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Ore 20.50 – (Il Piccolo) Saranno i tifosi alabardati a scegliere la maglia della Triestina della prossima stagione. E potranno iniziare a farlo già da oggi, quando le tre opzioni sulle quali fare la scelta appariranno sulla pagina Facebook della Triestina. Ma non è tutto: le divise di gioco dell’Unione saranno della Nike, e la squadra alabardata sarà l’unica in serie D a vestire il prestigioso marchio. In questa frenetica fase di ricostruzione Mauro Milanese non sta dunque pensando solamente ad allestire la rosa della prossima stagione e a completare l’organigramma (a proposito, in questi giorni sarà nominato anche il nuovo addetto stampa), ma sta anche studiando tante iniziative per consolidare il rapporto con i tifosi che solo da qualche mese ha ripreso finalmente vigore proprio grazie all’arrivo di Milanese, dopo tutto il periodo buio del recente passato. Ma come saranno le divise da gioco della prossima stagione? Per la prima divisa, l’Unione tornerà alla classica maglia rossa con pantaloncini bianchi e calzettoni rossi, una scelta classica che non si vedeva da tanto tempo. La seconda divisa sarà interamente bianca, mentre la terza avrà la maglia verde. Ma ai tifosi spetterà scegliere il disegno particolare della maglia fra le tre opzioni che la società metterà oggi on-line. Nelle tre ipotesi ci sarà probabilmente una maglia con la vecchia alabarda classica, una con quella stilizzata a forma di gabbiano, e l’ultima più semplice con il solo marchio e lo spazio per lo sponsor. A scegliere quale sarà quella indossata in campionato dai giocatori saranno dunque i tifosi che potranno votare la loro preferita in una sorta di referendum sulla pagina facebook della Triestina. E a proposito di web, anche il sito ufficiale procede intanto a gonfie vele e per gran parte è pronto, si stanno ultimando i dettagli. Tutte iniziative che non possono che fare contenti i tifosi, tanto che sono in molti a chiedere già informazioni sulla prossima campagna abbonamenti, segno di un ritrovato entusiasmo attorno all’alabarda. Quanto ai giocatori, ieri erano in sede a ricevere regolarmente tutti gli emolumenti parecchi di quelli che erano in zona, fra i quali Piscopo, Bradaschia, Andjelkovic e Skerjanc. Per quanto riguarda eventuali conferme dei giocatori della passata stagione, si deciderà tra fine giugno e inizio luglio con colloqui personali. I nomi che si fanno sono comunque i soliti: Bradaschia e Crosato sono praticamente certi della conferma, ma ci sono notevoli possibilità anche per Piscopo e Abrefah. Pare che ci siano ottime possibilità di riconferma anche per Davide Miani, che essendo un 1997 ed essendo piuttosto duttile può venire utile soprattutto per il discorso degli under.
Ore 20.20 – (Corriere delle Alpi) Ruben D’Incà si accorda con la Clodiense. Dopo tre anni al Belluno, il fantasista di Longarone ha trovato un posto a Chioggia, nella formazione allenata da Massimiliano De Mozzi. Ieri pomeriggio il giocatore, ormai ex Belluno, ha incontrato la società e, nonostante non ci sia ancora nulla di ufficiale, ha trovato un accordo di massima, qualsiasi dovesse essere il futuro della squadra. La Clodiense infatti, che due anni fa in girone con il Belluno, è retrocessa in Eccellenza, ma ha fatto domanda di ripescaggio e solamente a metà luglio si saprà se potrà rigiocare in serie D. «Il presidente è fiducioso sul ripescaggio – spiega D’Incà – ma la mia decisione non cambia. Mi aspetta una nuova avventura, non conosco nessuno in squadra. Se l’affare andrà in porto dovrò anche trasferirmi. Appena mister Vecchiato ha saputo di questo contatto, mi ha telefonato e mi ha espresso un parere positivo sulla società». Un triestino per il Belluno. Il direttore sportivo Augusto Fardin sta attraversando il periodo più caldo del mercato e ha definito l’arrivo del 1997 friulano Francesco Grando. È in prova e si aggregherà il primo giorno di preparazione, solamente in seguito sarà deciso se tenerlo o meno. Il contatto è arrivato tramite una conoscenza della dirigenza; il ragazzo sembra promettere bene anche se oltre alle doti fisiche e tecniche bisognerà tenere conto della giovane età. In settimana il Belluno potrebbe finalmente concludere gli accordi con i due giovani portieri che prenderanno il posto dei partenti Matteo Brino e Davide Solagna. «È la settimana decisiva – spiega il presidente Gianpiero Perissinotto – siamo molto vicini ad entrambi i ragazzi e dovrebbe essere solo questione di ore. Borghetto della Liventina potrebbe essere nostro oggi, visto che lo incontreremo qui a Belluno». A che punto siete con la ricerca dell’esterno basso? «Non lo abbiamo ancora trovato – spiega Fardin – il momento non è dei migliori, perché le squadre professioniste hanno tempo di svincolare i giocatori fino al 15 luglio e di solito fino a quel giorno non lo fanno e si tengono i ragazzi. In questo momento le trattative sono tante, ma è dura concretizzarle. Stiamo cercando ovviamente nelle Primavere qui vicino, il nostro obiettivo è trovare un fuoriquota che però abbia anche un po’ di esperienza, va bene anche se arrivasse con alle spalle uno o più campionati in serie D. Quarzago? Ha le offerte e potrebbe proprio andare. Mi piacerebbe vederlo giocare ancora qui ma se andrà via mi farà sicuramente piacere perché avrà una occasione importante». Avete cercato Merli Sala? «No, ma non perché non se lo meriti. Solo perché il nostro budget non ce lo permette».
Ore 19.50 – (La Provincia Pavese) I termini dell’operazione gruppo Lanzanova-Zhu sono quelli anticipati nei giorni scorso: la proposta del gruppo guidato dal manager bresciano è quello di accollarsi i debiti del Pavia in cambio di quote della società immobiliare China Investment di Milano che ha in costruzione un palazzo multipiano nella zona di via Pirelli a Milano. A due passi dalla stazione Centrale, ma anche dal centro storico il progetto ‘I Giardini d’Inverno’ è di fatto una vera risposta al Bosco verticale firmato dall’archistar Stefano Boeri. Un grattacielo con appartamenti di lusso alto 15 piani con un investimento previsto di 70 milioni di euro, con più di cento appartamenti. Tra calcio e mattone si gioca, quindi, il futuro immediato della società azzurra. Per gli sviluppi nei prossimi giorni se ne capirà di più. Se Abele Lanzanova è un nome conosciuto in provincia di Pavia per il suo incarico da amministratore delegato della cantina La Versa i suoi partner in quest’operazione imprenditoriale sembrerebbero essere professionisti importanti. Nell’operazione, secondo alcune voci, sarebbe per esempio coinvolto l’avvocato Stefano Balestrieri, professionista molto noto a Brescia, associato allo studio legale di cui faceva parte l’ex leader della Democrazia cristiana Mino Martinazzoli. Nei prossimi giorni capiremo se quest’operazione per il Pavia avrà uno sbocco positivo. Intanto c’è chi si muove per la prossima stagione e chi come il Pavia sta cercando di trovare in extremis la soluzione. Ieri la Sambenedettese è stata la prima società di Lega Pro tramite i propri segretari e il suo legale a presentare tutta la documentazione all’iscrizione alla stagione 2016-17. Per i 54 club arruolabili nella Prima Divisione Unica di Lega Pro è scaduto, lunedì 20 giugno, il termine concesso per l’adeguamento ai rigorosi criteri infrastrutturali previsti per il rilascio delle licenze nazionali degli impianti utilizzati nelle partite interne. Il primo passo verso la scadenza del 30 giugno, data limite per depositare la domanda di iscrizione all’ex serie C. In caso l’operazione salvataggio Pavia calcio non andasse in porta in città c’è fermento per il piano B, quello di una cordata legata all’ex dg Massimo Londrosi pronto a ripartire dalla serie D e di un’altra ipotesi di imprenditori pavesi e non solo per garantire almeno l’Eccellenza.
Ore 19.30 – (La Provincia Pavese) L’assemblea dei soci del Pavia tenutasi ieri pomeriggio a Milano presso lo studio del notaio Monica Ray ha dato mandato ai suoi professionisti di proseguire la trattativa per la vendita del club azzurro al gruppo imprenditoriale capitanato da Abele Lanzanova, amministratore delegato della cantina La Versa. E’ questo il risultato finale dell’incontro di ieri: il summit lascia aperta una porta per la prosecuzione dell’operazione salvataggio nel calcio professionistico per il Pavia. Contemporaneamente l’assemblea ha dato anche mandato di proseguire nelle pratiche per l’iscrizione del club al prossimo campionato di Lega Pro entro il termine previsto del 30 giugno, per non perdere il diritto a rimanere nel calcio professionistico anche nel prossimo campionato 2016-17. Non c’è stata, quindi, ieri pomeriggio la messa in liquidazione volontaria, come era stato prospettato in un primo momento. Nelle ultime ore era circolato, infatti, il nome del noto commercialista vogherese Guido Marchese come possibile incaricato del ruolo di liquidatore, ma il professionista oltrepadano si sarebbe riservato di accettare l’incarico, di prenderne eventualmente visione e valutare il tutto insieme all’avvocato Luca Angeleri. La situazione economica è infatti pesante: la stagione 2015-2016 si chiuderebbe, secondo indiscrezioni, con un passivo attorno agli 8 milioni di euro. Dal salvataggio di due anni fa di un Pavia a rischio fallimento si ritorna ora nella stessa, anzi peggiore, situazione per il club dopo grandi promesse non mantenute dalla proprietà cinese, anche sul piano degli investimenti sul territorio, visto il disimpegno degli ultimi mesi. Il Pavia deve rientrare nei debiti con l’erario, con gli istituti previdenziali (Enpals, Inps) e con i procuratori dei calciatori. Nonostante questa situazione continua il tentativo di evitare il fallimento del club. Ieri in collegamento da Shangai c’era il presidente Xiadong Zhu, mentre fisicamente erano presenti anche il socio e vicepresidente David Wang oltre ai componenti del collegio sindacale dell’A.C.Pavia. I rappresentanti del club azzurro e quelli del gruppo capitanato da Abele Lanzanova dovranno intensificare i loro contatti nei prossimi 2-3 giorni. Il 24 giugno è la scadenza prevista a livello federale per il pagamento degli stipendi ai tesserati del club per i mesi di marzo, aprile e maggio. La situazione per i dipendenti è ferma al mese di febbraio, dopo di che dal mese di marzo non sono più arrivati bonifici dalla Cina per la gestione del Pavia. Il termine del 24 non è, però, l’ultimo paletto per essere in regola con l’iscrizione alla prossima stagione sportiva. Salvo colpi di scena, i pochi giorni a disposizione rendono difficile che il tutto avvenga entro venerdì: potrebbe quindi esserci, nel caso di salvataggio in Lega Pro del Pavia, una penalizzazione per il ritardo nel pagamento degli stipendi del trimestre marzo-maggio.
