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Ore 22.00 – (Il Piccolo) Bisognerà avere ancora tanta pazienza per sapere come effettivamente sarà il prossimo girone di serie D in cui giocherà la Triestina. Innanzitutto ci saranno le procedure burocratiche (con possibili difficoltà per qualche società), che partiranno fra due settimane con l’apertura delle iscrizioni. Come comunicato dalla Lega Nazionale Dilettanti, la Triestina e le altre società aventi diritto dovranno formalizzare la loro iscrizione telematicamente (unica procedura consentita) dal 4 al 12 luglio fino alle ore 18. La domanda di iscrizione dovrà essere corredata dal versamento della tassa associativa (300 euro), dal pagamento dei diritti d’iscrizione al campionato di Serie D (11mila euro) e al campionato Juniores (2mila euro) e dall’acconto spese (3.200 euro). A questi pagamenti va aggiunta l’assicurazione per i tesserati e la fideiussione bancaria di 31mila euro. La Co.Vi.So.D entro il 22 luglio esaminerà ogni documentazione: chi avrà avuto esito negativo potrà proporre ricorso fino al 26 luglio, sul quale sarà espresso un parere entro il 28 luglio. La decisione finale sull’ammissione al campionato di Serie D verrà poi assunta dalla Lnd. Ma sarà un girone a 20 squadre come lo scorso anno o si tornerà a 18? Troppo presto per saperlo. Al momento, si può dire che le avversarie della Triestina usciranno da un pacchetto di 23 formazioni : questo infatti il numero totale di squadre provenienti da Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino che hanno il diritto a chiedere l’iscrizione alla serie D. In realtà, tra queste ci sono alcune situazioni critiche che andranno verificate nelle prossime settimane, per cui tra defezioni e ripescaggi, la situazione è ancora molto fluida. Ma vediamo la situazione al momento. Nella prossima serie D Del Friuli Venezia Giulia ci saranno Triestina, Tamai, Monfalcone e la neopromossa Cordenons, mentre del Trentino Alto Adige faranno parte Dro, Levico e la neopromossa Virtus Bolzano. La parte del leone la farà ovviamente il Veneto, che vanta le altre 16 squadre attualmente aventi diritto: Abano, Altovicentino, ArzignanoChiampo, Belluno, Calvi Noale, Campodarsego (che non dovrebbe chiedere il ripescaggio in Lega Pro), Delta Rovigo, Este, Legnago, Vigontina San Paolo (nata dalla fusione fra Luparense e Vigontina), Mestre, Montebelluna, Union Feltre (nata dalla fusione di Union Ripa La Fenadora e Feltrese), Virtus Vecomp Verona e le neopromosse Adriese e Careni Pievigina. Sulla carta, le principali rivali restano Altovicentino, Delta Rovigo e Union Feltre, anche se c’è ancora un intero mercato davanti.
Ore 21.40 – (Il Piccolo) In attesa delle ufficializzazioni che potranno arrivare solo da luglio, Mauro Milanese sta comunque lavorando a spron battuto per allestire la nuova Triestina che sarà affidata ad Andreucci. Se Calzi è ormai un nome quasi sicuro, che squadra nascerà attorno al regista ex Venezia? Innanzitutto il piano verrà realizzato seguendo un’idea precisa su dove piazzare gli under: i giovani occuperanno le caselle del portiere, quelle dei due terzini e una a centrocampo, lasciando ai più esperti gli altri ruoli in mezzo al campo e soprattutto la fase offensiva. Dallo stage di due settimane fa sono arrivate già buone notizie per i portieri: il titolare dovrebbe essere lo sloveno Matjia Radikon, classe 1996, di proprietà dell’Udinese che quest’anno lo aveva mandato in prestito al Delta Rovigo. Ma si conta di tenere come suo vice anche il valdostano Jean Claude Consol, anch’esso classe 1996, cresciuto nel settore giovanile del Genoa. Altrimenti, se lo accetta, non è escluso che si possa tenere Vezzani come vice. Di quello stage è stato già bloccato anche l’esterno canadese Ndzemdzela Langwa, che è stato anche nella nazionale under 17 del suo paese: c’è l’intenzione di utilizzarlo da terzino. Sulla destra arriverà un altro giovane da affiancare a Crosato, uno dei pochissimi che dovrebbe rimanere assieme al già sicuro Bradaschia. Della squadra della passata stagione, gli unici altri che hanno ancora qualche speranza di restare sembrano Piscopo e Abrefah. Sul fronte offensivo si stanno monitorando molti attaccanti di esperienza, tutti andati in doppia cifra la passata stagione. Tra l’altro molti nomi prestigiosi che sono stati promossi con le rispettive squadre non sono stati confermati, per cui questa sembra la casella che preoccupa meno in questo momento, vista l’attuale ampia disponibilità. Come base di partenza, non sembra esserci grande entusiasmo per cavalli di ritorno come Godeas o Daniele Rocco. Non è assolutamente escluso che poi uno di questi possa arrivare in alabardato, ma almeno ad inizio mercato gli obiettivi sembrano altri. È una fase di ricostruzione, c’è un nuovo mister che si vuole mettere nella condizione ideale per gestire la squadra, per cui si preferisce voltare pagina e tendenzialmente affidarsi a nomi nuovi. Oltre alle qualità tecniche, si analizzerà anche la disponibilità a privilegiare il gruppo, insomma ad andare in panchina senza storie quando è il proprio turno. Si conta comunque di allestire l’intera rosa o quasi per l’inizio del ritiro. E a proposito di ritiro, la data prevista per la partenza è attorno al 20 luglio, in modo da garantire un mese e mezzo di lavoro prima del via del campionato. Si conta di fare almeno una decina di giorni di lavoro (preferibilmente due settimane) in una località montana (esperienza che mancava dall’estate 2011, quando l’Unione era a Tarvisio), per poi proseguire sul Carso nel precampionato.
Ore 21.20 – (Gazzettino, edizione di Belluno) La settimana calda. Quelli che iniziano oggi potrebbero e dovrebbero essere i sette giorni caldi del mercato gialloblu. Quelli in cui chiudere una volta per tutte la grana portieri e quelli in cui magari risolvere pure la questione difesa. Quest’ultima però è strettamente legata a un altro destino, quello di Simone Quarzago, per mesi oggetto del desiderio di molti e ora in bilico tra Udinese e Pordenone. Fardin preferirebbe spedirlo a Udine per un semplice fatto: ottenere un prestito in cambio con cui per l’appunto sistemare la difesa orfana di Paolo Pellicanò. Ma l’Udinese Quarzago lo vuole oppure no? «Decideremo questa settimana – assicura Angelo Trevisan, responsabile del settore giovanile bianconero – perché prima è fondamentale capire la politica della società. Ho un colloquio nei prossimo giorni, da lì capirò come muovermi e dunque anche se il giocatore potrà rientrare o meno nei nostri programmi. Lo abbiamo seguito, è un ’99 con alle spalle già un campionato di serie D e dunque potrebbe interessarci eccome, ma non posso dire oggi se lo prenderemo o meno». Porta chiusa invece per Davide Zossi, su cui Vecchiato aveva messo gli occhi. «Zossi rimane all’Imolese – taglia corto Trevisan – ,ma c’è un altro difensore di cui ho parlato con Fardin, con cui ho un ottimo rapporto. Vediamo se si potrà chiudere anche per lui oppure no». Quale difensore? La risposta è Elia Francescutti, classe 1997, che l’Udinese a quanto pare manderebbe volentieri a Belluno.
PORTIERI. Tra oggi e domani dovrebbero poi arrivare le attese risposte di Borghetto e Menegazzo, i due portieri scelti da Vecchiato e Fardin per sostituire Solagna e Brino. Menegazzo ha già detto un sì a parole e deve solo confermare su carta, mentre Borghetto (classe ’99 della Liventina, ambito da molti), ha incontrato ds e mister gialloblu la settimana scorsa chiedendo poi qualche giorni di riflessione. Prima alternativa pronta Bordignon del Nervesa.
Ore 21.00 – (La Provincia Pavese) I dirigenti del Pavia calcio – coordinandosi con Abele Lanzanova – sta cercando di ridurre il monte stipendio dei calciatori del Pavia, consentendo ai giocatori di svincolarsi e andare subito sul mercato. Perché molti protagonisti dell’ultima stagione azzurra sono molto ricercati. A cominciare dal bomber Andrea Ferretti ricercato dal Parma e anche dal Padova (si tratta di due squadre che vogliono puntare alla serie B). Il Venezia è sulle tracce del capitano Facchin e di Alessandro Malomo. Richieste anche per Cesarini, Ghiringhelli e De Cenco.
Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) Settimana decisiva per le sorti del Pavia calcio. La proprietà cinese deve decidere se accettare la proposta di Abele Lanzanova, attuale amministratore delegato della cantina La Versa. E’ l’unica proposta sul tavolo per far fronte ai debiti accumulati nell’ultimo anno sportivo (più di 4 milioni di euro) e liberare i soci cinesi. La proposta di Lanzanova prevede di farsi carico dei debiti del Pavia, avendo in cambio una quota nella società immobiliare di Xiadong Zhu e Maurizio Del Tenno, proprietaria di un’area edificabile (con mega progetto approvato) in via Pirelli, a Milano. Se il presidente Zhu e il suo vice Wang non dovessero accettare, scatterà la messa in liquidazione della società, quindi libri in tribunale, svincolo dei giocatori e addio A.C. Pavia, perché nessun altro ha manifestato interesse all’acquisto. Qualora dovesse verificarsi questa eventualità, il calcio professionistico scomparirà da Pavia. Altre iniziative all’orizzonte non se ne vedono. Bisogna quindi tifare per l’ipotesi Lanzanova? Difficile dirlo. A Santa Maria della Versa il manager bresciano ha deluso i soci della storica cooperativa vinicola oltrepadana. Lanzanova – tra l’altro – in questi giorni sta trattando con i giocatori e con l’associazione calciatori per cercare di abbattere il monte stipendi. Per potersi iscrivere alla prossima stagione di Lega Pro non basta versare i 50mila euro a fondo perduto stabiliti dalla federazione. E’ necessario versare una fidejussione (minima) di 350 mila euro e, soprattutto, bisogna risultare in regola con i pagamenti. E qui, il Pavia, è in grave difetto. Perché i giocatori non percepiscono gli stipendi da febbraio, non sono stati versati i contributi previdenziali e – soprattutto – dalla Cina sono stati chiusi i rubinetti. Non è possibile far arrivare capitali perché è cambiata la normativa, ha dichiarato il vicepresidente Wang. Un argomento che ha lasciato perplessi molti, perché – per le normali finanziari -non risultano esserci impedimenti particolari. Ai tifosi non resta che aspettare, ma il quadro è davvero cupo.
Ore 20.20 – (Gazzetta di Reggio) Si fa sempre più calda la pista che potrebbe portare al ritorno alla Reggiana di Simone Gozzi, difensore del Modena ma reggiano di nascita. Simone Gozzi nasce, infatti, a Campagnola e dopo aver svolto tutta la trafila nel settore giovanile della Reggiana viene aggregato alla prima squadra nel 2004 e, l’esordio tra i professionisti con la maglia della Reggiana avviene nel 2005. In granata Gozzi ha disputato 59 partite realizzando un gol, prima di essere ceduto al Modena, formazione nella quale ha di fatto sempre militato dal 2007 ad oggi, tranne una parentesi a Cagliari nella stagione 2011-12 esordendo anche in Serie A contro il Milan. La retrocessione della formazione giallobù in Lega Pro ha però portato Simone Gozzi a considerare l’ipotesi di un «ritorno a casa», perché il direttore sportivo Andrea Grammatica vorrebbe farne un punto di riferimento per il nuovo corso granata. Gozzi, classe 1986, può giocare sia da terzino che da difensore centrale, con il giocatore che avrebbe un ruolo fondamentale anche all’interno dello spogliatoio ponendosi come punto di riferimento per i giovani grazie alla sua grande esperienza maturata nelle categorie superiori. La volontà di puntare su Gozzi da parte della Reggiana, facendone un punto di riferimento dentro e fuori dal campo è ormai chiara, essendoci in lui quel giusto mix di qualità ed esperienza necessario in una formazione che vuole puntare a fare un campionato di alta classifica, come confermato anche nella giornata di sabato dal neo proprietario Mike Piazza con quel «io odio perdere» che ha infiammato i tifosi.
