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Ore 20.40 – (Il Piccolo) Un testimone d’eccezione per i provini che in settimana ha organizzato la Triestina. Al “Rocco” infatti si è affacciato anche Edy Reja, il settantenne tecnico di Lucinico ora libero da impegni contrattuali dopo la fine del rapporto con l’Atalanta, che ha (anche se manca ancora l’ufficialità) deciso di affidarsi all’ex Genoa Gian Piero Gasperini. «Ero a Trieste, una città della quale sono innamorato, per fare una passeggiata e ne ho approfittato per andare a salutare Mauro Milanese. Ma al Rocco mi sono fermato soltanto una decina di minuti o poco più». Come valuta l’arrivo di Milanese al vertice della Triestina? «Conosco Mauro da un bel po’ di anni, tra l’altro ci incontravamo spesso anche a Grado durante le vacanze. Sono molto contento che la Triestina ora sia in mani sue: è una persona competente e seria, l’uomo giusto per riportare la società in alto. So che per lui è dura doversi occupare anche di questioni prettamente amministrative, ma sta lavorando con grande entusiasmo». Finalmente dunque si vede un futuro roseo per l’Alabarda. «Assolutamente, sì. Ma ci vuole tempo. Nel calcio come nella vita non si può pretendere tutto subito. Diamo dunque a Mauro tutto il tempo di cui ha bisogno senza mettergli fretta e vedrete che i risultati arriveranno. Certo comunque che continuare a vedere la Triestina in serie D è triste. Speriamo che arrivi quanto prima la promozione in Lega Pro, anche se l’ambiente ideale per l’Unione è quantomeno una serie B». Reja, come sta vivendo queste settimane senza contratto? «Lo posso dire: finalmente mi godo un po’ di vacanza. Me ne sono andato da Gorizia che non avevo nemmeno 18 anni e da allora non mi sono praticamente mai fermato. Mi godo questa situazione tutta nuova per me. Adesso ad esempio sono a Palermo: visto che da noi il tempo faceva le bizze ne ho approfittato per venire in Sicilia a salutare qualche amico (Reja ha giocato cinque stagioni in rosanero, ndr) e a godermi il sole…» Il suo nome era stato fatto nei giorni scorsi nuovamente anche per la guida della Nazionale della Slovenia. «Chissà perché tutte le volte che chiudo il rapporto con una società si parla di me come commissario tecnico della Slovenia… In realtà anche stavolta ne ha scritto qualcuno, anche oltre confine, ma di vero non c’era assolutamente nulla, mentre nel passato qualche pour-parler in realtà c’era stato. E poi, proprio prendendo spunto da queste voci che erano state rilanciate dai giornali sloveni dopo l’ultima amichevole, persa in casa contro la Turchia 0-1, il ct Katanec è sbottato in conferenza stampa dicendo “adesso che viene Reja risolve lui tutti i problemi…”. Ovviamente quella frase ha innescato ulteriori voci, ma era soltanto una battuta». La Slovenia intanto potrebbe portare il proprio presidente federale Aleksander ‹eferin alla guida della Uefa per gestire il dopo Platini. «Conosco il presidente ‹eferin soltanto di vista per averlo incrociato a Lubiana in occasione di qualche partita della Nazionale. So però che è un vero personaggio, giovane e molto preparato». Esclusa dunque la Nazionale slovena, quale sarà il futuro di Edy Reja? «Semplice. Per adesso mi godo le vacanze!» Anche se… Anche se a Lubiana si dice che se ‹eferin dovesse lasciare la guida della Federcalcio slovena perché eletto alla presidenza dell’Uefa, Katanec non sarebbe più così saldo in sella. E allora…
Ore 20.10 – Finale playoff Lega Pro, fischio finale: Foggia-Pisa 1-1 e toscani promossi in serie B. La partita era stata sospesa per venti minuti.
Ore 19.30 – (La Provincia Pavese) I massimi rappresentanti politici locali, il sindaco di Pavia Massimo Depaoli e il presidente della Provincia Daniele Bosone sono stati tra i primi interlocutori di mister Zhu e degli imprenditori cinesi al loro arrivo in Italia. A distanza di due anni dal loro primo incontro interpretano il momento e le dichiarazioni del patron azzurro. «Le sue sono affermazioni di carattere generale in parte anche comprensibili – dichiara il sindaco di Pavia Massimo Depaoli – Intorno al Pavia si sono mosse persone che volevano sfruttare l’opportunità, ma non certamente tutte. Che poi nel calcio in Italia non si arricchisca nessuno è abbastanza evidente e quindi il rischio come fanno gli imprenditori va sicuramente calcolato prima. Detto questo – conclude Depaoli – resta da capire quali siano le reali intenzioni di mister Zhu e della proprietà cinese. Se hanno veramente dei contatti per rilevare la società e chi vuole subentrare è in grado e disposto a mantenere il club in Lega Pro o a ripartire dalla D o dall’Eccellenza». Dubbi sull’iniziativa imprenditoriale li solleva il presidente della Provincia di Pavia è chiaro: «Chi fa un investimento è padrone delle scelte e delle persone. Non penso che genericamente si possano imputare responsabilità ai collaboratori italiani – spiega Bosone – Dal territorio c’è stata una grande apertura di fiducia alla possibilità di investitori cinesi. La proprietà e i loro rappresentanti in Italia hanno interloquito molto con il territorio, ma finora si è rimasti su un livello vago. Al di là della squadra di calcio non si è visto null’altro. Un investimento che inizialmente sembrava un modo per farsi conoscere, ma poi non è decollato altro».
Ore 19.10 – (La Provincia Pavese) Cari amici e tifosi del Pavia calcio ciao a tutti, vi parlo da Shanghai, in questo ultimo periodo sono molto impegnato in alcuni affari che mi trattengono in Cina e mi obbligano a numerosi viaggi a Hong Kong. Per questo non posso venire in Italia. In questi ultimi tempi sono state dette molte cose sul mio conto: alcune vere altre false. Illazioni che ci hanno colpito e che sento il bisogno di chiarire Nel 2014 sono venuto in Italia, a Pavia e ho deciso di investire nel Pavia calcio. All’epoca il club era ultimo in classifica. Con uno sforzo e ingenti investimenti siamo riusciti a classificarci al terzo posto la prima stagione e quest’anno il campionato si è concluso con il Pavia al nono posto. Ritengo che sia comunque un ottimo risultato se pensiamo alla situazione di due anni fa. E lo è anche se paragonato alla storia degli ultimi decenni del Pavia. In due anni ho investito 10 milioni di euro, si tratta di un investimento ingente per un club di questo livello. Ho pagato i giocatori, i dipendenti, le tasse, i lavori dello stadio e le spese di gestione. Si tratta i soldi spesi in Italia e dei quali vi è stato ritorno di poche centinaia di migliaia di euro dai biglietti venduti e dalla partecipazione degli sponsor. Vengo in Italia solo poche volte l’anno, ogni uno o due mesi e in mia assenza il club è sempre stato gestito al 99 per cento da italiani. Ci siamo fidati, ma a un certo punto ci siamo resi conto che c’erano dei problemi. Abbiamo persino acquistato giocatori dei quali non avevamo bisogno, una cosa che non ho capito subito. Molti hanno anteposto il propri interessi personali al bene della squadra. Alcuni italiani hanno pensato di potersi arricchire sfruttando i cinesi senza invece penare di lavorare per far crescer il calcio italiano. Ecco perché, in passato, abbiamo già ricorso alle vie legali. In questo momento il Pavia calcio ha molti problemi, ma non abbiamo paura e non ci spaventiamo. Affronteremo la situazione cercando di risolvere tutto nel migliore dei modi. Come vedete i cinesi stanno investendo sempre più in Italia e invito gli italiani a guardare nel complesso l’opportunità che gli investimenti cinesi rappresentano per questo Paese. Se usati bene gli investimenti cinesi porteranno altri soldi sul territorio. Questo è il mio consiglio in buona fede. Grazie a tutti.
Ore 18.50 – Finale playoff Lega Pro, fine primo tempo: Foggia-Pisa 0-0.