Ore 19.00 – (Gazzetta di Reggio) Le strade di Rachid Arma e della Reggiana in questo momento sono distanti, nonostante il giocatore vanti un altro anno di contratto con la formazione granata. Come confermato nella giornata di ieri anche dal direttore sportivo Andrea Grammatica nel giorno della sua presentazione. «Arma è un giocatore che ha molto mercato in Lega Pro – le parole del dirigente granata sull’attaccante marocchino – se dovesse arrivare un’offerta vantaggiosa che il giocatore è intenzionato ad accettare è un elemento della rosa che può partire. In caso contrario, considerato il fatto che è un bravissimo ragazzo e ben voluto da tutti i suoi compagni, potrà certamente rappresentare un’alternativa importante per il nostro allenatore». Parole che sanno di addio con Rachid Arma che dopo aver concluso la stagione con 10 reti all’attivo, lascerà con ogni probabilità la maglia granata dopo una sola stagione, considerando anche il fatto che la società pare intenzionata a virare su altri obiettivi, con Litteri di proprietà del Latina ma nelle fila del Cittadella nel corso dell’ultima stagione e Stanco del Modena in cima alla lista dei desideri di Andrea Grammatica.
Ore 18.40 – (Gazzetta di Reggio) La presentazione ufficiale del nuovo direttore sportivo granata Andrea Grammatica è avvenuta alla presenza di Maurizio Franzone in rappresentanza della proprietà e di Fabrizio Bassinghi, padrone di casa che, come concessionaria Autogepy, insieme al fratello Mauro ha confermato la propria vicinanza alla Reggiana anche per la stagione 2016-2017. Lo stesso Maurizio Franzone ci ha tenuto a ringraziare la famiglia Bassinghi prima di sottolineare come il compito del nuovo ds granata Andrea Grammatica «sarà molto duro, perché ci sarà molto da lavorare» le prime parole del rappresentante di Mike Piazza. «Abbiamo voluto conoscere subito Andrea (Grammatica ndr) e il nostro pensiero nei suoi confronti è stato subito positivo perché abbiamo trovato una persona con un pensiero e un obiettivo comune sul modo di lavorare molto simile al nostro. Dopo il primo incontro in cui ci siamo conosciuti abbiamo subito iniziato a porre le basi per il futuro condividendo tutte quelle che sono state le scelte da lui fatte fino ad ora». Maurizio Franzone ci ha anche tenuto a sottolineare quello che sarà l’aspetto del budget messo a disposizione della Reggiana da parte della società poiché «il budget non rappresenterà esclusivamente le risorse messe a disposizione della prima squadra, ma dovrà essere visto come budget nella Reggiana e non solo nell’aspetto tecnico tattico. L’obiettivo principale della società è quello di far crescere la Reggiana come club dando stabilità sotto tutti i punti di vista. Gli investimenti da parte della proprietà saranno fatti in ogni settore, come le infrastrutture e il settore giovanile». Proprio le infrastrutture sembrano essere uno dei primi punti che vorrà affrontare la nuova proprietà con diversi lavori di ristrutturazione da apportare a tutta la zona di via Mogadiscio, dalla sede sociale della Reggiana, a quella del settore giovanile, fino ad arrivare alla sistemazione dei campi da gioco, con la possibile realizzazione di un campo in sintetico, ottimizzando così l’utilizzo di tutta l’area, considerato anche il fatto che dalla prossima stagione l’Accademia Reggiana del Calcio Beppe Alessi svolgerà la propria attività proprio sui campi di via Mogadiscio e non più all’interno dello stadio “Mirabello”.
Ore 18.20 – (Gazzetta di Reggio) Il nuovo direttore sportivo della Reggiana, Andrea Grammatica, è stato ufficialmente presentato nel pomeriggio di ieri nella sede del concessionario Autogepy della famiglia Bassinghi. Il neo dirigente ha affrontato ogni tipo di argomento senza nascondersi e dichiarando come la sua intenzione sia allestire una squadra con giocatori che abbiano fame e non fama poiché «la testa dei giocatori è cambiata negli ultimi vent’anni». OCCHI DI TIGRE. «Sabato scorso sul palco allestito in piazza quando ho incrociato gli sguardi delle prime file di tifosi ho visto degli occhi feroci, con voglia e passione. Questo è uno dei principali aspetti che valuteremo nei giocatori che andremo a scegliere, anche se so benissimo che non per tutti sarà così». Lei è stato uno dei più applauditi su quel palco… «E’ un senso di grande responsabilità, ma è anche bello così perché Reggio Emilia è una piazza che ha passione e credo proprio sia meglio la responsabilità in un club prestigioso piuttosto che lavorare con compiti meno complicati in società con meno passione. Ho accettato questa sfida perché ad un club così non si può dire di no». La fiducia nei suoi confronti è arrivata da tutte le parti in causa in questo cambiamento societario: contento? «Questo per me è motivo di grande gratificazione e voglio ringraziare sia l’azionista di maggioranza che Maurizio Franzone ed è un’ulteriore voglia di ricambiare questa fiducia. Vogliamo portare una mentalità più aperta, costruendo un concetto di club allestito come un’azienda nelle varie aree in tutte le sue componenti, ricercando profili che hanno come caratteristiche principali fame, passione ed ambizione». Qual è la responsabilità più grossa che sente? «Sicuramente quella di ricercare anche nei giocatori che andremo a scegliere la stessa nostra passione e questo molto probabilmente è l’aspetto più difficile. Queste caratteristiche sono più facili da trovare nei giocatori che non sono di nome e che probabilmente nel corse della loro carriera hanno perso la componente nervosa». Ha già trovato molti profili con queste caratteristiche? «Sinceramente no, però il mercato lo conosciamo tutti e se pensiamo di allestire la squadra entro il 10 luglio commettiamo un grosso errore. Non dobbiamo cadere in questa tentazione perché perderemmo equilibrio, mentre più avanti nel mercato potrebbero rivelarsi opportunità su giocatori che l’area tecnica conosce, ma che devono essere pronti soprattutto dal punto di vista mentale alla categoria>>. Negli attuali giocatori sotto contratto ha riscontrato queste caratteristiche? «Non sono ancora riuscito a parlare con tutti perché molti sono in vacanza, alcuni li ho sentiti telefonicamente e ho trovato in loro moltissima voglia di riscatto. A coloro che non rientrano nei piani della società è già stato comunicato. Qualche ragazzo più giovane andrà a altrove per giocare». PIEDI PER TERRA. Il budget cambia con l’arrivo di Piazza? «La Reggiana non intende mettere sul piatto budget fuori categoria e di questo sono soddisfatto. Credo che certe cifre contrattuali possano spostare equilibri, come la gestione del mister o il dover rivedere i contratti di tutti gli altri giocatori. Sono convinto che la forza delle idee possa essere superiore alla forza del budget». La composizione dei gironi potrà influire sul mercato? «Penso di no perché il mercato statisticamente si divide in due periodi, quello della metà di luglio e poi di agosto, quando a cascata evolvono tutte le situazioni anche dalle categorie superiori. Credo che i gironi saranno riequilibrati e il nostro intento è allestire una squadra competitiva anche perché la nuova formula dei play off rimescola molto le carte. Il girone A era sicuramente più competitivo, ma in B è andato il Pisa…»- Lo zoccolo duro sarà formato da Perilli-Spanò-Sabotic e Maltese? «Posso aggiungere Mogos, Nolè e Letizia. Il mister vorrà valutarli tutti in ritiro soprattutto per capire chi ha potuto smaltire le scorie della passata stagione. Sono tutti giocatori importanti su cui il tecnico punta. Qualcuno di loro ha già oggi delle offerte di mercato quindi credo che l’ossatura reale si vedrà più avanti». Le scelta di investire anche sul settore giovanile? «Vogliamo costruire un’area tecnica differente dalla norma: per noi è prioritario anche se siamo consapevoli che servirà tempo. Questo è un territorio con qualità anche se c’è concorrenza, anche se sono rimasto molto scottato dal fatto che qualche ragazzo abbia preferito andare a giocare in Eccellenza piuttosto che provare a sfruttare le proprie chance alla Reggiana. Dobbiamo ricostruire un po’ di identità». Quando arriveranno i primi colpi di mercato? «Credo di essere in dirittura d’arrivo con un giocatore. Faccio questo lavoro con grande passione, ma ci dobbiamo confrontare con la voglia di aspettare ancora la B o con realtà che propongono cifre molto importanti. Dobbiamo far cuocere a fuoco lento alcuni obiettivi, credo che da inizio luglio potremmo già concludere qualcosa. Arriverà sicuramente qualche giovane».
