Live 24! Padova, Oscar Brevi stacca la concorrenza e si prepara a diventare il nuovo allenatore biancoscudato

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Ore 21.10 – (Corriere delle Alpi) «Belluno, grazie di questi tre anni: ma ora devo andare». Ruben D’Incà, trequartista ormai ex gialloblù, ha comunicato ufficialmente la sua intenzione di voler cambiare squadra, per avere la possibilità di giocare di più, ma ammette che lasciare il Belluno non è stata una scelta presa a cuor leggero. «E’ stato difficilissimo prendere questa decisione», commenta, «in questi tre anni si è creato un gruppo speciale, non solo dentro ma anche fuori dal campo, siamo tutti amici. Mi mancherà davvero tanto il mio solito posto in spogliatoio al Polisportivo, di fianco al mio amico Mosca». Hai qualche rimpianto di quest’ultima stagione? «No, sapevo che il passaggio da fuoriquota a “vecchio” sarebbe stato duro, in più l’avere il ginocchio rotto e compagni così forti non ha aiutato. Certamente mi sarebbe piaciuto giocare di più in questa stagione, ma le cose sono andate così». Hai parlato con Vecchiato? «No, non c’è stata occasione, ma durante l’anno il nostro rapporto è sempre stato buono; siamo arrivati insieme al Belluno e la squadra ha fatto ottimi campionati. Ovviamente tutti i giocatori che giocano poco vorrebbero giocare di più, e magari possono avercela un po’ con il tecnico; sarebbe preoccupante il contrario. Ma, dall’altro lato, immagino non sia facile neanche il ruolo dell’ allenatore che deve scegliere ogni domenica chi lasciare fuori dei suoi. Vecchiato è un ottimo allenatore e i risultati lo dimostrano». La tua prossima destinazione quale sarà? «Al momento proprio non saprei dirlo», spiega il fantasista di Longarone, «ho avuto alcuni contatti tramite il mio procuratore ma per ora non si è concretizzato niente. L’Union Feltre? Con la conferma di Madiotto e l’arrivo di Vianello credo che la squadra feltrina abbia davanti due grandi giocatori e sia a posto». Saresti disposto a scendere di categoria? «Assolutamente sì», continua D’Incà, «ovviamente mi piacerebbe rimanere in D, dove in questi ultimi tre anni tra alti e bassi penso di aver comunque fatto una discreta figura. Ma non faccio certo il fenomeno, se arrivasse l’offerta giusta anche da una categoria inferiore non avrei problemi a scendere in Eccellenza». Il San Giorgio Sedico ti ha contattato? E il Tamai? «Sinceramente il San Giorgio Sedico non mi ha mai chiamato, conclude, «mentre con il Tamai c’era stato qualcosa ad inizio dello scorso anno». Futuro incerto per Pellicanò. Il difensore è ancora in dubbio per la prossima stagione visto l’interesse del Venezia, promosso in Lega Pro e con il nuovo allenatore Filippo Inzaghi. Nei prossimi giorni se ne potrebbe sapere di più.

Ore 20.40 – (La Provincia Pavese) Dall’Eccellenza fino a sfiorare la serie B, con la finale persa play off persa con il Mantova nel giugno 2005, la famiglia Calisti ha guidato il Pavia per undici anni dal 1998 al 2009. E’ stato l’ultimo esempio di una gestione pavese doc per il club pavese, poi si è passati agli Zanchi e successivamente all’attuale gestione cinese con il presidente Zhu. «Quello che so direttamente è quello che leggo sui giornali dalle dichiarazioni sulla situazione attuale della società e ovviamente come tutti i pavesi sono preoccupato per il futuro del Pavia – dichiara l’ex direttore generale Armando Calisti – le cifre date dall’attuale direttore generale del Pavia Nicola Bignotti sono sicuramente pesanti: tra l’iscrizione e la copertura dei debiti alla fine sommando il tutto si parla complessivamente di 4 milioni di euro per ripartire senza pendenze. Ragionando da persona comune ma anche da imprenditore mi chiedo perché uno debba fare l’iscrizione e coprire i debiti per poi defilarsi e fare un anno di austerity con i giovani. Senza un vero obiettivo futuro non avrebbe senso». Scettico, quindi, su un colpo di coda del presidente Zhu nelle prossime settimane e il salvataggio del Pavia? «No, perché la nostra mentalità imprenditoriale italiana è diversa da quella dei fondi cinesi – risponde Armando Calisti – In queste condizioni un investitore italiano non farebbe mai quello che noi tutti pavesi speriamo. Ma la mentalità cinese è diversa dalle nostre strategie economiche e anche i budget che dalla Cina si muovono in operazioni commerciali in tutto il mondo. Quando si leggono di investimenti da 100 milioni di investitori orientali allora anche cifre grandi come quelle che servono per salvare il Pavia possono sembrare piccole per loro che già in due anni hanno investito tanto nel bilancio della società raccogliendo sicuramente molto meno di quanto l’investimento fatto avrebbe dovuto e potuto portare». Con cifre così grandi difficili pensare a imprenditori italiani pronti a sostenere il Pavia? «Ci sono diversi esempi di club professionistici italiani, anche delle zone a noi vicine, ma preferisco non far nomi, che hanno avuto perdite maggiori di quelle attuali del Pavia e sono falliti anche più di una volta – ricorda l’ex dg azzurro – Quello che per noi pavesi sarebbe importante prima di tutto è evitare la stessa fine». Ovviamente difficile pensare anche a coinvolgimenti pavesi al capezzale del Pavia, ma il suo nome è stato accostato in questa stagione a un possibile ritorno in società. Fantasie o c’è qualcosa di vero visto che l’abbiamo vista spesso in tribuna d’onore a seguire il Pavia durante le gare casalinghe? «Prima di tutto ho sempre seguito il Pavia da tifoso anche dopo l’esperienza al timone con la nostra famiglia. Ho parlato spesso con il vicepresidente Wang – ammette Armando Calisti – e posso confermare che ho dato la disponibilità alla proprietà cinese di entrare in società per dare un contributo. Di esperienza, non più economico al Pavia a cui la mia famiglia ha dato già tanto negli anni passati. Voglio essere ancora più chiaro per intenderci, assolutamente non con un ruolo da stipendiato, ma da consigliere del club, per portare l’esperienza diretta di programmazione che abbiamo fatto di persona nel calcio alla guida del Pavia. Quello che è mancata in questi due anni, a detta di molti addetti ai lavori e non solo, è stata una programmazione più ragionata. Un po’ di mentalità italiana che poteva dare qualche consiglio agli investitori sul fatto di non agire magari d’impulso, continuando a cambiare dirigenti, allenatori e calciatori. Io sono qui e se la proprietà riterrà opportuno che posso dare una mano al Pavia, nel senso che le ho spiegato, non mi tirerei certo indietro».

Ore 20.10 – (Gazzetta di Reggio) Sono queste le giornate cruciali in casa granata per inserire, nell’attesa delle loro ufficializzazioni, gli ultimi tasselli mancanti nei vari staff. Detto dell’arrivo di Salvatore Conti come segretario in luogo di Italo Federici Andrea Grammatica ed il suo braccio destro Sergio Mezzina stanno lavorando intensamente anche sul vivaio granata, il settore che dovrà diventare il fiore all’occhiello se, come sembra, l’operazione Mike Piazza andasse in porto. Tra i movimenti in ballo ci sarebbe il ritorno alla Reggiana del bibbianese Cris Giglioli come vice di Paolo Zanetti alla Berretti. Per quanto riguarda la prima squadra è già stato definito da tempo l’arrivo del nuovo tecnico Leonardo Colucci, la cui presentazione arriverà nei prossimi giorni, e inizia a muoversi anche il mercato in entrata. E’ soprattutto la sponda oltre Secchia ad aver calamitato gli interessi di Grammatica perché i canarini, dopo la recente retrocessione in Lega Pro, dovranno smantellare parte dell’organico e tre giocatori importanti sono finiti nel suo mirino, per rendere competitiva la nuova Reggiana: l’attaccante Francesco Stanco, il difensore reggiano Simone Gozzi ed il centrocampista Riccardo Nardini (per gli ultimi due di tratterebbe di un ritorno) sono i pezzi da novanta che si proverà a portare al raduno di Villa Minozzo. Tra gli altri nomi resta calda la pista del centrocampista destro Alessio Cristiani del Como, anche lui proveniente dalla Serie B, mentre è più defilata la posizione del centrocampista sinistro del Pordenone Luca Cattaneo. Per il capitolo delle riconferme si cerca l’accordo con Nicholas Siega, tra coloro in scadenza a giugno, e con Daniele Mignanelli col quale servirà però un’intesa col Pescara per un eventuale altro anno di prestito.

Ore 19.50 – (Gazzetta di Reggio) «Sono estremamente eccitato di annunciarvi che ho raggiunto un accordo di massima per acquisire la maggioranza delle azioni della Reggiana». Così ieri Mike Piazza ha annunciato sul suo profilo Facebook, con un post in inglese, la notizia che tutti i tifosi stavano aspettando. L’ex stella del baseball nel suo messaggio rende omaggio a un club «ricco di storia, con tifosi straordinari, in una grande citta e regione». Il futuro proprietario granata dice di aver apprezzato il sostegno e i commenti giunti dai tifosi. «So che non sarà facile ma accetto volentieri la sfida. So che ho un grande team che mi sosterrà per raggiungere questo obiettivo, «to win and produce amazing calciatore!». Il messaggio di Piazza è arrivato in contemporanea con una nota della Reggiana, un po’ più prudente. «In data odierna è stato raggiunto tra l’Associazione Calcio Reggiana 1919 S.p.A., i propri soci di maggioranza, Stefano Compagni e Giancarlo Medici, e Michael Joseph Piazza un accordo di massima relativamente ad alcuni termini principali di una possibile operazione che prevede l’acquisizione da parte del nuovo investitore di una partecipazione di maggioranza nella Reggiana. Nell’immediato futuro verrà convocata una conferenza stampa». Si conclude dunque una trattativa clamorosa sotto molto punti di vista. La Reggiana passa a una leggenda del baseball, che nella sua nuova avventura si circonderà molto probabilmente di amici fidati, come Bill Holmberg e Gilberto Gerali. Un ruolo importante lo avrà anche Maurizio Franzone che ha condotto la trattativa. L’attuale presidente Stefano Compagni resterà comunque socio con una quota importante.

Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Nel primo pomeriggio, stando alle ultime novità, l’imprenditore vicentino Roberto Masiero e l’ex presidente biancorosso Fabrizio Lori saranno a colloquio con i dirigenti biancorossi per presentare l’ultima delle offerte di cui si è parlato in questi giorni, tenuto conto che per lunedì mattina è in programma un vertice in via Roma fra il sindaco di Mantova Mattia Palazzi e il rappresentante del gruppo cinese, l’industriale di Guandong Zhonghe Ye, il quale in quella sede intende esporre le linee d’intervento per il rilancio della società, la prima delle quali è connessa all’allestimento di un nuovo stadio che sostituisca l’onusto Danilo Martelli. Ieri non sono filtrate particolari indiscrezioni relative alle intenzioni del gruppo di Masiero, che già nel dicembre 2001 fece parte per poche ore del gruppo intenzionato ad acquisire il Mantova insieme ad Alberto Castagnaro, Andrea Fagnani, Ferruccio Recchia e Corrado Serato. Fatto è che già in più di una circostanza l’industriale petrolifero (si parla di una partecipazione di Masiero nella Bilfinger, che si occupa dei giacimenti di petrolio e gas nel Mare del Nord) si è detto intenzionato ad acquisire il 100% della società pur se, come hanno fatto tutti gli altri anche negli incontri di ieri, chiede all’attuale dirigenza di esentare i futuri acquirenti dalle spese inerenti la gestione pregressa. Una volta acquisita la risposta della società all’offerta di Masiero verrà riunito nella sede di viale Te il consiglio di amministrazione del Mantova, formato da Sandro Musso, Giovanni Trainini, Gianfranco Bernasconi e Leonardo Quaglia ai quali andrà demandata la scelta su quale sarà la proposta da affrontare nel concreto unitamente ai soci mantovani e all’ex presidente Michele Lodi, detentore del 15%.

Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) Nelle prossime ore il Cda del Mantova fissato alle 18 dirà se continuerà con l’attuale composizione anche nella prossima stagione, se invece l’Acm acquisirà partecipazioni derivanti dalla presenza della cordata cinese, dall’ex direttore tecnico biancorosso Roberto Masiero o se, soprattutto, l’imprenditore mantovano Claudio Dondi sarà riuscito a convincere la maggioranza bresciana, oltre che dell’assenza di Piervittorio Belfanti dal gruppo aspirante acquirente, anche dell’entità della cifra necessaria per arrivare alla maggioranza (o alla totalità) delle quote societarie dell’Acm. Per rispetto verso i lettori, non già verso altri, eviterermmo di prendere in considerazione l’ipotesi portata avanti dal mantovano Gianluca Braguzzi, che ieri pomeriggio si è recato negli uffici della Sdl assieme al consulente finanziario Enea Benedetto, perchè la narrazione del summit lascia ben pochi dubbi sulle prospettive per questo gruppo, come lo stesso consulente piemontese spiega con grande disponibilità: «Il progetto che stiamo portando avanti è quello di un gruppo che opera con «Benefit brokers», società che agisce in Findandia, e che è in sinergia anche con «Amicus Invest» altra società finanziaria chiamata ad operare in questo ambito. Tengo a precisare che la nostra volontà di partecipazione ad un progetto vincolato alla promozione del marketing è totale e quindi contiamo di approfondire con i dirigenti del Mantova i singoli aspetti della trattativa. È del tutto lampante, comunque, che non vi è la minima possibilità che i fondi che rappresentiamo, ad esempio, prendano su di sè le giacenze pregresse a cominciare dalle pendenze relative ai contratti triennali di allenatori sui quali soltanto l’attale maggioranza ha petrtinenza e competenza a provvedere alla liquidazione del debito. Noi ci stiamo, ma ad entrare con una società completamente pulita oppure ça ne fait rien…». Del carattere interlocutorio dell’incontro è comunque convinto anche Gianluca Braguzzi: «Certo – sottolinea – l’esposizione dell’attuale società sul pregresso è importante e ci impedisce di valutare nel modo necessario ogni sviluppo». Altra atmosfera, e probabilmente altre conclusioni, nel corso dell’altro summit fra i “Promessi sposi” della cordata Dondi e dalla Sdl, che da dicembre si guardano in cagnesco poi si sfiorano con passione, si lanciano occhiate di fuoro poi, se le cose andranno come pare, finiranno con il concupire sul lettone delle trattative di putiniana memoria. Claudio Dondi si è lasciato sfuggire meno di uno spillo ed il suo pagliaio è completamente intonso: «Una riunione positiva – spiega – ho fatto la proposta e ho anche fatto parlare i soci della maggioranza del Mantova (Sandro e Paolo Musso, Piero Raccagni, Gianfranco Bernasconi e Matteo Togni) con il possibile futuro presidente, che esiste ed in carne ed ossa sia pure in viva voce ha dato la disponibiluità ad entrare nella società al più presto possibile. Ma alle condizioni che proponiamo noi, ovvero senza il gravame delle pendenze di cui deve farsi carico chi ha portato la situazione ma questo punto. Domani (oggi, ndr) mi è stato detto che riceveremo una risposta e sulla base di quella, finalmente, potremo concretizzare il nostro reale piano di intervento sull’acquisizione del Mantova. Come ho già detto nei giorni scorsi la nostra volontà è quella di acquisire l’intero pacchetto azionario, resta da vedere se da parte degli attuali soci vi sarà la volontà di portare a compimento un accordo». Resta da vedere, ma riteniamo che ci siano poche perplessità al riguardo, se il gruppo Dondi o il gruppo Masiero o i cinesi o qualsiasi altro soggetto interessato al Mantova si accollerà parte dell’ingente debito maturato in questo anno di gestione. Solo una volta messo nero su bianco a questo aspetto si capirà quali possibilità avrà l’Acm, al 105° anno di vita, di perfezionare il pagamento degli stipendi dei dipendenti poi, last but not least, di riuscire ad iscrivere il Mantova in Lega Pro.

Ore 18.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sullo sfondo resta sempre l’idea dello stadio nuovo. Una struttura più moderna e più a misura di famiglia del «vecchio» Bottecchia. Al quale però, esempio di architettura sportiva degli anni Venti del secolo scorso, non bisogna mancare di rispetto. Fra l’altro il velodromo viene spesso inserito nelle guide turistiche come uno dei luoghi da visitare a Pordenone. L’iter per arrivare a una nuova “piccola bombonera” (reperimento dei fondi, individuazione del sito, approvazione del progetto, sino alla realizzazione dell’opera vera e propria) non sarebbe velocissimo. Ecco dunque che, in base all’incremento di pubblico registrato nell’ultima stagione e mezza, nasce la necessità di pensare a una soluzione temporanea. Durante la conferenza stampa di martedì, Mauro Lovisa ha rivelato di aver già chiesto ai tecnici del settore Lavori pubblici e Mobilità del Comune naoniano di valutare fattibilità e possibilità di ampliare l’attuale capienza (2 mila 400 posti) del Bottecchia. In effetti non è ancora uno studio vero e proprio, visto che questo (leggi elezioni comunali in pieno divenire) non è certo il momento più opportuno per svilupparlo. Si è definito, tuttavia, che una buona soluzione potrebbe essere quella dell’installazione di una tribuna coperta metallica prefabbricata adiacente al lato destro dell’attuale, nonché di un’altra gradinata scoperta sul lato sinistro di quella già esistente, verso la zona del tennis club. In questo modo si potrebbe aumentare la capienza di 500-600 posti, per arrivare a un totale di 3 mila, più consono alle ambizioni del club e alla risposta dei fan. I tempi di realizzazione? Una volta individuati i fondi, le strutture metalliche potrebbero essere montate in un paio di settimane. Quindi già per l’avvio della stagione 2016-17. Certo una soluzione di questo tipo potrebbe essere ancora insufficiente, se il Pordenone dovesse ripetere l’ottima annata appena conclusa. Ma almeno eviterebbe le lamentele dei tanti tifosi che prima del match con il Pisa si sono rammaricati di non aver trovato i biglietti per la gara dell’anno, dopo aver assistito a tutte le partite del Grande ramarro durante la stagione regolare. Anche con freddo e pioggia.