Ore 18.30 – (La Provincia Pavese) Sono passate da poco le 4 del pomeriggio a Shanghai (le 10 in Italia), quando il presidente del Pavia calcio Xiadong Zhu finisce la riunione con le due collaboratrici giunte dall’Italia. Hanno concordato il discorso che viene registrato e lanciato via facebook. Il messaggio che il patron vuole dare ha soprattutto una finalità, far sapere che la proprietà cinese del Pavia calcio non scappa, non abbandona la scialuppa nel momento di difficoltà. E le difficoltà il presidente Zhu non le nasconde, ma le fa ricadere soprattutto al primo anno di gestione. «Non ha fatto nomi per non incorrere in problemi», assicurano nell’entourage del presidente. Zhu afferma di aver investito 10 milioni di euro in due anni, di aver pagato tutti, ma fa ricadere «al 99%» le responsabilità della gestione sugli italiani. Lancia accuse pesantissime: «Molti hanno anteposto i propri interessi personali al bene della squadra». Rincarando la dose: «Alcuni italiani hanno pensato di potersi arricchire sfruttando i cinesi senza invece pensare di lavorare per far crescere il calcio italiano. Per questo abbiamo, in passato già ricorso alle vie legali». Conferma quanto aveva anticipato ieri alla Provincia pavese il socio di Zhu, nel mega progetto immobiliare milanese, Maurizio Del Tenno che ha parlato senza mezze misure di «sfruttamento» dei capitali cinesi e di fiducia non ripagata. In una situazione di grande incertezza, scavando sotto la crosta delle dichiarazioni emerge un quadro complesso. Emerge – ad esempio – una divergenza di opinioni tra i soci cinesi. Perché Zhu (in Italia per pochi giorni l’anno, ha sottolineato) ha delegato il vice Wang, assegnandogli il 15% delle quote dell’Ac Pavia e garantendogli un adeguato stipendio. Ma le decisioni assunte, dall’acquisto del Pavia, alla scelta dei dg e dei 5 allenatori ingaggiati in due anni, ricadono tutte su Wang. Per non dire dei vari consulenti non si sa da chi pagati. Dall’allenatore della nazionale cinese Zhu Guang Hu, che ha l’ultima parola su tutte le scelte tecniche, a Beppe Baresi (ex difensore dell’Inter) col ruolo di osservatore personale del dottor Wang. Ieri al nostro giornale Maurizio Del Tenno ha riferito che il presidente Zhu si è sgasato per il Pavia. Il patron di Shanghai solo un anno fa infiammava la piazza promettendo la Champions Legue. Oggi promette l’iscrizione al calcio di Lega pro. L’impressione è che il presidente abbia pensato al Pavia calcio come al suo (costoso) giocattolo. Fioriscono gli aneddoti sugli interventi da Shanghai a partita in corso per suggerire via whatsapp i cambi da fare. Il presidente guardava le partite su internet e cercava di dettare la linea. Così come premeva sugli allenatori per impiegare questo o quel giocatore. I cinesi si dice siano di stomaco forte, ma certi stipendi (390 mila euro – lordi – al bomber Sforzini) Zhu deve ancora digerirli.
Ore 18.00 – (Gazzetta di Reggio) Nei prossimi giorni la Reggiana presenterà il nuovo mister Leonardo Colucci, il vice Gianni Migliorini e il preparatore atletico Raffaele Gagliardo. Poi sarà la volta di Mike Piazza, il nuovo proprietario granata, che ha firmato un accordo per acquisire la maggioranza della società e si attende che atterri a Reggio per concludere l’affare. Nel frattempo il ds Andrea Gramatica non sta con le mani in mano e lavora alla squadra della prossima stagione, con qualche certezza in più rispetto ai giorni scorsi, a partire dal fatto che il budget a sua disposizione è stato definito e secondo indiscrezioni ricalca quello dello scorso anno. Il ds lavora sotto traccia, come è ovvio in questa fase di calciomercato, anche perché deve fare i conti con alcune squadre che hanno maggiori risorse, come Venezia, Alessandria, Cremonese o Parma. I precedenti di mercato di Grammatica sono comunque incoraggianti, come dimostra il caso di Keita, preso dall’Entella a parametro zero dal Monaco ed ora nel mirino del Napoli che è pronto a sborsare due milioni di euro per averlo. Per quanto riguarda i rinnovi la Reggiana ha fatto da tempo un’offerta a Siega e sta tentando di prendere Mignanelli, che è di proprietà del neopromosso in serie A Pescara. I procuratori dei due giocatori stanno tentando di trovare una squadra di serie B ai loro assistiti e dunque al momento queste due operazioni sono in sospeso. Per quanto riguarda l’attaccante Arma cominciano ad esserci dei contatti da parte di squadre di Lega Pro, anche se non ci sono ancora delle offerte formali. La Reggiana intanto si muove e come scritto nei giorni scorsi ha nel mirino la punta del Modena Francesco Stanco, che tra l’altro ha giocato con mister Colucci. Si dice che i granata siano interessati anche ai compagni di squadra Simone Gozzi e Riccardo Nardini. In queste ore sono molti i nomi che vengono accostati alla Reggiana: in numerosi casi si tratta di operazioni dei procuratori, per suscitare interesse sui loro assistiti, o delle società in difficoltà che devono liberarsi dei loro giocatori.
Ore 17.30 – (Gazzetta di Mantova) L’allenatore Luca Prina segue da lontano l’evolversi della crisi societaria biancorossa, ma è in costante contatto con la proprietà e conferma che in cima ai suoi pensieri c’è sempre quello di restare a Mantova. Nonostante negli ultimi giorni gli siano arrivate alcune richieste e abbia anche parlato con qualche società, fra le quali il Livorno: «È normale in questo periodo che ci siano delle chiacchiere, almeno per gli allenatori che per fortuna vengono chiamati – sorride Prina -. Vi ribadisco però quello che ho detto fin dal giorno della salvezza: la mia priorità è restare a Mantova e dunque aspetto che la situazione societaria si chiarisca, per avere un interlocutore preciso». Il mister, del resto, viene tenuto constantemente al corrente di quanto sta accadendo a Mantova: «La proprietà con me è sempre stata molto corretta e sincera e questo mi ha fatto molto piacere. Sono in contatto e so che si stanno facendo delle scelte importanti per il futuro. Io aspetto che dalle chiacchiere si vada alle firme, perché nel calcio questo non è un passaggio di poco conto. E spero ovviamente che la scelta che farà la società sia migliorativa per il Mantova. Quando tutto sarà nero su bianco, ci siederemo e parleremo del futuro per verificare se ci sono le condizioni per affrontarlo insieme».
Ore 17.10 – (Gazzetta di Mantova) Se nei prossimi giorni Roberto Masiero davvero acquisterà il Mantova con il suo fondo d’investimento inglese, cosa dovranno aspettarsi i tifosi biancorossi? A quanto si è riusciti a capire finora (il proprietario in pectore non vuole parlare) la pietra miliare del nuovo progetto sarà l’allenatore Luca Prina. Nel ruolo di ds potrebbe restare Alfio Pelliccioni, ma non sono da escludere soluzioni alternative. Al direttore operativo Matteo Togni è già stata chiesta la disponibilità a rimanere. Per il vivaio potrebbe tornare in auge il nome di Mattia Notari, ma anche su questo fronte è tutto da decidere.
