Euganeo, Regni: “Ha le condizioni strutturali per renderlo simile allo stadio di Udine”

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«L’Euganeo ha le condizioni strutturali e architettoniche per un’intervento di sistemazione che consenta di renderlo uno stadio più moderno e confortevole per i tifosi». A dirlo è Roberto Regni, ingegnere della Area Progetto Associati che ha coordinato i lavori per la risistemazione dello stadio Friuli a Udine. Uno stadio che è stato completamente ridisegnato, mantenendo solo la famosa tribuna ad arco e realizzando attorno un moderno anello di nuovi posti. Il tutto realizzato con un cantiere che non ha quasi mai interferito con l’attività sportiva della squadra. Un’operazione che è diventata un modello per tutta Italia, di cui si è parlato anche all’estero. «Si può ripetere anche a Padova, il Friuli era molto simile all’Euganeo – assicura Regni – Ma sono necessari una società e un sindaco che sposano l’iniziativa». Da dove si parte? «Da una legge, la numero 157 del dicembre 2013. All’interno della legge di stabilità infatti sono state inserite norme specifiche che favoriscono la ristrutturazione degli impianti sportivi esistenti, rendendoli polifunzionali – chiarisce l’ingegnere umbro, impegnato nei giorni scorsi in un sopralluogo allo stadio Granillo di Reggio Calabria – La legge prevede agevolazioni se ad investire è un privato, perché i comuni non devono più avere il peso degli oneri finanziari e di manutenzione di questi impianti». Il problema è fare stare in piedi il progetto dal punto di vista finanziario, visto che l’idea di un nuovo Euganeo proposta dal Calcio Padova alcuni mesi fa si è arenata davanti al “delta negativo” nella casella costi-ricavi. «Certo, serve un piano economico e finanziario – spiega Regni – Un privato deve poter recuperare le spese per l’impianto sportivo. Si possono creare degli spazi commerciali, degli uffici, dei ristoranti o altre attività. L’idea di uno stadio moderno è che sia vivo tutti i giorni dell’anno, non solo quando c’è la partita». A Padova però i vincoli urbanistici del piano regolatore non consentono uno sfruttamento commerciale dell’area che sia redditizio per chi fa l’investimento: «Ma la legge permette di andare in deroga agli strumenti urbanistici – assicura l’ingegnere – Noi siamo ovviamente disponibili a lavorarci».

(Fonte: Mattino di Padova)




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