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Ore 22.10 – (Il Piccolo) È stata forse la più grande sorpresa dell’organigramma snocciolato venerdì da Milanese: quando l’amministratore unico ha detto che Nicola Princivalli sarebbe stato il vice di Andreucci sulla panchina della Triestina, sono arrivati tanti applausi e qualche fisiologico brusìo. Del resto Princi è un personaggio che ha sempre fatto discutere, ma sul suo amore per l’Unione c’è poco da dubitare. Adesso, grazie anche al patentino Uefa B conseguito nel 2014 a Coverciano (ha anche quello da direttore sportivo), la sua storia alabardata riprende e si riallaccia al filo delle undici stagioni da giocatore. Princivalli, come è nata questa sorpresa? «Da quando Milanese ha preso la Triestina siamo sempre rimasti in contatto: gli ho detto che se c’era bisogno, ero a disposizione per dare una mano. E a lui sarebbe piaciuto lavorare comunque con gente di Trieste che ha fatto calcio». E poi? «Sono partito per le vacanze, lui mi ha chiamato dicendo che Andreucci non aveva il vice e si era aperta un’opportunità. Io ovviamente ho voluto parlare col mister e per questo ho anticipato il rientro». Ed evidentemente è andata bene… «Sì, non lo conoscevo personalmente, abbiamo parlato a lungo: ci siamo scambiato pensieri e opinioni, mi ha chiesto cosa mi sarebbe piaciuto fare, si era parlato anche di settore giovanile, ma già la sera Milanese mi ha richiamato per dire che Andreucci mi aveva scelto per fare il vice e ho accettato. Voglio imparare, fare esperienza e lavorare a fianco di chi ha già allenato e lo ha fatto anche molto bene». Che effetto fa questo ritorno? «Sono contento, ringrazio Mauro per questa opportunità. Quando ho fatto il patentino per allenatore e direttore sportivo, ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto lavorare alla Triestina, dalla quale sono andato via solo perché era fallita. Ora iniziare in questo ruolo proprio con l’Unione, significa realizzare quello che avevo sognato. E spero di portare l’esperienza di tanti anni di professionismo». Tra allenatore e diesse preferisci la panchina? «Il corso di diesse è nato un po’ per caso, ma mi ha comunque aperto un mondo interessante. Ma di base sono partito per stare sul campo e fare l’allenatore, e ora ho un motivo in più per fare anche il corso Uefa A». E il calcio giocato? «Già l’esperienza in Oceania era più di vita che altro, il calcio vero l’ho abbandonato al Venezia. Già nell’Ufm era una situazione da dilettanti nella quale come mentalità di lavoro ho fatto fatica a calarmi dopo tanti anni di professionismo». Il suo rapporto con la tifoseria è sempre stato particolare e inevitabilmente qualcuno ha criticato il suo ritorno: che ne pensa? «Mi chiedo come si possa già criticare uno per un ruolo che non ha ancora mai fatto e per giunta non certo fondamentale. Sfido chiunque a sapere chi sono i vice delle squadre , anche di categoria superiore. Questo dimostra che qualche attacco non c’entra nulla col calcio e alcuni insulti erano gratuiti». Qualcuno le rimprovera ancora l’esultanza per il gol segnato all’Unione con la maglia dell’Ufm. «A parte che ho sempre pensato che se uno esulta non manca di rispetto alla sua ex squadra, però ricordo che dal riscaldamento in poi quel giorno ho sentito due ore di insulti gratuiti a me e ai miei familiari: se poi segno come faccio a star zitto? Detto questo, preferisco parlare con i fatti. Se poi qualcuno mi criticava come giocatore, veda prima come lavoro in questo ruolo. Anzi, so che come giocatore in campo ho fatto tanti errori anche a livello comportamentale: voglio aiutare i nuovi ragazzi a non commettere gli stessi miei sbagli. E poi ai tifosi voglio dire una cosa». Quale? «Che sono stati grandissimi nell’inizio della scorsa stagione a non entrare in stadio. È stato uno dei fattori più importanti per uscire da quella situazione, una delle proteste più belle che si potessero fare, perché quella non era la vera Triestina». La gestione Milanese può davvero essere l’inizio della rinascita? «Mauro ha fatto calcio, è uno molto concreto, pratico, sa cosa serve e quali sono i costi. E si sente spesso con suo cugino. Ha sempre detto che c’è un budget preciso, è fondamentale fare il meglio nell’ambito delle risorse che si hanno. Questo significa avere un programma. Ho molta fiducia perché ha iniziato ad organizzare bene le cose. E alla fine è la struttura a fare la differenza».
Ore 21.50 – (Gazzettino, edizione di Belluno) Portieri, rosa e Cristiano. Il menù della settimana gialloblu, a due settimane dal raduno, è questo. E la notizia, dopo qualche settimana in stand-by, è quella che riguarda il nuovo vice di Roberto Vecchiato. Ricevuto il «mi dispiace, ma non posso» di Ivan Da Riz, spremuto già abbastanza da lavoro e settore giovanile, il mister gialloblu ha discusso con la società della possibilità di trovare un altro braccio destro. All’inizio sembrava dovesse bastare il nuovo preparatore atletico Santomaso, poi si è virato su una possibile soluzione interna (Sommacal), infine ecco la sorpresa esterna: Cristiano Poletto. Se tutto andrà come sembra in settimana sarà ufficializzato il suo ritorno in società. Poletto infatti fu già vice di Vecchiato al suo primo anno in gialloblu, stagione 2013/2014, quando oltre al ruolo di secondo della prima squadra gli fu pure affidato quello di mister della juniores. Un gradito ritorno dunque per permettere al mister di lavorare al meglio senza dover passare dai convenevoli e da un rapporto da costruire da zero. PORTIERI. Sempre in settimana poi la nuova coppia a difesa dei pali scelta da Vecchiato e Fardin dovrebbe finalmente firmare su carta intestata gialla e blu. Ancora qualche ora e Nicola Borghetto (’99) e Matteo Menegazzo (’98) saranno ufficialmente gli eredi di Solagna e Brino. NE MANCA UNO. Saltata la partenza di Quarzago, che di certo non andrà più all’Udinese dopo lo “scherzetto Francescutti”, promesso al Belluno e ceduto alla Triestina, a questo punto ne manca soltanto uno. Un solo giocatore da trovare tra le bancarelle del mercato. Ovvero un difensore fuoriquota in grado di coprire la falla lasciata da Pellicanò. Quattro le piste al vaglio sottovoce per evitare l’imbattibile concorrenza delle società più facoltose. LA ROSA. Difensore o non difensore nei prossimi giorni sarà comunicata la rosa che Vecchiato avrà in ritiro a partire dal 22 luglio per un totale di 23/24 giocatori.
Ore 21.40 – (Gazzettino, edizione di Belluno) L’obiettivo? Farne segnare 30 al Cobra. Gianmarco Brotto di ferie ne ha abbastanza. Archiviate infradito e abbronzatura l’attaccante non vede l’ora di iniziare il suo terzo capitolo in gialloblu al fianco del bomber amico Simone Corbanese. Al quale, senza dubbio alcuno, dedica l’obiettivo di stagione. «Fardin dice che ne segnerà più lui di me? – attacca Brotto – Direi che non ci sono dubbi, non lo scopriamo oggi che sia più bravo di me a buttarla dentro. Io sono qui per questo, l’obiettivo è farlo arrivare per la prima volta a 30 a suon di assist. E magari qualche rigore in più da calciare». Fardin però chiede pure la doppia cifra a te. «Un buon obiettivo che sottoscrivo, ma che allo stesso tempo baratterei volentieri con un’ottima stagione della squadra». Cos’è un’ottima stagione dopo il quarto posto dell’anno scorso? «Migliorarsi è la base dello sport. Chi gareggia per rimanere uguale o fare peggio? Detto questo misurare il tutto in punti e posizione in classifica sarebbe riduttivo. Le variabili sono tantissime, arrivare quinti quest’anno potrebbe valere di più del quarto posto dell’anno scorso». Forse, certo è che i playoff devono rimanere un obiettivo. «Da quando c’è Vecchiato i playoff fanno parte del dna del Belluno, dunque tutti se li aspettano e la squadra farà di tutto per raggiungerli. Non conosciamo però ancora le rivali, è presto per provare a capire che campionato sarà». Il Mestre sta facendo uno squadrone. «Pure Altovicentino, Campodarsego, Este, Delta, Union Feltre: non ci sarà una squadra ammazza campionato e occhio che più dei grandi nomi la differenza in serie D la fanno i giovani». Il Belluno non è mai tra le società che in estate fanno vibrare il mercato. «Ed è la sua fortuna. Il Belluno ha una forza e una fortuna che le altre non hanno: essere un gruppo. Qui lo zoccolo non è duro, è durissimo. Giocatori che giocano insieme da tre anni, che si conoscono e non perdono la fiducia in se stessi. Credetemi, è fondamentale». Torniamo a voi due. Vecchiato ha detto di aspettarsi molto da Brotto e Corbanese. «Giusto così, è una bella iniezione di fiducia. Sono certo che lavoreremo alla grande per far sì che le aspettative siano confermate. Spero solo di stare bene per poterlo fare al meglio». Corbanese chiuderebbe volentieri qui la sua carriera. «Per me fino ad oggi ogni estate si è aperto un capitolo nuovo; io qui ci sarei rimasto già la seconda volta che sono venuto, ma è andata diversamente. Ora mettiamola così: spero di giocare a lungo, molto a lungo con Simone. Ci capiamo, intendiamo e complementiamo, possiamo fare davvero bene insieme. E poi lui è uno che fa giocare bene gli altri». Tra gli “squadroni” hai citato l’Union Feltre. «I nomi dei giocatori che sta prendendo sono importanti, sarà sicuramente un grande derby. Quando ero al Ripa segnai al Belluno, ora spero di fare altrettanto a maglie inverse». Arrivare prima dei cugini è un obiettivo? «Se riusciremo a far fare 30 gol al Corba ci arriveremo di sicuro. Prima di loro e di tante altre».
Ore 21.20 – (Alto Adige) A pensarci bene, forse è più facile comporre il “Cubo di Rubik” che la prossima serie C a 60 squadre. Il nuovo format delle terza serie nazionale, benedetto con grande emozione dal Presidente Gravina sta vivendo, difatti, momenti di incertezza e grandi difficoltà. Facciamo il punto della situazione. Attualmente le società aventi diritto a partecipare alla prossima stagione agonistica sarebbero 54. Il condizionale è d’obbligo visto che la numerica, nelle ultime ore, si è ridotta ufficialmente di due unità. Tutto questo perché Martina Franca e Bellinzago non hanno presentato la relativa domanda di iscrizione. Per il Bellinzago si tratta di una “beffa”, visto che la compagine piemontese dopo essersi aggiudicata il girone A della serie D sperava di poter conoscere la soglia del professionismo grazie alla fusione con il Varese, che avrebbe consentito di coagulare forze e risorse. Un accordo mai sottoscritto e che ha fatto crollare il sogno del debutto tra i professionisti. A prendere il posto della compagine novarese si candida la Caronnese, che nella stagione regolare si era piazzata alla spalle del Bellinzago. Opzione agevolata dal fatto che, come da regolamento, la società candidata non dovrà ottemperare al versamento dei 250.000 euro a fondo perduto. Condizione che, nel caso in cui la Caronnese dovesse declinare “l’invito”, varrebbe per anche per la terza piazzata e così via sino alla quinta. Se anche quest’ultima dovesse dire “no grazie” salterebbe definitivamente la possibilità del ripescaggio. Con la Caronnese nella griglia di partenza, la quota delle squadre salirebbe a 53. A completare i numeri ci sarebbero ancora le ripescate dalla serie D che, in base alla graduatoria ufficiale, sarebbero: Lecco, Fano, Fondi e Cavese. Quest’ultima “risucchiata” in extremis a discapito del Campodarsego che paga dazio per la mancanza di un impianto a norma. E siamo a cinquantasette. E infine arriviamo alle ripescate retrocesse dalla Lega Pro che sarebbero Cuneo, Lupa Roma e Melfi. A questo punto il dado è tratto? Macchè! Le sessanta pretendenti al gran ballo della serie C, potrebbe ancora diminuire di numero alla luce dei venti di crisi che stanno attanagliando le stanze dei palazzi di Pavia, Rimini e Casertana. Questo è il quadro che rappresenta la migliore delle ipotesi, perché, come sappiamo, l’ultima parola spetterà al Consiglio Federale chiamato a ratificare la regolarità o meno delle domande di iscrizione. Rimanendo alle 53 aventi diritto, possiamo dire nella geografia della prossima serie C, la regione più rappresentata è la Toscana, seguita da Lombardia ed Emilia Romagna, questa la composizione regione per regione: Abruzzo: Virtus Lanciano e Teramo; Basilicata: Matera; Calabria: Catanzaro e Cosenza; Campania: Casertana, Juve Stabia e Paganese; Emilia-Romagna: Modena, Parma, Piacenza, Pro Piacenza, Reggiana, Rimini e Santarcangelo; Friuli-Venezia Giulia: Pordenone; Lazio: Viterbese; Lombardia: Cremonese, Como, FeralpiSalò, Giana Erminio, Lumezzane, Mantova, Pavia e Renate; Marche: Ancona, Maceratese e Sambenedettese; Piemonte: Alessandria; Puglia: Fidelis Andria, Foggia, Lecce, Monopoli e Virtus Francavilla; Sicilia: Akragas, Catania, Messina e Siracusa Toscana: Arezzo, Carrarese, Livorno, Lucchese, Pistoiese, Pontedera, Prato, Robur Siena e Tuttocuoio; Trentino-Alto Adige: Alto Adige; Umbria: Gubbio; Veneto: Bassano, Padova e Venezia.
Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) La stagione 2015-’16 di Lega Pro è finita ormai da due mesi, ma i giocatori della squadra del Pavia che ha concluso a metà classifica l’ultimo campionato sono ancora in filo diretto con Pavia. Non si parla però di futuro e di programmi per la prossima stagione. Ma di passato, recente, soldi e contratti. Il pomo della discordia sono gli ultimi quattro mesi di stipendi. Quattrini che la dirigenza cinese del Pavia, che ormai ha lasciato la squadra e messo in vendita la società, non ha mai versato sui conti bancari dei professionisti stipendiati per giocare a calcio. Una situazione intricata. Anche perché all’inizio della (breve) era cinese di via Alzaia erano stati fatti parecchi contratti pluriennali. Accordi economici che vanno quindi oltre il termine della stagione appena conclusa e terminata formalmente con il 30 giugno. Il monte stipendi dell’A.C.l Pavia era di circa 250mila euro (contributi esclusi). Soldi che i calciatori, che vivono di questo, aspettano. Di certezze agli atleti, per il momento, non ne sono arrivate. Nè tantomeno bonifici ed assegni circolari. Aspettano e, a questo punto, sperano che qualcosa si sblocchi. Anche perché tra la squadra e la parte di dirigenza rimasta è stato sancito un accordo. I giocatori dovranno rinunciare ad una mensilità, ma in cambio saranno tutti liberi dai contratti che li legano ad un Pavia ormai agonizzante. E non è poco per un calciatore, significa poter cercare subito un’altra squadra. «Vogliamo andare incontro alla società – conferma Dario Biasi, 37 anni capitano della squadra e professionista da vent’anni – Siamo disposti a rinunciare ad uno stipendio su quattro che ci mancano. L’importante è che questo patto venga rispettato e che tutti coloro, anche collaboratori e personale impegnato nelle giovanili, vengano saldati». Biasi, che è anche rappresentante sindacale dei calciatori, è in contatto anche con i vertici dell’associazioni per cercare di uscire da questa situazione intricata. Intanto sul futuro regna l’incertezza totale. L’iscrizione alla Lega Pro è stata presentata, ma è incompleta. Ed i calciatori, arrivati a Pavia negli ultimi due anni ingolositi dai proclami cinesi che parlavano di raggiungere la serie A, lasceranno tutti la squadra. Salvo clamorosi ribaltoni.
Ore 20.40 – (Gazzetta di Reggio) Con la formalizzazione delle domande di iscrizione alla Lega Pro effettuata dalle società aventi diritto entro la giornata di giovedì 30 giugno 2016, ha preso di fatto il via ufficialmente la stagione 2016-17. Una stagione che, però, è iniziata solo sulla carta perché il primo vero scoglio da superare sarà quello del 12 luglio quando la Co.Vi.So.C. esaminerà le domande effettuate da tutte le società per valutare quelle che potranno effettivamente prendere parte al campionato e quelle che, al contrario, non hanno superato i requisiti necessari per affrontare la stagione. Solo successivamente si potrà procedere con le domande di ripescaggio per le formazioni retrocesse in Serie D al termine della scorsa stagione o da parte di quelle società dal campionato interregionale che hanno il diritto e intendono presentare tale domanda. In casa Reggiana nessuno si attende sorprese, poiché la società ha depositato correttamente tutta la documentazione richiesta, con la fidejussione da 350.000 euro necessaria per l’iscrizione al campionato, oltre alla certificazione del pagamento degli emolumenti ai propri tesserati e dipendenti fino al mese di maggio effettuata in data 24 giugno 2016 e tutte le altre garanzie richieste dalla Lega. Questo non dovrebbe rappresentare certamente una novità, ma ad oggi molte società non hanno presentato la domanda completa, come ad esempio il Rimini, la Casertana, il Siena o il Pavia, mentre delle società aventi diritto all’iscrizione alla Lega Pro 2016-17 il Martina Franca e lo Sporting Bellinzago (promossa dalla Serie D) non hanno nemmeno presentato la domanda. Difficile quindi riuscire a realizzare l’idea del presidente della Lega Pro Gravina di riportare la categoria a 60 squadre (l’anno scorso erano 54) perché c’è forte rischio di continuare a perdere delle società durante il cammino di avvicinamento all’inizio della stagione, considerando anche il fatto che non è scontato che tutte quelle che hanno presentato la domanda di iscrizione al campionato siano poi state in grado di rispettare le esigenze imposte dalla Lega. Un nome su tutte quello del Modena, che ha si depositato la domanda di iscrizione alla prossima stagione di Lega Pro, in seguito alla retrocessione avvenuta nello scorso campionato, ma non è affatto scontato che possa poi realmente prendere parte al campionato a causa delle cattive acque in cui naviga la società. Sarà quindi una lunga estate di attesa, poiché solo quando tutto lo scenario sarà delineato si procederà alla stesura dei gironi.
Ore 20.30 – (Gazzetta di Reggio) Qualcuno si aspettava una guerra lampo, con alcuni giocatori di fama subito nel carniere del ds Andrea Grammatica, già dal primo luglio. Gli indizi e le dichiarazioni dei protagonisti della nuova era granata portano invece in un’altra direzione e indicano piuttosto che siamo all’inizio di una lunga campagna estiva, che assomiglierà più a una partita a scacchi, dove le mosse decisive saranno messe a segno più avanti o comunque quando se ne presenterà l’occasione. La Reggiana targata Mike Piazza ha confermato il budget della scorsa stagione, che è di tutto rispetto, ma deve fare i conti con alcune rivali molto più ricche, come il Venezia, ansioso di mettere le mani su calciatori di fama, come Matteo Ardemagni. Servirà dunque una buona dose di strategia e competenza per tenere il passo con i “paperoni” della Lega Pro. È probabile che la società granata attenda che passino i giorni e magari si abbassino alcune pretese eccessive dei calciatori per piazzare il colpo, soprattutto in avanti. L’attendismo comporta dei rischi ma c’è un precedente significativo e confortante: quando il 31 agosto 2015 l’Entella venne ripescato la società ligure, grazie anche a Grammatica, fece mercato in due settimane e quella squadra è arrivata ai playoff di serie B. La morale che se ne ricava è che c’è sempre tempo per fare mercato, a patto di conoscere i giocatori e saperne scorgere le qualità anche quando i nomi non sono di grido. Il primo colpo della Reggiana è stata la cessione di Rachid Arma, un’operazione non semplice visto l’ingaggio importante dell’attaccante. Quella del marocchino non sarà l’unica cessione granata. Nella casella nuovi arrivi per ora c’è solo il giovane terzino sinistro Maxime Giron, in prestito dall’Avellino, e si sta definendo l’ingaggio del centrocampista classe ’97 Mattia Bonetto, a dimostrazione che Grammatica punta molto sui giovani. In questi giorni circolano molti nomi di possibili rinforzi, soprattutto per l’attacco, ma anche qui il nuovo corso potrebbe regalare qualche sorpresa. Non è affatto detto che i giocatori arrivino solo dall’Italia. Il nuovo patron Mike Piazza ha parlato di internazionalizzazione della squadra, riferendosi al marchio, e Grammatica e il capo dello scouting Alberto Bertolini non guardano certo solo al mercato di casa nostra. Bertolini arriva dal Southampton ed ha seguito diversi campionati esteri e culturalmente è molto orientato al calcio anglosassone. Il ds Grammatica all’Entella ha pescato giocatori da vari Paesi, basti pensare all’affare di Cheick Keita, il terzino sinistro classe 1996 preso a parametro zero dal Monaco, che lo aveva svincolato, ed ora valutato circa un paio di milioni di euro e nel mirino della serie A. I tifosi dovranno avere pazienza e ricordare che il nuovo patron Mike Piazza è stato chiaro: «L’idea è di crescere partendo dal basso per arrivare in cima».
Ore 20.10 – (Gazzetta di Mantova) Fino al 16 luglio il Mantova avrà la possibilità di far siglare ai suoi giocatori del 1997 il «rapporto di addestramento tecnico» della durata di 1 anno e che potrebbe riguardare il difensore Edoardo Menini, autore di un’eccellente stagione al San Marino in D, l’attaccante Gyeson Del Bar, che punta innanzitutto a poter giocare con più frequenza della scorsa stagione, il portiere Umberto Gottardi, il difensore Andrea Azzali, il centrocampista Francesco Ferri e l’attaccante Andrea Pagani che quest’anno hanno giocato con la Berretti di mister Elia Pavesi. Non verranno confermati, invece, Migliori e Giannarelli che si erano allenati con i biancorossi. Resterà invece a Rezzato l’attaccante Luca Manarin. Per i giocatori sotto contratto questa è la situazione dei diciotto già in organico per la prossima stagione: si tratta dei portieri Pane e Bonato, dei difensori Carini, Cristini e Sereni, dei centrocampisti Perpetuini, Dalla Bona, Di Santantonio, Raggio Garibaldi, Zammarini e degli attaccanti Tripoli, Beretta, Ruopolo, Marchi, Caridi, Anastasi (dalla Pistoiese), De Respinis (dal Santarcangelo) e Momentè (dal Bassano). Resta da vedere se l’esterno Gonzi e il centrale Trainotti, infortunato ed in scadenza di contratto, verranno confermati mentre il ds Alfio Pelliccioni inizia i contatti per la possibilità di trasferimento di Beretta, Tripoli, Anastasi, Momentè, Pane, Perpetuini e De Respinis. Sono stati lasciati liberi Scalise, Masiello, Maggio; sono tornati alle rispettive società Albertoni, Scrosta, Lo Bue, Longo, Ungaro e Falou.
Ore 20.00 – (Gazzetta di Mantova) Sarà una giornata decisiva per il Mantova, con Musso e Di Loreto che insieme al dg Togni che incontrano Luca Prina per la ratifica di un accordo che sembra ad un passo ma che sarebbe scorretto considerare come fatto. Il summit della scorsa settimana fra il presidente e il mister piemontese ha permesso di smussare alcune perplessità, ma oggi dovranno essere affrontate altre questioni importanti la prima delle quali è la reale disponibilità di risorse da investire nella campagna di mercato. Prina non è parso avanzare pretese inarrivabili ma è chiaro e coerente con il suo pensiero il riferimento ad una rosa in grado di rappresentare un progetto che abbia, più o meno all’orizzonte, uno sguardo verso la conquista della serie B. Proprio per questo sarà decisiva la valutazione che il mister darà del tipo di organico che sarà messo a sua disposizione. Non è un segreto che l’intenzione del tecnico è quella di avere a disposizione una squadra in grado di togliersi diverse soddisfazioni. Una volta superato questo aspetto verrà verificata la possibilità di partire rapidamente con la campagna di rafforzamento della squadra, prevedibilmente con l’attivazione della strategia operativa fra Prina e il dg Matteo Togni, anch’egli presente alla riunione odierna. Dal summit ci si attende l’ufficializzazione dell’accordo per la prossima stagione, considerato di notevole importanza dagli sportivi mantovani che ritengono Prina l’artefice principale della riscossa del Mantova nella passata stagione. Sotto questo aspetto anche la società sembra intenzionata ad allargare, per quanto possibile, i cordoni della borsa ponendo a disposizione del tecnico lo stesso staff della scorsa stagione, per il quale Prina ha speso parole di grande soddisfazione e stima.
Ore 19.50 – (Gazzetta di Mantova) Da una parte una società che pare aver ritrovato la voglia di fare dopo tanta incertezza, dall’altra una squadra tutta da impostare. O meglio, da costruire. Il Mantova è a un bivio importante in vista della prossima stagione di Lega Pro. C’è da sistemare il discorso relativo al tecnico con Luca Prina come nome caldo dal quale ripartire. Il summit definitivo tra mister e vertici del club è previsto per oggi. Ma chi la farà la squadra? Una domanda che ancora non ha una risposta univoca. Per il momento il direttore sportivo in carica Alfio Pelliccioni pare essere ai margini. Per lui il compito è quello di piazzare i giocatori in uscita, nulla di più. Per quanto riguarda le trattative in entrata ci sarà da trovare un direttore sportivo all’altezza. In questo senso potrebbe concretizzarsi un colpo davvero importante: c’è stato infatti un contatto tra il presidente Sandro Musso e Andrea Iaconi. Iaconi, ds di grande esperienza, ha lavorato per anni in Lega Pro con Giulianova e Sambenedettese. Poi il salto in serie B con il Pescara prima (fu uno dei primi ad accorgersi delle doti di un certo Marco Verratti) e con il Grosseto poi (riuscì a rilanciare Mauricio Pinilla). Il salto di qualità definitivo con il Brescia dove Iaconi ha lavorato per 4 anni concretizzando una lunga serie di plusvalenze. Poi la squalifica (scontata dopo aver confessato) per un illecito sportivo nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse. Al momento Musso non si sbilancia, ma pare che il contatto con Iaconi sia solido. Il ds ha preso tempo per valutare la possibilità di ricominciare a lavorare tra i professionisti in una piazza prestigiosa come quella di Mantova. In settimana potrebbe esserci un nuovo contatto tra Viale Te e il dirigente. La sensazione è che la trattativa (nel bene o nel male) si definirà nel giro di pochi giorni. Questo perché il tempo comincia a stringere: le rivali del Mantova sono attive da un pezzo, con le big che hanno già piazzato i primi colpi da 90 sul mercato. I biancorossi tra playout e vicende societarie sono rimasti al palo e quindi dovranno recuperare terreno in queste prime settimane di luglio. L’obiettivo è quello di definire almeno l’80% della nuova rosa entro la partenza per il ritiro (probabilmente ancora a Masen, in Trentino) prevista per il 22 luglio. Il tutto con il club che continua a guardarsi intorno per rafforzare il quadro societario. Sfumato l’acquisto del pacchetto di maggioranza da parte di Roberto Masiero, l’idea della Sdl è quella di trovare nuovi partner senza però stravolgere i piani. Una squadra giovane con un allenatore caparbio in un contesto societario solido: la piazza di Mantova non chiede altro.