Ore 16.50 – (Gazzetta di Mantova) Il Mantova, a meno di colpi di scena al momento imprevedibili, sarà ceduto all’imprenditore vicentino Roberto Masiero che, presentato alla proprietà da Fabrizio Lori, continua a tenere un riserbo assoluto. Dopo l’anticipazione del patron Serafino Di Loreto, che ha anticipato l’orientamento del presidente Sandro Musso, ieri anche i soci mantovani Bruno Bompieri, Giambattista Tirelli e Carlo Giovanardi hanno sciolto le riserve, ufficializzando la loro posizione. Che a questo punto diventa quella di tutta la proprietà e che domani sarà formalizzata in un incontro fra i soci in programma allo stadio. Al quale dovrebbe seguire a stretto giro di posta la cessione vera a propria. «Ci siamo visti – spiega l’ex presidente Bompieri – e siamo d’accordo con Musso e la Sdl: Masiero sta bene anche noi. Ci hanno detto che ha un buon progetto e noi ci fidiamo delle valutazioni fatte dai nostri soci bresciani, perché personalmente non so nulla su chi o cosa ci sia dietro Masiero. Certo, il fatto che al suo fianco ci sia Lori è un segnale di cui abbiamo tenuto conto». Bompieri poi precisa che i soci mantovani non spariranno dalla circolazione: «Abbiamo in mente di proporre un piano di sponsorizzazione per tre anni, proprio per dare una mano al Mantova. Ci teniamo molto che la società vada avanti bene e penso che l’abbiamo dimostrato in questi ultimi sei anni. Abbiamo gestito direttamente i primi tre, ma poi ci siamo svenati lo stesso per fare da puntello a tutti quelli che sono arrivati dopo. Adesso usciamo, ma non abbandoniamo il Mantova. E personalmente resterò sempre un grandissimo tifoso dei biancorossi. Speriamo che l’accordo con Masiero vada a buon fine e che l’Acm trovi finalmente stabilità». Sulla stessa lunghezza d’onda si sintonizza l’ex vicepresidente Giambattista Tirelli: «Abbiamo deciso di confermare la scelta della Sdl di cedere le quote a Masiero, il quale ci dicono ha un progetto sportivo molto importante, ha capacità finanziarie e gode anche del sostegno di Fabrizio Lori. Tutto questo ci ha spinto a declinare l’offerta di Dondi, che comunque ha dimostrato serietà e contro il quale non abbiamo assolutamente nulla da dire». Tirelli poi riassume in poche parole i sei anni vissuti in biancorosso: «Ci spiace molto andar via, purtroppo il nostro errore è stato quello di non aver mai gestito la società come si doveva. E l’altra cosa da dire è che avevamo venduto già tre anni fa, ma poi ci è toccato sempre intervenire per sostenere chi si è succeduto alla guida del club. Probabilmente non siamo mai riusciti a trovare un compratore di grosso calibro, questo è vero. Ma abbiamo fatto di tutto per mandare avanti il Mantova e anche adesso non lo abbandoneremo: resteremo come sponsor. In tanti ci hanno chiesto a gran voce di restare e di prendere in mano noi la società: è vero che potremmo anche essere in grado di farlo, ma dopo sei anni è il momento di investire risorse nelle nostre aziende e a vantaggio dei nostri dipendenti». Carlo Giovanardi conferma le parole di Bompieri e Tirelli, pur restando molto più prudente sull’evoluzione della situazione: «Purtroppo siamo nelle stesse condizioni in cui ci siamo trovati negli anni scorsi con Lodi e Di Matteo: c’è da chiudere una stagione pesantissima sotto il profilo finanziario e trovare risorse per il futuro. Siamo d’accordo nel cedere le quote a Masiero, ma non per questo chiudiamo le porte in faccia a Dondi, che ha fatto un’offerta equivalente e ha messo in campo persone, come Monelli e Turella, che conosco e che ritengo valide e serie. Andiamo dunque avanti sperando che Masiero arrivi con le garanzie necessarie per acquistare il club. In caso contrario potremmo anche riaprire la partita con Dondi, perché non abbiamo nulla in contrario». Giovanardi esprime poi amarezza per il bilancio dei sei anni in biancorosso: «Purtroppo abbiamo speso tanti soldi ma non siamo riusciti a creare un progetto valido. Lasciamo il Mantova in C, ma è poco per il futuro che avremmo potuto costruire gestendo meglio la società. Mi dispiace, ma questo era il momento di fermarsi».
Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) I dollari di Joe Tacopina, presidente yankee del Venezia, tentano Pederzoli. Ad Alex sarebbe arrivata dalla laguna una proposta che non si può rifiutare. Di quelle che scuotono i «triennali». Pordenone supermarket? Bruno Tedino non si preoccupa. «Significa – afferma con serafica tranquillità il tecnico-manager neroverde – che tutti, società, staff e giocatori, abbiamo lavorato bene». STATUS QUO – Dato per scontato che il mercato è in movimento e che nel calcio d’oggi non ci sono contratti che tengano se un giocatore non li vuole rispettare, proviamo a fare con Tedino il punto della situazione. «Al momento – afferma Bruno – abbiamo una ragionevole speranza di avere con noi in ritiro ad Arta l’11 luglio Cattaneo, Martignago, Mandorlini, De Agostini, Tomei e Stefani». Per il capitano si parla di un’altra offerta allettante dal Padova. «Mirko – ribatte Tedino – è una persona seria. Ha già stretto la mano al presidente». Non tutti hanno dato ufficialmente la loro disponibilità a restare. Tomei e De Agostini avranno l’incontro definitivo in settimana. «Infatti – sorride Tedino – ho parlato di ragionevole speranza». Martin è rientrato a Pavia, Boniotti a Brescia. Torneranno? «Non dipende da noi – precisa – ma da loro e dalle loro società». E Valente? «Ci spero». Il «Totti» nostrano però ha buon mercato. NO PANIC – «Il popolo neroverde stia tranquillo – invita Tedino -: resteranno con noi e arriveranno giocatori con le giuste motivazioni, come lo scorso anno». Organico già pronto l’11 luglio? «Potrebbe non esserlo – ammette -. Non vogliamo sbagliare per troppa fretta». NUOVO OBIETTIVO – Voci da Caserta vorrebbero il Pordenone interessato a Marco Mancuso, esterno di centrocampo, tra i migliori al Bottecchia nel playoff. «Lo conosco bene – è l’unica ammissione di Tedino -. Potrebbe avere le caratteristiche adatte al Pordenone, ma da questo a definirlo obiettivo primario il passo è lungo».
Ore 16.00 – (Messaggero Veneto) Manca solamente l’ufficialità. Ma l’affare ormai è fatto e per il Pordenone si tratta di una perdita dolorosa. Alex Pederzoli sta per lasciare i neroverdi. Il regista, classe ’84, ha ormai l’accordo col Venezia, club che punta su di lui in mediana per vincere subito il campionato di Lega Pro e salire in B: se tutto va come da previsioni l’affare si chiuderà la prossima settimana, con la società cittadina che incasserà qualcosa per il “disturbo”. Pederzoli, infatti, era legato ai “ramarri” sino al 2018, quindi si è dovuto risolvere il vincolo affinché la trattativa andasse in porto. Rinuncia. Il centrocampista emiliano è stato, a detta di molti, il migliore del Pordenone 2015-2016, il faro della mediana e soprattutto il leader carismatico del gruppo: era normale che su di lui si concentrassero le attenzioni dei top club, in particolare del Venezia che vuole a tutti i costi provare a vincere subito il campionato da neopromossa. Pederzoli ci ha pensato, prima di prendere una decisione, anche perché al Pordenone è legato. Poi hanno prevalso le motivazioni economica e tecnica, visto che in Laguna si punta dichiaratamente a salire (e il giocatore gioca soltanto per vincere). Il club di via Stadio ha analizzato la situazione e ha lasciato partire il giocatore, pur appunto facendosi riconoscere una cifra da parte del Venezia. Perdita. Non è una partenza da poco quella di Pederzoli. E non solamente sotto il profilo tecnico, considerati i gol (5) e gli assist. Nessuno, in squadra, aveva e ha il temperamento e la carica agonistica del giocatore scuola Juventus: in una delle poche gare in cui è mancato – ad Alessandria – la sua assenza si è sentita soprattutto sotto questo aspetto. Sostituirlo sarà una delle missioni più difficili, fors’anche più di quella di Strizzolo, altro gioiello che il Pordenone ha visto partire. Insomma, il regista e il bomber: sarà un mercato impegnativo per Bruno Tedino, chiamato nel doppio ruolo di ds e mister a dover fare le scelte migliori per il club. Le sue conoscenze però inducono a essere fiduciosi. Conferme. Dalla settimana che comincia domani si cercherà di definire alcune delle situazioni ancora in piedi con i giocatori presenti nella rosa della scorsa stagione. Se per Martignago, Stefani e Tomei basta soltanto mettere nero su bianco, bisogna sedersi attorno a un tavolo per affrontare le situazioni legate a Mandorlini e Pasa: il primo, a quanto sembra, aspetta una chiamata del Padova, il secondo potrebbe anche rimanere. E sarebbe una conferma di enorme importanza per i “ramarri”.
Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Dietro l’angolo, annunciata ormai come imminente, c’è la svolta attesa in panchina. Luca D’Angelo, che ha guidato lo scorso anno la Fidelis Andria al settimo posto in campionato nel girone C di Lega Pro, si prepara a diventare il nuovo allenatore del Bassano. Cosa potrebbe cancellare le indicazioni che convergono tutte in un’unica direzione? Forse solo un ritorno di fiamma per Mario Petrone, che però non viene segnalato come imminente. Insomma, D’Angelo allenatore del Bassano, Dal Canto uscito di scena dopo essere stato a lungo in pole, Sabatini defilato, Stroppa incontrato ma fuori gioco. Non sorprendano i tempi lunghissimi per una decisione definitiva. Renzo e Stefano Rosso agiscono così, incontrano i candidati in segreto, si fidano del dg Werner Seeber ma vogliono che la scelta finale sia ponderata e condivisa quanto più possibile. Nel frattempo arriva anche qualche notizia di mercato. Giacomo Cenetti, come già trapelato nei giorni scorsi, rinnova per un altro anno col Bassano: «Il Bassano Virtus 55 Soccer Team – la nota del club – comunica che il centrocampista Giacomo Cenetti ha sottoscritto il rinnovo contrattuale. Prosegue quindi la sua avventura al Bassano Virtus che l’ha visto diventare, in queste tre stagioni, uno dei pilastri della mediana giallorossa, con 87 presenze in campionato condite da 5 reti». Decisione nell’aria e ovviamente condivisa anche dal diretto interessato: «Sono contento di poter continuare a far parte di questo progetto. Sono molto legato a questa società – evidenzia Cenetti – a questi colori e a questa città che mi ha accolto così bene e della quale mi sento di far parte. Vogliamo proseguire quanto di buono abbiamo fatto negli ultimi tre anni, migliorandoci ulteriormente nella prossima stagione ormai alle porte». Sul mercato da segnalare il possibile accordo con Alessandro Sgrigna, in uscita da Cittadella e il nuovo tentativo per Mattia Minesso, su cui ci sono anche Padova (favorito) e Pordenone.
Ore 15.10 – (Giornale di Vicenza) Benvenuto all’Orso, dunque. Salvo repentini dietrofont nel week-end francamente improbabili, è Luca D’Angelo il prescelto di Bassano. L’Orso, appunto, come è stato battezzato benevolmente in passato per la sua scarsa propensione alle pubbliche relazioni, preferendo il lavoro sul campo a tutto il resto. L’Orso però c’ha unghie belle affilate e non ci tiene a farsi prendere a pallate da chicchessia. L’ufficialità è attesa nei primi giorni della prossima settimana, ma sia lui che il digì Seeber stanno valutando diversi giocatori in agenda e si stanno confrontando su più soluzioni. Lui è un teorico del 3-5-2 ma niente affatto dogmatico: difesa a tre in fase di possesso palla che diventa a cinque con gli esterni di centrocampo che scalano appena il pallone lo manovrano gli altri.IL PADOVA SU GERMINALE. L’avvento di Oscar Brevi sulla panchina del Padova ha portato i biancoscudati a monitorare con insistenza Domenico Germinale, 29 anni, in scadenza col Bassano e reduce da un serio infortunio al ginocchio. Germinale è nella lista di preferenze che Brevi (un suo antico estimatore) ha consegnato nelle mani del direttore generale Giorgio Zamuner. Lì dipenderà molto dalla volontà del giocatore e soprattutto dalle intenzioni del Bassano e del suo nuovo tecnico. Se il Soccer Team a fine mese avrà verificato il perfetto recupero fisico del centravanti, con l’avallo di D’Angelo potrebbe proporre il prolungamento a un ragazzo che scendendo a Lecce da solo in auto, seppur non convocato e partecipando autonomamente ad altre trasferte anche quando non disponibile, ha dimostrato un attaccamento alla squadra fuori dal comune. E quando è stato in campo, il segno l’ha sempre lasciato. Contestualmente, Seeber sta lavorando per approdare ad Alessandro Sgrigna, appena svincolato dal Cittadella e sarebbe molto avanti nella trattativa, mentre non perde di vista nemmeno Mattia Minesso, anche se la concorrenza di Padova e Pordenone sul trequartista è molto aggressiva.RINNOVO PER CENETTI. La notizia ve l’avevamo data quasi un mese fa ma ora c’è il crisma dell’ufficialità: Giacomo Cenetti ha rinnovato il contratto anche per la prossima stagione che sarà la quarta consecutiva in giallorosso, cosa che fa del ventisettenne mastino virtussino uno ormai della vecchia guardia dello spogliatoio, oltre ad essere un idolo incontrastato dello spicchio Ultras. E con la firma arrivano anche le parole del prode Jack. «Sono molto felice di poter continuare a far parte di questo progetto – afferma il mastino napoletano che ha scandito il suo triennio da 87 presenze e 5 reti solo in campionato – La verità è che mi sento molto legato a questa squadra, a questa maglia e anche a questa città, che mi ha accolto alla grande in questi anni e alla quale sento di appartenere ogni giorno di più. L’idea è di proseguire il ruolino di questi tre campionati, magari provandolo a migliorare ulteriormente, perché no?».PARLA STEVANIN. Intanto, in un’intervista a Sky, Filippo Stevanin è andato a ruota libera sul Bassano di oggi e di ieri («Noi sul campo la B l’avevamo raggiunta lo scorso anno – ha dichiarato – poi però hanno restituito i punti al Novara che ci ha raggiunto al primo posto ed è stato promosso per la classifica avulsa»). È tornato per un attimo sulla sfida di Lecce («Li stavamo mettendo sotto, percepivamo la preoccupazione e l’insoddisfazione del loro pubblico, poi l’episodio del rigore ha cambiato tutto»), quindi il terzino di fascia che si ispira a Maldini e ad Alonso della Fiorentina («Semplici modelli, non sarei credibile se mi paragonassi a loro»), ha spiegato la capacità del gruppo di mettere a proprio agio tanto i nuovi arrivati che gli allenatori che si affacciano al timone della squadra. Infine Stevanin, laureando in Economia Aziendale («La Lega Pro non dà garanzie per il futuro, allora intanto studio») ha ricordato l’esempio di Lele Berrettoni, il suo ex capitano. «Da lui ho imparato molto, soprattutto a non aver mai paura di sbagliare. Non concentrarti sull’errore, mi diceva, ma ragiona e pensa sempre a come fare nel miglior modo possibile la giocata successiva. E io questo non lo dimenticherò mai». Ventun’anni soltanto, ma Steva da Angarano ha tutto per diventare il simbolo del Bassano che verrà, quello di domani e dopodomani.
Ore 14.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Al Venezia di Pippo Inzaghi proprio non piacciono i nuovi «maxi playoff» di Lega Pro. «La soluzione è arrivare primi per salire subito in serie B evitando una post season che trovo assai poco meritocratica – la bocciatura del ds Giorgio Perinetti – È ovvio che come noi molte altre società cercheranno di attrezzarsi per vincere, d’altra parte la prospettiva di arrivare magari terzi e poi rischiare di uscire con la decima è davvero poco allettante. Sicuramente sarà un campionato molto duro per tutti». Figc e Lega Pro hanno ufficializzato l’allargamento, anche alla luce del ritorno a 60 squadre rispetto alle 54 della stagione 2014/15. Nei tre gironi parteciperanno al primo turno-playoff ad eliminazione diretta le classificate dal terzo al decimo posto; nel secondo turno entreranno in gioco le tre seconde e la vincente della Coppa Italia, con sfide andata-ritorno per decretare le qualificate alla Final Eight (accoppiamenti per sorteggio, quarti di finale andata-ritorno, semifinali e finale in gara secca) che metterà in palio la quarta e promozione in serie B (dopo quelle delle tre prime classificate). Dunque una vera e propria maratona seguirà le 38 giornate di stagione regolare. Domani Perinetti sarà a Lione per assistere all’esordio dell’Italia a Euro 2016 contro il Belgio, ufficialmente non per tornare all’assalto del 37enne portiere Gillet («terzo» della nazionale belga e già sondato): l’ex barese vuole aspettare la fine dell’Europeo per decidere se restare in patria al Mechelen, quindi il Venezia si sarebbe già orientato su Bastianoni (Catania), Ujkani (Latina) e Manfredini (Modena), essendosi allontanato Russo (svincolato, ex Pro Vercelli) e non interessando fino in fondo Facchin (Pavia). Per il centrocampo del 4-3-3 di Pippo Inzaghi circolano i nomi di Mancino (Rimini) e degli ex Pederzoli (Pordenone) e Maracchi (Feralpi), ma anche del 20enne Modic uscito dalla Primavera del Milan come Mastalli, Di Molfetta e Felicioli. Per l’attacco il nome di un altro big, il novarese Evacuo, si è aggiunto a Cacia (Ascoli), Granoche (Modena) e Calaiò (Spezia).
