«Il Pordenone? Farà un altro, ottimo campionato. Perché Tedino è un fuoriclasse e sa fare tutto da solo». Parola di Giorgio Zamuner. L’ex consulente di mercato dei neroverdi, ora direttore generale a Padova, non pensa che il ciclo neroverde si esaurisca dopo l’incredibile, ultima annata, anzi: benedice il “nuovo corso”, soprattutto per la presenza del tecnico-manager. Quindi Tedino è un asso a 360 gradi? «Assolutamente sì. Sa fare tutto anche da solo. Ha una conoscenza incredibile della categoria e dei giocatori che ci sono. I tifosi devono stare tranquilli: il mister è la garanzia assoluta». Zamuner, perché allora ha firmato per il Padova? «Ricordo quando mio padre mi portò da piccolo a vedere una gara all’Appiani: da allora ho sempre sognato il biancoscudato, senza mai vestirlo da giocatore. Un mese fa è arrivata quest’opportunità, che non ho potuto rifiutare, anche se di Pordenone mi manca già la tranquillità». E Tedino ha già detto che sente la sua mancanza. (Sorride, ndr) «Tra noi c’è stato un confronto quotidiano sempre costruttivo: lo posso capire, ma l’aspetto importante è che sia rimasto lo staff. Così può dare continuità al lavoro che abbiamo iniziato assieme l’anno scorso. Il Pordenone può confermarsi: dimostrerà di non essere una meteora a questi livelli grazie al mister, che è un valore aggiunto in questa categoria». Mandorlini è un suo desiderio: lo porterà a Padova? «E’ un mio pallino, quand’ero agente è stato un mio giocatore. Ma adesso ho mollato la presa: ho altri obiettivi. Poi non voglio saccheggiare il Pordenone, è una questione di rispetto per una società che mi ha dato fiducia e mi ha lanciato in questo nuovo ruolo. Adesso sono esposto in prima persona, rispetto alla scorsa stagione: la scorsa stagione è stata una palestra e al neroverde sarò per questo sempre grato». Un giudizio sui nuovi acquisti dei ramarri: Azzi, Pellegrini e Burrai. «Ottimi giocatori. Azzi lo volevamo già a gennaio; Pellegrini lo conosco dai tempi del Treviso e Burrai può sostituire Pederzoli. Li ha voluti Tedino, quindi bisogna essere fiduciosi. Se li scegli lui sono bravi e lui ha il potere per farli tornare ad alti livelli». Che ricordi porta con sé dell’esperienza a Pordenone? «Ero convinto sin dai primi giorni di ritiro delle grandi potenzialità della squadra. Per questo i momenti belli sono stati tanti, ma se devo sceglierne uno dico la gara di Cuneo: lì abbiamo preso coscienza dei nostri mezzi e costruito la cavalcata del ritorno».
(Fonte: Messaggero Veneto)