Ore 20.00 – (Gazzetta di Reggio) E’ uno dei principali nomi seguiti dal direttore sportivo Andrea Grammatica per quello che riguarda il ruolo di prima punta, dopo che nella stagione appena conclusa ha guidato il Cittadella alla conquista della serie cadetta con una stagione da 34 presenze e 15 gol. Gianluca Litteri, che è di proprietà del Latina, ad oggi però non conferma le voci che lo vorrebbero come uno dei possibili candidati ad indossare la maglia numero 9 granata, anche se conferma la grande stima nei confronti del ds Grammatica. Litteri nella giornata di mercoledì è iniziata a circolare la voce su un interessamento della Reggiana. «Sono sincero, in questo momento di concreto non c’è nulla con nessuna squadra, non solo con la Reggiana. Ho letto anche io questa notizia su vari siti, ma sia io che il mio procuratore non abbiamo ricevuto nessuna chiamata in merito». A Reggio però c’è un direttore sportivo che ti conosce bene. «È vero e non posso negarlo, con il direttore Grammatica ho vissuto la mia stagione alla Virtus Entella nel campionato 2014-15 e non posso che parlare bene di lui. E’ una persona della quale ho grande stima e con cui ho un bel rapporto». Reggio e la Reggiana nel campionato appena concluso li hai visti solo da avversario. «Devo ammettere che in entrambe le partite la Reggiana ci ha messo spesso in difficoltà. Quando sono venuto a Reggio con il Cittadella nel girone di ritorno ho visto uno stadio davvero molto bello, ideale per giocare a calcio e una tifoseria molto calda e attaccata alla squadra». Dopo averla conquistata sul campo speri di poter giocare in Serie B nella prossima stagione? «È normale che giocare in serie cadetta faccia piacere a tutti, però la Lega Pro ogni anno si rivela sempre molto competitiva e avvincente». Quindi non le peserebbe rimanere in Lega Pro con la maglia della Reggiana? «A Reggio c’è una persona della quale non posso che parlare bene e di cui ho grande stima».
Ore 19.40 – (Gazzetta di Reggio) Tutto secondo copione. La prima operazione immobiliare di Mike Piazza sarà quello di acquistare dalla Diocesi i campi sportivi di via Mogadiscio, a Santa Croce, compresi gli immobili pertinenziali, oltre all’ex Villa Granata e lo stabile dell’attuale sede. La Reggiana è forte di un contratto di affitto di dodici anni, rinnovabile per eguale periodo, con una clausola che prevede l’acquisto da far valere entro il prossimo biennio che verrà esercitata alla scadenza. Per dodici anni la Reggiana non pagherà neanche un euro di affitto, quindi una condizione di estremo favore, ma ha l’obbligo di investire in questo lasso di tempo il controvalore di cinquecento mila euro in opere di miglioria. I primi progetti sono il recupero funzionale di Villa Granata, danneggiata dall’ultimo terremoto, che diventerà una foresteria, al servizio dei giovani calciatori che vengono da fuori, e un campo in sintetico, probabilmente il centrale, che però è appena stato riseminato. Per il futuro si ipotizza, ma qui siamo nel campo delle idee, un residence alberghiero che sarà di supporto per i giocatori della prima squadra e i loro famigliari, allenatori e tutto il personale esterno. Si tratterebbe di una struttura concepita per zone, con più utilities, adatta a portare a Reggio anche i ritiri di varie squadre, non solo di calcio. Il futuro del centro sportivo griffato Mike Piazza prevederebbe poi una palestra e piattaforme polifunzionali, dove portare manifestazioni sportive di alto livello tutto l’anno. E’ un progetto di business che deve necessariamente generare risorse, per coprire i buchi della gestione sportiva, almeno sino a quanto la Reggiana non ritornerà in serie superiori. Sull’intera area di via Agosti, di cui la Diocesi dispone, interagiscono anche altri soggetti. C’è la bocciofila Città del Tricolore e un centro sociale autogestito, il presidente è Antonio Frignani. La bocciofila ha avuto in concessione l’uso trentennale del terreno dove sono stati costruiti i campi coperti, i contratti sono scaduti da due anni e tutto è in alto mare. Poi c’è il Csi, la cui sede è sempre in uno stabile della curia, che vorrebbe, al pari della Reggiana, rinnovare per dodici anni il contratto d’affitto. La discussione è aperta, il Csi punta alla sede, alla gestione del teatro, dei due campi da calcio adiacenti e della pista polivalente. Alla curia torneranno indietro i locali dove attualmente c’è la sede regionale dell’ente, la stessa cosa dovrebbe fare la Reggiana, rendendo i locali adibiti a magazzino e spogliatoi della prima squadra. Qui preso vi sorgerà un centro di ascolto della Caritas, che dispone già di alcune stanze adibite a dormitorio, intitolato a don Luigi Guglielmi, ex parroco di Gavassa. Un tempo l’area dove ci sono i campi e il bocciodromo era di proprietà delle Officine Reggiane. Serviva a operai e impiegati per il dopo lavoro. Il comparto dei terreni di gioco fu acquistato, attorno al 1960, dalla Srat, una società che aveva come responsabile l’allora presidente del Csi Angelo Burani, sostenuto da don Pietro Iotti. Il primo utilizzo fu nel 1965, con l’avvio del torneo studentesco che sopravvive, con ancora più successo, a distanza di oltre mezzo secolo. Negli anni Settanta Burani e don Iotti donarono i beni alla curia vescovile che, dopo un ventennio circa, li girò alla cooperativa Don Bosco, di cui oggi è presidente don Giordano Goccini, dell’unità pastorale di Santa Croce. «Anni fa – spiega don Goccini – c’è stato un altro passaggio notarile. Alla diocesi è andata la proprietà, a noi è rimasto l’usufrutto. Tra pochi giorni, aspetto solo la convocazione per la firma, ci libereremo di questo diritto, così la curia entrerà nel pieno godimento giuridico del bene». Chi si occupa di questa partita è il Vescovado e l’economo Giampietro Menozzi, e soprattutto il vicario don Alberto Nicelli. L’indiscrezione che abbiamo raccolto è che don Nicelli non vede l’ora di risolvere tutte le annose questioni che gli provengono da Santa Croce, visto che ha già per le mani l’enorme problema generato negli anni dal seminario, in fase di cessione. Sembra così di capire che Mike Piazza, se veramente deciso e interessato, avrà davanti una autostrada per portare a termine ogni tipo di trattativa. Il soggiorno reggiano del futuro azionista granata è terminato ieri, quando è ripartito per una breve vacanza in Sicilia. Era atterrato venerdì sera all’aeroporto di Malpensa, proveniente dalla Grecia. Il suo quartier generale è stato l’hotel Boiardo di Scandiano, di proprietà del fratello di Stefano Compagni. Gli spostamenti sono stati eseguiti su mezzi della Gaspari Viaggi, vettore della società.
Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) «Aspettiamo l’ultimo passaggio, ma c’è fiducia. Speriamo di rivederci presto». È questo il messaggio che l’allenatore Luca Prina invia ai tifosi del Mantova. Il mister, che dalla fine del campionato è sempre rimasto in contatto con la proprietà e poi ha avuto anche un colloquio con l’aspirante acquirente Roberto Masiero, è pronto a restare al timone dell’Acm, ma attende giustamente l’ufficializzazione della cessione del club per potersi sedere a discutere con il nuovo presidente. «Soltanto quando tutto sarà nero su bianco potremo sederci attorno a un tavolo – spiega Prina – e cominciare a discutere della parte tecnica. Io spero che si possa fare questa settimana, ma personalmente non posso che aspettare». Di certo nel frattempo l’allenatore non è rimasto con le mani in mano. E lo lascia intendere chiaramente: «Per quanto riguarda la squadra, io ho già tutto pronto. Ho le idee chiarissime su cosa si dovrebbe fare, ma poi è ovvio che bisogna sedersi e discutere di tante cose, dalle pulizie dei bagni fino all’acquisto del centravanti». I tempi saranno un po’ stretti, ma Prina di questo non si preoccupa: «È chiaro che partire prima sarebbe stato meglio, ma c’è ancora spazio per fare le cose per bene. Del resto la Lega non ha ancora comunicato ufficialmente le disposizioni sulla composizione delle rose (e quanti giovani dovranno contenere) e i trasferimenti si potranno depositare soltanto dal primo luglio. Non c’è problema, se ci sarò ancora io al Mantova ce la caveremo». Prina potrebbe lavorare ancora con al fianco il ds Alfio Pelliccioni, al quale toccherebbe il difficile compito di cedere una metà dei 18 calciatori attualmente sotto contratto. Di certo il mister vorrà dare un minimo di continuità e non si va lontano dal vero se si ipotizza che fra i confermati ci saranno il portiere Bonato, i difensori Carini e Cristini, i centrocampisti Raggio Garibaldi, Di Santantonio e Zammarini, gli attaccanti Caridi e Marchi . Ai quali magari si aggiungerà anche qualche altro biancorosso sotto contratto e un paio (Juri Gonzi e Andrea Trainotti) dei calciatori che andranno invece in scadenza al 30 giugno. Prina se restasse a Mantova confermerebbe inoltre in blocco lo staff tecnico con cui ha lavorato nel finale della scorsa stagione. Per il ritiro, infine, l’Acm ha già in mano un’opzione per Masen di Giovo (dove i biancorossi andarono la scorsa estate) dal 23-24 luglio al 6 agosto. Va ricordato che la Coppa Italia di Lega Pro prenderà il via il 7 agosto e il campionato comincerà il 28.
Ore 18.40 – (Gazzetta di Mantova) In Viale Te scatta la settimana decisiva per il passaggio delle quote all’imprenditore Roberto Masiero, o meglio alla società inglese Td & Rm Football Ltd, di cui il 67enne vicentino detiene il 50% al pari del suo socio romano Daniele Tasciotti. Dopo aver firmato e consegnato il protocollo d’intesa per la cessione del 100% del club, adesso la proprietà dell’Acm attende il versamento del corrispettivo pattuito, che servirà per pagare in parte gli stipendi delle mensilità di marzo, aprile e maggio, in scadenza venerdì. Il bonifico dovrebbe essere effettuato oggi dall’Inghilterra e in tal caso i fondi arriverebbero sul conto del Mantova mercoledì. Ma già in giornata si dovrebbe avere la conferma della “partenza” dei soldi, cosa che consentirebbe di togliere il condizionale da tutte le frasi che riguardano questa trattativa di cessione. Se tutto andrà come previsto da Musso, Di Loreto, Bompieri, Tirelli e Giovanardi, mercoledì sarà anche la giornata in cui il cambio al timone di Viale Te verrà ufficializzato davanti a un notaio. Se questo non fosse invece possibile (pare che per un atto che coinvolge una società estera servano tempi tecnici più lunghi), il pagamento di oltre mezzo milione da parte di Masiero consentirebbe comunque all’imprenditore vicentino di avere il via libera da parte degli attuali soci per cominciare a operare. Di certo i tempi per un cambio di società sono strettissimi, anche perché entro venerdì in Lega bisogna presentare l’eventuale nominativo del nuovo presidente (e dunque il nuovo cda) e una notevole mole di documentaziano che dovrebbe tutta essere firmata dal nuovo rappresentante legale del club.
Ore 18.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Mancano tre settimane mancano al ritiro di Arta Terme. Basteranno a Bruno Tedino e Denis Fiorin per mettere insieme un buon gruppo sul quale lavorare? «Avremo – confida il manager – una buona base sulla quale cominciare a lavorare, da completare durante la preparazione come nella la passata stagione». AGGIORNAMENTO – Rispetto al punto della situazione fatto da Tedino la scorsa settimana non sono cambiate molte cose. «Confido di avere con noi ad Arta – aveva detto Bruno 7 giorni fa – Cattaneo, Martignago, De Agostini, Mandorlini, Tomei e Stefani». A questi nel corso della settimana passata si è aggiunto solo Ingegneri. «Sì – dice Bruno – con Andrea abbiamo raggiunto l’accordo. All’operazione manca solo l’ok del Cesena che mi auguro arrivi nei prossimi giorni». Al gruppo verranno aggregati alcuni giovani del vivaio come i fratelli Marco (’98) e Andrea (’99) De Anna, Alessandro Zavan (’99) e Andrea Dussi (’98). CUORE E SOLDI – Temevamo gli sgarbi dell’ex amico Giorgio Zamuner (neo dg del Padova). Invece a fare la spesa al De Marchi sono stati Giorgio Perinetti che si è portato Alex Pederzoli a Venezia e Stefano Marchetti che ha chiamato a Cittadella Luca Strizzolo e Simone Pasa. D’accordo, sono tre professionisti. Il popolo neroverde avrebbe però gradito almeno una lacrimuccia di gratitudine verso una città che li ha rivalutati e rilanciati. «È un punto di vista sbagliato – blocca subito Tedino – Alex, Luca e Simone sono stati giocatori importanti che hanno dato una grossa spinta alla squadra e a tutto l’ambiente. Mi dispiace che se ne vadano, ma è la legge di mercato. Ci dobbiamo abituare. I tifosi amino il Pordenone, non i singoli». PAZIENZA – È difficile competere con le società ricche. Sarà un mercato di seconde scelte? «Dovremo avere pazienza – risponde Tedino -. Certo non partecipiamo alle aste che si sono accese in questi giorni. Il Pordenone ha dignità, orgoglio e voglia di stupire ancora, senza però fare il passo più lungo della gamba. Qualche operazione verrà conclusa in settimana (Burrai, Azzi, ndr), ma saremo presenti anche negli ultimi giorni di mercato, quando chi avrà paura di restare fuori dal giro abbasserà le pretese. Lo so che i tifosi vogliono nomi per sognare. Noi cerchiamo uomini prima ancora che calciatori. Ragazzi che abbiano le qualità morali per integrarsi nella nostra realtà e il cui rapporto qualità-prezzo sia accettabile. Sul piatto mettiamo la credibilità che questa società si è conquistata con fatica, lavoro e dedizione».