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) E’ come quando a Capodanno ci sono i fuochi artificiali. Ne scoppia uno, poi ne arriva un altro, poi un altro. E a Venezia, di questi tempi, di botti se ne intendono. Maurizio Domizzi, Ivano Baldanzeddu, Francesco Virdis. E magari a breve Alex Pederzoli, Davide Facchin per la porta, Daniele Cacia o Emanuele Calaiò per l’attacco o chissà chi altro. Fatto sta che un attaccante vero in rosa il Venezia ce lo ha già ed è Virdis, che non è figlio d’arte e con Pietro Paolo non è nemmeno parente, ma il suo mestiere lo sa fare bene: 105 gol in 296 partite, più o meno una rete ogni tre match. Una garanzia per Joe Tacopina, Giorgio Perinetti e Filippo Inzaghi, che ha avallato il suo acquisto: «Un progetto come quello del Venezia in Lega Pro – spiega Virdis – non lo vedevo da tempo. Conosco il direttore e lo ringrazio, perché mi ha voluto fortemente e neppure dopo il cambio di allenatore da Favarin a Inzaghi c’è stato un ripensamento da parte sua». Per Virdis il Veneto era nel destino: «A gennaio c’era stato qualcosa col Padova, avevamo parlato a lungo, ma poi non se n’era fatto nulla. Il Venezia, però, sta facendo le cose in grande. Da parte mia massimo entusiasmo ed è un onore poter essere allenato da Inzaghi, uno dei miei idoli di quando ero giovanissimo. Mi insegnerà tanto». Il Venezia cerca un altro grande attaccante. Cacia è la prima scelta, ma c’è anche Calaiò: «Da parte mia nessun problema. Le squadre non sono fatte solo dagli undici titolari, ma da una rosa intera. Se arrivassero questi nomi che leggo non sarebbe che un’ulteriore conferma di quello che vuole fare questa società. Ossia vincere». Intanto arrivano altre conferme. Daniele Cacia è entrato pesantemente nel mirino, nonostante abbia un altro anno di contratto con l’Ascoli. Inzaghi lo vuole fortemente. In difesa da valutare se verrà formalizzata la trattativa già chiusa per Pellicanò del Belluno. Il ds Augusto Fardin giura che Perinetti metterà nero su bianco nonostante la trattativa fosse precedente all’arrivo di Inzaghi.
Ore 14.00 – (La Nuova Venezia) Dal sole di Viareggio alle luci dello stadio di Lione, dall’Italia alla Francia, dal Venezia alla Nazionale. Giorgio Perinetti ha ricevuto in Versilia il premio come miglior dirigente della stagione della Lega Nazionale Dilettanti e domani sera sarà in tribuna allo Stade des Lumières di Lione per assistere a Italia-Belgio, gara inaugurale degli azzurri agli Europei. «È stato un premio che mi ha fatto molto piacere» racconta Perinetti, «e non solo perché è il primo che ricevo in spiaggia. ora vado in Francia». Sul fronte campionato ieri ufficializzata la data di inizi, domenica 28 agosto, mentre la Coppa Italia Lega pro avrà il suo primo turno domenica 7 agosto. Intanto continuano le operazioni di mercato. «Sembra che il Venezia stia prendendo tutti i giocatori in attività» scherza il direttore sportivo del Venezia, «stiamo cercando di allestire una squadra competitiva, ci fa piacere che oltre ai giocatori che cerchiamo, altri si propongano, ma è altrettanto vero che non faremo follie. Squadra forte e competitiva, come abbiamo sempre detto, in grado di lottare per la promozione in serie B, ma senza farci prendere la mano. Non butteremo via i soldi, anche se ogni volta che esce un nome sui giornali, le operazioni possono complicarsi». Sembra impazzire soprattutto il mercato degli attaccanti, al Venezia sono stati accostati nelle ultime ore Daniele Cacia, Emanuele Calaiò, Felice Evacuo e Daniele Vantaggiato. «E non solo questi, alcune piste sono vere, altre no» osserva Perinetti,«che abbia giocato in serie B o in Lega Pro, oltre a Virdis, puntiamo su un attaccante che fa gol. E l’attaccante non è in questo momento la nostra priorità assoluta, potremmo prenderlo anche più avanti». Per quanto riguarda il portiere, risalgono le quotazioni di Davide Facchin, 29enne di San Donà dal 2009 al Pavia, fatta eccezione per una stagione in serie B al Pavia come riserva e sei mesi al Sudtirol. Ma nelle ultime ore è spuntato anche il nome di Samir Ujkani, cartellino del Genoa e ultima stagione al Latina, kosovaro di passaporto belga a tre riprese nel Palermo di Zamparini. In queste ore Inzaghi sta visionando a Formentera le cassette dei giocatori della passata stagione. «Non vogliamo tralasciare alcun dettaglio» aggiunge il diesse «poi tireremo le somme». Continuano a girare tanti giocatori attorno al Venezia, due potrebbero arrivare dalla Feralpisalò, e uno, Federico Maracchi, sarebbe un ritorno importante. E poi c’è Vittorio Fabris, classe 1993, jolly del centrocampo, mentre dovrebbe essere imminente la firma di Pederzoli, regista del Pordenone
Ore 13.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) La campagna trasferimenti inizierà ufficialmente l’1 luglio ma la nuova proprietà sta già lavorando per costruire il nuovo Vicenza. Definiti gli arrivi di Iacopo Cernigoi, Massimiliano Giusti e Petar Zivkov, tutti giovani che nella scorsa stagione si sono messi in luce in serie D, e chiusa l’operazione che porterà a Vicenza il centravanti Matteo Di Piazza (per lui un biennale), il prossimo obiettivo è ufficializzare il rinnovo con il difensore Daniel Adejo che potrebbe firmare a breve un accordo biennale. La conferma dell’ex difensore della Reggina e quella scontata di capitan Brighenti garantirebbero di partire da una buona base difensiva anche se il club dovesse decidere di cedere uno tra Mario Sampirisi e Salvatore D’Elia, i terzini titolari del Vicenza che hanno buon mercato. Su D’Elia c’è l’interesse del Chievo e del Sassuolo, con gli emiliani che nell’operazione potrebbero inserire l’esterno Alessio Vita che piace molto al tecnico Lerda. Ma a movimentare le prime indiscrezioni di mercato sono sempre gli attaccanti,e in casa biancorossa tutto ruota attorno a Filip Raicevic, che a gennaio è stato molto vicino ad essere ceduto al Napoli. Rispetto alla sessione invernale di mercato, l’interesse del Napoli è decisamente calato, anche se il direttore sportivo dei partenopei, Cristiano Giuntoli, resta un estimatore del centravanti del Vicenza. La settimana scorsa su Raicevic s è registrato un interessamento del Cagliari e una richiesta d’informazioni del Grassophers, ma si tratta solo di primi contatti. Quello che è certo è che Raicevic rimane un probabile partente, stessa situazione di Giulio Ebagua che è in scadenza di contratto e che per restare ha già formulato la sua richiesta, che pare decisamente lontana dall’offerta della dirigenza berica. Con Raicevic ed Ebagua con la valigia in mano, è normale che il Vicenza si stia guardando intorno. I nomi che girano sono tanti, ma il direttore sportivo del Vicenza Antonio Tesoro non ha nessuna fretta; in questi giorni il Modena ha offerto Pablo Granoche ma la società berica ha declinato la proposta, e in vetrina ci sono anche Daniele Vantaggiato, in scadenza di contratto ed appena retrocesso in Lega Pro con il Livorno. Al Vicenza è stato avvicinato, e non è certo una novità, anche Matteo Ardemagni, reduce da una buona stagione a Perugia in cui ha realizzato undici gol. E’ concreto invece l’interesse per Simone Ganz che nello scorso campionato ha militato nel Como e che è stato acquistato dalla Juventus che gli ha sottoscritto un contratto quadriennale. Ganz sarà girato in prestito e il Vicenza è in prima fila per concretizzare l’operazione. In alternativa piace anche Giacomo Beretta, con Tesoro al Lecce, e di proprietà del Milan che ha già dato la disponibilità al trasferimento in biancorosso.