Ore 17.50 – (Gazzetta di Mantova) I club di Lega Pro, riuniti ieri a Firenze, hanno stabilito le nuove norme per il prossimo campionato relativamente alle rose e all’impiego dei giovani. Ogni squadra dovrà presentare all’inizio del campionato una lista dei calciatori utilizzabili: soltanto 16 potranno essere nati prima del 1994, mentre i restanti (numero illimitato) dovranno essere giovani nati dal primo gennaio 1994 in avanti. Ai 16 calciatori over si potranno poi aggiungerne altri due, come “bonus”: ma dovranno essere nati nel 1993 (e avere due anni di contratto alle spalle con il club) o nel 1992 (e in questo caso gli anni di contratto dovranno essere tre). Su proposta del Mantova, rappresentato dal direttore operativo Matteo Togni, dovrebbe poi essere approvata una modifica: «Uno dei due “bonus” – spiega lo stesso dirigente biancorosso – potrà essere un “calciatore bandiera”, cioè un atleta che abbia avuto con il proprio club almeno cinque anni di contratto in precedenza. L’idea mi è venuta pensando alla nostra bandiera Gaetano Caridi e a un regolamento simile che esisteva in B 4 anni fa, quando lavoravo nell’Albinoleffe». Nella riunione delle società è stato inoltre deciso di tornare al sistema dei minutaggi per la ripartizione di una parte dei proventi della legge Melandri: «Più giovani giocheranno – sintetizza il presidente Gravina – e più i club incasseranno». Tornando alle rose, il Mantova ha ora 18 calciatori sotto contratto. Di questi 5 sarebbero fuori lista: i giovani Cristini, Zammarini e Di Santantonio e i “bonus” Caridi e De Respinis. In lista ci sarebbero dunque 13 calciatori, con tre posti liberi al momento per gli over 1994.
Ore 17.30 – (Gazzetta di Mantova) In questi giorni, considerate le innumerevoli brutte esperienze accumulate negli anni passati, i tifosi biancorossi si pongono giustamente una domanda fondamentale: nel malaugurato caso in cui la trattativa con Roberto Masiero non dovesse andare a buon fine, che ne sarebbe del Mantova? A rispondere più volte, negli ultimi mesi e fino a pochi giorni fa, sono stati il patron Serafino Di Loreto e il presidente Sandro Musso. Di Loreto, fin dai mesi scorsi, quando ha cominciato a invocare l’aiuto dell’imprenditoria locale, per poi passare alle trattative per la cessione con soggetti non mantovani, ha ripetuto mille volte lo stesso ritornello: «Non resteremo qui da soli con il cerino in mano, ma siamo persone serie, per le quali l’onore è tutto. Dunque, se non troveremo sostegno, pagheremo tutto ciò che c’è da pagare per chiudere la stagione e poi affideremo le chiavi della società al sindaco di Mantova». Musso, dal canto suo, ha sempre detto che «in ogni caso il Mantova avrà un futuro, questo non è mai stato in discussione». E proprio 8 giorni fa, nella sede della Sdl a Mazzano, ha ripetuto il concetto davanti a telecamere e taccuini: «Il Mantova si è salvato sul campo e può considerarsi salvo anche fuori dal terreno di gioco – ha scandito il numero uno di Viale Te -. Questo fatto non è mai stato in discussione e non lo sarà mai. Qualunque cosa accada – ha assicurato quindi il presidente – l’Acm andrà avanti e giocherà il prossimo campionato di Lega Pro». Parole inequivocabili, che sembrano garantire comunque continuità al Mantova e dovrebbero rassicurare tutti i dipendenti (non soltanto i calciatori) che stanno aspettando il pagamento degli stipendi.
Ore 17.10 – (Gazzetta di Mantova) È stata un’altra notte di passione per soci, dipendenti e tifosi del Mantova. Ieri, infatti, l’atteso bonifico per l’acquisto dell’Acm non è arrivato e all’attuale proprietà non è pervenuto neppure lo Swift (il codice) con cui solitamente si può controllare il movimento dei fondi nel sistema bancario. L’imprenditore vicentino Roberto Masiero ha comunque rassicurato tutti, come conferma l’ex dg biancorosso Maurizio Ruberti, che viste le sue mansioni bancarie è un punto di riferimento per il Mantova nel settore: «Masiero ha confermato che l’ordine di bonifico è stato dato e ha aggiunto che domani mattina (stamani per chi legge, ndr) i soldi saranno sul conto del Mantova. Dunque siamo tranquilli e fiduciosi». A quanto pare, però, ci sarebbe stato un intoppo con la banca inglese. E allora l’ormai famoso bonifico (di oltre mezzo milione di euro) con cui la Td & Rm Football Ltd di Roberto Masiero e Daniele Tasciotti dovrebbe acquistare il 100% dell’Acm starebbe arrivando non più da Londra ma dalla Hsbc di Dubai. Masiero, che ieri doveva nuovamente vedersi nella sede della Sdl con i dirigenti bresciani ma ha rinviato l’incontro a questa mattina, è comunque sempre in contatto con l’attuale proprietà di Viale Te. Da cui arrivano pochissime parole sull’imminente chiusura dell’affare. Patron Serafino Di Loreto al riguardo è lapidario: «I bonifici sono stati fatti, c’è stato un giorno di ritardo sulla tabella di marcia per motivi amministrativi ma domani (oggi per chi legge, ndr) si saprà quello che si deve sapere e questa storia sarà chiusa. Io ho massima fiducia». E, quando gli si chiede se è stato effettuato un controllo banca su banca per accertarsi che i fondi siano partiti, Di Loreto replica così: «Io non ho fatto nessun tipo di controllo, ripeto: c’è massima fiducia in Masiero». E fiducioso appare anche il presidente Sandro Musso, che si limita a dire pochissime parole: «In questo momento non ci sono comunicazioni da dare, restiamo in attesa della concretizzazione dell’affare che avverrà domani (oggi per chi legge, ndr), nei tempi previsti». Fin qui le (scarne) dichiarazioni ufficiali dei protagonisti, orfane come sempre del Masiero-pensiero, vista la precisa scelta dell’acquirente del Mantova di non esporsi mediaticamente prima della conclusione ufficiale della trattativa. A latere restano i dubbi che ormai in questa piazza – dopo cinque anni di colpi di scena di ogni tipo – accompagnano qualsiasi trattativa per il cambio di timone in Viale Te. E che sono stati acuiti dalla riservatezza (forse eccessiva) con cui è stato gestito l’approccio di Roberto Masiero al Mantova. A tutto ciò va aggiunta la componente dell’azienda estera, che sarebbe un inedito nella proprietà del club nei suoi 105 anni di storia e che purtroppo riporta alla memoria le recenti scottature con la “multinazionale” spagnola Platinum e con il fantomatico “zio d’America” del buon Claudio Tarocco. Nulla di tutto ciò si può ovviamente imputare a Roberto Masiero, ma è inevitabilmente questo il clima in cui si attende – fra paura e speranza – una fumata finalmente bianca da Viale Te.
Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La LegaPro prosegue nella linea della condivisione. «In 5 mesi – ha detto il presidente Gabriele Gravina – abbiamo già organizzato 7 incontri con i club per confrontarci su progettualità e programmi. È un primo segnale di cambiamento, come l’alta partecipazione». Niente più liste bloccate: «Abbiamo concordato rose con 16 over e giovani illimitati. Quindi non c’è un organico imposto e più ragazzi giocano, più le società guadagnano». Poi il presidente ha annunciato un gruppo di studio per decidere la suddivisione dei gironi. Quattro le ipotesi sul tavolo. La più innovativa pensiona i gruppi geografici, per dividere l’intero lotto (60 società) in 4 fasce d’importanza, in base ai risultati delle ultime 5 stagioni. Nell’eventualità che venisse scelta questa ipotesi, ogni nucleo verrebbe composto da 5 (delle 15) teste di serie, con altre 5 squadre di seconda fascia, 5 di terza e 5 di quarta. Si formerebbero così tre “miniserie B”, con le squadre impegnate (soluzione per altro caldeggiata da Mauro Lovisa) in lungo e in largo per l’Italia. ORIZZONTALE – La seconda idea mantiene lo status quo, con suddivisione Nord, Centro e Sud. Un’ipotesi che Lovisa ha già detto di non gradire, perché nel girone del Nord verrebbero a trovarsi 8-9 teste di serie tutte insieme. VERTICALE – In caso di suddivisione verticale il Pordenone verrebbe a trovarsi, tanto per fare un paio di nomi grossi, nello stesso raggruppamento di Venezia, Padova, Ancona, Foggia e Lecce. MISTO – L’ultima soluzione vedrebbe un girone C praticamente riservato alle formazioni del Sud e gli altri due (A e B) rimescolati. In tal caso si eviterebbe il concentramento di troppe squadre di prima fascia segnalato da Lovisa in un unico gruppo (A), e i ramarri potrebbero trovarsi a giocare anche, per esempio, con Siena, Lucchese, Ancona, Sambenedettese e Livorno. RIPESCAGGI – Gravina ha affrontato anche il ritorno della Terza serie a 60 formazioni: «Il Consiglio federale si è espresso per i 3 gironi da 20. Bisogna capire però se ci sono squadre disposte a pagare il ripescaggio».
Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Neroverdi a tutta birra: dopo Azzi e Burrai, preso anche Eros Pellegrini. È il terzo colpo portato a termine da Bruno Tedino, investito del nuovo ruolo da allenatore-manager all’inglese. Nato a Treviso nel ’90, Pellegrini è l’esterno candidato a diventare l’erede di Alberto Boniotti, rientrato al Brescia per fine prestito. Si tratta però di un elemento notevolmente più esperto rispetto al laterale lombardo. Classico laterale destro (ma può occasionalmente spostarsi a sinistra), ha alle spalle già 6 stagioni in LegaPro. Ha esordito nel 2010 con la maglia del Pavia, per poi entrare in orbita Palermo. Con i rosanero di Maurizio Zamparini, però, nemmeno una presenza in serie A. Così ha ricominciato l’avventura in Terza serie, dal Viareggio (18 mesi). Poi le due annate al Pisa, dove si è definitivamente affermato. L’ultima stagione l’ha giocata con Salvatore Burrai al Siena (12 presenze e una rete per lui, la terza della carriera). Entrambi sono attesi a Pordenone nelle prossime ore, per mettere la firma sui rispettivi contratti.