Ore 19.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il Pordenone prova a piazzare il terzo colpo ad effetto, ma questa volta non riguarda l’attacco. Nel mirino c’è infatti il difensore Nicola Pasini, top player del pacchetto arretrato. Dopo Rachid Arma, Salvatore Burrai, Stefano Pietribiasi e Paulo Azzi (gli ultimi due non sono acquisti ufficiali, ma poco ci manca), ecco quindi un nome altisonante per la difesa. Pasini è un centrale di un metro e 85 centimetri per 80 chili. Ha 25 anni ed è nato a Chiavenna. Per lui solo professionismo: nel 2011 l’esordio in Prima Divisione con la Carrarese, poi la B allo Spezia (19 presenze), il ritorno in terza serie con il Venezia, le esperienze con Pistoiese (Legapro) e Carpi (nove presenze in B nell’anno della storica promozione in serie A) e l’ultima stagione giocata ancora a Pistoia (quasi sempre presente, 30 gettoni in campionato). L’affare non è concluso, ma il Pordenone ha già contattato lo staff del giocatore. Se ne saprà di più nella prima parte della settimana che inizia oggi. Nicola Pasini può diventare un concorrente interno di lusso per Mirko Stefani e Andrea Ingegneri, i due centrali che hanno fatto la fortuna di Bruno Tedino. Il primo – capitano confermato – ha già rinnovato il contratto. Il secondo, invece, ha detto no al Padova ma deve ancora firmare l’accordo con il Pordenone. C’è anche Paolo Marchi, falcidiato dagli infortuni nell’ultima stagione e sotto contratto ancora per un anno. Con quattro centrali di tutto rispetto, il reparto sarebbe a posto. Sulla fascia destra, invece, arriverà Eros Pellegrini, il cui annuncio è previsto ad ore. Strada spianata anche per il laterale Daniel Semenzato, che arriverà dal Bassano. Altro gran colpo. ATTACCO – Da oggi, poi, ogni giorno sarà buono per l’annuncio di Paulo Azzi, l’attaccante brasiliano ex Pavia che già una settimana fa ha trovato l’accordo verbale con il Pordenone. Al suo fianco ci sono ottime probabilità di vedere anche Stefano Pietribiasi, punta di valore che non ha rinnovato con il Bassano. Contatti in corso, affare non lontano dalla chiusura. Si attendono offerte, invece, per Luca Cattaneo. Il folletto neroverde sembrava dover avere mercato, invece le proposte scarseggiano. Non arriverà Mattia Minesso (Cittadella), intenzionato a scegliere il Bassano CENTROCAMPO – Si attende l’arrivo di Matteo Gerbaudo, mezzala classe 1995 di proprietà della Juventus. I contatti tra i neroverdi e i campioni d’Italia sono rafforzati dall’accordo siglato nella parte finale della scorsa stagione e il trasferimento si farà. Gerbaudo arriverà in prestito secco annuale. Attenzione al Padova, perché il pressing su Matteo Mandorlini non deve considerarsi esaurito. La società diretta da Giorgio Zamuner è pronta a sferrare un altro assalto: il centrocampista del Pordenone, figlio dell’ex tecnico del Verona Andrea Mandorlini, piace al Padova dallo scorso campionato e nei prossimi giorni i biancoscudati presenteranno una nuova offerta a Mauro Lovisa. Padova che ha concluso per il centrocampista Filipe e che ora punta forte sul 35 Emerson, ex difensore del Livorno.
Ore 19.20 – (Calcio Padova) Emerson Ramos Borges è un giocatore del Calcio Padova: il difensore brasiliano ha siglato un contratto con la società biancoscudata fino al 30 giugno 2017.
Ore 19.20 – Mercato Padova, ufficiale: acquistato il centrale difensivo brasiliano Emerson!
Ore 19.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Bruno Tedino va in vacanza. Con la famiglia. Quattro giorni in una località del litorale veneto. Stacca. Segno che gran parte del lavoro estivo sia stato fatto. «Siamo all’80 per cento – conferma il manager – Se concluderemo positivamente gli ultimi contatti, addirittura al 95 per cento». Ad Arta Terme, Tedino e il suo staff avranno una squadra vera sulla quale lavorare. Migliorabile, ma non da costruire in corsa come l’anno scorso. «Sì – annuisce Tedino – ci ritroveremo al De Marchi alle 9.30 dell’11 luglio e mi aspetto di trovare il popolo neroverde ad accogliere con entusiasmo vecchi e nuovi ramarri». DIFESA – Prima di chiudere la valigia Tedino fa il consueto punto settimanale, reparto per reparto. Notizie e conferme di prima mano. «Fra i pali – inizia con soddisfazione – riavremo Tomei e D’Arsiè, ai quali aggiungeremo un terzo portiere giovane. In difesa sono rimasti Stefani, De Agostini, Ingegneri e Marchi. Si è aggiunto Eros Pellegrini (dal Siena, ndr). Siamo d’accordo anche con Daniel Semenzato (dal Bassano, ndr) che dovrebbe firmare in settimana. Cerchiamo un centrale giovane. Mi piaccono Mantovani del Torino, Parodi e Blanco della Juve. Uno di questi dovrebbe arrivare prima del ritiro». CENTROCAMPO – Sul reparto di centrocampo bisogna ancora lavorare. «Già – concorda Bruno -. Hanno firmato Salvatore Burrai (dal Siena, ndr), Mandorlini e Buratto. Dobbiamo prenderne almeno altri due. Meglio se tre. Stiamo sondando la disponibilità di Gerbaudo della Juve e Rosso del Torino». ATTACCO – È il reparto che sembra già completo. «Dopo le prime conferme di Berrettoni e Martignago – riprende Tedino – siamo riusciti a ingaggiare il bomber magrebino Rachid Arma (190 presenze e 83 reti in Lega Pro, 10 nella stagione scorsa a Reggio Emilia, ndr). Abbiamo praticamente chiuso anche l’accordo con Paulo Dentello Azzi (carioca, proveniente dal Pavia, ndr). Firmerà pure lui a breve. Cattaneo, contrariamente a quanto si continua a ipotizzare da più parti, è dei nostri e resterà con noi. Chi pensa il contrario – è il messaggio chiaro di Bruno probabilmente al procuratore di “Veleno” – deve passare da queste parti. Completeremo il reparto con un’ala giovane». NOSTRANI – «Al gruppo – conferma quanto già rivelato lo scorso fine settimana Tedino – si aggregheranno anche i prodotti del vivaio neroverde Zavan, Dussi, Salamon, Uliari, Marco e Andrea De Anna». GIRONI – La composizione dei gironi verrà ufficializzata dopo il 18 luglio. Tedino spera in un gruppo centro-nordorientale. «Per dividere – spiega – Venezia, Padova, Modena e Ancona da altre teste di serie come Parma, Reggiana, Alessandria e Cremonese». Se così fosse che campionato potrebbe fare il Pordenone? «Noi vogliamo stare nella parte sinistra del tabellone – risponde – Ci riusciremo se sapremo formare un gruppo granitico, umile, determinato ed equilibrato come quello della passata stagione».
Ore 18.50 – (Messaggero Veneto) Attacco, ma non solo. Il Pordenone sta puntellando tutti i reparti. A centrocampo è in arrivo un giovane di grande prospettiva come Matteo Gerbaudo (classe ’95), ex gioiello della Primavera della Juventus, la scorsa stagione in forza alla Carrarese in Lega Pro. E in difesa l’allungamento del contratto del capitano Mirko Stefani (’84) sino al giugno 2018 è un chiaro segnale sulle ambizioni del club neroverde, visto che Stefani è considerato uno dei migliori centrali della categoria ed era richiesto da più parti. Il mercato è ancora apertissimo, ma già ora ci si può sbizzarrire a immaginare un undici titolare. In difesa attorno al capitano, al momento ruoterebbe il quasi sicuro nuovo arrivo Semenzato sulla fascia destra. Mentre al centro come spalla di Stefani, ballottaggio tra Ingegneri e Marchi. Sulla sinistra, in attesa di un ulteriore tassello, maglia da titolare all’esperto De Agostini. In cabina di regia, spetterà all’ex Siena Burrai non far rimpiangere Pederzoli partito alla volta di Venezia. Al suo fianco il confermatissimo (nonostante le pressanti lusinghe del Padova) Mandorlini e l’ex juventino Gerbaudo, di cui si dice un gran bene anche in fase realizzativa. Ma a segnare dovrebbero pensarci i tre davanti, a prescindere che Tedino opti per il tridente o per il trequartista alle spalle di due punte. In questa seconda ipotesi uno tra Berrettoni e Cattaneo alle spalle di una coppia potenzialmente esplosiva come Arma e Pietribiasi. In due hanno quasi 200 gol nella categoria. Ci si può fidare.
Ore 18.30 – (Messaggero Veneto) Sta nascendo un Pordenone grandi firme. Ufficiale l’arrivo dell’attaccante della Reggiana, nonché ex Torino, Rachid Arma (classe ’85), quasi quelli della punta del Bassano Stefano Pietribiasi (’85), che vanta 4 stagioni in serie B con il Vicenza, e dell’altro giallorosso, il difensore Daniel Semenzato (’87), che ha militato in Cadetteria con Frosinone e Cittadella. Senza dimenticare che la casella arrivi era già stata impreziosita dal regista Salvatiore Burrai (’87), che ha pure testato la serie A con la maglia del Cagliari. In altre parole le partenze, per quanto dolorose, di Strizzolo, Pasa e Pederzoli, sono state ampiamente colmate. La stella. La palma per l’acquisto, sulla carta, più eclatante, spetta a Rachid Arma. L’attaccante di origini marocchine ha firmato un contratto biennale, vincolandosi al Pordenone sino al giugno 2018. Per la Lega Pro si tratta di un giocatore di sicuro affidamento. Un attaccante in grado di risultare decisivo sulla bilancia di una stagione. In 190 presenze nell’ex serie C ha realizzato 83 reti. Quasi la metà (40) nelle ultime tre annate: lo scorso campionato con la maglia della Reggiana, nei precedenti due con il Pisa. Nel suo curriculum spicca anche la rete messa a segno nella finale playoff per approdare in serie A con la maglia del Torino (contro il Brescia). Ha pure vestito i colori di Vicenza e Cittadella in B e della Spal in Lega Pro. Il “gemello”. Se Arma è ormai a tutti gli effetti un nuovo giocatore neroverde, per Pietribiasi si attende la definitiva chiusura della trattativa col giocatore, che lo scorso 30 giugno si è svincolato dal Bassano. Con i giallorossi 32 gol in 82 presenze. In totale: 90 gol in 12 anni di professionismo, con il record di 15 reti in 29 partite stabilito con il club targato Diesel nella stagione 2013-’14 in C2. Numeri che gli sono valsi il soprannome di “Condor”. Oltre all’esperienza a Bassano, spiccano i suoi trascorsi con Sambonifacese, Mantova e, soprattutto, con il Vicenza in serie B. La sorpresa. In un attacco che già annovera i confermati Berrettoni, Martignago e Cattaneo, potrebbe ritagliarsi la veste di rivelazione il giovane (classe ’94) brasiliano Paulo Dentello Azzi. Anche nel suo caso si attende ancora l’ufficialità. Si tratta di una semplice formalità. L’affare è fatto: il carioca, reduce da una stagione sfortunata al Pavia in Lega Pro, ma forte di un trascorso con gol al Cittadella in serie B, può già considerarsi un nuovo giocatore neroverde. Il suo arrivo sigilla un reparto… da sogno.
Ore 18.10 – (Giornale di Vicenza) Ci siamo. Il week-end ha sancito la svolta attesa da un pezzo: Mattia Minesso ha raggiunto un accordo col Bassano e tra oggi e domani è attesa la firma, cui seguirà il rituale annuncio ufficiale. In realtà era da un tempo che questa trattativa era decollata e ne avevamo dato conto in anticipo, solo che il Bassano, da sempre molto ligio ai regolamenti, è abituato a muoversi solo alla scadenza dei contratti altrui e solo dopo aver verificato che, nella fattispecie, il Cittadella non avesse esercitato alcuna opzione di rinnovo sul ragazzo. Il quale ha consumato gli ultimi giorni di break al mare prima di rientrare in Italia e seguire da vicino con il suo procuratore la trattativa con i giallorossi. Peraltro Werner Seeber aveva già ingaggiato l’esterno offensivo lo scorso gennaio ma sulle ultime curve di mercato il diesse granata Stefano Marchetti bloccò l’operazione trattenendolo a Cittadella. Ora, dinanzi al nuovo assalto del Soccer Team, il Citta non si è messo di traverso e così Mattia, 26 anni, un metro e 74 per 71 kg, laterale offensivo o seconda punta alla bisogna, ha detto sì. Giocatore in grado di saltare l’uomo e con esperienza anche di B alle spalle, pure con il Vicenza, Minesso era nel mirino anche di Padova e Pordenone. Ma i biancoscudati avevano ritagliato per lui una parte esclusivamente da trequartista, un ruolo che il giocatore non sente più nelle sue corde, mentre il Pordenone che sulle prime l’aveva corteggiato parecchio, ha poi allentato la morsa potendo sfoggiare tra Berrettoni, Cattaneo e i nuovi Pietribiasi e Arma già diversi elementi d’attacco. Dopo un lungo pressing, in via Piave aggiungono quest’altra figurina alla collezione che annovera già Rantier e ormai lo stesso Dimitri Bisoli, promesso alla Virtus.Minesso è a ridosso della piena maturità agonistica e al Mercante potrebbe sbocciare definitivamente tornando primattore in un cast di esterni che con Falzerano, Candido, Laurenti e Rantier da suggeritore è zeppo di piedi buoni. Degli altri svincolati rimasti in bilico, uscirà di sicuro un altro tassello della vecchia guardia: dopo Pietribiasi e Semenzato, Davì e Misuraca, saluta anche Dario Toninelli che non ha avuto necessità di un colloquio con la società per congedarsi dopo 4 anni e mezzo. Quanto a Domenico Germinale, l’ultimo degli svincolati, il suo futuro a Bassano pare appeso a un filo, altrimenti i comandanti virtussini si sarebbero già mossi. Salvo retromarce oggi remote pure per il centravanti trevigiano è pronto il foglio di via. Intanto Bassano oltre al mediano Gentile della Spal, segue l’interno Di Quinzio.
