Live 24! Padova, ecco il primo acquisto settimanale: ufficializzato il colpo-Madonna

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Ore 21.40 – (Il Piccolo) Antonio Andreucci è stato uno dei personaggi più cercati alla festa della curva Furlan a Domio. Comprensibile, visto che era il primo contatto del nuovo allenatore dell’Unione con la tifoseria e considerata la curiosità che c’è attorno al nuovo tecnico che guiderà la Triestina nel prossimo campionato. Lui, da parte sua, ha risposto sempre con grande simpatia, dimostrando di essere già entrato in sintonia col popolo rossoalabardato. Andreucci, come è stato questo primo contatto con la tifoseria alabardata? «Era una festa dei tifosi e dedicata ai tifosi, ho avuto l’opportunità di partecipare e l’ho fatto volentieri. Ho conosciuto tante persone che costituiscono l’anima di questa Triestina, una tifoseria veramente appassionata e attaccata alla squadra. E ovviamente mi ha fatto piacere avvertire cosi tanto calore attorno». Ha percepito che c’è voglia di risalire e di mettersi alle spalle tante stagioni buie? «Dico solo una cosa: se la squadra avrà l’entusiasmo dimostrato dalla tifoseria e il coraggio dimostrato dalla proprietà, nel nome di Milanese, a prendere in mano la società in una situazione così difficile, probabilmente si potrà fare qualcosa di importante. Spetterà anche a me trasmettere alla squadra questi valori, perché entusiasmo e coraggio sono la base di tutto». I tifosi le hanno chiesto qualcosa in particolare? «È normale e giusto che la gente abbia delle prospettive alte, ma c’è anche la consapevolezza che c’è molto da lavorare perché una squadra possa essere vincente. Dovremo essere bravi a superare tutti assieme i momenti meno belli, di certo i tifosi ci aiuteranno ma sanno che servirà pazienza: sarà una squadra costituita per la maggior parte da ragazzi che saranno insieme la prima volta, quindi ci sarà molto da lavorare per portare la Triestina dove merita». Che tipo di squadra ha pianificato assieme a Milanese? «Abbiamo visto assieme le caratteristiche dei giocatori che vorremmo avere, poi di nomi ce ne sono tanti e tra questi bisognerà scegliere anche quelli più adatti dal punto di vista mentale, più disponibili verso il nuovo progetto. Questo richiede riflessioni e qualche giorno di lavoro in più, ma spesso la fretta nel decidere e nel volere tutto e subito, è una consigliera insidiosa. Bisogna prendersi un attimo di tempo, giocatori ce ne sono». A proposito di giocatori, alla festa ha parlato con Daniele Rocco… «So che ha tanta passione per i colori alabardati e ha lasciato un ottimo ricordo quando ha giocato. Per la categoria è un ottimo profilo, ha sempre fatto gol. Detto questo, vedremo se nascerà davvero una trattativa». E poi ha parlato con Crosato: rimarrà? «Sì, un under come lui sarà utilissimo. Poi è un ragazzo intelligente, riflessivo, va bene a scuola. È un ragazzo di Trieste che ha un grande attaccamento alla maglia e ha già fatto due tornei di D. Altri che resteranno? Di certo Bradaschia, per il resto vediamo». Non la preoccupa che, a parte questi, per il momento ancora la rosa è tutta da costruire? «Ho fiducia in Milanese che è il mio punto di riferimento e confido che la società riesca da qui all’inizio della preparazione ad avere la rosa già predisposta. Del resto si sa, fare nomi ora non serve e si rischierebbe di essere poi smentiti. I tesseramenti si possono fare solo da luglio e si lavora per questo».

Ore 21.10 – (Alto Adige) Primo sole estivo è prime scottature… di mercato. Ferdinando Mastroianni, ex attaccante dell’Este, ha scelto di indossare la maglia del Carpi, cancellando così l’idea di far parte della truppa biancorossa di mister Viali. «Nonostante l’accordo e la parola data – commenta il Ds Piazzi – il ragazzo ha preferito accasarsi con gli emiliani. Deluso? Certo che lo sono, primo di tutto per l’impegno non mantenuto… e poi anche per le caratteristiche del ragazzo che sarebbe stato il giocatore ideale per integrarsi nel reparto offensivo». Reparto avanzato sul quale rimangono inalterate le attenzioni di Piazzi, che rilancia: «Stiamo seguendo altri giocatori, nomi che ci consentono una certa libertà di azione: possiamo difatti pensare a cercare un esterno così da mettere Spagnoli prima punta, o fare viceversa». A pochi giorni (1° luglio) dall’apertura ufficiale delle contrattazioni, l’agenda di mercato biancorossa è popolata di nomi e post-it. Nel focus c’è anche la zona nevralgica del campo, per la quale è stata avviata la trattativa (e sarebbe anche a buon punto) diretta a far vestire la maglia biancorossa a Lorenzo Vasco, centrocampista diciannovenne e capitano della Roma Primavera fresca reduce del titolo di campione d’Italia. Sfumano, invece, le due piste seguite nel tentativo di puntellare la porta altoatesina con altrettanti “saranno famosi”. A partire da Andrea Zaccagno, pipelet della primavera del Torino, che ha scelto di accasarsi con la Pro Vercelli, e quella di Samuele Pevisan che continuerà a difendere i colori dell’Udinese. Per quanto riguarda l’argomento estremo difensore, come sappiamo, l’idea di Piazzi è quella di riuscire a “piazzare” Coser e puntare a portare a casa giovani di qualità e affamati nel contendersi la maglia. Scenario che non prefigurerebbe il rinnovo del contratto di Miori. Rinnovo che, invece, si starebbe concretizzando per il centrale Bassoli, dal quale Piazzi si attende una risposta nelle prossime ore. Se affermativa, questa spingerà il Ds ad operare una scelta su chi tenere tra Tagliani e Mladen. Venerdì prossimo si schiuderanno le porte del calcio mercato, mentre domenica 28 agosto ci sarà il fischio d’inizio della prima giornata di Lega Pro. Anzi… di serie C, visto che l’imminente stagione sarà quella della cosiddetta “riforma”, che prevede la nuova denominazione e il format di 20 squadre per i tre gironi. Contenuto, quest’ultimo, che rimane ancora in sospeso per via delle difficoltà che ancora ammorbano gli orizzonti di diverse società (in primis Pavia e Como). In ogni caso per la definizione dei tre raggruppamenti, sia geografica che anche quantitativa, si dovrà attendere il prossimo 18 luglio. Giornata in cui la Lega annuncerà, molto probabilmente, la suddivisione verticale per le squadre del nord e del centro, mentre per quelle del sud il girone verrebbe lasciato intatto sulla falsa riga degli anni precedenti. Decisione che, innanzitutto, separerebbe i percorsi delle corazzate Parma e Venezia, e porterebbe l’Alto Adige a viaggiare nell’area veneta-emiliana-romagnola e marchigiana. Nella stessa giornata, inoltre, si avranno anche le idee più chiare sui ripescaggi. Oltre a quella delle date, la certezza ulteriore riguarda la normativa sulla valorizzazione dei giovani calciatori. Dalla prossima stagione non ci saranno più liste bloccate, per cui l’impiego dei giovani sarà illimitato mentre il tetto degli over è fissato a 16.

Ore 20.40 – (Gazzetta di Reggio) A cinque giorni dall’apertura del calciomercato il direttore sportivo della Reggiana Andrea Grammatica sembra avere ben chiaro quella che dovrà essere la struttura portante della Reggiana 2016/17 dovendo fare i conti anche con Nolè, ora nel mirino del Lumezzane che gli fa la corte. L’attacco ad oggi sembra essere il reparto sul quale il neo ds granata e il tecnico Leonardo Colucci hanno quindi i maggiori dubbi, mentre su difesa e centrocampo, nel caso in cui non arrivino offerte irrinunciabili da categorie superiori, i cardini sembrano già essere stati fissati. PORTIERE Certezza: il titolare nel ruolo sarà Simone Perilli, con il portierone granata che sarà chiamato a confermarsi dopo la bellissima stagione disputata. E’ giovane, perché è un classe 1995, ma sarà certamente uno dei punti fermi della Reggiana nella prossima stagione, avendo il contratto in scadenza nel 2018 (fu portato a Reggio da Ferrara dopo che si svincolò dal Sassuolo) e con la società che gli ha proposto un adeguamento dell’ingaggio. Dubbio: il dubbio che sta attraversando in questo momento la mente della società è su chi puntare per il ruolo di secondo portiere. Le alternative sono due, o scommettere su un giovane come ad esempio Voltolini, prodotto del vivaio cresciuto molto nell’ultima stagione all’Inveruno in serie D e che il preparatore Andrea Rossi conosce bene, oppure affidarsi ad un secondo d’esperienza, conscio di quello che dovrà essere il proprio ruolo e che possa essere utile anche alla crescita di Perilli. Il dubbio è proprio questo perché affidarsi ad un giovane sarebbe certamente di poco “ingombro” per Perilli, ma una scommessa nel caso in cui si dovesse avere la necessità di schierarlo in campo in campionato. DIFESA Certezze: nelle ultime due stagioni la difesa della Reggiana è sempre stata tra le migliori della categoria (1° del Girone A nella stagione appena conclusa) e l’intenzione è quella di ripartire dai propri gioielli, Alessandro Spanò e Minel Sabotic che, nel caso in cui non arrivassero offerte irrinunciabili, ripartiranno da Reggio per completare il proprio processo di maturazione definitiva. A loro si aggiunge Vasile Mogos, esterno col vizio del gol, dalle doti atletiche di altra categoria e che ha molto voglia di rivalsa dopo la stagione scorsa. Dubbi: il primo dubbio nel ruolo è certamente legato alla scelta di Daniele Mignanelli, con la società che ha fatto al Pescara una proposta di acquisto a titolo definitivo del giocatore. Se il giocatore accetterà sarà lui il “3” titolare e alle sue spalle potrebbe essere confermato Panizzi o il ds granata pescherà un giovane da far crescere. La seconda incognita è rappresentata dal vuoto alle spalle dei titolari. Con Castellana che ormai è un giocatore della Lupa Piacenza e con De Biasi che sarà mandato a giocare, si dovrà necessariamente intervenire sul mercato andando a scegliere con ogni probabilità un giovane uscito dalla Primavera, campionato che il ds Grammatica conosce bene e un esperto, con Simone Gozzi in cima alla lista dei desideri. CENTROCAMPO Certezze: come confermato anche dallo stesso ds Grammatica il cardine su cui ruoterà tutto il centrocampo granata sarà Dario Maltese, che gode della totale fiducia della società ed è pronto a prendere in mano le redini del gioco della Reggiana. Dubbi: il primo nodo da sciogliere è quello legato al futuro di Paolo Bartolomei, che il ds vorrebbe confermare conoscendone le qualità, ma con il quale vuole confrontarsi dopo una stagione contraddistinta da diversi infortuni. Dato ormai per certo anche l’arrivo di Bonetto dalla Primavera dell’Inter potrebbe tornare in prestito il giovane Dejan Danza. Sul mercato si andrà alla ricerca di un giocatore di esperienza, che conosca la categoria e che abbia fame, con Marchi reduce da una deludente stagione a Pavia e Staiti della Virtus Entella, in cima alla lista delle preferenze. ATTACCO Certezze: questo è il reparto con il maggior numero di incognite a livello di conferme, anche se l’intenzione del ds granata sembra quella di voler ripartire da Raffaele Nolè (se non partirà verso il Lumezzane), soprattutto nel caso in cui il tecnico Leonardo Colucci scegliesse di giocare con il 4-2-3-1, modulo nel quale il fantasista, che proprio a Bassano giocava con questo schieramento, ha sempre detto di trovarsi meglio. Nolè ha voglia di rivincita dopo che lui stesso ha ammesso di aver disputato una brutta stagione l’anno scorso e dovrebbe essere quindi lui il punto fermo in avanti. La seconda certezza è che difficilmente Arma, che ha molto mercato in Lega Pro, sarà ancora un giocatore della Reggiana, con la trattativa tra l’attaccante e il Pordenone che sembra essere ormai a un passo dalla conclusione. Dubbi: il primo nodo da sciogliere sarà il nome al quale affidare il ruolo di attaccante titolare e per questo motivo la società sta sfogliando le possibilità a propria disposizione tra quei giocatori che conoscono bene la categoria, convenzionali all’idea tattica del mister e che possono garantire un certo numero di reti. Gli altri dubbi della società riguardano la posizione di Antonio Letizia e Nicholas Siega, con il primo che ha un contratto pesante in scadenza nel 2019, con il quale il ds Grammatica dovrà parlare per capire quelle che sono la voglia e l’intenzione del giocatore nel proseguire la propria esperienza a Reggio. A Siega, che vorrebbe provare la Serie B, la società ha formulato una proposta di rinnovo.

