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Ore 20.30 – (Il Piccolo) Anche la quinta edizione di Grido Libero, la festa della Curva Furlan che è andata ieri in scena per tutto il giorno a Domio, ha visto un’affollata passerella di ex giocatori della Triestina. Certo, molte attenzioni sono andate ovviamente a Mauro Milanese, al tecnico Andreucci (al primo contatto con i tifosi dell’Unione) e al resto dello staff (ieri è stato ufficializzato il nuovo addetto stampa Lorenzo Degrassi), ma anche le vecchie glorie sono state adeguatamente festeggiate. E parecchi si sono detti ottimisti sul nuovo corso della Triestina. A partire da Tiziano Ascagni, indimenticato bomber di primi anni ’80 in coppia con De Falco: «Sono sempre rimasto incredulo in questi anni a sentire cosa stava capitando alla Triestina – racconta Ascagni – non ho mai capito il perché potesse accadere in una città dove invece io ho vissuto un’esperienza bellissima. I tifosi invece sono sempre stati favolosi, sempre in prima linea anche con la battaglia per il marchio. Milanese? lo lo ricordo come giocava: un condottiero di temperamento, con grande voglia di fare, carattere e tanta determinazione. Penso che abbia le caratteristiche giuste per far risalire la Triestina e riportarla dove merita, perché è necessario che la società sia guidata da personaggi così. Ho visto che anche i tifosi sono ritornati in massa a seguire la squadra, del resto io mi sono tenuto sempre aggiornato: su Facebook ho 720 amici triestini…». Come sempre presente alla festa anche Gianluca Birtig. Il “sindaco” sottolinea come ora ci sia attorno all’Unione un altro clima: «Finalmente una festa più serena rispetto agli ultimi anni. I ragazzi della curva se la meritavano, sono sempre stati grandi, hanno mantenuto l’entusiasmo vivo anche negli scorsi anni con una situazione da depressione totale, davvero tanto di cappello. E finalmente meritavano un presidente che non li prendesse in giro come quelli del recente passato». Già, perché anche Birtig ha fiducia nel nuovo corso e approva le prime scelte: «Milanese è uno che il calcio lo conosce: non ci sarà improvvisazione, ma credo si progetti una crescita programmata, senza fare passi più lunghi della gamba. Intanto ha iniziato bene scegliendo come allenatore un tecnico bravo e preparato come Andreucci, che conosce bene la categoria e ha sempre ottenuto buoni risultati. Per me è il mattoncino più importante, poi vedremo i giocatori». E poi c’è chi Milanese lo conosce ancora meglio, per averci giocato assieme proprio in alabardato, come Antonio Terracciano: «Mauro è uno dentro al mondo del calcio e la scelta di abbracciare la Triestina è stata dettata anche dal forte legame che ha con la città e la squadra. Si è messo in gioco e si è preso una bella responsabilità, ma penso sia l’uomo giusto. La Triestina negli ultimi anni? Sono sincero, facevo finta di niente e giravo la testa dall’altra parte tanto stavo male a sentire cosa le succedeva. Ultimamente l’ho seguita di nuovo, anche per Bordin che conosco bene: non è stato confermato ma è felice di aver portato la squadra alla salvezza e si augura il meglio per il futuro. Del resto di Trieste ho solo bei ricordi: non è una sviolinata, è una di quelle piazze come Verona, dove si può fare gran calcio perchè c’è il tifoso vero, al di là della categoria e dei risultati. La Triestina è patrimonio della gente, il triestino la sente sua. In un’altra piazza, con tutto quello che è successo ci sarebbe stata la distruzione totale, e invece proprio grazie ai tifosi è sempre rimasto un lumicino acceso».
Ore 20.00 – (La Provincia Pavese) Tanto fumo, poco arrosto. Se non ci fosse stato un giro di 10 milioni di euro, non spiccioli, investiti dalla proprietà cinese nel Pavia fino alla chiusura dei rubinetti a fine febbraio verrebbe da dire che le promesse siano completamente state disattese dal patron Zhu e dai suoi soci. L’esperienza di gestione cinese del club azzurro era partita con grandi progetti purtroppo mai realizzati (sul perché non ci sono certezze, da un passo indietro di Zhu e soci a difficoltà burocratiche trovate sul territorio, alla poca collaborazione dagli enti locali) o già falliti. Come “Casa Pavia”, inaugurata il 13 maggio scorso, e che ha già chiuso i battenti dopo poco più di un mese di vita. I locali sono stati liberati dai mobili: la proprietà del negozio ha preferito non rilasciare dichiarazioni sulla vicenda, fatto sta che «Casa Pavia» ha chiuso i battenti dopo un’inaugurazione in pompa magna. A quanto è dato sapere, il progetto avrebbe fatto capo non direttamente al Pavia ma ad una società ad esso peraltro riconducibile. Il progetto era stato annunciato in grande stile dal presidente Zhu lo scorso anno in piazza della Vittoria: si trattava dello store del Pavia, un’iniziativa di immagine, unica in Lega Pro. Bell’idea ma tutto naufragato in un finale di stagione negativo dal piano di vista sportivo e ancor più economico. Il problema è che dopo due anni (con spese fuori portata per un normale club di Lega Pro) lo spettro all’orizzonte è l’addio al calcio professionistico e non solo. Tralasciando l’aspetto puramente calcistico per un attimo bisogna anche pensare ai creditori, non solo i calciatori di cui si è parlato anche in queste ore per il mancato pagamento degli stipendi entro fine maggio (trimestre marzo-maggio) ma a chi ha fornito servizi al Pavia, da artigiani a commercianti di tutti i tipi. Prossima scadenza il 30 giugno, intanto il Pavia ha incassato 4 punti di penalizzazione per non aver rispettato il termine di venerdì scorso per regolarizzare le proprie pendenze con tesserati e dipendenti. Fra le tanti voci, nell’ambito di un possibile cambio al vertice, c’è anche quella di una possibile intesa con il marchio Walker Group (calzature). Intanto in Consiglio Comunale martedì sera è prevista una discussione su questi temi: dovrebbero esserci anche rappresentanti della società. Tra l’altro il patron Zhu aveva annunciato la scorsa estate di aver dato mandato a una società tedesca per realizzare un nuovo stadio, un impianto modernissimo, che la società Hellmich poteva realizzare sulla falsa riga di quello costruito a Neuchatel in Svizzera. In quello stadio, La Maladière, oltre ai 12 mila posti a sedere sono presenti 25 mila metri quadrati di centro commerciale, 54 negozi, un ristorante, sei palestre e quasi mille posti auto. Poi sullo stadio però c’erano state frenate anche sulla valutazione del luogo dove realizzarlo: dalla Falegnameria Franchini che occupa lo spazio dietro il settore dei distinti, all’area Necchi e per ultima l’area di proprietà comunale tra il poligono di tiro e piazzale San Giuseppe. Il tutto senza pensare, invece, a una ristrutturazione del Fortunati con la trasformazione del Mascherpa e dei campi limitrofi del settore giovanile nell’area commerciale, per trovare le motivazioni economiche per sostenere e gestire quest’operazione. Idee rimaste sulla carta. Infine, per quanto riguarda i giocatori, la Cremonese è interessata all’attaccante Ferretti, la Feralpi Salò ha messo nel mirino Manconi, alla Reggiana piace Marchi, mentre Carraro è molto vicino al Teramo.
Ore 19.30 – (Gazzetta di Reggio) Rachid Arma appare ormai lontano dalla Reggiana. Nonostante i dieci gol segnati nello scorso campionato, il centravanti non sembra far parte del nuovo progetto tecnico granata, pur essendo sotto contratto. Fatto sta che diversi club di Lega Pro hanno inserito il nome di Arma nella lista dei desideri: la trattativa che risulta più avviata è quella tra il giocatore marocchino e il Pordenone che ha intenzione di ritentare la scalata alle serie B. Nel frattempo un ex granata, il difensore Paolo Frascatore, dopo essere rientrato alla Roma per fine prestito ha firmato il contratto di un anno con il Losanna; club neopromosso in Super League, la serie A elvetica. Passa in confine con la Svizzera anche un altro ex granata. Giuseppe Scienza: va ad allenare il Chiasso in Callenge league, la nostra serie B ed ha firmato un contratto di due stagioni. Tornando alla Reggiana: l’attancante esterno trentaduenne Angelo Raffaele Nolè, che la Reggiana pare intenzionata confermare, resta nelle mire del Lumezzane.
