Live 24! Padova, di trattativa in trattativa a caccia di nuovi Biancoscudati

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Ore 20.00 – (TuttoMercatoWeb) Doppia pista di mercato per Juan Delgado, attaccante uruguaiano del Crotone. Secondo quanto appreso dalla redazione di TuttoMercatoWeb.com il giocatore di Montevideo è finito nel mirino di Ascoli e Cittadella. Attenzione al possibile inserimento del Getafe.

Ore 19.20 – (Il Piccolo) C’è soddisfazione nella tifoseria alabardata per la scelta di Antonio Andreucci come nuovo allenatore della Triestina. Certo, prevale ancora la prudenza dovuta al fatto che alla fine conterà solo la prova dei fatti, ma c’è fiducia e ottimismo, soprattutto per il fatto che l’Unione avrà in panchina un profondo conoscitore della categoria, del girone e delle avversarie. Ma, prima ancora di ogni giudizio, è doveroso un benvenuto al nuovo allenatore da parte del presidente del Centro di coordinamento dei Triestina Club: «A nome di tutta la tifoseria – dice Sergio Marassi – do il più caloroso benvenuto ad Andreucci e ovviamente gli auguro buon lavoro. Quanto al giudizio, difficile darne adesso, più di tanto non posso ancora dire perché non lo conosco. Ma ovviamente c’è fiducia perché dopo aver vinto l’Eccellenza, ha portato da matricola il suo Campodarsego fino al secondo posto in serie D, il tutto senza nomi altisonanti, insomma con una squadra semplice. Quindi ha fatto bene e la speranza è che possa far bene anche a Trieste e portare la Triestina a lottare almeno per le prime posizioni. Rispetto agli ultimi due anni, direi che ci sono ottime premesse. Intanto lasciamolo lavorare perché avrà tanto da fare. Di certo si può dire che conosce bene la categoria e soprattutto il nostro girone, questo è un dato positivo. Inoltre non viene dal calcio professionistico, abbiamo visto che chi viene da quel mondo ha qualche difficoltà a immedesimarsi nella categoria». Anche Giorgio Della Valle, vicepresidente del Centro di coordinamento, è soddisfatto della scelta: «Andreucci è sicuramente un emergente, uno che ha fatto bene negli ultimi due campionati e dovrebbe conoscere bene la serie D. Comunque c’è fiducia anche in Milanese che l’ha scelto, lui è una persona di calcio e si auspica abbia fatto la scelta giusta. Penso che per il campionato di serie D che si va a fare, Andreucci sia la persona giusta perché conosce squadre e giocatori e per questo sono fiducioso. Del resto in questi ultimi mesi avevamo un allenatore di serie A che però ha incontrato delle difficoltà a gestire giocatori di serie D. E cercare di fare schemi da serie A con giocatori che hanno molti limiti, può essere problematico. Credo che Andreucci, conoscendo la tipologia dei giocatori di serie D, i loro limiti e le loro qualità, possa impostare la squadra al meglio». Convinto della scelta anche Silvio Grabar del Triestina Club ’83, che sottolinea soprattutto il lavoro che sta facendo Mauro Milanese: «In teoria la scelta di Andreucci dovrebbe essere buona, viste le sue caratteristiche e i suoi trascorsi, poi ovviamente vedremo in futuro cosa accadrà in campo. Ma direi che in genere Milanese si sta muovendo molto bene: ha già provato tanti giovani, ha scelto un buon allenatore, insomma sta facendo un buon lavoro e speriamo venga su una bella squadra».

Ore 18.50 – (Corriere delle Alpi) Due portieri e un difensore sono le priorità del Belluno. Davide Solagna ha chiaramente detto a mister Vecchiato e al direttore sportivo Augusto Fardin di non voler rimanere per rischiare di fare il secondo portiere, di conseguenza la società dovrà portare al Polisportivo estremi difensori. Con Menegazzo (Pordenone) la cosa sembra ormai fatta, mentre è più indietro la questione con Borghetto (Liventina), che dovrà decidere se sbarcare o meno in Piazzale della Resistenza. Difficile invece l’arrivo di Bordignon (Nervesa), eventuale sostituto di quest’ultimo, per problemi di studio. «Solagna ci ha detto di non voler rimanere», spiega Fardin, «adesso vedremo dove potrebbe andare il ragazzo. Al San Giorgio Sedico? Ancora non lo so, le porte sono tutte aperte. Per gli altri due portieri non è ancora fatta, ci siamo incontrati è vero, ma bisogna anche accordarsi con le rispettive società». Marco Farinazzo va in Piemonte. Il fuoriquota classe 1996 ha scelto di andare via e la prossima stagione cambierà regione, in una squadra che punterà a vincere il campionato. «Il ragazzo ha scelto e partire», continua Fardin, «non sappiamo ancora se lo sostituiremo o meno. Non è una nostra priorità in questo momento. Abbiamo bisogno prima di tutto di prendere due portieri e un terzino destro che possa fare anche il centrale». Pellicanò è ormai del Venezia. Il difensore gialloblù è pronto per accasarsi nella squadra allenata da Filippo Inzaghi e il Belluno si sta muovendo sul mercato sapendo di non poter più contare sul forte difensore classe 1995, che per la prossima stagione sarebbe comunque diventato un “vecchio”. «Dobbiamo sostituirlo», continua Fardin, «è per questo che stiamo cercando un giovane che possa fare l’esterno basso a destra, ma anche il centrale. Il resto della difesa è a posto con Sommacal, Calcagnotto e Franchetto al centro, e sulle corsie esterne Mosca e Pescosta. Non è facile però trovare un giocatore con queste caratteristiche, lo stiamo cercando». Simone Quarzago andrà via. «Credo che alla fine andrà, ma non chiedetemi dove», conclude Fardin, «se dovesse partire anche lui cercheremo un sostituto, ma trovare interni di centrocampo non è un problema, in questo momento le priorità sono i portieri e il difensore. Fretta? Non si può averla. Se fossimo una società piena di soldi avremmo già concluso diverse trattative ma invece dobbiamo aspettare alcuni sviluppi». Cercasi vice. Ivan Da Riz ha scelto di non fare più il secondo di mister Vecchiato, al suo posto la società sta valutando un’opzione interna ma ancora non sembra essere stata presa una decisione.