AZZI – Tutto fatto anche per Paulo Azzi. L’attaccante del Pavia è il prossimo rinforzo per l’attacco neroverde. Sarà l’erede di Caio De Cenco (brasiliano come lui), che invece è richiesto dal Padova. Dicumento pronto, a ore la sigla ufficiale. DIFESA – Spunta poi un nome nuovo dietro: è quello di Mauro Belotti, centrale esperto del Lumezzane. In scadenza di contratto, oltre che al Pordenone piace alla Maceratese. Un elemento in grado di allungare la rosa a disposizione di Bruno Tedino, che in quel ruolo potrà contare anche su Ingegneri, Stefani e Marchi. Simone Pasa va al Cittadella. Il centrocampista, che nella scorsa stagione si è adattato al ruolo di difensore centrale, è ormai un acquisto della squadra padovana in serie B. NOMI – Poi ci sono le altre trattative, che ancora non sono concluse. Piace Pietro Baccolo, classe 1990, che ha giocato l’ultima stagione a Messina in LegaPro. Può essere un buon rinforzo per la mediana. È in grado di coprire le due fasi, con grande corsa e sacrificio. Esordì nel Padova nel 2009 in C1. Nel 2010 si trasferì al Sudtirol e l’anno successivo al Frosinone. Poi ancora Gubbio, Paganese e infine Messina. Circola pure il profilo di Salvatore Sandomenico, altro ’90, esterno d’attacco napoletano, autore di ben 13 reti nell’ultima stagione di LegaPro con la maglia de L’Aquila. Per lui anche un’annata da 14 reti: allora era la vecchia C2 e la casacca era quella dell’Arzanese. Si segue inoltre Marco Mancosu, centrocampista della Casertana che aveva ben figurato nei quarti di finale playoff disputati in gara secca al Bottecchia. CONFERME – Pordenone ancora in attesa del sì di Matteo Tomei. Il portiere deciderà nelle prossime ore. Si dovrà conoscere qualcosa di più anche per quanto riguarda l’esterno sinistro Marco Martin, rientrato al Pavia dopo il prestito. Stallo nell’affare che doveva portare a Rachid Arma, attaccante della Reggiana che però è bloccato da un contratto ancora in essere con il club emiliano.
Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) Sedici “vecchi”, giovani illimitati, niente liste bloccate: è quanto emerso dall’assemblea di Lega Pro, chiamata a stabilire le nuove regole sulla composizione delle rose per la prossima stagione. «Più giovani giocano – ha spiegato al termine il presidente della serie C, Gabriele Gravina, nella foto – più le società guadagneranno». Mentre sul versante del format, con l’annunciato ritorno alle 60 squadre, Gravina non si è sbilanciato: «Dipende se ci saranno sufficienti ripescaggi». A tal proposito, sono state pubblicate le graduatorie delle società reduci dai playoff di D: ottime probabilità di salto per il Campodarsego, terzo alle spalle di Caronnese e Lecco. Ancora aperta la questione relativa alla composizione geografica dei gruppi. Gravina sull’argomento ha glissato, dicendo che non si è parlato di divisione nè orizzontale nè verticale. Tuttavia, secondo indiscrezioni, qualcosa cambierà. I gironi A e B potrebbero essere “mescolati”. E molto probabilmente saranno divise le nuove big Parma e Venezia. Tra i possibili rivali del Pordenone, più Inzaghi che Apolloni.
Ore 15.40 – (Messaggero Veneto) Siena-Pordenone, tratta affollata. Non sarà soltanto il centrocampista Salvatore Burrai (classe ’87) a traslocare dalla Toscana per accasarsi sulle rive del Noncello. Il club neroverde, infatti, ha di fatto definito l’ingaggio di un altro giocatore reduce da una stagione al Siena: si tratta del terzino destro Eros Pellegrini (’90). Curriculum. Nativo di Treviso, Pellegrini ha sfiorato l’esordio in serie B proprio con la maglia del team della Marca, prima di prendere la via di Palermo (senza mai debuttare in serie A), Pavia, e quindi della Toscana: 3 stagioni al Viareggio, altrettante al Pisa, chiusura a Siena. Dove ha vissuto, collezionando 13 presenze, un’annata di alterne fortune, culminata nel deludente, a livello di squadra, piazzamento ai piedi della zona playoff. Nello scacchiere, al momento molto provvisorio, della formazione neroverde, Pellegrini prenderà il posto di Alberto Boniotti (’95) che dopo la buona stagione disputata in neroverde è stato richiamato dalla casa madre Brescia. Con buona pace del Pordenone, che lo avrebbe trattenuto volentieri. Addio. Pellegrini sarà con tutta probabilità il primo acquisto ufficiale del mercato neroverde. Intanto la voce uscite, come previsto, ha fatto registrare la dolorosa partenza di Simone Pasa (’94). Anche in questo caso, il Pordenone è esente da responsabilità: il giocatore era sotto contratto con l’Inter e ha scelto di accettare la corte di una formazione di serie B, il Cittadella. «Mister Tedino – ha rivelato Pasa – ha provato a trattenermi ed era dispiaciuto per la mia partenza, ma ha capito che il richiamo della B è troppo forte». Voce. Chi prenderà il posto dell’ex nerazzurro? Sulla carta la difesa del Pordenone, dopo le conferme di Stefani, Marchi, Ingegneri e De Agostini, non avrebbe bisogno di particolari ritocchi. Ma indiscrezioni di queste ore vogliono i neroverdi sulle tracce del centrale Mauro Belotti (’84), nelle ultime 3 stagioni in Lega Pro al Lumezzane, con cui ha messo a segno 5 reti. Difensore bravo anche nell’area avversaria, dunque. Pista da seguire. Bomber. Sempre più difficile la strada che conduce all’attaccante Rachid Arma (’85) della Reggiana. L’attaccante marocchino, oltre a interessare al Pordenone, sarebbe al centro di una vera e propria asta di mercato, cui nelle ultime ore si sono aggiunte, tra le altre, Piacenza e Arezzo. Per un bomber conteso, un altro potrebbe essere vicino a un’altra svolta della sua carriera: l’ex neroverde Caio De Cenco (’89) è finito nel mirino del Padova. In cui un altro ex neroverde, Marco Cunico, appese le scarpe al chiodo, dovrebbe entrare nello staff dirigenziale che già annovera Zamuner e Mateos.
Ore 15.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Quando sembrava ormai fatta per Alessandro Sgrigna, ecco spuntare Julien Rantier dal cilindro di Werner Seeber. È questo il colpo segreto di del dg del Bassano, che ha tenuto a lungo in caldo la pista che portava al fantasista in uscita da Cittadella, ma che alla fine pare aver piazzato l’acuto decisivo proprio sul rettilineo finale. Il 33enne attaccante del Pro Piacenza, ex Vicenza e Verona, può agire da esterno o da trequartista ed è la scelta compiuta per rinforzare il reparto offensivo. Con il club emiliano c’è già un’intesa di massima, col giocatore pure, a conferma che l’arrivo di Luca D’Angelo in panchina si tradurrà in un peso effettivo dell’allenatore nelle scelte di mercato. Rantier, infatti, è stato un giocatore di D’Angelo ad Alessandria e c’è proprio la mano del neotecnico giallorosso in questa svolta. Da capire adesso cosa farà Sgrigna, che aveva chiesto una soluzione in zona che pare, al contrario, non esserci. E, nel frattempo, con Rantier può arrivare pure Mattia Minesso, anch’egli come Sgrigna in uscita da Cittadella. Nel frattempo ieri è andata in scena a Firenze un’importante assemblea di Lega Pro, in cui sono state confermate le linee guida emerse nei giorni scorsi. E cioè rose composte da 16 giocatori over 21, due «bandiera» e un numero illimitato di giocatori under 21. Solo sui giocatori bandiera ancora non c’è certezza che l’orientamento venga trasformato in norma dal Consiglio federale. «La Lega Pro prosegue nella linea della condivisione — ha spiegato il presidente Gabriele Gravina — e una testimonianza concreta è anche il fatto che in cinque mesi abbiamo organizzato sette incontri con i club per confrontarci su progettualità e programmi. E’ un primo segnale di cambiamento come lo è l’alta partecipazione che si è registrata». Tra le novità che seguono la direzione della valorizzazione dei giovani calciatori c’è, appunto, la composizione delle rose: «Abbiamo concordato una lista di giovani — evidenzia Gravina — dove gli over sono 16 e i giovani illimitati. Non c’è una lista bloccata e più giovani giocano, più le società guadagnano».
