È un giorno importante per il futuro del Padova. In primis perché in mattinata sbarcherà in città Francesco Dettori, il centrocampista della Carrarese. Arriverà in Veneto prima di pranzo, quindi il trasferimento in sede, allo stadio Euganeo, dove – salvo imprevisti – apporrà la firma sul contratto biennale e sarà ufficialmente il primo acquisto dell’era Zamuner. Ma oggi si gioca un’altra partita molto importante: a Firenze, nella sede della Lega Pro, si svolgerà infatti l’assemblea dei club, che dovrà discutere alcuni aspetti fondamentali in vista della stagione che scatterà il prossimo agosto. «Una riunione informale, in realtà», spiega il presidente Giuseppe Bergamin, che parteciperà come unico rappresentante biancoscudato. «Ci sono diversi argomenti da chiarire, a poche settimane dalla data fatidica del 30 giugno: al di là della composizione delle rose, della divisione tra giocatori “over” e “under”, forse avremo anche le prime ipotesi sulla composizione dei gironi, e poi cercheremo di chiarire come funzioneranno i ripescaggi, visto che l’idea è di riportare la categoria a 60 squadre».
Partendo dall’argomento delle rose, quale ritiene sarebbe la formula migliore? «Secondo me bisogna lasciare la libertà di scelta ai club: ogni società dovrebbe essere libera di mettere più o meno giovani in squadra. Ogni società ha interessi diversi, sono d’accordo che chi utilizzerà i giovani venga premiato con i contributi della Lega, ma chi non vuole farlo dovrebbe essere libero di scegliere, senza che vengano posti paletti sull’impiego in campo degli “under” come avviene in Serie D». Secondo lei si riuscirà ad arrivare al campionato a 60? «L’obiettivo è questo, ma io sinceramente sono dubbioso sul fatto che si riesca a concretizzarlo. Bisognerà capire quali squadre si iscriveranno regolarmente entro fine mese, e poi quante chiederanno il ripescaggio: la speranza della Lega è quella, ma non so se ci si arriverà».
Veniamo al campo: avete deciso quale sarà il futuro di capitan Cunico? «Non sarà più un giocatore della prima squadra: ha deciso di smettere e di intraprendere un percorso diverso, che gli apra una nuova carriera pur rimanendo nel mondo del calcio. Resterà comunque in società, contribuendo alla parte tecnica e rimanendo al fianco di Zamuner. Siamo contenti di tenerlo con noi: per quello che è stato, come persona e come giocatore, darà una bella immagine della società». E riguardo a Giancarlo Pontin, l’unico del vecchio staff tecnico che rimane ancora in sospeso? «Diciamo che il ruolo di team manager è coperto (dal neoarrivato Marcelo Mateos, ndr) e pertanto non credo ci siano spazi alternativi, anche perché quello è il suo mestiere. Credo sia difficile possa far parte del Padova anche nella prossima stagione, le scelte vanno in una direzione diversa, ma ciò non toglie che, come molti altri, il suo contributo in queste due stagioni sia stato positivo: tutti hanno fatto bene il loro lavoro, sia quelli che resteranno, sia coloro che non ci saranno più».
(Fonte: Mattino di Padova, Francesco Cocchiglia)