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Si scrive intromissione, si legge tentativo di sgambetto. Salvatore Burrai, il regista che nell’ultima stagione ha vestito la maglia del Siena, è sempre a un passo dal Pordenone, ma nelle ultime ore si è messo in mezzo l’Arezzo. Il club toscano ha contattato l’agente dell’ex Monza, Latina e Juve Stabia e ha presentato un’offerta che ora il centrocampista sarà chiamato a valutare. È la classica proposta last-minute, con l’Arezzo che punta sulla vicinanza geografica con Siena per convincere il giocatore. Ma il Pordenone è ancora in netto vantaggio: ha in mano un biennale da sottoporre all’attenzione del calciatore, l’ha contattato in anticipo e può vantare un progetto più ambizioso rispetto a quello dell’Arezzo. Il regista che sostituirà Alex Pederzoli, finito al Venezia, è atteso tra domani e dopodomani al De Marchi, a meno che il tentativo dei granata toscani non gli faccia cambiare idea. Un’altra firma in dirittura d’arrivo è quella di Paulo Azzi. L’attaccante brasiliano del Pavia ha praticamente definito l’accordo che lo legherà al Pordenone (si parla anche in questo caso di un biennale) e in settimana potrà essere ufficializzato dal club neroverde. TRATTATIVE – Domenica di telefonate al Pordenone. Si continua a parlare con Tommaso Bellazzini, ex Venezia e Lecce ma sempre parte del supermercato Pavia (il club lombardo vive il dissesto provocato dal disimpegno del proprietario cinese Zhu): la mezzala è in ballottaggio con Fabio Scarsella, centrocampista della Cremonese che piace a Bruno Tedino. Occhi anche sul giovane Filippo Nardi, mediano classe 1998 che gioca al Montebelluna. Non arriverà invece Luca Magnino, capitano dell’Udinese Primavera. Si continua a seguire l’attaccante Rachid Arma (Reggiana), ma al momento l’affare è in stand-by. CONFERME – Concluso il rinnovo della stretta di mano tra Mirko Stefani e la società (il capitano terrà la fascia anche nella stagione 2016-2017), è vicinissimo anche l’ok di Andrea Ingegneri. Matteo Mandorlini dovrebbe restare in riva al Noncello, in quanto l’offerta del Padova non sembra essere stata ritenuta sufficiente a liberare il centrocampista. Attese novità per il terzino Marco Martin, rientrato al Pavia per fine prestito ma vittima anch’egli della confusione che regna all’interno del club lombardo: può tornare al Pordenone. Si attende di conoscere il destino di Matteo Tomei: il portiere neroverde si incontrerà nuovamente con la società in settimana, dopo la fumata grigia degli scorsi giorni. Ci sono buone possibilità per firmare il rinnovo, ma fino a quando il contratto non sarà depositato le sorprese saranno dietro l’angolo. ADDIO – Simone Pasa ha parlato già da giocatore del Cittadella: «Ringrazio Tedino – ha detto – Ero a Pordenone in prestito dall’Inter e il contratto che mi lega ai nerazzurri scadrà a fine mese: il tecnico ha provato a trattenermi ed era dispiaciuto per la mia partenza, ma ha capito che il richiamo della B era troppo forte». L’ex Carmine Parlato può diventare il tecnico della Nocerina.
Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) Il presidente Mauro Lovisa, nonostante non avesse digerito l’addio della scorsa estate, era tornato alla carica in queste settimane: d’altronde giocatori così forti ce ne sono pochi. Ma Federico Maracchi sembra destinato al Venezia. La mezzala triestina, ex neroverde nel primo anno di Lega Pro, dovrebbe incontrarsi martedì con la dirigenza arancioneroverde e, se tutto va bene, avvicinarsi così sempre più ai lagunari lasciando la FeralpiSalò. Il ds Perinetti è pronto ad accontentare il club bresciano – Maracchi è ancora legato da un anno di vincolo ai gardesani – e il giocatore per riportarlo a Venezia, dove ha già giocato nel 2013-2014. A proposito di ex Pordenone: due giocatori hanno trovato l’accordo per la prossima stagione. Daniele Simoncelli (’89), ala-esterno coi “ramarri” nel 2013-2014, lascia la Sammaurese e si accasa in serie D all’Altovicentino del patron Rino Dalle Rive; Gianni Careri (’82), portiere per due anni e mezzo a Pordenone, rinnova con il Rovigo sempre in serie D. Potrebbe raggiungerlo anche Matteo Dionisi (’85), terzino, che ormai sembra non rientrare più nei piani del Padova in Lega Pro. Infine Marco Criaco (’89) rinnova sino al 2018 col Cosenza.
Ore 17.40 – (Messaggero Veneto) Ormai sistemata la questione relativa alla parte centrale della difesa, le attenzioni del manager-allenatore Bruno Tedino si spostano sulle corsie esterne. La priorità è trovare l’erede di Alberto Boniotti (classe ’95), per età e caratteristiche, dopo il suo rientro alla casa madre (il Brescia). Il Pordenone ha un nome per sostituire il ragazzo lombardo: non più Filippo Berra (’95), che rimane alla Pro Vercelli, bensì Valerio Nava, terzino destro, classe ’94 e prodotto del settore giovanile dell’Atalanta. Le caratteristiche sono simili, il profilo pure perché anche il giocatore orobico ha bisogno di scendere in campo con continuità esattamente come aveva necessità Boniotti la scorsa estate. Nava, infatti, arriva da tre stagioni di prima squadra in cui non ha giocato come gli sarebbe servito. Dopo le 9 presenze a Novara in serie B nel 2013-2014, che hanno fatto seguito alle 22 collezionate nell’ultimo anno di Primavera con l’Atalanta, il terzino ha poi trascorso il 2014-2015 a metà tra Carpi (in B) e Ferrara (con la Spal in C) giocando in tutto 17 gare. Quindi, la scorsa annata, altre due società: prima Ascoli in B (5 partite) e poi Cittadella (11 match) con cui poi ha vinto il campionato. Il profilo è proprio quello che cerca il Pordenone, dunque, cioè un giocatore con voglia di rilancio e che ha bisogno di disputare 25-30 gare. Per ora Tedino ha ottenuto informazioni e ha cominciato a dialogare con l’entourage del giocatore: percentuale di conclusione della trattativa? Possono essere buone, anche perché Nava si è accorto del percorso di crescita e maturazione fatto da Boniotti in maglia neroverde. Altri nomi sul taccuino – stavolta per il centrocampo –: Matteo Gerbaudo (’95), scuola Juventus, e Federico Carraro (’92) del Pavia. Anche loro sono giocatori che vanno alla ricerca di continuità e fiducia per rilanciarsi, tutti aspetti che Tedino può garantire in ampie dosi. Il primo, piemontese, interessa e dunque si vuole aprire un dialogo con la Juventus, il secondo è stato proposto e ci si sta pensando, in quanto il mediano ha già più di 70 presenze in Lega Pro col Pavia. Questa settimana si saprà qualcosa di più, sotto tutti questi fronti.
Ore 17.20 – (Messaggero Veneto) Il mercato, i nuovi arrivi e alcune dolorose partenze. Quindi i principi di gioco che dovrà avere la sua squadra e gli obiettivi che si pone, personali e col Pordenone. Bruno Tedino, tecnico-manager dei neroverdi, si concede a un’ampia intervista e, per la prima volta dopo aver detto “sì” al presidente Lovisa, parla di tutto. «Siamo reduci dalla miglior stagione in 96 anni di storia – afferma –. Ecco, quella di fronte a noi sarà l’annata più difficile: dobbiamo consolidarci e far vedere che ciò che abbiamo fatto non è un caso». Mister, il Pordenone 2016-2017 come si propone? «Come una squadra antipatica, guastafeste. Vogliamo essere fastidiosi per chi ci affronta, dalle corazzate a tutte le altre formazioni. Ce la possiamo fare, ma come lo scorso campionato dobbiamo essere tutti uniti: società, pubblico, squadra. Così possiamo fare un altro grande torneo». Si riparte senza giocatori come Strizzolo, Pasa, Pederzoli e privo di Giorgio Zamuner, il consulente di mercato passato al Padova… «Abbiamo trovato professionisti che, grazie al Pordenone, ora sono in B. Ne troveremo altri: nessuno la scorsa estate puntava su Strizzolo e Pasa e ora sono approdati al Cittadella. I tifosi non devono preoccuparsi. Peserà la mancanza di Giorgio: è stato lui a riportarmi qui, dopo 15 anni dalla prima volta, in una piazza che era scettica nei miei confronti. Assieme abbiamo vinto una scommessa. Mancherà il confronto giornaliero con lui». Le dispiace di non essere andato con lui a Padova? «Mi hanno cercato società di B, di Lega Pro, ma avevo i playoff da preparare e non volevo pensare al futuro. Poi, terminato il torneo, mi sono fermato a riflettere e ho preferito rimanere qui, onorando il contratto che scade nel 2018: l’ho fatto per la gente, per i bambini del nostro vivaio, per la mia famiglia e per riconoscenza nei confronti del presidente Lovisa, che mi ha dato fiducia e fatto sentire importante». É un annata di consolidamento per il Pordenone, ma anche per lei… «Voglio dimostrare che posso far esprimere alla mia squadra un buon calcio anche così, senza il supporto di Zamuner. Mi affiancano Matteo Lovisa e Denis Fiorin, sono soddisfatto, e sono sicuro che faremo un campionato emozionante: non conta dove arriveremo, conta come affronteremo la stagione». Non fa proclami: sono delicate le stagioni post-miglior risultato della storia? «Sì, e i tifosi devono capirlo. Dobbiamo scordarci ciò che è stato. Ma faremo di tutto per pareggiare a livello di motivazioni e impegno l’ultimo campionato. Dobbiamo far vedere che non siamo dei parvenu a questo livello». Come giocherà il Pordenone? «Il modulo sarà deciso in base ai giocatori che acquisteremo nel reparto offensivo. Un’estate fa ero partito per schierare un 4-4-2, poi abbiamo trovato l’equilibrio nel 4-3-3 e nel “rombo”. L’importante non sarà lo schema ma i principi di gioco. Voglio un gruppo propositivo, con tutti i giocatori che partecipano alla fase di possesso e non possesso, abili a smarcarsi. E muovere velocemente la palla». Pasa e Strizzolo sono saliti in B, Pederzoli al Venezia: e se il Pordenone dovesse perdere anche Cattaneo? «Non abbiamo ricevuto alcuna richiesta per Luca. È un giocatore importante, che nell’ultimo periodo non ha giocato solo per problemi fisici. Puntiamo su di lui e può anche cambiare ruolo, può giocare mezzala. Berrettoni? Sarà un elemento fondamentale, favolosa arma tattica». Mister, si è reso conto, dopo essere andato a incitare i tifosi sotto la curva a Pisa, di essere diventato un idolo? «Vedo tanto affetto e mi fa piacere. La gente ha capito che sono una persona seria, che lavora e che trasmette valori importanti alla squadra. Spero di ripagare tutta questa fiducia con un altro campionato emozionante».
