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Ore 19.40 – (Corriere delle Alpi) Il Belluno perde qualche pezzo. Dopo Brino, anche Marco Farinazzo lascerà i gialloblù dopo una sola stagione. L’esterno offensivo era stato confermato da mister Vecchiato e dal ds Fardin, ma il ragazzo, dopo aver preso tempo, ha deciso di cambiare aria. A luglio il giocatore sarà automaticamente libero di firmare per un’altra società. La destinazione è ancora top secret, ma è sicuramente di un altro girone. «Volevo una nuova sfida e ho deciso di andare via – spiega Farinazzo – spero che l’accordo si possa concludere alla fine di questa settimana, oppure la prossima, quando incontrerò la nuova società. Vado via per un progetto ambizioso, l’idea è quella di provare a vincere il campionato, anche se nel calcio ovviamente non si può mai sapere come andrà. Mi dispiace lasciare un ambiente dove sono stato benissimo, a partire dai miei compagni, il mister e tutta la società. Ho parlato a fine campionato con Fardin e Vecchiato, hanno provato a convincermi a rimanere, ma alla fine questa è la mia scelta». Sei gol e qualche infortunio di troppo. Il bilancio della stagione di Marco Farinazzo è sicuramente positivo, anche se qualche stop ai box di troppo ha tenuto fuori il giovane classe 1996. «A parte qualche malanno, direi che la mia stagione è andata abbastanza bene – continua Farinazzo – tra l’infortunio alla spalla e quello al volto purtroppo però sono rimasto fuori praticamente tre mesi saltando una decina di partite. Per la stagione della squadra, nonostante un inizio difficile con troppi pareggi ci siamo ripresi alla grande e il quarto posto è stato assolutamente meritato. Durante l’anno ho vissuto con Antonio Acampora e Andrea Franchetto, ma ho stretto un ottimo rapporto con tutti i miei compagni di squadra, in particolare con Marco Duravia. Un addio? Mi piace di più pensare che sia un arrivederci». Il Belluno giocherà come negli ultimi anni con tre fuoriquota nel reparto difensivo. Uno sarà in porta, per Menegazzo è ormai fatta, mentre si aspetta la decisione di Solagna, un esterno destro che Fardin sta cercando fuori provincia, e un centrale che potrebbe essere il confermato Franchetto. Il quarto sarà a metà campo e potrebbe essere uno tra Quarzago e Marta Bettina. La partenza di Farinazzo, quindi, potrebbe non essere rimpiazzata essendo il ragazzo un 1996, ultimo anno utile ad essere fuoriquota.
Ore 19.10 – (La Provincia Pavese) «Se non credessi nella possiblità di salvare il Pavia sarei già in vacanza e fino alla fine lavoreremo grattando il barile con tutte le unghie per riuscirci – dichiara ildg Nicola Bignotti – Se ci riusciremo sarà una squadra con una rosa composta da nostri giovani e da altri che tramite i miei rapporti e quelli di Aldo Preite riusciremo ad avere in prestito. L’allenatore sarà Omar Nordi, ovviamente se accetterà la nostra proposta. Gli abbiamo ventilato l’ipotesi domenica scorsa quando con Preite siamo andati a vedere gli Allievi Nazionali impegnati nelle finali a otto a Cesena».
Ore 18.50 – (La Provincia Pavese) «Dal 23 maggio scorso ho un mandato firmato dal presidente Zhu per trovare nuovi partner o soci interessati ad acquisire o entrare nell’A.C.Pavia». Il direttore generale azzurro Nicola Bignotti parla a ruota libera in una lunga diretta sulla pagina Facebook della Provincia Pavese. E’ l’occasione per un chiarimento su tanti temi riguardante la delicata situazione societaria e sul futuro del club azzurro di cui si parlerà lunedì prossimo al consiglio comunale di Pavia. Bignotti, ci sarà? «Ho dato la disponibilità a partecipare a quest’incontro pubblico in Consiglio Comunale chiedendo che avvenissimo il primo possibile per affrontare la situazione visto che l’amministrazione comunale e il sindaco vogliono interessarsi e dare un mano al futuro della società». È vero che i soldi non arrivano più dalla Cina perché è cambiata la normativa sul trasferimento dei capitali? «Non so quali siano i problemi. I trasferimenti si sono interrotti a febbraio, da inizio marzo i soldi necessari per la gestione della società non arrivano. Per andare avanti stiamo cercando capitali sul territorio, nuovi soci, partner. Amici pronti a darci una mano e raccogliere fondi per avere la certezza dell’iscrizione prima possibile». Quanto serve economicamente per riuscirci ? «Un milione e trecentocinquantamila euro tra fidejussione, la rateizzazione Inps etc. Attualmente si è trovata la disponibilità economica per la questione iscrizione e la fidejussione. Ma occorre liquidità per pagare gli stipendi da marzo in poi. Senza il pagamento di questi – a differenza di quanto afferma il presidente Wang – Non ci si può iscrivere.». Ci sono già cordate pronte a rilevare il Pavia ? «Con alcune persone abbiamo parlato. La cosa non è così immediata, vanno valutati bilanci, analizzati i debiti e in una squadra di calcio anche quanti sono i costi di gestione per gli anni successivi». Intanto sabato 18 giugno avete riconvocato i giocatori con che obiettivo ? «La convocazione è stata annullata perché era inutile farli venire qui solo per vederci in faccia. Con molti di loro abbiamo rapporti diretti, quasi quotidiani e quindi sanno quale è oggi la situazione». Il presidente Zhu dice che qualche dirigente ha fatto i propri interessi. Come commenta? « Quando qualcuno dice frasi come queste deve avere la personalità di fare i nomi e cognomi. Sparare nel mucchio è facile. E’ indubbio che sul piano sportivo errori sono stati commessi». Il vicepresidente Wang ha dichiarato che lei è un problema per la società. Cosa risponde? «Se ne assumerà le responsabilità. E’ noto che non ho rapporto con lui che non ha competenze in materia, le avrà in altri campi come nell’agopuntura. In due anni con tanti cambiamenti l’unico dirigente rimasto sempre è lui». A proposito di scelte, chi le ha fatte? «Come allenatore Marcolini non l’ho scelto io, sono arrivato dopo e ad esonerarlo è stato direttamente Zhu dopo la sconfitta con il Lumezzane. Brini l’ho scelto io, lo ritenevo con le caratteristiche giuste di allenatore vincente e di esperienza. Dopo la sconfitta di Mantova Wang voleva esonerare anche Rossini e richiamare Marcolini, ma io e Preite gli abbiamo consigliato di non farlo». La campagna di gennaio è stata fatta, però, sotto la sua volontà? «Mia e di Imborgia. Ma con l’avallo della società visto che dal giugno scorso nessun italiano ha potere di firma. Ogni acquisto è stato sottoposto all’ex allenatore della nazionale cinese Zhu Guangh, al vicepresidente Wang e a Zhu tramite la traduttrice Luna. Quello che non abbiamo fatto è stato quello di prendere quattro giocatori croati proposti da Dario Simic (ex calciatore di Inter e Milan) a Wang, altri dal campionato greco questi proposti da Vinicio Fioranelli (sempre a Wang). Per quanto riguarda le mie responsabilità con il senno di poi penso che oggi si possa valutare troppo invasiva la campagna di gennaio visti i risultati finali». E sulla gestione precedente il suo arrivo, quella del primo anno della proprietà Zhu? «Non c’ero e non è giusto giudicare il lavoro fatto da altri. Quello che so è che c’è una denuncia costata la penalizzazione di due punti perché presentata dal vicepresidente Wang non in maniera corretta. Se abbia ragione il denunciante o il denunciato c’è un entità superiore come la Procura a doverlo dire….». Il Pavia è a rischio fallimento? « Sì. E’ normale che sia così vista la situazione. Ma stiamo lavorando tutti per evitarlo. Io, Aldo Preite, il segretario Marco Marchetti, Luna Zheng e Maurizio Del Tenno (socio di Zhu nella società immobiliare China Investment,ndr), quest’ultimo senza voce in capitolo o obblighi nei confronti del Pavia ma anche lui sta cercando di darci una mano».