Ore 18.20 – (La Provincia Pavese) In attesa del Consiglio comunale di lunedì, con al primo punto dell’ordine del giorno la discussione sulle «prospettive della società Pavia calcio», i punti interrogativi sulla proprietà cinese che ha acquistato il club nel luglio del 2014 stimolano l’interesse del consigliere del Pd Luigi Furini. Il Pavia venne acquistato da Agenzia per l’Italia (partecipata dal presidente del Pavia Zhu e dal vice Wang, i quali qualche mese dopo rilevarono direttamente le quote del club azzurro) che era la società vettore attraverso la quale avrebbe operato il Fondo Pingyi Shanghai equity investment. «Shanghai è oggi una delle principali piazze finanziarie mondiali dove operano molti fondi – dice Furini – ma non ci sono tracce dell’esistenza del Pingyi, eppure un fondo d’investimento ha sempre un sito internet dettagliato in cui presenta propria attività, obiettivi di investimento, management. Inoltre sarebbe interessato a operazioni immobiliari, sanità, agricoltura. Al mondo non esiste nessun fondo “tuttologo” per leggi, regolamento e prassi. Ovunque un fondo è sempre specializzato e dichiara i campi in cui investe». Wang – dice Furini – «risulta essere amministratore di una società italiana chiamata China Investment and Commerce Promotion srl di cui detiene il 30% del capitale sociale mentre altri due cinesi Xu Weibin e Zhang FengKang hanno il 35 %». Quanto a Zhu, oltre al Pavia come è noto è socio assieme all’ex assessore Maurizio Del Tenno della China Investment srl che ha annunciato il megaprogetto immobiliare dei Giardini d’inverno, grattacieli da costruire a Milano. «Ma la società ha un capitale sociale di 10.000 euro, che sembrano in po’ pochi per un investimento di 70 milioni di euro – obietta Furini – peraltro l’ area si trova tra via Pirelli e via Fara a Milano, non esattamente a Porta Nuova, e attualmente e da molto tempo è un’ area abbandonata». Dunque, aggiunge Furini, «l’unica attività rilevabile di questi signori in passato è una iscrizione come ditta individuale di Wang per l’ attività di “traduzione e interpretariato” ora cancellata. L’attività cinematografica è svolta dalla Marco Polo communication», anche questa con un capitale sociale di 10.000 euro «che sono pochi per sviluppare attività serie. Inoltre con riferimento alle ultime dichiarazione non è chiaro dove abbiano messo i 10 milioni considerando che la società al 30.6.15, ultimo bilancio, ha un patrimonio netto negativo di 2,3 milioni, debiti per 3 e il bilancio che chiuderà a fine mese sarà presumibilmente peggio. In sintesi, sono Zhu e soci le vittime o i pavesi che sono stati presi in giro?».

Ore 17.50 – (La Provincia Pavese) Con le speranze ormai ridotte al lumicino di mantenere il Pavia in Lega Pro ed evitare il fallimento, c’è chi ha cominciato a muoversi nell’eventualità piuttosto concreta che si debba ripartire dai campionati dilettantistici. Tra le cordate che sembrano pronte a scendere il campo c’è quella che fa capo agli ex soci minori del Pavia dell’era Zanchi. Ezio Panigati, Marino Vernocchi, Alessandra Pedron e Maurizio Barbieri in totale avevano acquisito il 7% delle quote societarie, salvo poi farsi da parte nel luglio 2014 per consentire la cessione del club dagli Zanchi ad Agenzia per l’Italia: i nuovi proprietari cinesi avevano infatti posto la condizione di rilevare il 100% del club e non solo la quota degli Zanchi (90,5%). Già tempo fa gli ex soci avevano manifestato il desiderio di rientrare, e i contatti con il vicepresidente Qiangming Wang erano stati costanti. Se allora l’idea era quella di dare una mano alla proprietà cinese, ora lo scenario è cambiato: si tratta di candidarsi a prenderne il posto nell’ipotesi di un crac. In questo caso la soluzione più probabile potrebbe essere quella di ripartire dall’Eccellenza, dove milita già l’Accademia Pavese, presieduta proprio da Panigati: con un cambio di nome l’Accademia prenderebbe il posto del Pavia. Assieme agli ex soci sarebbero pronte ad aggregarsi a questa cordata altre persone, tra cui imprenditori, provenienti dal Milanese. Non trova al momento conferme, invece, la voce che dà un interessamento di Giacomo Brega, ex responsabile del settore del settore giovanile del Pavia, poi presidente dell’Oltrepo e dirigente del Villanterio. Ma a proposito di cordate che si candidano a rilevare società fallite, va precisato che una parola determinante spetta al sindaco: sebbene non sia più vincolante, la sua lettera di accreditamento alla società che ritiene avere i giusti requisiti per iscriversi al campionato viene tenuta in grande considerazione dalla Figc, risultando in pratica decisiva. Solo un clamoroso colpo di scena può invece scongiurare l’epilogo che tutti temono, e cioè la mancata iscrizione in Lega Pro: la proprietà cinese dovrebbe nei prossimi giorni coprire l’enorme buco esistente nei conti, tra stipendi e contributi non pagati, debiti e perdite da ripianare, presumibilmente ancora più pesanti dei 7,2 milioni registrati nella stagione 2014-2015. Se già in bilancio il collegio sindacale segnalava le difficoltà di una società in ritardo negli adempimenti e «in costante tensione di liquidità», le cose sono peggiorate ancora di più da gennaio: la dissennata rivoluzione operata dal dg Bignotti assieme al consulente di mercato da lui scelto, Antonio Imborgia (con un contratto che si aggirerebbe attorno ai 200 mila euro), tra incentivi all’esodo ai giocatori mandati via e nuovi onerosi contratti ha ulteriormente gonfiato le voci al passivo.

Ore 17.20 – (Gazzetta di Reggio) La Pizzeria & Lifferia Pizzikotto, all’interno dell’Ipercoop Baragalla, ieri ha ospitato la presentazione del progetto Enercoopcard – nato dalla sinergia tra Reggiana Calcio ed Energy Group – che ha anche rappresentato la prima uscita ufficiale di Maurizio Franzone quale dirigente granata. Con lui l’amministratore delegato Guido Tamelli. Sport e affari si sono uniti in un perfetto mix. Guido Mattioli, contento di fare gli onori di casa, ha la sua realtà: «Siamo un brand di pizzeria e ristorante che si sta allargando anche fuori provincia. Siamo arrivati ad otto locali tra Sassuolo, Vignola e Parma ed apriremo a Piacenza entro l’anno». Poi l’asso di briscola: «C’è una trattativa in atto con un grande partner di ristorazione nazionale per avere una location in tutta Italia così che, se le cose andassero per il meglio, potremmo dare sempre più sostegno alla Reggiana». Guido Tamelli ha dato un’infarinatura sull’iniziativa ( di cui riferiamp ampiamente in questa pagina) e presentato la nuova figura di Maurizio Franzone. «E’ un importante progetto quello che Reggiana porta avanti con Enercoop in un settore fondamentale della vita quotidiana – ha esordito l’amministratore delegato della Reggiana – poiché tutti ci muoviamo nella nostra società di comunicazione e movimento e per farlo servono i carburanti. Intendendo continuare il nostro tipico modo di fare, cioè co-marketing con chi ci sostiene economicamente, siamo disponibili a studiare e realizzare questo progetto». Un’iniziativa che in futuro potrebbe portare benefici anche agli abbonati granata. «E’ una card che servirà nel quotidiano per semplificare la vita alle aziende ed alle persone ma in futuro potrebbe prestarsi ad iniziative in ottica Reggiana. Per la campagna abbonamenti, che stiamo valutando e verrà perfezionata e lanciata in questi giorni, se fossimo pronti operativamente ad abbinare le due cose lo valuteremmo». «Ma sono qua anche per presentare Maurizio Franzone – ha proseguito Tamelli – l’uomo di fiducia di Mike Piazza, col quale si è dialogato in modo serrato per tutti questi mesi per chiudere quella trattativa che verrà meglio dettagliata domani. E’ un uomo di sport, prima portiere ad altissimi livelli in serie A e poi ha lavorato negli Stati Uniti dove ha conosciuto Mike e collaborato con lui. E’ una persona che avrà un ruolo importante anche in futuro nel nostro progetto». «E’ un piacere essere qui, dopo una trattativa lunga ma portata a termine – ribadisce Maurizio Franzone – ma della trattativa sarà Mike a parlare in modo più approfondito. Certo, se sono qui è evidente che la cosa è andata a buon fine. Uno degli aspetti che l’ha convinto a scegliere Reggio è l’ambiente che sta intorno alla città, dalla location strategica al potenziale industriale sul territorio». Interventi nelle infrastrutture granata e lezioni di italiano saranno le priorità di Piazza. «E’ un americano quindi, se ha deciso di investire, ha le idee chiare – rimarca il braccio destro di Mike – e nelle infrastrutture sarà fondamentale ma è già gasato” per questa nuova esperienza e sta addirittura imparando l’italiano, col quale ha dialogato l’altro giorno con mister Colucci. E’ una persona che ama la competizione, anche a giudicare dal suo passato sportivo, perciò saranno tanti i momenti stimolanti a prescindere dai derby con altri investitori italoamericani come Tacopina».