Ore 16.50 – (Giornale di Vicenza) Si è detto e scritto: Luca D’Angelo teorico del 3-5-2. Anche no. Nel senso che non è un dogmatico, ha ottenuto risultati con questo modulo ma ha saputo centrare obiettivi importanti pure con altri sistemi, tipo il 4-3-1-2. E siccome non è affatto un integralista, da uomo intelligente ha realizzato al volo scegliendo Bassano che sarebbe stato da scellerati e da presuntuosi cancellare il collaudato e affidabilissimo 4-2-3-1 che in questi tre anni ha fatto le fortune di Petrone, Asta e Sottili. Ecco perchè almeno in partenza lo skipper abruzzese si guarderà bene dal modificare l’assetto che ha fatto decollare il Soccer Team nella geografia del pallone. Perciò, anche le addizioni estive saranno in funzione di questo impianto di gioco. Ovvero difesa a quattro, doppio mastino a centrocampo, tre rifinitori sulla trequarti con un suggeritore classico e due esterni offensivi e un centroboa sottoporta. In avvio il suo Bassano sarà così anche per sfruttare le conoscenze di un gruppo che manda a memoria questo schema e che mai come quest’anno avrà bisogno di scattare spedito dai blocchi per garantirsi punti e fiducia immediati in un torneo che sarà presumibilmente il più difficile e complesso dalla nascita della Lega Pro unica: girone longitudinale e tanti squadroni in lizza, molti di più, per capirci dei campionati di C1 sudisti vissuti con Jaconi. Per questo la nettissima impressione è che il nuovo Bassano ricalcherà quello vecchio nello schieramento, poi ogni allenatore innerva lo spogliatoio con le sue idee, i suoi movimenti e le sue soluzioni: D’Angelo per esempio è un maniaco della fase difensiva ma ha concetti chiarissimi di come vuole sia sviluppata la manovra d’attacco quando è in possesso di palla. Inoltre pretende la sua stessa dimensione caratteriale, in campo i suoi uomini dovranno sempre aggredire la partita a prescindere dallo spessore e dalla consistenza dell’avversario. Con l’uscita ormai imminente di Semenzato verso Padova e l’ingresso ufficioso di Sgrigna si delinea il piano di mercato di via Piave che ora rincorre anche Mattia Minesso superando Padova e Pordenone nello sprint per il ragazzo cittadellese. Il quale completerebbe un formidabile quartetto di esterni con Falzerano, Candido e Laurenti. Tutte pedine quasi nel pieno della maturità agonistica e pronti a deflagrare in giallorosso con Sgrigna a recitar da chiocchia di qualità a questo drappello di piedi buoni. Quanto a Chinellato, il panzer vagheggiato, l’ultima parola spetta al Genoa che ne controlla il cartellino. Bassano per quel ruolo dovrà risolvere le questioni Pietribiasi e Germinale: in queste ore il club ha sondato Rachid Arma, ex biancorosso, puntero della Reggiana che piace pure ad Arezzo e Pordenone.
Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Scorrono i titoli di coda sul film che ha visto Matteo Serafini protagonista nel Venezia. In futuro, chissà, gli attori potrebbero magari ritrovarsi quando l’attaccante di Calvisano si sarà stancato di inseguire il gol. Oggi però proprio i 21 centri stagionali in arancioneroverde hanno convinto l’uomo dei celebrati «tre gol a Buffon» a continuare in campo. Un’eventualità scartata invece dal club lagunare. «D’ora in poi dovrò limitarmi solo a tifare Venezia – mastica amaro l’attaccante classe ’78 – e sono davvero molto rammarico. Chiaramente accetto la decisione comunicatami dal ds Perinetti, mi dispiace perché un anno fa avevo lasciato la Lega Pro proprio per ritornarci con questa maglia. Dopo aver vinto alla grande e avendo anche fatto la mia parte pensavo che sarei stato confermato, mi avrebbe fatto piacere». I dubbi della società erano già stati manifestati prima dell’avvicendamento Favarin-Inzaghi. «Con questa mossa è evidente la volontà di alzare l’asticella degli obiettivi, lo capisco ed è una prospettiva che rende felici e fa gola. Quello che posso dire è che in carriera nessun allenatore mi ha mai detto “vieni che giocherai sempre”. Avrei fatto volentieri parte della rosa, la concorrenza in un gruppo di 25 giocatori non sarebbe mai stata un problema e come sempre il campo avrebbe dato le risposte». In Serafini resta la convinzione che anche nella categoria superiore sarebbe stato utile alla causa. «Prima di scendere a Venezia venivo da 13 gol con la Pro Patria in Lega Pro, fisicamente sto bene, per fortuna non ho avuto infortuni e qualcosa avrei potuto dare. E come me penso nell’organico che ha vinto la serie D c’era molto di buono da cui ripartire. Pazienza, il club mi ha dato atto di ciò che ho fatto, poi ha fatto le sue valutazioni, il calcio non è più quello di quando iniziato, lo so e lo devo accettare seppur a malincuore». Il nome dell’ex bresciano è stato accostato alla Triestina che proverà a imitare il Venezia nella prossima stagione. «C’è stata qualche chiacchierata, come un anno fa valuterò con la mia famiglia la soluzione migliore. Di certo questo amaro epilogo veneziano mi dà ancora più voglia di dimostrare di avere ancora un bel pò di cartucce da sparare».
Ore 16.00 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Il ds Perinetti tra Mestre e Milano, mister Inzaghi a Formentera e il presidente Tacopina a New York. Su questo triangolo si muovono le strategie di mercato per costruire un Venezia che nella prossima Lega Pro possa realmente lottare al vertice, per l’obiettivo già dichiarato della serie B. Telefoni bollenti, a dir poco: «Con Inzaghi ci sentiamo decine di volte in mezza giornata – sorride Giorgio Perinetti – come è normale che sia. Ci stiamo muovendo su sua indicazione, ma anche il presidente è sempre aggiornato e sta partecipando attivamente». Tacopina peraltro ha trovato il tempo di complimentarsi con l’Italia già qualificata agli ottavi degli Europei di Francia grazie ai successi su Belgio e Svezia: «Lo spirito degli Azzurri ha reso orgoglioso tutto il calcio italiano – il tweet del patron lagunare – È stata una gioia guardarli, avanti così!». Per Perinetti, che domani conta finalmente di conoscere i criteri della Lega Pro sul numero degli under obbligatori in rosa, inizia oggi una settimana cruciale. Innanzitutto il ds vuole limare rapidamente quelli che, alla luce degli accordi già raggiunti, ha definito «dettagli» per poter ufficializzare i cinque innesti, dal Pordenone del regista Pederzoli, dal Pavia di Facchin (portiere) e Malomo (difensore), dalla Feralpi di Fabris (centrocampista) e Tortori (attaccante). Tutti contratti che, come per Inzaghi, Domizzi, Baldanzeddu e Virdis, potranno essere firmati solo dal 1 luglio. Sempre sul tavolo le conferme di quattro giovani protagonisti della promozione dalla serie D, il centrocampista Acquadro (c’è da tempo l’intesa con il Borgosesia che riceverà un indennizzo dal Venezia), il portiere Vicario (Udinese), il terzino sinistro Galli (Cremonese) e la seconda punta Chicchiarelli (Genoa). L’uomo mercato arancioneroverde, che continua a mettere in guardia sul livello della prossima Lega Pro – «Basta guardare i nomi delle piazze per capire che mai come nel 2016/17 avrà ben poco da invidiare alla serie B» – dovrà poi affilare le armi per regalare a Inzaghi un bomber dalla cadetteria. L’obiettivo numero uno è il 33enne Daniele Cacia, per il quale c’è a dir poco la ressa: l’Ascoli vuole trattenerlo e gli propone il rinnovo, ma Venezia, Verona (se parte Pazzini), Parma (Evacuo pare aver deciso di restare a Novara) e persino squadre cinesi si sono messe in fila. Intanto da Perugia rimbalza la voce dell’interessamento dei lagunari per il mediano brasiliano Filipe (classe 1987) e la stessa società umbra avrebbe proposto un altro brasiliano, Rodrigo Taddei, ex centrocampista della Roma.
Ore 15.40 – (La Nuova Venezia) Il Venezia di Pippo Inzaghi sta prendendo fisionomia. Tassello dopo tassello, anche se per alcuni giocatori manca l’annuncio ufficiale, pur avendo già in tasca un accordo pluriennale dopo i contatti presi con il direttore sportivo Giorgio Perinetti. Un Venezia a caccia soprattutto del colpo in attacco, quel bomber, magari di categoria superiore, che possa far impennare le quotazioni arancioneroverdi nel borsino della promozione verso la serie B. Portieri. Reparto ormai definito con l’ingaggio, accordo triennale di Davide Facchin, portiere di San Donà in arrivo dal Pavia. Il vice sarà Guglielmo Vicario, titolare in serie D, che il Venezia ha riconfermato con il placet dell’Udinese, mentre a completare il gruppo sarà Carlo Bortolin, una presenza a Trieste nella passata stagione. Difensori. Perinetti è partito con la riconferma di Modolo, Cernuto e Luciani, rimarrà probabilmente anche Galli, Cremonese permettendo, poi ci sono stati i colpi di Domizzi (Udinese) e Baldanzeddu (Latina) con l’aggiunta di Malomo (Pavia). Manca ancora il terzino sinistro titolare con proiezioni verso Terni e la casacca rossoverde di Luigi Vitale. Centrocampisti. Il pallino della regia sarà di Alex Pederzoli, ultime due stagioni da protagoniste a Pavia e Pordenone, che avrà la sua seconda chance al Venezia dopo l’apparizione nel 2007 con Corradini. Evans Soligo garantirà la saggezza del capitano-non giocatore pronto a subentrare e il legame con il territorio, spazio ai giovani con Alberto Acquadro e Vittorio Fabris, un occhio di riguardo all’ex Federico Maracchi, al suo compagno Settembrini o ai baby usciti dal settore giovanile del Milan, come Modic e Mastalli. Attacco. Francesco Virdis (ex Savona) è stato il primo a trovare, mentre Gianni Fabiano è stato il primo riconfermato, come potrebbero rimanere Paolo Carbonaro e Samuele Chicchiarelli. Il secondo innesto è stato Loris Tortori, esterno sinistro o trequartista ex FeralpiSalò. È il reparto su cui sono accese le luci delle grandi firme: il Venezia sogna Daniele Cacia, ma l’Ascoli in settimana gli proporrà il rinnovo del contratto. Altri nomi abbinati al Venezia sono quelli di Evacuo (Novara, sotto osservazione anche da Avellino, Cremonese e Parma), Calaiò (Spezia, sondato anche da Verona, Vicenza e Bari) e Granoche (Modena) con l’ex rossonero Di Molfetta per completare il reparto.
Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) Alfredo Pastorelli è oggi il presidente del Vicenza, ma all’epoca della guida tecnica di Pasquale Marino era il massimo dirigente di Vi.Fin., la finanziaria che nell’ultimo anno ha sostenuto finanziariamente la società biancorossa e che dal 30 maggio scorso ne è diventata la proprietaria. Pastorelli dopo aver letto le dichiarazioni dell’ex allenatore Marino puntualizza: «È vero che venne nel mio ufficio per discutere del suo contratto, ma nella mia ignoranza sportiva quando si parlava dell’ingaggio che si sarebbe dovuto riconoscere a lui e al suo staff credevo si facesse riferimento, come di solito si fa quando si assume del personale nelle aziende, alla cifra lorda e non netta, dunque colpa mia, ma precisato questo ribadisco una cosa che deve essere chiara: il costo di quell’operazione era assurdo e non sostenibile dal Vicenza che ormai già da tempo era in una situazione prefallimentare».Marino però è stato contattato dal ds Tesoro per la risoluzione del contratto. «Corrisponde al vero, ma rientra nei doveri di un buon ds far sì che la società possa risparmiare, però vorrei anche venisse detto che non è stato per nulla semplice arrivare ad un accordo perchè Marino ha mercanteggiato».Il presidente Pastorelli scorre l’intervista dell’ex allenatore biancorosso e trova un altro punto su cui non è d’accordo. «Leggo che le sue difficoltà nella passata stagione sarebbero nate dal fatto che aveva a che a fare con due società, mi sembra una stupidaggine e quasi un voler scaricare la responsabilità su altri per i risultati negativi. Ci tengo a sottolineare che all’epoca io ero presidente di Vi.Fin. e che non mi sono mai sovrapposto al ruolo dell’allora presidente del Vicenza Gian Luigi Polato».Infine i ringraziamenti sibillini. «Lui ringrazia Vicenza? E io lo ringrazio per il suo operato e gli auguro un felice Natale».