Ore 18.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il «cortese invito» rivolto dal patròn del Pordenone, Mauro Lovisa, a Luca Strizzolo – «prima firmi con noi, poi se vuole vada via» – sta per cadere nel vuoto. Sono ore decisive per il passaggio dell’attaccante udinese al Cittadella. La firma sarebbe dovuta arrivare ieri, ma è slittata a oggi. Non ci dovrebbero essere intoppi: Strizzolo abbraccerà a breve il sogno chiamato serie B, sfumato con la maglia del Pordenone e diventato reale in provincia di Padova. I ramarri sono quindi vicinissimi a perdere il bomber a parametro zero. ASSE CALDO – Ma tra Pordenone e Cittadella si dialoga come tra buoni amici. La stoccata nei confronti di Strizzolo, strillata martedì in conferenza stampa, non incrinerà in alcun modo gli ottimi rapporti societari. E gli affari, anche nella direzione opposta a quella seguìta da Strizzolo, sono più che possibili. I neroverdi, per esempio, hanno chiesto informazioni sull’attaccante Mattia Minesso. Classe ’90, può agire anche dietro le punte e al momento non è sicuro della riconferma in B (categoria che ha già frequentato proprio a Cittadella, ma anche a Vicenza, dov’è cresciuto). Nell’ultima stagione per lui 17 gare di campionato e una rete. È richiesto anche dal Padova. Ma il Pordenone, grazie alla chiacchierata di ieri pomeriggio, è in vantaggio. Ritorna poi in auge l’interesse per il fantasista Sgrigna, che non ha rinnovato il contratto con il club dell’Alta Padovana. Valutazioni in corso. CONFERMA – Dovrebbe restare sul Noncello l’attaccante Martignago, che piace a Tedino (positiva la sua seconda parte di stagione) e che avrà a disposiziona una seconda annata per confermarsi. Più lontano dal ramarro il terzino Talin: con ogni probabilità sarà lasciato libero a fine giugno. IN ENTRATA – Continua a piacere il bomber estense Mastroianni, mentre è concreto l’interesse per il capitano dell’Udinese Primavera, Luca Magnino. Classe ’97, può arrivare in prestito per fare esperienza nel suo primo campionato pro. È nato a Cordenons. Federico Gerardi resta invece nel campo delle possibilità. L’attaccante pordenonese ha giocato l’ultima stagione in B con la maglia del Como. Si era vociferato di un interesse per Trevor Trevisan, difensore pordenonese come Gerardi. Troppo costoso: resterà un’ipotesi d’inizio estate. Le conferme di Stefani, De Agostini, Tomei (quasi certa) e Berrettoni non fanno più notizia. Si lavora per convincere Pederzoli, Mandorlini, Ingegneri, Pasa, Martin e Boniotti. I prestiti dovranno essere valutati con le rispettive società d’appartenenza. MOVIMENTI & PLAYOFF – Filippo Inzaghi è stato presentato a Venezia, Luca D’Angelo avanza verso la panchina del Bassano, mentre Oscar Brevi sembra ancora il favorito per occupare quella del Padova di Zamuner e Mateos. La Pro Piacenza valuta Notaristefano, Colella, Braghin e Legrottaglie. Il Consiglio di LegaPro ha intanto deciso che nel 2016-17 i playoff-promozione coinvolgeranno addirittura 24 squadre.

Ore 17.50 – (Messaggero Veneto) Un altro riconoscimento per il Pordenone: è suo il miglior giocatore secondo i lettori di tuttolegapro.com. Ad aggiudicarsi il premio è Luca Cattaneo, trequartista-punta esterna dei neroverdi. Il giocatore di Porlezza ha ottenuo quasi 4 mila voti, sbaragliando la concorrenza con il 53,97% delle preferenze (53,97%). Ha preceduto i portieri Ermanno Fumagalli (Pro Piacenza) e Matteo Pisseri (Monopoli). Terzo posto per Pietro Iemmello, centravanti da oltre 20 gol del Foggia. Chiudono la graduatoria Stefano Scappini del Pontedera e Luca Tremolada dell’Arezzo. Cattaneo si conferma così l’idolo dei tifosi: alle indiscutibili qualità tecniche unisce una grande abilità nel gestire i social network e il rapporto coi fan. Non manca di rispondere a nessuno, sul suo profilo Facebook, dopo ogni sua partita o prodezza. Di quest’ultime, Cattaneo, quest’anno ne ha mostrate un bel po’: in primis l’eurogol a Bergamo con l’Albinoleffe, un tiro al volo sotto l’incrocio; quindi la magnifica conclusione in corsa con l’Alto Adige a Bolzano. Nel mezzo, accelerazioni e assist. L’unico neo è non aver segnato al Bottecchia: le 4 reti realizzate sono tutte maturate lontano da casa (le altre due a Busto Arsizio e a Cremona). Adesso i tifosi neroverdi sono in ansia, perché Cattaneo può partire. Dopo l’ottima stagione il giocatore ha diverse richieste, anche dalla serie B: le prossime settimane saranno decisive per il suo futuro, anche se c’è da ricordare che l’ala ha ancora un anno di contratto.

Ore 17.30 – (Messaggero Veneto) Dovrebbe essere oggi il giorno della firma di Luca Strizzolo (classe ’92) al Cittadella. L’incontro, in programma ieri, è stato rimandato: nel pomeriggio il centravanti del Pordenone è atteso in sede per sottoscrivere il contratto, che lo legherà ai granata per le prossime due stagioni. Tutto ciò a meno di clamorosi ripensamenti dell’ultima ora, dopo le parole del presidente del Pordenone, Mauro Lovisa, che aveva dichiarato: «Strizzolo deve firmare per noi», memore della mancata firma del centravanti sul rinnovo proposto da parte della società. A riguardo, l’attaccante ha preferito non commentare mentre il suo procuratore, Federico Francioni, ha detto che il giocatore «sta per andare in B ed è un merito suo, della squadra in cui ha giocato e del Pordenone». L’agente era stato tirato in ballo da Lovisa, perché a suo parere aveva proposto Strizzolo in giro ed evitato il rinnovo coi ramarri. A ogni modo ieri al De Marchi ha fatto visita proprio il direttore sportivo del Cittadella, Stefano Marchetti, nell’ottica del mantenimento di buoni rapporti dopo questa vicenda. Nel corso della chiacchierata, tra le altre cose, il club neroverde ha chiesto informazioni su due granata, Mattia Minesso, attaccante classe ’90, e Alessandro Sgrigna (’80) punta reduce da due stagioni col “Citta” e ora svincolato. Continuano poi le valutazioni relative ai giocatori presenti nella rosa neroverde durante la scorsa stagione. Marco Talin, terzino sinistro classe ’96, è in uscita, così come l’attaccante Alberto Filippini (’87). Non si muove Paolo Marchi (’91): il difensore ha un altro anno di contratto che onorerà. Se, come sembra, rimane Ingegneri (’92) – si sta parlando col Cesena – il Pordenone ripartirà dal terzetto di centrali difensivi presenti lo scorso campionato. La permanenza di Stefani (’84) è ormai a un passo. Manca poco per i rinnovi di Tomei (’84) e De Agostini (’83), Martignago (’91) è destinato a rimanere. Infine è ufficiale da ieri il biennale a Buratto (’94): il centrocampista si lega ai neroverdi sino al 2018, rimanendo così il giocatore da più tempo in rosa (2013-2014 il primo campionato).

Ore 17.10 – (Messaggero Veneto) In attesa che vengano definiti gli organici, su proposta della Lega Pro il Consiglio federale ha approvato la modifica del regolamento dei playoff. Dalle prossima stagione, infatti, saranno ben 28 – e non più 8 – i team a prendere parte alla post-season: un modo per rendere più emozionante il finale di campionato. Si torna così alla formula del 2013-2014. Per il Pordenone, dunque, ci sono ancora più possibilità di proseguire il campionato per la seconda volta di fila. Lo svolgimento. I playoff, dal 2016-2017, saranno suddivisi in due fasi. Alla prima parteciperanno 24 squadre, cioè le classificate dal 3º al 10º posto di ciascuno dei tre gironi, che si affronteranno in gara secca sul campo della miglior piazzata, seguendo lo schema terza-decima, quarta-nona, quinta-ottava e sesta-settima. Avanzeranno quindi 12 squadre (4 per ciascun girone), che si andranno ad aggiungere, nella seconda fase, alle tre seconde classificate in campionato e alla vincitrice della Coppa Italia di Lega Pro (che quindi aumenta il suo peso specifico). Le otto vincitrici daranno vita alle final eight, in cui, i quarti di finale saranno sfide con andata e ritorno, mentre le semifinali e la finale saranno sfide secche su campo neutro. L’organico. Resta da definire un aspetto: l’organico della serie C. Sarà da 60 squadre, come nel 2015-2016, ma bisogna definire i 6 team che saranno “chiamati” in categoria. La Lega sotto questo aspetto è stata chiara: va versata la quota di ammissione, fissata in 250 mila euro. Si tratta della metà dell’importo che, l’anno scorso, il Pordenone ha dovuto sborsare per ripartire immediatamente dalla Lega Pro. A chiedere il ripescaggio, secondo indiscrezioni, allo stato attuale saranno Correggese, Taranto e Gavorrano. Il Campodarsego ci sta pensando. Poi potrebbero aggiungersi anche un paio di società retrocesse. Di sicuro non ci sarà il Cuneo, che ha già dichiarato di non voler presentare la domanda. La stagione. Ricapitolando: la prima classificata salirà in serie B, le squadre dal secondo al decimo posto andranno ai playoff; l’ultima retrocederà direttamente mentre si giocheranno la salvezza ai playout i team dal penultimo al quint’ultimo posto. Solo quattro squadre invece chiuderanno la propria annata al termine della stagione regolare, quelli che si classificheranno dall’undicesimo al quattordicesimo posto. Insomma, la prossima sarà un’annata stimolante per tutti, e non solo per la presenza del Venezia di Inzaghi (e di Domizzi) e di altri grandi club scesi dalla B (Livorno, Modena). L’ultimo passo sarà definire la composizione dei gironi: si va verso una divisione orizzontale, rimanendo fedeli al passato.