Ore 16.50 – (Gazzetta di Mantova) La cessione del Mantova – come tutte quelle dei club professionistici dall’agosto 2015, passerà anche al vaglio delle norme approvate dal Consiglio Federale della Figc per impedire l’acquisto di partecipazione societarie superiori al 10% «a soggetti privi di requisiti di onorabilità e solidità finanziaria»”. La normativa è stata resa pubblica con il Comunicato Ufficiale della Segreteria n. 72/A, composto di 5 articoli. Ecco nel dettaglio le parti più significative del nuovo regolamento. 1. Le acquisizioni di quote e/o azioni societarie (….) in misura non inferiore al 10% al capitale di una società sportiva affiliata alla Figc e associata a una delle Leghe professionistiche (…) potranno essere effettuate soltanto da soggetti che soddisfino gli specifici requisiti di onorabilità e di solidità finanziaria previsti nel presente regolamento (…). 2. I soggetti interessati alle acquisizioni: non devono avere riportato condanne (…) a pena detentiva per i reati puniti con pena edittale massima superiore a 5 anni (…), per i reati di cui alla L. 401/1989 ed alla L. 376/2000 (…), per i reati di truffa e appropriazione indebita (…) e devono sottoporsi, con esito favorevole, alle verifiche antimafia (…) 3. Gli acquirenti dovranno presentare alla Lega la dichiarazione di almeno un istituto di credito di primaria importanza nazionale e/o estera (…) che attesti: che l’acquirente dispone di buona base finanziaria (…), che è meritevole, sotto il profilo bancario, di adeguato fido e che è soggetto senz’altro valido in ordine agli impegni che assume (…) e che, alla data della dichiarazione, è in possesso della capacità finanziaria ed economica per far fronte (…) all’impegno assunto (…). 4. La documentazione attestante i requisiti sopra indicati dovrà essere presentata alla Lega entro 30 giorni dall’acquisizione della partecipazione. La mancanza, anche parziale di uno solo dei requisiti, non consente il riconoscimento, ai fini sportivi, del trasferimento delle quote e/o azioni all’acquirente e determina l’impossibilità per la società di associarsi alla Lega per la stagione sportiva.

Ore 16.20 – (Gazzetta di Mantova) Roberto Masiero non vuol dire nulla sui suoi programmi per il Mantova («lo farò dopo la firma dal notaio»), anche se ad aspettare una sua chiamata è mister Luca Prina, con cui ha già avuto qualche contatto e la cui conferma sembra scontata. Dopo aver raggiunto l’accordo per acquisire il 100% dell’Acm, l’imprenditore vicentino accetta almeno di uscire dal ruolo dell’acquirente fantasma e di raccontare qualcosa di sè. «Se mi chiedete perché vengo a Mantova vi rispondo perché è una piazza importantissima, che mi attrae anche perché ha una grande tifoseria. Quando sono venuto al Martelli a vedere la finale playout, più che la partita – tesa e condizionata dal caldo e dall’importanza della posta in palio – ho apprezzato la coreografia della curva e l’attaccamento del pubblico alla squadra». Mantova, poi, magari era nel destino di Masiero, che nel 2001 fu presentato come direttore tecnico dall’allora presidente Fagnani (insieme a Castagnaro), ma cambiò aria subito dopo: «In realtà un amico veronese mi chiese di dare una mano a Fagnani e io venni a Mantova. Fui coinvolto ma, dopo aver visto una partita, agevolato la cessione del terzino Regonesi, parlato una volta alla squadra e partecipato a quella conferenza stampa senza aver mai discusso di incarichi o stipendi, capii che non era il caso di restare e andai via. L’ambiente del calcio l’ho sempre frequentato e ho contatti con personaggi importanti, che potranno esserci utili anche per avere giovani di valore. A tal proposito, l’unica cosa che posso anticiparvi è che amo il vivaio e che su quel fronte faremo grandi cose». Tornando al “curriculum”, Masiero aggiunge: «Sono stato presidente del Trissino in Eccellenza e nello stesso paese sono stato patron per anni della squadra di hockey a rotelle, con cui abbiamo vinto anche lo scudetto. Insomma, amo lo sport in generale e tuttora (compirà 68 anni a settembre, è sposato e ha 4 figli, ndr) gioco a calcetto ogni settimana e vado in bici». Sul suo rapporto con Lori, che l’ha presentato a Musso, Masiero precisa: «Me l’ha fatto incontrare il mio consulente Roki Milutin, prima lo conoscevo solo di fama». Poche parole l’imprenditore usa anche quando si tenta di portare il discorso sul fronte lavorativo: «Abbiamo società in Inghilterra perché lavoriamo estero su estero nel settore siderurgico, ma per ora non chiedetemi di più. Comunque, se veniamo a Mantova è perché abbiamo le capacità economiche per farlo, altrimenti saremmo rimasti a casa».