Ore 18.20 – (Gazzetta di Reggio) Adesso è ufficiale, Leonardo Colucci sarà il nuovo allenatore della Reggiana per la stagione 2016-17 e, dopo il comunicato della società avvenuto domenica, nella giornata di ieri, il neo tecnico è stato presentato presso l’azienda Bettati Antincendio che si conferma nel Pool Granata. Al fianco di Leonardo Colucci erano presenti l’amministratore delegato della Reggiana Guido Tamelli, il vice presidente Sisto Fontanili e il socio-consigliere Gianni Perin. E’ stato proprio Tamelli il primo a dare il benvenuto al nuovo tecnico ricordando il glorioso passato che lega la Reggiana e Leonardo Colucci, auspicando un futuro altrettanto colmo di soddisfazioni. «Siamo estremamente contenti di poter essere qui a presentare Colucci come il nostro nuovo tecnico» – l’esordio dell’amministratore delegato granata – «questo per noi è il vero punto zero, quello dal quale ripartire con un progetto importante, ambizioso e con una visibilità internazionale (il riferimento è ovviamente all’arrivo imminente di Mike Piazza che, come pubblicato anche sul sito ufficiale della società sabato mattina sarà a Reggio). La Reggiana è legata a Leonardo Colucci da ricordi importanti come la promozione in serie A conquistata con in panchina Carlo Ancellotti e, siamo convinti che come allenatore possa ridare alla piazza emozioni importanti come le ha date da giocatore». La “lista” stilata dalla società per cercare il profilo corretto del nuovo allenatore comprendeva diversi nomi, ma Colucci al primo incontro con i dirigenti ha subito sbaragliato la concorrenza: «Siamo stati subito colpiti dal suo atteggiamento e dalla sua grande voglia di essere protagonista con la Reggiana» – ha voluto sottolineare Guido Tamelli – i nomi che stavamo valutando come società erano diversi, ma dopo il primo incontro con Leonardo sapevamo già che lui era il profilo che stavamo cercando. Ha un’idea di gioco votata all’attacco, andando sempre alla ricerca del risultato e, siamo convinti che possa portare grande entusiasmo poiché, oltre ad una grande conoscenza del gioco dovuta ad una lunghissima carriera da giocatore professionista, possiede delle doti umane importanti». Il vice presidente Sisto Fontanili ha fatto un caloroso in bocca al lupo al nuovo tecnico granata mentre il socio e consigliere Gianni Perin ha portato il suo saluto accostando il nome di Colucci ad altri allenatori che si sono seduti sulla panchina granata all’inizio della carriera e hanno poi spiccato il volo verso grandi palcoscenici.
Ore 18.00 – (Gazzetta di Reggio) Si presenta con una vistosa sciarpa granata al collo. Piaggeria o sincerità? Gianni Migliorini fuga subito ogni dubbio. «Per me – esordisce il collaboratore principe di Leo Colucci – è un onore tornare a Reggio, un motivo di orgoglio. Qua non ho avuto, sportivamente parlando, le medesime soddisfazioni di Colucci (solo 16 presenze in 2 stagioni contrassegnate da una retrocessione ed una salvezza rimediata all’ultima partita), ma ho conosciuto la città, costruito amicizie vere, durature nel tempo, per me è un motivo di soddisfazione». Le sensazioni? «Grande felicità e stimoli, so che la città di Reggio ha fame di calcio, per blasone, storia, calore della tifoseria meriterebbe palcoscenici superiori alla legapro; il nostro compito è di portare la maglia della Reggiana sui tutti i campi con dignità ed orgoglio, niente promesse, se non quelle di lavorare ogni giorno per dare quelle soddisfazioni che un pubblico così si attende da tanti, troppi anni». La metodologia di lavoro di Colucci? «Tra noi c’è massima intesa, grande simbiosi, un matrimonio riuscito bene, lui è nato allenatore, sento e comprendo qualche perplessità per la mancata esperienza, la prima volta da allenatore di una squadra “vera”, ma posso assicurare che Leo è bravo, preparato, non lascia nulla al caso, se riusciremo a scegliere uomini prima che giocatori con voglia, determinazione, anche coraggio, sono sicuro che ci divertiremo». Da dove nasce l’amicizia ed il rapporto con Colucci? «Grazie ad un mio ex compagno al Cittadella, Ferrarese, che aveva giocato con Colucci nel Verona, ci ha fatto conoscere e di lì è nata l’amicizia, poi noi abbiamo fatto fatica a smettere, lui lo ha fatto a 38 anni ed io a 40; appese le scarpe al chiodo mi era stato chiesto di fare l’allenatore in seconda nella mia ultima squadra, il Mantova, poi due anni fa stavo frequentando il corso a Coverciano e Leo mi ha interpellato chiedendomi se mi andava di fargli da secondo al settore giovanile del Bologna e da allora collaboriamo». La Legapro la conoscete? «Come no, nelle ultime settimana avremo visto assieme una cinquantina di partite della Reggiana, una certa idea sull’organico e sulla categoria ce la siamo fatta». Quale? «Che c’è una buona base di partenza, tra i giocatori sotto contratto ci sono giovani di valore su cui puntare, il portiere, Sabotic e Spanò, poi Panizzi è un 94, Maltese pure è giovane, se non sbaglio è un ’92, Bartolomei non si può considerare anziano ed ha già un paio di campionati alle spalle. Poi di giocatori bravi in giro ce ne sono tanti, dovremo avere la capacità di non sbagliare le scelte».
Ore 17.40 – (Gazzetta di Reggio) «Voglio uomini, nella mia Reggiana che abbiano fame, non fama»: questo è il concetto dal quale parte Leonardo Colucci sulla panchina granata. Conosce bene l’ambiente e la città per aver contribuito alla storica promozione in Serie A ai tempi di Carlo Ancelotti ed infatti le prime parole sono rivolte ai tanti amici di Reggio: «Un saluto a tutti voi ed un ringraziamento speciale al ds Grammatica, al presidente Compagni ed al neo entrante Piazza per avermi dato questa possibilità che è orgoglio puro. Prometto di essere al servizio della Reggiana per un campionato importante perchè qua c’è blasone e fra tre anni si festeggerà il secolo di vita. Non lesineremo una goccia di sudore, come staff e come squadra, e vedrete impegno, professionalità, serietà ed appartenenza alla maglia. Voglio vedere grande dignità in una squadra organizzata ed intensa che sappia trascinare il pubblico, e non viceversa, con un calcio propositivo e da protagonisti». Da dove comincia? «Faremo il punto della situazione. A me piacciono giocatori che siano prima uomini poi calciatori, con spirito di sacrificio e determinazione». Modulo di riferimento? «Inutile dare numeri, si può variare dalla difesa a tre a quella a quattro, perciò vorrei una squadra dinamica che sappia adattarsi». Predilige la fisicità o la tecnica? «L’una non esclude l’altra. Devono saper fare sia fase di possesso che non possesso palla perciò devono essere atleti universali e chi non si adegua fa fatica nel calcio moderno». Ha iniziato a valutare i granata sotto contratto? «Ho visionato una cinquantina di partite e messo dei punti fermi, partendo dalla volontà dei ragazzi, perché chi resta deve dare il 110% visto che in carriera non ho mai visto giocatori insostituibili». Gradirebbe andare in ritiro con la rosa al completo? «Il mercato è sempre aperto ma il 70-80% prevedo che salirà con noi. Se l’ultimo giorno di mercato ci fosse l’occasione si farà». Ci saranno giovani del Bologna o della Berretti? «Se faranno comodo al progetto vedremo, ma io ed il ds conosciamo bene i settori giovanili e sappiamo quanto sia difficile portare in Lega Pro giocatori delle categorie superiori mentre dei nostri ne proveremo alcuni per valutarli». Darà consigli al settore giovanile? «Se lo chiedessero sì ma senza intaccare il lavoro di altri esperti come Mezzina e Grammatica. Dico solo che la sua funzione non deve essere vincere il campionato ma formare il giocatore dandogli la possibilità di sbagliare. Se un giocatore lavora sui principi è più facile integrarlo in prima squadra». Sarà una Reggiana da piani alti? «Bisogna programmare bene e credere in ciò che si fa: pensate che 20 anni fa volevano esonerare Ancelotti dopo sette giornate poi vincemmo il campionato e lui ha allenato le più grandi del mondo! Chiaro è che serve equilibrio e pazienza ». Solo per un anno perché è esordiente? «Ho sempre preferito contratti di un anno perché il successivo lo volevo conquistare sul campo, come facevo da giocatore. Inesperienza? Capello, Gattuso, De Zerbi, Montella o Di Francesco, sono tutti partiti dalle giovanili ed ora esplosi. Forse non avrò grande esperienza sul campo ma servono opportunità per valutare le persone».