Ore 16.40 – (Giornale di Vicenza) Aspettando Godot, ovvero il prossimo inquilino della panchina virtussina, Bassano tiene in caldo alcune piste di mercato. E in queste ore è tornato prepotentemente d’attualità il nome di Mattia Minesso, 26 anni, trequartista di un metro e 74 per 71 kg, che il Soccer Team aveva formalmente ingaggiato nella scorsa finestra di gennaio: intesa col giocatore e accordo di massima raggiunto col Cittadella. Che però l’ultimo giorno di trattative ha preferito fare retromarcia, una situazione imprevista che ha indispettito parecchio il general manager Werner Seeber che i mesi successivi ha poi fatto sapere che Minesso non rientrava più nei piani giallorossi. Secondo qualcuno, niente più di una strategia per lavorare in maniera più defilata e lontano dai riflettori e poter tornare alla carica in seconda battuta. Di sicuro c’è che il Cittadella non eserciterà il diritto di opzione sul ragazzo che quindi dopo la promozione in B conquistata coi granata nella sua città natale sarà libero di accasarsi dove meglio crede. Al momento il Padova è in netto vantaggio sul giocatore, tuttavia il Bassano, anche in virtù dei rapporti allacciati lo scorso inverno con lo stesso Mattia e con il suo agente, è convinto di potersi giocare le sue brave chance. Tantopiù che Seeber avrebbe individuato in Minesso il profilo giusto per sostituire Misuraca nelle zolle del rifinitore, fermo restando che uno come Minesso può adattarsi benissimo a recitare tanto da seconda punta che da esterno da attacco. Mansioni che ha già ricoperto in passato anche nelle annate in cui ha toccato la B (a Vicenza per esempio) oppure altrove (Alto Adige e Andria: coi pugliesi segnò proprio al Mercante 4 anni fa in un match che accelerò lo scivolone della Virtus in C2).Ad ogni modo la definizione della destinazione di Minesso non prenderà forma prima della settimana prossima, come quella del tecnico, peraltro. Sempre da Cittadella rimbalza la voce di un sondaggio del Bassano per Alessandro Sgrigna, veterano offensivo che ha chiuso la sua avventura nella città murata. Sgrigna coi giallorossi in B la scorsa stagione sarebbe approdato in riva al Brenta assieme al rientrante Michele Pellizzer (che l’Entella ha appena riscattato dal Cittadella sulla base di 300 mila euro, forse per provare a girarlo anche in A). Dodici mesi più tardi l’approdo di Sgrigna non è affatto automatico ed è più un chiacchiericcio che riaffiora a ogni sessione di mercato. Intanto il centravanti dell’Este, Ferdinando Mastroianni, 24 anni, implacabile stoccatore in D con 25 reti, accostato al Bassano a gennaio, è il corazziere scelto dal Pordenone per rilevare Luca Strizzolo. Qua puntano sul rilancio in grande stile di Tommy Maistrello e magari di Domenico Germinale. Infine brusca frenata per Davì al Venezia. Si sono fatte avanti Benevento e anche il Vicenza.Quanto all’assegnazione della panchina, Mario Petrone, sparito dai radar del Soccer Team ha posticipato a domani il summit col gm del Padova, Giorgio Zamuner, col quale ha già avuto un lungo colloquio telefonico ieri. Tra l’altro ieri è rimpallata l’ipotesi di una sua permanenza ad Ascoli, avendo ancora un anno di contratto. Soluzione francamente difficile. E così qua sprintano in tre: D’Angelo, Sabatini e Dal Canto in questo ordine, ma con Bertotto e Colella come outsider plausibili.

Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Inzaghi era da sempre un pallino del ds Perinetti, che dopo aver fallito due volte l’assalto al bomber, ha fatto centro convincendo l’allenatore. Una scelta che il presidente Tacopina ha sposato a dir poco con entusiasmo. «Non cercavamo un altro allenatore – le parole di Joe Tacopina – e rinunciare a mister Favarin è stata una sofferenza, perché parliamo di un tecnico straordinario e di un grande uomo che ha preso il Venezia in una posizione non buona portandolo a tagliare il traguardo voluto. Però ci si è presentata la possibilità di puntare su Pippo Inzaghi per una crescita a 360 gradi del nostro progetto, un’opportunità francamente unica e imperdibile». Dall’avvocato newyorkese grandi meriti vanno proprio a Giorgio Perinetti. «Lui è la nostra forza stabilizzante, trainante nei momenti difficili, oltre che il miglior ds italiano. Inzaghi aveva mille opportunità, ma ha scelto di essere qui perché è ambizioso ma umile, non ha paura delle sfide e ha voglia di lavorare. Con lui puntiamo a vincere, certo, ma soprattutto a far sì che la nostra comunità sia fiera del Venezia e di tifare arancioneroverde». Tra una mossa di mercato e l’altra (ufficiale Domizzi, smentito Ganz, i tifosi sognano il ritorno di Bocalon) Perinetti ha parlato del «chiodo fisso» Inzaghi. «Da giocatore del Verona mi eliminò a Palermo in Coppa Italia, poi lo volevo alla Roma nel ’96 ma l’allenatore (l’argentino Carlos Bianchi, ndr) no. Poi ci provai anche a Siena, al terzo tentativo finalmente ci sono riuscito qui a Venezia in altra veste. Sappiamo quanto possa darci questa mossa a livello d’immagine, però ben prima che mediatica si tratta di una scelta tecnica per la professionalità enorme del nostro nuovo mister». Intanto su proposta della Lega Pro la Figc ha approvato la modifica dei playoff che, dal 2016/17, coinvolgeranno 24 squadre classificate dal terzo al decimo posto nei tre gironi. «Vogliamo vincere ma sappiamo quanto sarà difficile la Lega Pro – prevede Perinetti -. Dobbiamo accettare le regole e combattere anche se non ci piacciono, per non correre rischi e non avere il pensiero dei playoff proveremo ad arrivare primi. Fermo restando che le vittorie si costruiscono sul campo e con tutto l’ambiente».

Ore 15.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Oggi parto per le vacanze, ma dipendesse da me salirei subito in ritiro». Si è presentato così Filippo Inzaghi nel giorno della sua investitura ufficiale a tecnico del Venezia per il prossimo biennio. Più che una conferenza stampa un vero e proprio «evento», con taccuini e telecamere mobilitate da tutta Italia per chiedere conto a «Superpippo» dei perché della sua scelta, quantomeno inattesa se non proprio impopolare data la quantità di proposte arrivategli negli ultimi mesi. «Sono a Venezia perché non m’interessavano né la categoria né i soldi, cercavo un progetto che desse a me e alla mia società la possibilità di crescere insieme – ha spiegato il 43enne piacentino in sede di presentazione -. La serie A? È chiaramente un obiettivo che spero di raggiungere col Venezia». La prima mossa da allenatore arancioneroverde è stata quella di anticipare l’inizio del ritiro: la squadra si ritroverà al Taliercio già l’11 luglio per i primi test e partirà per Piancavallo il giorno 13 anziché il 17, con trasferte e amichevoli a Jesi e Norcia fino al 6 agosto. «Il mio modulo di riferimento è il 4-3-3, sono convinto della bontà delle mie idee, ma non sono un fissato, né un pazzo che non si accorge di dover cambiare in base alle caratteristiche dei giocatori. Non conosco l’allenatore Favarin che mi ha preceduto, ma di sicuro ha fatto un ottimo lavoro portando la squadra in Lega Pro e mi lascia una buona dote in eredità da cui iniziare. Ho conosciuto due giocatori (Fabiano e Soligo, ndr) e non vedo l’ora di cominciare». Il Venezia vuole provare a salire subito in serie B. «Per vincere servono 24-26 buoni calciatori, fermo restando che in Lega Pro non bastano i nomi. Io seguo ogni aspetto del lavoro quotidiano, dall’alimentazione alla vita privata dei miei ragazzi e, sia chiaro, chi non si allena bene con me non giocherà. Le difficoltà? Tutti guarderanno al Venezia come alla squadra da battere, e quando sei favorito gli altri moltiplicheranno le forze per batterti. Penso che le mie idee potranno dare tanto ma gli allenatori infallibili non esistono, sono ambizioso, non presuntuoso e chi mi conosce sa che credo ai fatti e non alle parole. Ho visto la sede, il Taliercio, qui c’è un’organizzazione da serie A anche se siamo in Lega Pro». Il primo acquisto arriva dalla serie A, il 35enne difensore Maurizio Domizzi scende a Venezia dall’Udinese (oggi la presentazione in sede). «Per la costruzione della squadra ho dato indicazioni, avendo un ds come Perinetti sono a dir poco tranquillo. Il bello è che in tanti chiamano per venire qui. Il mio staff? È in fase di definizione essendoci contratti in scadenza. Tutti si aspettano tanto da me, spero di farmi amare per la mia professionalità e per il modo di giocare del Venezia».

Ore 15.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Oggi è la giornata di Inzaghi», risponde cortesemente a chi gli chiede dello stadio. Poi, sotto i colpi delle domande insistenti si lascia andare: «Tra due anni e mezzo chiuderemo la partita, state tranquilli, ma preferisco parlare quando ci saranno novità e fatti… Per noi lo stadio è una questione centrale». Intanto c’è sintonia con il sindaco e un mezzo accordo con gli sponsor che sarebbero pronti a dare il proprio nome al nuovo impianto di Venezia. Se non fosse la giornata di Filippo Inzaghi, sarebbe un “Joe Tacopina one man show”. Il presidente parla a ruota libera, si intrattiene con Rai, Mediaset, Sky, dispensa battute, inizia la conferenza stampa in italiano e poi la prosegue in inglese: «Ma imparerò presto a farla tutta in italiano», scherza. È carico, dice Lega Pro, ma pensa alla Serie A, il suo entusiasmo è debordante, soprattutto quando Inzaghi lo definisce un presidente da «Champions League»: «È un altro giorno fantastico per il Venezia – esulta Mr. Joe – ma è solo un altro passo per riportare il Venezia ai vertici del calcio italiano. Voglio ringraziare alcune persone, fra cui il Milan e Adriano Galliani per aver permesso a Inzaghi di svolgere questa conferenza stampa nonostante sia ancora sotto contratto col Milan». Poi esalta Perinetti, la vera chiave della trattativa che ha portato a Inzaghi: «Giorgio è molto amico di Galliani – rilancia Tacopina – e credo che abbia dimostrato ancora una volta di essere il miglior direttore in assoluto del calcio italiano, perché una mossa del genere è stata resa possibile solo per la sua presenza». C’è spazio pure per il grande beffato della vicenda, Giancarlo Favarin: «Voglio ringraziarlo per averci portato alla promozione e dove dovevamo essere. Lui è una bravissima persona e la decisione che abbiamo preso è stata difficile. Ci dispiace tanto, speriamo possa avere una carriera in linea con il suo valore. Ma quando c’è stata la possibilità di prendere Filippo Inzaghi non ci abbiamo pensato troppo, perché riteniamo che faccia al 100% al caso nostro». Poi argomenta: «Ci sono due aspetti della nostra professione. Di sicuro c’è quella commerciale e quella tecnica. Volevamo un manager di livello e in grado di darci anche un’immagine degna della città di Venezia e di quello che rappresenta. Lui ha una forza e un’immagine straordinaria, può guidare un gruppo con determinazione e autorevolezza. Lui vuole vincere e noi vinceremo.Torneremo in alto, torneremo in Serie A per Venezia, per Mestre e per tutto il Veneto che ha bisogno di una squadra come noi ad altissimi livelli».