Ore 20.10 – (Gazzetta di Mantova) A sedici settimane esatte dall’operazione, avvenuta il 3 marzo, Francesco Ruopolo può dirsi clinicamente guarito dai problemi legati alla cartilagine del ginocchio che ne avevano compromesso la stagione fin dalle sue prime fasi. Il dottor Antonio Zanini, che insieme al dottor Manuel Bondi aveva svolto l’intervento, ha constatato il recupero del giocatore, che a questo punto si dice ansioso di ricominciare: «Sarò – sottolinea Ruopolo – regolarmente in campo per il raduno precampionato e mi auguro di tornare ad esprimermi ai miei livelli, nonchè di migliorare il bottino di 5 gol realizzato l’anno scorso».

Ore 19.50 – (Gazzetta di Mantova) Serafino Di Loreto, che ha elargito quale atto di fiducia un assegno da 100.000 a favore di Roberto Masiero, attende la giornata odierna per fare il punto con l’imprenditore vicentino, che ha annunciato per stamane la partenza del bonifico con il quale intende acquisire il 100% della società biancorossa, pari a circa 400.000 euro. Il patron biancorosso è rientrato in serata da Montecarlo e stamane, salute permettendo, sarà operativo: «Conto di sentire Masiero – sottolinea – per vedere di fare il punto della situazione. Poi ci muoveremo di conseguenza». I tempi sono comunque piuttosto brevi, visto che l’altra scadenza per iscrivere la squadra al campionato di Lega Pro sarà poi il 30 giugno, giovedì. Per quella data bisognerà versare contributi e tasse sugli stipendi (altri 300mila circa), assegni circolari per 35mila euro (tassa d’iscrizione) e presentare una fideiussione da 350mila euro. Da quest’anno c’è una novità: la fideiussione può essere non soltanto bancaria, ma anche assicurativa o finanziaria. Il che significa che non si dovrà immobilizzare in banca una cifra quasi pari all’importo della fideiussione, ma si potrà ottenerla (se ritenuti solvibili) versando meno di un decimo del valore. Se entro il 30 un club si iscrive senza però ottemperare a tutte le scadenze economiche (accadde al Mantova due anni fa), viene escluso dalla Lega Pro ma può ricorrere entro il 12 luglio. Per il 15 è fissata la “sentenza definitiva”. Oggi Masiero, tornato dalla Sardegna, dovrà portare a compimento la trattativa.

Ore 19.30 – (Gazzetta di Mantova) Attimo dopo attimo agli occhi dei dirigenti del Mantova il futuro appare sempre più chiaro e inequivocabile. Loro non lo diranno nemmeno sotto tortura, però se entro questa sera i fondi garantiti da Roberto Masiero non saranno stati debitamente depositati la gestione della società resterà definitivamente in carico alla maggioranza bresciana e ai soci mantovani, qualora le loro disponibilità dovessero essere ribadite anche in forme diverse da quella data sino a giovedì 30 giugno. Sarà anche per questo che il presidente Sandro Musso si muove come se nessuna trattativa fosse in svolgimento e se la sola prospettiva sicura fosse quella del suo secondo anno al timone del Mantova. Poco curante delle risposte che Masiero ha promesso di dare a ore, il massimo dirigente ha previsto entro la mattinata di domani l’incontro per valutare la conferma del tecnico Luca Prina, che domenica 29 maggio parlò chiaramente di volontà di rimanere «ma con un progetto per la serie B». Musso, per il momento, pare immobile sulle linee programmatiche esposte nell’incontro di giovedì: «Se Masiero acquisirà la proprietà lo vedremo, frattanto anche in considerazione della tempistica è indispensabile mettere dei paletti per la prossima stagione, il primo dei quali riguarda la scelta dell’allenatore. Sotto questo aspetto la decisione di Serafino Di Loreto è stata emblematica e testimonia la passione per il Mantova che abbiamo sempre avuto. Come abbiamo sempre detto non lasceremo la società in mani men che sicure». Musso illustra poi quali saranno le caratteristiche del Mantova 2016-2017, che dovrà per forza di cose evitare qualsiasi sforamento del budget, che già si annuncia ridimensionato: «Noi per il prossimo anno – spiega – metteremo a disposizione del mister, se sarà Luca Prima, una squadra fondamentalmente giovane, con quattro o cinque elementi di esperienza. Faremo una squadra in grado di mettere come prima arma in campo l’orgoglio di appartenere ad una società come il Mantova che ha 105 anni di storia. Sarà un Mantova comunque competitivo, anche se ci saranno delle realtà di spessore quali ad esempio Venezia e Parma. Se Luca Prina, com’è nei nostri auspici, confermerà il suo entusiasmo e saprà mettere al servizio della società, della squadra e dei tifosi le sue capacità avremo posto una pietra molto importante sulla nostra stagione. Viceversa, dovremo pensare ad una soluzione alternativa. So che anche Masiero si è detto intenzionato a confermare la scelta di Luca Prina, noi intanto guardiamo al nostro budget e alla nostra esperienza di persone che hanno fatto tutto il possibile, pur con imprecisioni ed errori dei quali peraltro abbiamo sempre saputo assumerci la responsabilità. Ora vedremo se sarà possibile incontrarci con Prina lunedì o se la cosa slitterà di qualche ora. Comunque sia al più presto metteremo in chiaro la situazione per quanto riguarda lo staff tecnico». Il tecnico dovrebbe rientrare entro stamane da Marina di Pietrasanta e ha voluto sottolineare la sua assoluta ritrosia ad affrontare l’argomento: «No comment» sono le uniche parole rilasciate da Prina, che tace sull’incontro con Musso. L’altro punto all’ordine del giorno riguarda la scelta del futuro direttore sportivo, ed anche su questo è probabile che Musso e Prina si pronuncino; di certo c’è che Alfio Pelliccioni, tuttora ignorato dalle telefonate dei dirigenti aspiranti e attuali ma con un contratto che scade nel 2018, non sarà più il direttore sportivo: «Un’altra sicurezza è legata – dice Sandro Musso – al nome di Enrico Dalè, che intendiamo far lavorare a Rezzato e che solo in una seconda ipotesi potrebbe rappresentare il trait d’union fra le due società. Non sarà Turotti, di cui so che si è parlato. Valuteremo con il tecnico, ed in base alle eventuali novità societarie, quale sarà la persona giusta per il nuovo Mantova». Non è da escludere l’ipotesi di un incarico operativo al dg Matteo Togni.

Ore 19.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Settimana decisiva per Luca Cattaneo al Pordenone. Bruno Tedino lo dà già fra i confermati. Lo stesso «Veleno» a inizio giugno aveva dichiarato il suo amore per i colori neroverdi. «Io qui sto bene – ci aveva dichiarato il fantasista -. Ottimo ambiente, buona società, grande rapporto con i compagni e con lo staff tecnico. Sin dalle prime battute, nel ritiro della scorsa estate, si era creato un bel gruppo. Sono felicissimo poi – aggiunge – che mister Tedino abbia deciso di rimanere». Luca dovrebbe è legato contrattualmente per un altro anno al Pordenone. L’ottima stagione disputata, impreziosita dal sondaggio di tuttolegapro.com («Chi è stato il miglior giocatore della stagione?» Lui, secondo i voti raccolti dai tifosi), gli ha tuttavia aperto diverse porte. PARLIAMONE – Cercherà forse di approfittare della situazione Maurizio Casilli, procuratore di Cattaneo. Casilli ha preannunciato il suo arrivo al De Marchi in settimana. «Martedì o mercoledì – ha dichiarato ieri, proprio a tuttolegapro.com – incontrerò il tecnico Tedino e il presidente Lovisa: la scadenza di contratto di Luca è prevista nel 2017. La nostra volontà è quella di allungare e adeguare il contratto, perché lui si trova benissimo a Pordenone. È naturale che tanti club siano sulle sue tracce, vista la grande stagione, ma la priorità del giocatore è di rimanere con i ramarri». TIMEO DANAOS – Parole in apparenza concilianti. Ma si sa come funzionano queste trattative. La volontà dichiarata di prolungare l’accordo oltre il 2017 nasconde anche il pericolo di veder partire “Veleno” già questa estate, se la proposta non dovesse essere accettata dagli operatori di mercato neroverdi.

Ore 18.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Siamo a buon punto». Bruno Tedino appare soddisfatto di come sta andando la campagna ingaggi-cessioni del Pordenone, chiamato a misurarsi con rivali importanti come Venezia, Parma, Padova, Bassano e Alessandria. «Con Denis Fiorin e Matteo Lovisa stiamo facendo squadra. Poi c’è il presidente – sorride Bruno – che ci mette del suo, con competenza ed entusiasmo, benedicendo le nostre scelte». DIFESA – Come ogni fine settimana, Tedino fa il punto della situazione. Parte dalla difesa. «Con Tomei sempre fra i pali e D’Arsiè sulla via della conferma, al momento attuale dietro abbiamo Stefani, Ingegneri, Marchi, De Agostini e Pellegrini. Martin? È rientrato al Pavia e da lì ripartirà verso il Veneto. Non rientra nei nostri parametri economici. Cerchiamo – racconta il tecnico-manager – due esterni per completare il reparto. Avevamo contattato Contessa dello Juve Stabia – confida -, ma si è fatto avanti il Lecce, società di un altro pianeta, con la quale non possiamo competere». CENTROCAMPO – Più complessa la situazione in mediana. «Già – annuisce Bruno -. Buono – afferma con soddisfazione – l’arrivo di Burrai, che va ad aggiungersi ai confermati Buratto e Mandorlini». Niente Padova per Mandorlini? «No – garantisce Tedino -. Matteo resterà con noi». Siamo sulle tracce di un paio di ragazzi che rientrino nei parametri». ATTACCO – La “squadra di Tedino” dovrà intervenire anche nel raparto avanzato. «Abbiamo le conferme di Berrettoni, Martignago e Cattaneo – premette Bruno -. Nei prossimi giorni blinderemo Azzi, con il quale abbiamo raggiunto un pre-accordo». Valente e Finocchio? «Sono sotto contratto, ma il primo è richiesto dal Lumezzane e per il secondo faremo una valutazione in base agli arrivi». GIOVANI – Poi aggiorna la lista dei giovani che verranno aggregati: «Saranno con noi ad Arta – afferma – Zavan, Dussi, Salamon, Uliari, Marco e Andrea De Anna». OBIETTIVI – «Non faccio nomi – concude Tedino -. Dico solo che dobbiamo lavorare per aggiungere due giocatori per reparto, giovani o meno, da rilanciare».

Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La stretta per Rachid Arma, le battute finali verso l’ufficializzazione dei rinnovi di Mirko Stefani e Andrea Ingegneri, i ragionamenti sul centrocampo e sugli esterni. Gli ultimi giorni di vacanza del ramarro del presidente Mauro Lovisa inizieranno così, tra un’operazione in entrata che dovrebbe chiudersi e rappresentare il classico «colpaccio» e le strette di mano che rinnoveranno la fiducia tra la società e l’asse portante della passata stagione. Poi servirà tornare su piazza, per iniziare a sondare il mercato giovane e sostituire Simone Pasa, partito verso Cittadella, come Marco Martin. PUNTA – Il profilo giusto in attacco, giorno dopo giorno, sembra essere sempre di più quello di Rachid Arma, bomber di razza reduce dalla stagione disputata con la maglia della Reggiana. I contatti con il club emiliano sono in corso da giorni. Ora si attende solo la separazione consensuale tra il marocchino e gli emiliani. Niente scambio con Francesco Finocchio, quindi, ma semplice ingaggio da parte del Pordenone, che non dovrà indennizzare la Reggiana e potrà prendersi il giocatore a parametro zero. La volontà del nordafricano di venire in Friuli c’è già, manca poco. Arma ha bisogno di poche presentazioni. Ex Torino (serie B 2009-2010), Spal, Cittadella, Vicenza, Carpi e Pisa, nelle ultime 5 stagioni ha segnato qualcosa come 68 gol in LegaPro. È nato ad Agadir, in Marocco, nel 1985. CENTROCAMPO – Il Pordenone potrebbe non perdere Mandorlini. Sul centrocampista ex Pisa, infatti, si è allentata la morsa del Padova, che in un primo momento aveva l’aveva puntato con decisione. Ora Giorgio Zamuner, nuovo dg biancoscudato, pare aver rinunciato al «Mando», virando su altri profili. Al Pordenone serve però un elemento in grado di sostituire Simone Pasa. Piace Pietro Baccolo, centrocampista, classe 1990, che ha giocato l’ultima stagione a Messina in LegaPro. In mediana sa coprire le due fasi, mixando grande corsa e mentalità giusta. Baccolo esordì nel Padova nel 2009 in C1. Nel 2010 si trasferì al Sudtirol e l’anno successivo al Frosinone. Poi ancora Gubbio, Paganese e Messina. Piace pure un altro ’90: è Salvatore Sandomenico. In carriera vanta anche una stagione da 14 reti: allora era la vecchia C2 e la casacca era quella dell’Arzanese. Si segue inoltre Marco Mancosu, centrocampista esterno della Casertana, che aveva ben figurato nei quarti di finale playoff al Bottecchia. ESTERNI – Perso Martin, a sinistra resta De Agostini, ma servirà un altro fluidificante. A destra arriverà Eros Pellegrini, ma non basterà a soddisfare Bruno Tedino, che sulle fasce vuole costruire un Pordenone che vola. IDEE – Due nomi per la difesa, che potrebbero aggiungersi a Mirko Stefani e Andrea Ingegneri. Il preferito è Alex Sirri (Alessandria), un mastino della linea arretrata, con fisico ed esperienza. Tre anni per lui in Quarta serie tra i «pro», poi il passaggio all’Alessandria. Non si molla infine la pista di Mauro Belotti, centrale esperto del Lumezzane.

Ore 18.00 – (Messaggero Veneto) Nei primi giorni dopo l’uscita dai playoff col Pisa, quando tutti i componenti della squadra del miracolo sembravano dover andare via, lui esclamò senza alcun dubbio: «Io da qui non mi muovo». E infatti Michele De Agostini, terzino friulano classe ’83, figlio del grande Gigi, è stato uno dei primi a firmare il contratto ribadendo il suo desiderio: «Io voglio chiudere qui la carriera». É con questi presupposti che l’ex capitano del Prato vuole ripartire, innanzitutto mettendosi alle spalle l’infortunio alla caviglia accusato nel match col Pisa. «Sta andando tutto per il verso giusto – afferma De Agostini –. Dovrei essere pronto per l’inizio della preparazione (fissato per l’11 luglio): tra una settimana ho l’ultima visita di controllo, sono fiducioso. Poi non vedo l’ora di mettermi a disposizione del mister». Sfortunato nel girone di ritorno il terzino: dopo un’andata da titolare, si è infortunato a fine gennaio con la Pro Piacenza e, una volta rientrato, poco più tardi è nuovamente entrato ai box nella gara conclusiva. «Personalmente, infatti, non vedo l’ora di riscattarmi – continua il professionista friulano –, mentre dal punto di vista di squadra non posso dire nulla: è stata un’annata straordinaria, figlia di un gruppo strepitoso. Il fatto di aver confermato una parte di quella squadra è l’aspetto più positivo, unito alla permanenza del mister: per questo possiamo fare ancora molto bene». Insomma, De Agostini scommette delle fiches su un buon campionato del Pordenone. «Ripartire da questi punti è già un’ottima base – afferma –. Con Tedino faremo bene: propone un calcio spettacolare, con lui ci si diverte. Non è poco per un giocatore stare bene in campo e di conseguenza in spogliatoio. Adesso aspettiamo l’inizio della stagione: con lavoro, serenità, professionalità e umiltà nulla ci è precluso». Parole da leader, da giocatore che crede nel progetto neroverde: non è un caso che, con Stefani e Cattaneo, Michele sia stato uno dei giocatori più amati da parte del pubblico pordenonese. «L’affetto della gente mi fa piacere – chiude De Agostini –: forse, i tifosi hanno capito che sentiamo questa maglia sulla pelle».

Ore 17.40 – (Messaggero Veneto) C’è ancora un giocatore del Pordenone 2015-2016 che potrebbe rientrare anche per la prossima stagione nei piani dei neroverdi: si tratta di Eros Castelletto. Il centrocampista, classe ’95, piace molto, per qualità e soprattutto per atteggiamento, tanto che si sta pensando di dargli una seconda chance. In settimana si valuta attentamente anche la sua situazione, che a quanto pare è comunque legata a dei potenziali affari in entrata con giovani di club prestigiosi. Gli altri elementi sono ormai liberi di cercarsi altre destinazioni: Berardi, centrocampista classe ’96, torna alla Fiorentina, Talin (terzino, ’96) viene lasciato libero dopo la scadenza del contratto; De Toni (portiere, ’94) rientra al Pavia così come Ramadani (’94) al Padova. Salvo clamorose sorprese sono ex neroverdi anche Andrea Cosner (’88, terzino) e Alberto Filippini (’87), attaccante: quest’ultimo, nonostante gli 8 gol segnati, pare destinato a giocare in un altro club la prossima stagione.

Ore 17.20 – (Messaggero Veneto) Due terzini – uno destro e uno sinistro – quindi due centrocampisti. Se si esclude l’affare che porta al bomber della Reggiana Rachid Arma (per la cui conclusione c’è grande fiducia), per certi versi il più importante, sono queste le priorità nell’agenda fissate dal tecnico-manager del Pordenone Bruno Tedino per l’ultima settimana di giugno. La particolarità? Il condottiero neroverde ha fretta, perché raduno e ritiro ormai incombono: mancano due settimane (si comincia l’11 luglio) e il desiderio è di avere la rosa pressoché al completo per iniziare a lavorare serenamente, senza pezzi mancanti, in modo tale da imporre subito a tutti i propri principi di gioco. Chi c’è. Sono lontani i momenti vissuti la scorsa estate, quando il Pordenone stava preparando le risorse (500 mila euro) e i documenti relativi al ripescaggio, con il team completamente da assemblare. Adesso c’è una quantità maggiore di certezze e Tedino può contare su un buon gruppo di lavoro. Allo stato attuale il tecnico ha a disposizione il portiere titolare (Tomei) mentre la riserva è vicina alla firma (D’Arsiè); ha il pacchetto dei tre centrali (Marchi, Stefani, Ingegneri) e due terzini (Pellegrini e De Agostini). In mezzo al campo ci sono Buratto, Mandorlini e Burrai, davanti Berrettoni, Martignago, Cattaneo, Azzi e, inoltre, Valente e Finocchio (questi ultimi due sono peraltro con la valigia in mano). In tutto sono 14 giocatori, 16 se si contano i due che non rientrerebbe più nel progetto tecnico: una buona base, per ora, con l’obiettivo di arrivare presto a 20 grazie ad Arma, i due esterni e i due centrocampisti e considerando anche un terzo portiere (che potrebbe anche essere promosso dal vivaio) Gli obiettivi. Ecco dunque che per colmare quel gap si cercherà in settimana di lavorare – oltre che su Arma, centravanti da 15 gol a stagione – sui fronti terzini e mediani. Tedino ha chiaro l’identikit: giovani e in cerca di rilancio. Un profilo uguale a quello di Simone Pasa l’anno scorso. Per questo nelle scorse settimane si erano fatti i nomi di Nava, esterno destro dell’Atalanta, classe ’94 (affare ancora vivo) e Matteo Gerbaudo, mezzala 21enne scuola Juventus. Il tipo di giocatore da cercare è questo, un esperto a Tedino non interessa molto anche perché il manager vuole portare nelle casse della società i contribuiti della Lega relativo all’utilizzo dei giovani: se si vuole centrare l’obiettivo serve fare una rosa con soli 16 giocatori esperti e 8 “baby”, quando per baby si intende elementi nati dal 1994 in giù. Il Pordenone può vincere questa partita, anche perché a molti giocatori in erba garba molto l’idea di crescere in neroverde e soprattutto sotto la cura di Tedino, che nel giro di una stagione ha portato in serie B Pasa, De Cenco, Martin e Strizzolo e riportato alla base (sempre in B, al Brescia) Boniotti. Con pazienza. Il mercato è aperto sino a fine agosto: il Pordenone ha fretta di concludere gli acquisti necessari ma poi si prende del tempo per quanto concerne gli ultimi puntelli. Avere un centrocampista e un attaccante in più garba molto a Tedino, che vuole costruire così la rosa a livello numerico: 3 portieri, 7-8 difensori, 6 centrocampisti e altrettanti attaccanti per un totale di 22-23 elementi. Non c’è nessun fretta e, spesso, si chiudono ottimi affari ad agosto. La scorsa stagione, se si pensa, giocatori del calibro di Cattaneo, Pederzoli e Mandorlini sono arrivati in quel momento e poi sono stati tra i grandi protagonisti del miracoloso secondo posto in campionato. Tedino è consapevole di tutto ciò: quindi, dopo aver allestito il 90 per cento del gruppo prima della partenza per il ritiro, osserverà attento il mercato pronto a intervenire qualora lo ritenesse opportuno.