Ore 17.10 – (Gazzetta di Mantova) La nuova puntata sul destino del Mantova, in procinto di essere venduto all’imprenditore vicentino Roberto Masiero, si è tenuta nel moderno edificio che ospita l’Sdl. Che si trattasse di un’altra giornata-ponte in attesa del D-day vero e proprio lo si è capito ben presto. Masiero infatti, a Londra per motivi di lavoro, difficilmente sarebbe riuscito a raggiungere in tempo gli interlocutori. Già nel primo pomeriggio sia Piero Raccagni che Sandro Musso hanno avvisato che difficilmente a fine giornata ci sarebbero state novità rilevanti da segnalare. Intorno alle 16,20 arrivano in Sdl, entrando da un ingresso laterale, l’avvocato Carlo Pegoraro e Maurizio Ruberti, in rappresentanza dei soci mantovani dell’Acm. Dopo una mezz’ora circa arriva anche il commercialista Leonardo Quaglia. Di Masiero nessuna traccia ed in effetti, intorno alle 17, Piero Raccagni esce a prendere una boccata d’aria e sgombra il campo dai dubbi. Masiero non sarebbe arrivato. «Rientrerebbe alle 20 e un po’ tutti abbiamo i nostri impegni – informa – sicuramente per la cessione se ne parla domani». Situazione confermata una decina di minuti dopo da Sandro Musso. «Le ragioni dell’incontro ora come ora non riguardano Masiero – spiega il presidente biancorosso -. Con lui ci dovremmo vedere domani e stiamo facendo una serie di telefonate per riuscire a mettere in fila tutti i tasselli giusti per il prossimo incontro». La certezza dell’assenza di Masiero però non ha trasformato in banale il confronto che si stava svolgendo. Tra la componente bresciana e quella mantovana della società i toni nelle ore precedenti si erano infatti acuiti. In particolare per quanto riguarda il futuro ruolo dei soci virgiliani e l’aiuto economico che avrebbero dovuto dare per chiudere i conti della stagione appena conclusa. L’incontro si è svolto in maniera serena: tutto lascia pensare ad un lieto fine. Dopo tre ore circa, quando gli uffici dell’Sdl chiudevano i battenti, le parti si sono date un arrivederci alla prossima, si spera decisiva, puntata.
Ore 16.50 – (Gazzetta di Mantova) Ad andare troppo il sottile si rischia di essere stizzosi, poco disposti ad accogliere nei fatti il matrimonio che, salvo comparsa dei bravi di don Rodrigo per le strade di Rezzato, entro l’incupir del Garda vivrà il suo primo momento di reale attuazione. Nei fatti la distanza fra le parti (Sdl e fondatori) pare essersi ridotta, per la reiterata volontà di tutti a spalancar le porte a Roberto Masiero, sperabilmente diverso da 15 anni fa quando fu definito «il ds di Santa Lucia» vista la permanenza minimale alla scrivania per far posto ad un addio degno dello sprint olimpico. E, così come 1, 2, 3, 4 anni fa i giorni che precedono il Solstizio d’estate divengono i più lunghi specialmente in viale Te. È successo anche ieri, infatti, che all’annunciata firma non ha fatto eco la distribuzione delle penne e l’accordo è rimasto nelle parole e nei pensieri degli spossati protagonisti della trattativa, mai (sia molto ma molto chiaro…) stremati quanto chi ha avuto e ha la pazienza di attendere una soluzione che ancora non c’è. Che Sdl e la minoranza dei soci (compreso Michele Lodi) abbia scelto di realizzare la volontà di cedere il Mantova è una certezza, di fronte alla quale in tanti invitano alla pazienza: «Non è ancora troppo tardi» è il mantra recitato dai soci bresciani, che anche ieri hanno svolto una paziente opera di convincimento verso i rappresentanti dei soci mantovani, Carlo Pegoraro e Maurizio Ruberti: «Erano presenti – spiega il legale dei mantovani – anche Bosi (per Lodi, ndr), Quaglia (il commercialista, ndr), Sando Musso, Pietro Raccagni e Matteo Togni. Con le nuove verifiche contabili che sono state effettuate è stata illustrata la situazione alla quale a nome dei soci mantovani abbiamo risposto con una richiesta di garanzie che sottoporremo all’attenzione degli altri soci nel prossimo incontro, che penso avrà luogo nella prima mattina di domani (oggi, ndr). Se da parte di tutti verrà messo a disposizione un ulteriore sacrificio economico in grado di risolvere definitivamente la questione economica credo che si riuscirà a mettere a punto l’atto di cessione e per il Mantova potrà iniziare una nuova gestione». Anche dal summit a tarda sera Tirelli, Pegoraro, Ruberti e Bompieri è stata garantita la volontà di ripianare parte del debito. Nelle dodici ore che i partecipanti al summit si sono date c’è la possibilità di portare a compimento la proposta finale. Quel che è certo è forse per la prima volta tutti sono seriamente intenzionati a rimettere in sesto i conti, persino oltre le proprie responsabilità e disponibilità, e proprio per questo sono davvero molte le possibilità di arrivare oggi a siglare il passaggio delle quote in una forma più rassicurante del preliminare siglato la scorsa settimana fra Roberto Masiero e la maggioranza.
Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Si sveglia il Pordenone e per un giorno si parla, eccome, di mercato in entrata. E se è vero che oggi Alex Pederzoli firmerà per il Venezia, lasciando i ramarri dopo una stagione fantastica, lo è altrettanto il fatto che lo staff di mercato neroverde ha già pensato a come sostituirlo. A centrocampo è infatti in arrivo il sardo Salvatore Burrai. La trattativa è in fase avanzata e la firma potrebbe arrivare a breve. Si parla già di un contratto biennale proposto al giocatore dal Pordenone. Burrai si è liberato a parametro zero, avendo terminato il proprio contratto col Siena. In Toscana, nell’ultima stagione, ha giocato sedici gare da titolare. È il perfetto sostituto di Pederzoli in cabina di regia. Sassarese, Burrai è un classe 1987 che nel 2007 ha anche esordito in serie A con la maglia del Cagliari. Poi tanta Legapro (Ternana, Cremonese, Foggia, Latina, Monza, Juve Stabia e appunto Siena) e un anno in B con la maglia del Modena. LA PUNTA – Ma si registrano movimenti anche in attacco. Il Pordenone, infatti, ha bisogno di sostituire Luca Strizzolo, passato pochi giorni fa al Cittadella in serie B. E il profilo giusto sembra essere quello di Rachid Arma, bomber di razza reduce dalla stagione disputata con la maglia della Reggiana. I contatti con il club emiliano sono in corso, in quanto Arma è legato ancora per un anno ai granata. Per prenderlo il Pordenone avrà davanti due strade: pagare la rescissione del contratto (costo vicino ai 200 mila euro) oppure inserire una contropartita tecnica. La seconda soluzione sembra la più percorribile: il giocatore offerto alla Reggiana potrebbe essere Luca Cattaneo, che già piace agli emiliani. Quanto ad Arma, ha bisogno di poche presentazioni. Ex Torino (serie B 2009-2010), Spal, Cittadella, Vicenza, Carpi e Pisa, nelle ultime cinque stagioni ha segnato qualcosa come 68 gol in Legapro. È nato ad Agadir, in Marocco, nel 1985. TRATTATIVE – Pordenone continua a puntare Minesso (Cittadella, attaccante) e Magnino (Udinese Primavera, centrocampista) e in questi giorni definirà il rinnovo del contratto del portiere Matteo Tomei. Mandorlini tentato dal Padova, così come Ingegneri. Aumentano le probabilità di trattenere Martin, dal momento che la situazione finanziaria del Pavia, proprietario del cartellino, sembra sempre più scricchiolante. In bilico Pasa, che il Pordenone vuole convincere a restare. Per il talento casarsese Bryan Cristante, infine, c’è l’ipotesi di un prestito all’Empoli. L’ex Milan tornerà al Benfica dopo l’esperienza al Palermo, ma il suo futuro potrebbe essere nuovamente legato all’Italia e alla serie A.