Ore 15.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) «Ohi, ohi, ohi, Pippo Inzaghi segna per noi!». Se qualcuno voleva assaporare in laguna l’effetto di uno tsunami sportivo e mediatico, eccolo. Dopo anni di buio sotto tutti i punti di vista, di depressione latente, di divisioni tra vi tifosi, di polemiche e di fallimenti, stavolta Mister Joe Tacopina ha deciso di fare le cose in grande. E ha puntato in alto, molto in alto. Superpippo Inzaghi si presenta, emozionato e felice, «come se allenassi il Milan». Il dg Giorgio Perinetti punzecchia chi pensa che lo sbarco a Venezia di un uomo che in carriera ha segnato 200 gol, che ha deciso Coppe dei Campioni, Coppa del Mondo per club e campionati sia soltanto una mossa mediatica. Certo, quello conta, ma nessuno può mettere in dubbio la competenza e la professionalità di Inzaghi, che «conosce tutti i giocatori di Lega Pro», che è «l’uomo giusto al momento giusto» e che ha dentro «lo spirito di chi vuole vincere sempre e comunque. E noi vinceremo». Tacopina è scatenato, Inzaghi fa bum bum. Inzaghi, l’hanno chiamata in tanti. Verona, Frosinone, Padova, squadre estere: perché ha scelto Venezia? «Ho incontrato diverse squadre anche di categoria superiore, anche cinesi, ma quando mi ha chiamato il Venezia non ho avuto dubbi. Conosco Perinetti da tanto tempo, era la terza volta che tentava di portarmi con lui, non potevo dirgli no» Si parla di campagna acquisti faraonica. Che ci può dire? «Mi stanno accontentando in tutto quel che ho chiesto. Il direttore sta lavorando e so che grandi giocatori arriveranno, so che avremo tutte le luci puntate su di noi. Oggi sono entusiasta come il primo giorno di scuola. Per me questa è serie A, non c’entra la categoria e non c’entrano nemmeno i soldi». E’ vero che conosce tutti i giocatori di Lega Pro? «E’ una mia malattia. Ma non da oggi, anche quando giocavo in A mi documentavo su tutto e su tutti, fino alle categorie più basse. Anche per questo oggi sono qui». Si parla di Domizzi, Davì, Virdis, Pederzoli… «Se Domizzi accetta di sposare il nostro progetto, beh, avete capito…. In tanti giocatori stanno chiamando per venire a Venezia, questo fa piacere. Ma nessuno ci regalerà nulla, i campionati si vincono sul campo e non a parole. Amo le sfide. Sono ambizioso, ma non presuntuoso». Da giocatore segnò tanti gol al Venezia. Se lo ricorda? «Io ricordo tutto, sono un maniacale. Curo anche i dettagli, per questo chi non si comporterà da professionista con me non giocherà. L’ultima volta feci tre gol al Venezia nel febbraio del 2000. Ringrazio i tifosi del Milan, che hanno inondato la bacheca Facebook, mi hanno fatto l’in bocca al lupo e che diventeranno tifosi del Venezia. E loro, ho tanta voglia di abbracciarli..». Con che modulo giocherà? «Con il 4-3-3, se ci sono i giocatori giusti. Non sono un pazzo, non è che voglia imporre le mie idee a prescindere dalle caratteristiche della squadra. Abbiamo un presidente da Champions League, un direttore straordinario, siamo nella città più bella del mondo… Fosse per me comincerei il ritiro già domani, ma mi dicono che non sia possibile…».

Ore 14.50 – (La Nuova Venezia) Maurizio Domizzi sarà il leader della difesa del Venezia: il presidente Tacopina lo aveva annunciato già martedì sera a Monastier, ieri è stato Pippo Inzaghi a parlare di “primo regalo” e oggi l’ex centrale dell’Udinese sarà presentato. Trentasei anni il 28 giugno, Domizzi porta in dote al Venezia 364 presenza tra serie A e serie B (25 reti realizzate), con 29 gettoni nelle coppe europee, nel suo palmarès un campionato italiano Primavera (2001) e una SuperCoppa Italiana (2000) con la Lazio, ha vinto il campionato di serie B con la Sampdoria nel 2003 e con il Napoli nel 2007, giocando anche i preliminari di Champions League con l’Udinese nel 2012. Tre partite intere (Milan, Inter e Atalanta) e due spezzoni nell’ultima stagione a Udine, compresa la passerella all’ultima giornata con il Carpi, il suo saluto ai tifosi bianconeri dopo otto anni in Friuli, una stagione caratterizzata anche da un paio di infortuni tra ottobre e marzo. Giorgio Perinetti, l’artefice dell’aggancio con Pippo Inzaghi, ai margini della presentazione svela anche qualche aneddoto. «Inzaghi ha fatto gol al Palermo in Coppa Italia» ha ricordato Perinetti, «poi avrei voluto portarlo alla Roma, ma l’allenatore straniero di allora non lo volle, poi ho riprovato quando ero a Siena, ma Filippo era troppo legato al Milan». L’allenatore straniero della Roma, per i curiosi, era Carlos Bianchi. Poi torna su Inzaghi. «È uno che cerca la perfezione assoluta nel lavoro. Trasmette entusiasmo e passione per il calcio. Ha vinto tanto, sa come si fa a vincere, lo trasmetterà alla squadra e potrà essere un punto di riferimento per i tragazzi delle giovanili». Cambiano intanto le date della prima parte del ritiro precampionato. Inizialmente il Venezia aveva fissato per domenica 17 luglio la partenza per Piancavallo, invece si muoveranno da Mestre mercoledì 13 luglio, dopo aver effettuato i primi test fisici al Taliercio lunedì 11 e martedì 12. «Inzaghi ci ha chiesto di allungare di qualche giorno il soggiorno a Piancavallo, su indicazione del suo preparatore atletico» ha spiegato Perinetti, «una settimana in quota non era un periodo sufficiente». Rimangono invece inalterate le date del raduno a Jesi (26 luglio), la prima amichevole il giorno successivo e la partenza per il ritiro di Norcia, dove il Venezia rimarrà dal 28 luglio al 7 agosto con due amichevoli, lunedì 1 e sabato 6.

Ore 14.30 – (La Nuova Venezia) Entusiasmo per Pippo Inzaghi tra i tifosi e primo contatto della Curva Sud con il neotecnico del Venezia. Al termine della presentazione, dopo interviste televisive e foto di rito, una rappresentanza della Curva ha incontrato per qualche minuto Filippo Inzaghi, al collo una sciarpa arancioneroverde. Un colloquio cordiale, la massima apertura da parte dell’ex allenatore del Milan, che ha ascoltato i tifosi e poi ha parlato brevemente, con grande calma. «Vi prometto la massima professionalità mia e della squadra» ha detto Pippo Inzaghi, «tutti noi daremo il massimo. Capisco che eravate legati a Giancarlo Favarin, giustamente, e non solo per i risultati ottenuti. Ho avuto modo di apprezzare il suo lavoro e la serietà del gruppo di giocatori». Al termine del colloquio, i rappresentanti della Curva Sud si sono intrattenuti per qualche minuto anche con il presidente Tacopina, che aveva al suo fianco il direttore generale Dante Scibilia. Ben prima dell’arrivo di Inzaghi in zona Ca’ d’Oro, i tifosi arancioneroverdi sono arrivati alla spicciolata davanti all’hotel Ca’ Sagredo, ma è alla fine che si scatenano urlando “Ohi Ohi Ohi, Pippo Inzaghi vinci per noi”. Chi con la maglia del Milan in mano, chi con le sciarpe del Venezia o del Milan, chi con una t-ship che riproduce la maglia della Gazzetta dello Sport con stampata la pagina con il titolo “Inzaghi gol”, e poi “Pippo è un grande e può trasmettere anche tanti valori ai giocatori”, ecco i commenti anche sulla pagina Facebook del Venezia, compreso un sostenitore nerazzurro. «Sono tifoso dell’Inter, ma Venezia è la mia terra, quindi tifo anche per il Venezia» oppure della Sampdoria («Venezia merita molto di più della Lega Pro. In bocca al lupo. Forza Sampdoria»). La foto di Tacopina e Inzaghi, in maniche di camicia in taxi lungo il Canal Grande, ha attirato oltre 1300 like. Simpatico l’augurio di un tifoso della Salernitana: «Vi aspettiamo in serie B per andare insieme in serie A… come una volta». Il riferimento è alla promozione del 1998. Grande entusiasmo. E ci sarà anche dal 13 luglio nel ritiro di Piancavallo.