Ore 14.50 – (Giornale di Vicenza) Almeno nove figurine da incollare nel nuovo album giallorosso edizione 2016-17. Stando stretti. Toh, facciamo otto dando per buono Ale Sgrigna, promesso sposo virtussino. Ma lo shopping estivo che attende Seeber non va tanto distante.Anche considerando confermati chi ancora deve sottoscrivere il rinnovo come Pietribiasi (vicino), Germinale (in bilico), Toninelli (lontano) e inserendo il terzino Bortot di ritorno dal prestito in serie D.Ci sarebbe anche Semenzato su cui ieri il Padova ha frenato e che comunque non pare rientrare più nei piani giallorossi. Considerando abili e arruolabili tutti quanti ora D’Angelo avrebbe a disposizione 14 pedine (inclusi quelli in sospeso): Rossi tra i pali, i difensori Bizzotto, Barison, Stevanin, Bortot e Toninelli; i mediani Cenetti e Proietti, i trequartisti Falzerano, Candido e Laurenti e le punte Fabbro, Germinale e Pietribiasi. Quindici se contiamo l’ingresso ufficioso di Sgrigna.Dunque cosa manca: un portiere di scorta (sempre che l’Inter non decida di rinnovare il prestito di Costa o non si promuova dalla Berretti il giovanotto Ilario Guadagnin), almeno due centrali difensivi e un marcatore mancino, due mediani di contenimento coi quali dare il cambio ai mastini Cenetti e Proietti, minimo tre alternative sugli esterni e come rincalzo del suggeritore ed eventualmente una spalla offensiva.Tutto ciò beninteso replicando il 4-2-3-1 caro a Petrone, Asta e Sottili e che D’Angelo medita saggiamente di riproporre. Nella linea fantasia, non si può prescindere da due ali che sappiano saltare l’uomo (e una di queste potrebbe proprio essere Mattia Minesso), mentre per lo spot di suggeritore, doveroso affiancare il probabilissimo Sgrigna con un alter ego di qualità. La prima linea per adesso ha solo Fabbro e Maistrello, mentre Pietribiasi e Germinale sono sub iudice. Qualora venissero congedati occorrerà in ogni caso un panzer d’area.
Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Non solo il portiere Facchin e il difensore centrale Malomo, sull’asse Pavia-Venezia può rientrare anche l’attaccante Alessandro Cesarini. Tutt’altro che da escludere, infatti, un ritorno di fiamma per il 27enne spezzino che nelle ultime due stagioni è stato il faro del Pavia «made in China»: per Cesarini, prima o seconda punta sotto contratto fino al 2018, 13 gol nell’ultima Lega Pro dopo gli 11 dell’anno prima. Sempre per il reparto offensivo manca solo l’ufficialità per l’arrivo alla corte di Pippo Inzaghi di Loris Tortori della FeralpiSalò.
Ore 14.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Nessuna maxi offerta per Cacia, certe cifre sono fuori portata per un Venezia pur disposto a spendere per costruire una squadra forte». Così il ds Giorgio Perinetti prova a porre un freno alle voci, più o meno incontrollate, su contatti e proposte economiche da «fantacalcio». «Non ho trattato Cacia né gli ho proposto un triennale – il dirigente lagunare smonta le voci dei giorni scorsi -. Parliamo dell’attaccante che tutti conosciamo, ben noto peraltro al presidente Tacopina nei comuni trascorsi al Bologna. Il giocatore è legato all’Ascoli per un altro anno, se l’accordo saltasse o sbattesse la porta per cambiare squadra allora magari si potrebbe aprire un discorso. Oggi però non c’è nulla». Il vero scoglio è l’ingaggio dei bomber della serie B, con Cacia che percepisce 900 mila euro a stagione dall’Ascoli mentre Calaiò allo Spezia raggiunge il milione. «A certe cifre l’approccio economico è semplicemente impossibile. «Spese pazze» potremo anche farne qualcuna, ma per costruire un organico competitivo e completo – precisa Perinetti – perché non avrebbe senso puntare tutto su un unico giocatore e poi mettergli attorno una squadra di under». Ieri a Firenze il Venezia e le altre società si sono riuscite con il presidente di Lega Pro Gabriele Gravina. «Come siamo entrati siamo anche usciti, senza nessuna certezza in più. Le rose comprenderanno 16 senior, un paio di «giocatori bandiera» come il nostro Cernuto, il resto saranno under compresi i classe ’94, però non si sa se sarà possibile sforare rinunciando ai contributi. Finora ci siamo mossi prendendo accordi con vari giocatori, a loro dobbiamo dare risposte e questa incertezza non aiuta. Ufficializzazioni? Per Pederzoli, Facchin e Malomo dobbiamo aspettare il 1. luglio». Nessuna schiarita nemmeno sul fronte-gironi.
«Gravina ha ribadito che il regolamento prevede i tre gironi da 20 squadre, va da sè che tutto dipenderà da quante si iscriveranno, quindi anche lì c’è solo da aspettare. Ad ogni modo pare che l’intenzione sia di mescolare i gironi soprattutto tra nord e centro».
Ore 13.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Un’altra riunione interlocutoria e il Venezia comincia a perdere la pazienza. La data del 21 giugno era segnata in rosso sul calendario, perché dalla riunione di Lega Pro sarebbero dovute uscire indicazioni chiare in particolare sulla regola degli under. Invece ieri a Firenze si è parlato molto, il presidente Gabriele Gravina ha ascoltato numerose proposte, ma ancora non è chiaro quale sarà il verdetto. L’orientamento è verso una rosa che comprenda 16 «over 93» e un numero di under illimitato. Ma su questo, c’è un punto di domanda sostanziale, come sottolinea il direttore sportivo Giorgio Perinetti. «Ci sono società che chiedono che il limite dei 16 over sia invalicabile e non legato semplicemente alla riscossione dei contributi. Lo scorso anno — ricorda Perinetti — l’Alessandria allestì una rosa di 24 giocatori senior, rinunciando ai contributi previsti. Ma ha potuto farlo tranquillamente perché il regolamento lo consentiva. Se invece dovesse passare la linea portata avanti da alcune società, non sarebbe più possibile». In questo modo il Venezia si vedrebbe costretto a rinunciare ad alcuni dei nomi circolati negli ultimi giorni. E intanto la conseguenza immediata è che il mercato rimane fermo. «Se dovremo rispettare il tetto dei 16 giocatori over, alcuni degli accordi presi potrebbero saltare — avverte Perinetti — abbiamo terminato il campionato ai primi di maggio e siamo qui in attesa di conoscere le regole. Noi siamo gli ultimi arrivati in Lega Pro e non intendiamo metterci a fare polemiche, però ho fatto presente che questa incertezza ci penalizza. Vorremmo avere delle norme certe, che in questo momento non abbiamo. E — aggiunge il direttore arancioneroverde — va anche detto che modifiche così importanti del regolamento andrebbero applicate dall’anno successivo e non in corsa». La speranza è che prevalga la linea morbida, cioè che la proposta di Gravina sia agganciata semplicemente ai contributi e non diventi un criterio regolamentare. Nebbia fitta anche sui gironi, che dovrebbero condensare da una parte tutte le squadre del Sud, e negli altri due suddividersi sulla base della dorsale appenninica: per il Venezia non ci sarebbero avversarie toscane, di contro ci sarebbero trasferte nelle Marche come limite più estremo verso Sud. Smentita, infine, la voce sull’interessamento per Daniele Cacia: «Non l’abbiamo mai cercato – afferma Perinetti – né tantomeno gli abbiamo offerto un triennale. E’ oltre il nostro budget».
Ore 13.20 – (La Nuova Venezia) Tante idee, tante proposte, ancora niente però nero su bianco. Giorgio Perinetti e Davide Brendolin hanno rappresentato il Venezia nell’assemblea di Lega Pro che si è tenuta a Firenze e che doveva schiarire le idee soprattutto sulla composizione delle rose della prossima stagione. «Ci dovrebbero essere 16 senior e un numero illimitato di under», ha spiegato il direttore sportivo arancioneroverde, «ma a oggi non so ancora se posso eventualmente tesserare 24 senior non puntando ai contributi della legge Melandri. È un intoppo non da poco, a un mese e mezzo dalla fine del nostro campionato e tra meno di 10 giorni parte ufficialmente la nuova stagione». Non ci sarebbe più una lista bloccata, ma se questa norma dovesse aspettare il prossimo Consiglio federale si va dopo la metà di luglio, gli under sono quelli nati dall’1 gennaio 1994 in poi. «l format? Il presidente Gravina ha ribadito che le norme portano al ritorno a 60 squadre», ha spiegato Perinetti, «non so se riusciremo a raggiungere questa quota. Vedremo». Ovviamente nel corso dell’assemblea è stato toccato anche l’argomento composizione dei tre gironi. «Per avere le idee chiare bisognerà aspettare di avere il quadro completo di tutte le società iscritte, ma l’ipotesi che in questo momento è più gettonata è un girone C come nelle passate stagioni, formato da squadre del Sud, e due gironi tagliati in verticale». In questo modo verrebbero divise le formazioni lombarde (8 aventi diritto adesso), emiliano-romagnole (7) e toscane (9) con le trivenete che potrebbero scendere ad Ancona, Macerata, San Benedetto del Tronto o Gubbio. I playoff allargati, e questo è ufficiale, non trovano il gradimento di Perinetti. «Mah, l’allargamento può consentire a una squadra, arrivata decima, di eliminare una seconda che magari non è andata in serie B per un punto. Poi nella Final Eight in campo neutro non ci sarebbe più nemmeno il vantaggio della posizione al termine della regular season perché in caso di parità si andrebbe ai rigori. Non ci resta che arrivare primi, ma lo vorranno in tanti». Un altro obiettivo è realizzare un codice di autoregolamentazione delle società. «Una specie di vademecum, valido per tutti i club», ha spiegato il segretario generale Davide Brendolin, «con norme e regole che dovranno essere seguite per garantire maggior trasparenza». Potrebbe poi ritornare il 15% ai club viaggianti sull’incasso delle partite. Sulla questione attaccante, Giorgio Perinetti chiarisce la strategia del Venezia. «Noi non abbiamo mai trattato Cacia, come del resto Evacuo. Sono giocatori con ingaggi da prima fascia in serie B, noi cerchiamo è vero un centravanti in grado di assicurarci tanti gol, ma sul mercato ci stiamo muovendo con oculatezza e cercando giocatori che sposino il nostro progetto».