Ore 14.50 – (Giornale di Vicenza) L’avvocato Gian Luigi Polato non ci sta. Le dichiarazioni rilasciate ieri al nostro Giornale da Pasquale Marino, ex tecnico biancorosso che da poco si è legato al Frosinone hanno “innescato” la replica dell’ex presidente e attuale consigliere del Vicenza. «Da dove partiamo?» ci dice quando lo raggiungiamo al telefono, lasciando intuire che sono diversi i punti sui quali intende ribattere. Sulla questione è intervenuto anche Alfredo Pastorelli (le dichiarazioni del presidente del club di via Schio sono riportate a parte). Cominciamo da Polato.Partiamo da dove preferisce…Allora è giusto partire dal rapporto personale tra me e Marino, visto che è la cosa che mi riguarda in maniera più diretta. Da quanto ha dichiarato, devo dedurre che il sincero rapporto personale era considerato tale solo da me, mentre per quanto lo riguarda si trattava solo della condivisione di cene a scopo scaramantico… Eppure ritengo che il modo in cui mi ero speso e impegnato sia quando il Catania lo aveva lasciato a casa, sia quando poi ha ripreso il lavoro a Vicenza, fosse ben più significativo di un semplice rapporto di lavoro.È dunque deluso da Marino?Non voglio assolutamente disconoscere i meriti che ha avuto l’anno del terzo posto, anzi. Però mi sarei aspettato il diverso riconoscimento del momento critico che la squadra stava attraversando nel campionato scorso, mentre non si è mai voluto mettere in discussione: forse sarà la sua forza, ma vorrei ricordare al caro Marino che chi mangia nello stesso piatto deve avere dei valori morali che, da quanto ha dichiarato in quest’ultima intervista, non gli riconosco più. Evidentemente mi ero sbagliato io, e devo anzi recitare un “mea culpa” riguardo alla definizione che diedi di lui citando Leonardo Sciascia («Ci sono uomini, ominicchi e quaquaraquà, e Pasquale Marino è un uomo vero», aveva detto l’allora presidente presentando un anno fa la prosecuzione dell’accordo con il tecnico di Marsala, ndr). Inoltre nel tempo pare evidente che il nostro ex allenatore non abbia più creduto nel “prodotto Vicenza”: lo si è visto, ad esempio, nei chili di troppo accumulati dai giocatori e negli allenamenti che a fatica, nell’ultimo periodo, arrivavano all’ora, limitandosi ai “compitini” che erano ormai all’ordine del giorno.Il tecnico, però, sottolinea di avere avuto il merito di valorizzare diversi componenti della rosa.Ah, già, le famose “plusvalenze”… Vorrei solo stendere un velo pietoso. Mi limito a dire che per Sbrissa sappiano tutti com’è andata. Quanto a Raicevic, non sarebbe nemmeno stato il caso di tirarlo in ballo, visto che il programma in estate era quello di mandarlo a Cittadella o a Prato: è solo per un colpo di fortuna che Filip alla fine è rimasto a Vicenza… Mi spiace che Marino per avvalorare il lavoro di Cristallini, che peraltro è un amico che ho sempre considerato vero, non abbia piuttosto voluto richiamare il buon Pozzi… Sugli altri giocatori che lui nomina come “valorizzati” (D’Elia, Sampirisi, Giacomelli, Brighenti, Laverone, ndr), magari non è pienamente consapevole di quale sia la realtà contrattuale in essere con alcuni di loro.Vuole rivolgere un ultimo saluto a distanza all’ex allenatore biancorosso?In bocca al lupo caro Marino! Hai una squadra forte, con la quale sicuramente potrai far bene. E direi che possiamo chiuderla qui.
Ore 14.20 – (Gazzettino) «Essere d’aiuto ai giovani sarà per me uno stimolo, oltre naturalmente avere il piacere di giocare ancora». Dan Thomassen sarà uno dei perni della neonata Vigontina San Paolo che affronterà il prossimo campionato di serie D. E di sicuro il difensore danese di esperienza ne ha da vendere, considerata la sua lunga carriera che nelle ultime due stagioni l’ha visto protagonista con il Padova (vittoria del campionato) e Abano. Ora appunto il capitolo con i bianconeri per continuare a recitare un ruolo di primo piano. «È vero che il progetto è nuovo, però conosco da molti anni il direttore sportivo Alessandro Bragagnolo che è per me una persona di fiducia e sono lieto di unirmi a lui. E conosco già anche Vincenzo Italiano dato che abbiamo i figli che giocano insieme al San Paolo. Mi è piaciuta la filosofia di puntare molto sui giovani e insieme a loro voglio dare il mio contributo. Essere un esempio per i compagni? Lo spero, anche perché questa è una categoria nella quale molti ragazzi alle prime armi devono essere schierati in campo, e un giocatore più vecchio come me deve mettere a disposizione la sua esperienza». La società ha dichiarato che il traguardo da raggiungere è la salvezza. «Questo non è un problema, ciò che conta è lavorare tutti per lo stesso obiettivo cercando di raggiungerlo il prima possibile. Di sicuro è più bello vincere un campionato come ho fatto con il Padova e in Danimarca, ma è sempre una soddisfazione raggiungere ciò che ci si prefigge, a maggiore ragione in una realtà nuova come questa». Italiano si misurerà per la prima volta con una prima squadra. «Di sicuro vedo in lui grande voglia e determinazione. Mi ha già mandato un messaggio nel quale mi ha scritto che “l’obiettivo è odiare il più possibile le sconfitte”. Ci metterà senz’altro del suo, poi è chiaro che quando una squadra lotta per la salvezza deve avere il coltello tra i denti». Nella Vigontina San Paolo ritroverà il portiere Enrico Rossi Chauvenet che ha già avuto in due occasioni come compagno di squadra: quest’anno all’Abano e in passato nel Padova allenato da Ulivieri. «Ci siamo trovati molto bene insieme, mi fa enorme piacere condividere con lui anche questa esperienza». Se Thomassen e Rossi sono i primi tasselli della Vigontina San Paolo, naturalmente il mercato farà registrare altre novità a stretto giro di posta. Il telefono del diesse Bragagnolo è particolarmente caldo in questi giorni, e si punta a completare l’ossatura della squadra con qualche altro innesto navigato. Nel mirino ci sono un centrocampista che agisca come “play” davanti alla difesa, abile pertanto nel dare tempi e geometrie ai compagni, e due attaccanti che per caratteristiche si possano completare al meglio. Novità in entrata, ma anche qualche conferma tra i giocatori reduci dall’annata con la Vigontina: resteranno il difensore centrale classe 1995 Nicolò Villatora e i centrocampisti classe 1997 Massimiliano Boccato e Mattia Topao, con quest’ultimi che rientrano tra i fuoriquota. A proposito di giovani, domani a Busa lo staff valuterà in un allenamento i ragazzi della squadra juniores e qualche elemento classe 1999 per vedere chi potrà fare parte della rosa.
Ore 14.00 – (Gazzettino) «Sono molto contento, Abano è una piazza ideale per un giovane come me». Ecco le prime dichiarazioni del nuovo difensore centrale neroverde Marco Frison. Classe 1995, è reduce dall’esperienza durata un anno e mezzo con il Fontanafredda, preceduta da una breve parentesi al Sorrento, e ancora prima nel Pordenone targato Carmine Parlato. Senza dimenticare la sua crescita nel settore giovanile dell’Udinese, con tanto di qualche convocazione con la prima squadra allenata da Guidolin, inclusa una panchina nella sfida con il Liverpool in Europa League. Ora, appunto, la nuova avventura con gli aponensi dove al centro del pacchetto arretrato avrà come colleghi Boscolo Berto, Meneghello e Cuccato. «Quando ho incontrato il direttore Andrea Maniero e l’allenatore Luca Tiozzo mi hanno convinto subito perché ho la possibilità di giocare in una società vera. Vengo da una retrocessione e ho tanta voglia di fare bene. Le mie caratteristiche? Oltre alle letture difensive, mi piace impostare l’azione giocando palla a terra e uso entrambi i piedi. Il mio auspicio è disputare una bella annata e fare il massimo senza mettere paletti». Per Frison sarà il primo anno da veterano, nel senso che non fa più parte dei fuoriquota. Ecco sul suo conto Tiozzo: «È un ragazzo dotato anche fisicamente e rientra nei nostri parametri. Quest’anno l’ho visto giocare in più occasioni e sono contento di accoglierlo per fare parte del nostro progetto. Avevamo anche altri profili, ma siamo andati decisi su di lui». Una caratteristica che accomuna Frison agli altri nuovi acquisti è il fatto che sono tutti a caccia di riscatto. «Anche Boscolo Berto e Pagan arrivano da retrocessioni come Frison, ma i verdetti del campo non sono da imputare a loro. Abbiamo preso i prospetti più importanti delle squadre retrocesse, anche se a livello personale non hanno fallito la stagione. Sono molto soddisfatto del lavoro che è stato svolto perché stiamo allestendo una squadra competitiva, e siamo già a un buon punto». Sul nuovo acquisto in difesa non manca un flash di Maniero: «Un ottimo difensore, veloce e aggressivo nonché dotato di una buona tecnica, e non ha paura del campo aperto». Il mercato riserverà ancora qualche operazione in entrata per arrivare a comporre un organico di 23 elementi. Ora la società è pronta a lanciarsi a caccia di un attaccante, quasi certamente una prima punta che possa dare anche un po’ di centimetri alla squadra.
Ore 13.40 – (Gazzettino) Un centrocampo granitico e dotato di grande qualità, una difesa da rivedere e un attacco da costruire. Su queste basi sta nascendo l’Este che dovrà migliorare il terzo posto dell’ultima stagione. La società ha presentato sabato Matteo Cavallini, 23 anni. Il centrocampista ha giocato parte della stagione alla Luparense, totalizzando 20 presenze con la formazione padovana. Aveva però iniziato l’anno sportivo con il Seregno, sempre in serie D, mettendo in fila 10 presenze e due gol. In precedenza ha militato nelle file di Inveruno, Legnago e San Paolo, con una novantina di presenze in categoria e due gol. Proviene dalle giovanili del Padova. «Va a rinforzare ulteriormente, con qualità e quantità, il nostro centrocampo – spiega il vicepresidente dell’Este, Stefano Marchetti – e devo dire che fa davvero onore al ragazzo aver rinunciato a offerte più importanti per scegliere la nostra società. Abbiamo un progetto ambizioso e lui l’ha capito». Dalla Luparense arriva anche Matteo Faggin, 20 anni. Il centrocampista ha disputato dieci partite con i “lupi” l’anno scorso, mentre nel campionato precedente ne ha giocate una manciata con la maglia del Padova. I due vanno ad aggiungersi ai colpi di mercato messi a segno in settimana dalla dirigenza atestina. Qualche giorno fa è stato infatti presentato ufficialmente Ludovico Longato, centrocampista di grande qualità che nella scorsa stagione ha vestito la maglia del Calvi Noale. Longato si è fatto notare per la capacità di creare gioco e il suo arrivo ha destato molto entusiasmo in casa giallorossa. Farà reparto con Andrea Tessari, tornato a Este dopo 26 partite e due gol al Legnago Salus. Il ritorno di quest’ultimo giocatore, che ha una notevole esperienza in serie D e in C2, darà grande spessore alla mediana estense. È invece un difensore centrale Riccardo Busatto, pure lui presentato in settimana dall’Este. Ora sono in arrivo, almeno secondo le ultime indiscrezioni, un centrale di esperienza e un terzino molto giovane. È ormai assodato invece l’addio di Francesco Mastroianni: il bomber del girone pare destinato ad accasarsi in una categoria superiore e l’attacco giallorosso è quindi da rifondare. «A questo punto credo proprio che se ne andrà in Lega Pro – ammette il nuovo tecnico Michele Florindo – ma onestamente devo dire che se lo merita per quello che ha fatto vedere qui a Este». Il primo tassello dell’attacco atestino è Luca Munarini, classe 1993 e una carriera alle spalle fra serie C e D. Un giocatore d’esperienza con tanta voglia di emergere, al quale andrà affiancato però almeno un elemento in grado di arrivare in doppia cifra nella tabella dei gol segnati. «Stiamo lavorando, abbiamo un paio di pedine importanti da valutare e potremmo chiudere in tempi molto rapidi – sottolinea il tecnico – Sono molto contento di come stanno andando le cose, la società mi sta dando quello che chiedo e vedo che la mia idea di squadra sta prendendo forma». Fra poco più di un mese il nuovo Este inizierà a sudare sul campo di via monte Cero, poi tutti in montagna per il tradizionale ritiro.