Ore 17.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Conoscendo l’ambiente non ci sarà un exploit da un giorno all’altro, ma Tacopina e Inzaghi sono le persone giuste per risvegliare Venezia dal torpore». È un parere che conta quello di Massimo Lotti, per cinque stagioni a difesa dei pali arancioneroverdi ed ora fresco di riconferma nel ruolo di preparatore dei portieri. Da Favarin a Inzaghi, “Vasco” continuerà a mettere l’esperienza maturata in 25 anni di carriera da professionista a favore dei colori diventati da subito una seconda pelle per lui. «Poter continuare a lavorare qui è una gratificazione enorme oltre che uno stimolo. Quando ci siamo stretti la mano con Pippo Inzaghi abbiamo ripensato ai nostri “incroci” – confida il 47enne laziale – in particolare a quando con la Juventus a Lecce colpì due pali, uno su rigore, in una delle sue rare giornate storte. Fin dalla prima chiacchierata mi ha mostrato il suo entusiasmo, trasmette passione e soprattutto mi ha colpito la sua conoscenza dei giocatori dalla serie A alla serie D». Mister Inzaghi ha accettato il doppio salto dalla massima serie alla Lega Pro. «Una scelta così fa ben sperare, ora ci sono aspettative importanti, sappiamo però che la Lega Pro è una categoria difficile e molto competitiva, tornata a mio avviso sui livelli più alti di qualche anno fa. Il Venezia però si sta attrezzando bene». Per quanto riguarda i portieri la scelta è stata quella di confermare il ventenne Vicario puntando però su un elemento di esperienza (Facchin) come titolare. «Vicario nella scorsa serie D ha fatto bene, mostrando personalità e migliorando durante la stagione. Ora questa crescita può sicuramente continuare, ma è importante che ciò avvenga con i tempi giusti. Da qui la scelta di puntare su un titolare navigato. Ho molto fiducia nei nostri portieri, compreso Bortolin che già l’anno scorso come terzo ha dato un contributo oscuro ma prezioso». Avendo vissuto in campo annate migliori, sul piano del seguito allo stadio, come pensa che si possa riconquistare il pubblico? «La società è ambiziosa, ci sarà una squadra competitiva, torneranno derby come quello col Padova, tutti ingredienti che inducono a essere fiduciosi. I tifosi si riavvicineranno, sarebbe desolante il contrario, ma dovremo essere molto bravi a conquistarli con il lavoro, il sudore e l’attaccamento alla maglia arancioneroverde».
Ore 17.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) È il trait d’union tra il passato russo e il presente americano. Da Korablin a Tacopina sembrano passati anni luce come conferma Dante Scibilia, direttore generale in entrambe le società arancioneroverdi. «La prima grande differenza tra l’Fbc Unione Venezia e il Venezia Fc sta nella persona del presidente Joe Tacopina – il parallelo del 41enne mestrino – e nel suo approccio imprenditoriale-passionale. La sua presenza quotidiana sta dando dal primo giorno una marcia in più ad un progetto capace, prima ancora di raggiungere la Lega Pro sul campo, di convincere sul piano della serietà». La presenza al Penzo rimane un problema, tuttavia a sprazzi già in serie D si sono visti confortanti cenni di risveglio. «Sono sicuro che la gente tornerà allo stadio prima o poi. Un grazie lo meritano gli appassionati sempre presenti e propositivi, da VeneziaUnited alla Curva Sud, però l’aspetto più significativo è che in città tutti parlino e si stiano accorgendo del Venezia Fc: istituzioni, sponsor e persone che si erano allontanate nonostante le vittorie, come sempre insufficienti da sole a costruire qualcosa di solido». Scibilia, guardandosi indietro rivede la grande apprensione di un anno fa. «Certamente ho avuto paura che Venezia e Mestre perdessero la bandiera che le rappresenta. Mi sentivo addosso la responsabilità di 15 lavoratori, anch’io mi sono messo in gioco facendo il possibile affinché il pallone non morisse per sempre. Alternative non ce n’erano, la fortuna è stata quella di trovare un sindaco come Luigi Brugnaro che ha fatto di tutto perché la rinascita andasse a buon fine. Poi, ripeto, i fatti e il modo di lavorare parlano per Tacopina». Un campionato è bastato per ritrovare il professionismo. «Con una stagione da 10 abbiamo raggiunto l’obiettivo di riportare un po’ più alto Venezia e Mestre. Stiamo potenziando l’organigramma societario con altri professionisti e lavoreremo sul territorio. Il Penzo? Si sa che il futuro dello stadio di Sant’Elena è segnato, ma per quanto possibile continueremo ad apportare migliorie per accogliere i tifosi».
Ore 17.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Mercato al rush finale, Perinetti incassa le firme dei nuovi arancioneroverdi per dare a Inzaghi un Venezia quasi completo. Nelle prossime ore il ds lagunare porterà a buon fine diversi acquisti, molti da tempo definiti ma ancora in stand-by, dovendo attendere l’inizio di luglio per sottoscrivere i vari contratti. Tra una settimana il tecnico Pippo Inzaghi dirigerà i primi allenamenti, poi a Piancavallo imposterà il suo 4-3-3. Questa ad oggi la situazione dell’organico. DIFESA – Confermato il ’96 Vicario (con il terzo Bortolin), il titolare sarà il sandonatese Facchin, in arrivo dal Pavia col difensore Malomo, candidato titolare con l’ex udinese Domizzi e Cernuto-Modolo di rincalzo. Per la fascia destra c’è Baldanzeddu dal Latina, dalla parte opposta arriverà un altro senior (obiettivo sul 32enne Garofalo dal Novara) con gli under Luciani, Galli e Pellicanò (dal Belluno) pronti all’uso. CENTROCAMPO – Le chiavi del reparto centrale le avrà l’ex Pordenone Pederzoli, con capitan Soligo a coprirgli le spalle. Come interni fiducia a Fabris (ex FeralpiSalò) sulla destra, mentre a sinistra Perinetti ha già il sì di Bentivoglio che attende solo il via libera dal Modena con cui è sotto contratto. Confermato Acquadro, nuovo invece Stulac, classe ’94 dal Koper nel giro dell’under 21 sloveno. Non si può escludere che a centrocampo possa trovare una nuova collocazione anche Fabiano, primo confermato dopo la vittoria della serie D. ATTACCO – Al momento il numero nove è l’ex savonese Virdis ma il titolare scenderà dalla serie B, con in cima alle preferenze il 29enne Ardemagni, rientrato all’Atalanta dopo il prestito a Perugia. Sugli esterni i volti nuovi di Basso (Trapani) e Tortori (FeralpiSalò), assieme al terzetto di riconfermati Fabiano, Carbonaro e Chicchiarelli, aspettando Lanzafame (Novara) o un altro innesto dalla cadetteria. Da regolamento la rosa dovrà prevedere 16 senior (over ’95) e under illimitati (nati tra il 1994 e il 1996), tenendo conto che i ’97 rientrano nel cosiddetto “addestramento tecnico” e quindi fuori lista. Nel fine settimana tornerà in città anche il presidente Joe Tacopina, nei giorni scorsi in visita agli stadi dei New York Red Bulls e dei Filadelfia Union assieme all’archistar Matt Rossetti cui ha commissionato di progettare il nuovo stadio di Venezia.
Ore 16.50 – (La Nuova Venezia) Due sono già out, ma altre quattro società sono in bilico. Il Martina, che si era salvato ai playout, e lo Sporting Bellinzago, neopromosso che ha incrociato il Venezia nella poule scudetto vincendo (4-3) al Penzo, non hanno nemmeno presentato la domanda di iscrizione alla Lega Pro. I pugliesi non hanno trovato un nuovo proprietario, mentre i piemontesi, che avrebbero dovuto trasferirsi al Piola di Novara con spese ingenti, non hanno ottenuto il via libera per realizzare la sinergia con il Varese, dando vita allo Sporting Varese, e alla fine hanno gettato la spugna. Da 54 le formazioni di Lega Pro scendono quindi a 52 con aumento da 6 a 8 delle squadre da ripescare per ristabilire il format a 60 come annunciato dal presidente Gravina. Ci sono almeno altre quattro società a rischio che al 30 giugno hanno presentato una documentazione incompleta: Rimini e Casertana sono quelle più a rischio, avendo inoltrato solo la domanda, il Pavia dei cinesi non ha allegato la fideiussione, infine al Lanciano mancano gli assegni. Per il posto lasciato vacante dal Bellinzago, dovrebbe essere riammessa d’ufficio la Caronnese, senza pagare i 250 mila euro a fondo perduto, come accaduto un anno fa quando il Castiglione non si iscrisse e venne ammesso il Monopoli dal Consiglio Federale. Le prossime settimane saranno di attesa con scadenze ben precise: le società non in regola hanno tempo fino all’11 luglio, il giorno successivo la CoViSoc e le Commissioni competenti comunicheranno a tutte le società l’esito dell’istruttoria sulla documentazione presentata. I club bocciati hanno tempo fino al 15 luglio (ore 19 inderogabili) per presentare ricorso contro la decisione negativa alla relativa Commissione, che si esprimerà il 18 luglio in maniera definitiva. Il giorno successivo, martedì 19 il Consiglio Federale ufficializzerà la decisione sulla concessione delle Licenza Nazionali.
Ore 16.30 – (La Nuova Venezia) Ultima settimana di relax per i giocatori del Venezia, mentre Inzaghi e il suo staff stanno già predisponendo il lavoro da svolgere durante le tre settimane di ritiro, divise tra Piancavallo (13-24 luglio) e Norcia (26 luglio-7 agosto). «Abbiamo scelto l’Umbria perché potremo utilizzare strutture all’avanguardia» spiega il direttore sportivo Perinetti, «e anche perché è una zona dove tante squadre vanno in ritiro e ci ha agevolato nell’allestimento del programma delle amichevoli». Sei nel carniere del Venezia, due in quota (Aviano e Verona Stars) e quattro in centro Italia (Jesina, Sambenedettese, Porto d’Ascoli e Fermana). «Conto di far partire il tecnico con la squadra completa all’80%-90%» aggiunge il diesse «mi tengo qualche finestra aperta per le prossime settimane». Mancano ancora alcuni annunci, di accordi già perfezionati con i giocatori in questione, qualcuno magari da limare o, soprattutto, da trovare le modalità di trasferimento con le società che detengono il cartellino. In particolare il Pavia – da dove arriveranno Facchin e Malomo – che sta attraversando una delicata situazione a livello societario e che punta a cedere i contratti più pesanti per potersi mettere in regola, ma anche il Modena, che grazie alla cessione di Luppi al Verona potrà affrontare con maggior serenità la prossima stagione, così Perinetti potrà trovare l’accordo con Caliendo per il passaggio di Bentivoglio in arancioneroverde. Difesa. In porta, Inzaghi potrà contare sull’esperienza di Davide Facchin, che permetterà una crescita graduale a Guglielmo Vicario, tra i protagonisti della cavalcata in serie D, mentre il terzo portiere sarà Carlo Bortolin. Nel mirino del Venezia un altro giovane, Nikita Contini, classe 1996, rientrato al Napoli dal prestito alla Spal, che potrebbe lasciare la Campania dopo il ritiro a Dimaro con destinazione Venezia o Parma. Corsia di destra sistemata con Baldanzeddu e Luciani, zona centrale anche con Domizzi, Malomo e Pellicanò che si sono aggiunti a Cernuto e Modolo, a sinistra c’è Galli e una un tassello con il novarese Garofalo nel mirino. Centrocampo. Linfa giovane con Vittorio Fabris e Leo Stulac, il capitano Evan Soligo e poi il pallino della regia che sarà affidato ad Alex Pederzoli, con la riconferma di Alberto Acquadro, l’innesto d’esperienza di Simone Basso e quello prossimo di Simone Bentivoglio. Sembrano invece in calo le quotazioni di due ex, Federico Maracchi e Mattia Zaccagni. Attacco. Virdis è stato il primo acquisto di Perinetti, Fabiano la prima riconferma, poi sono arrivate quelle di Carbonaro e del baby Chicchiarelli, fantasia ed esperienza in Loris Tortori, manca il colpo da novanta della punta centrale e un esterno mancino per completare il reparto. Lanzafame sta alla finestra, crescono le quotazioni di Ardemagni, ma Perinetti non ha fretta.