Ore 19.00 – (Gazzetta di Reggio) Questione di ore. Manca soltanto l’ufficialità, ma il primo innesto per la Reggiana che verrà, il primo acquisto dell’era Grammatica risponde al profilo di Mattia Bonetto; è il capitano della Primavera dell’Inter. Siccome suo compagno di squadra in nezarrurro è stato il cavriaghese Alessandro Mattioli, vien da chiedersi se Bonetto abbia chiesto porprio a lui qualche informazione sull’ambiente granata. «No – risponde Mattioli – non ci siamo sentiti dal giorno in cui è finita la stagione, ci siamo lasciati con l’amarezza per l’eliminazione ai rigori con la Roma porprio qui a Reggio; consapevoli già in qurel momento che diversi ragazzi sarebbero andati a giocare da un’altra parte. Ma è statoi quasi un mese fa, nessuno sapeva ancora dove sarebbe finito di preciso, Bonettonon mi ha chiamato, magari adesso lo faccio io». Le caratteristiche di Mattia Bonetto? «E’ uno che corre molto, sul piano fisico è devastante, recupera parecchi palloni ed è pronto quanto bravo a far ripartire l’azione». Per ruolo è un mediano? «Dipende da come intende schierarsi l’allenatore, se Coluccci pare orientato ad utilizzare il 4-2-3-1, allora sì, si adatta a fare il mediano. Ma può fare benissimo anche la mezzala in un centrocampo a tre». Lei è pronto per una maglia da titolare in Lega Pro? «Questo faccio fatica a dirlo,non ci ho mai giocato. Di sicuro Bonetto è un buon elemento, può fare bene e poi, anche se giovanissimo ha già esperienza di un campionato “vero, perché mi risulta che abbia fatto una ventina di presenze in D nel Montebelluna». Si dice che alcuni dei giocatori provenienti dai settori giovanili delle squadre più titolate in Italia snobbino un poco la Lega Pro, si sentano già pronti… «Con Bonetto nessun rischio: è uno a posto, un bravo ragazzo, non ha fronzoli nella testa e poi se la Reggiana lo ha scelto ne avrà valutato anche il profilo umano».
Ore 18.30 – (Gazzetta di Reggio) Leonardo Colucci è il nuovo tecnico della Reggiana e proprio al timone granata fa il suo esordio in un club professionistico non giovanile. Dopo averlo avuto quattro stagioni nel vivaio del Bologna alla guida di Allievi Nazionali e Primavera, Daniele Corazza – responsabile del settore giovanile rossoblù – è ha toccato con mano la crescita del Colucci allenatore. Che tecnico è? «Nel nostro settore giovanile è cresciuto facendo bene nell’aspetto a cui noi teniamo di più ovvero la formazione e la crescita dei ragazzi. Abbiamo sempre lavorato condividendo la stessa linea e credo che i risultati si siano visti ,considerando che abbiamo diversi giocatori del nostro vivaio in prima squadra». Quanto pesa la sua esperienza ad altissimi livelli sui giovani? «E’ un aspetto che da noi è stato molto importante, poiché grazie alla sua esperienza in campo professionistico Colucci ha aiutato la crescita dei ragazzi: potevano avere davanti a loro un esempio concreto di come, attraverso il lavoro, si possono raggiungere i propri obiettivi e i propri sogni». Pensa che per lui fosse arrivato il momento del salto tra i professionisti? «Credo proprio di sì. Dopo quattro anni di lavoro all’interno del settore giovanile del nos Bologna sono convinto che Leonardo avesse la giusta voglia di misurarsi con una prima squadra. Secondo la mia opinione è pronto, anzi, credo che lo fosse già l’anno scorso». Quali sono i suoi punti di forza? «Trasmette grande mentalità al gruppo e alla squadra. E’ un allenatore giusto nelle valutazioni in settimana, non regala nulla ai giocatori ma basa tutto su quello che vede dal lavoro in campo e, aspetto certamente non trascurabile, è bravo sotto l’aspetto tecnico». Com’è stata la sua crescita come allenatore? «Da noi al Bologna ha iniziato la sua esperienza con gli Allievi Nazionali e, l’anno successivo, io ho avuto la fortuna di diventare responsabile del settore giovanile e l’ho subito promosso alla guida della Primavera perché lo ritenevo la persona più giusta. Oggi è anche una soddisfazione personale vederlo alla guida di una società storica come la Reggiana». A Reggio qualcuno teme che possa mancare di esperienza… «L’esperienza è l’ultima cosa che gli manca. E’ una persona che ha fatto per vent’anni il calciatore professionista e, successivamente ha fatto da secondo a mister Giampaolo e quattro anni nel settore giovanile di una società di serie A. Ha un curriculum di tutto rispetto, io sono convinto che abbiate preso davvero un ottimo allenatore». Che differenze potrebbe riscontrare nel calcio dei “grandi”? «Il risultato diventa un elemento fondamentale che spesso supera l’aspetto formativo dei giocatori. Lui conosce benissimo questa differenza e sa che il lunedì, al contrario di quanto avviene nel settore giovanile, si guarda la classifica. Credo sia fondamentale dare il tempo di lavorare senza guardare sempre il risultato. All’interno del nostro club il lavoro con lui ha sempre pagato». Qual è il modulo preferito da Colucci? «E’ preparato su tutti i moduli di gioco. A lui piace giocare 4-3-3 però non ha una struttura una predefinita, preferisce adattare il proprio credo calcistico alle caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione per esaltarne le qualità». C’è chi parla di lui come un giovane allenatore molto promettente… «Questa è assolutamente la definizione giusta. Non credo assolutamente alla mancanza di esperienza. Ha delle qualità importanti e sicuramente riuscirà a metterle a disposizione della squadra». Se dovesse descrivere il Colucci allenatore con una sola parola? «Corretto nel rapporto con i giocatori e scrupoloso nella preparazione della partita, mantenendo sempre carico il gruppo». Ci sono degli elementi della vostra Primavera pronti per seguirlo a Reggio? «Colucci conosce benissimo i ragazzi che ha allenato fino a questa stagione e sono convinto che se riterrà che qualcuno possa essere pronto ne parlerà con il direttore Grammatica. Questo è un lavoro da diesse e per come conosco Colucci lascerà il compito a chi deve occuparsene». Vuole fargli un in bocca al lupo particolare? «Lo ringrazio per gli anni ricchi di soddisfazioni che abbiamo trascorso insieme e faccio davvero un sincero in bocca al lupo a lui, a Migliorini e a Gagliardo, i suoi collaboratori che lo hanno seguito in questa nuova avventura».