Ore 15.50 – (Gazzetta di Mantova) Al termine di una riunione fiume, durata circa sei ore, nel pieno centro di Brescia nell’ufficio dell’avvocato Michele Rondinelli, arriva la fumata bianca. Ad annunciarla, nello studio di Serafino Di Loreto (proprietario dell’intero stabile), posto al piano di sopra, sono lo stesso patron biancorosso e il neoproprietario in pectore Roberto Masiero. «L’accordo per la cessione del 100% del Mantova è stato raggiunto – dice Di Loreto, con al suo fianco Masiero – ed entro la metà della prossima settimana andremo dal notaio a formalizzarlo. Ci vorrà qualche giorno in più del previsto per motivi tecnici: bisogna infatti inviare le raccomandate ai 12 soci dell’Acm e avere da parte di tutti la rinuncia al diritto di prelazione. Dopo le firme dal notaio ci sarà una conferenza stampa, nella quale verranno declinati percentuali d’acquisto, capitali versati, ruoli delle tre persone che interverranno (il sottoscritto, Masiero e Sandro Musso) e programmi dettagliati sul fronte tecnico. Il Mantova è salvo e avrà senza dubbio un futuro migliore, perché a rilevarlo c’è qui una persona di sostanza, che non ama fare proclami nè parlare prima del tempo, ma ha intenzione di fare ottime cose per la nostra piazza». Roberto Masiero, che dunque nel nuovo corso avrà al suo fianco anche Di Loreto e Musso con ruoli ancora da definire, dal canto suo ribadisce di voler aspettare l’acquisizione ufficiale del club prima di spiegare i suoi progetti, ma accetta almeno (vedi articolo nella pagina successiva) di spiegare ai mantovani attraverso la Gazzetta qualcosa del suo passato e i motivi che l’hanno spinto a lanciarsi in questa avventura. Il vertice in via dei Mille (di fronte al beneagurante cippo dedicato a Garibaldi, quello del «qui si fa l’Italia o si muore») mette insomma d’accordo tutti i protagonisti. Ma avrà un’appendice perché ci sono ancora “dettagli” da limare, prima di firmare un preliminare vincolante. Non solo: è probabile che l’atto dal notaio slitti, perché per concludere un affare con una società estera servono documenti dal Paese d’origine (in questo caso l’Inghilterra) e dunque altro tempo. Che potrebbe portare la vecchia proprietà a iscrivere la squadra prima dell’ingresso ufficiale della Td & Rm Fotball di Masiero e del 35enne romano Daniele Tasciotti. Lo stesso capitò tanti anni fa nel passaggio da Castagnaro a Fabrizio Lori, quest’ultimo ieri mediatore d’eccezione che sfodera un largo sorriso ma non rilascia dichiarazioni («magari parlerò nei prossimi giorni»). Fiduciosi anche i rappresentanti dei soci mantovani – tutti assenti -, l’avvocato Carlo Pegoraro e l’ex dg Maurizio Ruberti. «L’accordo è stato stilato – spiega Pegoraro -, ora dovrò farlo sottoscrivere a Bompieri, Tirelli e Giovanardi, che non sono venuti perché impegnati. Ci sono aspetti tecnici da limare ma la società acquirente ha dimostrato serietà e capacità economica: siamo ottimisti. Nei prossimi giorni contiamo di redigere un preliminare, che basterà per sbloccare il pagamento delle scadenze del 24 giugno». Anche Maurizio Ruberti conferma la soddisfazione: «L’accordo è stato raggiunto, al di là di qualche aspetto da formalizzare e gli acquirenti ci hanno fatto buona impressione. I soci mantovani resteranno come sponsor, come hanno anticipato loro stessi».

Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Dopo Salvatore Burrai (il regista ex Siena attende solo di mettere la firma sul biennale che lo legherà al Pordenone), ecco la pista che porta all’attaccante italo-brasiliano Paulo Daniel Dentello Azzi, obiettvo sfumato in alcune sessioni di mercato del passato e diventato ora possibile grazie anche al dissesto economico che investe il Pavia. Il giocatore, infatti, è di proprietà del club lombardo e il suo contratto scadrà il 30 giugno. Un rinnovo con il Pavia è al momento praticamente impensabile, dato che il proprietario cinese Zhu ha annunciato l’intenzione di vendere il 100% delle quote del club e contemporaneamente ha cancellato la convocazione (finalizzata alla dismissione dei rinnovi contrattuali) che riguardava i giocatori attualmente in rosa. In questa situazione di difficoltà si è gettato a capofitto il Pordenone, che vuole completare l’operazione in pochi giorni. Un blitz per portare sul Noncello un attaccante già cercato in passato e che ancora non si è espresso sui livelli promessi. Nato nel 1994, Paulo Azzi è di Bragança Paulista (stato di San Paolo del Brasile) e ha esordito in Italia con la maglia del Cittadella in serie B. È alto un metro e 88 centimetri, ma può giocare benissimo da esterno d’attacco. Nella sua carriera c’è stato anche lo Spezia in B, prima del trasferimento al Pavia avvenuto a gennaio. Da quel momento solo sei presenze. A Pordenone arriverebbe in cerca di rilancio. Sempre vivo l’interesse per Rachid Arma, l’attaccante della Reggiana che i neroverdi potrebbero scambiare con Francesco Finocchio. INGEGNERI – Passi avanti del ramarro anche nei confronti di Andrea Ingegneri. Il difensore vuole restare in città e con ogni probabilità non risponderà positivamente alle avances del Padova. Mancano solo i dettagli dell’accordo con il Cesena, proprietario del cartellino. Poi la conferma in neroverde sarà ufficiale, e la difesa (oggi potrebbe essere il giorno dell’annuncio della conferma di Mirko Stefani) finalmente a posto. Nelle prossime ore si troverà anche l’accordo definitivo per il prolungamento del contratto di Matteo Tomei, il portiere voluto l’anno scorso da Bruno Tedino. USCITE – Alex Pederzoli non ha ancora firmato con il Venezia, ma è solo questione di tempo. Per il passaggio di Matteo Mandorlini al Padova si attende una risposta dal Pordenone dopo l’offerta biancoscudata. È in stand-by, invece, la situazione relativa a Simone Pasa: il centrocampista può restare, ma prima deve risolvere il suo contratto con l’Inter. L’attaccante Minesso (Cittadella), cercato anche dal Pordenone, sembra essere più orientato verso il Padova. Il Venezia ha preso il difensore Malomo dal Pavia. Alberto Colombo verso la panchina del Como, retrocesso dalla serie B.

Ore 14.50 – (Messaggero Veneto) Non soltanto Arma, che in questo momento rappresenta qualcosa tra l’obiettivo e il sogno. Il Pordenone va forte su un altro attaccante: Paulo Dentello Azzi. Tra la società e l’entourage del giocatore, classe ’94, ex Pavia e Spezia, ci sarà un incontro la prossima settimana. L’allenatore-manager Bruno Tedino vuole il brasiliano, già trattato nel mercato dello scorso gennaio: al tempo Azzi optò per Pavia col suo lauto stipendio. Ora, dopo 6 gare in cinque mesi, può fare una scelta diversa. E sposare la causa neroverde, praticamente come ormai ha fatto il difensore Andrea Ingegneri (’92). Assalto. Andiamo con ordine: Arma, centravanti della Reggiana (’85), piace tanto. E’ un giocatore da 10-15 gol, bottino che potrebbe aumentare con Tedino, specialista nel consacrare le prime punte. L’interesse c’è, ma in questo momento il marocchino è fuori budget e si può portare a Pordenone solamente con uno scambio, magari coinvolgendo uno tra Cattaneo (’89) e Finocchio (’92), ancora legati da un anno di contratto. Azzi potrebbe arrivare a Pordenone con altri presupposti (economici): perciò la prossima settimana Tedino ha quest’incontro, perché conta di portare in neroverde il giocatore. Azzi arriva da 11 gare in 2 stagioni: il tecnico farà leva sulle sue capacità di resuscitare e valorizzare i giocatori, ben dimostrate la scorsa annata, unite alla tranquillità dell’ambiente dei “ramarri”. A livello economico, inoltre, la trattativa si può imbastire. Filtra ottimismo dal De Marchi. Conferme. Tomei (’84) e Stefani (’84) sono praticamente certi di restare: di fatto manca il nero su bianco, che arriverà in queste ore salvo sorprese. E’ vicino alla permanenza un altro elemento importante. Si tratta di Ingegneri, che ormai in cuor suo avrebbe deciso di prolungare la sua esperienza in neroverde complice anche l’assenso del Cesena, società proprietaria del suo cartellino. Manca ancora qualche dettaglio, ma anche in questo senso vige ottimismo. Con la permanenza del difensore romagnolo, il reparto centrali sarebbe completo, considerati i “sì” di Stefani e Marchi (’91). Dopodiché il pensiero di Tedino si concentrerà sul settore terzini, attualmente composto da un solo elemento (De Agostini) a fronte dei 4 richiesti. Interesse. Chiusura col centrocampo: detto di Burrai (’87) a un passo, ieri sono cambiati gli scenari relativi alle situazioni di Mandorlini (’88) e Pasa (’94). Il primo sembra destinato a rimanere, il secondo meno. Cos’è successo? Il Padova pare non riuscire a ingaggiare “Mando”, mentre sull’ex Inter è piombato il Cittadella appena salito in B.

Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Con D’Angelo custode della panchina giallorossa, Bassano potrebbe cambiare pelle: il 3-5-2 piuttosto che il collaudatissimo 4-2-3-1 che ha vestito da tre anni a questa parte il Soccer Team scandendo l’escalation di Petrone, Asta e Sottili in rapida sequenza. E allora, facendo leva sull’organico attuale come si disporrebbe la Virtus di oggi col nuovo assetto? D’accordo, giochino forse ozioso ma indicativo per capire di cosa abbisogna il roster col cambio di sistema. Vediamo un po’: Rossi tra i pali, linea difensiva a tre con Bizzotto perno centrale, Barison a sinistra e a destra diciamo sulla fiducia l’argentino Santiago Morero, pallino di D’Angelo che l’ha inserito nella lista dei desideri niente affatto proibiti e già contattato. Centrocampo a cinque con medani di riferimento Cenetti e Proietti. Servirebbe un altro interno che attualmente non c’è in rosa e allora al momento sarà Stevanin a recitare da intermedio nella cerniera centrale con Falzerano a destra e uno tra Laurenti (più propenso a ripiegare) e Candido a sinistra. Attacco a due punte come non succedeva da quattro anni con Pietribiasi (il suo rinnovo è il più vicino di tutti, ci sarebbe già un accordo sulla parola) prima punta e Fabbro spalla offensiva sempre che non si preferisca affiancare Candido al Condor. In alternativa in prima linea può essere ripristinata la soluzione dello sfondatore (Maistrello oppure Germinale se la società lo ritenesse integro e scegliesse di prolungare l’intesa) con a fianco Pietribiasi, magari collocato sul lato destro dell’area dove incide di più. Questo tipo di modulo consentirebbe di irrobustire la zona nevralgica del campo assicurando tanto dal centro con Proietti che dagli esterni con Falzerano e Laurenti (oppure Candido) una raffica di cross e rifornimenti per i finalizzatori Maistrello (o Germinale) e Pietribiasi. Garantendo in teoria maggiore produttività sottoporta di adesso. In fase di non possesso, invece, Falzerano e Laurenti avrebbero gamba per provvedere anche all’aspetto difensivo scalando sulla linea dei marcatori. D’Angelo però non disdegna pure il 4-3-1-2. In tal caso pack arretrato col solito eventuale Morero, poi Barison, Bizzotto e Stevanin, centrocampo con Cenetti, Proietti e un terzo che oggi potrebbe essere Laurenti un po’ adattato. Quindi Falzerano (o Candido) dietro le punte da trequartista classico e tandem Maistrello (o Germinale) e Pietribiasi là davanti con Fabbro primo cambio. In ogni caso un leader di retroguardia, un paio di medianoni strutturati e almeno una seconda punta prolifica vanno presi di sicuro più rincalzi di pari ruolo per completare la rosa. E in tema di mercato, Minesso e Sgrigna sono i più vicini per restituire qualità nella metà campo offensiva. E se saluterà Germinale, un anno fa con D’Angelo ad Alessandria. Chinellato, panzer del Cuneo è il chiodo fisso di Seeber. Ma non l’unico.

Ore 13.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Pederzoli-Fabris a centrocampo, il Venezia pesca esperienza e freschezza in Lega Pro. Doppio colpo per il ds Giorgio Perinetti che ieri ha regalato al tecnico Pippo Inzaghi il 32enne regista Alex Pederzoli (strappato al Pordenone con cui era sotto contratto fino al 2018) e il 23enne jolly Vittorio Fabris (libero dal 1. luglio dalla FeralpiSalò). Per Pederzoli, figlio dell’ex terzino arancioneroverde William e reduce da ottime stagioni con Ascoli, Sudtirol, Pavia e Pordenone, è un ritorno dopo la toccata e fuga della Lega Pro1 2007/08, quando fu spedito al Crotone il giorno dopo il rigore del 2-0 al PortoSummaga in Coppa Italia. Fabris, invece, è un centrale-interno destro uscito dalla Primavera del Vicenza e titolare da tre anni alla Feralpi. Per entrambi contratto biennale: «Visto che abbiamo preso questa strada, continuiamo» ha scherzato soddisfatto Perinetti, che per ha già bloccato fino al 2018 i difensori Domizzi, Baldanzeddu e la punta Virdis. A proposito del possibile pezzo da novanta per l’attacco (l’Ascoli ieri ha dichiarato fondamentale e incedibile Cacia) il ds però frena – «Sarà l’ultimo innesto che faremo perché non possiamo sbagliare» – ma in ogni caso restano caldi i nomi di un Calaiò in uscita dallo Spezia (sondato anche da Vicenza, Bari e Verona), del «diablo» Granoche (che il Modena vuole trattenere dopo la retrocessione dalla B) mentre il novarese Evacuo è ad un passo dal Parma. «Acquadro è abile e arruolato per il Venezia – conferma il dirigente lagunare – con Cernuto e Carbonaro gli accordi ci sono. Per il portiere e un difensore centrale siamo a buon punto, per il terzino sinistro ho 2-3 opzioni e cerco un interno mancino di centrocampo». Come portiere manca solo l’annuncio per il sandonatese Facchin del Pavia (scartati Manfredini e Ujkani), come laterale di spinta piace Basso del Trapani e per l’esterno d’attacco Tortori della Feralpi. Resta vivo l’interesse per il terzino Vitale, cercato anche da Reggiana, Salernitana e Avellino, mentre spunta anche il nome del difensore Malomo del Pavia. Il Venezia ha rinnovato con Vela per l’emissione di abbonamenti e biglietti (info www.veneziafc.club).