Ore 16.00 – (Giornale di Vicenza) Ci sono un piemontese e un toscano: ma non è l’inizio di una barzelletta. È la storia di Franco Lerda e di Giacomo Chini che nell’organigramma del Vicenza sono l’allenatore e il suo secondo, mentre nella vita non conoscono gerarchie e sono uno amico dell’altro.Chini, chi è Franco Lerda?Un uomo che, anni fa, non ha detto una frase tanto per dirla ma ha mantenuto la parola.Quale?Nella stagione 2006-2007, al Casal Monferrato, in D, Franco è stato il mio allenatore. Veniva dal Saluzzo, dove era subentrato l’anno prima e aveva salvato la squadra ai playout. Era quindi la sua prima vera stagione da allenatore. Da lì siamo rimasti in ottimi rapporti, ci sentivamo spesso, ed è stato allora che mi disse che quando avrei smesso di giocare mi avrebbe portato con sé. Nel frattempo, lei ha continuato a fare il difensore.Fino al 14 dicembre 2008, avevo trent’anni. Ero tornato in D, al Forcoli, e stavamo giocando contro il San Gimignano: la palla rimbalza sulla traversa, io mi tuffo di testa e segno. Ma mentre mi sto tuffando il difensore arriva con il piede per cercare di spazzare via il pallone. La punta della sua scarpa mi si è conficcata nell’occhio: ho rimediato fratture allo zigomo, alla mascella e al setto nasale. All’occhio ho perso sei decimi. Cos’è successo, dopo quel giorno?Sono stato operato, e poi ho girato mezza Italia a fare visite sentendomi sempre dire che è un handicap che non si può corregge con nessun tipo di lente. Infatti, non porto nemmeno gli occhiali.E il calcio?Per un mese sono stato chiuso in camera, non volevo vedere nessuno. Però con Franco mi sentivo. Alle volte noi giocatori siamo delle teste di c…., però capita anche che a pelle scatti qualcosa. Ecco, Lerda era stato il classico allenatore per cui pensi: sì, mi spaccherei anche una gamba per lui. In una delle telefonate mi disse: se non si può più giocare, il calcio si riesce a fare anche in un altro modo…È stata la frase della svolta?Una volta che ci sei dentro, poi fai fatica a vivere senza calcio. Mi sono iscritto a un corso che tenevano a Grosseto, a un’ora e mezza da casa mia. Facevo avanti e indietro ogni giorno, fino a che ho preso il patentino. E sempre grazie a Franco, che conosceva chi lavorava al Siena, ho iniziato ad allenare gli Esordienti. Poi è arrivata l’occasione di Torino, dopo ancora Lecce e adesso Vicenza.E quindi, che allenatore è Franco Lerda?Preparatissimo, uno dei più preparati che io abbia mai conosciuto, oltre che per sentito dire. Lui dedica gran parte della sua giornata al lavoro, può sembrare un po’ diffidente ma, una volta conosciuto, si scopre anche il suo lato scherzoso. Poi a Vicenza siamo arrivati in un momento dove c’era poco da sorridere… Ci giocavamo tanto anche noi.Ecco, in quel momento cosa vi siete detti lei e Lerda?Dopo la partita con il Cagliari le parole sono state: sarà difficile, tanto, ma non impossibile. Davvero avevamo messo la firma per salvarci ai playout. Quello che poi è venuto fuori è stato straordinario.Lerda è un ex attaccante, lei un ex difensore: nell’economia dei vostri attuali ruoli conta questo passato?Noi lavoriamo molto insieme anche nel preparare le cose fuori dal campo: studiamo le partite, analizziamo gli avversari… Quando siamo arrivati a Vicenza era principalmente lui a dirigere gli allenamenti: io cercavo di leggere più gli aspetti difensivi, e lui stesso magari mi chiedeva consigli su come far muovere i giocatori dietro. Siamo avvantaggiati, certo, e ci completiamo perché magari lui mi suggerisce come potrebbero muoversi gli attaccanti. A proposito di difensori: oltre alla salvezza, un altro vostro grande merito è stato quello di far emergere Adejo.Tra noi ci siamo sempre detti che potenzialmente era fortissimo, e che pagava forse il fatto di aver sempre giocato in difese a tre o facendo addirittura il terzino destro. Si è dimostrato un ragazzo bravo e umile. Una cosa, però, va detta: abbiamo lavorato davvero tanto sulla difesa a livello tattico. Sono sempre stato d’accordo con Franco quando sosteneva che la nostra salvezza sarebbe stata subire meno gol, perché con Ebagua, Raicevic, Giacomelli, Galano… Il gol si poteva fare sempre. Da ex capitano (Lucchese, Genoa…) ed ex difensore con un infortunio importante alle spalle, che idea si è fatto di Nicolò Brighenti?È un ragazzo straordinario, sotto tutti i punti di vista. Ha una forza d’animo paurosa oltre ad avere qualità indiscusse: potrebbe fare serenamente la Serie A perché ha velocità, anticipo, uno contro uno… Tutti gli avranno già detto che ha la pecca dell’altezza, ma pazienza. È un piccolo Cannavaro, un capitano vero.La domanda è d’obbligo: le ricorda in qualcosa il Chini giocatore?È un ragazzo tranquillo e pacato anche fuori dal campo, lo ero anch’io anche se forse non come lui… Io sono alto un metro e ottanta, che vuol dire basso comunque per chi vuol fare il difensore centrale. Mister Lerda, quando gli chiedevano di me, rispondeva: “Era uno che leggeva bene… ma non il giornale!”. È vero, capivo prima la giocata. Ma Brighe è naturalmente più forte di me.
Ore 15.30 – Marcus Diniz: “Ho preso questa decisione perché credo che a 29 anni questo sia l’ultimo treno possibile per salire di categoria. Gioco in Lega Pro da cinque anni, ed ero talmente stufo di giocare in questa categoria che avevo anche pensato di smettere. Il Padova aveva fatto un grosso sforzo e mi aveva offerto un grosso contratto di tre anni, ma non dite che vado a Losanna per i soldi perché sennò sarei rimasto qua. Io ringrazio Padova, la società ed i suoi tifosi perché è grazie a quest’annata se ho ricevuto questa proposta. Sto rischiando perché se mi va male lì non posso più tornare in Italia dato che perdo il mio status di comunitario… Avevo anche fatto una chiacchierata col Vicenza ma poi ho scelto questa opportunità. Il Losanna mi fa un anno di contratto, voglio solo cambiare un po’… Lo dico perché in Italia non ho mai trovato una società seria come quella biancoscudata! Fabiano? Non sa niente della mia decisione”. Termina la conferenza stampa.
Ore 15.20 – Giorgio Zamuner (dg Padova): “Diniz si è già espresso a dovere, lui crede che quest’opportunità possa permettergli di svoltare a livello di carriera e ha già spiegato che la società si è comportata a dovere. Ora servono tre centrali, quattro con un giovane. L’offerta del Losanna? Irrisoria”
Ore 15.15 – Roberto Bonetto (ad Padova): “Sono molto amareggiato per non dire altro, perché sono rimasto ai vecchi tempi in cui una stretta di mano bastava per riuscire Ci eravamo stretti la mano al Kofler alla presentazione di uno sponsor, al suo fianco c’era Neto Pereira e Diniz mi ha detto che il suo unico pensiero era di non giocare in scadenza di contratto. Noi come società cosa dovevamo fare di più? Il Losanna ci ha fatto un’offerta indecente sfruttando il volere del giocatore, e non possiamo tenere un calciatore controvoglia. Noi vogliamo un gruppo coeso con gente motivata ed assetata di vittorie perché puntiamo alla B. Portate pazienza perché col piccolo indenizzo del Losanna il dg Zamuner troverà di sicuro un altro difensore con le qualità ed i valori di Diniz. Dobbiamo però riconoscere che ha avuto il coraggio di metterci la faccia, e quindi gli auguro di far bene nel prosieguo della sua carriera”.
Ore 15.05 – Inizia la conferenza stampa. Giuseppe Bergamin (presidente Padova): “Abbiamo indetto questa conferenza stampa per non dare informazioni sbagliate. Diniz aveva manifestato il desiderio di prolungare il contratto fino al giugno 2018, e la società aveva rilanciato proponendogli un rinnovo addirittura fino al giugno 2019. Settimana scorsa, però, Diniz si è presentato in sede con un rappresentante del Losanna dicendo che voleva trasferirsi nella società neopromossa nella serie A elvetica. La società Losanna ci ha riconosciuto un indenizzo più simbolico che reale, dispiace ma non potevamo tenere con noi un giocatore scontento. il comportamento della società è sempre basato sulla correttezza”.
Ore 14.30 – (Gazzettino) La rosa della Vigontina San Paolo, società come tale al debutto nella prossima stagione, è praticamente cosa fatta. Questo nuovo sodalizio, che unisce due delle realtà più vivaci della provincia, la Vigontina (nata nel 1995 e salita fino alla serie D affiancando alla prima squadra un vivaio e una scuola calcio importanti) e la storica San Paolo (società legata al suo quartiere salita in D nel 2010 dopo una fusione con l’Albignasego, fallita nel 2014 e rinata come Atletico S.Paolo, poi approdata a San Martino di Lupari con Stefano Zarattini fino a quest’ultimo nuovo capitolo), rappresenta «La unione fra due scuole calcio che hanno raggiunto importanti livelli sportivi e di immagine» per stessa ammissione, in sede di presentazione, di Ivo Righetto negli ultimi quindici anni alla presidenza della prima. Un sodalizio che dovrebbe trasferirsi armi e bagagli a Vigonza e, almeno in questa prima stagione, punta intanto a una salvezza tranquilla. «Costruire una squadra totalmente nuova, seppur potendo contare sui due nuclei delle precedenti, non è mai facile – spiega il direttore sportivo Alessandro Bragagnolo, rimasto saldamente al suo posto così come in pratica tutto lo staff tecnico della Vigontina -. Diciamo che, puntando anche in accordo con il mister Italiano sulle caratteristiche di rivalsa e della buona qualità dei giocatori scelti, crediamo di essere riusciti ad allestire una rosa giovane e al tempo stesso dinamica che possa ottenere la salvezza prima possibile; per poi, magari, rappresentare una “mina vagante” del campionato. Mancano forse ancora un paio di tasselli: un difensore centrale e una punta esterna». Alla squadra, che si radunerà il 25 luglio (il 2 agosto è già fissata la prima amichevole con il Calvi Noale), quest’ultimi giocatori dovrebbe essere aggiunti a breve: mancano solo alcuni dettagli, infatti, per l’arrivo di Raffaele Cacurio, attaccante 28enne ex Thermal Teolo e Campodaresego, sempre in doppia cifra di gol nelle ultime tre stagioni e dotato di uno scatto felino. Lo stesso ds Bragagnolo, intanto, nelle ultime ore ha perfezionato tre acquisti: l’attaccante Andrea Michelotto (classe ’93) e il portiere Marco Vanzato (’96), entrambi dal Campodarsego; e il ventenne terzino sinistro Stefano Amato dal Cittadella con cui ha vinto il campionato di Lega Pro. Inoltre, in prestito dalla Spal ma cresciuto nella Vigontina, è rientrato anche Alessio Rigon esterno destro di centrocampo classe ’98. Erano già stati definiti da tempo invece, oltre all’accordo con il danese ex Padova Dan Thomassen che con la sua esperienza rappresenterà uno dei pilastri di questa squadra formata per lo più da giovani, anche altri due arrivi: l’esterno classe ’90 Mattia Episcopo (Mestre) e il centrocampista del ’92 Matteo Vigo (Giorgione, 3 gol l’ultima stagione). «Sono stati scelti tutti giocatori funzionali al progetto tecnico – spiega l’allenatore Vincenzo Italiano, alla sua prima esperienza su una panchina senior -: a me piace giocare, infatti, con tre punte più quattro dietro. Da questo punto di vista, la priorità sul mercato è ora quella di un difensore centrale visto che al momento ne abbiamo soltanto due più un altro che può giocare da “adattato”. Al di là dei moduli, però, penso sarà fondamentale la “fame” con cui scenderemo in campo: in tanti, infatti, hanno voglia di stupire e più di qualche altro intende far ricredere su giudizi forse avventati. Io stesso, del resto, ho una voglia matta di mettermi in mostra».
Ore 14.10 – (Gazzettino) Il progetto di “giovani al top” dell’Abano Calcio procede a pieno ritmo e con grande entusiasmo, da parte di tutta la dirigenza termale capitanata dal presidente Gildo Rizzato. Dopo i sei importanti acquisti perfezionati nell’arco delle ultime due settimane (gli ultimi due, solo in ordine di tempo, i centrocampisti di quantità Emanuele Busetto e Riccardo Serena, rispettivamente classe ’92 e ’96, presentati ufficialmente entrambi giovedì pomeriggio nella sede del club in via Moroni), però, è giunto ora il momento di una pausa di riflessione. «Abbiamo quasi terminato – spiega a tale proposito l’attivissimo direttore sportivo Andrea Maniero -, ma quattro o cinque cosine conto ancora di portarle a termine. E specie sugli esterni. Abbiamo già le idee chiare, in accordo con il mister, e stiamo parlando con più di qualche giocatore; solo che, in questa fase, non ci interessa aver fretta: ora intendiamo puntellare la rosa, infatti, con qualche elemento di esperienza che abbia diversi campionato di categoria alle spalle. La priorità, comunque, resta un esterno d’attacco: da questo punto di vista, anzi, conto di poter chiudere già nei primi giorni della settimana». Un identikit, questo fornito dallo stesso ds aponense, che non sembrerebbe però ritagliarsi appieno sull’attaccante classe ’97 Elsan Asanovsky (ex Portomansuè), nei giorni scorsi indicato da “radio mercato” come molto vicino ai colori neroverdi. «Il mio modulo resta il 4-2-3-1 con un vertice alto e riferimento in mezzo al campo, che potrà essere Maicol Pagan o in alternativa il trequartista Filippo Fraccaro – spiega l’allenatore dell’Abano Luca Tiozzo -. All’occorrenza, non disdegno però l’idea di riformulare il modulo stesso o di cambiare in corsa, adattando la squadra nell’arco della gara, anche al 4-2-4. Specie se, come tutti ci auguriamo, dovesse arrivare un’altra punta da poter affiancare a Baldrocco. La serie D della prossima stagione, specie nei nostri possibili gironi di riferimento, si annuncia bella tosta. Alcune squadre hanno a disposizione dei budget davvero notevoli: penso, ad esempio, alla Triestina, Campodarsego, Feltrese, Arzignano Chiampo o Alto Vicentino». Il valore aggiunto della sua squadra, però, sembra poter essere la voglia di riscatto di molti dei nuovi acquisti (reduci da buone annate a livello personale, ma concluse con le retrocessioni delle rispettive squadre). «Tornando alla squadra che stiamo allestendo – aggiunge Tiozzo -, mi piace sottolineare la tempra morale che sono convinto avrà: parafrasando un grande allenatore, infatti, non so se vinceremo sempre ma ogni domenica faremo in modo perché ciò accada». «Voliamo basso – replica Maniero -, ma daremo del filo da torcere a tutti. Primo obiettivo resta la salvezza magari da raggiungere già dopo quindici giornate».