Ore 18.00 – (Gazzetta di Mantova) Appena atterrato in Sardegna, dove resterà sino a questa sera, Roberto Masiero non sembra prestare troppo ascolto all’eventualità di unire le forze con l’attuale dirigenza biancorossa: «Ho parlato l’altro giorno con Di Loreto e con Musso, abbiamo definito l’accordo su tutto e lunedì mattina darò il via alla corresponsione del denaro necessario all’acquisizione del 100% del Mantova. Da parte nostra non c’è l’intenzione di unire le forze in questo senso, la nostra volontà è quella di ottenere la totalità delle quote della società e appena sarà stato siglato l’atto notarile presenteremo buona parte della nuova dirigenza». Masiero è chiaro, si ripartirà da Luca Prina: «Ho già parlato con lui, è un ottimo tecnico e con noi avrà la possibilità di lavorare molto e bene. Credo che sarebbe molto utile per il Mantova se nella società, pur se con ruoli da verificare in un futuro piuttosto breve, restassero i soci mantovani che sono realmente persone squisite e con le quali sono convinto si potrebbe lavorare con ottimi risultati». Formalmente non c’è un accenno alla maggioranza bresciana, però magari era sottinteso… In assenza di conferme prendiamo per buona la rassicurazione che Masiero dà in relazione all’incontro dell’altro giorno, nel quale l’imprenditore ha messo a punto assieme ai dirigenti Sdl gli ultimi dettagli che mancavano alla stipula del passaggio delle quote: «È tutto a posto, lunedì torno in ufficio e daremo il via alla disposizione del pagamento per l’acquisto della società. L’accordo c’è, poi sarà questione di un paio di giorni. A quel punto potremo dare il via alla nuova era del Mantova, non faremo grandi celebrazioni ma ci metteremo subito al lavoro per gestire tutto ciò che sarà da fare per preparare al meglio la prossima stagione».
Ore 17.30 – (Gazzetta di Mantova) Dopo avere provveduto a coprire le spese derivanti dal pagamento degli stipendi arretrati Serafino Di Loreto si gode l’aria di Montecarlo e da domani torna in “trincea” per attendere da Roberto Masiero notizie certe sull’arrivo del fantomatico bonifico con il quale l’industriale vicentino si è detto disposto ad acquisire il 100% del Mantova, si dice al prezzo di 400.000 euro. Il patron biancorosso lancia, anzi, una proposta che potrebbe costituire una importante novità nell’allestimento della squadra per la prossima stagione: «D’intesa con il presidente Sandro Musso – spiega – pensiamo che con Masiero sarebbe possibile unire le forze e mettere a disposizione un budget ancor più cospicuo, con gli inevitabili benefici che questo comporterebbe a favore del Mantova. Si potrebbe valutare insieme questa opportunità, fermo restando che in caso le intenzioni di Masiero fossero confermate sarebbe importante capire quali sono le sue reali disponibilità ad un’intesa di questo genere». Di Loreto tiene comunque a precisare che la decisione dei giorni scorsi blinda in un blocco di granito il futuro della società: «Perchè comunque vadano le cose e come giustamente Musso ha voluto sottolineare nella conferenza stampa di giovedì, noi il Mantova non lo lasciamo per strada. Il nostro impegno, il mio impegno personale è stato ribadito anche con il pagamento degli stipendi e siamo disposti a ribadirlo in ogni circostanza in cui non emergano novità di particolare importanza per il futuro societario. Vedremo se il signor Masiero riuscirà a portare avanti il suo progetto, valuteremo se il suo impegno più volte annunciato troverà un riscontro nella realtà. Tengo comunque a sottolineare come da parte nostra, nella totale assenza di alcun tipo di preclusione, ci sia anche la disponibilità ad unire le forze per il bene del Mantova e della città. Credo infatti che l’ingresso di nuove energie ci permetterebbe comunque di dare ulteriore corpo alle nostre intenzioni di costruire una squadra che abbia un allenatore valido come Luca Prina, con il quale allestire una squadra fin da domani (quando Musso dovrebbe incontrare il tecnico, ndr) e gettare le basi per la razionalizzazione della rosa e l’inserimento di quei giocatori che, anche per l’orgoglio di portare i colori biancorossi, possano aiutarci a realizzare una squadra competitiva». Se invece, come sembrerebbe, Masiero vorrà fare da solo la proposta cadrà nel vuoto: «Ma a quel punto – chiosa Di Loreto – le forze in campo non dipenderanno più da noi».
Ore 17.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Un anno fa di questi tempi il popolo neroverde fremeva in attesa di conoscere se il Pordenone avrebbe ottenuto o meno il ripescaggio in Lega Pro dopo la retrocessione maturata nel playout con il Monza, che aveva reso vana la fantastica rimonta dei Rossitto boys. Totalmente diversa l’atmosfera in questa fine giugno 2016. PRIMO PASSO – Nei giorni scorsi la società neroverde ha presentato la documentazione che doveva essere consegnata alla federazione entro il 24 giugno, certificante l’avvenuto pagamento delle spettanze dovute (sino a tutto il mese di maggio) a tesserati e dipendenti. È il primo passo verso l’iscrizione. La domanda dovrà essere presentata entro il 30 giugno. La Covisoc e la Commissione criteri infrastrutturali e sportivi-organizzativi esaminerà la documentazione prodotta dalle società ed entro il 12 luglio dovrà comunicare alle società stesse l’esito della loro istruttoria. PRIME INDISCREZIONI – A forte rischio il Como che sarebbe insolvente per centinaia di migliaia di euro nei confronti dell’agenzia delle entrate e dell’Inail e per il quale sarebbe stata avviata istanza di fallimento. Problematica anche l’iscrizione del Martina Franca che, non essendo riuscita a presentare la certificazione richiesta entro il 24 giugno partirà comunque con almeno un punto di penalizzazione. Sarebbe comunque il male minore. I pugliesi infatti sono ricorsi al crowdfunding chiedendo a tifosi e simpatizzanti di contribuire alla raccolta del mezzo milione di euro necessario per pagare stipendi e contributi non versati per i mesi di marzo, aprile e maggio scorsi. Sarebbe invece sul punto di salvare la categoria la Carrarese grazie all’intervento del sindaco della città del marmo Angelo Zubbani che ha raccolto i 122 mila euro necessari per salvare la società dalla bancarotta. È stato deciso anche chi sarà il nuovo tecnico, Andrea Danesi, ex mister della Massese. Ora il sindaco dovrà trovare chi pagherà gli oneri relativi all’iscrizione e alla gestione della stagione 16-17.
Ore 16.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il Pordenone perde la possibilità di riavere Marco Martin, il terzino originario di Pasiano che era arrivato a dare il suo contributo a partire da gennaio. Lui, come Simone Pasa e Luca Strizzolo, ha scelto il Cittadella. Avrà così l’opportunità di tornare a giocare il campionato di serie B, dopo le brevi esperienze con le maglie di Treviso (una presenza nel 2007, due nel 2009) e Pescara (un gettone nel 2012). Un’occasione da non farsi sfuggire. I granata padovani l’hanno corteggiato negli ultimi giorni, arrivando alla stretta di mano decisiva. Attesa a breve la firma sul contratto (dovrebbe trattarsi di un impegno annuale), il ramarro non potrà contare su Martin. Il laterale, ex Sudtirol, dopo l’esperienza a Pordenone era rientrato al Pavia (fine prestito). Il dissesto societario del club lombardo, però, aveva fatto ben sperare il club allenato da Bruno Tedino. Per la fascia sinistra, insomma, si attendeva che Martin si liberasse definitivamente dal Pavia. Poi sarebbe scattata la zampata decisiva. Invece l’ha piazzata il Cittadella, che prende così il terzo giocatore protagonista in neroverde dell’annata dei record. ARMA – Il Pordenone, però, non si fa scoraggiare da un affare andato in fumo, e ha in canna il colpo da novanta. Siamo alle strette finali, infatti, per l’ingaggio di Rachid Arma. L’attaccante marocchino della Reggiana (da quattro stagioni oltre i 10 gol in Legapro) nei prossimi giorni risolverà il suo rapporto con il club emiliano e si renderà libero per il trasferimento. In questo modo il Pordenone potrà stringere con Arma un accordo biennale, senza dover indennizzare la Reggiana e senza trovarsi nella condizione di dover inserire una contropartita tecnica (si era parlato di Francesco Finocchio) per arrivare al giocatore. Arma, ormai sempre più vicino al ramarro, sarà il fulcro dell’attacco, affiancato da Berrettoni e Azzi (all’inizio della settimana prevista la firma del brasiliano ex Pavia). MOVIMENTI – Si muove qualcosa in porta. Dopo il rinnovo biennale di Matteo Tomei, infatti, è vicino anche l’accordo con il secondo portiere D’Arsiè. Il ragazzo rientrerà delle ferie e stringerà la mano a Bruno Tedino. In difesa piace Alex Sirri, forte centrale originario di Forlimpopoli. Un metro e 84 di altezza, più di 80 chili. Un mastino della linea arretrata su cui il Pordenone ha posato lo sguardo. Nato nel Cervia in Eccellenza, Sirri ha compiuto il salto tra i professionisti nel 2010, quando è passato alla Giacomense (era l’allora C2). Tre anni in quarta serie tra i “pro”, poi il passaggio all’Alessandria, con cui qualche settimana fa ha concluso la sua terza stagione in grigio. Un altro nome che circola è quello di Mauro Belotti, centrale esperto del Lumezzane (che vuole Valente). È in scadenza di contratto e oltre che al Pordenone piace anche alla Maceratese. Attesa per i rinnovi contrattuali di Mirko Stefani e Andrea Ingegneri, che non appaiono minimamente in dubbio. Stallo del Padova su Mandorlini: al Pordenone non sono più arrivate offerte e alla fine il centrocampista dovrebbe rimanere in neroverde. Nessun contatto da altri club nemmeno per Luca Cattaneo, il folletto offensivo che sembrava in procinto di partire verso altri lidi. Ad oggi resta.
Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) Un altro ex Pordenone sta per salire in B. Si tratta di Marco Martin. Il terzino di Pasiano, classe ’87, in neroverde da gennaioe a maggio dal Pavia, è a un passo dal Cittadella. Ormai il club granata sta diventando un feudo di ex “ramarri”: prima del fluidificante mancino sono approdati nella società padovana Luca Strizzolo (’92) e Simone Pasa (’94). Martin starebbe per svincolarsi dal Pavia, con cui ha ancora due anni di contratto. Una volta fatto questo passaggio, il terzino salirà ufficialmente in B, tornando così in una categoria in cui ha già militato nel 2012 con il Pescara (la stagione in cui il Delfino salì in A allenato da Zeman). Intanto il Pordenone spinge sull’acceleratore per il rinnovo a Marco D’Arsiè (’93): la trattativa per il secondo portiere è ben avviata e potrebbe concludersi a breve. Infine, rimanendo in Lega Pro, il Pavia rischia di non iscriversi al prossimo campionato, a meno che non ci sia nei prossimi giorni una svolta societaria. Rischia anche il Rimini, visto che il presidente De Meis ha ammesso di non aver la forza di continuare da solo.
Ore 15.30 – (Messaggero Veneto) Lo schema a fianco è provvisorio e c’è pure un elemento non ancora neroverde, cioè Arma: tuttavia è molto probabile – al momento – che il bomber marocchino della Reggiana arrivi. E quindi si può dire, che attualmente, è un Pordenone che promette bene quello allestito sinora dal tecnico-manager Bruno Tedino. Nel 4-3-3 proposto (trasformabile in 4-3-1-2) ci sono qualità ed esperienza, oltre che giocatori dediti ai principi di gioco del mister, vale a dire un’elevata partecipazione sia alla fase di possesso sia in quella di non possesso. Morale? I tifosi possono stare tranquilli, per ora ci sono i presupposti per un’altra, buona annata. Le conferme. Si cominci dalle conferme: aver mantenuto una parte della squadra del secondo posto è stato fondamentale, perché il lavoro di Tedino può avere continuità. Il Pordenone ha mantenuto il portiere (Tomei), i difensori centrali (capitan Stefani e Ingegneri), un terzino (De Agostini) l’anima di fatica della metà campo (Mandorlini), il primo cambio della seconda linea dell’anno scorso (Buratto) e un giocatore sopraffino come Berrettoni davanti. Senza contare l’alternativa di lusso Cattaneo, Martignago e probabilmente anche D’Arsiè. Questi avranno il dovere di proseguire nel solco tracciato la scorsa stagione e di far conoscere il più velocemente possibile il modo di giocare di Tedino: si può dire che per ora la base è ottima, anche per le qualità umane dei professionisti rimasti. Le novità. Naturalmente gli interpreti possono variare, perché il mercato è aperto sino a fine agosto e ci sono ancora diverse caselle da riempire – in particolare servono terzini giovani, possibilmente nati dal 1994 in giù. Si può affermare però che a oggi i nuovi diano garanzie: Pellegrini, sulla fascia destra, è un giocatore di categoria, Burrai è stato ampiamente descritto e ha le carte in regola per non soffrire l’eredità di Pederzoli, su Azzi sono in tanti pronti a scommettere. Per quanto riguarda Arma, l’affare è in svolgimento però l’ambiente neroverde è fiducioso: è un bomber di categoria, che nelle mani di Tedino può anche diventare capocannoniere. Più forti? C’è chi sostiene che, sulla carta, questa è una squadra più forte di quella partita lo scorso settembre. Non è del tutto sbagliato, anzi, ed è per questo che si può dire che il Pordenone, grazie soprattutto a Tedino, è partito col piede giusto nel suo anno di consolidamento dopo il meraviglioso secondo posto.
Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Serie C, sembrava brutto solo a nominarlo. Faceva così tanto terza scelta, scarto. E allora avanti con Lega Pro, molto più british e international, così per accattivarsi le simpatie, elevare l’appeal ed essere insomma più fighi, tanto per capirci. Ma la sostanza mica cambiava. E così, dopo quasi un lustro di Lega Pro ci è voluto l’avvento dell’innovatore Gabriele Gravina, novello presidente di Lega che tra tante novità per una volta ha preferito la restaurazione. Sì, poiché dal prossimo 18 luglio il brand Lega Pro voluto dall’ex presidente Mario Macalli verrà pensionato proprio da Gravina, che ripristinerà la denominazione serie C, che agli occhi degli italiani da sempre contraddistingue il terzo campionato nazionale. E siccome l’operazione recupero vuole essere compiuta in tutto e per tutto, il 18 luglio Gravina riproporrà il format originario delle 60 squadre divise in tre gironi da 20. Qui la faccenda è più problematica: nella migliore delle ipotesi i sodalizi traballanti (Pavia, Rimini, Modena e Lanciano) potrebbero partire con delle penalizzazioni, altri sono sul punto di saltare.
Ore 14.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Due addizioni in scaletta per sancire che sarà un Bassano a specifica immagine e somiglianza del suo nuovo demiurgo, Luca D’Angelo. Julien Rantier e Dimitri Bisoli sono infatti sue precise richieste subito esaudite dal direttore generale Werner Seeber. E il tecnico, descritto come uomo di carattere dentro un guscio di cordialità, ha immediatamente evidenziato il temperamento guidando la campagna acquisti. C’era già pronto Alessandro Sgrigna sul terminale degli arrivi e D’Angelo, a dispetto dell’accordo raggiunto col trequartista ex Cittadella, non si è fatto problemi a disdire quell’ingaggio orientando il club verso Rantier che lui aveva pilotato ad Alessandria. Rantier rispetto a Sgrigna porta in dote 3 anni abbondanti in meno sulla carta d’identità e 8 reti in più nell’ultima stagione oltreché la perfetta conoscenza dei meccanismi di gioco dell’allenatore. E la mano perentoria di D’Angelo si è notata anche dalla volontà di provvedersi di Dimitri Bisoli, un combattente della mediana che il trainer ha avuto con sé quest’anno all’Andria e che per primo ha suggerito a Seeber. Accontentato sulla trequarti e a centrocampo, D’Angelo ha indirizzato pure il nome di colui che nei piani vorrebbe far diventare il nuovo leader del pack arretrato; si tratta dell’argentino dell’Alessandria, Santiago Morero, ex difensore del Chievo in A che il Bassano ha già contattato. Ma se sulle prima pareva una trattativa fattibile, sulle seconde invece i piemontesi si sono messi di traverso perché il neo tecnico dei grigi, Piero Braglia (quello che col Lecce ha eliminato il Bassano dai playoff il mese scorso) considera Morero uno dei pilastri su cui potenziare l’organico. Ecco perché non sarà semplice arrivare al gladiatorio gaucho. Fermo restando che l’ascendente di D’Angelo stanno facendo breccia nella testa di Morero, sicuramente lusingato dall’offerta del Soccer Team. Intanto la settimana prossima sarà quella risolutiva per quei giocatori in scadenza che ancora non hanno sottoscritto il rinnovo: si tratta di Stefano Pietribiasi, Dario Toninelli, Domenico Germinale e Daniel Semenzato. Di solito le pedine che il club mira a mantenere con sé a questo punto di giugno hanno già firmato il prolungamento. Ma questo non significa automaticamente che l’intero quartetto è in uscita. Lo scorso anno ad esempio, Toninelli rinnovò a luglio inoltrato. La netta impressione è che in via Piave non abbiano alcuna fretta, nella convinzione di poter arrivare a un allungamento dell’accordo con alcuni di loro anche il mese prossimo. Quando le proposte altrui evaporeranno sotto il solleone. E magari l’opportunità più concreta sarà proprio quella della Virtus. Da raccogliere all’istante.
Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Da buon tifoso milanista l’ha avuto come idolo per quasi quindici anni, nella prossima stagione ce l’avrà invece come guida. Il capitano del Venezia, Evans Soligo, è l’unico giocatore arancioneroverde (assieme a Gianni Fabiano) ad aver già stretto la mano al nuovo allenatore Pippo Inzaghi. Tutti in questi giorni sono in vacanza, ma tra due settimane è in programma il raduno al Taliercio. «La società puntando su un professionista come Inzaghi ha messo a segno il classico colpaccio – sorride Soligo -. Il fatto che un professionista tanto apprezzato abbia detto sì proprio al presidente Tacopina è, agli occhi di tutti, la dimostrazione che davvero il Venezia è una società seria e convincente in ciò che propone». Ad ogni modo non solo un «botto mediatico» a detta del 37enne di Marghera. «Assolutamente no, con mister Inzaghi ho avuto una prima chiacchierata per conoscerci, scontato dire che lui a pelle trasmette positività, stimoli e voglia di fare. Da tifoso rossonero ovviamente esultavo per i suoi gol, ma sia da giocatore sia da giovane allenatore mi è sempre piaciuto per il suo essere un professionista impeccabile e meticoloso». Il mercato del ds Giorgio Perinetti a livello di ufficialità deve ancora decollare, ma i primi innesti sembrano confermare la voglia del Venezia di lottare per la serie B. «Tutto è in evoluzione ma da subito chi vestirà questa maglia saprà l’obiettivo da inseguire e avrà un’occasione d’oro. Mi fermo all’arrivo di Domizzi dall’Udinese e anch’io come tutti sorrido pensando a cosa potrà succedere. Fermo restando che la Lega Pro è durissima, con la Salernitana la vinsi al terzo anno. Credo, spero, che mai come nel prossimo campionato gli appassionati avranno molti motivi per tornare al Penzo». Un anno fa Evans Soligo masticava amaro per la retrocessione in D con il San Marino. «Il calcio è una ruota, per mia fortuna ha girato velocemente e dopo una delusione ho avuto l’opportunità di tornare a giocare con la maglia con cui tutto aveva avuto inizio. Esser stato riconfermato è una grande gioia e un orgoglio, personalmente non do peso né alla concorrenza né alla carta d’identità, perché conquistarsi il posto in un Venezia forte e competitivo farà gola a tutti». TIFOSI – Oggi dalle ore 15 a Favaro è in programma la 5. «Curva Sud in Festa». Negli impianti sportivi di via Monte Cervino torneo di calcetto tra tifosi e alle 21 dibattito-amarcord sui 25 anni dallo spareggio Venezia-Como di Cesena ’91.
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Sono stato uno dei primi a firmare e non vedo l’ora di cominciare». Francesco Virdis scalpita. L’attaccante sardo (è di Ozieri, Sassari) è stato uno dei primi innesti ufficializzati dal Venezia, insieme a Ivano Baldanzeddu e Maurizio Domizzi. «Ho detto subito di sì — ricorda — dopo aver ricevuto la proposta dal direttore Perinetti. I risultati parlano per lui e ho ritenuto che questa fosse una grande opportunità per me. Poco dopo è arrivata la notizia che in panchina ci sarebbe stato Pippo Inzaghi e questa è stata l’ulteriore conferma che avevo fatto la scelta giusta. Adesso ho solo voglia di comiciare a lavorare». Di Inzaghi, Virdis conosce molto bene le doti da giocatore: «Essendo io un attaccante, Inzaghi è stato un modello per me. Sono felicissimo di averlo come allenatore, di poter imparare ogni giorno qualcosa da lui sarà qualcosa di straordinario, specie per noi attaccanti». Il reparto avanzato del Venezia sarà di sicuro molto attrezzato, a giudicare dai nomi circolati in queste settimane nell’ambito del mercato. E la concorrenza sarà così molto agguerrita anche per un bomber prolifico come l’ex Savona. «Questo non mi spaventa, anzi. Mi fa piacere che si stia puntando su nomi importanti, vuol dire che il Venezia si sta muovendo bene. L’obiettivo di tutti è uno solo, cioè vincere il campionato. E tutti dovremo contribuire per raggiungerlo». Pur da neopromossa, la squadra da battere sarà proprio il Venezia, con tutte le conseguenze che ciò comporta anche in termini di pressione. «Più che la pressione, credo che su di noi ci saranno tante aspettative. E cambierà certamente l’approccio delle altre squadre nei nostri confronti. Per me — dice Virdis — il fatto di giocare in una squadra blasonata, che punta a vincere il campionato fin dall’inizio è una novità. Ho giocato in squadre che lottavano per salvarsi, ma anche quando ho vinto il campionato come con il Savona tre anni fa, non eravamo partiti come la squadra favorita». Proprio con il Savona già promosso, nella stagione 2012-2013, Virdis segnò al Penzo una doppietta (finì 3-2): «Me lo ricordo bene, per noi era un momento di festa. E l’anno dopo segnai ancora, nel match finito 1-1. Sono bellissimi ricordi, in uno stadio particolare. Spero di viverne ancora molti di ricordi simili». In quella stagione, in Lega Pro 2, Virdis mise a segno ben 24 gol in 31 giornate, mentre la stagione successiva in Prima Divisione ne segnò 15. Dopo una parentesi, l’anno scorso, a metà tra L’Aquila e Monza, quest’anno l’attaccante trentunenne era tornato in Liguria (7 reti segnate): il suo Savona ha chiuso il girone all’ultimo posto, a causa dei 14 punti di penalizzazione dovuti a varie inadempienze finanziarie e all’inchiesta «Dirty Soccer». Adesso si cambia radicalmente orizzonte. «Far parte di un progetto così importante — chiude — e con obiettivi così alti mi dà enormi stimoli». Intanto si attende un’accelerazione sul fronte acquisti, dopo i tanti nomi accostati in queste settimana al Venezia. A cominciare da quello di Cacia, che scioglierà le riserve riguardo all’Ascoli proprio domani. Anche Lanzafame prenderà una decisione a stretto giro di posta, mentre a breve dovrebbe tenersi l’incontro tra i procuratori del’attaccante e il direttore sportivo Giorgio Perinetti. E poi si attendono le ufficializzazioni dei vari Facchin, Malomo, Fabris, Tortori e Pederzoli. Dal 1 luglio il Venezia potrà regolarizzare i contratti e dunque entro la fine della settimana arriveranno uno dopo l’altro gli annunci ufficiali.