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Nella storia recente del Vicenza è il biancorosso che ha vinto di più con una promozione in serie B e due nella massima serie, oltre all’indimenticabile vittoria della Coppa Italia nel 1997. Fabio Viviani è reduce da una stagione a dir poco tormentata a Palermo dove la società siciliana è riuscita a restare in serie A salvandosi solo all’ultima giornata. «E’ stato un campionato difficile — sottolinea Viviani — alla fine l’obiettivo primario di mantenere la categoria è stato centrato e quindi si può dire che tutto è bene quel che finisce bene». Quasi un parallelo con quello che è accaduto a Vicenza, con la compagine berica che ha centrato la salvezza grazie ad una volata finale importante. «Ovviamente ho seguito il campionato del Vicenza e sono anche andato al Menti quando ho potuto. Credo che ad un certo punto restare in serie B non fosse per nulla semplice, ma grazie all’ottimo lavoro di Franco Lerda e alla capacità di reazione del gruppo l’obiettivo è stato centrato. Un risultato importante — dice l’ex biancorosso — perché ha consentito che potesse avvenire il cambio di proprietà che, sicuramente, porterà una ventata di novità e conseguente entusiasmo tra una tifoseria che era stanca di una situazione ormai logora e che non avrebbe portato da nessuna parte». Ma il difficile, anche se il passaggio di proprietà non è stato certo agevole, viene adesso e Viviani spiega chiaramente perché. «Vista la situazione e le difficoltà che esistono dal punto di vista finanziario, è necessario che la nuova società abbia un progetto e idee chiare da portare avanti, anche nel caso in cui i risultati del campo in un primo momento fossero negativi. Sarà importante credere in quello che si sta facendo, perché nel calcio se lavori bene i risultati prima o dopo arrivano». Viviani conosce bene Marco Franchetto, vice presidente ed amministratore delegato del nuovo Vicenza, ma tra i due negli ultimi tempi non ci sono mai stati contatti. «Conosco Marco e so che è una persona seria e per questo non ho fatto altro che mettermi a disposizione, niente altro». Viviani approva il progetto dei nuovi proprietari, che hanno dichiarato di voler puntare su una squadra giovane, cercando di limitare i costi e puntando a farla crescere stagione dopo stagione. «Nella situazione in cui si trova il Vicenza è l’unica strada percorribile — riflette — ma lo era anche anni fa, lo sostengo da tanto tempo. Purtroppo sono stati buttati via tanti anni senza costruire, né programmare niente. Ritengo che oggi, se si fosse lavorato bene, il Vicenza si poteva trovare nella invidiabile situazione dell’Empoli, invece si è fermi a dieci anni fa… Anche perché puntare su una squadra di giovani non toglie la possibilità di fare bene, ma nel calcio se non hai grandi disponibilità economiche per ottenere risultati importanti devi saper seminare e poi raccogliere con dedizione e competenza». Il nuovo Vicenza potrebbe quindi cercare di emulare la grande squadra guidata dal presidente Pieraldo Dalle Carbonare, anche se i risultati ottenuti da quel gruppo sono probabilmente irrepetibili. «I presupposti magari ci sarebbero — sottolinea Viviani — ma quella fu una squadra con fusione di talento ed intelligenza che permise di ottenere una coesione tra tutte le componenti, che spinsero unite in un’unica direzione riuscendo ad ottenere risultati straordinari. La strada da seguire è quella, di questo ne sono fermamente convinto».

Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) «O Brasile mio, che disastro. Spero mi consoli il Vicenza». Quello di Luis Vinicio de Menezes è uno sfogo composto, saggio. La sua nazionale è stata eliminata al primo turno dalla Coppa America e per O’ lione, 84 anni, brasiliano di Belo Horizonte, è una catastrofe. «Annunciata, però». Bang. È un siluro di collo pieno. Ammortizzato dalla fiducia che Vinicio, straordinario bomber del Vicenza negli anni Sessanta, ripone nei colori biancorossi.Vinicio, intanto come sta?Bene, ma potrei stare meglio. Voi sapete quanto spazio ha il calcio nel mio cuore. Ora soffro un po’…C’era una volta la Selecao…Già, regalava spettacolo e soprattutto vinceva, quel che non riesce più a fare.Come mai secondo lei?Sono lontani i fasti del Brasile che stravinceva, era imbattibile, quasi invulnerabile. C’erano campioni veri, campioni con la c maiuscola in passato.Però scusi, Oscar, Neymar, Hulk non sono proprio così male…No, ci mancherebbe. Hanno fantasia, grandi colpi, sono giocatori divertenti, nulla da dire. Ma arrivano già appagati.In che senso?I più giovani, soprattutto, giocano i loro campionati in Europa. Poi quando è ora di nazionale, si adagiano un po’.Proprio quando vestono la maglia della nazionale, che dovrebbe essere motivo di orgoglio?Proprio così, la nazionale è tutto, l’ho sempre pensato anch’io.Suvvia, si consoli col Vicenza. Dopo anni molto bui, ha girato pagina.Ho saputo, è cambiata la proprietà. Una svolta può sempre fare bene e comportare cambiamenti positivi. Ciò non è detto in realtà, ma la speranza è questa. Io amo il Vicenza e voglio solo il bene per questi colori.Che idea si è fatto di Alfredo Pastorelli?Potreste dirmelo voi? Io veramente non lo conosco, ho solo saputo dell’avvicendamento. E comunque la cosa più importante, in questo momento, è il risultato sportivo ottenuto dal Vicenza quest’anno: la salvezza.Al Vicenza augura di tornare in A?Piano, credo sia giusto andarci con i piedi di piombo. Io sarei felicissimo se solo il Vicenza si facesse trovare all’altezza in un campionato, comunque bello e importante, come quello di B. Il resto potrà venire in futuro. Sarebbe bellissimo.Torniamo al Brasile. L’eliminazione in Coppa America, per mano del Perù, è stata una sorpresa.Mica tanto, io me l’aspettavo, proprio per i motivi che in parte ho spiegato. Non è più lo stesso Brasile da un po’ di tempo. Si vedeva che non era all’altezza della situazione, pur con formazioni decisamente alla portata.La colpa è anche di Dunga, che è stato sollevato dall’incarico e che è stato sostituito da Tite?Il tecnico o il ct, nel suo caso, paga sempre il prezzo di una sconfitta o di un’eliminazione. Però è la squadra che non gira più.Quanto ha inciso il “Mineirazo”?Tantissimo, quel 7-1 per la Germania ai Mondiali del 2014, è stato un vero disastro e credo abbia lasciato una ferita profondissima.Ricordiamo ai più piccini. Perchè O’ lione?Un giornale di Rio mi celebrò con una poesia: Vinicio, il tuo nome è perfetto, hai nel petto il cuore di un leone. Me lo sono portato appresso.Chi è il giocatore che più le assomiglia oggi?Vieri, qualche anno fa… I più grandi che ho visto sono stati Garrincha e Nilton Santos.A Vicenza è amatissimo. I suoi “ruggiti” infatti sono indimenticabili.Sono stati anni meravigliosi per me. Sono stato capocannoniere nella stagione ’65-’66 e la ricorderò sempre. A Vicenza ho ancora molti amici e spero di tornarci presto. Con la speranza che le cose vadano sempre meglio. E che il Vicenza mi dia quello che il Brasile, in questo momento non mi sta dando.