Ore 16.50 – (Giornale di Vicenza) Dunque Guido Davì come anticipato va all’ambiziosa Feralpi Salò dove ritroverà Tonino Asta, che lo aveva avuto con sè a Bassano e che adesso lo ha voluto anche con la squadra del Garda. Davì, lasciato libero dal Soccer Team, dopo aver preso buca dal Venezia con cui aveva già raggiuto un accordo (ma è stato Superpippo Inzaghi a far virare altrove i dirigenti lagunari) ha sottoscritto un robusto biennale coi bresciani rinunciando a tutte le altre possibili opportunità che si stavano presentando, dalla B di Benevento allo stesso Padova. Ha preferito accettare chi gli ha fatto la corte più serrata e decisa, chi lo voleva di più, insommna. «Quando ho saputo dell’interesse della Feralpi ho accettato immediatamente – ha dichiarato Davì al sito ufficiale del club – tutti quelli che sono stati a Salò mi hanno parlato positivamente e in termini lusinghieri della società». Nel frattempo su Gianvito Misuraca, oltre al Cittadella che però non sferra mai l’attacco decisivo e lo tiene in stand by, ora si è avvicinato anche il Latina sempre in serie B. Intanto il Venezia non smette di rinforzarsi: dal Trapani gli arancioneroverdi hanno preso l’esterno di centrocampo Simone Basso.

Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Mancano due settimane all’inizio della stagione 2016/17 del Venezia. Lunedì 11 luglio mister Inzaghi debutterà al Taliercio dove gli arancioneroverdi sosterranno i primi test fisici utili. Mercoledì 13 la partenza per Piancavallo dove la squadra suderà fino a domenica 24 luglio. Dopo due giorni di «rompete le righe» Soligo e compagni si ritroveranno martedì 26 a Jesi (Ancona) e in terra marchigiana disputeranno un’amichevole mercoledì 27, per poi trasferirsi a Norcia per la seconda fase di lavoro. Da rivedere la durata della permanenza in Umbria, in principio prevista fino a domenica 7 agosto (con due amichevoli lunedì 1 e sabato 6) visto che la Lega Pro ha stabilito proprio per il 7 la prima gara ufficiale di Coppa Italia, mentre il campionato inizierà domenica 28. Intanto mancano quattro giorni alla scadenza del 30 giugno entro la quale i club di Lega Pro devono formalizzare la propria richiesta d’iscrizione (presentando la fidejussione da 350 mila euro, che il Venezia ha fatto sapere di aver già predisposto), questione nevralgica per l’eventuale ritorno della Lega Pro da 54 a 60 squadre. Per quanto riguarda i gironi è presumibile che tutto rimarrà in bilico fino a dopo il 19 luglio, data del Consiglio Federale che si pronuncerà sui ricorsi presentati dalle squadre che il 12 luglio risulteranno bocciate dalla Covisoc e dalla Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi.

Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Basso e Fabris in arancioneroverde, riparte il mercato del Venezia che apre con due colpi la settimana degli annunci. Ieri il club lagunare ha ufficializzato non solo l’arrivo del centrocampista Vittorio Fabris – classe ’93 da quattro anni alla FeralpiSalò – che il ds Giorgio Perinetti aveva concluso da una decina di giorni, ma anche quello dell’esterno destro Simone Basso. Non era quindi un voce qualsiasi quella sul classe ’82 che nei giorni scorsi si era congedato dal Trapani, dove ha vinto la Lega Pro nel 2013 disputando poi tre campionati di B (nell’ultimo sole 4 presenze per gli infortuni). I neo lagunari sosterranno quest’oggi le visite mediche a Mestre mentre le firme sui contratti arriveranno dal 1. luglio, primo giorno della stagione 2016/17. La data di venerdì prossimo è cerchiata di rosso nell’agenda di Perinetti, sia perché sarà lo start ufficiale della sessione estiva della campagna acquisti-cessioni, sia perché il ds tornerà pienamente operativo scadendo il 30 giugno la sua inibizione di un mese per una «violazione del Regolamento agenti» risalente al 2011. Il Venezia inoltre, che da giovedì scorso è diventato a tutti gli effetti «società professionistica», dal 1. luglio potrà sottoscrivere i contratti con il tecnico Pippo Inzaghi, ufficializzare il suo staff e il nero su bianco con gli acquisti ora in stand by. È il caso del regista Pederzoli (Pordenone), della punta Tortori (FeralpiSalò), del portiere Facchin e del difensore Malomo (Pavia), prossimi ad aggiungersi a Fabris, Basso nonché ai già presentati Domizzi (Udinese), Baldanzeddu (Latina) e Virdis (Savona). Da oggi Perinetti cercherà l’intesa con Bentivoglio, 31enne centrocampista di sinistra in uscita dal Modena, mentre sul perugino Filipe c’è forte il Padova. Per l’attacco il ds marca stretto Lanzafame del Novara (’87, cercato dal Parma come Bentivoglio), quasi svanito invece l’obiettivo Vitale vicino ad un triennale con la Salernitana di Simone Inzaghi. Per Cacia Perinetti osserva l’eventuale rinnovo (oggi?) con l’Ascoli, Calaiò potrebbe restare allo Spezia mentre l’uruguagio Granoche del Modena piace in Lega Pro ma anche in Australia ai Western Sydney Wanderes. Ultimo nome per il reparto offensivo (senza scordare Cesarini del Pavia) è quello del ’96 La Gumina cecchino del Palermo Primavera.

Ore 15.42 – (Calcio Padova) Nicola Madonna è un giocatore del Calcio Padova: nel pomeriggio di oggi è stato perfezionato l’accordo che lo legherà alla società biancoscudata fino al 30 giugno 2018.

Ore 15.42 – UFFICIALE: IL PADOVA HA ACQUISTATO NICOLA MADONNA, CONTRATTO BIENNALE PER LUI!

Ore 15.20 – (La Nuova Venezia) Qualcosa si muove, non si sa ancora ufficialmente in quale direzione, ma le parole del presidente Gabriele Gravina non lasciano spazio a dubbi: i gironi della Lega Pro 2016-2017 subiranno modifiche rispetto al recente passato quando ha prevalso la logica geografica del cosiddetto “taglio orizzontale”. L’ipotesi che in questo momento raccoglie maggiori chance di approvazione è quella di un girone orizzontale, quello meridionale, e di due gironi verticali, uno tirrenico e uno adriatico con la divisione delle squadre di Lombardia, Emilia-Romagna e, anche, Toscana. Difficile avere oggi un quadro completo anche perché solo giovedì 30 si saprà quante delle 54 società aventi diritto hanno rispettato la scadenza del 30 giugno per iscriversi, ma il puzzle delle 60 squadre (quindi almeno sei ripescaggi sicuri) si completerà solo dopo il Consiglio Federale di fine luglio. In questo momento in Lega Pro sono rappresentate 16 regioni su venti (fuori dai giochi Valle d’Aosta, Liguria, Molise e Sardegna, che potrebbe rientrare con gli eventuali ripescaggi di Olbia e Torres). In testa alla graduatoria ci sono Toscana (9 squadre), Lombardia (8) ed Emilia Romagna (7), ma le lombarde potrebbero diventare già nove con il passaggio del titolo da Bellinzago a Varese. Cinque le trivenete (Bassano, Padova, Venezia, Sudtirol e Pordenone), in ballo la domanda di ripescaggio di Campodarsego e Belluno, non scherzano nemmeno le pugliesi (6), poi Campania e Sicilia (4), Marche (3), Abruzzo e Calabria (2), Piemonte (2 o 1), Umbria, Lazio e Basilicata (1). Se ci fossero tre gironi da 18 squadre e tutte le aventi diritto si iscrivessero, il raggruppamento nord-adriatico potrebbe comporsi così: Bassano, Padova, Venezia, Sudtirol e Pordenone, le lombarde più orientali (Cremonese, Lumezzane, FeralpiSalò e Mantova), le romagnole (Rimini e Santarcangelo), le emiliane di “mezzo” (Piacenza, Pro Piacenza, Reggiana e Modena), le marchigiane (Ancona, Maceratese e Sambenedettese). Ma è solo un gioco di fine giugno, magari il girone adriatico scenderà fino all’Abruzzo (Lanciano e Teramo) oppure assorbirà anche qualche toscana. Molto dipenderà come sarà tracciato il taglio orizzontale del girone meridionale, ma soprattutto da quale sarà il quadro completo delle 60 squadre. E per averlo bisogna attendere un mese.

Ore 15.00 – (La Nuova Venezia) Arriveranno giocatori di esperienza, magari anche da serie A o serie B, ma nessuno toglierà a Francesco Cernuto il primato di giocatore con la più lunga militanza nel Venezia. Il difensore centrale di Milazzo inizierà infatti la quarta stagione in maglia arancioneroverde trovando strada facendo un numero sempre più crescente di estimatori, compreso il direttore sportivo Giorgio Perinetti che lo ha voluto lo scorso anno in serie D e che gli ha proposto la riconferma al termine del campionato. Con tre promozioni alle spalle (due con il Treviso dalla serie D alla Prima Divisione e una con il Venezia in Lega Pro), Francesco Cernuto andrà a caccia del poker. «Ci sono ancora un paio di settimane di vacanza, ma non vedo l’ora di ricominciare» racconta Cernuto in vacanza in Sicilia, «le premesse per un’altra stagione da protagonista ci sono tutte». Non mancherà la concorrenza nel ruolo di difensore centrale con l’arrivo di Domizzi, quello probabile di Malomo, la riconferma di Modolo e le voci su Legati. «Per vincere un campionato bisogna essere in tanti, lo abbiamo visto anche nella passata stagione in serie D. Nessun torneo è semplice da vincere, tanto meno la Lega Pro, una rosa vasta è fondamentale per sopperire a tutte le problematiche che si manifesteranno nel corso della stagione». Poche presenze il primo anno con Dal Canto, Cernuto si è guadagnato la fiducia di Serena, poi quella di Favaretto e Favarin, dal 13 luglio ci riproverà anche con Pippo Inzaghi. «Sono cambiate tante cose da quando siamo partiti per le vacanze, soprattutto è cambiata la guida tecnica del Venezia. Questa società vuole fare le cose in grande, ci dà grande sicurezza, ma non potrebbe essere altrimenti quando alla guida c’è Joe Tacopina e un direttore sportivo come Perinetti». Insieme a Soligo, Cernuto potrebbe diventare la bandiera del Venezia. «Evans è più conosciuto di me nel territorio, lui è il giocatore di casa, un vero leader dentro e fuori lo spogliatoio, che sarà preziosissimo anche nella prossima stagione». Intanto si parla già della composizione dei gironi. «In questi giorni si leggono tante soluzioni, si sentono tante possibilità, ma al Venezia deve interessare relativamente la composizione del girone, dovessimo anche finire a giocare a Messina o Catania».