Ore 13.20 – (Gazzettino) Marco Beccaro per rimpiazzare Mehdi Kabine passato al Mestre. È sull’attaccante padovano, tra l’altro di Reschigliano, che il Campodarsego vuole puntare per rinforzare il reparto avanzato che ha fatto registrare finora le conferme di Aliù e Radrezza, con quest’ultimo che ha raggiunto l’accordo negli ultimi giorni. Venti sigilli nell’ultimo campionato di serie D con tanto di fascia di capitano al braccio dell’ormai ex Luparense San Paolo, per il suo approdo alla corte biancorossa spinge forte anche il nuovo tecnico Enrico Cunico che è legatissimo a Beccaro, avendolo già allenato proprio quest’anno con i Lupi e in passato al Marano. E così è iniziata (in realtà già da qualche settimana) una corte serrata che vede in prima linea anche il direttore generale Attilio Gementi, che sulla questione comunque non si sbilancia: «È un giocatore interessante non solo per il Campodarsego, ma anche per tante altre squadre. Al momento comunque non abbiamo intavolato alcuna trattativa, aspettiamo il nostro momento per entrare in gioco». Sulle tracce di Beccaro, come detto, la concorrenza non manca: Mestre, Delta Porto Tolle Rovigo e anche una squadra piemontese sempre di serie D. Ma il Campodarsego resta in corsa, dato che il giocatore avrebbe la possibilità di giocare per la squadra del suo paese che punta a vincere il campionato di serie D. È proprio nell’ottica di affrontare il campionato nazionale dilettanti che Gementi sta costruendo la squadra, a meno che non venga ammessa in Lega Pro senza comunque dovere versare un contributo a fondo perduto di 250 mila euro previsto per le ripescate. Tornando al mercato, le operazioni non sono rivolte solo al reparto avanzato, ma in tutti i ruoli. A cominciare dal portiere dato che Merlano fa le valigie. «Avevamo trovato l’accordo – spiega Gementi – ma ha scelto di andare all’Altovicentino. Quanto a Vanzato, lo manderemo a fare esperienza un anno per poi riportarlo da noi. Probabilmente prenderemo due portieri classe 1997». Anche nella linea di difesa sarà quasi una rivoluzione: in uscita Bortot (rientra dal prestito al Bassano), Ruopolo e Poletti, con quest’ultimo che si vuole avvicinare a casa (abita a Vicenza). È stato sondato l’ex biancoscudato Sentinelli che però si è accasato al Delta Porto Tolle Rovigo. «Ci era stato proposto, ma i nostri principi economici vanno rispettati». La caccia resta aperta per due giocatori di esperienza. A centrocampo le certezze sono rappresentate dalle conferme di capitan Bedin e di Piaggio, anche se quest’ultimo partirà se potrà andare in Lega Pro. Quasi certamente cambierà aria Pelizzer che dovrebbe partire per il ritiro con una squadra professionistica. Anche Zecchin mira a tornare nei professionisti. «Abbiamo parlato e sta aspettando una chiamata in Lega Pro. I nostri rapporti restano ottimi e ci riaggiorneremo tra quindici-venti giorni. Se non dovesse trovare sistemazione, potrebbe venire in ritiro con noi, ma attualmente non fa parte del nostro progetto». Gementi ha incontrato anche il centrocampista Tanasa e gli esterni offensivi Michelotto e Cacurio. «Da parte nostra c’è la disponibilità a tenerli, ma è giusto che facciano le loro valutazioni se hanno l’opportunità di giocare di più altrove». Intanto, sono state ufficializzate le date d’inizio stagione: la preparazione scatterà lunedì 18 luglio visto che domenica 31 il Campodarsego sarà impegnato nella Tim Cup. Da lunedì 1 a domenica 7 agosto scatterà invece il ritiro a Folgaria.
Ore 13.00 – (Mattino di Padova) Sembra quasi strano parlare di Vincenzo Italiano come di un “novellino”. Eppure, nel panorama del calcio dilettantistico Italiano rappresenta addirittura una sorpresa nella novità. Una scelta intrigante per la dirigenza della Vigontina San Paolo, che ha voluto in panchina l’ex regista di Verona, Genoa, Chievo e Padova per affrontare da “matricola” il prossimo campionato di Serie D. Un veterano, fin da quando Prandelli gli affidò, a soli 20 anni, le chiavi del centrocampo dell’Hellas. Poi i due anni al Chievo. Leader e regista fu anche del Padova, che 5 anni fa guidò ad un passo dalla Serie A. Vincenzo Italiano, ora si può proprio chiamarla “mister”. «Sì, è la mia prima esperienza in assoluto da allenatore di una prima squadra. Un’opportunità importante che arriva dopo otto mesi stupendi con gli Allievi della Luparense. Ora s’inizia a fare sul serio, anche perché allenare i “grandi” è molto diverso». C’è stata anche una piccola parentesi da vice di Alessandro Dal Canto al Venezia, in Lega Pro. Che importanza ha avuto quell’esperienza? «Sono stati tre mesi utili per “disintossicarsi” dall’essere calciatore. Fin da bambino ho sempre corso dietro ad un pallone e per me è stato traumatico non giocare più le partitelle settimanali o il match della domenica. L’esperienza con i giovani ha completato questo percorso di trasformazione. Ho smesso di giocare ormai da due anni e mi sento pronto a stare in panchina». A proposito di Venezia, che idea si è fatto del progetto del presidente Joe Tacopina? «Venezia è una piazza stupenda, dove si può lavorare bene. La società vanta un centro sportivo di primo livello con tre o quattro campi, palestra e una grande organizzazione. Con Tacopina ha trovato finalmente la solidità societaria, lui formerà una squadra che darà del filo da torcere a tutti. Ha un ottimo budget, le possibilità sul mercato e un allenatore, Filippo Inzaghi, per vincere il campionato e puntare alla Serie A in breve tempo. Attenzione, però: il girone A di Lega Pro è il più difficile. Ci sono compagini come Cremonese, Alessandria, Bassano e Padova che puntano a vincere». Impossibile non chiederle un parere sul Padova. «Quest’anno con Giuseppe Pillon ha ottenuto buoni risultati, sbagliando solo una o due partite, ma la società sta dimostrando di voler fare le cose perbene. Non conosco personalmente il nuovo mister, Oscar Brevi, ma da calciatori ci siamo affrontati più volte. Ha centrato i playoff a Cremona e Catanzaro. Insomma, è un mister di categoria». Il professionismo è sempre stata la sua dimensione. Lei, però, inizierà la carriera da allenatore dal campionato di Serie D. Ha già avuto modo di seguirlo? «Devo essere sincero: non lo conoscevo molto. So vita, morte e miracoli di Serie A, B e Lega Pro, ma la D è una novità anche per me. Sto recuperando grazie al direttore sportivo della Vigontina Alessandro Bragagnolo: ogni giorno parliamo di giocatori, caratteristiche, tattica, squadre ». In Serie D avrà a che fare con discussa la regola dei “fuori quota”. Le piace? «Non mi fa impazzire. Se un giovane è forte, può e deve giocare titolare. Basta vedere Donnarumma nel Milan. Molti giovani che giocano per forza in D poi non riescono ad imporsi nemmeno nella categoria». Ha dichiarato che lavorerà sul 4-3-3 e cercherà di trasmettere ai giocatori il suo temperamento. Da allenatore, invece, c’è qualcuno a cui si ispira? «Ognuno deve portare avanti il proprio credo, ma nella mia carriera ho avuto la fortuna di trovare tecnici molto bravi, ai quali ho sempre cercato di “rubare” qualche segreto: la passione di Beppe Iachini, la voglia di vincere di Serse Cosmi. Devo molto a Cesare Prandelli, mister dotato di un grande acume tattico». Cosa vuole fare “da grande”? «Avevo già in mente di fare l’allenatore prima ancora di smettere di giocare. Voglio che questo diventi il mio pane quotidiano per i prossimi vent’anni».
Ore 12.40 – (Mattino di Padova) Il mercato delle quattro squadre padovane di Serie D sta decollando. Pure quello del Campodarsego, che sta per entrare di gran carriera nel tourbillon di trattative della massima categoria dilettantistica, oltre alla Vigontina San Paolo, che non ha “ereditato” giocatori dalla Luparense. Campodarsego. Dopo un mese di incontri, valutazioni e speranze, la dirigenza del “Campo” ha preso una decisione. Se non ci sarà la riammissione in Lega Pro senza il fondo perduto (al momento improbabile), proverà ad entrare nel professionismo dalla porta principale. Ciò significa che il direttore generale Attilio Gementi dovrà costruire la più classica delle corazzate. «L’idea è di salire tra i professionisti entro una o due stagioni», conferma il patron Daniele Pagin. «Sarebbe stato bello andarci quest’anno, ma non vogliamo buttare soldi. Gementi sta lavorando ad un mercato di livello per la D. Preferiamo fare le cose fatte bene, senza forzature». «Ci sono trattative», prosegue Gementi. «Ad oggi abbiamo solo le riconferme di sei giocatori, in pratica dobbiamo rifare la squadra». Nei prossimi giorni annunciato l’arrivo di due attaccanti. Intanto, la società ha comunicato data e sede del ritiro estivo: si partirà l’1 agosto per Folgaria (con soggiorno all’hotel Irma), restando in quota fino a domenica 7 agosto. Este. Dopo la scorpacciata di acquisti dell’ultima settimana, la dirigenza fa il punto della situazione. La porta (con Lorello) e il centrocampo (con i volti nuovi Faggin, Tessari, Cavallini e Longato) sono a posto, mentre attacco e difesa necessitano di un restyling. La riconferma di Montin e l’ingaggio di Busatto sono due buoni punti di partenza, ma mancano ancora tutti gli “under”, un difensore centrale di esperienza e un rifinitore per i nuovi bomber Munarini e Pittarello. Michele Florindo è impegnato sul fronte “fuori quota” e sta parlando con Verona, Chievo e Bologna per il prestito di qualche giovane interessante. Abano. Il direttore tecnico Andrea Maniero ha messo a segno il “colpo” Frison (stopper dal Fontanafredda) e ora dovrà rinforzare la rosa dei “fuori quota”. Per le riconferme, resta in stand by la situazione di Pramparo, che potrebbe anche restare. Vigontina. Il diesse Bragagnolo e mister Vincenzo Italiano sono al lavoro per portare un centrocampista e due attaccanti (tra questi potrebbe esserci l’ex Este Coraini, che piace al tecnico). Sono state definite, inoltre, le date del raduno e delle prime amichevoli: la preparazione atletica inizierà il 25 luglio a Busa di Vigonza. Il 2 e il 6 agosto le amichevoli contro Calvi Noale e Godigese.
Ore 12.10 – (Gazzettino) Un mattoncino alla volta, sta nascendo il nuovo Cittadella. Tra rinnovi di contratto (Chiaretti, Iori, Pascali, Salvi) e innesti mirati (l’attaccante Strizzolo e il difensore tuttofare Pedrelli) Stefano Marchetti si sta destreggiando a destra e a manca per consegnare una rosa di giocatori più completa possibile a Roberto Venturato per la data del raduno. Tempo disponibile, un mese. «La squadra completa sarà impossibile», confida il direttore generale granata. Che poi spiega: «Il vero problema quest’anno è la composizione della lista con diciotto over 21. È una limitazione importante, che costringe a scelte mirate». E a tagli dolorosi, anche se Marchetti non lo dice. Le prossime mosse di mercato? «Sto portando avanti numerose trattative, non so dire quali e quante potranno essere concretizzate, perché quello che mi pare fattibile oggi, domani potrebbe complicarsi, e viceversa. Per me risulta difficile dire come potrà presentarsi il Cittadella a metà luglio, prima del ritiro: non dipende solo da me, anzi». Se le dicessero che andrà a Lavarone con 18-20 giocatori in rosa? «Sarebbe un buon traguardo, farò tutto il possibile per mandare in ritiro un Cittadella già plasmato, con una sua identità».