Ore 12.10 – (Gazzettino) L’Este cala la coppia a sorpresa: la società ha infatti ufficializzato ieri l’arrivo di due nuovi giocatori. Vestiranno la casacca giallorossa Ludovico Longato, centrocampista che nella passata stagione si è fatto notare per la sua capacità di costruire il gioco e di dettare i tempi alla squadra, e Riccardo Busatto, difensore centrale di sicuro affidamento. Veneziano di Dolo, 23 anni, Longato è reduce da una stagione positiva con il Calvi Noale. In precedenza aveva giocato, sempre in serie D, con Legnago Salus e Marano. È cresciuto nelle giovanili del Padova, dove ha totalizzato quarantacinque presenze in due stagioni. Il Noale ha dato la notizia del suo addio con un comunicato nel quale è stato sottolineato il ruolo del giocatore nella mediana della squadra. «Era diventato un punto di riferimento – fanno sapere dalla società veneziana – per la costruzione del gioco». L’altro acquisto arriva direttamente dalla squadra vincitrice del girone C di serie D: Busatto, anche lui classe 1993, nel passato campionato ha infatti indossato la maglia del Venezia. Prima era stato all’Arzachena, ma vanta dodici presenze in C2 con il Real Vicenza. Le sue prime esperienze in categoria risalgono addirittura al 2011, quando ha giocato con il Sandonà Jesolo. «Longato ci darà qualità e quantità – sottolinea il vice presidente giallorosso Stefano Marchetti – e insieme a Tessari forma una coppia di centrocampo davvero di valore. Busatto non è certo da meno nel ruolo. Ora siamo alla ricerca di giocatori giovani e motivati, e stiamo anche lavorando per mettere nelle mani del tecnico una squadra di livello». Marchetti annuncia altre grosse novità entro la settimana: di sicuro arriverà un attaccante, che dovrà far dimenticare il capocannoniere del girone, Mastroianni. Posta la conferma di Lorello, che porterà la fascia di capitano anche nella prossima stagione, mancano comunque molti altri giocatori inseriti nella lista della spesa. La difesa va rinforzata e pure il reparto avanzato ha bisogno di almeno due uomini di un certo livello per poter competere con le altre corazzate del campionato. Sul versante delle partenze, invece, hanno salutato i Lucchiari il difensore Arvia e il centrocampista Caporali. Si tratta di due pedine molto importanti per il gioco atestino, che non sarà facile rimpiazzare. Il secondo ha seguito all’Alto Vicentino l’ex tecnico estense Pagan, l’altro deve ancora trovare una sistemazione.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Alessandro Salvi e il Cittadella ancora insieme. Ieri il difensore granata ha allungato di un altro anno il contratto che lo lega alla società del presidente Andrea Gabrielli, ed è pronto a rituffarsi nell’avventura della serie B, categoria che ha già affrontato in carriera, con l’Albinoleffe, in due stagioni consecutive, realizzando anche un gol. «Con il Cittadella però ho assaporato per la prima volta la gioia di una promozione. Non mi era mai capitato, è una sensazione bellissima. Quella appena conclusa penso sia stata la mia stagione migliore». Non c’è voluto tanto tempo per mettere nero su bianco l’intesa verbale che si era già raggiunta. «Aldilà dell’annata davvero positiva, sia io che la società volevamo continuare ancora assieme. Ho dato subito la disponibilità per legarmi a questi colori fino al 2019». Salvi l’ha giustamente catalogata come una grande stagione, ma c’è qualcosa che poteva fare meglio? «Certo, migliorare si può sempre. C’è un unico rammarico da parte mia, quello di non aver fatto nemmeno un gol, sono fiducioso per l’anno prossimo. Sarà un campionato più lungo e difficile di quello di Lega Pro, ci sono tante insidie, mille difficoltà nascoste dietro l’angolo. In B devi sbagliare di meno, altrimenti ti castigano». Il Cittadella riabbraccerà la serie cadetta, Salvi si augura di poter fare altrettanto con gli attuali compagni di squadra. «Spero rimangano tanti giocatori dell’attuale rosa. So che tutti non ci ritroveremo al raduno, Marchetti deve fare i conti con il limite di età imposto dal regolamento». Il difensore non vuole fare proclami: «Sono convinto che anche in B il Cittadella possa lasciare il segno. C’è una grande base sulla quale ripartire e lavorare, e possiamo toglierci qualche bella soddisfazione. Ci credo». Espletate le formalità del rinnovo, adesso ancora un po’ di vacanza. «Sono stato qualche giorno a Londra, andrò in Toscana». Con un compagno di squadra sempre a stretto contatto: «Ho legato tantissimo con Pippo Lora, ci vediamo e ci sentiamo spesso e volentieri».

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Ha ancora il gesso al braccio sinistro, per via della frattura scomposta al quinto metacarpo della mano rimediata proprio nel corso dell’ultima gara ufficiale, in Super Coppa contro la Spal. Ma questo non gli ha impedito di firmare il prolungamento del contratto che lo legherà al Cittadella per le prossime tre stagioni. «Beh, ho firmato con l’altra mano, ma lo avrei fatto pure usando i piedi se fosse stato necessario» scherza Alessandro Salvi, ingaggiato la scorsa estate dall’Albinoleffe. In realtà, il 28enne terzino destro era già sotto contratto per il prossimo campionato, «ma ora ne abbiamo aggiunti altri due. Quando mi è stato proposto dal direttore generale Marchetti non ci ho pensato troppo, non solo perché dopo una stagione trionfale come quella appena conclusa era scontato che volessi rimanere, ma anche perché non sono molte le società serie come quella granata». Sulla sua strada, in Serie B, Salvi si ritroverà in casa un concorrente in più, l’esterno basso Ivan Pedrelli, prelevato dal Rimini la scorsa settimana. «Personalmente non lo conosco, ma sono dell’idea che più gente valida arriva, meglio è. Non lo vedo come un rivale ma come un compagno che potrà darci una mano in un campionato molto più lungo di quello scorso, in cui tutti avranno la necessità di rifiatare, prima o poi». Apposta la firma, non resta che godersi l’estate. «Stamattina finalmente toglierò il gesso e domani partirò con mia moglie Martina e mio figlio Daniele per la Toscana» racconta il difensore, che a maggio ha fatto parte del nutrito gruppo di giocatori che hanno festeggiato la promozione in una breve vacanza a Mykonos, in Grecia. Intanto, in attesa di notizie relative a Litteri e alla trattativa con il Latina per farlo rimanere a Cittadella, sembra prendere corpo la soluzione B, che vede Marchetti sulle tracce di Andrea Arrighini, 26enne centravanti pisano di proprietà dell’Avellino, nella scorsa stagione al Cosenza. La società granata pare aver sopravanzato la concorrenza delle possibili pretendenti, fra cui risulta esserci la Reggiana. Il giocatore sarebbe attirato dall’idea di mettersi in luce nella categoria cadetta.

Ore 11.00 – (Corriere del Veneto) In casa Cittadella novità importante in vista della serie B. Mentre il dg Stefano Marchetti cerca di trovare l’accordo col Latina per trattenere Litteri, cercato da molte squadre, i granata hanno rinnovato il contratto con Alessandro Salvi. Il terzino classe ’88 resterà agli ordini di Venturato anche tra i cadetti. In giornata è rimbalzata anche la voce di un interessamento per l’attaccante classe 1990 Andrea Arrighini, giocatore in forza all’Avellino, che nella passata stagione ha militato al Cosenza.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Sempre riguardo al centrocampo, sono basse le percentuali di vedere Giandonato vestire il biancoscudo l’anno prossimo, pur essendo sotto contratto per un’altra stagione. Fermo restando che il Lanciano sta attraversando un momento di confusione dopo la retrocessione, avrebbe comunque manifestato l’interesse a tenere il giocatore anche nel prossimo campionato, e nei prossimi giorni i contorni della vicenda dovrebbero essere più chiari. Anche nel caso in cui dovesse rientrare alla base, Giandonato difficilmente rientrerebbe nei piani biancoscudati. E tra i giocatori già sotto contratto, ce ne sono anche altri da tenere monitorati, tra i quali Ilari e Petrilli. Partendo dal presupposto che Zamuner e Brevi intendono impostare un centrocampo a tre e che davanti vogliono puntare sul tandem Neto Pereira-Altinier, è evidente che un esterno dalla spiccate doti offensive come Petrilli rischia di essere penalizzato, mentre Ilari potrebbe avere qualche possibilità in più potendosi adattare maggiormente a un lavoro di contenimento. Anche nei loro casi presto se ne saprà di più.