Ore 13.50 – (Gazzettino) L’Este punta sulla linea verde e si prepara a un ritorno clamoroso. Nei giorni scorsi la società atestina ha presentato i nuovi arrivi per la classe 1998: si tratta di Matteo Gilli, difensore dell’Hellas Verona, e di Marco Faggin, centrocampista del Padova. Si conclude così una rivoluzione vera e propria, che dell’intera rosa dell’ultimo campionato vede rimanere in squadra solamente due giocatori. Ecco quindi la formazione, per ora sommaria, con la quale l’Este scenderà in campo nella prossima stagione sportiva. In porta l’inossidabile Lorello, che ha deciso di rimanere in giallorosso e che porterà ancora la fascia di capitano. Davanti a lui la coppia di centrali composta da Busatto e da Montin, unico altro giocatore rimasto dall’era Pagan. Il solo terzino per il momento a disposizione del nuovo tecnico, Michele Florindo, è proprio il giovanissimo Gilli. L’altro esterno di difesa è ancora da definire. La mediana è invece praticamente fatta, e si preannuncia come uno dei reparti più forti e agguerriti del girone. In mezzo al campo giocheranno infatti Tessari, Cavallini e Longato, che ricomporranno la linea centrale della primavera del Padova di qualche anno fa. Il playmaker sarà Longato, che ha già dimostrato di avere la stoffa e l’esperienza in categoria, mentre i compagni di reparto metteranno qualità e quantità nel motore giallorosso. Con loro giocheranno i due Faggin: l’ultimo arrivo – Marco – segue il fratello Matteo, già accasatosi in Bassa Padovana qualche giorno fa. Mancano almeno altri due giovani da gettare nella mischia, ma per questi c’è tempo. Fin qui tutto bene, e ora vengono le note dolenti. Davanti l’Este dispone del solo Munarini, che ha una voglia matta di fare bene. Voci di corridoio parlano di un big in arrivo. Anzi, di ritorno: la società starebbe chiudendo con un ex pronto a rivestire la casacca estense, ma nessuno si sbilancia sul nome. C’è poi in ballo Marcandella, che farà il ritiro con il Padova. Solamente al termine della prima parte della preparazione con i biancoscudati si conoscerà il destino dell’attaccante, che all’ombra della porta vecchia troverebbe un posto di sicuro. Si è un po’ raffreddata invece la pista che pareva dover portare in giallorosso l’attaccante Pittarello, ex Padova e Luparense: se ne saprà di più fra qualche giorno. Nelle prossime due settimane arriveranno inoltre alla corte di Florindo almeno cinque fuoriquota provenienti da società blasonate. «Questo è l’assetto della squadra – conferma il vicepresidente, Stefano Marchetti – mancano pochi ritocchi, poi ci siamo. Possiamo solo dire che è in arrivo un bel colpo per il reparto avanzato, quindi aspetteremo di capire cosa faranno alcuni giocatori che stiamo tenendo d’occhio da tempo». «La nostra preoccupazione – continua Marchetti – è ora legata alla composizione dei gironi, speriamo di non finire nel girone tosco emiliano, perché sarebbe veramente complicato organizzare l’ennesimo campionato con trasferte lunghissime». La società giallorossa sta organizzando infine un incontro ufficiale con il nuovo assessore cittadino allo sport, Sergio Gobbo, per rinsaldare i rapporti con il Comune.
Ore 13.30 – (Gazzettino) Eccolo il pezzo da novanta per l’attacco del Campodarsego. Direttamente dal Parma, neopromosso in Lega Pro, arriva Fabio Lauria, trent’anni a fine agosto e un prestigioso curriculum alle spalle, impreziosito da quattro presenze in serie B ad Arezzo. Con gli emiliani, oltre a farsi amare dai tifosi – il coro “tanta roba Lauria” – era una costante allo stadio – ha realizzato sette reti in 26 gare, più due in Coppa, pur in un ruolo che non lo valorizzava al massimo. Nella precedente esperienza con il Delta Porto Tolle è andato a segno 17 volte, ma in Veneto ha lasciato il segno anche a Venezia, con undici reti in serie D e sette nella successiva stagione in Seconda divisione. Prima e dopo ha militato in C, a Cuneo, Matera (serie D), Lumezzane, Lanciano, Martina e Reggiana, dove nel 2004 ha esordito tra i professionisti. «Possiamo considerarlo un “top player” per la categoria – commenta il direttore generale Attilio Gementi – e a parte quello di prima punta, può svolgere tutti i ruoli sul fronte offensivo e integrarsi bene con Aliu». Per il nuovo arrivato una scelta ponderata e per questo convinta. «Ho sentito la prima volta Gementi – racconta Lauria – a inizio giugno. Ero ancora in ballo con il Parma e avevo un paio di proposte, ma ho voluto ascoltarlo e mi ha fatto subito una grande impressione. Poi ho conosciuto il presidente e la realtà di Campodarsego, constatando che ci sono persone serie che vogliono fare le cose per bene dopo la scorsa annata eccezionale». Come vivrà il passaggio dai bagni di folla parmensi a una piazza più tranquilla? «La situazione di Parma è qualcosa sopra le righe, un caso eccezionale che difficilmente avrà seguito. È stato bello e me la porterò dentro, ma volevo scegliere nel modo giusto, optando per qualcosa che mi convincesse al 100%». Così sulle sue caratteristiche: «Credo di potermi esprimere meglio, essendo un brevilineo che punta su velocità, dribbling e assist, come seconda punta o trequartista. Anche l’aspetto tattico ha inciso dato che a Parma mi sono sacrificato nel ruolo di esterno nel 4-2-3-1 e la cosa un po’ mi è pesata». E poi il Veneto gli porta fortuna: «A Venezia ho vinto due campionati di fila in D e Lega Pro e il Delta è la squadra in cui ho segnato di più». Lauria non sarà l’unico volto nuovo. «In settimana arriveranno un’altra punta – riprende Gementi – per cui sto valutando un paio di opzioni, e un difensore centrale esperto, oltre ad alcuni giovani». Dopo la mancata iscrizione in Lega Pro del Bellinzago, che sarà sostituito dalla Caronnese, e del Martina, difficilmente gli organici verranno integrati con riammissioni, formula che eviterebbe il pagamento della ingente tassa a fondo perduto e dunque il Campodarsego continua a ragionare in chiave serie D: «Il gap tra chi lotta per vincere nella nostra categoria e chi deve salvarsi in Lega Pro è notevole e poi cambiano gli equilibri sui giovani. Da noi devono giocarne quattro per cui la lista degli over è di 11, 12 elementi, contro i 16 della Lega Pro». La volontà è quella di ottenere il salto di categoria sul campo, ma non manca consapevolezza sulle difficoltà che attendono Bedin e colleghi: «Manterremo la stessa mentalità dell’anno scorso e proveremo a migliorarci. Fare un campionato di vertice non è mai facile. C’è da inserire nel nostro contesto e nel nostro modo di operare un allenatore nuovo e pure la squadra in gran parte è cambiata. In pratica si riparte da zero».
Ore 13.10 – (Mattino di Padova) Se andate a Venezia in questi giorni, è molto facile che lo troviate in divisa. E non quella neroverde dell’Abano, che Emanuele Busetto, centrocampista centrale, indosserà nella prossima stagione, bensì la maglietta a righe orizzontali biancazzurre tipica dei gondolieri. Perché, oltre all’arte pedatoria, Busetto conosce bene pure quella dei vogatori più famosi del mondo. «In estate mi dedico a questa passione», spiega Emanuele, che è figlio d’arte. «Durante il campionato, per ovvi motivi, non posso lavorare. Cerco di recuperare quando gli altri giocano i tornei estivi. In gondola mi diverto e mi tengo in allenamento». Sia chiaro, Emanuele è gondoliere a tutti gli effetti: ha partecipato al bando del Comune di Venezia per l’ammissione al corso “Arte del Gondoliere”, ha frequentato un corso per sei mesi e svolto il periodo di praticantato con i maestri della disciplina. «Il calcio è la mia vera passione e, una volta conclusa la carriera, mi piacerebbe allenare, ma ho ritenuto opportuno tenere aperta un’altra strada, altrettanto affascinante, per il futuro», prosegue il mediano-gondoliere. «È un onore e un onere, per me, portare avanti una tradizione di questa meravigliosa città e della mia famiglia. D’altra parte, vogare sul Canal Grande è una sensazione indescrivibile». Parole di un veneziano doc, che, calcisticamente parlando, non ha tirato i primi calci al pallone con i Leoni Alati: «Ho iniziato a San Donà e poi mi sono trasferito a Noventa Padovana», racconta ancora. «A livello giovanile, però, ho trascorso i miei anni più belli a Trieste». Nella Triestina, appunto. Con la Primavera dell’alabarda Emanuele Busetto è riuscito a mettersi in luce nella stagione 2010/2011, guadagnando pure qualche convocazione in prima squadra (che all’epoca disputava il campionato di Serie B). Da mezzala si è poi fatto largo in Serie D, con le maglie di Sacilese, Sandonà, Clodiense, Union Pro, Mestre ed Este, le sue ultime due squadre: «Arrivo ad Abano nel momento migliore», afferma. «Mi ha voluto mister Luca Tiozzo, che avevo già avuto a Mestre nella prima parte della passata stagione e sono felicissimo perché qui trovo giocatori di primo piano come Baldrocco, Serena, Fracaro, Boscolo Berto e Pagan. La società sta costruendo una rosa fortissima, che può arrivare veramente in alto». Abano, quindi, al vertice in un girone Triveneto in cui Mestre, Triestina e Campodarsego stanno allestendo rose da urlo. Un’ipotesi che per Busetto è possibile: «Certo, penso che l’Abano, con un allenatore come Luca Tiozzo che cura i dettagli e dei giocatori che conoscono perfettamente la Serie D, possa davvero ambire a raggiungere traguardi importanti. Non vedo l’ora di iniziare l’avventura con la nuova maglia».
Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Le quattro squadre padovane di Serie D inizieranno la stagione fra poco più di due settimane. A rompere il ghiaccio sarà il Campodarsego, che venerdì 15 e sabato 16 si ritroverà a Reschigliano per i test fisici. La preparazione atletica vera e propria inizierà, però, il 18. Sabato 23, a Mezzano di Primiero, ci sarà l’amichevole con il Padova, mentre il 31 i biancorossi affronteranno il primo turno di Tim Cup. Dal 1º agosto, invece, i ragazzi di mister Enrico Cunico saliranno per una settimana di ritiro a Folgaria. Scatterà mercoledì 20 la stagione dell’Este, che si radunerà al Nuovo Stadio per la prima fase di preparazione. I giallorossi proseguiranno il lavoro nel quartier generale di Galzignano Terme. Il 10 agosto ci sarà l’amichevole con la Piovese allo stadio Vallini di Piove di Sacco. Lunedì 25 sarà il turno della Vigontina San Paolo, che svolgerà l’intera preparazione atletica al centro sportivo di Busa di Vigonza. Le prime due amichevoli si giocheranno martedì 2 e sabato 6 agosto, rispettivamente contro Calvi Noale e Godigese. Lo stesso giorno inizierà a lavorare pure l’Abano agli impianti sportivi Ceron di Selvazzano Dentro, con la possibilità di sfruttare pure la struttura termale dell’hotel Petrarca di Montegrotto.