Ore 13.00 – (La Nuova Venezia) L’attività dei tifosi del Venezia non si ferma nonostante l’esatte. Dopo la seconda edizione del Torneo dei Bambino al “Penzo”, oggi è in programma a Favaro la quinta edizione di “Curva Sud in festa”. L’appuntamento è agli impianti sportivi di via Monte Cervino, con il torneo di calcetto, tanta musica e il servizio bar durante tutta la giornata. Alla sera cena con grigliata. Verso le 21, in occasione dei venticinque anni trascorsi dalla vittoria di Cesena contro il Como, sarà rievocata la storica promozione in serie B del Venezia di Alberto Zaccheroni, con materiale inedito e alcune sorprese. Questo dunque il programma della giornata: ore 14 ritrovo al campo di Favaro, via Monte Cervino 43; ore 14.30, conclusione iscrizioni; ore 15: inizio torneo di calcio a cinque; ore 15.30: apertura del bar con musica e vendita materiale; ore 18.30: apertura della cucina; ore 19.30: cena con le premiazioni del torneo; ore 21: appuntamento con Remember “Cesena: 25 anni dopo”; ore 22: premiazione vincitore torneo di calcetto; ore 22.30: gran finale con DJ Set. A ogni squadra che parteciperà al torneo di calcio a 5 verranno regalate sette magliette dell’evento. Ogni formazione deve essere composta da un minimo di 5 a un massimo di 10 giocatori. Il costo dell’iscrizione per squadra è di 80 euro. In palio anche la “Coppa Chiosco” per la squadra che consumerà più birre.
Ore 12.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Mancano una ventina di giorni dalla partenza per il ritiro che, salvo imprevisti cambiamenti di rotta, si terrà ad Andalo, e la costruzione del nuovo Vicenza procede senza particolari sussulti. De resto il tempo non manca e un po’ tutte le società di serie B stanno aspettando che prendano quota le trattative della massima serie, a loro volta in ritardo con l’Europeo in corso. Certo è che il nuovo Vicenza targato Vi.Fin. presenterà tante novità rispetto a quello che ha appena concluso il campionato, con il direttore sportivo Antonio Tesoro al lavoro per essere pronto a cogliere tutte le opportunità. L’obiettivo sarà quello di costruire un organico che sia un giusto mix tra qualche scommessa, giovani interessanti e giocatori collaudati, nella piena consapevolezza delle difficoltà della serie B in un piano di risanamento della società. Esaminando i giocatori in organico la difesa è il reparto che potrebbe subire poche variazioni rispetto alla scorsa stagione. In porta è confermato Francesco Benussi , arrivato a gennaio dal Carpi con un accordo che prevedeva l’allungamento del contratto automatico fino a giugno 2017 in caso di salvezza. Benussi quindi sarà il numero uno con il giovane Alex Meret dell’Udinese come secondo, con capitan Brighenti che, pur cercato da Pasquale Marino a Frosinone, guiderà la retroguardia. «Brighenti è il capitano del Vicenza e per noi non è sul mercato», ha sottolineato nei giorni scorsi Antonio Tesoro a testimonianza di una grande considerazione nei confronti del difensore di Bussolengo. Confermato, anche se manca ancora l’ufficialità, anche Daniel Adejo , che si appresta a firmare il rinnovo con la società biancorossa e si candida a far coppia con Brighenti così come avvenuto nella parte finale del campionato. Diversa è la situazione dei terzini, D’Elia e Sampirisi , che hanno buon mercato anche in serie A. Al momento è il mancino napoletano ad essere più vicino a svestire la maglia biancorossa con il Chievo e il Pescara che sembrano in vantaggio sulla concorrenza. Resta da capire se la dirigenza vicentina consentirà la cessione di entrambi i terzini titolari della scorsa stagione. Ma in ottica futura, data per molto probabile la conferma di Marco Pinato che coprirà la fascia sinistra, il ds Tesoro si è cautelato andando ad acquistare l’ex terzino destro di Monza e Lecce Andrea Beduschi . A centrocampo, come previsto, non è stato riscattato Federico Moretti che è tornato al Latina e che molto difficilmente tornerà in biancorosso anche a causa dei noti problemi al ginocchio che limitano il centrocampista genovese. Un ruolo, quello coperto da Moretti, moto importante nello scacchiere tattico di mister Lerda che ha chiesto la conferma di Francesco Signori , autore di un ottimo finale di stagione. Antonio Tesoro sta puntando su un giocatore di valore per la categoria, una scelta da non sbagliare e per questo il dirigente dei berici non vuole affrettare i tempi. «La verità è che il mercato non è ancora iniziato e quindi è necessario attendere perché al momento tutto è bloccato». Non si registrano novità nemmeno nel reparto offensivo dove è quasi certo il mancato rinnovo di Giulio Ebagua e non si registrano novità per Filip Raicevic e Cristian Galano che sono i due giocatori che hanno più mercato. «Al momento non sono arrivate richieste concrete – precisa Tesoro – tanti interessamenti, tante parole e niente più. Credo si debba aspettare ancora una decina di giorni e poi qualcosa comincerà a muoversi».
Ore 12.10 – (Giornale di Vicenza) Ancora pochi giorni, poi il primo di luglio apriranno ufficialmente le porte del calciomercato estivo. Una sessione durante la quale Tesoro (Antonio, il direttore sportivo del Vicenza), dovrà anche andare alla caccia di tesori nascosti (giocatori giovani o emergenti scovati nelle categorie inferiori) per cumulare un tesoretto (ridurre i costi di gestione per favorire il risanamento economico delle casse societarie).Già “prenotati”. La caccia, per la verità, è già aperta da tempo: il Vicenza, grazie al lavoro svolto dal ds, è già nelle condizioni di poter ufficializzare gli accordi con tre ragazzi nati nel 1995 (gli attaccanti Iacopo Cernigoi, Massimiliano Giusti e Petar Zivkov), un difensore croato del 1996 (Luka Bogdan), oltre all’attaccante Matteo Di Piazza, che proprio ragazzino non è più (è nato nel 1988), ma finora ha giocato prevalentemente in Lega Pro e ha voglia di affermarsi in quella serie B che ha solo “assaggiato” nel campionato 2012/13 (10 presenze e un gol con la maglia della Pro Vercelli).Film già visto. In verità l’imperativo di chiudere il mercato in attivo dal punto di vista dei costi e dei ricavi è lo stesso che, per molti campionati, ha dovuto osservare anche Paolo Cristallini. Anche lui, quindi, ha spesso provato a “pescare” nelle categorie inferiori e a valorizzare calciatori di vent’anni o poco più. Non a caso Cristallini stesso, tra i giocatori che aveva portato a Vicenza, ricordava con particolare orgoglio Davide Gavazzi, arrivato nell’estate del 2009 dal Renate (serie D) quando aveva 23 anni, e ripartito da Vicenza nel gennaio del 2013 (purtroppo con il legamento crociato anteriore del ginocchio destro lesionato) diretto alla Sampdoria in serie A.Fortune alterne. I giovani e i calciatori “sconosciuti”, però, rappresentano per definizione delle scommesse. A volte si vince, altre si perde. Nella stagione 2011/12 riuscirono a consacrarsi giocatori “veri” il ventunenne prodotto del vivaio e “fratello d’arte” Nicola Rigoni (1990) e il portiere Alberto Frison (1988), ma ci furono anche il “misterioso” ingaggio in gennaio di Rodrigo Possebon (1989), il “fuoco di paglia” Davide Bariti (1991), gli alti (pochi) e i bassi (molti) del difensore polacco Blazej Augustyn (1989) e il deludente ritorno del centravanti Niko Bianconi (1991), ceduto solo un paio di anni prima alla Juve come uno dei più promettenti attaccanti italiani e da allora sparito dai radar. Nel 2012/13 resero bene i “migliori amici” Nicolò Brighenti e Luca Castiglia (entrambi del 1989), si fece apprezzare da gennaio