Ore 14.40 – (La Nuova Venezia) Buona anche la domenica, per costruire il Venezia della prossima stagione. Ecco dunque l’annuncio, ieri pomeriggio, che ufficializza altri due acquisti conclusi da Perinetti: Simone Basso e Vittorio Fabris. Simone Basso, centrocampista classe 1982 nelle ultime quattro stagioni in forza al Trapani con 81 presenze e 18 gol; e poi Vittorio Fabris, centrocampista classe 1993 proveniente dalla Feralpisalò, società con cui ha esordito nella stagione 2012-2013 e totalizzato 106 presenze e 3 goal. I contratti dei due giocatori verranno formalizzati e depositati con i tempi e le modalità previsti dalla normativa vigente. Insomma il conto alla rovescia scorre, ancora due settimane e poi il Venezia inizierà la nuova stagione: due giorni di visite e test al Taliercio (11-12 luglio) e la partenza per il ritiro di Piancavallo (13 luglio). Intanto per la fine del mese Inzaghi rientrerà da Formentera e incontrerà Perinetti. Sarà la settimana degli annunci, compresa la composizione dello staff tecnico. «Ci sarà una persona in più rispetto alla passata stagione» fa sapere il diesse, «rimane con noi Massimo Lotti come preparatore dei portieri». Mancano all’appello il vice allenatore, il preparatore atletico e una terza figura tecnica come richiesto da Pippo Inzaghi. Sarà questione di giorni, se non di ore, l’annuncio di arrivi dei giocatori con i quali esiste già un accordo ben definito, come Facchin e Malomo (Pavia), Tortori (FeralpiSalò) e Pederzoli (Pordenone), mentre Fabris e Basso sono stati ufficializzati ieri. «Ci mancano un esterno difensivo sinistro, un esterno a centrocampo, una prima punta e un attaccante di fascia» aggiunge Perinetti senza entrare nei dettagli dei nomi, «Legati in difesa? No, era vicinissimo un anno fa, sarebbe stato anche disposto a scendere in serie D, ma Favaretto preferì aspettare Modolo, adesso Elia ha altri due anni di contratto con la Pro Vercelli». Derby in famiglia per il terzino sinistro Luigi Vitale. «Mi sa tanto che Inzaghino vincerà il braccio di ferro con Pippo e il difensore andrà in serie B alla Salernitana, ma le opzioni non ci mancano». Confermato l’interesse per Bentivoglio e Maracchi, mentre è più defilata la figura del brasiliano Filipe sul quale ha messo gli occhi anche il Padova. Come non è fuori luogo l’interesse per Lanzafame. Una shiarita sulla composizione delle rose. «Chi non vorrà concorrere ai contributi, avrà la possibilità di tesserare più di 16 senior, sempre all’interno di una rosa di 24 elementi» chude il diesse. Passasse questa linea il portiere Lorenzo Andreatta andrebbe in prestito al Campodarsego, alrimenti rimarrebbe al Venezia come terzo al posto di Bortolin.

Ore 14.10 – (Gazzettino) Prende sempre più forma la Vigontina San Paolo. Dopo gli arrivi di Rossi, Thomassen e Vigo, la società ha ufficializzato il rinnovo dell’attaccante Nicolò Masiero, nove sigilli quest’anno in Eccellenza, ma che ha già masticato la serie D con Montebelluna e San Paolo. Operazioni che naturalmente non finiscono qui, dato che nelle prossime ore potrebbe andare in porto la trattativa con il portiere classe 1996 Marco Vanzato in uscita dal Campodarsego, e per il reparto avanzato sembra essere più di un’idea Raffaele Cacurio, anche lui sul piede di partenza dal club biancorosso. Il tutto tenendo sempre a mente il 4-3-3, dato che è questo il modulo sul quale vuole puntare Vincenzo Italiano. «Le caratteristiche dei ragazzi che stiamo cercando sono funzionali a questo sistema, fermo restando che se poi si verificano determinate situazioni si può seguire un’idea alternativa. Non vedo l’ora di iniziare (la preparazione scatterà lunedì 25 luglio, ndr), è il mio debutto alla guida di una prima squadra e dovrò gestire la parte tecnica e tattica, per cui la mia metodologia determinerà risultati e comportamenti dentro e fuori dal campo. È un’opportunità importante partire dalla serie D, cercherò di sfruttarla al meglio». L’ex capitano biancoscudato promuove l’ingaggio di Vigo, che dovrà dare tempi e geometrie alla squadra. «Il direttore Bragagnolo me ne ha parlato molto bene. Mi sono documentato ed è senz’altro un ottimo acquisto per la categoria perchè con la sua duttilità può fare anche il difensore centrale». Ha avuto tanti maestri nella sua carriera. Ce ne è uno in particolare al quale si ispira? «Bisogna essere sempre se stessi e andare avanti con il proprio credo calcistico, anche se ho avuto la fortuna di avere allenatori molto bravi come Prandelli, Malesani e Iachini dai quali ho sempre cercato di imparare qualcosa». In tasca ha il patentino Uefa A che le consente di poter allenare fino in Lega Pro e di fare il vice in serie A e B. «Mi manca il Master, ma vorrei aspettare qualche anno per vedere se sono all’altezza di fare questo mestiere. Adesso, ripeto, ho questa opportunità molto importante che cercherò di sfruttare per fare sì che diventi il mio pane quotidiano a lungo. È una professione che mi permette di annusare ancora l’erba del campo, sentire il rumore dei tacchetti e fare ciò che ho sempre fatto da ragazzino». Nello staff, oltre al vice Gianni Tommasin, è stato ufficializzato il preparatore atletico Alberto Griggio che era nel settore giovanile sanpaolino. «L’ho voluto fortemente perché ho avuto modo di vederlo all’opera. Ha voglia, passione ed è molto preparato». A stretto giro di posta sarà ingaggiato anche il preparatore dei portieri. Passando alle vicende extra calcistiche, anche Italiano come altri biancoscudati ha deciso di fermarsi a vivere a Padova una volta appese le scarpe al chiodo. «Mi sono affezionato alla maglia biancoscudata e alla città che è stupenda, e qui ho trovato molte persone che mi vogliono bene. Anche la mia famiglia si trova benissimo e non volevo stravolgere la vita dei miei figli che hanno i loro amici». Lo dà sempre un occhio al Padova? «È il minimo, sono stato il capitano della squadra e abbiamo sfiorato la serie A. Ora faccio l’allenatore e spero sempre che i sogni si possano avverare». Intanto, il club avrà la deroga per giocare a Busa: martedì il sopralluogo effettuato dagli uomini della Lega è andato a buon fine dato che serviranno solo alcuni accorgimenti: panchine più lunghe e rivestimento dei pali della recinzione del campo.

Ore 13.50 – (Gazzettino) «Se ho scelto Abano è anche perché il direttore Andrea Maniero mi aiuterà a crescere insieme a lui». A parlare è Luca Tiozzo che alla guida degli aponensi si presenta ai nastri di partenza per il terzo anno in serie D, dopo le esperienze con Delta Porto Tolle e Mestre terminate con altrettanti esoneri. Non che le squadre non viaggiassero bene sul campo, ma è lo stesso tecnico a svelarsi a cuore aperto. «Devo migliorare molte cose nella gestione di me stesso, e nel capire che le cose non possono andare sempre con la stessa idea di quando parto da casa. In questi due anni credo di avere fatto buonissime cose sul campo e se sono stato mandato a casa non è stato per i risultati (esonerato a Mestre dopo sette risultati utili di fila e al Delta dopo dieci vittorie consecutive, ndr), ma perché devo smussare qualcosa nel mio carattere e nel mio atteggiamento. Sono uno che dice le cose come stanno, mentre in certi casi dovrei contare fino a dieci. E so che anche in questo Maniero cercherà di consigliarmi al meglio». Tiozzo ha già le idee chiare sulla squadra che vuole disegnare. «Non vedo l’ora di iniziare perché è un’esperienza stimolante allenare una squadra di giovani, basti pensare che i nostri ragazzi vanno dalla classe 1991 alla classe 1999. Stiamo allestendo una rosa tecnica, e le mie squadre hanno sempre avuto il migliore attacco. Il modulo? 4-2-3-1 o 4-2-4 sono quelli di riferimento, anche se in certe situazioni si potrebbe ricorrere anche al 3-5-2. Di sicuro vogliamo essere una squadra bella e tosta». Sugli obiettivi di classifica. «Si profila un girone molto competitivo. Noi, ripeto, siamo una compagine giovane e dovremo ragionare di partita in partita per giocarci tutte le nostre carte. Non me la sento di dare obiettivi a lunga scadenza, fermo restando che cercheremo di fare il meglio possibile. Dipenderà anche dalla nostra capacità di sopportare la tensione e di acquisire una mentalità vincente, e sappiamo che per farlo ci vuole tempo». Intanto, sul fronte mercato bolle ancora qualcosa in pentola, e in settimana dovrebbe arrivare la fumata bianca per qualche altro tassello. Il direttore sportivo Maniero ha in pugno un attaccante e un centrocampista per i quali mancano ormai gli ultimi dettagli, e tra i pali arriverà un altro portiere giovane che si giocherà il posto con Ruzzarin che è stato confermato. La preparazione scatterà lunedì 25 luglio con sedute al campo Ceron a Selvazzano, mentre come appoggio i neroverdi potranno usufruire dell’hotel Petrarca di Montegrotto.

Ore 13.30 – (Gazzettino) L’Este piazza l’ultimo colpo e chiude la campagna acquisti, anche se è in arrivo almeno un altro “big” per il reparto avanzato. La società giallorossa ha presentato nel fine settimana Matteo Faggin, centrocampista classe 1996: ha giocato venti partite con la Luparense l’anno scorso, siglando una rete, mentre nel campionato precedenze ha giocato una sola partita in serie D con il Padova. Faggin va a chiudere un centrocampo che si annuncia di altissimo livello, dato che Longato, Tessari e Cavallini sono tre ottimi giocatori e hanno pure già giocato assieme nella primavera biancoscudata. L’attacco conta sui nuovi arrivi di Munarini e Pittarello – anche se per quest’ultimo manca l’ufficialità – e tutti aspettano di capire se Marcandella rimarrà a Padova o verrà lasciato libero di tornare all’ombra della porta vecchia. Per la difesa il tecnico, Michele Florindo, si affiderà all’esperienza del confermato Montin e di Busatto. La fascia di capitano andrà al portiere, Lorello. La dirigenza sta ora lavorando sui fuori quota ed è alla ricerca di giovani di belle speranze: si tratta con società di A e B. «Possiamo dire che la campagna acquisti è quasi conclusa con questi ultimi arrivi – rivela il vicepresidente, Stefano Marchetti, che ha seguito da vicino tutte le trattative – Abbiamo creato un’ossatura definitiva, che ci permette di avere una squadra molto quadrata con notevoli individualità. Il gruppo inoltre è composto di ragazzi seri e l’aspetto economico non è da meno. Ci teniamo però un colpo grosso per luglio, stiamo cercando di chiudere con un attaccante di alto livello». La rosa è infarcita di giocatori d’esperienza, che nonostante la giovane età conoscono a memoria la categoria. «E questa è appunto la squadra con cui affronteremo il prossimo campionato – conferma Marchetti – ma che nessuno si monti la testa, la nostra ambizione è fare un campionato tranquillo. Il primo obiettivo è la salvezza anticipata, poi potremo toglierci qualche soddisfazione». L’Este parte quindi a fari spenti, come aveva fatto giusto un anno fa. «Ma non bisogna guardare a quello che fa l’Este – minimizza il vicepresidente, che ora è preoccupato per la formazione dei gironi – comunque vada ci sono degli squadroni già pronti a vincere il torneo. Sto parlando di Mestre, Altovicentino, Arzignano Chiampo, Abano e Triestina su tutti. Speriamo comunque di finire nel girone cosiddetto veneto, ci spiacerebbe doverci sorbire per un altro anno il girone tosco emiliano» A parte il livello delle squadre del girone che comprende solitamente Emilia Romagna e Toscana, l’inserimento dell’Este in questa area porterebbe alle stelle i costi di gestione. «Non avete idea – sorride Marchetti – di quanto costi una sfilza di trasferte fuori regione per un campionato di fila. Noi siamo in serie D da una dozzina d’anni e speriamo che questo dettaglio non sfugga alla federazione in fase di costruzione dei gironi, dato che ci sono altre padovane e venete con meno esperienza che potrebbero essere inserite nel girone più lontano. Vedremo come andrà a finire».