Ore 15.50 – (Messaggero Veneto) Ipotesi suggestiva, che potrebbe riportare sul Noncello uno dei protagonisti di un’altra storica annata neroverde. Non quella appena passata, bensì il trionfale ritorno nei professionisti. Stiamo parlando della stagione 2013-’14, quando Matteo Dionisi (classe ’85) contribuì con 27 presenze e 2 gol all’accoppiata promozione-scudetto di serie D. L’esterno, che a Pordenone (dove era approdato dopo due stagioni alla Sacilese) ha lasciato un ottimo ricordo, è finito in queste ore in un possibile intreccio di mercato che ha come sbocco proprio il suo possibile ritorno in neroverde. L’ex consulente di mercato del Pordenone, Giorgio Zamuner, ora dg a Padova, avrebbe fatto il suo nome per avvicinarsi all’obiettivo dichiarato dei biancoscudati in queste ore, ovvero il centrocampista Matteo Mandorlini (’88). Entrambi i giocatori hanno ancora un anno di contratto: non si tratterebbe di scambio alla pari, ma l’inserimento di Dionisi, giocatore che copre un ruolo (terzino destro) in cui il Pordenone ha bisogno al momento di alternative, nelle intenzioni del Padova dovrebbe servire ad abbassare le richieste per il centrocampista ex Pisa. Il quale parrebbe non restio al trasferimento in Veneto.
Ore 15.30 – (Messaggero Veneto) Pederzoli è a un passo dal Venezia? Il Pordenone è pronto a consolarsi. Vicinissimo, infatti, l’accordo per portare in neroverde Salvatore Burrai, centrocampista (classe ’87), la scorsa stagione divisosi tra Juve Stabia e Siena in Lega Pro. Si tratta di un elemento di qualità in grado di non far rimpiangere l’imminente partenza del regista che tanto bene ha fatto nel campionato scorso. Nativo di Sassari, cresciuto nelle giovanili del Cagliari, Burrai ha esordito in serie B con la maglia del Modena, e può fregiarsi di aver conquistato una promozione tra i Cadetti con il Latina (nel 2013), oltretutto segnando nel decisivo match dei playoff con il Pisa. Ci siamo. L’ufficialità del suo acquisto, e sarebbe il primo del Pordenone in questa sessione estiva, potrebbe essere imminente. Dipenderà se in tempi altrettanto rapidi si definirà il passaggio di Alex Pederzoli alla corte di Pippo Inzaghi. L’ex milanista ha messo il centrocampista neroverde al centro della nutrita lista dei desideri che il ds Perinetti, grazie alla disponibilità economica del presidente americano Joe Tacopina, sta cercando di realizzare. L’affare è dunque in dirittura d’arrivo. Nuovo bomber. Il Pordenone ha già nel cassetto l’alternativa. Non soltanto in mezzo al campo. Partito Strizzolo alla volta di Cittadella, il club neroverde avrebbe messo nel mirino un attaccante di spessore per non nutrire, nemmeno in questo caso, rimpianti di sorta. Secondo indiscrezioni sarebbe Rachid Arma (’85) ad aver attirato l’interesse di Bruno Tedino. Il centravanti marocchino è di proprietà della Reggiana, con cui ha ancora un anno di contratto. E’ reduce da una stagione in chiaroscuro, pur andando in doppia cifra (10 gol). Nel suo passato spicca l’esperienza in serie B con il Torino (12 presenze). Scambio. Il tecnico neroverde potrebbe rivelarsi il suo toccasana per rilanciarsi su palcoscenici più ambiziosi, nonostante l’anagrafe non sia più così verde. Esattamente come successo a De Cenco e Strizzolo, che proprio alla corte di Tedino nell’ultima stagione hanno trovato un nuovo trampolino di lancio, segnando quasi 20 gol in due e meritando la chiamata in Cadetteria. Il problema sta, tuttavia, nel trovare la formula giusta per chiudere la trattativa: si sta pensando a uno scambio di prestiti con Francesco Finocchio (’92), l’estroso italo-brasiliano di rientro dal Padova.
Ore 15.00 – (Giornale di Vicenza) Un gringo per Bassano. Nella lista dei preferiti di Luca D’Angelo per ridisegnare la retroguardia c’è sicuramente Santiago Morero, 34 anni, argentino di un metro e 84 per 81 kg, centrale difensivo di destra che in un assetto a quattro può fungere anche come terzino. Morero, da un anno e mezzo leader arretrato dell’Alessandria è stato suggerito dal nuovo precettore giallorosso al general manager virtussino: un primo contatto tra le parti c’è già stato e ora la situazione è in evoluzione, anche perchè i piemontesi non hanno ancora scelto l’allenatore.D’Angelo l’ha avuto alle sue dipendenze per un campionato e ne ha apprezzato gli alti standard di rendimento, l’affidabilità e la statura morale e caratteriale. Morero, dopo gli esordi in patria col Douglas Haig è passato nella massima divisione argentina col Tigre, tre anni nella serie A di quel Paese, quindi è sbarcato al Chievo nella nostra serie A: cinque anni in massima serie coi clivensi e un gol segnato alla Fiorentina. Poi la B a Cesena e a Siena, la Lega Pro a Grosseto e appunto ad Alessandria. Ora la proposta del Bassano che intriga tantissimo lo stopper sudamericano che di fatto, prenderebbe il posto di Daniele Martinelli, qualora non venisse riconfermato. E la sua duttilità a schierarsi tanto da terzino che da centrale lo rende perfetto da utilizzare in una linea a tre come piace a D’Angelo, dove i centrali laterali devono saper fare anche i difensori di fascia. Nel frattempo restano vive le piste che conducono a Mattia Minesso (ma Padova e soprattutto Pordenone non mollano) e ad Alessandro Sgrigna (qui l’operazione è più semplice).È calda ma niente affatto semplice l’ipotesi del granatiere Chinellato per l’attacco (centravanti del Cuneo controllato dal Genoa). Intanto il Pordenone sogna Marcello Falzerano, sotto contratto fino al 2017, e per averlo bisogna scucire tanti verdoni.
Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Ambizioso in campo e, su spinta dei tifosi, anche fuori. Mentre il patron Joe Tacopina ha alzato l’asticella degli obiettivi affidandosi al «nome» di Pippo Inzaghi per puntare alla serie B, il Venezia ha ricevuto dall’associazione VeneziaUnited una doppia articolata proposta per un salto di qualità nel coinvolgimento e nella partecipazione degli appassionati. Il supporters trust ha consegnato al dg Dante Scibilia le iniziative «Penzo senza barriere» e «Fidelity Card» dopo gli approcci avuti anche con il presidente Tacopina. «La Lega Pro consentirebbe al Venezia di aderire al progetto «Stadi Senza Barriere» – spiega VeneziaUnited -. Per eliminare le divisioni tra tifosi e campo occorre un percorso di responsabilizzazione dei supporters e uno sviluppo di «buone pratiche» tra club, tifoseria organizzata, autorità di pubblica sicurezza, Lega Calcio e Comune». L’esempio è quello di altre società in tutte le categorie, come Atalanta, Fiorentina, Cesena, Perugia, L’Aquila e Vis Pesaro. «Senza barriere, magari per gradi iniziando dai settori tribuna e distinti significa godere meglio dello spettacolo e trasmettere una sensazione di tranquillità che favorisce un approccio sereno allo stadio – aggiunge VeneziaUnited – elementi che aiuterebbero il Venezia a promuovere la propria immagine. Insomma un club proiettato nel futuro e attento alle esigenze dei propri tifosi, anche con campagne di educazione e sensibilizzazione della tifoseria e nelle scuole». La «Fidelity Card», invece, segue la scia dell’analoga iniziativa della Reyer di pallacanestro. «A fronte di un esborso molto contenuto i tifosi saltuari potranno acquistare il biglietto scontato e in tempi ridotti anche online. All’abbonato invece la tessera, che verificherà subito eventuali motivi ostativi, potrebbe garantire il trasporto gratuito da San Giuliano al Penzo, oltre a scontistiche varie. Il Venezia così allargherebbe il bacino di potenziali tifosi, disponibili ad accedere allo stadio più o meno costantemente». Il ds Perinetti al rientro da Lione è volato a Bari dove oggi parteciperà alle esequie dell’ex presidente barese Vincenzo Matarrese. In serata il trasferimento a Milano per vari incontri di calciomercato in programma domani (tra gli obiettivi ci sarebbe il terzino sinistro Luigi Vitale della Ternana).
Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Si attende solo l’annuncio ufficiale per Alex Pederzoli: il regista romagnolo aveva già sciolto le riserve nel weekend, ma solo ieri ha ricevuto il via libera dal patron del Pordenone Mauro Lovisa, visto che era ancora sotto contratto. Oggi, dunque, potrebbe essere il giorno giusto per l’annuncio del suo ritorno in arancioneroverde. Mentre il Pordenone sembra aver virato sul centrocampista Salvatore Burrai. Intanto il Venezia continua la caccia al portiere e dalla corsa a tre avviata nei giorni scorsi tra Davide Facchin, Samir Ujkani e Nicolò Manfredini, potrebbe spuntarla proprio quest’ultimo, in uscita dal Modena. Sempre più fitta, invece, la concorrenza per Felice Evacuo che piace pure al Parma e alla Cremonese. Altra corsa, ma questa volta tra società, invece per Alessandro Malomo: il difensore del Pavia sta riscontrando non solo l’interesse del Venezia ma anche quello del Vicenza, che potrebbe risultare alla fine favorito in virtù della categoria superiore. Potrebbero presto accasarsi, infine, i due tecnici del Venezia dell’ultima stagione. Paolo Favaretto potrebbe andare alla Pro Piacenza, mentre Giancarlo Favarin ha sul tavolo tre proposte: non solo il Tuttocuoio, che si era fatto avanti non appena uscita la notizia della non conferma in laguna, ma anche la Fidelis Andria con cui il tecnico si è incontrato proprio nelle ultime ore. La decisione della società pugliese è attesa a stretto giro di posta e sembra indirizzarsi proprio verso il mister pisano (pare saltata la trattativa con Nicola Legrottaglie). Per Favarin si sarebbe fatta avanti anche la Triestina, che però sembra aver virato sull’ex Campodarsego Antonio Andreucci. Infine è scattato questa settimana il Venezia Soccer Camp, alla terza edizione: una cinquantina i minicalciatori impegnati in questa prima settimana di «city camp» sui campi di Forte Cosenz. In tutto sono tre le settimane in programma, con il «full camp» dalla settimana prossima a Tambre d’Alpago nei due turni 20-25 giugno e 27 giugno-2 luglio.
Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) Insieme a Marco Modolo è stato il primo giocatore a cui Giorgio Perinetti ha proposto il rinnovo del contratto, che sarà formalizzato nero su bianco a inizio luglio, e non solo perché c’era la promessa della riconferma in caso di promozione. Gianni Fabiano è stato il jolly pescato un anno fa in serie B dal direttore sportivo arancioneroverde, non era facile far scendere di due categorie un giocatore che con la Pro Vercelli era salito in serie B e invece l’attaccante milanese, che compirà 32 anni il 9 luglio, a ridosso della partenza per il ritiro di Piancavallo non ha avuto dubbi. Anche a scendere tra i dilettanti. «Ovvio che mi ha fatto molto piacere essere tra i primi a parlare con Perinetti per il rinnovo del contratto», ha spiegato Gianni Fabiano, «un segno di stima e di fiducia. Se il Venezia avesse pensato a pochi ritocchi per puntare a una stagione tranquilla, saremmo rimasti in tanti, ma si punterà a un campionato di vertice anche nella prossimo torneo di Lega Pro, i riconfermati saranno pochi, quindi avere la certezza di rimanere per primo insieme a Modolo è stato molto gratificante. Scendere in serie D è stata una scommessa, ma sapevo di avere tantissime chance di vincerla, come è accaduto». Trentadue presenze e 6 reti nell’ultima stagione con il Venezia, solo a Bassano aveva fatto meglio sotto porta (9 centri), adesso punta a riconquistare quella serie B conquistata e poi lasciata a Vercelli. «La Lega Pro è un campionato complicato, difficile», ha aggiunto Gianni Fabiano, «intanto stiamo a vedere quali saranno i gironi, giocare Como o Lumezzane non è la stessa cosa che giocare, ad esempio, a Monopoli o Andria. Non ho alcun dubbio che il direttore Perinetti allestirà un organico di primo livello, come è accaduto lo scorso anno in D. E come quest’anno ci sarà solo una promozione diretta per girone, quindi non si possono fare tanti passi falsi, oltre alla roulette dei playoff allargati a 28 squadre». Fabiano e Soligo sono i due giocatori che hanno già avuto modo di parlare brevemente con Pippo Inzaghi, incrociato al Taliercio durante il sopralluogo del tecnico piacentino alle strutture di via Vendramin. «Ci aspetta una stagione impegnativa, ma non ci spaventa ripartire anche quest’anno tra le formazioni favorite». Tra i papabili a difendere i pali è spuntato anche il nome di Niccolò Manfredini, ventottenne di Ferrara, da quattro stagioni in forza al Modena in serie B, dopo essere stato anche l’estremo difensore della Primavera della Fiorentina. Siamo invece ai dettagli per Alex Pederzoli, il centrocampista del Pordenone che ha avuto il via libera dal patron Lovisa.
Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Il 30 maggio si è concretizzato il passaggio delle quote di maggioranza del Vicenza da Finalfa Srl a Vi.Fin. Spa. Del lungo iter che ha portato al cambio di proprietà molte cose sono note. Il lavoro dell’attuale presidente Alfredo Pastorelli e del figlio Nicola, dell’advisor legale avvocato Fabio Sebastiano e di quello finanziario Luca Boscato, ma poco si è saputo della figura chiamata «attestatore», nonostante l’indubbia importanza nella vicenda. E’ il ruolo avuto da Alberto Matteazzi 54 anni, laureato in economia e commercio a Verona e in giurisprudenza a Bologna. Matteazzi lavora allo studio SIC di Vicenza, ma svolge molte altre attività come mediatore commerciale. Nel passaggio di proprietà del Vicenza ha assunto le funzioni di «attestatore», ruolo ai più poco conosciuto ma molto importante all’interno della ristrutturazione del debito definita dalla nuova proprietà del Vicenza. «Compito dell’attestatore è quello di asseverare, cioè certificare la correttezza delle scritture contabili della società – spiega Matteazzi – e in particolare la bontà della situazione patrimoniale della società dal punto di vista contabile, alla data di riferimento considerata nel piano di ristrutturazione, il 31 dicembre 2015. Altra funzione chiave è quella di attestare la fattibilità dal punto di vista economico del piano di ristrutturazione elaborato dagli advisor legale e de quello contabile» . In una situazione difficilissima, Matteazzi spiega perché ha accettato quella che, più che un incarico, era quasi una sfida. «In primis perché ho potuto constatare la grande serietà delle persone coinvolte nell’operazione – sottolinea – e poi perché la situazione del club era molto grave e credo che senza l’intervento di Vi. Fn. molto probabilmente la gloriosa storia del Vicenza non avrebbero avuto futuro». Un lavoro di mesi, con tante difficoltà da superare, con momenti in cui sembrava anche potesse saltare tutto. «Posso confermare che le difficoltà da superare sono state tante, risolto un problema ne sorgeva un altro, ma la giornata che ricordo come quella chiave è stato l’incontro a Mestre con i vertici dell’Agenzie delle Entrate. Una riunione fiume, con continue interruzioni in cui i direttori e funzionari dell’Agenzia ci chiedevano di uscire per confrontarsi tra di loro. Ricordo le tante sigarette fumate nervosamente da Alfredo Pastorelli, e quando tornammo su pensando che il confronto potesse riprendere ed invece la stanza era ancora vuota con i direttori dell’Agenzia delle Entrate che stavano ancora discutendo tra di loro. In quei momenti abbiamo anche temuto che arrivasse una risposta negativa , e posso assicurare che arrivare all’intesa sui 12 anni non è stato semplice, così come portare a termine l’intera operazione».
Ore 12.30 – (Gazzettino) «Non ci poniamo obiettivi, ma quando si fa un buon calcio e si dà il massimo, sono convinto che i risultati arrivino». A parlare è il presidente Gildo Rizzato in occasione della presentazione dei nuovi acquisti avvenuta ieri pomeriggio nella sede dell’Abano. Ne erano presenti quattro su cinque, dato che Riccardo Serena (figlio dell’ex tecnico biancoscudato Michele) aveva impegni di studio. Riflettori allora tutti per Michael Pagan, Davide Boscolo Berto, Mattia Baldrocco e il volto nuovo delle ultime ore Filippo Fraccaro, trequartista proveniente dall’Union Arzignano Chiampo. «Sono molto contento perché sono anche ragazzi esemplari sotto l’aspetto umano – sottolinea il direttore sportivo Andrea Maniero – Pagan ha qualità tecniche importanti, l’ho seguito tutto l’anno ed è il primo giocatore che ho preso. Baldrocco lo volevo già due anni fa, è il profilo giusto per l’attacco. Boscolo Berto è una garanzia in difesa, mentre Fraccaro può dare il meglio dietro alla prima punta e non ha ancora fatto vedere appieno tutte le sue qualità». Al suo fianco il tecnico Luca Tiozzo: «Sono davvero soddisfatto, questi ragazzi formeranno l’asse portante della squadra e mi daranno una grande mano all’interno dello spogliatoio. Li abbiamo presi anche perché dovranno dare il buon esempio ai compagni con l’obiettivo di diventare squadra. D’accordo la ricerca del bel calcio, come ha dichiarato il presidente Rizzato, ma personalmente voglio fare il meglio possibile». Spazio poi ai protagonisti, a cominciare da Boscolo Berto: «Ho accettato Abano per poter crescere ulteriormente. Sarà fondamentale creare subito il gruppo, ma non ci saranno problemi perché ci conosciamo. Poi dovremo pedalare molto ascoltando il tecnico, e i risultati arriveranno». È il turno di Baldrocco: «Il fatto di essere coetanei e di conoscerci può essere un punto a nostro favore. Sono felice di avere scelto Abano perché penso che questa società mi darà la possibilità di arrivare in alto». Ecco Pagan: «La presenza di Tiozzo, che ho già avuto in passato, ha influito nella mia decisione. Vengo da due stagioni difficili, ho sentito parlare bene di questa società e voglio dare il mio contributo». Così infine Fraccaro: «Quando ci siamo incontrati, ho capito subito che si vogliono fare le cose al meglio. Seguendo l’allenatore e dando tutto possiamo costruire qualcosa d’importante». Intanto, capitan Alessandro Ballarin ha deciso di appendere le scarpe al chiodo, ma resterà in società: allenerà nel settore giovanile e darà un aiuto allo staff tecnico della prima squadra.
Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Quattro “colpi” per l’alta classifica. Ieri l’Abano ha presentato nella sede di via Moroni un quartetto niente male in vista del prossimo campionato di Serie D. Oltre a Davide Boscolo “Berto”, Maicol Pagan e Mattia Baldrocco, è stato annunciato a sorpresa Filippo Fracaro, prelevato dall’ ArzignanoChiampo. «Tutti i giocatori sono stati selezionati per le qualità tecniche e umane», sottolinea il direttore sportivo Andrea Maniero. «Li seguivo da tempo e li ho voluti fortemente. Dovranno dare l’esempio ai nostri tanti giovani». «Sono contentissimo dei nuovi acquisti», prosegue mister Luca Tiozzo, altra new entry della società aponense. «Boscolo è un difensore fortissimo, ha già grande esperienza di Serie D, ma negli ultimi anni ha vivacchiato. Qui può migliorare ancora. Baldrocco, che ho già allenato, deve e può tornare ad essere un “9 atipico” di grande qualità, mentre Pagan sarà il nostro faro del centrocampo. Fracaro è un trequartista di grande intensità, che può fare anche tantissimi gol». “Pippo” Fracaro (24 anni) è proprio l’ultimo nome svelato. Originario di Asiago, nelle ultime due stagioni ad Arzignano (Serie D), ha collezionato 61 presenze e 5 gol: «Quando sono venuto a parlare con la dirigenza, ho avuto un’ottima impressione», confessa. «La società vuole fare le cose fatte bene e per un giocatore è importantissimo. Ci sono tutti i presupposti per una buona stagione». Mattia Baldrocco (25 anni) ha già avuto Luca Tiozzo nel Delta Rovigo: «Arrivo da due stagioni molto difficili», le sue prime parole da giocatore neroverde. «Nella mia scelta ha influito la presenza dell’allenatore, che mi conosce bene e sa cosa posso dargli». «Mi ha cercato e voluto mister Tiozzo», afferma anche Davide Boscolo “Berto”. «Ora sta a me lavorare sodo per aiutare la squadra a far bella figura. Non vedo l’ora di iniziare». Maicol Pagan (25 anni), primo colpo (in ordine di tempo) del mercato estivo, ha già le idee chiare: «La società mi cercava da tanto e per me essere qui è un onore. A 25 anni un giocatore deve avere la maturità per trascinare il gruppo e con questi ragazzi, tutti miei coetanei, sono sicuro che faremo bene». Due battute pure per il patron Gildo Rizzato: «Sono molto soddisfatto perché abbiamo preso dei bravi giocatori ma soprattutto ragazzi maturi. Obiettivi per la prossima stagione? Vedere bel calcio. Se la squadra gioca bene, i risultati arrivano». Non ha potuto partecipare alla presentazione per impegni di studio Riccardo Serena (centrocampista preso dal Mestre), mentre lo stesso Rizzato ha annunciato l’ingresso nello staff tecnico di Alessandro Ballarin, ormai ex capitano della prima squadra. Ballarin allenerà una formazione delle giovanili e collaborerà con Tiozzo.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Mattia Bonetto e Rey Manaj al Cittadella? Potrebbero essere loro due i giovani di (grande) qualità che prenderebbero il posto di Bobb e Jallow. I due talenti del Chievo, infatti, torneranno alla base e ci resteranno perlomeno durante tutto il ritiro, perché Rolando Maran deve fare i conti con i paletti nella composizione della rosa dei giocatori di serie A, che prevede quattro giovani provenienti dal settore giovanile del club (dai 15 ai 21 anni, indipendentemente dalla nazionalità, tesserati per almeno 36 mesi) e altrettanti di formazione italiana (tesserati per uno o più club italiani, per almeno 3 anni). Stefano Marchetti non può aspettare la fine di luglio per consegnare la rosa del Cittadella a Roberto Venturato, ecco allora che il direttore generale – anch’egli alle prese con un regolamento che impone vincoli ancora più restrittivi, con un massimo di 18 giocatori over 21 anni – deve per forza di cose prendere giovani di prospettiva in grado di calarsi il più in fretta possibile nella realtà della serie cadetta. «Ho visto tutte le partite delle finali del campionato Primavera», ha rivelato nei giorni scorsi il direttore generale granata, aggiungendo che «ci sono giovani interessanti nel Torino, nell’Inter, nel Palermo…». E proprio tra i nerazzurri potrebbe pescare il Cittadella, che da anni intrattiene ottimi rapporti con la società milanese. Ed ecco che i nomi più caldi sono quelli del centrocampista Mattia Bonetto e dell’attaccante Rey Manaj, guarda caso proprio gli stessi ruoli di Bobb e Jallow. Bonetto, classe 1997, è arrivato all’Inter dal Montebelluna, e da subito ha preso le redini del centrocampo nerazzurro: bravo nello schermo davanti alla difesa, veloce nei tempi di intervento e nella lettura dell’azione. Arrivare a Bonetto sarebbe fattibile, meno a Manaj, attaccante albanese classe 1997 e già nel giro della nazionale Under 21. È una punta centrale che può agire anche in appoggio al centravanti, veloce e di buona fisicità. In questo caso, però, la concorrenza è davvero folta, con il Cesena che avrebbe già chiesto l’attaccante all’Inter.
Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Resto o non resto? Dubbio quasi amletico. Con un’aggravante a complicare le cose: non è lui a dover decidere il da farsi, anche se l’aria che tira, ad essere franchi, è quella del divorzio. È una fase di attesa per Mattia Minesso. Il d.g. del Cittadella Stefano Marchetti non più tardi di qualche giorni fa ha spiegato: «È un giocatore forte, ma è chiaro che il modulo che adottiamo, con il trequartista, non aiuta un esterno come lui. Valuteremo con attenzione come comportarci». «Ma io», replica la 26enne ala sinistra di Piazzola sul Brenta, «spero di non dover attendere il 30 giugno, quando scadrà il contratto, per capire cosa succederà. La società, entro quella data, può esercitare il suo diritto di opzione per la prossima stagione e il direttore può benissimo prendersi sino all’ultimo giorno utile per pensarci. Credo, però, che si confronti ogni giorno con l’allenatore e spero che possa arrivare a una decisione al più presto, perché non è una situazione facile per me». Le sensazioni quali sono? «Il mio procuratore si è incontrato con Marchetti la scorsa settimana e il direttore gli ha detto che deve riflettere. Tuttavia, il fatto che tutto vada per le lunghe mi fa pensare che non voglia depositare il rinnovo». Ma lei resterebbe un altro anno a far panchina com’è accaduto nella scorsa stagione, quando ha trascorso in campo 483 minuti totali? «Mi piacerebbe tornare a giocare in Serie B, categoria nella quale ho già avuto modo di mettermi in mostra, e sarei disposto a fare tutto il possibile per far ricredere mister Venturato. Al direttore, con cui ho un ottimo rapporto, ho detto chiaramente che vorrei potermi esprimere per quelle che sono le mie caratteristiche: so di poter rendere al meglio come esterno di un 4-4-2 o di un 4-3-3, non nel 4-3-1-2 dell’ultimo anno. E il fatto che la prima mossa di mercato sia stata la riconferma di Chiaretti, che è un trequartista, mi fa pensare che si proseguirà con quel sistema di gioco». Radiomercato l’ha accostata al Padova e si parla pure di un ritorno di fiamma del Bassano, con cui era già stato vicino ad un accordo lo scorso gennaio. C’è qualcosa di concreto sotto? «L’interessamento è confermato e devo dire che mi fa piacere sapere che ci sono club che mi cercano, ma non ho parlato con nessuno. Mi sembrerebbe poco corretto farlo prima di aver capito se il Cittadella vuole tenermi o no». Per cui, eventualmente, sarebbe disposto a rimanere in Lega Pro? «Un’eventuale proposta dalla Serie B avrebbe la precedenza, anche se mi obbligasse a trasferirmi. Ma non avrei problemi a rimettermi in discussione nella categoria inferiore».
Ore 10.50 – (Gazzettino) Se l’entourage biancoscudato avrà garanzie sul suo pieno recupero, il posto sarà suo. Al contrario si virerebbe su un altro portiere, non più giovane, ma con esperienza alle spalle che verrebbe a fare il titolare, con Favaro relegato al ruolo di vice. Un indiziato potrebbe essere Paolo Branduani, che può lasciare la Spal pur avendo un altro anno di contratto con i ferraresi. Nella cavalcata degli spallini fino alla promozione in cadetteria Branduani è stato a lungo un protagonista, salvo finire in panchina dopo la sconfitta interna con la Maceratese nel girone di ritorno (al suo posto il giovane Contini) e ritrovare il campo a promozione acquisita. A Ferrara gli hanno prospettato di restare come vice, però se troverà una soluzione alternativa sarà lasciato andare. Nei giorni scorsi si era fatto avanti il neopromosso Piacenza, ma è evidente che se il Padova dovesse decidere di puntare su di lui balzerebbe in pole position. Sempre in tema di portieri, non resterà a fare il terzo il giovane Reinholds: si punta a un altro elemento classe 1997 o classe 1998 che possa andare a giocare anche con la squadra Berretti.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Tornando a Fabiano, il ripensamento sarebbe maturato anche dopo avere visionato i video di quest’anno, con Brevi che ha esaminato una decina di partite dei biancoscudati. I punti a suo favore sono rappresentati dal fatto che nell’ultimo campionato ha confermato di possedere delle qualità tecniche importanti che lo hanno portato anche a realizzare quattro sigilli, nonché una struttura fisica che gli consente di essere prezioso nel gioco aereo. Senza dimenticare che si è rivelato un uomo spogliatoio prezioso e anche questo aspetto che ha il suo peso. Restando in tema di pacchetto arretrato, un altro nodo da sciogliere è quello che riguarda il portiere. Sotto contratto ci sono Petkovic (scadenza a fine giugno 2017) e Favaro (2019), ma solo quest’ultimo ha la certezza di restare. Quanto al serbo, non si mettono in discussione le sue capacità tra i pali, ma è principalmente una questione di affidabilità sul piano fisico visto che in due stagioni è stato costretto a lungo ai box per infortunio, tanto da avere saltato quasi tutta la seconda parte dell’ultimo campionato.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Sembrava che per lui il Padova fosse ormai un capitolo chiuso, invece le sue quotazioni sono date in rialzo dato che l’area tecnica si starebbe ricredendo su Fabiano. Anche la posizione del difensore brasiliano è stata presa in esame ieri nel faccia a faccia tra Giorgio Zamuner e Oscar Brevi per valutare tutti gli aspetti della rosa biancoscudata. Il profilo di Fabiano è tornato in auge nell’ottica di ricorrere a una difesa a tre, avendo già come interpreti inamovibili Diniz e Sbraga. Un terzetto considerato affidabile (hanno già giocato insieme anche quest’anno, sia pure in una linea a quattro) che sarebbe coadiuvato sulle corsie laterali da giocatori capaci di coprire tutta la fascia: un lavoro nelle due fasi che a sinistra Favalli ha nelle corde, a destra invece bisognerebbe individuare un profilo ideale fermo restando che all’occorrenza in casa c’è già Dionisi (ha un altro anno di contratto, anche se non è detto che rientri nei piani del club), mentre appare più difficile richiedere la stessa mansione a Ilari (anche lui ancora sotto contratto).