Ore 14.10 – (La Nuova Venezia) Dici Inzaghi e pensi alla serata di Atene. Un uomo solo al comando sta al ciclismo come la doppietta di Pippo Inzaghi sta al Liverpool. Una Champions vinta da solo o quasi. Anche per chi non ha sangue rossonero nelle vene. O no? «No. Ci vuole la squadra, il gruppo. Il Venezia ha una grande società, Con Perinetti e il presidente costruiremo anche una grande squadra. I giocatori? Ieri ne ho conosciuti due (rapida indagine, Fabiano e Soligo, ndr) e mi hanno fatto un’ottima impressione. Professionisti, ragazzi seri, motivatissimi anche all’indomani di un campionato vinto». Scusi Inzaghi, la sua prima impressione veneziana? «Ci pensavo l’altra sera, mi sono detto che se i giocatori hanno metà della voglia di vincere del presidente, qui si va in alto, molto in alto». Perché Venezia e non un’altra società? «Perché qui ho trovato fatti, non semplici promesse estive, ci sono idee per vincere. Ci siamo intesi in cinque minuti, parlando con il presidente e con Perinetti. Non ho fatto problemi di categoria e nemmeno di soldi. Avevo ricevuto proposte dalla Cina molto allettanti, ma sono qui». A proposito di categoria. «Conosco bene la Lega Pro, sono aggiornato. Non dimenticatevi che ho cominciato proprio a Leffe. Vi dico subito che non sarà facile, da come si sta muovendo il Venezia sarà la squadra attesa al varco da tutti. Sudore, lavoro, sofferenza, impegno saranno le parole d’ordine per tutti». Per caso qualche rivincita da prendersi? «Nessuna rivincita. Io al Milan devo sempre dire grazie, alla maglia rossonera ho legato gli anni più belli della mia carriera e le vicende dell’anno scorso – voglio essere chiaro – non hanno scalfito un rapporto che resterà sempre bellissimo. Sarò sempre un tifoso del Milan, e lasciatemi mandare un augurio al presidente Berlusconi che è reduce da un problema di salute». Già pronto per il ritiro… «Dipendesse da me partirei già domani. Sono stato un anno senza allenare e sono stato malissimo. Non posso stare senza il campo. Comunque i miei giocatori possono farsi le ferie tranquilli. Poi a luglio inizieremo a lavorare sodo». Ma uno come Inzaghi si emoziona ancora? «Io sì, sono carico. Il calcio per me è una delle cose più importanti. Lavorare a Venezia? Sono emozionato, sì. Come il primo giorno di scuola e come il primo giorno al Milan». Lo sa che è in debito con i tifosi del Venezia? L’ultima volta che ha messo piede al Penzo ha fatto tre gol… «Sì, è vero, quella volta con la Juve. Mi farò perdonare presentando un bel Venezia…»

Ore 13.50 – (La Nuova Venezia) Crollano gli ultimi irriducibili increduli. Pippo Inzaghi è l’allenatore del Venezia. Eccolo. Completo scuro, fisico da invidiare, spirito di uno che sa quello che sta per fare. Appare quasi all’improvviso, nel salone riservato da Joe Tacopina nell’hotel Ca’ Sagredo di Venezia. Sopra le teste, opere d’arte di valore, dipinti di Tiepolo e Ricci, sotto, giù in campo Santa Sofia, i tifosi intonano il celebre «oi-oi-oi, Pippo Inzaghi segna per noi». O forse «sogna con noi». Il capolavoro di Joe Tacopina è l’ingaggio di un nome di prestigio assoluto nel panorama del calcio italiano. Per lui una panchina importante, quella del Venezia, una panchina che ha ospitato, tra gli altri, tecnici come Cesare Prandelli, poi azzurro, o Giampiero Ventura, azzurro dopo gli Europei. O come Zaccheroni, che ha allenato la nazionale del Giappone. Il presidente Tacopina parte in italiano, qualche frase prima di consigliare le cuffie per la traduzione. «Io oggi sono orgoglioso» attacca l’avvocato italo-americano «sono nella città più bella del mondo e posso presentarvi un allenatore che tutto il mondo conosce. Questo è un altro passo verso il ritorno del Venezia ai massimi livelli. Con Filippo Inzaghi qui a Venezia sta succedendo qualcosa di grande. Sì, è un giorno meraviglioso per me e per tutti gli sportivi della città». E con il wonderful day entra in campo anche la traduttrice. «Inzaghi è la persona giusta» continua Tacopina «le nostre strade si sono incrociate e sono rimasto incantato dalla sua competenza, la sua professionalità, la sua voglia di vincere. E anche la sua umiltà, perchè da parte sua accettare di scendere in Lega Pro è un segno di umiltà. Anche se in Lega Pro resteremo poco, perchè i nostri programmi sono di continuare a scalare le categorie. Lui è qui per questo». Tacopina consegna la maglia del Venezia a Inzaghi e poi annuncia: «Ho una sorpresa, un attaccante: e sfodera un’altra maglia nella quale troneggia il numero 9 e all’altezza delle spalle il nome Inzaghi». Il tecnico ride ma sottolinea che non ha intenzione di tornare in campo. Ha già dato, una carriera straordinaria costellata di gol e di successi. «Il Venezia in Lega Pro non c’entra niente» è una delle prime frasi dell’adesso tecnico piacentino «sono qui da poche ore ma mi sto rendendo conto che la struttura societaria è di categoria decisamente superiore, c’è un presidente da Champions, la città è una favola, ci sono tifosi che amano la maglia. C’è tutto per far bene. Io di mio ci metterò tutto l’impegno, la serietà, tutto ciò che ho imparato in trent’anni di calcio. E poi, se qui lavora un diesse come Giorgio Perinetti, vuol dire che si fanno le cose sul serio». Scorre la presentazione e va aperta una parentesi proprio con Perinetti. Perché in realtà è lui il grande regista di questa e altre operazioni (ufficiale l’arrivo dell’ex Udinese Domizzi, ndr). Perinetti precisa alcuni aspetti della scelta. «Volevo Inzaghi quando ero alla Roma, e poi al Siena. Riesco ora a portarlo a Venezia e sono felice. Inzaghi è un grande allenatore, sa tutto di tutti gli avversari, è banale pensare che non conosca il nostro campionato. Ringrazio Tacopina che mi ha dato i meriti dell’operazione, in realtà il merito è suo, perchè il suo entusiasmo e la sua energia rendo possibili cose che altrimenti non sarebbero immaginabili. Ci sta insegnando a credere di poter “andare oltre”, una mentalità fondamentale per la crescità dell’intera società». Una pausa e poi Perinetti tocca un altro tasto importante. «Sento dire, e leggo, che l’ingaggio di Inzaghi è un’operazione mediatica. Da parte mia vi posso garantire che l’abbiamo scelto per le sue qualità di allenatore. Di ottimo allenatore, giusto per noi». Palla ancora a Inzaghi. «Sono pronto, vorrei cominciare subito, ma devo anche rispettare i termini, fino al 30 giugno sono un dipendente del Milan. Non sono qui per fare un anno bene e poi tornare in serie A. Io in serie A tornerò con il Venezia».

Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Definita la svolta societaria, in questi giorni l’attenzione in casa biancorossa è rivolta alla campagna trasferimenti che inizia l’1 luglio ma che di fatto è già nel vivo. Il Vicenza ha definito nei giorni scorsi gli arrivi dalla serie D di tre giovani interessanti, a cui verrà data la possibilità di andare in ritiro e di mostrare se hanno i numeri per restare nella rosa del nuovo Vicenza; si tratta dell’attaccante Iacopo Cernigoi, acquistato dalla Virtus Vecomp, del trequartista Massimiliano Giusti preso dall’Abano, e del laterale mancino Petar Zivkov, che nella scora stagione ha militato nel Rapallo Bogliasco. Definito è anche l’acquisto del centravanti Matteo Di Piazza, svincolato dall’Akragas, che firmerà nei prossimi giorni un biennale. Un mercato in cui finora il direttore sportivo Antonio Tesoro sta alla finestra e attende che arrivi, sia in entrata che in uscita, l’opportunità che fa al caso del Vicenza. Tra i possibili partenti è sempre Filip Raicevic il giocatore più ricercato nonostante il girone di ritorno non sia stato all’altezza della prima parte di campionato. Sul centravanti sta facendo una valutazione il Cagliari, mentre all’estero c’è stato un sondaggio del Grassophers. Raicevic potrebbe partire a fronte di un’offerta importante, così come è vicino a lasciare Vicenza anche Giulio Ebagua che è in scadenza e che per restare ha già formulato la sua richiesta che pare decisamente lontana dall’offerta della dirigenza berica. Con Raicevic e d Ebagua probabili partenti, è normale che il Vicenza si stia guardando intorno per identificare chi potrebbe prendersi in carico il peso dell’attacco nel nuovo Vicenza di Franco Lerda. I nomi che girano sono tanti, ma in questo momento Tesoro non ha nessuna fretta e sta alla finestra. Il Modena ha offerto Pablo Granoche ma la società berica ha declinato la proposta, e sulla piazza ci son anche il centravanti del retrocesso Livorno Daniele Vantaggiato e in questi giorni al Vicenza viene avvicinato anche Matteo Ardemagni, reduce da una buona stagione a Perugia in cui ha realizzato undici gol. Il centravanti milanese ha però un ingaggio elevato e in serie B tante pretendenti per cui arrivare all’ex centravanti di Cittadella, Padova e Chievo pare al momento molto difficile.

Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Un’altra data importante si aggiunge al percorso che ha portato al salvataggio del Vicenza Calcio e all’avvio del nuovo corso societario. Ieri, infatti, si sono apposte due firme ufficiali che sanciscono a tutti gli effetti il “via libera” al piano di ristrutturazione del debito del club biancorosso.IVA RATEIZZATA. Il primo passaggio, in mattinata, si è completato presso la direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate: qui si è dato seguito a quanto definito nel positivo incontro del 22 aprile scorso a Mestre, siglando l’accordo che consentirà al Vicenza Calcio di rateizzare il proprio debito erariale nei prossimi 12 anni. La transazione fiscale tra la società di via Schio, l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia, predisposta e seguita per il Vicenza dall’advisor legale Fabio Sebastiano, avvocato dello studio Casa e Associati, prevede anche uno sgravio significativo: a fronte di un debito complessivo di circa 8 milioni di euro per l’Iva non versata negli anni scorsi, infatti, l’accordo prevede che il Vicenza restituisca complessivamente nei prossimi 12 anni un importo di circa 6 milioni e 800 mila euro, versando una rata all’anno, risparmiando quindi oltre un milione di euro rispetto a quanto dovuto.DEBITO RISTRUTTURATO. Una volta definita ufficialmente l’intesa con l’Erario per la “spalmatura” dell’Iva, è stato possibile procedere immediatamente con la formalizzazione dell’accordo di ristrutturazione complessiva del debito della società biancorossa con i suoi principali creditori, firmato ieri in tarda mattinata presso lo studio del notaio Leopoldo D’Ercole: nelle stesse stanze, in corso Palladio, lo scorso 30 maggio era stato firmato ufficialmente anche l’atto che aveva segnato la fine dell'”era Cassingena”, con il passaggio delle quote di maggioranza del Vicenza (92%) da Finalfa a Vi.Fin. Assieme a quelli contratti con l’Agenzia delle Entrate, la ristrutturazione consentirà al Vicenza di ripianare circa il 70% dei debiti pregressi, cioè tutti quelli vantati dai principali creditori a cominciare da Vi.Fin., Comune e Banca Popolare di Vicenza. Come si ricorderà, l’istituto di credito ha anche appena rinnovato il proprio accordo come sponsor principale della squadra biancorossa fino al 2018. Il debito con Vi.Fin. (oltre 6 milioni e 300 mila euro, messi a disposizione dalla neocostituita società finanziaria guidata dal presidente Alfredo Pastorelli e dall’amministratore delegato Marco Franchetto a partire dall’aprile 2015 per scongiurare il fallimento del Vicenza e consentire il regolare svolgimento degli ultimi due campionati) di fatto non costituirà un’uscita per via Schio, visto che la finanziaria ora proprietaria del club biancorosso utilizzerà questi fondi per la ricapitalizzazione.TOCCA AL TRIBUNALE. Le firme all’accordo di ristrutturazione del debito apposte ieri dal presidente del Vicenza Alfredo Pastorelli e dal presidente di Vi.Fin. Marco Franchetto segnano quindi un nuovo decisivo passo in avanti verso la “nuova vita” della società di via Schio. Ora la palla passa al Tribunale di Vicenza, al quale verrà richiesta l’omologazione di questo accordo: sarà questo l’ultimo passaggio – ormai una mera formalità – per il completamento di questo complesso iter burocratico, che si prevede possa chiudersi a tutti gli effetti entro la fine di luglio.

Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) Si consolino Iacopo, Massimiliano e Petar: anche quando arrivò a Vicenza un certo Stefan Schwoch qualcuno parlava di un attaccante con i “cavei longhi” e il cognome simile a una marca di orologi. Oggi è il tempo di Cernigoi, Giusti e Zivkov, generazione 1995. Uno arriva dalla Virtus Vecomp, l’altro dal Thermal Abano e l’ultimo dal Rapallo Bogliasco.CERNIGO…L – Iacopo, con la «I», è un grattacielo di 192 centimetri con le spalle disegnate larghe dalla vita. Quando aveva solo 5 anni ha dovuto salutare per sempre la mamma: da lì, papà Gianni e la sorella Martina sono diventati la forza più grande. È il 2011 quando Cernigoi arriva al Vismara, quartier generale delle giovanili del Milan. Lo inseriscono negli Allievi nazionali dove gioca con regolarità fino a gennaio, poi il crac: «Era il 18 – ricorda – quando il ginocchio mi si è girato in allenamento». Crociato, menisco e collaterale assieme: starà fuori fino alla fine della stagione., Cernigoi si rimette la maglia rossonera e al debutto nella Primavera di Inzaghi fa 4 gol al Pescara. La quinta rete in due giornate arriva contro il Chievo, prima di essere espulso «per una gomitata che non ho mai dato…». Dopo le tre giornate di squalifica si rompe qualcosa, e Iacopo non vede quasi più il campo. E quindi via, a caccia di nuove avventure in D: Pro Sesto, Seregno e poi Virtus Vecomp, dove troverà Gigi Fresco «che mi ha rilanciato, il merito va a lui e a un gruppo straordinario che non avevo mai trovato prima». Il geometra («con un anno di ritardo»), otto mesi fa è anche diventato zio di Riccardo al quale ha dedicato il gol nella gara giocata tre giorni dopo. Oggi, a Milano, Cernigoi diventerà ufficialmente un giocatore del Vicenza. Anche se era da un po’ che se ne stava parlando. «Ero in tribuna contro l’Entella – racconta -. Ho anche incontrato Pinato, ma non gli ho detto nulla!». Pinato che, con Piccinocchi (proprietà Vicenza, ultima stagione al Lugano), è stato compagno di Iacopo nella Primavera rossonera. «Sono due persone d’oro… E mi fa ancora strano pensare che potrei ritrovarli. Arrivare a giocare in una piazza come Vicenza credo sia il sogno di tutti, mi ha impressionato il tifo: difficile fare male di fronte a gente così». BIANCO(SCUDATO)ROSSO – Direttamente da Padova (e scuola Padova per 8 anni) arriva Massimiliano Giusti. Un biancoscudato a Vicenza: «In tanti mi hanno fatto questa domanda – confessa -. Io ho risposto: se tifi Inter e ti chiamasse il Milan, tu non andresti?». Ha appena svestito la maglia numero 10 del Thermal Abano: «Ho scelto l’Eccellenza perché volevo mettermi in gioco». Lui, ragioniere che con la vita ha già dovuto fare i conti quando ha perso papà Fabrizio da piccolo. «Mamma ha fatto molti sacrifici per portarmi agli allenamenti, per comprarmi sempre le scarpe migliori». E poi ci sono i due fratelloni. Diego, 32 anni e Simone, 34, hanno tifato per lui ovunque, fumogeni al seguito. «Alle volte sono quasi esagerati – racconta Massimiliano -. Papà era innamorato di Diego quando giocava a calcio e sperava che arrivasse in alto. Spero di essere io a poter realizzare il suo sogno». Un sogno che non l’ha neppure fatto dormire la notte prima di sedersi in via Schio e firmare il suo primo contratto: «Quella mattina tremavo. Il direttore mi ha chiesto se ero agitato, si vedeva lontano un chilometro…». AUSTRIACO DA RAPALLO – E poi c’è lui, Petar Zivkov. Nato a Vienna, dove mamma e papà si sono spostati quando in Serbia è scoppiata la guerra, ha il doppio passaporto. «Ma io mi sento serbo, ho anche giocato con la Nazionale». Lo porta in Italia il Chievo quando ha 16 anni per farlo giocare negli Allievi nazionali. L’anno dopo il salto in Primavera, ma Petar chiede di essere ceduto in Lega Pro: arriva al Carpi nell’anno della promozione in B, lui gioca nella Berretti ma si allena anche coi grandi. Poi la serie D: Civitanovese, Fermana, Matelica e quindi Rapallo Bogliasco. «Qui ho cambiato ruolo: prima ero un esterno d’attacco, ora sono più un terzino o comunque un esterno sinistro a cinque». A Vicenza dice di esserci venuto «a occhi chiusi», anche se l’aveva già conosciuta a Capodanno grazie all’amico ed ex compagno di squadra Tommaso Lelj (figlio di Beppe): «Non solo mi ha aiutato con l’italiano, ma mi ha insegnato anche il dialetto veneto!». Al trio del ’95 potrebbe aggiungersi il pari età Krisztian Tamas, terzino sinistro ungherese scuola Milan con 5 presenze nello Spezia di Mimmo Di Carlo.

Ore 12.10 – (Gazzettino) L’Abano rinforza la difesa con Davide Boscolo Berto, il Campodarsego annuncia il rinnovo dell’attaccante Grasjan Aliù. ABANO. Classe 1991, Boscolo Berto ha giocato gli ultimi sette campionati a Chioggia indossando la fascia di capitano nelle ultime due stagioni (32 partite e cinque gol quest’anno), senza dimenticare in passato la parentesi con la squadra allievi nazionali della Juventus. «Dovevo trovare altri stimoli e parlando con il presidente Gildo Rizzato e con il direttore Andrea Maniero ho capito subito che l’Abano è una società ambiziosa e mi dà il giusto entusiasmo per fare bene. Luca Tiozzo mi ha voluto fortemente, è un allenatore che stimo molto: mi aveva cercato anche negli anni passati, ora lo ritrovo avendolo già avuto a Chioggia». All’epoca Tiozzo era preparatore atletico, adesso appunto guida gli aponensi. «È un ragazzo che ho conosciuto all’inizio della sua carriera ed era un pò timido, oggi è un giocatore molto importante e tra i più forti del campionato. Sono felice di riaverlo». Un flash di Maniero. «Sono molto contento perché è il profilo giusto per la nostra squadra. È un giocatore esplosivo dotato di buona corsa e tecnica, e ha ancora margini di miglioramento». CAMPODARSEGO. Per il quarto anno consecutivo Aliù guiderà l’attacco del Campodarsego. In ciascuna stagione è andato sempre in doppia cifra e nell’ultimo campionato sono stati sedici i sigilli. «Sono molto contento perché Campodarsego è una società sana e con valori importanti. Il presidente Daniele Pagin e il direttore Attilio Gementi mi hanno sempre voluto, e non ho avuto difficoltà a trovare l’accordo». Propositi per la prossima stagione? «Se faremo la Lega Pro sarà uno stimolo per tutti, anche per me dato che non ho mai giocato in quella categoria e sarebbe una bella esperienza. Se rimarremo in serie D, puntiamo a vincere il campionato». Soddisfazione anche nelle parole di Gementi. «Siamo molto felici, è un giocatore fondamentale per il nostro futuro a prescindere dalla categoria nella quale giocheremo. Ripartendo da Aliù che è il nostro vice capitano e da Bedin che è il capitano (rinnovo quest’ultimo ufficializzato pochi giorni fa, ndr) vogliamo dimostrare che puntiamo a fare bene anche l’anno prossimo».