Ore 12.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) I tifosi speravano che ieri potesse essere il giorno giusto per l’ufficializzazione del rinnovo del contratto a Daniel Adejo , ma invece ieri le parti si sono date appuntamento a domani. Non dovrebbero esserci problemi particolari per arrivare all’intesa con il difensore, ma nel mercato finchè non ci sono le forme sui contratti è buona regola non dare niente per scontato. Oltre al rinnovo di Adejo, questa è la settimana in cui le società saranno impegnate a risolvere i contratti che prevedono diritti di riscatto, da esercitarsi entro domani, ed eventualmente di contro riscatto con scadenza 25 giugno, con il Vicenza che deve risolvere la questione legata a Juri Cisotti (in prestito dallo Spezia), Andrej Modic (Milan), Alessandro Ligi (Bari) e Federico Moretti (Latina). Tutti arrivati, tranne Modic, a gennaio in prestito con diritto di riscatto a favore della società berica a quotazione fissata. Il giocatore più importante del gruppetto è Moretti che ha più volte ripetuto, anche di recente, che dipendesse da lui non si muoverebbe da Vicenza, ma la sua conferma sembra invece molto improbabile. Da via Schio non filtrano indiscrezioni, ma tutto lascia pensare che Moretti non verrà riscattato e quindi tornerà al Latina dove ha altri due anni di contratto. Una decisione presa anche con il benestare di Franco Lerda, che invece vorrebbe trattenere Francesco Signori che è sotto contratto con il club biancorosso fino al giugno del 2017. La riconferma dell’ex mediano di Modena e Novara però non è certa, in quanto l’ingaggio del centrocampista biancorosso è ritenuto dalla nuova proprietà fuori budget e per questo di dovrà studiare una soluzione che possa accontentare entrambe le parti. Con Moretti verso il ritorno a Latina e la conferma di Signori in dubbio, in questo momento a centrocampo il Vicenza si trova con Francesco Urso , reduce da una buona stagione frenata da un fastidioso problema al ginocchio, e Mario Piccinocchi che tornerà a Vicenza dal prestito di Lugano dove l’ex rossonero è stato uno dei punti fermi della squadra guidata da Zdenek Zeman. Anche la posizione di Piccinocchi però non è ancora stata definita, con Lerda che potrebbe chiedere di visionare il giocatore in ritiro prima di esprimere la sua opinione sull’utilità del regista di scuola rossonera nel Vicenza. Probabile che molto dipenda da come l’allenatore dei biancorossi intenderà schierare il centrocampo, cioè con due mediani o a tre con un regista davanti alla difesa e due mezzali. Modulo quest’ultimo molto più adatto a Piccinocchi, che potrebbe invece essere inserito tra i cedibili a fronte di un centrocampo con due mediani che, nel caso, dovranno essere molto ben dotati dal punto di vista agonistico. Detto del centrocampo, in difesa è confermato l’interesse del Frosinone per Nicolò Brighenti e Salvatore D’Elia , su precisa indicazione dell’ex allenatore del Vicenza Pasquale Marino. C’è però da rilevare l’inserimento del Chievo, che ieri si è fatto avanti concretamente per D’Elia che potrebbe così arrivare a giocare nella massima serie dopo aver disputato gli ultimi campionati di serie B a buonissimo livello.
Ore 12.20 – (Gazzettino) Ieri è stato il giorno di Enrico Alfonso, oggi sarà quello di Simone Pasa che firmerà il contratto e poi sarà presentato; per Claudio Coralli, invece, ci vuole invece pazienza. Stefano Marchetti ha un’agenda piena tra rinnovi e trattative. Ieri il direttore generale granata ha avuto due incontri significativi nella sede di via Cà Dai Pase, dove sono transitati Alfonso e Coralli. Il portiere granata si è legato al Cittadella anche per il prossimo campionato di serie B, ed esprime tutta la propria felicità: «Non ci sono stati problemi, io volevo rimanere a Cittadella e la società era intenzionata a confermarmi, nemmeno l’aspetto economico ha presentato difficoltà: il mio agente e Marchetti si sono scannati e poi sono arrivati a un accordo. Del resto sono pagati per quello…». Se la ride Alfonso, che ritorna immediatamente serio: «Arrivo bello carico in serie B, che riabbraccerò dopo cinque anni trascorsi tra tante difficoltà anche a livello fisico. Ho una gran voglia di rimettermi in gioco, nuovamente». Una bella sfida, in una categoria che conosce bene e che sarà molto più impegnativa della Lega Pro. «Ci sono giocatori che ti perdonano un errore, se sei fortunato, altrimenti ti castigano subito. Da parte mia come quella dei compagni dovremo alzare l’asticella dell’attenzione. Sarà il primo aspetto sul quale lavorare e migliorare». È diventato uno degli idoli della tifoseria granata, si sente un beniamino della piazza? «C’ero io sopra la traversa a festeggiare la promozione, a intonare quel coro goliardico che ha fatto il giro dell’Italia perché lo conoscevo bene e mi è stato chiesto dai compagni di rompere il ghiaccio per primo, ma poteva esserci chiunque della squadra, nello spogliatoio siamo tutti uguali». Anche lei si è “innamorato” di questi colori. «Per la prima volta in vita mia mi sento parte di un progetto, di una famiglia. Non sono più solo come mi è capitato da altre parti, ed è bastato un anno per legarmi a questa maglia, alla quale auguro sempre tanta fortuna, con o senza Alfonso. Cittadella è l’emblema del calcio serio e pulito del nostro Paese». Non è stato facile per nessuno seguire le orme di Pierobon nel Cittadella: si sente il suo erede? «Anche il direttore mi dice di prendere il suo esempio, ma di Pierobon ce n’è stato uno e di eguali più nessuno. Io penso a fare il mio, faccio attività ogni giorno anche in vacanza per farmi trovare pronto al raduno». Come trascorre l’estate? «Sono stato in Sardegna, adesso andrò in Puglia. Amo l’Italia, che ha tanti tesori da scoprire, ci sono innumerevoli posti belli». Sta seguendo l’Europeo? «Poco in verità, a parte la Nazionale. Mi sto interessando più a quello che sta succedendo fuori, tra i tifosi, che non del calcio giocato». Per Coralli, invece, un rinvio. «L’incontro è stato interlocutorio – racconta l’attaccante – perchè il direttore mi ha chiesto di pazientare ancora qualche giorno, deve sistemare certe cose in sospeso, poi ci ritroveremo». Sensazioni? «Le stesse che avevo prima di parlare con Marchetti, niente è deciso».
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Chi resta (Alfonso), chi spera di rimanere (Coralli) e chi sta per arrivare (Pasa). Giornata fitta di colloqui per Stefano Marchetti, quella di ieri. Di colloqui e di firme. In particolare, ad apporre il suo nome sul contratto che lo legherà al Cittadella per un’altra stagione è stato Enrico Alfonso, il portiere della promozione. «Noi un altro Carpi?». «Ci siamo trovati soltanto ora perché sono stato qualche giorno in Sardegna, ma, in realtà, almeno da parte mia, non ci sono mai stati dubbi sulla voglia di proseguire il rapporto. Non vedo l’ora di tornare a misurarmi con la Serie B, a 5 anni di distanza dalla mia ultima esperienza nella categoria», sottolinea il 28enne Alfonso. «Mi aspetto un campionato diverso da quello della scorsa stagione: la Lega Pro si basa sulla corsa, in B il livello tecnico si alza e diventa più raro trovare attaccanti poco freddi davanti alla porta. Sappiamo bene che le difficoltà aumenteranno, però credo molto nel nostro gruppo e, per quanto sia scaramantico, penso spesso a quanto hanno fatto in passato Frosinone o Carpi: e se il nostro fosse un percorso simile?». La volontà del d.g. Marchetti è quella di affiancare ad Alfonso un altro portiere con cui giocarsi il posto. «Lo so e la cosa non mi spaventa: sarà un ulteriore stimolo, fermo restando che gli stimoli certo non mi mancano». Fra i nuovi arrivati conosce già Ivan Pedrelli: «Ci ho giocato assieme quasi 10 anni fa, al Venezia. Porterà al Cittadella la sua esperienza, in più me lo ricordo come un ottimo ragazzo». “Ciccio” in stand-by. Se l’estremo difensore è passato in sede in mattinata, nel pomeriggio è toccato a Claudio Coralli incontrare il direttore. In questo caso, però, il colloquio è stato interlocutorio. «Mi ha detto di aspettare, che servirà ancora qualche giorno per decidere il mio futuro», ha raccontato il “Cobra” all’uscita. «Sapete tutti cosa spero io: vorrei rimanere, perché a questa società non mi lega solo un semplice rapporto di lavoro ma qualcosa di speciale. Ho ricevuto alcune offerte in Lega Pro, ma le tengo in subordine. Chiedo solo di non dover aspettare troppo, perché, se dovrò andar via, voglio farmi trovare subito pronto. Posso attendere ancora un po’, ma conto di arrivare ad un punto entro una decina di giorni». Ad ostacolare la riconferma, come noto, la regola che impone alle società di non avere più di 18 elementi sopra i 21 anni in rosa. Tocca a Pasa. Intanto stamattina sarà quasi sicuramente ufficializzato il terzo nuovo arrivo: dopo Pedrelli e Strizzolo è Simone Pasa, che si legherà alla società granata per le prossime due stagioni. Oggi o, al più tardi, entro la settimana è atteso anche Giulio Bizzotto, chiamato a sottoscrivere il suo primo contratto da calciatore professionista. Sempre nelle stesse ore sarà formalizzata la cessione a titolo definitivo di Michele Pellizzer all’Entella.