Ore 10.20 – (Gazzettino) Si sono svolte nei giorni scorsi a Cadoneghe le premiazioni del progetto “Sport Scrittura”, pregevole iniziativa voluta dal club biancoscudato Fossa dei Leoni che ha coinvolto gli alunni della scuola secondaria Don Milani, invitandoli a realizzare degli scritti in tema di sport. La risposta è andata oltre ogni attesa, con la presentazione di 120 elaborati poi selezionati da una commissione presieduta da Maddalena Bergamin, figlia del presidente del Padova, che ha redatto una specifica motivazione per ciascuno dei 15 temi prescelti. Al primo posto si è classificata Sofia della classe 1.B, seguita da Alberto (3.D) e Gian Marco (3.D). A tutti i quindici vincitori è stato consegnato un buono per acquistare libri o materiale di cancelleria, oltre alla pergamena contenente le motivazioni del giudizio espresso da Maddalena Bergamin. Anche grazie alla collaborazione del corpo insegnanti, l’iniziativa ha riscosso un grande successo e già si pensa alla prossima edizione. Oltre ai rappresentanti del club, ha partecipato alle premiazioni l’ex biancoscudato Emanuele Pellizzaro che da ragazzino ha frequentato proprio quella scuola.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) «Con De Poli eravamo già d’accordo, sapevo di essere uno di quelli che sarebbero rimasti. Ora non so se con il nuovo tecnico le cose cambieranno». Nelle ultime ore, tuttavia, si sarebbe aperto uno spiraglio: con una retroguardia schierata a 3, Fabiano potrebbe non fare più le valigie, ma rientrare nei piani di Brevi. «Io sono giovane dentro, questo è ciò che importa, no?», scherza il brasiliano. «Mi dispiacerebbe andar via, perché mi sono sempre trovato bene con la piazza e la città. Ma comunque vada, potrò solo ringraziare Padova per ciò che mi ha dato». Il bello e il brutto di un mestiere che ti tiene sempre in sospeso: la stagione appena conclusa e il rendimento espresso sono stati positivi, però tutto è ancora incerto. Per Fabiano, così com’è stato per Pillon: «Visto come abbiamo finito la stagione, credevo che l’allenatore sarebbe rimasto. Pillon ha fatto vedere belle cose, ma non è bastato: il calcio è anche questo».
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) «Non sono preoccupato, vivo questa situazione in maniera tranquilla: sono fatto così, questa è la mia natura», confessa. «Non trascorro con ansia questi giorni di attesa. Di certo, però, c’è che ci terrei tanto a rimanere ancora qui, l’ho detto e lo ripeto: io aspetto, sperando che ci sia una risposta positiva». Con il nuovo responsabile dell’area tecnica c’è già stato un colloquio: «Quando sono tornato dal Brasile, ci siamo visti in sede, allo stadio Euganeo: mi ha spiegato che lui e mister Brevi stanno valutando la mia situazione, non mi resta altro da fare che aspettare la loro risposta. Prenderanno una decisione e mi faranno sapere al più presto». Con un solo anno di contratto, la possibilità che dopo un campionato le strade potessero separarsi non era fantascienza. Eppure, solo due settimane fa tutto faceva presagire il contrario.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il suo futuro in biancoscudato è tutto da scrivere, e fa a pugni, per ora, con il suo proverbiale buonumore. Fabiano Medina, dopo le prime settimane di vacanza, è tornato in città, dove, a stretto giro di posta, attende di sapere se anche per la prossima stagione farà parte o meno dell’organico del Padova. Una situazione davvero insolita, la sua: se fossero rimasti Fabrizio De Poli e Bepi Pillon, il rinnovo del contratto in scadenza sarebbe stato una formalità. Tutti erano convinti che, nonostante i 34 anni, la sua presenza in campo (4 gol nell’ultimo campionato) e in uno spogliatoio nel quale non aveva mai alzato la voce per reclamare un posto anche nei momenti più difficili sarebbe stata ancora utile. E invece, con il ribaltone tecnico e il nuovo corso targato Giorgio Zamuner e Oscar Brevi, il brasiliano rischia di non rientrare più nella rosa.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Dopo il faccia a faccia andato in scena ieri pomeriggio, allo stadio Euganeo, fra il direttore generale Giorgio Zamuner e mister Oscar Brevi, il mercato del Padova può finalmente decollare: d.g e tecnico hanno messo sul tavolo le strategie di mercato e da oggi in viale Rocco si comincia a fare sul serio. Il maggior punto interrogativo, al momento, riguarda Lazar Petkovic: il portiere serbo ha concluso la stagione con un brutto infortunio muscolare, e il Padova si sta muovendo alla ricerca di una possibile alternativa nel caso in cui, tra qualche settimana, non ci fossero ancora garanzie sul futuro del giovane estremo difensore. Entro domenica, però, le principali accelerate potrebbero riguardare il centrocampo: la Sambenedettese si è tirata fuori dalla corsa al regista della Carrarese Francesco Dettori, e per convincere il Pordenone a lasciar partire Matteo Mandorlini, invece, Zamuner potrebbe provare ad inserire come contropartita Matteo Dionisi. Sul taccuino del d.g., poi, ci sono altri profili da valutare: anche tra i terzini, gli attaccanti e gli esterni offensivi sul mercato di cercheranno i possibili nuovi obiettivi in entrata.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Gli acquisti che paiono essere più vicini sono quelli di Mattia Minesso, per il quale il Cittadella non eserciterà il diritto di opzione per il rinnovo contrattuale, e di Francesco Dettori, per il quale oggi è in programma un incontro decisivo. Se il giocatore accetterà, come pare possibile, un contratto annuale con rinnovo automatico in caso di raggiungimento di determinati obiettivi, arriverà anche la fumata bianca e il relativo annuncio ufficiale. Dettori vuole Padova, Oscar Brevi lo ha già allenato e ci sono le premesse per arrivare a un’intesa, anche se la concorrenza di Pistoiese e Siena è molto importante, soprattutto quella della Pistoiese, che ha appena scelto il suo ex tecnico a Carrara Gian Marco Remondina. Per la fascia destra potrebbe aprirsi una pista importante, quella che porta a Nicola Madonna (Como). Trattativa non semplice, ma che potrebbe decollare nei prossimi giorni. A Cittadella, intanto, va registrato l’inserimento della Juve Stabia per Gianluca Litteri. Il club campano ha intenzione di presentare una proposta ufficiale al Latina, titolare del cartellino. Il giocatore vorrebbe tornare nella città murata, ma la strada (già in salita) pare costellata di ostacoli. E il dg Stefano Marchetti tiene viva anche la pista Arrighini (Cosenza).
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Marcus Diniz è in Brasile e la settimana prossima tornerà in Italia. Le comunicazioni intercontinentali sono abbastanza complesse e il giocatore, quando gli si chiedono lumi sul mercato e sul futuro, se andrà a Vicenza o tornerà a Padova, risponde laconico: «Sono ancora in Brasile, per le notizie su di me chiamate il mio agente». Su questo fronte ieri c’è stato un contatto fra Giorgio Zamuner e l’entourage del difensore sudamericano e la promessa è quella di aggiornarsi. Le carte sono sul tavolo, nel senso che Diniz chiede rinnovo e adeguamento del contratto in scadenza il 30 giugno 2017. La società intende trattare, ma la situazione non è ancora definita nei dettagli. Una cosa è certa: se si dovesse arrivare alla rottura, a quel punto per Diniz si spalancherebbero le porte del Vicenza, con cui si dovrebbe trattare un’eventuale conguaglio o contropartita tecnica. Va sottolineato, in ogni caso, che la società è fiduciosa sul buon esito della questione.Nel frattempo, vanno registrati i seguenti aggiornamenti: c’è stato un contatto fra Zamuner e gli agenti di Manuel Giandonato. In Serie B il Lanciano lo avrebbe tenuto sicuramente, mentre con la retrocessione in Lega Pro le cose si complicano. Il club abruzzese versa in cattive condizioni economiche, anche se il paracadute di 800mila euro potrebbe agevolarne quantomeno l’iscrizione. Al momento è arrivato un no come contropartita da parte di Michele Rigione, che pare non voler scendere di categoria, mentre sul taccuino c’è sempre il nome di Andrea Ingegneri, di proprietà del Cesena.