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) Con luglio le quattro squadre di Serie D hanno iniziato a fare sul serio. Sul mercato Campodarsego, Este, Abano e Vigontina San Paolo hanno formalizzato gli accordi con i nuovi acquisti e sorpreso le concorrenti con qualche “colpo” bene assestato. CAMPODARSEGO. È stata una domenica con il “botto” per il Campodarsego, che ha ufficializzato a sorpresa l’attaccante Fabio Lauria. L’arrivo dell’ex Parma la dice lunga sulle intenzioni della società biancorossa, che ha rinunciato alla Lega Pro nell’immediato, certo, ma sta allestendo una rosa per entrare nel calcio che conta dalla porta principale. Fabio Lauria, 29 anni, originario di Napoli ma cresciuto nelle giovanili di Modena e Ternana, è un giocatore di altissimo profilo per i dilettanti. Parlano per lui i trascorsi in Serie C con Reggiana, Martina Franca, Lanciano e Lumezzane e in B con l’Arezzo. Lauria conosce molto bene pure la Serie D, avendo giocato tra le file del Venezia (con cui ha vinto il girone C e la poule scudetto nel 2012), Matera, Cuneo, Delta Porto Tolle e Parma. E non finisce qui: in settimana il “Campo” dovrebbe annunciare un centrocampista di esperienza e un altro attaccante, oltre ad un esterno destro fuori quota del ’98. Faranno parte della rosa, inoltre, Matteo Callegaro e Giacomo Seno, presi entrambi dal Venezia, oltre a Nicolò Severgnini e Mattia Sanavia, che hanno seguito mister Enrico Cunico dopo l’ottima stagione alla Luparense. ESTE. Deve dedicarsi alla squadra dei “baby” anche l’Este di mister Michele Florindo, che vorrebbe completare la rosa entro il 15 per iniziare la stagione con tutti gli effettivi. Com’è noto, la società si è portata avanti nelle scorse settimane e con l’inizio del mese “caldo” non ha avuto bisogno dei fuochi d’artificio. Qualcosa, però, si è mosso pure in via Monte Cero: Marco Faggin e Matteo Gilli. Marco Faggin, attaccante classe 1998, segue il fratello Matteo, preso dalla Luparense San Paolo. Matteo Gilli, invece, è un terzino destro 19enne, prodotto del vivaio dell’Hellas Verona. Altri due (o tre) acquisti dovrebbero essere annunciati tra oggi e domani. Per quanto concerne i cosiddetti “vecchi”, ai giallorossi mancherebbero soltanto un esterno d’attacco (per sostituire Vincenzo Ferrara, vicino al Pontedera) e un difensore centrale da affiancare al riconfermato Nicolò Montin e all’altro nuovo acquisto Riccardo Busatto. VIGONTINA SAN PAOLO. Week end di novità pure in casa Vigontina. Il direttore sportivo dei bianconeri Alessandro Bragagnolo ha chiuso le trattative per quattro giocatori. Alessio Rigon e Stefano Amato sono due new entry della Serie D. Rigon, prodotto del settore giovanile della “vecchia” Vigontina, nell’ultima stagione è stato valorizzato dalla Berretti della Spal: è un terzino destro classe 1998, duttile come l’altra giovane freccia presa dal Cittadella, Stefano Amato, appena 20enne. Arrivano dal Campodarsego, invece, il centrocampista Andrea Michelotto (soffiato all’Este) e Marco Vanzato, portiere scuola Padova di grande prospettiva. Oltre al fantasista Raffaele Cacurio, che sarà annunciato in settimana, la Vigontina dovrebbe aggiudicarsi pure un centrale difensivo e un attaccante. ABANO. Un bomber di peso serve pure all’Abano, dopo aver sistemato il centrocampo con Emanuele Busetto e Riccardo Serena (presi da Este e Mestre) e la “spina dorsale” della rosa con il quartetto composto da Filippo Fracaro, Mattia Baldrocco, Davide Boscolo Berto e Maicol Pagan, oltre all’ex Fontanafredda Marco Frison. Sull’attaccante che andrà a completare una rosa già competitiva non sono stati fatti nomi, anche perché quando si parla di gol e centimetri il rischio di scatenare delle aste (soprattutto sugli ingaggi) è altissimo. La priorità, tuttavia, non è solo davanti: il direttore tecnico Andrea Maniero vorrebbe consegnare al tecnico Luca Tiozzo una rosa ultra-competitiva con altri 4-5 fuori quota in arrivo da club professionistici della zona.
Ore 12.00 – (Gazzettino) Ormai ci siamo. Il Cittadella è pronto a ritornare al lavoro. Ancora una settimana di vacanza – che poi così non è perché i giocatori già si stanno allenando per conto proprio secondo la tabella personale del preparatore Redigolo – e la squadra di Roberto Venturato comincerà l’avventura in serie B. Il raduno, primo passo della stagione, è previsto martedì 12 luglio alle 16, al Tombolato. Dal giorno dopo, visite mediche e primi allenamenti al campo intervallati dai test fisici, in preparazione del lavoro da svolgere in altura. Sabato 16 luglio, nella suggestiva cornice di piazza Pierobon, il Cittadella si presenterà ai propri tifosi, condurranno la serata Gianluca Di Marzio e Federica Masolin di Sky. Saranno svelate le nuove maglie del campionato di serie B, e sul palco si esibirà anche il gruppo “La Cittadella del Musical”. Domenica 17 luglio la partenza per Lavarone, sede del ritiro per due settimane. Il Cittadella in altura giocherà le prime amichevoli: nel pomeriggio del 17 contro i dilettanti del Lovadina, mercoledì 20 con l’Altovicentino, domenica 24 – in occasione della “Festa del Tifoso” con il Levico Terme, poi mercoledì 27 il Cittadella sfiderà il Chievo, a Rovereto. Al rientro in pianura, sabato 30 luglio, l’amichevole a Vicenza. ABBONAMENTI – Oggi parte la nuova campagna abbonamenti del Cittadella. Sino al 15 luglio sarà possibile far valere il diritto di prelazione per i vecchi abbonati, dal 18 luglio ci sarà la libera vendita per qualsiasi settore. Questi i prezzi: tribuna d’onore 1.100 euro, tribuna fedelissimi 550 euro (ridotto donne, senior over 60 e ragazzi under 20 a 425 euro), tribuna ovest 380 euro (ridotto a 325 euro), tribuna laterale ovest scoperta 200 euro (ridotto 150 euro), tribuna est 125 euro (ridotta donne e senior over 60 a 75 euro, per i ragazzi under 20 anni a soli 20 euro). Gli abbonamenti si possono sottoscrivere alla sede del Cittadella, sul circuito Ticketone, alla rivendita “Tabaccheria Borgo Bassano”.
Ore 11.40 – (Gazzettino) L’ossatura del Cittadella è pronta. La colonna vertebrale della squadra di Roberto Venturato è strutturata bene, in grado di sostenere le fatiche della lunga stagione di serie B. Certo, la rosa dei giocatori non può dirsi completa – l’ha sottolineato Stefano Marchetti nell’intervista – ma il grosso del lavoro da fare, il diggi granata l’ha portato a felice compimento. Nell’ultima settimana il dirigente ha piazzato quattro colpi niente male, con Litteri che rappresenta – almeno per il momento – il gioiello della campagna acquisti del Cittadella: «Sono stati giorni davvero strepitosi. Ho concluso trattative lunghe, difficili, logoranti se vogliamo, ma sono contentissimo di quanto fatto. Provo una grande soddisfazione personale, sono davvero tanto contento di aver portato a Cittadella giocatori importanti». Arrivare al centrocampista Simone Pasa e al portiere Alberto Paleari è stato relativamente semplice – in uscita rispettivamente da Pordenone e Giana Erminio – ma portare a Cittadella Andrea Arrighini e confermare in granata Gianluca Litteri è stato un altro paio di maniche: «Questi due erano giocatori molto richiesti sul mercato, c’è stato da lavorarci su parecchio. Ha contribuito in maniera decisiva la volontà di entrambi di volere il Cittadella, spero sia di buon auspicio per il campionato che andremo ad affrontare. L’accordo con Litteri e Arrighini l’avevo raggiunto da tempo, la loro volontà era chiara, ma non è stato semplice né scontato convincere Latina e Avellino». Per Arrighini, tra l’altro, una settimana fa la trattativa rischiava di saltare, dal momento che il Cosenza aveva esercitato il diritto di riscatto per il giocatore. Poi un vizio di forma nella presentazione del modulo alla Lega ha di fatto saltare tutto, cosicché il Cittadella ha potuto concludere con l’Avellino. A proposito di attaccanti, un reparto con Arrighini, Bizzotto, Litteri e Strizzolo può definirsi quasi pronto? «Adesso che ho raggiunto i miei obiettivi sono più tranquillo, posso fare il resto delle cose con maggiore serenità, senza particolari assilli, e ponderando per bene ogni discorso. C’è qualcosa di imbastito con il Chievo per Jallow, vedremo più avanti cosa salterà fuori, dal momento che inizialmente Maran se lo porterà in ritiro. La cosa più giusta, per tutti, sarebbe quella di lasciarlo a Cittadella». Sarà questa la squadra che si presenterà il giorno del raduno, oppure vedremo qualche altro innesto? «Difficile da dire – spiega Marchetti -. Logicamente dovrò completare la rosa del Cittadella, così non siamo pronti. Una trattativa di calciomercato dipende da molteplici fattori, e vi faccio un esempio: se mi aveste chiesto di Litteri venerdì mattina vi avrei risposto che sarebbe stato molto difficile rivederlo ancora a Cittadella, in tarda mattinata si è sbloccato tutto e abbiamo concluso al volo». Capitolo giovani: sarà determinante pescare quelli giusti in una rosa che prevede soltanto 18 giocatori over 21 anni. «Intanto valuterò i miei, dovranno essere tenuti in massima considerazione quei quattro, cinque elementi che porterò in ritiro. Sono un patrimonio della società». Che si sta impegnando al massimo per allestire una rosa all’altezza del ritorno in serie B. Cosa dice Marchetti alla tifoseria? «Una stagione strepitosa come quella appena vissuta ti restituisce grande entusiasmo, che va coltivato e cavalcato anche in serie B. Mi aspetto quindi una grande risposta del pubblico, a partire dagli abbonamenti».
Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Diciotto “over” 21? A saper fare i conti ci siamo già. O quasi. Non a caso Stefano Marchetti, direttore generale del Cittadella, commentando le ultime operazioni in entrata – con l’importante conferma di Litteri e gli innesti di Arrighini, Pasa e Paleari – ha affermato con chiarezza che non rimangono molte altre mosse da compiere: «Il nostro mercato non è certo chiuso, ma ora potrò lavorare con più calma, perché gli obiettivi prioritari sono stati centrati». E a corroborare la constatazione del d.g. c’è un rapido calcolo: in rosa, considerando il probabile arrivo del terzino sinistro Marco Martin e quello possibile dell’interno/trequartista Gianvito Misuraca, oltre alle due “bandiere” Paolucci e Busellato, che non rientrano nel conto, si arriva già a raggiungere il numero massimo di 18 elementi nati prima del ’94 potenzialmente tesserabili: Alfonso e Paleari in porta; Cappelletti, De Leidi, Pascali, Pedrelli, Salvi e Scaglia in difesa; Iori, Lora, Schenetti e il jolly Pasa a centrocampo; Chiaretti, Arrighini, Litteri e Strizzolo in attacco. A questi vanno aggiunti giovani come Bizzotto e come Bobb e Jallow (che si punta a riavere in prestito dal Chievo), i due o tre elementi della Berretti che saranno aggregati alla prima squadra, e quelli che potranno arrivare da altre società (tra i nomi accostati ai colori granata quelli dell’attaccante della Primavera del Milan Patrick Cutrone e del centrocampista offensivo della Primavera del Palermo Luca Palmisano). Lora, «nessuna offerta». Eppure ci saranno altre novità. Anche perché alcuni degli elementi in rosa potrebbero cambiare aria. Tra i nomi di cui “radiomercato” parla c’è quello di Filippo Lora. «Ho letto anch’io di un interessamento della Reggiana nei suoi confronti, ma lui non ne ha mai parlato con me, né ho ricevuto alcuna chiamata dal club emiliano: Lora è un calciatore del Cittadella», chiarisce Marchetti. Un discorso analogo vale per Busellato: «Lo sapete, la Ternana non ha esercitato il diritto di riscatto e lui è tornato. Se potrà entrare in qualche futura trattativa di mercato? Chi può dirlo, ma oggi è nostro». Coralli-Lucchese, si tratta. Coralli è invece uno di quei giocatori che, se non ci fosse la questione del tetto degli “over”, sarebbe rimasto sicuramente. Stando così le cose, è però scontata la sua partenza. Marchetti ammette di aver parlato di lui con «Antonio Obbedio, direttore della Lucchese, che è un collega e un amico: vedremo quello che succederà». E una conferma arriva dallo stesso “Ciccio”, che alla Gazzetta Lucchese ha dichiarato: «Obbedio ha interpellato il mio procuratore per capire se ci sarebbe stata una mia disponibilità a venire a Lucca. Sarei molto contento di poterlo fare, ma prima, per correttezza, voglio parlare con il Cittadella. Mi è anche stata ventilata la possibilità di un ruolo da dirigente nella società granata, tuttavia, per il momento, non mi vedo in altra posizione che non sia quella del calciatore. Se non sarà possibile giocare un’altra stagione con il Citta, allora potrò sedermi al tavolo con altre squadre. Una cosa è certa: io non voglio aspettare più di tanto per prendere una decisione e mi do la scadenza del 10 luglio, visto che in qualsiasi caso vorrei iniziare la preparazione dal primo giorno di ritiro». Minesso verso Bassano. Non confermato dal Cittadella, che non ha esercitato l’opzione per la prossima stagione, Mattia Minesso è ad un passo dai giallorossi vicentini, che hanno superato la concorrenza del Pordenone per assicurarsi l’esterno sinistro di Piazzola. A breve potrebbe arrivare la fumata bianca.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Prima della partenza per il ritiro a Mezzano, che avverrà domenica prossima, il direttore generale Giorgio Zamuner punta a ingaggiare almeno un difensore centrale, anche se all’appello, dopo il mancato rinnovo di Fabiano, ne servono due. Le candidature più accreditate fanno riferimento al brasiliano Emerson Ramos Borges, reduce da un quadriennio a Livorno in B e in massima serie, e a Michele Rigione del Lanciano che, retrocesso in Lega Pro con gli abruzzesi, al momento sarebbe propenso ad attendere offerte dal campionato cadetto. Sul fronte dei giocatori fuoriquota, per completare l’organico, ma in questo caso muovendosi con maggiore calma, aspettando l’occasione giusta, mancano un attaccante forte fisicamente, una mezzala (resta in ballo l’ipotesi Mandorlini) e un portiere. Quanto ai giovani, si cercano due o tre difensori/esterni (per la sinistra piace il 96 Alberto Tentardini del Como), un centrocampista e un attaccante con Alessandro Capello, classe 95 del Cagliari, nel mirino.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Adesso è ufficiale. Filipe Gomes Ribeiro sarà un giocatore del Padova per il prossimo biennio. Nella giornata di ieri, perfezionato il complesso iter burocratico legato al suo trasferimento dal Perugia, l’ingaggio a titolo definitivo del regista brasiliano classe 87, che ha firmato un contratto in scadenza nel giugno 2018, è diventato realtà. A lui saranno affidate le chiavi del centrocampo, con il difficile compito di impostare la manovra biancoscudata, dettare i tempi e dirigere i compagni nella zona nevralgica del campo, affiancato dagli esperti e dinamici De Risio e Dettori.