Ore 13.10 – (Giornale di Vicenza) Pastorelli con Pastorello. I due quasi omonimi, nel corso dell’ultimo campionato, più di una volta hanno assistito in coppia alle partite del Vicenza, fianco a fianco sulle tribune del Menti. «Ci unisce un’amicizia consolidata», avevano spiegato entrambi; e il neopresidente biancorosso si era spinto oltre, confermando che gli sarebbe piaciuto, una volta insediatosi al vertice di via Schio, coinvolgere direttamente l’esperto dirigente calcistico vicentino nel nuovo progetto societario. Ora che il nuovo corso è ufficialmente iniziato, la domanda è divenuta quindi lecita: questo “matrimonio sportivo” tra i due amici di vecchia data si farà o no? Lo abbiamo chiesto proprio a Giambattista Pastorello, intercettandolo in un breve intervallo nei suoi viaggi tra Europa e Sudamerica alla ricerca di giovani talenti.Pastorello, allora: è arrivata la proposta ufficiale dal suo amico Pastorelli per ricoprire un ruolo nel nuovo Vicenza?Non direi ufficiale, ma posso confermare che anche nel corso dell’ultimo pranzo insieme, qualche giorno fa, Alfredo mi ha rinnovato il suo gentilissimo e gradito invito a valutare un mio ruolo operativo nel Vicenza Calcio.E la sua risposta?Mi sono preso del tempo per riflettere, ma gli ho già anticipato che al momento il mio orientamento è quello di declinare l’offerta. Sia chiaro, sono lusingato che Pastorelli abbia confermato la sua stima nei miei confronti, del resto ricambiata, ma in questo momento non sono nelle condizioni di poter assicurare al Vicenza l’impegno e il tempo che un ruolo operativo richiederebbe.Un “no” a malincuore, quindi?Un “no” motivato dal fatto che la mia vita si divide prevalentemente tra la Svizzera, dove risiedo, il resto d’Europa e il Sudamerica: proprio tra pochi giorni tornerò in Brasile per visionare alcuni giovani che mi vuole segnalare Antonio Careca, l’ex attaccante del Napoli. Il mio compito è capire se ci sono delle potenzialità, e poi eventualmente sottoporli all’attenzione di alcuni tra i più importanti club europei, con i quali ho il piacere di collaborare. È un incarico che mi appassiona e mi diverte, ma chiaramente non mi lascerebbe il tempo di impegnarmi quotidianamente per il Vicenza, come invece sarebbe giusto e doveroso se accettassi l’invito di Pastorelli.Non la vedremo più in tribuna al Menti, allora?Ci mancherebbe, quando sarò in Italia tornerò ben volentieri. Anche perché sono davvero felice e sollevato per come si è chiusa questa stagione tribolata: Pastorelli, Franchetto e i loro soci hanno fatto qualcosa di straordinario salvando la società nelle condizioni disperate in cui era, meritano un enorme ringraziamento e tutto il supporto possibile.Anche sul campo la salvezza è stata complicata. È stato esonerato Marino, che pure lei considerava un “valore aggiunto” della squadra…E ritengo ancora che sia un allenatore eccellente, a maggior ragione per la serie B. Però, con il senno di poi, forse non c’erano più le condizioni ambientali e di sintonia giuste per proseguire il lavoro a Vicenza, dopo che lui aveva scelto di tornare a Catania. Inoltre non è un mistero che con Pastorelli non si siano mai “presi” molto: quando due personalità forti diventano incompatibili, è difficile poi remare tutti dalla stessa parte in armonia. Lerda ha fatto un ottimo lavoro da subentrante, rivelandosi la scelta giusta.L’indicazione è giunta dal nuovo direttore sportivo, il giovane Antonio Tesoro. Lo conosce?No, non conosco né lui, né il padre, per cui non posso esprimere alcun giudizio, ma ovviamente auguro loro di lavorare al meglio per il Vicenza.Sarà un campionato in cui tornerà anche il derby con il Verona, di cui lei è stato presidente.Purtroppo all’Hellas hanno pagato soprattutto l’infortunio di Toni, che forse negli anni precedenti, con un rendimento straordinario, aveva nascosto delle pecche e delle magagne che già c’erano. Ora hanno scelto di ripartire da un tecnico giovane come Pecchia, che stimo molto perché l’ho avuto da giocatore: è un ragazzo che ha studiato, nel calcio e non solo, ha fatto un ottimo apprendistato internazionale come vice di Benitez. Sulla carta mi sembra la scelta migliore, poi come sempre sarà solo il campo a dare i verdetti reali, perché tutti sulla carta vogliono fare una squadra vincente…I nuovi dirigenti del Vicenza, in realtà, non hanno fatto proclami di vittoria: obiettivo primario il risanamento finanziario e la salvezza.Un atteggiamento serio e più che condivisibile: solo una società a posto con i conti può porre le basi per poi aprire un ciclo vincente. Sarebbe proprio il momento che il Vicenza ripartisse per un futuro glorioso in serie A.E per gli Europei appena iniziati, lei che “mastica” calcio internazionale ogni giorno, chi vede favorito? Intanto l’Italia può diventare una delle sorprese, perché non ci sono “stelle” in squadra e questo potrebbe favorire lo spirito di gruppo. Poi ovviamente i padroni di casa della Francia, ma anche Germania e Spagna saranno le squadre da battere, e attenzione alla Croazia: ha tanti buoni giocatori, potrebbe stupire.
Ore 12.40 – (Gazzettino) Era destino che la giornata di ieri dovesse essere speciale il Cittadella. Mentre a Roma la Berretti di Giulio Giacomin vinceva lo scudetto, al Tombolato dal primo pomeriggio è andato in scena un revival ricco di amarcord, con i calciatori delle tre promozioni in serie B (2000, 2008 e l’ultima quest’anno) che si sono ritrovati per un torneo amichevole tra vecchi e nuovi protagonisti del Cittadella. Giocatori che hanno scritto la storia dei colori granata: in campo tra gli altri c’erano Coralli, Pierobon, Gorini, ma anche Riberto, Zalla, Manucci, Turato e Rimondini. La sorpresa più grande l’ha regalata Federico Piovaccari, arrivato direttamente dall’Australia dove gioca nell’A-League con i colori del Western Sydney Wanderers.
Ore 12.20 – (Gazzettino) Vince il Cittadella, vince anche Giulio Giacomin che, orgogliosamente, a fine gara dice: «Ho vinto un campionato da calciatore, quindi da secondo di Foscarini. Ora un titolo da allenatore della Berretti, forse la gioia più grande». Che merita dediche particolari: «Alla mia famiglia, che mi sostiene ogni giorno, e a mio suocero Giancarlo, scomparso un anno fa, che era un grande sostenitore di questa squadra. Infine a tutti i collaboratori, che mi sopportano sempre». Giacomin ha sempre creduto nei ragazzi: «Siamo partiti un anno fa consapevoli di avere numeri importanti, ero convinto che l’annata poteva regalarci qualcosa di significativo. La svolta c’è stata a gennaio, dopo aver perso con il Mantova: eravamo scivolati al quarto posto, lontani dalla Cremonese. Ho detto ai ragazzi che non potevamo fallire: io come allenatore, loro come giocatori, perché le qualità c’erano. Da lì è scattata la molla che ci ha lanciati, i ragazzi hanno cominciato a crederci ed è partita una cavalcata trionfale. Anche nelle finali il Cittadella era convinto di arrivare fino in fondo».
Ore 12.00 – (Gazzettino) Il Cittadella entra nella storia. La formazione Berretti di Giulio Giacomin ieri pomeriggio al Salaria Sport Village di Roma ha battuto 2-1 i pari età dell’Arezzo e si è laureata campione d’Italia di categoria. Il 50. Trofeo Dante Berretti è dunque del Cittadella, che suggella in questa maniera un’annata davvero memorabile: promozione in serie B della prima squadra e scudetto per i ragazzi di Giacomin. Il tecnico granata deve rinunciare a Varnier e Zonta, entrambi squalificati, ma recupera Maniero in difesa. L’Arezzo ha un approccio migliore alla partita, ma con il passare dei minuti il Cittadella prende campo e al 22′ sblocca il risultato: Garbinesi respinge a terra la conclusione dal limite di Maniero, il pallone finisce sui piedi di Fasolo che lo rimette a centro area, De Pieri è il più lesto di tutti e insacca da due passi. La compagine toscana accusa il colpo e fatica a reagire, costruendo soltanto un pericoloso tiro di Ngissah. Il Cittadella ne approfitta e alla mezz’ora trova la rete del raddoppio: De Pieri serve Fasolo, che viene palesemente strattonato in area da Pauselli al momento del controllo del pallone. Rigore chiarissimo che Fasolo trasforma. Il doppio vantaggio dopo il primo tempo sembra un risultato abbastanza rassicurante, ma l’Arezzo ha orgoglio e riesce ad accorciare le distanze al 14′ della ripresa con il colpo di testa di Iacuzio che si infila sul secondo palo. Adesso la formazione granata deve stringere i denti ma non rischia praticamente niente. Finisce in trionfo, con il presidente della Lega, Gabriele Gravina, che consegna il trofeo ai ragazzi di Giacomin.
