacchierata col Vicenza ma poi ho scelto questa opportunità».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Un pomeriggio surreale quello vissuto ieri a viale Nereo Rocco, nella sede del Calcio Padova. In mattinata arriva la comunicazione ufficiale di un divorzio nell’aria da diverse settimane: quello con Marcus Diniz, ceduto al Losanna (Serie A svizzera) dopo un lungo tira e molla ricco di colpi di scena dietro le quinte. In serata ecco la contromossa del club di viale Rocco: arriva Emerson, 35 anni, ex Livorno, un colpo importante e un giocatore di sicuro affidamento che tampona la prima falla apertasi della gestione Zamuner. Assieme a Emerson, arriveranno altri due difensori, in un reparto che adesso conta soltanto due centrali. Sin qui i fatti di una giornata da capogiro. Restano però i dubbi su cosa sia successo nell’affaire Diniz dal momento che il giocatore (ma non è una novità per lui) ha letteralmente «mollato» il suo agente Gerry Palomba. Mai però a queste latitudini si era vista una conferenza stampa congiunta in cui presidente e amministratore delegato, in un sottile gioco di equilibrismi verbali, attaccano (comprensibilmente) chi non rispetta un contratto in essere e se ne va, mentre il diretto interessato (Diniz) si barcamena fra giustificazioni e dichiarazioni d’intenti che cozzano con i fatti: «Diniz aveva manifestato il desiderio di prolungare il contratto fino al giugno 2018 – ha spiegato il presidente Giuseppe Bergamin – e la società aveva rilanciato proponendogli un rinnovo fino al giugno 2019. La settimana scorsa però, Diniz si è presentato in sede con un rappresentante del Losanna dicendo che voleva trasferirsi nella società neopromossa nella serie A elvetica. La società svizzera ci ha riconosciuto un indennizzo più simbolico che reale, dispiace ma non potevamo tenere con noi un giocatore scontento. Il comportamento della società è sempre basato sulla correttezza».