Portato in Italia dal direttore sportivo della Fiorentina Pantaleo Corvino, che lo ha pescato nel vivaio del Vasco De Gama. Nel 2008 è passato alla Roma, con quattro presenze in serie A, prima di firmare nel 2010 per il Siena che lo gira al Como in Lega Pro. Seguono due campionati di B con il Varese al fianco di Neto Pereira, con la serie A sfumata nella finale play off con la Sampdoria il primo anno e un settimo posto nel 2013. Nelle ultime tre stagioni ha vinto il campionato di Lega Pro con il Perugia, per poi indossare la maglia del Lecce e dividersi negli ultimi dodici mesi, tra gli umbri e il Partizan Tirana con cui arriva secondo nella massima serie del paese.
Ore 10.30 – (Gazzettino) La scorsa settimana la prima assemblea dei club iscritti all’Aicb dopo la nomina di Ilario Baldon alla presidenza del sodalizio, tra due domeniche il primo abbraccio dei tifosi al nuovo Padova direttamente nel ritiro di Mezzano. L’organismo ha infatti organizzato per il 17 luglio una giornata nella località trentina, con viaggio in pullman (partenza alle 8 dal parcheggio del capolinea del tram alla Guizza e tappa all’Euganeo alle 8.15, con rientro in serata), stand gastronomico e spazio d’incontro al campo sportivo, visita alla squadra e, nel pomeriggio, l’amichevole del Padova con una rappresentativa locale. Il costo del viaggio, comprensivo di piccolo rinfresco, è di 10 euro, adesioni ai numeri 338-4578666 e De Gasperi 335-7072146.
Nel corso dell’assemblea sono state poi affrontate le linee guida della futura attività dell’Aicb che mira a una presenza sempre più incisiva sugli spalti e sul territorio e alla partecipazione alle gare in casa o in trasferta, in un ambiente sano e tranquillo, anche di donne e bambini. In futuro verranno presentati progetti rivolti ai ragazzi delle scuole e ai tifosi del centro cittadino, con contestuale incremento delle attività benefiche a favore di enti e associazioni del territorio. È stato poi formulato l’invito a rientrare nell’Aicb a quei club che per varie motivazioni hanno imboccato la strada dell’isolamento, per rendere il sodalizio ancora più numeroso e rappresentativo, pur già forte di venti club. CAMPAGNA ABBONAMENTI. Su questo fronte, come confermato dal presidente Bergamin in occasione della presentazione di Madonna, non si partirà prima della metà di questo mese dato che solo con il Consiglio federale del 19 luglio si potranno conoscere le composizioni dei gironi e in particolare il numero delle squadre che li formeranno. «L’obiettivo della Lega – spiega il numero uno biancoscudato – è quello di tornare alle 60 squadre, ma ho qualche dubbio in proposito; con due società che non si sono iscritte e altre in difficoltà, non so come si potranno recuperare, tra riammissioni e ripescaggi, altre dieci formazioni. Mi sembrano tante».
Ore 10.20 – (Calcio Padova) Il Calcio Padova informa che la Società biancoscudata e il calciatore Marcus Diniz Plinio Paixao hanno deciso di interrompere il proprio rapporto di collaborazione. La proprietà e il giocatore hanno indetto per le ore 15.00 una conferenza stampa allo stadio Euganeo per spiegare le motivazioni di questa decisione.
Ore 10.20 – Mercato Padova, clamoroso: le strade di Diniz e dei Biancoscudati si dividono!
Ore 10.10 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Due diversi modi di operarare, speriamo positivi nei risultati”) Oggi il Citta è blindato in porta, ha una difesa esperta, un centrocampo di spessore anche con il ritorno di Busellato, un attacco di grandi prospettive. È vero, i granata, forti del vantaggio accumulato sulla concorrenza nel girone di ritorno, hanno avuto tempo davanti per programmare il loro futuro, ma il loro “direttore” ha ribadito di avere un fiuto eccellente quando si tratta di “pescare” chi può far bene alla causa. Insomma, ci sono tutti i requisiti per far bene. E il Padova? Ecco, qui siamo su piani opposti, perché dopo due anni dal “via” del progetto (triennale) che dovrebbe riportare il Biancoscudo tra i cadetti si è rivoluzionato tutto, ripartendo da zero o quasi: terzo allenatore in due stagioni (Brevi dopo Parlato e Pillon), secondo d.g. (Zamuner, appunto, al posto di De Poli), volti nuovi nell’area tecnica, anche se con due personaggi di carisma come Andrea Bergamo (vice-allenatore) e Marco Cunico (l’ex capitano passato a compiti dirigenziali). Variato il modulo, oggi la fotografia è questa: due portieri (Petkovic, anche se su di lui qualche dubbio c’è ancora, e Favaro), due difensori centrali (Diniz e Sbraga), un terzino sinistro (Favalli), un esterno destro (Madonna), cinque centrocampisti (De Risio, Filipe, Dettori, Giandonato e Mazzocco), due attaccanti (Neto Pereira e Altinier). Restano tre caselle da riempire per gli “over”, fermo restando che bisognerà trovare una sistemazione ai vari Dionisi, Ilari e Petrilli. Un cantiere aperto, insomma. Tempo davanti ce n’è, ma ora come ora non si può parlare di una squadra con la “S” maiuscola. Diciamo che le premesse per arrivarci sono buone, ma restano da completare reparto arretrato e settore avanzato. Oltre, naturalmente, ad integrare il tutto con giovani validi. L’importante è partire con idee chiare, e da lì creare un gruppo che sia motivato e, speriamo, vincente. Bella scommessa.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Due diversi modi di operarare, speriamo positivi nei risultati”) Siamo agli inizi di luglio, periodo che nel calcio vive di tante “voci” di mercato, con le vacanze agli sgoccioli, e di un concentrato di speranze e sogni da parte delle varie tifoserie che riempie le giornate di chiacchiere, dibattiti e curiosità da soddisfare. Alle nostre latitudini, sono il Cittadella e il Padova a catturare le maggiori attenzioni, in attesa di capire se e quando l’esile filo che tiene aggrappato il Campodarsego all’ipotesi di un ripescaggio in terza serie si rinforzerà oppure, come temiamo, verrà reciso definitivamente, costringendo i biancorossi di patron Pagin ad un’altra annata di Serie D. Rivolgendo, dunque, l’attenzione a granata e biancoscudati, il dato di fatto che balza subito all’occhio è il modo in cui hanno operato, e stanno muovendosi tuttora, i direttori generali delle due società, Stefano Marchetti e Giorgio Zamuner. Il Citta è in Serie B, tornatovi dopo un solo anno di “purgatorio” nella categoria inferiore, e ha tutta l’intenzione di aprire un nuovo ciclo, dopo l’era Foscarini, affidandosi, per la parte tecnica, ad un allenatore concreto, serio e dalle idee chiare come Roberto Venturato. Al quale – ed ecco la prima differenza fra i due d.g. – è già stata messa a disposizione una rosa di qualità, in grado, sulla carta, di assicurare il conseguimento dell’obiettivo principale per la famiglia Gabrielli, proprietaria del club, una salvezza senza patemi. Non ricordiamo una raffica di acquisti andati a buon fine in così breve tempo, ma una spiegazione c’è: Marchetti lavora tutto l’anno, ha una valida rete di osservatori in giro per l’Italia, e quando gli viene segnalato un giocatore di livello se lo va poi a vedere direttamente, anche più di una volta, prima di decidere di portarselo a casa.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) In mezzo al campo Filipe regista, con De Risio e Dettori mezzali. Davanti si riparte dai 26 gol dell’ultima annata di Neto Pereira e Altinier. L’unico rebus sembra essere in porta, visto che nei piani della società ci dovrebbe essere un portiere esperto ad affiancare un giovane. Chi resterà tra i ventunenni Favaro e Petkovic, che nell’ultima annata si sono divisi le presenze? Molti indizi portano ad un addio del serbo, le sui condizioni fisiche non convincono appieno, anche se dovrebbe essere prima testato in ritiro. All’appello prima della partenza per Mezzano mancherebbero soltanto un altro attaccante («Sto cercando un giocatore di categoria», rivela il direttore generale), un difensore e un centrocampista. Al momento, in quest’ultimo ruolo, sembra essere in vantaggio Mirko Bruccini rispetto a Matteo Mandorlini. Bruccini, 30 anni, si è liberato a parametro zero dalla Reggiana, con cui ha giocato gli ultimi due campionati, mettendo a segno 8 gol in 55 presenze.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) L’ultima annata, tuttavia, ha giocato solo 7 partite tra i cadetti con la società labronica, a causa di un infortunio al malleolo che l’ha tenuto fuori per 5 mesi. Dopo la retrocessione, il Livorno ha deciso di non rinnovargli il contratto e adesso sembra allettato dall’ipotesi Padova. «Ci stiamo lavorando, ma non è facile», spiega Zamuner. «Ha richieste anche da qualche società di B, speriamo possa giocare un ruolo decisivo il blasone della nostra piazza e la possibilità di giocare per i vertici della classifica». Lo staff tecnico biancoscudato vorrebbe fortemente Emerson anche per la sua duttilità e la possibilità di schierarlo, in alternativa a Filipe, anche come centrale di centrocampo. Dovesse andare in porto anche l’acquisto dell’ex Livorno, il Padova avrebbe in pratica delineato il proprio undici titolare di riferimento, in attesa di puntellare l’organico con qualche giovane. Con Sbraga e Diniz difensori centrali ai fianchi del nuovo brasiliano, Madonna e Favalli saranno gli esterni del 3-5-2.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il picco più alto della sua carriera sono state senza dubbio le 4 presenze raccolte in Serie A, a 21 anni, con la maglia della Roma, anche se la continuità maggiore l’ha raggiunta in B a Varese (tra il 2011 e il 2013), dove ha giocato anche con il suo futuro capitano Neto Pereira. «Filipe era la mia prima scelta e sono contento di aver definito l’affare», il commento del direttore generale Zamuner. «Credo sia il calciatore giusto per fare il vertice basso in un centrocampo a cinque, ha piedi e tempi di gioco». Il brasiliano è ancora in vacanza nel suo Paese e dovrebbe atterrare in Italia giovedì, per essere disponibile già al primo allenamento di venerdì all’Euganeo. Capitolo Emerson. Le parti sembrano molto vicine e potrebbe essere proprio lui l’erede di Fabiano, il quale, dopo aver rifiutato la proposta di rinnovo, sembra essere destinato ad accasarsi altrove. Emerson compirà 36 anni il prossimo 16 agosto, è in Italia da 12 e, dopo tanta gavetta tra Serie D e Lega Pro, è esploso a Livorno, vincendo i playoff di Serie B nel 2013 e mettendosi in luce anche in A la stagione successiva.
Ore 09.20 – (Mattino di Padova) Sembra tingersi sempre più di “verde-oro” la prossima stagione biancoscudata. Dopo aver ufficializzato nella mattinata di ieri l’acquisto del centrocampista brasiliano Filipe Gomes Ribeiro, il direttore generale Giorgio Zamuner sembra molto vicino anche a chiudere la trattativa con il connazionale Emerson, esperto difensore in uscita dal Livorno. Per il momento l’affare definito è solo quello con l’ex regista del Perugia, che il Padova è riuscito a strappare alla concorrenza (in un primo momento sul giocatore sembrava esserci anche il Venezia), offrendogli un contratto biennale, con parte dello stipendio che dovrebbe essere pagato ancora dalla società umbra. Filipe, che ha compiuto da poco più di un mese 29 anni, è ormai un veterano del calcio italiano, dove gioca ininterrottamente (giovanili comprese) dal 2005, a parte l’ultima parentesi di sei mesi al Partizan Tirana in Albania.
Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Domenica 17 è in programma la prima amichevole contro una formazione dilettantistica locale e per l’occasione, oltre ai ragazzi della Tribuna Fattori, saliranno in trentino anche i tifosi dell’Aicb, che hanno allestito un pullman in partenza alle 8 dal parcheggio del tram alla Guizza e alle 8.15 dall’Euganeo. Coppa e abbonamenti. La dirigenza freme per lanciare la campagna abbonamenti, ma per ora tutto è bloccato dall’incognita sul numero di squadre che parteciperanno alla prossima Lega Pro. La situazione dovrebbe essere chiara soltanto dopo il 19, ecco perché la società potrebbe anche aprire un po’ prima le sottoscrizioni, studiando qualche formula alternativa, come una prelazione o la possibilità di abbinare agli abbonamenti i biglietti per la Coppa Italia.
Ore 09.00 – (Mattino di Padova) È fitta di appuntamenti l’agenda biancoscudata di luglio, anche se alcune date devono essere ancora definite. Ritiro e festa. Di sicuro c’è il raduno previsto per questa settimana. Già mercoledì 6 e giovedì 7 la maggior parte dei giocatori sarà in città per sottoporsi alle visite mediche, mentre venerdì 8 il tecnico Oscar Brevi dirigerà la prima sgambata allo stadio Euganeo. Domenica 10 la partenza per il ritiro, molto probabilmente dalla sede della Thema Italia a Piazzola sul Brenta. A Mezzano di Primiero il Padova resterà per due settimane, con il clou previsto per il week end del 16 e 17 luglio. È confermata anche per quest’estate, infatti, la festa del tifoso. Sabato e domenica saranno allestiti stand gastronomici al campo sportivo e nella serata di sabato andrà in scena la presentazione della squadra, in piazza Orler a Mezzano.