Ore 13.10 – (Gazzettino) «Faremo la Lega Pro solo se saremo riammessi perché non è giusto buttare via i soldi. Altrimenti affronteremo la serie D e fare meglio di quest’anno vuole dire vincere». Più chiaro di così non potrebbe essere il presidente Daniele Pagin nell’indicare la rotta al suo Campodarsego. Tante le aspettative in vista della prossima stagione, a prescindere da quale sarà il campionato, tanto più che il primo impegno ufficiale sarà comunque la Tim Cup in programma domenica 31 luglio. E altra novità è imminente sul piano societario. «In quest’ultimo periodo ci siamo concentrati soprattutto sul cambiamento della denominazione sociale in Srl, trasformazione che avverrà a breve. Poi è evidente che una nostra eventuale partecipazione al campionato di Lega Pro può avvenire solo nel caso in cui siamo riammessi, dato che questo non implica il versamento di un contributo a fondo perduto (250 mila euro, ndr) e neppure l’obbligo di dover giocare nell’impianto di casa (il Gabbiano non è a norma, ndr) che sono invece tassativi in caso di ripescaggio. Sono le stesse cose che ripeto a tutti coloro, e sono in molti, che in paese ovunque vada mi chiedono quale campionato facciamo l’anno prossimo. Aspettiamo le iscrizioni delle squadre e l’iter che ne segue, e intorno al 20 luglio sapremo se ci sarà la possibilità di essere o meno riammessi». Intanto però si sta lavorando per un campionato di vertice in serie D. «In uno o due anni dobbiamo vincere ed entrare in Lega Pro dalla porta principale. Dopo una stagione come quella che abbiamo disputato, di sicuro non possiamo dire che partiamo per salvarci o per puntare ai play off. Anche perché è vero che ci sono squadre attrezzate come Altovicentino, Mestre, Delta Porto Tolle e Triestina, ma non sono il Venezia o il Parma di quest’anno». Il compito di guidare la squadra è stato affidato a Enrico Cunico. «Siamo entrati subito in sintonia. È senz’altro un allenatore preparato, ha carattere e fa parte dei tecnici di prima fascia per questa categoria». Pagin segue passo dopo passo anche le manovre per la costruzione della squadra. «Attilio Gementi mi tiene sempre informato. Ha a disposizione un budget che è leggermente superiore a quello dell’anno scorso e sa che all’interno di quella cifra può muoversi liberamente. Mi fido ciecamente di lui, allestirà una squadra importante e competitiva». Proprio Gementi si tufferà in una full immersion di lavoro da oggi, dopo avere staccato un po’ la spina in vacanza. Il che comunque non gli ha impedito di portare avanti le trattative. A cominciare da quelle per l’attaccante che deve colmare il vuoto lasciato da Kabine, ma non sarà Marco Beccaro che è stato corteggiato nei giorni scorsi. «La nostra decisione è di non prenderlo – afferma Gementi – e di andare su altri profili. Siamo a buon punto dato che ho già un accordo di massima con il prescelto, e possiamo dire di essere ormai in dirittura d’arrivo». Top secret il nome, che potrebbe essere però svelato a stretto giro di posta. E in settimana potrebbero arrivare novità anche su altri fronti, in particolare per un centrocampista d’esperienza e per un paio di difensori centrali navigati per la serie D. Anche in tema di rinnovi ci potrebbe essere qualche movimento. «Ci troveremo con Tanasa per capire se rimarrà con noi – sottolinea Gementi – e lo stesso farò con Michelotto e con Cacurio, anche se so che quest’ultimo sta parlando con altre società», ossia la Vigontina San Paolo.

Ore 12.50 – (Mattino di Padova) Sarà una settimana fondamentale per le quattro squadre padovane di Serie D. Dal 1º luglio, infatti, Campodarsego, Este, Abano e Vigontina San Paolo inizieranno a mettere nero su bianco gli accordi con i nuovi acquisti. Nel frattempo i vari Gementi, Maniero, Florindo e Bragagnolo giocano di fino, svelando ruoli, identikit e caratteristiche ma non i nomi degli obbiettivi di mercato. CAMPODARSEGO. Due attaccanti e due fuoriquota verranno ufficializzati in settimana. Il dg del Campodarsego Attilio Gementi non svela manco le iniziali dei due pezzi grossi che dovrebbero andare a guidare l’attacco biancorosso. «In questo periodo si rischia di scatenare delle aste», spiega. «Preferiamo agire sottotraccia e ufficializzare quando è tutto a posto». Una cosa è certa: non giocherà nel Campodarsego Marco Beccaro, pupillo del nuovo tecnico Enrico Cunico. «Beccaro è un ottimo giocatore e le sue capacità non si discutono», conferma Gementi. «Ho parlato con lui ma non c’è mai stata una trattativa, anche perché non siamo interessati». La settimana scorsa è stato ufficializzato il portiere Lorenzo Andreatta, 19 anni, in prestito dal Venezia. Gli verrà affiancato un altro fuori quota, dopo l’addio di Giorgio Merlano, passato all’Altovicentino. Resterà al “Campo”, invece, il jolly difensivo Alberto Buson. ESTE. Il “nuovo” Este di mister Michele Florindo sta prendendo forma. Dopo le riconferme del portiere Alessandro Lorello e del difensore centrale Nicolò Montin e gli acquisti di Riccardo Busatto (difensore), Ludovico Longato, Matteo Cavallini, Matteo Faggin, Andrea Tessari (centrocampisti), Filippo Pittarello e Luca Munarini (attaccanti), lo “zoccolo duro” si può dire completato. Mancano i fuori quota e qualche colpo last minute, con la suggestione Oleg Turea (lanciato proprio dall’Este e ora al Padova) sullo sfondo. «Questa settimana cercheremo di prendere qualche ragazzino del 1998», assicura Stefano Marchetti, vice-presidente dell’Este. «Per quanto riguarda i “vecchi”, siamo quasi al completo. Cercheremo altri rinforzi, magari per la difesa». Il vero e proprio colpo di scena riguarda Ferdinando Mastroianni. L’attaccante campano, che proprio ad Este ha trovato fortuna, partirà per il ritiro con il Carpi (Serie B). Guarda caso, la stessa squadra che, due anni fa, si assicurò un altro “ex” giallorosso dal gol facile, Kevin Lasagna. Gli emiliani hanno bruciato il Süd Tirol. ABANO. Qualche giorno per fare il punto della situazione e poi la stretta finale. Questo, in poche parole, il programma dell’Abano, che sta intavolando le ultime trattative. «Stiamo cercando un esterno d’attacco e un attaccante con una struttura fisica importante», rivela il direttore tecnico aponense Andrea Maniero. «Ci siamo presi qualche giorno per riflettere, ma entro i primi di luglio ci saranno novità». L’Abano sta cercando pure un centrocampista per riempire gli spazi lasciati liberi dagli addii di Massimo De Cesare e Alessandro Ballarin, quest’ultimo entrato nello staff tecnico. In uscita c’è pure Gnegnene Gnago: l’attaccante ivoriano si è accasato al Portomansué (Eccellenza). VIGONTINA SAN PAOLO. Si sta muovendo pure la Vigontina San Paolo, che, da perfetta “matricola”, deve sgobbare di più delle cugine. L’altroieri il direttore sportivo Alessandro Bragagnolo ha ufficializzato Nicolò Masiero, attaccante classe 1992. «Era con noi già alla Vigontina in Eccellenza», conferma. «Masiero è un ragazzo che ha sempre giocato in Serie D tra San Paolo e Montebelluna. Ha tutte le qualità per far bene». Il 1º luglio sarà fondamentale pure per i bianconeri. «Dovremmo chiudere per due attaccanti entro breve», continua l’ex difensore del Padova. «In questo momento io e mister Italiano siamo concentrati sull’asse portante della squadra e vogliamo sistemare il reparto avanzato con altri giocatori di esperienza». Vigontina che può già contare sugli accordi con il portiere Enrico Rossi Chauvenet, con il difensore Dan Thomassen (entrambi dall’Abano) e con il centrocampista Matteo Vigo (dal Giorgione). Il nome più caldo per l’attacco resta quello di Stefano Coraini: il bomber, tifosissimo dell’Hellas, raggiungerebbe volentieri il suo idolo Vincenzo Italiano.

Ore 12.20 – (Gazzettino) Il Cittadella è in buone mani, quelle di Stefano Marchetti. Andrea Gabrielli, numero uno della società granata, sta osservando quasi da spettatore l’evolversi del marcato della sua squadra. Ovviamente è informato di ogni operazione – in fin dei conti il presidente è lui – ma Stefano Marchetti gode di incondizionata fiducia, non c’è bisogno del confronto quotidiano. «Quello lasciamolo con l’allenatore, le questione tecniche sono per loro due, che devono lavorare sulla composizione della squadra». Pochi i colloqui con lo stesso Venturato. «Terminata la stagione ci siamo un po’ persi di vista. So che in questi giorni si trova in vacanza, a me il calcio giocato comincia a mancare, perciò un colpo di telefono lo farò anche con il mister, così potrò riassaporare certi momenti vissuti nell’annata e fare anche due parole sulla nuova stagione di serie B». Verso la quale c’è tanta attesa da parte della tifoseria. Come sta nascendo il nuovo Cittadella? «Le dinamiche del mercato sono in continua evoluzione, le conosce bene soltanto Marchetti, e io ho fiducia nel suo lavoro. Sono certo che farà bene». La prima fase è conclusa, con i rinnovi dei contratti dei giocatori in scadenza e ritenuti prioritari. «Penso di sì, ma con questo non ritengo chiuse le posizioni. C’è tanto tempo a disposizione e la porta è rimasta aperta per chi ha dato tanto al Cittadella, a questi colori, e non sarà dimenticato». Tra i volti nuovi, ce n’è uno per reparto: il difensore Pedrelli, l’attaccante Strizzolo e il centrocampista Pasa che è in attesa dell’ufficializzazione. Ovviamente non basta, c’è ancora tanto da fare, a partire dall’obiettivo più importante, la conferma di Litteri a Cittadella. «È l’argomento principale degli ultimi tempi, Marchetti lo sta seguendo con cura, da tempo. So che la volontà del giocatore è quella di restare, ma non è ancora stato trovato l’accordo definitivo con il Latina. Ci vuole un po’ di pazienza». In attacco arriverà qualcun altro? «Abbiamo preso Strizzolo, Stefano Marchetti ha altri nomi da seguire. So di Arrighini, si era intavolato un certo discorso (con l’Avellino che ne deteneva i diritti sportivi, ndr), poi il calciatore è stato riscattato dal Cosenza e tutto si è complicato. Un grattacapo in più per il nostro direttore, bisogna lasciarlo operare senza pressioni. Tengo a tranquillizzare tutti, comunque: tempo ne abbiamo a disposizione per consegnare a Venturato una rosa competitiva». Si parla anche di Misuraca, un profilo interessante? «È sotto osservazione, piace a Marchetti, ma non so dire se si possa o meno concludere, io sono la persona meno indicata nell’affermare se una trattativa possa o meno essere concretizzata. Marchetti di sicuro non si ferma su un nome, ci sono alternative in ogni settore». Che Cittadella vedremo il giorno della presentazione? «Sicuramente non ancora al completo, ma stiamo lavorando per formare una rosa anche numericamente all’altezza della situazione». Si ritorna in serie B dopo un anno. «Lo faremo con grande attenzione, a tutto. La Lega ha in mente alcune novità, a partire dalla valutazione dei manti erbosi degli stadi, poi la televisione richiede certi interventi alle strutture che puntualmente realizzeremo». Com’è il suo entusiamo? «Grande, provo stimoli e responsabilità nel ritorno in B, e ho un desiderio: mi piacerebbe segnare il record di abbonati».

Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Fra le neopromosse in Serie B, il Cittadella è quella che pare avere meno problemi. In casa Spal ha fatto molto discutere la scelta dello stadio Piola di Vercelli come “campo alternativo” al “Mazza” di Ferrara, in fase di ristrutturazione: dovrebbe essere pronto per la seconda giornata di campionato, il 3 settembre, ma per le prime gare di Coppa Italia la squadra di Semplici dovrà chiedere ospitalità altrove. Tra le soluzioni scartate Bologna (motivi economici), Padova e Vicenza (no della questura) e Cittadella (no della società). Sul mercato, intanto, la Spal si è assicurata il prestito di due nazionali Under 19, Simone Pontisso, centrocampista dell’Udinese, e Paolo Ghiglione, attaccante del Genoa. Il Benevento deve invece ancora scegliere chi si siederà in panchina: Auteri si è chiamato fuori dai giochi, Nicola, che piaceva molto, si è accordato con il Crotone, Baroni, ex allenatore del Novara, sembra il candidato più serio, ma, a quanto trapela, resta in piedi l’idea Gattuso, se “Ringhio” divorzierà dal Pisa. Baroni, peraltro, piace pure al Brescia, dove ha perso quota l’ipotesi di un ritorno di Zeman. Anche il Bari è tuttora senza guida e senza d.s.: per questo ruolo sono in lizza Faggiano e Sogliano, con il secondo che, in caso di fumata bianca, spingerebbe per portare in Puglia Beppe Sannino. In pole position per la panchina, tuttavia, c’è Roberto Stellone, reduce dall’esperienza al Frosinone, con Andrea Mandorlini come alternativa. Uno dei “pezzi” pregiati in ballo nel mercato è sicuramente il 31enne Matteo Mancosu, che ha chiuso la stagione al Carpi (in prestito dal Bologna) e che ora è conteso da Novara e Trapani. Il Carpi potrebbe però salutare anche Mbakogu, che ha estimatori all’estero, specie in Turchia. Verona e Vicenza hanno invece nel mirino Andrea Ganz, che negli scorsi giorni la Juventus ha acquistato dal Como. Intanto, l’ennesimo ex Cittadella è pronto a giocare in Serie A: è Antonio Barreca, terzino sinistro che tanto bene si era comportato nella stagione della retrocessione e che il Torino ha contro-riscattato per 250 mila euro dal Cagliari.

Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Essere “figli di…”, nel mondo del calcio, spesso ha comportato più oneri che onori. Tanti paragoni, molte aspettative e la presenza di una figura ingombrante con la quale dover convivere. Nel caso dell’ultimo acquisto del Cittadella, tuttavia, la realtà sembra essere ben diversa. Simone Pasa, 22 anni, jolly di centrocampo con un futuro probabilmente da difensore, è figlio di Daniele, centrocampista dai piedi buoni con una lunga militanza in Serie B (e qualche capatina in A) negli anni ’80. A Padova lo si ricorda all’epoca ruggente dell’Appiani, quando arrivò dall’Udinese in cui ebbe la fortuna di crescere all’ombra di un certo Zico. Ma, nonostante una buona carriera, forse è arrivato il momento in cui l’allievo, ovvero il figlio, ha superato il maestro, vale a dire il papà. «Mi auguro proprio di sì», sorride Daniele Pasa. «Finora il suo percorso è stato molto più prestigioso del mio, se non altro perché ha fatto tutta la trafila delle Nazionali minori, anche da capitano, arrivando sino all’Under 19. Io, invece, la maglia azzurra non sono mai riuscito ad indossarla». Felice dell’approdo di Simone a Cittadella? «Sono contento, è una realtà che conosco bene, così come conosco da anni Stefano Marchetti. È una società che lavora alla grande e spero che possa rappresentare un nuovo trampolino di lancio per mio figlio. Il livello, rispetto allo scorso anno, salirà molto e dovrà affrontare avversari forti. Ma credo che l’anno a Pordenone l’abbia fatto maturare». Marchetti lo apprezza per la sua duttilità, lei lo vede più difensore o centrocampista? «Per fare il difensore gli manca ancora quella sana dose di cattiveria sportiva. Però credo che il Cittadella l’abbia preso principalmente per quel ruolo, in cui è molto bravo a gestire le situazioni, sapendo giocare lungo o corto, accelerando o rallentando la manovra a seconda del momento. Con Marchetti mi sono già confrontato e abbiamo la stessa idea, spetterà a Venturato, mio vecchio compagno a Montebelluna, trovargli la posizione adatta». Lei di solito che consigli dà a Simone? «Ci confrontiamo su tutto, ma come padre ho sempre voluto lasciare libertà di scelta ai figli. Lui è già molto maturo, considerando che ha lasciato casa a 15 anni per giocare nell’Inter. Purtroppo ha pagato molto l’anno balordo in cui ha giocato poco tra Varese e Padova. In biancoscudato si era trovato anche bene, ma era un’annata storta, la squadra cercava di salvarsi a tutti i costi e in campo andavano i più esperti». Anche lei da vice-allenatore nel 2012 ha lasciato più di un rimpianto a Padova. «Sì, perché la squadra era forte e Dal Canto è un ottimo tecnico. Ma nella seconda parte di stagione abbiamo perso qualche partita, rivelatasi fatale». Come vede il futuro prossimo di Padova e Cittadella? «I granata hanno tutto per potersi salvare tranquillamente. Anche l’anno della retrocessione hanno pagato qualche gara sfortunata, ma per la filosofia adottata li considero il Chievo della B. E non è affatto scontato per una realtà così piccola restare tanto tempo a certi livelli. A Padova è tutto diverso e in Lega Pro ha quasi l’obbligo di lottare per l’alta classifica. Con Zamuner hanno fatto un’ottima scelta: ha le idee chiare. Ma il prossimo campionato sarà veramente duro. Venezia e Cremonese faranno un gran mercato, il Parma chissà in che girone finirà e alla fine dei conti ci saranno almeno 4 o 5 squadre che avranno l’obiettivo di vincere il campionato. Peccato ne passi solo una». Dopo l’esperienza alla Luparense, dove la rivedremo? «Ho avuto qualche contatto, niente di concreto. Sto cercando una realtà solida, che mi permetta di lavorare con i giovani».

Ore 11.10 – (Gazzettino) Centrati questi primi obiettivi, le altre trattative proseguiranno con maggiore tranquillità. «Ci sono giocatori di serie B che ora vorrebbero restare in quella categoria, ma se poi non trovano spazio, una piazza come Padova si sceglie subito. Basta avere una squadra pronta al 70-80 per cento per il ritiro e completarla per l’avvio del campionato». Non essendo ancora chiaro quante partite verranno disputate, elemento legato al numero di squadre per girone, la campagna abbonamenti partirà nella seconda metà di luglio, ma non manca sin d’ora un appello di Bonetto: «I tifosi possono già vedere che stiamo lavorando al meglio, non soltanto sui singoli nomi, ma anche a livello societario e finanziario. Dispiace sul piano umano che alcune persone non facciano parte del futuro, ma certe scelte sono fatte per migliorare. Dateci una mano, anche perché una bella campagna abbonamenti rappresenterebbe sicuramente una nuova iniezione di fiducia e ci porterebbe a volere dare ai nostri sportivi ancora maggiori soddisfazioni, alzando ulteriormente l’asticella sui nuovi acquisti».

Ore 11.00 – (Gazzettino) Tutto a posto con il presidente Bergamin? «Io e lui stiamo lavorando bene, lasciamo stare le zizzanie; come in tutte le buone famiglie si possono ricucire le incomprensioni. Se non arrivano turbative dall’esterno, tutto procede e procederà nella giusta direzione. Dateci tempo, lo ribadisco, e fiducia». Così sugli aspetti più strettamente tecnici: «Questa è una fase decisamente importante in cui abbiamo cambiato tutto lo staff tecnico. Siamo entrambi soddisfatti di Zamuner, per il suo modo di operare e per lo spirito e l’armonia che ha portato nel gruppo». E poi c’è il discorso mercato, connesso a doppio filo con il budget messo a disposizione dalla società. «Dai nomi di chi è arrivato e di chi arriverà, dato che per Madonna si tratta solo di ricevere il contratto firmato, non mi pare proprio che si stia lavorando al risparmio. Sono arrivati solo elementi di prima fascia e, considerando Dettori, De Risio, il regista che arriverà, Favalli e Madonna, abbiamo un centrocampo di tutto rispetto, mentre in avanti con una coppia di attaccanti da 26 reti, non c’è alcuna fretta e possiamo restare sereni».

Ore 10.50 – (Gazzettino) È questo il modello padovano, in contrapposizione a quello che in altre realtà si basa su investitori stranieri, pronti a mettere in campo cifre importanti, ma altrettanto veloci, come accaduto a Pavia con la proprietà cinese, a lasciare da un momento all’altro, aprendo le portare al fallimento. «Abbiamo sin dall’inizio sottolineato che il Padova deve restare ai padovani che hanno a cuore il biancoscudo e che non si muovano per meri interessi economici. Non riesco a capire come possa dare continuità chi viene da oltreoceano se non ottiene nel frattempo un ritorno di natura finanziaria. Si tratta poi di vedere cosa preferisce il tifoso tra la continuità e il botto dopo il quale, pur se fragoroso, tutto sparisce». Entro fine mese c’è poi da chiudere la pratica iscrizione. «È tutto a posto. Abbiamo firmato la documentazione, domani (oggi, ndr) faremo l’assegno circolare, martedì la fideiussione e il 29 il segretario porterà le carte in Lega. Non ci sono problemi, come dimostrato dal controllo della Covisoc su stipendi e contributi versati, fatto la scorsa settimana».

Ore 10.40 – (Gazzettino) Un nuovo socio pronto a entrare nel Padova e un secondo che a breve lo seguirà, il tutto accompagnato da un interesse crescente verso l’azionariato popolare. Non solo mercato, dunque, ma grandi novità a breve giro di posta anche sul fronte societario, con l’intenzione dell’attuale proprietà di allargare ulteriormente la base azionaria. «Sabato – conferma l’amministratore delegato Roberto Bonetto – abbiamo avuto il via libera a entrare da parte di un nuovo imprenditore della provincia molto legato al Padova e suo tifoso e la prossima settimana abbiamo un incontro per un altro possibile nuovo ingresso. Tutto questo – aggiunge – non può che darci serenità e futuro perché, con una società composta da più imprenditori, diventa meno difficile ovviare a eventuali naturali uscite legate alle più svariate motivazioni». Non solo: «Riprenderemo a parlare con l’associazione Magico Padova per l’eventuale operazione dell’azionariato popolare, in modo che vi sia una partecipazione di imprese e tifosi, presupposto perché non si ripeta quanto avvenuto due anni fa con Penocchio».