Ore 11.30 – (Gazzettino) Nell’ultimo campionato ha segnato otto gol con la Carrarese. «Spero di non averli fatti tutti l’anno scorso (scherza, ndr). Mi reputo nel pieno della maturità e quella appena passata è stata la mia stagione più positiva sul piano realizzativo. Nel calcio però bisogna puntare sempre a qualcosa di più e Padova è la migliore occasione che mi poteva capitare». Grazie alla sua duttilità può ricoprire tutti i ruoli in mezzo al campo, anche se ce ne predilige uno. «Come mezzala posso esprimermi al meglio, per la precisione sulla sinistra dato che il destro è il mio piede forte e posso rientrare per andare al tiro». Impossibile non notare il gran numero di tatuaggi sulle sue braccia, quasi da fare concorrenza a Sbraga con il quale ha già giocato insieme alla Carrarese. «Lui ne ha più di me perché è più grande fisicamente (sorride, ndr). Se ci siamo parlati in questi giorni? Sono una persona scaramantica e non mi sbottono più di tanto quando devo prendere una decisione, ma ci siamo sentiti perché il mio trasferimento era nell’aria e mi ha parlato benissimo dell’ambiente e del progetto».
Ore 11.20 – (Gazzettino) «Vengo con tanto entusiasmo, sono convinto di poter dare una grossa mano e non deluderò le aspettative». Si presenta così Francesco Dettori, primo nuovo tassello del Padova 2016-2017. Alla sua sinistra, nella sala stampa dell’Euganeo, è seduto Giorgio Zamuner e alla sua destra l’amministratore delegato Roberto Bonetto che fa gli onori di casa: «Siamo felici di avere raggiunto questo primo obiettivo, è un giocatore che arriva con molte motivazioni». Quindi un flash del diggì: «L’ho voluto fortemente e sono sicuro che ci permetterà di fare un salto di qualità». Poi, appunto, riflettori tutti per il nuovo centrocampista che ha firmato un contratto biennale. «Il Padova era la mia prima scelta e questo ha fatto la differenza. Quando si è voluti fortemente dalla proprietà, dal direttore e dall’allenatore significa che c’è grande fiducia nei tuoi confronti e questo vale più di qualsiasi questione economica». Tra l’altro Dettori ha già avuto modo di essere allenato da Brevi alla Cremonese. «Anche questo mi ha portato a fare questa scelta perché apprezzo il suo credo calcistico e caratterialmente siamo simili: non mi piace parlare molto, ma lavorare sul campo dato che l’obiettivo è migliorarsi sempre».
Ore 11.10 – (Gazzettino) Spedizione milanese oggi per Zamuner che proverà a chiudere per Nicola Madonna, profilo ideale per fare il titolare sulla fascia destra nel 3-5-2: il giocatore (in scadenza con lo Spezia) avrebbe già dato la sua disponibilità al trasferimento e nell’incontro odierno con il suo agente si punta a trovare la “quadra”. Sembra esserci un certo ottimismo, anche se lo scoglio più arduo riguarda l’ingaggio visto che Madonna ha percepito fino a quest’anno emolumenti fuori portata per i biancoscudati (280 mila euro netti a stagione) e deve abbassare le pretese, fermo restando che il Padova è disposto a mettere sul piatto un contratto di almeno due anni. Nel capoluogo lombardo Zamuner dovrebbe anche tornare a bussare alla porta dell’Inter per il giovane centrocampista Bonetto. Passando all’attacco, nel mirino del diggì c’è De Cenco, protagonista di un’ottima prima parte di stagione al Pordenone. Intanto, è stata formulata una proposta di rinnovo a Fabiano: un contratto simile a quello già firmato da Neto Pereira (parte fissa e parte variabile legata a presenze e rendimento). Il difensore darà una risposta a stretto giro di posta.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Sarà legato al minutaggio dei giovani in campo il contributo per le società nel prossimo campionato. È quanto emerso nell’incontro informale tra i club e il presidente Gravina andato in scena ieri a Firenze negli uffici della Lega Pro. A rappresentare i biancoscudati c’è il patron Giuseppe Bergamin. La questione relativa alla formazione delle rose è stato l’argomento più rilevante, dato che le società devono sapere come comportarsi nell’allestire i propri organici. Al riguardo, appunto, è stata concordata una lista giovani (calciatori dal 1994 in avanti) nella quale i giocatori over sono sedici e i giovani sono illimitati, pertanto non c’è una lista bloccata e più giovani giocano, più le società guadagnano. Il che potrebbe fare incassare ai club una cifra compresa tra 120 e 150 mila euro nel caso in cui ne facciano ampio ricorso. Naturalmente una società potrà anche decidere di puntare soltanto sugli over, senza avere diritto ai contributi. Anche se non sarà quest’ultima la strada che intraprenderà il Padova. «Cercheremo di fare una rosa con sedici over in maniera da accedere ai contributi», sottolinea Bergamin. Ma una decisione definitiva, valutando pro e contro, sarà presa nei prossimi giorni. Quanto alla composizione dei gironi, ci sarà un’altra riunione preliminare in Lega alla fine della prossima settimana, ma per l’ufficializzazione si andrà alla seconda metà di luglio.
Ore 10.50 – (Gazzettino) L’iniziativa è stata presentata ieri mattina al Bo. «Con grande piacere partecipiamo attivamente a questo progetto – ha affermato Poliero – che punta a valorizzare i nostri ragazzi e grazie al quale avranno benefici anche i nostri allenatori. È un lavoro sperimentale che comincerà a breve e che ci permette di avvalerci di profili che sono delle eccellenze nei loro ambiti di competenza. L’obiettivo è incrementare la qualità del nostro settore giovanile aiutando i ragazzi nella loro formazione, senza dimenticare che abbiamo anche il dovere di formare al meglio i nostri coach». Poi è intervenuto Molon: «Formare i ragazzi è una responsabilità e la programmazione è fondamentale per farlo nel migliore dei modi, pertanto questo supporto culturale e scientifico è una garanzia. Oltre alle loro competenze, le persone che compongono il comitato hanno una vocazione verso il mondo sportivo e forniranno un contributo utile alle nostre attività». Infine ha preso la parola il professor Paoli: «Il progetto è ambizioso e punta a fare tirare fuori il meglio ai ragazzi sia come atleti e sia come uomini. Abbiamo pensato a sistemi di monitoraggio per cercare di costruire un percorso sulla scia di quello che fanno i grandi club europei e avere così una serie di dati in base ai quali si potranno programmare gli allenamenti nella maniera più efficace per la loro crescita».
Ore 10.40 – (Gazzettino) Un comitato di esperti che sarà da supporto all’attività della Padova Football Academy. È il nuovo progetto “Centro studi e ricerche” formato da personalità del mondo scientifico e culturale, oltre che da appartenenti al mondo dello sport, che si interfaccerà mensilmente con i responsabili del vivaio biancoscudato al fine di fornire strumenti e linee guida, supportate da dati e analisi, per rendere sempre più efficace il lavoro degli allenatori e per aiutare i ragazzi nel loro percorso di crescita. La commissione sarà composta dai professori Roberto De Vivo (docente di Scienze Motorie, pedagogista e docente universitario), Andrea Di Lenna (coach sportivo e docente universitario di Scienze dell’Educazione), Antonio Paoli (direttore del laboratorio di Nutrizione e Fisiologia dell’Esercizio nel dipartimento di Scienze Motorie dell’Università), dal maestro dello sport Maurizio Seno e dal medico posturologo nonché docente universitario Dario Urzi, mentre i loro interlocutori biancoscudati saranno il presidente Massimo Poliero dell’Academy, il responsabile del settore giovanile Giorgio Molon, il responsabile dell’attività di base Alberto Piva e il responsabile della scuola calcio Luca Romaniello.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova, editoriale di Stefano Edel dal titolo “Area tecnica, adesso sono 10 stipendiati. Più altri tre da pagare”) Aggiornamento necessario, dopo l’annuncio che Cunico chiude con il calcio giocato. Nell’area tecnica biancoscudata ora siamo a quota 10 (stipendiati), così suddivisi: staff operativo in campo con Oscar Brevi (allenatore), Andrea Bergamo (vice), Ottavio Strano (collaboratore), Fabio Martinelli (preparatore atletico), Adriano Zancopè (preparatore dei portieri); in sede Giorgio Zamuner (direttore generale), Marcelo Mateos (team manager), Simone Tognon (scouting), Rino Lavezzini e, appunto, Marco Cunico (collaboratori). Ci aggiungiamo Carmine Parlato, il suo preparatore Alan Marin e l’ex ds Fabrizio De Poli, tutt’e tre sotto contratto sino a giugno 2017. Non c’è dubbio, il Padova ha già vinto la prima sfida: dispone di un’intera squadra tecnica con due riserve. Niente male, davvero.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Le normative. Ma mentre il Padova pensa al mercato – «Vediamo se entro la settimana riusciremo a chiudere qualche altra trattativa già avviata», ha puntualizzato Zamuner – a Firenze ieri è andata in scena l’assemblea dei club di Lega Pro. All’ordine del giorno, oltre alla composizione dei gironi (discorso rinviato alla riunione del 18 luglio, quando si conoscerà il numero delle squadre iscritte), la normativa per la composizione delle rose. Nessun paletto nei confronti dei giovani, ogni società sarà libera di utilizzarli come crede, ma chi ne schiererà in campo di più riceverà maggiori contributi. «Abbiamo concordato una lista in questi termini: ogni club avrà 16 posti per gli “over”, e a questi potrà aggiungere un numero illimitato di giovani», l’annuncio del presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina. «Non ci sarà più una lista bloccata, ma più giovani giocano, più le società guadagnano».