anche il difensore giunto dal Palermo Milan Milanovic (1991), ma non ebbero fortuna il portiere “saponetta” Carlo Pinsoglio (1990), il lentissimo regista Manuel Giandonato (1991) e l’ancora inconsistente trequartista Daniel Bessa (1993). Nel campionato successivo, in Lega Pro, Lopez diede per primo spazio e fiducia a Giovanni Sbrissa (1996) e Oualid El Hasni (1993), ma delusero il difensore centrale Alberto Marchiori (1993 in prestito dal Genoa) e soprattutto il centravanti Stefano Padovan (1994), giunto in gennaio dalla Primavera della Juve con la fama del “superbomber”. Nell’estate del 2014 illuse un po’ tutti l’attaccante serbo-austriaco Srdjan Spiridonovic (1993), dimostratosi però inadeguato dopo il ripescaggio in B, mentre si misero in luce Garcia Tena (1995) e Alessio Vita (1993); non ebbe molta fortuna, da gennaio, Andrea Petagna (1995). Nel campionato scorso spicca ovviamente la “supersorpresa” Filip Raicevic (1993), merita una menzione speciale la crescita di Francesco Urso (1994), ma vanno annoverati tra i flop Andrej Modic (1996) e più ancora Roberto Gagliardini (1994). Avanti i prossimi, e naturalmente in bocca al lupo…
Ore 11.40 – (Gazzettino) In casa granata si chiude una settimana contraddistinta dai rinnovi dei contratti in scadenza. Il primo è stato il portiere Enrico Alfonso, quindi Giulio Bizzotto (che ha firmato il suo primo pluriennale), infine Andrea Schenetti. Il direttore generale Stefano Marchetti continua così nel suo meticoloso lavoro di costruzione dell’ossatura portante del nuovo Cittadella. «Come ho sempre sostenuto, dapprima vanno costruite le fondamenta della squadra, individuando quei giocatori che riteniamo di riferimento per la nuova stagione» sottolinea il diggì granata. Che parallelamente si sta concentrando sui rinforzi: il primo obiettivo dichiarato, quello in cima alla lista delle preferenze, è Gianluca Litteri. Il centravanti è reduce da un’ottima stagione in maglia granata, e vorrebbe continuare l’avventura in serie B. «Stiamo parlando, trattando con il Latina. Faremo tutto il possibile per tenere Litteri a Cittadella», ribadisce ancora una volta Marchetti, che comunque non si ferma al “solo” centravanti siciliano. La pista che conduce ad Andrea Arrighini è ancora calda, e poco importa se l’attaccante in settimana è stato riscattato dal Cosenza. La categoria superiore ha il suo appeal, e le parole di Marchetti («Arrighini è un giocatore che mi piace») lasciano poco spazio alle interpretazioni: il Cittadella sta seguendo il giocatore da vicino. Ma non è finita qui, perché nel lotto degli attaccanti a misura-granata rientra anche Riccardo Bocalon, che sembra in uscita dall’Alessandria. È un altro profilo che piace a Marchetti, che deve però fare i conti con le restrizioni imposte dal regolamento degli over 21 anni, non più di diciotto nella rosa per la serie B. Per questo motivo Claudio Coralli è stato messo in naftalina, il suo rinnovo è ancora da decidere. Porte chiuse invece per Mattia Minesso, che nel colloquio avuto con Marchetti ha espresso il suo desiderio di tornare a giocare sulla fascia, e il Cittadella con il rinnovo di Chiaretti ha tracciato una linea ben precisa, con il trequartista e il centrocampo a tre, il modulo che tante vittorie ha regalato nell’ultima stagione. Capitolo giovani: indovinare gli under 21 sarà fondamentale in serie B, ma Stefano Marchetti non ha fretta: «Non sempre l’erba del vicino è quella più verde, porteremo in ritiro tre o quattro giocatori della Berretti che ha vinto il titolo nazionale di categoria. È giusto provarli per testarne le capacità».
Ore 11.20 – (Mattino di Padova) La questione Gianluca Litteri e i giovani. Sono questi i due aspetti principali sui quali si concentrerà il “mercato” del Cittadella nelle prossime settimane. Il ritorno di Litteri, e lo ha confermato lo stesso d.g. Stefano Marchetti, rappresenta la priorità per l’attacco. Il giocatore vorrebbe tornare, resta solo da convincere il Latina, proprietario del cartellino, che per il momento non intende fare sconti e punta a monetizzare il più possibile. Le parti si aggiorneranno la prossima settimana, con il Cittadella che tornerà all’assalto per provare a chiudere. Quindi i giovani, tasto sul quale i granata tengono molto per svariati motivi. Sia di filosofia che per regolamento. In Serie B, infatti, non si può sforare dai 18 giocatori “over” 21, e il Cittadella al momento ne conta 14. Ecco perché Marchetti ha intenzione di puntellare la squadra con qualche giovane, da testare in ritiro, per capire, eventualmente, su quali ruoli intervenire per iniettare maggiore esperienza. Così si spiega anche la situazione di stand by che sta vivendo “Ciccio” Coralli. L’impressione è che il centravanti non verrà tesserato nelle prossime settimane, in attesa di capire se possa esserci spazio per lui nella lista dei 18. Anche perché, di sicuro, dovrebbero arrivare altri due “over”: un centrocampista e un terzino sinistro. Per il primo ruolo si fa il nome di Gianvito Misuraca del Bassano, per il secondo, invece, nelle ultime ore è salita forte la candidatura di Marco Martin. Classe 1987, ultima stagione a Pordenone, è di proprietà del Pavia, società in crisi e a rischio iscrizione in Lega Pro. Il giocatore avrebbe già dato il suo ok al trasferimento al Citta.
Ore 11.00 – (Corriere del Veneto) Movimenti in vista per il Cittadella. Una volta completati i rinnovi, Stefano Marchetti si dedicherà all’acquisto di un attaccante e di un difensore centrale. Per l’attacco, nonostante le difficoltà, si continuerà a fare di tutto per far tornare Gianluca Litteri , che sta rifiutando tutte le altre proposte arrivate per il suo cartellino, a partire dalla Juve Stabia, per proseguire col Parma fino alla Reggiana. L’alternativa è sempre Andrea Arrighini del Cosenza, appena riscattato dai calabresi dall’Avellino. Questi non chiude assolutamente le porte a un accordo, anche perché il Cosenza é disposto a discutere col Cittadella, inserendo anche eventuali contropartite tecniche. L’ultimo nome rimbalzato è quello di Riccardo Bocalon , in uscita da Alessandria, ma che guadagna cifre molto alte. Accordo molto difficile, mentre da Alessandria potrebbe arrivare Alex Sirri , difensore centrale stimato da Venturato e pure da Marchetti.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Ci riferiamo a Ilari, Petrilli e Dionisi: i primi due non hanno nelle corde le caratteristiche adatte alla luce del modulo, Dionisi invece sarebbe chiuso da Madonna, dietro al quale Zamuner sta pensando di inserire un giovane. Situazione che il responsabile dell’area tecnica ha prospettato ai rispettivi procuratori, inclusa l’eventualità di guardarsi attorno nel caso che si profili una sistemazione alternativa per i loro assistiti. In ballo poi c’è anche la questione del rinnovo di Fabiano, con il club sempre in attesa di una risposta alla proposta avanzata al giocatore con parte fissa e parte variabile degli emolumenti. Il rinnovo del brasiliano e gli ingaggi, come detto, di Madonna e del regista sono i tasselli che Giorgio Zamuner ha in mente di piazzare prima della partenza per il ritiro di Mezzano di Primiero, che scatterà domenica 10 luglio. E che sarà preceduto, venerdì 8 e sabato 9, da una serie di test alla Guizza per un monitoraggio delle condizioni fisiche dei biancoscudati. Mentre a spezzare il lavoro in quota sono state fissate le prime amichevoli: domenica 17 luglio con una rappresentativa montana, sabato 23 con il Campodarsego, ed è in via di definizione il test di mercoledì 20.