Quante caselline degli over 21 lascerà libere per le opportunità di mercato dell’ultima ora, o per eventuali necessità che potrebbero emergere durante la preparazione estiva? «Anche questa è una domanda alla quale è difficile rispondere. Io devo concretizzare gli obiettivi principali che mi sono posto di raggiungere. Devo posare i pilastri alle fondamenta della squadra, se questi dovessero essere over 21 va bene ugualmente». Uno di questi è Gianluca Litteri. «Vogliamo trattenerlo a Cittadella, non dico che siamo in alto mare, ma c’è ancora da lavorarci su». Simone Pasa, invece, è vicinissimo. «A inizio settimana, penso martedì, ci troveremo in sede, vedremo di concludere positivamente la vicenda». Tra i nomi accostati al Cittadella – da Avellino fanno addirittura intendere che l’affare è già incanalato verso la positiva conclusione – c’è quello di Andrea Arrighini, 26 anni appena compiuti, nell’ultima stagione in prestito al Cosenza (34 partite, nove gol realizzati). Un attaccante che potrebbe arrivare a prescindere dal discorso-Litteri. «È un profilo che mi piace. Se vi dico questo significa che Arrighini mi interessa. Da qui a dire che arriverà a Cittadella, però, ce ne passa». Come vede Stefano Marchetti le avversarie del campionato cadetto, come si stanno muovendo sul mercato? «Sinceramente non le sto nemmeno guardando, ho già troppi problemi da risolvere in casa mia per prestare attenzione a quelli degli altri». È più complicato fare la squadra quest’anno che non in Lega Pro? «È sempre difficile trovare giocatori all’altezza, in ogni categoria. Il Cittadella è reduce dalla vittoria in campionato, le aspettative sono alte, anche in serie B, ma la società deve lavorare come ha sempre fatto, senza snaturarsi». Parliamo di Giulio Giacomin, fresco vincitore dello scudetto con la Berretti. Sarà riconfermato? «Giacomin l’ho portato io a Cittadella diversi anni fa. Ha vinto un campionato nazionale, ho grande stima della persona e dell’allenatore. Per me Giacomin resterà alla guida della Primavera, ma devo sentire anche quali saranno le sue aspettative per la prossima stagione. Ci siederemo a un tavolo per confrontarci assieme». Il Cittadella è a caccia di giovani under 21: quanti dei ragazzi di Giacomin vedremo in ritiro a Lavarone? «Penso tre, quattro di sicuro».
Ore 11.50 – (Gazzettino) Vincere un titolo nazionale non è cosa di tutti i giorni, per il Cittadella si tratta di un traguardo storico, il più importante mai raggiunto in ambito giovanile. Al timone della Berretti che ha vinto lo scudetto c’è Giulio Giacomin, che dopo diversi anni da vice di Claudio Foscarini si è messo in proprio per cominciare la carriera di allenatore. Ed è diventato subito protagonista. «La prima squadra è arrivata in serie B, abbiamo vinto anche noi. Non è mai facile ripartire dopo una retrocessione, il Cittadella ha fatto un grande lavoro». Come il suo, del resto. «Sapevo di avere una buona squadra tra le mani, qualcuno ha giocato la Coppa Italia con la prima squadra. La svolta c’è stata a gennaio, ci siamo guardati negli occhi e ognuno si è preso le proprie responsabilità. I ragazzi hanno cominciato a crederci e siamo arrivati sino in fondo, anche superando la corazzata Cremonese in semifinale». La soddisfazione più grande che le ha regalato la Berretti, aldilà del successo finale? «La disponibilità che mi hanno dimostrato i ragazzi. Si sono messi nelle mani dell’allenatore e l’hanno seguito dall’inizio alla fine. Ci sono stati momenti in cui ho pensato di cambiare gioco con i risultati che non arrivavano, invece loro mi hanno convinto a non farlo, perseguendo la mia idea di calcio, che è quella di cercare sempre il gioco, il possesso palla. Sono orgoglioso di quanto siamo riusciti a fare». Si è confrontato con Venturato durante la stagione? «È stato più un discorso legato ai ragazzi di portare in prima squadra, perché la responsabilità di chi andava da Venturato era mia». Di questa rosa chi potrà fare il salto in serie B? «Non mi va di fare i nomi, sono legatissimo a tutti. Deciderà Marchetti, la società sa chi può avere le qualità per andare in prima squadra. Quattro, cinque sono pronti, auguro loro di fare bene anche con Venturato. Sarà difficile all’inizio, non dovranno mollare bensì crederci, sempre». Quanto è cresciuta la squadra a livello di mentalità e di testa? «Ognuno matura in maniera diversa, ma complessivamente sono migliorati tutti». E il suo futuro, sarà ancora a tinte granata? «Ho fatto il mio lavoro, mi piacerebbe continuare con la Primavera». E questa sera tutta la squadra Berretti sarà ospite a “Tuttincampo”, in onda dalle 21 su Tv7 Triveneta, dove riceverà un altro tributo per lo scudetto.
Ore 11.30 – (Mattino di Padova) Alfonso; Salvi, Scaglia, Pascali, Pedrelli; Schenetti, Iori, Paolucci; Chiaretti; Strizzolo, Bizzotto. Non sarà l’undici della grande Inter, che, partendo da Sarti, Burgnich e Facchetti, proseguiva quasi come una filastrocca da mandare a memoria. Né il Brasile che faceva paura solo a snocciolare Gilmar, Djalma Santos e Nilton Santos. Però, già di suo, è un signor inizio. Se dovesse cominciare il campionato di Serie B domani, il Cittadella schiererebbe una formazione solida come quella appena fornita, che si modella sul 4-3-1-2 utilizzato da Roberto Venturato nella scorsa stagione e che considera le trattative già concluse in entrata (Strizzolo e Pedrelli), i rinnovi sottoscritti (Salvi, Pascali, Iori e Chiaretti), chi passerà a breve in sede (Alfonso, Schenetti e Bizzotto) e pedine che già erano sotto contratto (Scaglia e Paolucci). Manca il nuovo arrivato Simone Pasa, prossimo alla firma, che non è stato inserito nell’ipotetico undici perché potrebbe essere considerato tanto in difesa quanto in mezzo al campo e perché, volendo, potrebbe addirittura spingere il tecnico granata a cambiare modulo, ipotizzando una più che credibile difesa a tre, assieme a Scaglia e Pascali. In generale è un mix di elementi esperti e giovani, che conferma l’ossatura della scorsa stagione, accomunando giocatori che, per motivi diversi, sono animati dalla voglia di dimostrare qualcosa. Litteri, passo avanti. Al conto, se ne saranno accorti tutti, andrà aggiunto un nome “pesante” da infilare in attacco, ed è inutile precisare che i tifosi sperano sia quello di Gianluca Litteri. Il Latina, che si è affidato in panchina a Vincenzo Vivarini, è disposto a trattare, venendo incontro alla volontà del centravanti catanese, che, come lui stesso ha ribadito in più occasioni, è quella di restare sotto le Mura. In questo senso c’è più ottimismo rispetto a qualche giorno fa, ma gli scogli non mancano. Uno è legato alla concorrenza, visto che le pretendenti, con in prima fila Reggiana e Juve Stabia, abbondano. Il secondo riguarda la quotazione del giocatore, che, proprio in virtù dell’eccellente stagione in maglia granata, è salita di molto, issandosi su una cifra attorno ai 500 mila euro, vale a dire il valore che la punta aveva nel 2013, ai tempi d’oro della Ternana. Arrighini & C.: le alternative. Insomma, in casa granata c’è fiducia ma anche sufficiente realismo per sapere che è bene muoversi pure in altre direzioni. Specie considerando che, se esiste un punto di domanda su Litteri, ne esiste uno appena più piccolo sui due gambiani girati dal Chievo, Bobb e Jallow, che Maran chiamerà con sé alla ripresa dei lavori, per valutare se darli ancora in prestito o inserirli subito nella rosa clivense. In attacco, in sostanza, considerando il sicuro addio dello svincolato Sgrigna, sempre più vicino all’accordo con il Bassano, i posti che ballano sono numerosi: a riguardo, l’eventuale rinnovo di Coralli sarà tra gli ultimi ad essere valutato, vincolato al numero massimo di 18 giocatori “over 21” da avere in rosa. Ecco perché il d.g. Stefano Marchetti tiene in caldo altre piste: in primis quella che porta ad Andrea Arrighini, attaccante dell’Avellino, nell’ultimo anno in prestito al Cosenza, con la fumata bianca che pare nell’aria. Ma non è tutto: resta in piedi l’affascinante soluzione che porterebbe ad un ritorno di Piovaccari, reduce dall’esperienza in Australia nelle file del Sidney, mentre nelle ultime ore radiomercato ha accostato al Citta il 21enne uruguaiano Juan Delgado, in uscita dal Crotone, ma, a quanto risulta, nel mirino anche dell’Ascoli e degli spagnoli del Getafe.
Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Restano poche panchine ancora vacanti in Serie B. Ultima in ordine di tempo, è stata assegnata quella del Novara, che sarà guidato da Roberto Boscaglia, mentre le situazioni più difficili da decifrare riguardano Bari, Benevento, Brescia e Pisa, dove, dopo la storica promozione conquistata in finale playoff, in pochi avrebbero previsto che il nome di Gennaro Gattuso venisse messo in discussione: Lucchesi e Petroni, al vertice del club toscano, pensano a soluzioni contrapposte per la guida tecnica, ma le ultime indiscrezioni lasciano ipotizzare un addio di Petroni, con “Ringhio” che a quel punto rimarrebbe in sella. E resterebbe a guidare una società ambiziosa, che, smaltita l’euforia per il salto di categoria, già si sta muovendo sul mercato effettuando i primi sondaggi: ai nerazzurri piacciono gli attaccanti Matteo Ardemagni (29 anni), rientrato all’Atalanta dal prestito di Perugia, club con cui ha totalizzato 11 reti nell’ultima annata, e Andrea Catellani (28), autore di 24 gol in tre campionati con la casacca dello Spezia. Ad interessare più direttamente il Cittadella sono, però, le mosse della Ternana, che pare sia vicina a riempire le caselle relative al d.s. (Larini in pole position) e all’allenatore, con Alberto Bollini prossimo all’accordo, dopo che è saltata la possibilità di arrivare a Gautieri (che dovrebbe accasarsi a Catania). La società granata è interessata alla situazione perché assieme agli umbri deve discutere il futuro di Massimiliano Busellato, che la Ternana potrebbe riscattare entro il 30 giugno per 350 mila euro: non dovesse accadere, l’interno bassanese rientrerebbe all’ovile e, a quanto filtra, potrebbe pure essere girato all’Avellino nella trattativa per far vestire la maglia granata all’attaccante Arrighini. Il club irpino, che già aveva inseguito Busellato la scorsa estate, è infatti intenzionato a tornare alla carica per il giocatore, reduce da un’ottima stagione in rossoverde. L’Avellino è anche interessato ad un altro “ex” granata: Nunzio Di Roberto, 360 presenze e 40 gol all’attivo fra i professionisti, attualmente di proprietà del Crotone. Pure le sorti dell’Entella sono legate a doppio filo con quelle del Citta: in questo caso, però, ci sono pochi dubbi sulla volontà della società ligure riguardo al destino di Michele Pellizzer, che sarà riscattato (si parla di 300 mila euro) nel corso della settimana, con il benestare del nuovo tecnico Roberto Breda, il quale, conclusa l’esperienza maturata proprio a Terni e sistematosi a Chiavari, avrebbe dato il suo ok. Intanto, si muove molto il Perugia che, dopo aver ingaggiato l’attaccante 24enne Cristian Buonaiuto, punta a rafforzare il centrocampo con Matteo Brighi: l’ex juventino si svincolerà dal Bologna e si è detto disposto ad ascoltare una proposta da parte dei biancorossi.
Ore 10.40 – (Gazzettino) «Tutto questo può tradursi in un 3-5-2 che può tramutarsi, cambiando di ruolo un solo giocatore in un 4-3-1-2. Si dà un’impronta, si cerca di trovare una quadratura e poi bisogna essere bravi a cambiare senza stravolgere in funzione di infortuni, squalifiche o situazioni tattiche. Difficile comunque, pensare a tre punte larghe in avanti». In tale ottica nei giorni scorsi Petrilli ha dichiarato al nostro giornale che gli assetti previsti non favoriscono le sue caratteristiche. «Per come ragionavo io, ed è una battuta, se l’allenatore mi dava un’opportunità, andavo pure in porta. Quello che conta è la disponibilità completa del giocatore, anche se poi non si possono snaturare le sue caratteristiche. Russotto, ad esempio, è sempre stato un esterno offensivo, con me a Catanzaro giocava mezzala e ha avuto una stagione straordinaria che lo ha riportato in serie B». E farà il percorso inverso Giandonato, al rientro dal Lanciano. «Non so cosa sia successo prima e non conosco le situazioni. In generale posso solo dire che non ho mai mandato via, bocciato o portato nessuno. Esprimo solo delle idee, sia pure in maniera diretta. Poi – conclude Brevi – ci sono dinamiche, budget e regole da rispettare che non mi competono. Tante volte, vedendolo sul campo si cambia il giudizio che ci si era fatti su un giocatore».