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Il Cittadella non smette di riscrivere i libri di storia e aggiorna ancora il preziosissimo volume 2016. I granata sono campioni d’Italia Berretti per la prima volta, dopo aver sconfitto nella finale, disputata ieri a Roma, l’Arezzo. Un 2-1 sofferto ma meritato, che regala la giusta soddisfazione a un settore giovanile in grande crescita. I soliti Fasolo e De Pieri hanno messo il timbro all’atto finale di una stagione che ha visto sei giocatori della Berretti affacciarsi alla prima squadra e tutti gli altri prepararsi per il prossimo campionato Primavera. L’Arezzo ha dimostrato buone qualità ma ha pagato un primo tempo sottotono. Il Cittadella ha sfruttato la propria superiorità tecnica andando in vantaggio al 21′: Maniero calcia da fuori, il portiere respinge sui piedi di Fasolo che è bravo ad alzare la testa e servire a centro area De Pieri, che deve solo spingere la palla in rete. La partita prende una piega precisa a cavallo della mezz’ora. Bismark, sicuramente il migliore dei suoi, parte in slalom sulla trequarti, calcia dal limite ma la sfera sfiora il palo. Sul capovolgimento di fronte ancora De Pieri fugge sulla sinistra e serve al centro Fasolo. Il centravanti controlla spalle alla porta e viene atterrato, con una trattenuta tanto palese quanto ingenua, da Puselli. Calcio di rigore che lo stesso Fasolo trasforma per il due a zero. Il Citta va all’intervallo con la sensazione di essere in pieno controllo della gara, ma dagli spogliatoi esce tutt’altro Arezzo. Bismark è una scheggia impazzita sulle trequarti, va due volte al tiro ma non trova il bersaglio. Ci pensa così Iacuzio ad accorciare le distanze al 14′ con un colpo di testa beffardo, su cross di Minocci, che scavalca Corasiniti e si insacca sul secondo palo. E così il Citta è condannato a soffrire. La formazione di Alessandria ci crede e continua a spingere, i granata abbassano il loro baricentro ma riescono a difendersi con ordine. Il forcing toscano è sterile e nel recupero il Citta avrebbe anche lo spazio per provare a calare il tris, ma si accontenta di tenere gli avversari lontani dalla propria porta, prima di far scattare la grande festa. Il tecnico Giulio Giacomin, vero cuore granata visti i sette anni da giocatore e i nove da allenatore sotto le mura, viene portato in trionfo dai suoi ragazzi: «Vittoria meritata», sorride, «Con questa maglia ho guadagnato la prima promozione in B da giocatore e la seconda da vice. Ma essere allenatore ti dà una soddisfazione impagabile, ho messo le mie idee in campo, i ragazzi mi hanno seguito e sono molto orgoglioso». Da Cittadella esulta anche il dg Marchetti: «Sono fiero di tutti i ragazzi e di chi ha lavorato con loro. Chiudiamo un’annata davvero indimenticabile».
Ore 11.20 – (Corriere del Veneto) Il Cittadella di Giulio Giacomin è campione d’Italia. Un traguardo eccezionale, quello della Berretti granata, che supera l’Arezzo per 2-1 in finale e festeggia il tricolore. Un traguardo sudato e meritato, conquistato mattone dopo mattone e con un lavoro eccezionale che darà probabilmente molto presto altri frutti importanti. Tanti i giocatori che si sono messi in luce e destinati a un futuro radioso: spiccano i difensori Amato e Varnier, il capitano Caccin e l’attaccante Fasolo. Certamente non sono gli unici a finire in vetrina, perché quando si conquistano traguardi come questo è sempre frutto di qualcosa che parte da lontano. E non c’è dubbio che pesi anche la mano di Stefano Marchetti, dirigente in grado di trasformare in oro quasi tutto ciò che tocca. Anche l’atto finale andato in scena a Roma davanti al presidente Gabriele Gravina ha portato con sé un successo strameritato: partita maschia ma corretta, interpretazione eccellente da parte dei granata, spunti di classe degni di nota. Questi gli ingredienti del successo dei ragazzi di Giulio Giacomin, che cominciano il match con grande personalità. Nonostante l’assenza pesante di Varnier in difesa, i granata anno girare palla e giocano con grande velocità. AL 21’ ecco il vantaggio: Garbinesi respinge alla meglio un tiro di Maniero, palla recuperata da Fasolo che la rimette in mezzo e De Pieri non sbaglia da pochi passi. L’Arezzo accusa il colpo, sbanda e rischia di subire anche il 2–0, poi Ngissah sfiora il pareggio con un bel tiro dalla distanza. Eppure sembra un episodio isolato: il Cittadella mostra di avere qualcosa in più. Al 29’ De Pieri pesca Fasolo, steso platealmente da Pauselli. Rigore solare che lo stesso Fasolo trasforma. Il 2-0 indirizza la partita, anche se l’Arezzo nella ripresa riapre i conti con il gol del 2-1 segnato al 13’ da Iacuzio. Ma non basta, nonostante il finale in sofferenza. Il Cittadella di Giulio Giacomin è campione d’Italia, un traguardo storico per la società granata.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Quest’ultimo non è comunque l’unico candidato di una lista che comprende anche altri profili, perché si vuole svecchiare un po’ il pacchetto di difesa puntando a giocatori che abbiano nelle loro corde oltre alla qualità, anche forza fisica ed esplosività. Ragione per la quale a essere sacrificato sarà Fabiano, che ha il contratto in scadenza a fine mese. Mentre Diniz e Sbraga rispondono appieno ai requisiti richiesti dal nuovo staff tecnico. Non solo Rigione, dicevamo. Altri nomi graditi sembrano essere quelli di Ingegneri che Zamuner ha avuto quest’anno al Pordenone, e di Pasini della Pistoiese. C’è poi la questione portiere. È vero che Favaro e Petkovic sono blindati da un contratto, ma riguardo al serbo c’è da fare qualche valutazione non tanto sulle sue capacità tecniche, quanto piuttosto sulla sua tenuta fisica considerato che nelle ultime due stagioni ha accusato qualche acciacco fisico che l’ha costretto ai box a lungo, tanto da saltare quasi tutta la seconda parte di stagione. Senza dimenticare che l’entourage biancoscudato potrebbe fare una valutazione diversa rispetto a quella di quest’anno, ossia prediligere una coppia formata da un giovane e da un esperto. A tal proposito sarebbero state prese informazioni su Facchin, che però è diretto al Venezia.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Anche nel pacchetto di mediana si provvederà a inserire elementi di spessore, tenendo conto che Zamuner e Brevi vogliono giocare con un centrocampo a tre. Attualmente le certezze sono rappresentate da due giocatori sotto contratto, vale a dire De Risio e Mazzocco. L’idea di massima sarebbe quella di avere a disposizione nel reparto quattro giocatori navigati e due giovani. Un nome che piace a direttore e tecnico è quello di Dettori (su di lui ci sono anche Pistoiese e Siena), autore tra l’altro di otto sigilli quest’anno con la Carrarese. Brevi lo conosce bene avendolo già avuto alla Cremonese, ed è un centrocampista che abbina personalità e qualità, senza dimenticare la sua duttilità dato che si presta a ricoprire più posizioni. Capitolo a parte merita Giandonato, che è sotto contratto per un altro anno e dovrebbe rientrare dopo il prestito semestrale al Lanciano, appena retrocesso in Lega Pro. Non è escluso però che si trovi una soluzione diversa o che il giocatore rimanga in terra abruzzese nell’ambito di un’operazione che potrebbe avere come contropartita tecnica Rigione, difensore centrale che Brevi ha allenato al Catanzaro.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Marco Cunico appende le scarpe al chiodo. Dopo una lunga carriera vissuta da protagonista anche nelle ultime due stagioni al Padova, è arrivato per lui il momento di dire basta. Ma l’ex capitano quasi certamente non si congederà dal club biancoscudato: nei giorni scorsi ha avuto modo di confrontarsi con il diggì Zamuner e se troverà l’accordo con la società entrerà a fare parte della struttura tecnica. Intanto, proprio Zamuner e Oscar Brevi hanno iniziato a lavorare fianco a fianco per gettare le basi del Padova edizione 2016-2017, fermo restando che c’è già una buona base di partenza, come ha ribadito anche l’altro ieri il nuovo tecnico in occasione della sua presentazione. Un punto fermo del progetto biancoscudato è l’attacco, dove si può contare su giocatori del calibro di Neto Pereira e Altinier (26 gol nell’ultima stagione) e l’intenzione è quella di metterli in campo nelle condizioni migliori per fare sì che si possano ripetere. Ciò non toglie che per completare il reparto arriveranno almeno altre due punte affidabili, probabilmente uno esperto e uno giovane.