Ore 10.20 – (Gazzettino) Stiamo parlando di Francesco Dettori, centrocampista trentatreenne che, salvo dietro front clamorosi, firmerà un contratto biennale con i biancoscudati. L’accordo di massima è stato già trovato nei colloqui telefonici, ora restano da limare un paio di dettagli e il faccia a faccia in programma con il giocatore, affiancato dal suo agente Silvia Patruno, servirà a chiudere definitivamente il discorso procedendo così alla sua ufficializzazione. Dietro all’operazione c’è il benestare di Brevi che ha già avuto Dettori qualche stagione fa alla Cremonese apprezzandone non solo le qualità tecniche, ma anche quelle umane. Restando in tema di giocatori finiti nel mirino come possibile acquisti, ha fatto registrare invece una battuta d’arresto la trattativa per Minesso del Cittadella. Alla base della frenata ci sarebbe la volontà del giocatore di essere impiegato come esterno, mentre non digerirebbe molto bene l’eventualità di essere utilizzato come mezzala.

Ore 10.10 – (Gazzettino) Spedizione milanese ieri per Giorgio Zamuner che nell’occasione è stato accompagnato da Oscar Brevi. In agenda alcuni appuntamenti per sondare il terreno su possibili obiettivi, anche se la giornata nel capoluogo lombardo non sembra avere fatto registrare significativi passi in avanti. In particolare nei colloqui con un paio di club di prima fascia della serie A, ossia Juventus e Inter, che in questa fase iniziale del mercato sono più propensi a valutare eventuali ipotesi dalla serie B per piazzare i loro giovani talenti. Il Padova, infatti, ha manifestato interesse per profili come quelli di Popa, Bonetto e Della Giovanna tra i nerazzurri, e di Romagna e Cassata tra i bianconeri. Trovando, come detto, al momento la porta sbarrata, ma non è escluso che tra qualche settimana le piste possano tornare percorribili. Naturalmente il responsabile dell’area tecnica si sta muovendo in più direzioni per allestire un organico competitivo in vista della prossima stagione, e nella tarda mattinata di martedì dovrebbe raccogliere un primo frutto del suo lavoro.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Quando si capiranno le intenzioni della dirigenza bianconera nei suoi confronti, si proverà a portarlo in biancoscudato, anche se l’eventuale presenza di Francesco Dettori (la cui firma è attesa martedì) potrebbe convincere il giovane a declinare l’offerta, visto che a Carrara proprio la presenza dello stesso Dettori, suo omologo in campo, gli ha impedito di trovare continuità. Zamuner poi ha visto l’Inter per raccogliere informazioni: sul taccuino i nomi di due giovani della Primavera nerazzurra, i centrocampisti Enrico Baldini e Mattia Bonetto, ma solo nei prossimi giorni se ne potrebbe sapere qualcosa di più. I primi colpi. Martedì può essere il giorno buono per la firma di Francesco Dettori. Si attendono importanti novità anche da Matteo Mandorlini, regista del Pordenone, Mattia Minesso del Cittadella, conteso anche dai neroverdi, e Daniel Semenzato, terzino in uscita da Bassano.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Negli ultimi giorni, invece, è arrivato un altro dietrofront, probabilmente definitivo: il nuovo tecnico biancoscudato sta pensando ad una possibile difesa a tre, e per questo avrebbe deciso di proporre a Fabiano di rimanere biancoscudato anche l’anno prossimo. All’inizio della prossima settimana, al difensore sarà recapitata l’offerta per il rinnovo contrattuale: se accetterà – ed è difficile immaginare il contrario, stante la manifesta volontà di rimanere – l’accordo sarà messo nero su bianco. La spedizione. Ieri il direttore generale biancoscudato, Giorgio Zamuner, ha vissuto un’intensa giornata di colloqui a Milano, tradizionale luogo di ritrovo di direttori sportivi e addetti ai lavori. Ha incontrato i dirigenti della Juventus, sondando il centrocampista ventunenne, l’anno scorso in prestito alla Carrarese, Mattia Gerbaudo.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Prima le certezze, poi la grande paura, ora il nuovo dietrofront. Salvo clamorose sorprese, al momento difficili da ipotizzare, Fabiano Medina rimarrà biancoscudato anche nella prossima stagione. La decisione della società ormai è presa: il centrale difensivo brasiliano può ancora tornare utile alla causa biancoscudata. Ora non rimane che attendere la risposta del giocatore: la prossima settimana l’incontro decisivo. La motivazione. Fabiano sarebbe felice di rimanere a Padova, e fino a due settimane fa anche il Padova sembrava intenzionato a confermarlo rinnovandogli il contratto in scadenza. Dopo l’addio di De Poli e Pillon, invece, tutte le indiscrezioni sembravano sussurrare che Giorgio Zamuner e Oscar Brevi avrebbero fatto a meno della sua esperienza, in nome di un massiccio ringiovanimento della rosa.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Blitz meneghino per Giorgio Zamuner, che ieri ha trascorso la giornata nella capitale del calciomercato italiano. Il direttore generale biancoscudato a Milano aveva in agenda diversi incontri con procuratori e squadre e in lista alcuni giovani da valutare e qualche sondaggio per future operazioni. La prima buona notizia riguarda il centrocampista Matteo Gerbaudo , elemento di qualità classe ’95 della Juve, che l’ultima stagione si è messo in luce con la Carrarese. La trattativa è partita, con lo scopo di chiudersi prima del ritiro di Mezzano in programma dal 10 luglio. Oltre a lui si è parlato dei giovani dell’Inter Mattia Bonetto (’97) ed Enrico Baldini (’96). In attesa dell’ufficialità del centrocampista 31enne Francesco Dettori , che arriverà a parametro zero dalla Carrarese e nonostante la concorrenza di diverse squadre, trovano conferme alcune voci rimbalzate nei giorni scorsi. Il Pordenone ha fatto l’ennesima richiesta al Cesena per il centrale difensivo Andrea Ingegneri , già l’ultimo campionato coi Ramarri. Il Padova prova a inserirsi in attesa di capire le volontà di Fabiano il cui prolungamento di contratto verrà discusso forse già oggi. Tornano insistenti i rumors su un interesse per Daniel Semenzato e Domenico Germinale del Bassano: il primo non farebbe più parte dei piani giallorossi, conosce bene Zamuner e non vuole allontanarsi dal Veneto, più difficile arrivare al secondo.




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