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Le caratteristiche. Appagato sì, ma di certo non arrivato: Padova ti può dare, ma ti può anche togliere, e Dettori questo lo sa. La sua esperienza, la sua duttilità tattica e la sua professionalità dovranno essere dimostrate sul campo. «Ho avuto modo di lavorare con mister Brevi a Cremona, e anche questo ha avvantaggiato la mia scelta. In quella stagione ho apprezzato molto il suo “credo” calcistico, e anche caratterialmente devo dire che siamo molto simili: io non sono uno che parla tanto, sono un po’ riservato, ma sono un maniaco del lavoro e degli allenamenti, e su questo io e il mister ragioniamo allo stesso modo». Può fare il trequartista, il regista, all’occorrenza anche l’esterno. Ma il suo ruolo naturale è la mezzala: «A sinistra, nei tre di centrocampo, riesco ad esprimermi al meglio, accentrandomi e cercando la porta con il mio piede preferito, il destro. Senza tralasciare nemmeno le palle inattive, che quest’anno mi hanno regalato diverse gioie». In biancoscudato ritroverà l’amico Andrea Sbraga, con il quale ha giocato sino a gennaio. Ma soprattutto incontrerà gli occhi di una tifoseria che da lui, adesso, si aspetta molto.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Le motivazioni. Dettori è solo l’ultimo dei tanti giocatori “esplosi” quando già non erano più giovanissimi. Tanta Serie C, tre sole stagioni in B (con Avellino, Pescara e Triestina), quindi la magica annata 2015/16 alla Carrarese: 32 presenze e 8 reti, mica male per un mediano. «Forse, rispetto ad una volta, sono cambiati i portieri», la battuta con la quale Dettori si è presentato, sorridendo, in sala-stampa. «Per il Padova ero una prima scelta, e questo ha fatto la differenza: questa società ha dimostrato tanta fiducia e tante aspettative nei miei confronti, e ciò per me vale più di qualsiasi altra questione, persino economica. Arrivo con tantissimo entusiasmo, convinto di poter dare una grossa mano e sperando di non deludere le aspettative. Padova per me è qualcosa in più, la reputo una delle migliori occasioni che mi potessero capitare: una piazza importante, con una grande storia, appena sono arrivato ho respirato l’aria del grande calcio, che per uno che ha sempre giocato in categorie inferiori fa subito la differenza. Ora sì che mi sento appagato».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il “colpo” da giorni annunciato finalmente è diventato realtà. Francesco Dettori, 33enne centrocampista l’anno scorso in forza alla Carrarese, è il primo acquisto del mercato estivo biancoscudato. È sbarcato a Padova, come previsto, ieri mattina: un breve colloquio nella sede della società, allo stadio Euganeo, con l’a.d Roberto Bonetto e il direttore generale Giorgio Zamuner, quindi la firma. Arriva a titolo definitivo, visto che a Carrara era in scadenza di contratto, e ha sottoscritto un accordo biennale. «È un ragazzo che ho inseguito da quando sono approdato qui», ha spiegato Zamuner poche ore più tardi, quando per Dettori è arrivato il momento della presentazione ufficiale. «Ha doti importanti, ha accettato con entusiasmo di venire qui, e lo abbiamo voluto fortemente perché siamo sicuri ci possa dare una grossa mano, facendoci compiere il salto di qualità. Ha esperienza, personalità e qualità».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) L’ambizioso percorso intrapreso dalla Padova Football Academy si arricchisce di un nuovo, peculiare punto di forza. Ieri mattina, nella sala “da Pranzo” al Bo, sede dell’Ateneo, è stato presentato il progetto del “Centro Studi e Ricerche”: una piattaforma, organizzata in sinergia tra il Calcio Padova, l’Università e diversi professionisti della formazione sportiva, che avrà l’obiettivo di fornire ai tecnici, agli educatori e ai piccoli calciatori dell’Academy (la società a sé stante che a breve incorporerà tutto il settore giovanile biancoscudato) nuovi strumenti per migliorare la qualità del lavoro sul campo e della crescita umana e tecnica degli atleti. In buona sostanza, un pool di “esperti”, composto dai responsabili del club biancoscudato (il presidente dell’Academy Massimo Poliero, il responsabile delle giovanili Giorgio Molon, e quelli dell’attività di base Alberto Piva e della scuola calcio Luca Romaniello), e da professionisti impegnati in ambiti differenti (i docenti universitari Andrea Di Lenna, facoltà Scienza dell’Educazione, Antonio Paoli, direttore del laboratorio di nutrizione e fisiologia di Scienze Motorie, e Roberto De Vivo, Scienze Motorie e pedagogista, il medico Dario Urzi, posturologo, e Maurizio Seno, allenatore professionista e già docente al master per allenatori di Coverciano), monitorerà costantemente l’operato dei tecnici e lo sviluppo dei giocatori, fornendo metodologie e strumenti per migliorarne la qualità. «Innoviamo per migliorare» è lo slogan lanciato dal presidente dell’Academy, Poliero. «Il nostro è un progetto ambizioso, ma che ci farà compiere un altro salto di qualità».
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Sarà pur vero che il mercato non è ancora entrato nel vivo, ma sia a Padova che a Cittadella le trattative ci sono e le ufficializzazioni pure. Il Padova dopo Francesco Dettori , punta dritto su Nicola Madonna . Oggi a Milano è stato programmato un incontro tra l’agente dell’esterno del Como (in scadenza di contratto) e il dg Giorgio Zamuner. Il quale non si sbilancia, ma conferma: «Il giocatore mi piace e ha espresso gradimento per la destinazione. Vediamo quello che succede». Nicola Madonna, 30 anni a ottobre, è la prima scelta per rinforzare la fascia destra. Esterno di grande spinta e con il gol facile, sa rendere al meglio sia nel 3-5-2 che nella difesa a quattro. Una bozza di accordo c’è, un biennale con bonus in caso di promozione in serie B. Per il centrocampo si cerca anche una mezzala di prospettiva. Zamuner incontrerà il dg dell’Inter Piero Ausilio e chiederà il prestito di Mattia Bonetto , classe 1997, mentre è arrivato un «no» secco per l’esterno Enrico Baldini . Al posto di Giandonato potrebbe arrivare Massimo Loviso dell’Alessandria. Attenzione anche all’attacco. La prima scelta per l’attacco rimane Andrea Ferretti , 29 anni, in uscita dal Pavia, in profonda crisi. Nell’ambiente in molti danno per certa la sparizione del club lombardo dopo il disimpegno della proprietà cinese, guidata da Zhu. Se così fosse il ricco contratto garantito a Ferretti non esisterebbe più e il Padova sarebbe pronto ad approfittarne. Ma per questo ci vorrà tempo, mentre l’Alessandria ha detto no per Michele Marconi , altro nome gradito a Zamuner. Occhio, infine, a Caio De Cenco , già trattato a gennaio e poi finito al Trapani. Il Cittadella oggi dovrebbe annunciare Simone Pasa e ha rinnovato per un anno il contratto al portiere Alfonso mentre il Parma si è fatto avanti per Litteri. Ieri l’Assemblea di Lega Pro a Firenze e in Consiglio federale verrà portata la proposta già ipotizzata: «Abbiamo concordato una lista di giovani – ha detto il presidente Gabriele Gravina – dove gli over sono 16 e i giovani sono illimitati. Non c’è una lista bloccata e più giovani giocano, più le società guadagnano».
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Parla poco, gioca (e segna) tanto. Persino troppo, a volerci scherzare sopra, per essere un centrocampista. Uno score invidiabile, tanto che nella passata stagione Francesco Dettori ha chiuso il proprio campionato con otto gol messi a segno con la maglia della Carrarese. Il primo colpo della gestione Zamuner è di quelli che fanno rumore. Difficile, infatti, trovare in Lega Pro una mezzala tanto duttile e affidabile, capace di fare la differenza, di battere le punizioni e di garantire quantità e qualità allo stesso tempo. A 33 anni Dettori sembra essere arrivato nel pieno della maturità agonistica e il contratto biennale firmato gli garantisce la possibilità di crescere ulteriormente. Al Padova mancava come l’aria un centrocampista dal gol facile, tanto che l’anno scorso la penuria di reti dalla linea mediana è stato uno dei talloni d’Achille della squadra. «A centrocampo ho giocato ovunque — sorride Dettori — da regista a trequartista ed anche l’esterno, ma da mezzala sinistra posso esprimermi al meglio. Ma per necessità, se serve, gioco anche in porta… Spero di non aver esaurito tutti i bonus lo scorso anno e di essermi tenuto qualche gol anche per la prossima stagione, ma devo dire che in carriera qualche gol l’ho sempre segnato e spero di continuare su questa strada». E Dettori si presenta in maniera semplice e chiara, senza troppi giri di parole. «Sono uno che ama parlare poco e cerco i fatti. Lavoro tanto sul campo, sono un maniacale sotto questo profilo e curo al massimo anche i dettagli, sia dentro che fuori dal terreno di gioco. Ho sentito Sbraga con cui ho giocato alla Carrarese, e mi ha detto subito che a Padova si può fare calcio ad alti livelli. Se non sarà così (ride, ndr ) vorrà dire che gli metterò le mani addosso, anche se lui è più grosso e mi terrà testa..». Alla presentazione di Dettori, organizzata in fretta ieri dopo la firma del contratto avvenuta nel primo pomeriggio, era assente il presidente Giuseppe Bergamin, presente all’assemblea di Lega Pro andata in scena ieri a Firenze. Raggiante l’ad Roberto Bonetto, sereno il dg Giorgio Zamuner che oggi sarà a Milano per tentare di chiudere un altro paio di colpi. «Dettori ha doti importanti — evidenzia — e ha subito accettato Padova come destinazione. Questo ha fatto la differenza, cerco giocatori motivati e che sappiano riconoscere il valore della piazza. Francesco ha grandi qualità, può giostrarsi in vari ruoli a centrocampo e ha anche i gol nelle sue corde. Altri colpi di mercato in settimana? Conto di chiudere altre trattative a breve, voglio presto una base solida». Dettori rimanda l’appuntamento a quando saranno in palio i primi punti pesanti, quelli veri. « La società ha molte aspettative perché per loro ero la prima scelta — ha ammesso — e questo oltre a farmi enormemente piacere ha contribuito a far pendere l’ago della bilancia su Padova. Ho già lavorato con Brevi a Cremona, mi piace il suo credo calcistico ed al pari suo più che parlare mi piace lavorare. Questa è una delle migliori occasioni che mi potesse capitare, Padova è una piazza importante con una grande storia ed in cui si respira davvero l’aria di grande calcio».