Ore 10.30 – (Gazzettino) E quindi, più che sulla quantità, si lavora sulla qualità. «Si tratta di aggiungere i giocatori più adatti e sono molto fiducioso sul lavoro di Zamuner, bravo e capace, e della società. Anche se non si andasse in ritiro al completo va bene e con l’attuale mercato è giusto terminare il lavoro di costruzione in un momento successivo perché, più si va in là, più si creano situazioni interessanti. Sono molto sereno e mi vedo o sento tutti i giorni con il diggì». Per chiedergli cosa? «Io mi esprimo più sulle caratteristiche. Di giocatori a disposizione ce ne sono tantissimi e bisogna cercare di non sbagliare sul piano tecnico, ma pure su quello caratteriale». In tal senso il centrocampista Francesco Dettori, che domani dovrebbe firmare un biennale ed essere il primo volto nuovo del Padova, costituisce un tassello importante. «L’ho già allenato a Cremona, è un professionista serio, un ragazzo a modo che si mette a disposizione, senza dimenticare i valori in campo. Una mezzala di qualità, dinamica, in grado di svolgere più ruoli a metà campo e bravo a calciare le punizioni». I presupposti per potere pianificare il nuovo Padova, oltre al budget e alla regola sulle rose su cui domani dovrebbe esserci una parola definitiva, è il modulo. Si partirà dal 3-5-2? «Sicuramente una situazione che mi piace è quella dei tre centrocampisti e, visto che in avanti Neto Pereira e Altinier sono elementi di grosso spessore, penso pure alle due punte».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Oscar Brevi ha appena archiviato la sua prima settimana all’ombra del Santo, dedicata completamente ai colori biancoscudati per preparare al meglio l’avvio di una stagione importante per lui e per la squadra. «A livello di sensazioni – racconta – sono molto contento. Ho conosciuto le persone che lavorano per il Padova e mi sono reso ulteriormente conto dell’organizzazione e serietà della società, aspetto molto positivo». Rinviata a momenti più tranquilli una passeggiata per le vie del centro. «Sono quasi sempre stato in sede perché ci sono da pianificare i test e il ritiro, ma conosco già la città; è molto bella e, come tutto il Veneto, ricca di beni artistici». Per lo stesso motivo non ha ancora iniziato a cercare casa. «Non c’è problema, mi adatto velocemente a tutto. Vacanze? Prima voglio sistemare tutto. Dovremmo ritrovarci intorno al 7 di luglio e semmai mi concederò qualche giorno prima di quella data». Sposato con Laura, ha due figli: Filippo di tredici anni e Alessandro di dieci. La famiglia resterà a Milano. «Di solito non la sposto per non creare problemi con scuola e amicizie, ma siamo abbastanza vicini». La sua attenzione ora solo è concentrata sul Padova che verrà. «In questo momento non c’è fretta perché, a differenza di altre esperienze in cui c’era da ricostruire e giravano vari calciatori in prova, qui non si parte da zero e si può già contare su un buon organico».
Ore 10.10 – (Gazzettino) Tra i compiti di Baldon, oltre a quello di aumentare il numero di club all’interno dell’Aicb, anche ricucendo qualche strappo con alcuni sodalizi che si erano staccati negli anni scorsi, obiettivo per il quale si è già attivato, quello di favorire uno spirito più costruttivo nella tifoseria, in queste settimane in parte un po’ scettica dopo le ultime novità sul fronte dello staff tecnico dirigenziale del Padova. «È un momento d’attesa – replica – e tra giugno e luglio tutti vorremmo essere direttori sportivi. Spero, come sembra, venga confermato lo zoccolo duro della vecchia squadra per rendere meno difficile il lavoro da svolgere e noi vogliamo essere ottimisti, anche se questo è un momento un po0 delicato in cui alcune voci spingono in maniera diversa». Poi aggiunge: «Bisogna ricordare che in due anni questa società ha vinto un campionato e sfiorato i play off in quello successivo e quindi merita credito. Capisco che a livello sentimentale si vorrebbe restasse chi ha ottenuto buoni risultati e ai predecessori dell’attuale staff va riconosciuto il grande lavoro svolto, ma ricordo, ad esempio, che a Cittadella è arrivato Venturato dopo dieci anni con Foscarini e la squadra è stata subito promossa, per cui può succedere di tutto». E a proposito di Cittadella, quest’anno niente derby con i granata, ma torna quello altrettanto stimolante con il Venezia: «I lagunari stanno operando per puntare al vertice. A noi il compito di rinviare i loro programmi. Di sicuro sarà una bella sfida, un derby vero».
Ore 10.00 – (Gazzettino) Il presidente Giuseppe Bergamin ha incontrato nei giorni scorsi le varie componenti della tifoseria padovana per condividere e recepire iniziative finalizzate a favorire una risposta più importante da parte del popolo biancoscudato in termini di affluenza all’Euganeo, con particolare riferimento alla prossima campagna abbonamenti. Accompagnato dall’addetto stampa Massimo Candotti e dal responsabile della biglietteria Riccardo Zanetto, il numero uno del Padova ha prima convocato una delegazione della Tribuna Fattori e successivamente si è visto con le rappresentanze dell’Aicb e poi dell’Associazione Magico Padova azionariato popolare. Per Ilario Baldon, da poco nuovo numero uno dell’organismo che coordina la tifoseria organizzata, nell’occasione accompagnato dai suoi vice Giancarlo Agostini e Gianfranco Borsatti, si è trattato del primo impegno ufficiale nelle nuove vesti. «Un po’ di emozione ammetto c’era – racconta il presidente Aicb – ma Bergamin è una persona disponibile e che mette gli interlocutori a proprio agio per cui subito è scemata e l’approccio è stato sicuramente positivo. Bergamin ci ha illustrato alcune ottime idee che la società pensa di mettere in campo per favorire una maggiore presenza di tifosi e abbonati. Al tempo stesso gli abbiamo parlato di un paio di progetti che stiamo abbozzando e che verranno illustrati ai club nella prossima assemblea in programma il 29 giugno. In generale si sono subito create una buona sinergia e uno spirito di collaborazione che potrebbe più avanti tradursi in iniziative concrete».
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Sarà quello del regista l’acquisto più delicato, dunque? «È il giocatore che va un po’ a spostare gli equilibri, diventa un ruolo fondamentale. Ci vuole un ragazzo di personalità, con qualità, e sto lavorando anche in quella zona». Parliamo di Giandonato? «Come giocatore potrebbe essere quello giusto, ma non so se Padova ha la pazienza di aspettarlo. Sarebbe perfetto perché ha doti importanti e l’abbiamo già in casa, ma non sarebbe l’acquisto atteso dalla piazza. In quel ruolo mi serve una certezza, e dopo i suoi 6 mesi non positivi qui non posso metterlo in cima alla lista». Cosa vi ha portato al 3-5-2? «Semplice: non si possono cambiare due attaccanti che hanno fatto 26 gol insieme. Altinier e Neto si esprimono meglio se giocano vicini, e non vanno toccati: partendo da tale presupposto, abbiamo convenuto con il mister che quel modulo potrebbe esaltare ancora di più le caratteristiche di giocatori come Favalli, Diniz, De Risio e Sbraga». Una decisione che, però, taglierebbe fuori Ilari e Petrilli. «Mi sono mosso un po’ con i loro agenti, cercando di spiegare il percorso che andremo a fare. Nessuno li manderà via, non sarebbe giusto, ma bisognerà discuterne».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Per l’esterno destro di centrocampo si punta su Semenzato, in uscita da Bassano? «È un profilo che stiamo valutando, avrebbe le caratteristiche giuste per fare il quinto di destra. Il mister lo conosce e lo ha avuto, oltre al fatto che è stato per alcuni anni un mio giocatore. Ma ce ne sono anche altri». In avanti, invece, gira “voce” che il prescelto sarà Michele Marconi dell’Alessandria. Conferma? «Eh… (fa una pausa, ndr). È uno di quelli che ci piace, lo ammetto. In avanti entreranno un attaccante con quelle caratteristiche e poi un giovane». Minesso dal Cittadella? «Mi sono fermato. Secondo me è perfetto per fare la mezzala sinistra, Mattia invece non è d’accordo e continua a sentirsi un esterno offensivo. Per questo la pista si è raffreddata: non ha senso andare avanti». Di contro, Ingegneri e Mandorlini difficilmente arriveranno. Se l’aspettava? «Ingegneri sicuramente non sarà dei nostri, preferisce rimanere a Pordenone anche perché qui avrebbe una concorrenza pesante. Matteo Mandorlini, invece, secondo me non è tramontato del tutto: la pista non è chiusa, lui un saltino in avanti lo vorrebbe fare, e forse adesso semplicemente non è il momento giusto per muoversi. Più avanti questa strada potrebbe riaprirsi».
Ore 09.20 – (Mattino di Padova) Chiamatela pure settimana ad alta intensità. Da oggi al Padova si attendono i “botti” in entrata: Francesco Dettori in primis, ma forse anche altri due o tre giocatori. «In questi giorni proveremo a chiudere, o a stringere, qualche trattativa impostata di recente», spiega il direttore generale biancoscudato Giorgio Zamuner. «Cerchiamo di definire almeno due o tre situazioni, quelle che potrebbero bastare per arrivare a fine mese con una rosa già quasi abbozzata per il ritiro. Del resto, non siamo tanto scoperti: un po’ di giocatori sotto contratto ci sono già, e nella nostra testa gli innesti urgenti sono quattro, oltre a Dettori. Poi, da luglio in avanti, ci sarà tempo per ricercare i giovani». Quali sono i primi tasselli da inserire? «Le mie priorità sono il centrocampista di regia, l’esterno destro di centrocampo per giocare a 5, un attaccante in più con caratteristiche diverse da Neto Pereira e Altinier, e un difensore, oltre al rinnovo di Fabiano». Il primo acquisto, ormai è quasi fatta, sarà Dettori. Perché lo avete scelto? «Abbiamo puntato forte su di lui perché, giocando con tre centrocampisti, avevamo scoperto il posto della mezzala sinistra. Dettori è un elemento di personalità, che ha palleggio, e oltre alla mezzala può fare anche il trequartista o il regista basso. Sappiamo che ha la testa giusta, e infatti ci ha messo trenta secondi a dire di sì: martedì (domani, ndr) arriva, se non ci saranno sorprese dovrebbe essere il primo acquisto».
Ore 09.10 – (Mattino di Padova) Tutte le altre formazioni, viceversa, hanno deciso di voltare pagina. Oltre al Padova, dov’è sbarcato Brevi, ad Alessandria Piero Braglia ha rilevato il testimone da Gregucci, a Bassano la guida tecnica, dopo l’addio di Sottili, è stata affidata a Luca D’Angelo. Quindi la Cremonese: nuovo ciclo con Attilio Tesser dopo diversi anni deludenti. La Reggiana, appena acquistata dall’americano Mike Piazza, si affiderà a Leonardo Colucci, alla FeralpiSalò è sbarcato Antonino Asta, a Bolzano, sulla panchina del Sudtirol, l’ex tecnico della Pro Piacenza William Viali, mentre il Renate ha scelto Luciano Foschi (due anni fa al Pordenone). Persino il neopromosso Venezia ha cambiato: via Favarin, ecco Pippo Inzaghi. Per tutte le altre rimane ancora da decidere il nome del tecnico: per Pavia, Modena e Mantova tutto dipenderà dalle trattative per le cessioni societarie, il Lumezzane pensa alla conferma di Antonio Filippini (ma c’è anche il Brescia, se riuscirà ad iscriversi in B), mentre per la Pro Piacenza sono in corsa Pea, Favaretto e Porrini, mentre a Como si punta decisamente su Fabio Gallo.
Ore 09.00 – (Mattino di Padova) Il Padova ha cambiato volto: divorzio da mister Bepi Pillon e timone affidato ad Oscar Brevi. Un cambio per certi versi inatteso, ma che s’inserisce in un quadro emblematico: tra le squadre che da fine agosto in poi prenderanno parte al girone A di Lega Pro (salvo stravolgimenti nella composizione dei raggruppamenti) solo due, più altrettante neopromosse, hanno confermato l’allenatore dell’ultima stagione. Le conferme. Solo il Pordenone e la Giana Erminio hanno deciso di confermare i rispettivi tecnici. In Friuli rimarrà alla guida Bruno Tedino, che oltre a guidare la squadra si occuperà anche della sua costruzione, assumendo poteri da “manager” all’inglese dopo l’addio di Zamuner. E pure a Gorgonzola la conferma in panchina di Cesare Albè era preventivabile: quella che inizierà ad agosto sarà la sua 21ª stagione alla guida della Giana. Due, invece, le neopromosse che seguiranno la stessa strada: il Parma ha confermato Luigi Apolloni, il Piacenza Arnaldo Franzini.