Ore 10.20 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Siamo sicuri che sia utile giubilare la vecchia guardia?”) Il 3-5-2 prevede un costante utilizzo delle corsie laterali, per cui c’è bisogno di giocatori dal passo poderoso e dall’alta resistenza allo sforzo, oltrechè naturalmente dai piedi buoni. Ecco allora, che, senza entrare nel merito dei soggetti già messi sotto contratto e di quelli che sono in dirittura d’arrivo, suscita qualche perplessità la decisione di voler dare il benservito ad alcuni elementi della vecchia guardia, che pure non hanno demeritato nel campionato appena trascorso. Prima di mandar via un Dionisi, un Ilari o un Petrilli ci penseremmo bene: non tanto perché in giro non se ne possano trovare di migliori, quanto per la conoscenza dell’ambiente che hanno e per l’esperienza di spogliatoio maturata in queste due stagioni, in cui si è partiti da zero e si sono centrati traguardi significativi. Potrebbero essere tutt’e tre riserve? A parte che uno il posto se lo gioca in un clima di sana concorrenza, e non è detto che debba per forza sedere in panchina tutti i sabati o le domeniche, il terzetto appena citato potrebbe davvero rappresentare un prezioso aiuto per il tecnico nel cementare “vecchi” e nuovi biancoscudati. Ma c’è di più: Altinier e Neto Pereira non si discutono in attacco, la coppia è solida e prolifica. Però… Però entrambi hanno un anno in più e il brasiliano – ne sa qualcosa Parlato – si ritrova muscoli fragili. Serve almeno un attaccante del loro stesso livello, e insieme a lui un quarto nome che garantisca alta qualità. Petrilli, se adeguatamente motivato, perché non dovrebbe fare al caso? Si dirà: c’è il limite di 16 “over”. Bene, ma facendo un po’ di conti, se si rovescia come un calzino il centrocampo, anche difesa e, come ricordato, il settore offensivo necessitano di valide alternative. Quanto ai giovani, ci pare di aver capito che alla società non interessa più di tanto ottenere maggiori contributi dalla Lega (quest’anno ne ha beneficiato per circa 500 mila euro). A Zamuner & C. l’augurio sincero di venirne fuori al meglio.

Ore 10.10 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Siamo sicuri che sia utile giubilare la vecchia guardia?”) Non c’è dubbio che il ribaltone andato in scena al Padova segni una netta linea di demarcazione fra il passato glorioso (Serie D) o comunque positivo (quinto posto in Lega Pro) e il futuro prossimo, ancora tutto da scrivere. Lasciamo perdere quanto è avvenuto in società – lo ripetiamo per l’ultima volta, gli equilibri interni si sono spostati tutti dalla parte dei Bonetto, con Bergamin in difficoltà, e oggi la “linea” del nuovo corso la dettano amministratore delegato e vice-presidente, ovvero padre e figlio – e volgiamo l’attenzione alla componente tecnica. Sull’asse Zamuner-Brevi, ovvero direttore generale e allenatore, si stanno gettando le basi per la costruzione di una squadra che – non l’abbiamo detto noi, ma la proprietà – dovrà fare meglio della passata stagione, dunque dal quarto posto in su. I playoff, con le novità introdotte dal neo presidente della Lega Gravina, saranno raggiunti senza problemi (a parte chi va in B direttamente, la formula prevede che vi accederanno le squadre dal secondo al decimo posto, oltre alla vincitrice della Coppa Italia della categoria), per cui non vivremo più con l’ansia da conseguimento del primo importante obiettivo. Ma, considerato il lotto delle partecipanti, e dopo le indiscrezioni su una differente composizione dei raggruppamenti A e B (Nordovest-Centro e Nordest-Centro), ci sembra di poter dire che non saranno scelte facili quelle da compiere per i neo-dirigenti di viale Rocco. Dalle mosse di questi giorni, par di capire che il centrocampo sarà rivoluzionato, in ossequio al modulo, diverso rispetto al 4-4-2 di Pillon, sposato dall’allenatore milanese.

Ore 10.00 – (Mattino di Padova) L’obiettivo numero uno rimane il brasiliano Filipe Gomes Ribeiro, 29 anni: il giocatore ha già manifestato il suo gradimento per il trasferimento a Padova, e Giorgio Zamuner sta lavorando per riuscire a trovare l’accordo con il Perugia, titolare del cartellino, per il trasferimento. Una trattativa non semplice, visto che il centrocampista carioca ha ancora due anni di contratto e il club umbro sembra voler escludere l’ipotesi di un prestito: per prelevarlo a titolo definitivo il Padova dovrà provare a trattare sull’ingaggio (decisamente elevato) del mediano ex Como, Lecce e Varese, oppure trovare con i Grifoni una soluzione per dividere, almeno in parte, i costi dell’operazione. Intanto il centrocampista padovano Federico Carraro, ex Pavia e monitorato da Zamuner negli ultimi giorni, si è accasato ieri al Teramo, mentre in uscita per Matteo Dionisi potrebbe profilarsi l’ipotesi Piacenza.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Sono giorni febbrili. Il “mercato” estivo aprirà ufficialmente i battenti solo venerdì prossimo, 1º luglio, ma al Padova le grandi manovre sono iniziate già da diverse settimane. Tanto che quella che inizia oggi potrebbe davvero essere la settimana degli acquisti di peso. Dopo aver puntellato il centrocampo con Francesco Dettori, ex Carrarese, nei prossimi giorni si attendono almeno altri due “colpi” in entrata. Il primo, ormai deciso, è quello dell’esterno destro, Nicola Madonna: una trattativa chiusa da quasi una settimana, ma che per motivi logistici legati alle difficoltà di comunicazione con il giocatore, in vacanza all’estero, si sta prolungando in attesa delle firme. L’esterno destro lombardo, in uscita dallo Spezia, potrebbe essere ufficializzato già nella giornata di oggi, qualora arrivassero i contratti firmati dal diretto interessato e dal suo entourage: l’ultimo passo prima di poter procedere al deposito delle pratiche e all’ufficializzazione dell’intesa. Su un binario parallelo procede anche la ricerca del nuovo regista, dell’elemento che dovrà prendere in mano le chiavi del centrocampo biancoscudato nel 3-5-2 di Oscar Brevi.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il Padova si radunerà qualche giorno prima della partenza per il ritiro di Mezzano, in Trentino, fissata per domenica 10 luglio: i biancoscudati si ritroveranno probabilmente tra giovedì 7 e venerdì 8 per le visite mediche e la consegna del materiale sportivo. Evidentemente non sarà tutta la rosa ufficiale del 2016/17, ma comunque gran parte di essa, perché il mercato, come noto, sarà appena iniziato e si chiuderà solo a fine agosto. Intanto, trapelano le prime indiscrezioni sul programma di amichevoli fissate in ritiro: domenica 17 luglio i biancoscudati di Oscar Brevi dovrebbero esordire contro una selezione locale di dilettanti, mentre sabato 23 luglio è in calendario l’amichevole con il Campodarsego (Serie D) di mister Cunico. Prima di questa partita, tuttavia, mercoledì 20 si disputerà un altro test contro una selezione locale (o, in alternativa, un avversario ancora da definire).

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Quindi si aspettava il loro immediato ritorno in Serie B? «No, perché per la prima volta erano partiti dichiaratamente con tale obiettivo. Avevano sicuramente una buona squadra, ma sono stati bravi a riuscirci». Il nuovo corso del Padova, invece, le piace? «Credo che aver lasciato a casa Pillon sia stato un gravissimo errore. Non ha raggiunto i playoff, ma ha fatto qualcosa di straordinario, ha portato regole e disciplina, ha sempre messo i suoi valori di fronte alle scelte». Cosa pensa del fatto che a gestire l’area tecnica ci sia Zamuner, un ex procuratore? «Conosco bene Giorgio, si allenava con me a Sandonà. È un bravo ragazzo, e credo si sia messo a fare il direttore proprio perché deve aver capito di dover agire in maniera diversa, se voleva far strada. Ma lui ha fatto calcio, e ne sa. Mi voleva l’anno scorso a Pordenone: rifiutai perché con Lovisa c’era stato uno spiacevole precedente». Come vede le due padovane nella prossima stagione? «Il Citta sa quello che deve fare, mentre il Padova ha cambiato di nuovo volto: non sarà facile».

Ore 09.20 – (Mattino di Padova) I nomi che non può dimenticare? «Angelo Gabrielli, ovviamente. Una persona straordinaria, che mi ha fatto toccare con mano il grande calcio, per lui ho rifiutato quattro volte la Serie A e questa è la testimonianza di quanto fossimo legati. Ma ci sono anche i miei primi maestri, da Costenaro a Suarez: molti ragazzi di oggi, purtroppo, abbandonano il calcio proprio perché non trovano persone che li facciano appassionare». E Marcello Cestaro? «Di lui ho un bellissimo ricordo: era entrato in questo mondo pieno di entusiasmo, con serietà e correttezza, ma si è dovuto adattare alla realtà di cui parlavo prima. Se si fosse affidato ad un allenatore o a un ds serio, magari sarebbe finita diversamente». Il 23 novembre 2003, dopo aver perso il derby con il Cittadella, si dimise. Perché? «Fu una provocazione, anche nei confronti di una parte della tifoseria che mi contestava solo perché venivo da Cittadella, e questo non mi andava giù. In granata ancora oggi ci sono le stesse persone di allora: lì c’è un’anima, un’identità, hanno deciso di seguire una strada e sono andati avanti. È questo il calcio che non c’è più».

Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Perché Glerean non ha più estimatori? «Perché nel calcio di oggi ci sono personaggi che godono di enorme credito pur non avendo mai fatto niente, in confronto a chi da tanti anni è sul campo: io ho sempre trasmesso ai miei giocatori ciò che avevo ricevuto dai miei tecnici, mi reputo un educatore prima ancora che un allenatore, ma questo ormai non conta più. Regole e disciplina sono uscite dalle priorità di un calcio italiano che guarda solo ai risultati». C’è una soluzione? «Non credo. A dirigere le società ci sono dei “capistazione”, invece di gente competente e seria: presidente e allenatore dovrebbero sempre venire prima di tutto, specialmente di direttori e procuratori. Ma i presidenti hanno paura e si affidano a mani sbagliate, gli allenatori pure e si adattano sempre al solito gioco». Sessant’anni anni sono un bel traguardo. Quali i ricordi più belli? «Tantissimi. Il Sandonà non andava da 40 anni in Serie C, il Cittadella non era mai stato in B, tra le soddisfazioni di una vita ci sono anche i tanti giocatori che ho lanciato. Mi sarebbe piaciuto lavorare ancora, il campo mi manca, ma non posso tornare alle condizioni di oggi».

Ore 09.00 – (Mattino di Padova) «Come mi sento ad avere sessant’anni? Sinceramente non ci faccio caso, è come se non li avessi. L’unica cosa che mi fa tornare alla realtà, ahimè, è vedere che ormai nessuno mi chiama più». Ezio Glerean ne ha viste di tutti i colori e in alcuni casi, c’è da giurarci, la sua tendenza ad evitare i compromessi ha contribuito a mettergli i bastoni fra le ruote. Ma guardandosi indietro, oggi il tecnico di San Michele al Tagliamento, protagonista dell’ascesa del Cittadella dalla C/2 alla Serie B, il “Profeta” del 3-3-4, divenuto poi allenatore anche del Padova (con un diverso epilogo), non ha grandi rimpianti, se non quello di aver rifiutato la Serie A in nome delle proprie convinzioni. Oggi taglia il traguardo dei 60. Che festeggerà in famiglia, in tranquillità, come quando, tra una partita e l’altra, si dedica all’orto. Dopo 5 anni senza più un’esperienza in panchina, più del passato è il presente a farlo sentire estraneo. Estraneo ad un calcio diverso da ciò che si aspettava. «Alla mia età», ammette, «credo che potrei avere ancora qualcosa da dire…».




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