Ore 10.20 – (Gazzettino) Nel suo curriculum figurano anche le esperienze con Lecce e Varese, condivise con i connazionali Diniz e Neto Pereira, nonché Como e Roma, in quest’ultimo caso con esordio in serie A. Se Filipe appare il profilo più gettonato, Zamuner sta comunque tenendo in piedi anche altre soluzioni che non sono da trascurare: Massimo Loviso, classe 1984, legato da un altro di contratto all’Alessandria, e Paolo Capodaglio, classe 1985, che si è messo in luce nell’ultimo campionato con la Casertana. Altro discorso di forte attualità è quello che porta a Nicola Madonna. Mancano le firme, ma l’accordo è già stato raggiunto su tutta la linea. E per l’annuncio dovrebbe essere davvero questione di poco, dato che il giocatore (era in vacanza in questi giorni) ha deciso di sposare la causa biancoscudata candidandosi come interprete ideale sulla corsia di destra nel 3-5-2 che Zamuner e Brevi hanno in mente. Proprio riguardo alle corsie esterne, si profilano invece tempi duri per tre biancoscudati della vecchia guardia che non sono più al centro del progetto tecnico pur essendo ancora sotto contratto.
Ore 10.10 – (Gazzettino) «C’è la volontà di venire al Padova. È una piazza di sicuro gradita al ragazzo che è al corrente della trattativa, ma sono le società che devono trovare un accordo». Il flash è di Alessandro Lelli, procuratore di Filipe Gomes Ribeiro, che è fortemente indiziato ad approdare in biancoscudato. Brasiliano, ventinove anni, il suo cartellino è in mano per altre due stagioni al Perugia, con il quale Giorgio Zamuner sta portando avanti la trattativa. Il diggì ha già un accordo di massima con l’agente del giocatore, che gli umbri puntano a cedere a titolo definitivo e sarebbero disposti a coprire una parte dell’ingaggio che è elevato per i parametri biancoscudati. Strutturato fisicamente (180 centimetri per 74 chilogrammi), Filipe possiede le caratteristiche tecniche per interpretare al meglio il ruolo di regista in un centrocampo a tre, nel quale il Padova può contare già su De Risio, Mazzocco e l’ultimo arrivato Dettori. Nella seconda parte della stagione è stato girato in prestito al Partizan Tirana, non trovando spazio nei Grifoni. Con i quali ha vinto il campionato di Lega Pro nella stagione 2012-2013 (dodici presenze e un gol).
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Discorso simile anche per Nicola Petrilli: solo sei mesi fa aveva firmato il rinnovo contrattuale dopo una prima parte di stagione incredibile, ora invece rischia di dover fare le valigie, nonostante nell’ultima annata sia stato uno dei più positivi. E poi c’è Lazar Petkovic, un elemento che per caratteristiche, per la giovane età e per il contratto pluriennale dovrebbe essere certo di rimanere, ma che invece per i malanni fisici da cui è stato tormentato nell’ultima stagione è costretto a navigare a vista: il Padova si sta cautelando ricercando un eventuale “secondo” a Favaro, un elemento esperto che sia pronto nel caso in cui il portiere serbo non potesse più fornire sufficienti garanzie. Se tutt’e quattro, alla fine del mercato estivo, si ritrovassero a ripartire con una maglia diversa, di quel Padova rimarrebbe il solo Mazzocco. Un giovane di belle speranze, arrivato in Serie D e maturato con il Biancoscudo addosso. Chiamato a portare il peso dell’essere, a soli vent’anni, l’unico reduce di una squadra che aveva entusiasmato tutta la città.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) È Davide Mazzocco, l’unico degli ultimi reduci che può dormire sonni tranquilli, sicuro di far parte del Padova che verrà. Al momento sono rimasti in 5, ma gli ultimi eroi della D sono sul mercato, mentre altri hanno già salutato. Come Cunico, che rimarrà con un altro compito ma che mancherà nello spogliatoio, o come Daniel Niccolini, che tra quattro giorni vedrà scadere il proprio contratto ben consapevole di non rientrare più nei piani della Spa di viale Rocco. A Matteo Dionisi e Marco Ilari è stato comunicato, attraverso i loro agenti, di essere liberi di trovarsi un’altra sistemazione, perchè nel Padova di Oscar Brevi farebbero fatica a trovare spazio: per il terzino si sono fatte avanti un paio di formazioni di terza serie, e anche Ilari potrebbe presto ricevere le prime offerte. Entrambi hanno ancora un anno di contratto, ma con il passaggio al “3-5-2”, l’arrivo di Nicola Madonna (che dovrebbe essere ufficializzato domani) per la fascia di destra, e l’intenzione di affiancare a quest’ultimo un esterno giovane, gli spazi per loro si chiudono.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Sono passati solo due anni dalla rinascita, dal nuovo corso che ha restituito alla Padova calcistica l’onore e l’entusiasmo, dopo la retrocessione in Lega Pro, la mancata iscrizione e la sparizione dal professionismo sotto la gestione di Diego Penocchio. Eppure adesso, dopo appena un paio di stagioni, sembra proprio che si apra un ciclo tutto nuovo. Perché tra l’addio al calcio del capitano, Marco Cunico, la separazione dall’allenatore (Carmine Parlato) e dal diesse (Fabrizio De Poli) che hanno fatto grande quella squadra, e con il mercato che incombe e che potrebbe spingere lontano anche gli ultimi reduci della promozione dalla Serie D, a fine estate il volto della squadra biancoscudata potrebbe essere completamente diverso. E in rosa, a quel punto, il giocatore che si ritroverebbe sulle spalle il peso della più lunga militanza nel gruppo potrebbe essere un ragazzo di 20 anni.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Ora la questione fondamentale è legata alla rescissione col Perugia, con annessa buonuscita. Se Filipe riuscirà a rescindere il proprio vincolo, a quel punto le possibilità del Padova cresceranno esponenzialmente. In caso contrario Zamuner virerà su altri obiettivi, probabilmente su Massimo Loviso , altro nome caldo ma vincolato da un contratto con l’Alessandria. «Il giocatore mi piace ma per adesso non c’è nulla. Quello che posso dire è che vorrei sistemare il ruolo di regista molto presto per partire per il ritiro con una base solida attorno alla quale lavorare». Per l’attacco Zamuner non si sbilancia, ma pare proprio che la prima scelta sia Andrea Ferretti del Pavia. Tutti i segnali indicano come probabile il crac del club lombardo e, di conseguenza, lo svincolo a parametro zero della punta di diamante del reparto offensivo. L’obiettivo è andare in ritiro con buona parte del gruppo a disposizione. I due portieri (Favaro e Petkovic), Diniz, Sbraga e Fabiano (che dovrebbe rinnovare), Madonna, De Risio, Mazzocco, Filipe o Loviso, Dettori e Favalli per il centrocampo, Altinier e Neto Pereira in attacco. A questi vanno aggiunti Ilari, Petrilli, Dionisi e Dell’Andrea che probabilmente verranno aggregati in attesa di novità.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Sarà una settimana molto impegnativa, quella di Giorgio Zamuner. Che sarà alle prese con l’ufficialità dell’affare che porterà il difensore Nicola Madonna in maglia biancoscudata. Tutto definito, con un contratto biennale già accettato dal giocatore e dal suo agente e che deve solo essere controfirmato. Non c’è ragione di ipotizzare un dietrofront, visto che entrambe le parti confermano l’intesa raggiunta. «Credo che sia tutto a posto — conferma Zamuner — conosco Nicola e il suo procuratore, non sono persone da voltafaccia. L’accordo è raggiunto, manca soltanto la firma, ma arriverà molto presto». Conferme anche dal procuratore Silvio Pagliari: «È tutto a posto, Nicola è in ferie all’estero è appena rientrerà firmerà tutti i documenti. L’accordo l’abbiamo raggiunto su tutto, non ci sono dettagli da definire». Il fronte più caldo è quello legato al centrocampo, dove la trattativa più avanzata è quella per il regista brasiliano Filipe . Il Padova ha presentato una proposta biennale e da quella non si può muovere per una serie di ragioni: «Noi la nostra proposta l’abbiamo fatta — conferma Zamuner — aspettiamo che ci venga comunicata la risposta. Adesso dipende tutto dal giocatore e dal Perugia, visto che Filipe ha un contratto di due anni con il club umbro».