Ore 10.20 – (Gazzettino) «Ho conosciuto Zanutta dato che lavoriamo nello stesso settore – afferma Bonetto – C’è fiducia reciproca e sapendo che ha una grande passione per il calcio, tanto da essere anche presidente di una società friulana che milita in Eccellenza, siamo riusciti a chiudere la trattativa». Il nome Zanutta sarà in bella vista davanti nella maglia, dove c’è spazio anche per un altro sponsor con il quale il vice presidente biancoscudato è in fase di trattativa. Quanto agli altri sponsor di maglia, saranno confermati al 99 per cento Tiemme costruzioni e Dermomed. Anche per quanto concerne le sponsorizzazioni a bordo campo ci sarà un potenziamento con riguardo all’utilizzo dei pannelli al led. «Hanno portato un grande beneficio economico, continueremo ad affittarli o a comprarli per aumentarne la metratura e dare ulteriore visibilità ai nostri sponsor».
Ore 10.10 – (Gazzettino) Sul petto dei biancoscudati batte un cuore nuovo. Venerdì pomeriggio è stato perfezionato il primo grande accordo di partnership della stagione 2016-2017 che legherà il Padova alla Zanutta srl, uno dei nuovi sponsor di maglia della squadra in vista del campionato di Lega Pro. Un contributo importante da un’azienda leader del territorio che si appresta ad aprire una sede anche a Padova (si occupa della fornitura di articoli rivolti non solo ai costruttori edili, ma anche alla clientela finale) e che darà nuova linfa alla società biancoscudata in vista dei prossimi impegni agonistici.
La firma della sponsorizzazione è avvenuta nella sede di viale Nereo Rocco alla presenza del vice presidente Edoardo Bonetto e di Gianluca Zanutta, amministratore delegato dell’omonima azienda.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Se nelle scorse settimane il rinnovo del contratto (pure questo in scadenza) del brasiliano sembrava un’ipotesi percorribile, ora le possibilità sono scese. E con lui potrebbe esserci anche Matteo Dionisi, uno degli eroi della promozione dalla Serie D, a salutare nonostante un altro anno di contratto: sulle sue tracce un paio di club. NEL MIRINO. Da tempo, per la difesa, il responsabile dell’area tecnica biancoscudata ha messo nel mirino il giovane centrale Andrea Ingegneri (ex Pordenone), mentre per l’attacco, nei giorni scorsi, si è fatto un tentativo col Sassuolo anche per Ettore Gliozzi, nell’ultima stagione in prestito al Sudtirol: di fonte alla richiesta emiliana di garanzie di impiego dell’attaccante, Zamuner ha deciso di non proseguire – almeno per ora – nella trattativa. Ma è a centrocampo, il reparto che andrà maggiormente ritoccato, che si giocherà la partita più importante.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) LE PRIME MOSSE. A Pordenone Zamuner ha fatto le fortune dei neroverdi con un mercato orientato a giovani di belle speranze o da “rivitalizzare”, uniti a qualche elemento di comprovata esperienza che potesse trascinare il gruppo. Anche a Padova, da quel che si apprende, si procederà nella medesima maniera. Alcuni punti fermi della squadra rimarranno, in primis Neto Pereira che tre giorni fa ha prolungato il contratto, mentre altri dei senior della passata stagione rischiano seriamente di venire “tagliati” in nome di una rosa da ringiovanire. Non solo Daniele Corti, in scadenza di contratto e ormai praticamente fuori dai giochi, ma pure capitan Marco Cunico, per il quale comunque si dovrebbe profilare l’ingresso nei quadri tecnici della società con un altro ruolo, e quindi Fabiano Medina.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) A un mese e mezzo dall’inizio della prossima stagione ufficiale, in viale Rocco, risolta la prima fase di rinnovamento dell’area tecnica, si può passare al secondo step. Il Consiglio della Lega Pro, riunitosi ieri a Roma, ha fissato l’avvio della Coppa Italia di Lega Pro per il 7 agosto 2016 e del campionato per il 28 agosto, ma già dal 31 luglio, con il primo turno di Tim Cup, il Padova di Oscar Brevi scenderà in campo per i primi impegni ufficiali. L’obiettivo dichiarato è migliorare il piazzamento e il rendimento della passata stagione, mantenendo sempre uno sguardo al risultato e uno al portafoglio. In casa Padova, dopo l’investitura di Brevi a nuovo allenatore, è iniziata la fase del calciomercato. E la prima indicazione che trapela è chiara: l’obiettivo numero uno è ringiovanire la rosa.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) L’idea di Zamuner è creare «coppie» per ogni ruolo formate da un giocatore esperto e un giovane. Gli obiettivi Detto che al momento sono state intavolate moltissime trattative, vanno segnalate quelle più calde. Sulla fascia sinistra come vice di Favalli non arriverà Martin (Pavia), considerato troppo ingombrante come alter ego dell’attuale titolare del ruolo. Si punterà su un giovane e Zamuner ha già bussato alle porte dei migliori club d’Italia (Juventus, Roma, Inter, Sassuolo, Torino) per quanto riguarda i vivai. Non ci sono riscontri per ora in merito a contatti per i pupilli di Oscar Brevi, fra cui spiccano Germinale (Bassano), Legittimo (Lecce) e Fioretti (Maceratese). A centrocampo il primo obiettivo è Francesco Dettori, 8 gol nell’ultimo campionato con la Carrarese, ma c’è stato un ritorno di fiamma importante per Guido Davì, che aveva un accordo col Venezia prima del cambio in panchina da Favarin a Inzaghi. E’ stata fatta una proposta a Mattia Minesso, mentre il Sassuolo ha per ora sbarrato la porta per la cessione di Gliozzi, lo scorso anno al SudTirol. Sponsor di maglia E’ di ieri la notizia dell’accordo con la Zanutta Srl, attiva nel settore dell’edilizia, della minuteria, dei trasporti e dell’immobiliare nel settore edile, come nuovo sponsor di maglia. Da capire se accanto al già presente Arte di Abitare oppure se a un altro nuovo logo.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Giorgio Zamuner è al lavoro per costruire il Padova 2016-2017. Definito l’allenatore con l’arrivo in panchina di Oscar Brevi, il direttore generale biancoscudato adesso punta a definire a grandi linee la rosa della prossima stagione prima della partenza per il ritiro di Mezzano di Primiero. L’obiettivo è salire in Trentino con due terzi del gruppo definito, per poi integrare ad agosto con gli ultimi aggiustamenti e magari col botto di mercato vero e proprio che completi la rosa. Giocatori sotto contratto e non confermati Al momento in rosa ci sono i due portieri (Favaro e Petkovic, ne potrebbe arrivare un terzo esperto che non sarà Bastianoni), in difesa Dionisi, Diniz, Sbraga e Favalli, a centrocampo De Risio e Giandonato (di ritorno da Lanciano ma che potrebbe nuovamente trasferirsi in Abruzzo), in attacco Altinier, Neto Pereira e i due esterni Ilari e Petrilli. Il totale fa 12, a cui vanno aggiunti i giovani Turea, Dell’Andrea e Bottalico. In scadenza di contratto e in uscita vanno, dunque, considerati Bucolo, che non verrà confermato, Fabiano, il cui rinnovo è da escludere a favore di un difensore più fisico (Ingegneri del Cesena e Rigione sono i nomi più caldi), Corti, Cunico (che potrebbe anche appendere le scarpe al chiodo), Baldassin che tornerà al Chievo e non verrà confermato, Anastasio che tornerà al Napoli, Bearzotti che tornerà al Verona.