Ieri è stato il giorno di Enrico Alfonso, oggi sarà quello di Simone Pasa che firmerà il contratto e poi sarà presentato; per Claudio Coralli, invece, ci vuole invece pazienza. Stefano Marchetti ha un’agenda piena tra rinnovi e trattative. Ieri il direttore generale granata ha avuto due incontri significativi nella sede di via Cà Dai Pase, dove sono transitati Alfonso e Coralli. Il portiere granata si è legato al Cittadella anche per il prossimo campionato di serie B, ed esprime tutta la propria felicità: «Non ci sono stati problemi, io volevo rimanere a Cittadella e la società era intenzionata a confermarmi, nemmeno l’aspetto economico ha presentato difficoltà: il mio agente e Marchetti si sono scannati e poi sono arrivati a un accordo. Del resto sono pagati per quello…». Se la ride Alfonso, che ritorna immediatamente serio: «Arrivo bello carico in serie B, che riabbraccerò dopo cinque anni trascorsi tra tante difficoltà anche a livello fisico. Ho una gran voglia di rimettermi in gioco, nuovamente». Una bella sfida, in una categoria che conosce bene e che sarà molto più impegnativa della Lega Pro. «Ci sono giocatori che ti perdonano un errore, se sei fortunato, altrimenti ti castigano subito. Da parte mia come quella dei compagni dovremo alzare l’asticella dell’attenzione. Sarà il primo aspetto sul quale lavorare e migliorare». È diventato uno degli idoli della tifoseria granata, si sente un beniamino della piazza? «C’ero io sopra la traversa a festeggiare la promozione, a intonare quel coro goliardico che ha fatto il giro dell’Italia perché lo conoscevo bene e mi è stato chiesto dai compagni di rompere il ghiaccio per primo, ma poteva esserci chiunque della squadra, nello spogliatoio siamo tutti uguali». Anche lei si è “innamorato” di questi colori. «Per la prima volta in vita mia mi sento parte di un progetto, di una famiglia. Non sono più solo come mi è capitato da altre parti, ed è bastato un anno per legarmi a questa maglia, alla quale auguro sempre tanta fortuna, con o senza Alfonso. Cittadella è l’emblema del calcio serio e pulito del nostro Paese». Non è stato facile per nessuno seguire le orme di Pierobon nel Cittadella: si sente il suo erede? «Anche il direttore mi dice di prendere il suo esempio, ma di Pierobon ce n’è stato uno e di eguali più nessuno. Io penso a fare il mio, faccio attività ogni giorno anche in vacanza per farmi trovare pronto al raduno». Come trascorre l’estate? «Sono stato in Sardegna, adesso andrò in Puglia. Amo l’Italia, che ha tanti tesori da scoprire, ci sono innumerevoli posti belli». Sta seguendo l’Europeo? «Poco in verità, a parte la Nazionale. Mi sto interessando più a quello che sta succedendo fuori, tra i tifosi, che non del calcio giocato».
(Fonte: Gazzettino)