Ore 11.50 – (Mattino di Padova) Un nuovo acquisto per puntellare la difesa. Dopo il centrocampista Maicol Pagan, l’Abano ha annunciato lo stopper Davide Boscolo, 25 anni, prelevato dalla Clodiense. Chioggiotto doc come il suo nuovo tecnico Luca Tiozzo, Davide Boscolo “Berto”, nelle ultime stagioni, è stato profeta in patria giocando da titolare per ben sette stagioni in Serie D. Al suo approdo ad Abano, oltre al tempismo della dirigenza neroverde, ha contribuito la retrocessione in Eccellenza della Clodiense. Quello di Boscolo è un acquisto che va a dare un’impronta ben precisa alla difesa di mister Luca Tiozzo, il quale nei primi mesi del prossimo campionato dovrà fare a meno di Gianluca Meneghello, riconfermato dal direttore tecnico Andrea Maniero ma ancora convalescente dopo l’operazione al crociato del ginocchio. Per il suo ritorno in campo bisognerà attendere almeno ottobre o novembre. Reduce da un infortunio al menisco è pure un altro difensore, il promettente Federico Cuccato, che però dovrebbe recuperare per il ritiro pre-campionato. Nei prossimi giorni l’Abano dovrebbe chiudere la trattativa per l’attaccante che andrà a sostituire Tobia Fusciello, svincolato.

Ore 11.20- (Gazzettino) Ancora qualche ora di attesa. Niente fumata bianca, ieri, tra il Cittadella e Luca Strizzolo, per il semplice fatto che le parti non hanno avuto modo di incontrarsi. Ci sono ancora degli aspetti della trattativa da limare, ma l’accordo è bello che pronto, manca la firma sul contratto. Entro la settimana l’attaccante diventerà un giocatore del Cittadella – lo stesso Stefano Marchetti ha ammesso che i colloqui tra le parti sono in fase molto avanzata – e l’agente di Strizzolo, Federico Francioni, si è sbilanciato ancora di più: «Domani (oggi per chi legge) mi ritroverò con il Cittadella, dovrebbe essere l’appuntamento giusto per siglare l’accordo. Non penso ci siano problemi nel chiudere la trattativa perché c’è la volontà da parte di tutti di trovare l’intesa». Oggi, quindi, il Cittadella potrebbe (dovrebbe) mettere a segno il primo colpo di mercato, un rinforzo niente male per la prossima stagione di serie B, anche se Luca Strizzolo la categoria non l’ha sinora mai affrontata. Un altro motivo che spingerebbe l’attaccante verso il Cittadella, piazza notoriamente ideale per la crescita di un giovane. I prossimi passi? Ce li svela il direttore generale granata: «In queste ore non ho avuto modo di incontrarmi con i giocatori in scadenza, sono preso tra mille trattative, discorsi aperti con altre società. Come ho detto nei giorni scorsi, infatti, sto lavorando su due fronti ben precisi: il rinnovo dei contratti e i sondaggi, le ricerche di rinforzi per la nostra rosa». Tra questi dovrebbe esserci anche quello di Gianvito Misuraca, in uscita dal Bassano che non ha rinnovato il contratto in scadenza. Con l’addio di Sgrigna, Misuraca sarebbe il giocatore ideale per il gioco di Roberto Venturato, uno che sa coprire più ruoli sia come centrocampista che qualche metro più avanti, all’occorrenza anche fare la seconda punta. Si attendono sviluppi nella vicenda, ma non nel brevissimo termine. BERRETTI – Oggi la formazione di Giulio Giacomin giocherà la semifinale del campionato italiano «Dante Berretti», l’avversaria la Cremonese, alle 14.30, a Roma. L’altra semifinale a seguire, alle 17.30 tra Arezzo e Catania, entrambe le gare saranno trasmesse in diretta su Lega Pro Channel (www.sportube.tv/legapro). Ieri mattina intanto le quattro squadre finaliste sono state accolte in udienza dal Santo Padre. Al capitano del Cittadella Giacomo Caccin l’onore di consegnare a Papa Francesco la maglia celebrativa dedicata al 50° anniversario del Torneo «Dante Berretti» e il nuovo pallone del prossimo campionato di Lega Pro. Le squadre vincenti le semifinali si affronteranno sabato pomeriggio, sempre a Roma, per il titolo nazionale di categoria.

Ore 11.00 – (Mattino di Padova) Non ci poteva essere epilogo migliore per la sfavillante stagione del Cittadella. La Berretti granata, infatti, è pronta a scendere in campo per giocarsi lo scudetto di categoria, nella final four che scatta questo pomeriggio a Roma. Ha voluto fare le cose in grande la Lega Pro, per festeggiare il 50º anniversario del campionato Berretti, organizzando l’atto conclusivo nella capitale e facendo benedire il torneo nientepopodimeno che da Papa Francesco. Ieri mattina le quattro squadre qualificatesi per la final four (oltre al Citta, ci sono anche Cremonese, Catania e Arezzo) si sono radunate in Piazza San Pietro, hanno assistito alla celebrazione del Pontefice e il capitano granata Giacomo Caccin ha consegnato al Pontefice il pallone della manifestazione. «Una mattinata molto emozionante», spiega il tecnico Giulio Giacomin. «Abbiamo avuto il privilegio di vedere il Papa da vicino, percependo il grande carisma che trasmette la sua figura». Una giornata intensa, con il Cittadella che si è allenato nel pomeriggio e oggi scenderà in campo per la prima semifinale (ore 14.30) contro la Cremoense, in quella che tanti definiscono una sorta di finale anticipata. I grigiorossi hanno dominato il girone B, distanziando la seconda in classifica (proprio il Cittadella) di 12 punti, raccogliendo un ruolino di marcia di 22 vittorie, 4 pareggi e appena 2 sconfitte, una contro i granata, che nel girone di ritorno al Tombolato si sono imposti 1-0, riscattando il pesante k.o. dell’andata per 4-0. «Credo che le quattro squadre arrivate sin qui siano le migliori», continua Giacomin. «Non ci sono favoriti, la Cremonese è una squadra solida, forte fisicamente e completa ma abbiamo il 50% di possibilità di farcela. Sarà una sfida molto equilibrata, ma già in campionato, dopo aver toppato completamente la partita d’andata, ci siamo rifatti al ritorno, dimostrando di potercela giocare contro di loro». Nell’altra semifinale, che verrà disputata al termine della prima, sempre al Salaria Sport Village, si affronteranno Arezzo e Catania. I toscani hanno vinto il girone C, mentre gli etnei sono arrivati terzi in quello meridionale. Tutte le partite saranno visibili in diretta streaming su Sportube, la finale sarà disputata sabato alle 16. Intanto sta prendendo corpo il Cittadella che l’anno prossimo affronterà il campionato di Serie B. Ieri il direttore generale Stefano Marchetti ha intensificato i contatti con il procuratore del centravanti del Pordenone Luca Strizzolo: le parti sono vicine e tra oggi e domani dovrebbe arrivare la fumata bianca.

Ore 10.30 – (Gazzettino) Ed è in questa ottica che anche ieri ha raccolto informazioni in merito ad alcuni giocatori che sono di suo gradimento per sondarne la disponibilità, nonché gli aspetti economici, vale a dire gli emolumenti. Il che gli consentirà di avere una panoramica dei possibili obiettivi di mercato, da condividere poi con il nuovo allenatore. Per quanto concerne invece i giocatori già sotto contratto, va monitorata la situazione di Manuel Giandonato che rientrerà dal prestito al Lanciano. Zamuner lo considererebbe un profilo in possesso di potenzialità tecniche interessanti, anche se ultimamente non è riuscito a esprimerle al meglio. Una decina di giorni fa, comunque, ha avuto un contatto con l’agente del centrocampista, e le parti si dovranno riaggiornare a stretto giro di posta. Quanto a Giandonato, la sua intenzione sarebbe quella di tornare all’ombra del Santo per rimettersi in gioco dopo non avere lasciato il segno nella prima parte della stagione da poco conclusa. E in un ipotetico centrocampo a tre potrebbe dare il meglio.

Ore 10.20 – (Gazzettino) E domani Zamuner incontrerà Petrone, con il quale nei giorni scorsi ha già avuto un colloquio approfondito al telefono utile al fine di raccogliere informazioni, e il confronto delle prossime ore servirà al direttore per completarne il quadro. Il tecnico napoletano proprio domani lascerà Olbia dove vive per raggiungere la penisola e si vedrà appunto con il direttore. Naturalmente nella scelta potrebbe incidere anche il numero di collaboratori fidati che i tre candidati intendono portare al seguito. Di solito è prassi che un tecnico si faccia affiancare almeno dal vice, senza dimenticare il preparatore atletico e il preparatore dei portieri. E al riguardo va tenuto presente che attualmente nello staff biancoscudato figurano come vice Rino Lavezzini e come preparatore dei portieri Adriano Zancopè, entrambi sotto contratto per un’altra stagione. Se con riguardo a Lavezzini è comunque molto difficile ipotizzare una sua permanenza essendo un uomo di fiducia dell’ex direttore sportivo Fabrizio De Poli, sembra avere invece qualche possibilità in più di restare al suo posto Zancopè. La questione allenatore costituisce la priorità, ma in questi giorni Zamuner ha rivolto la propria attenzione anche su come rinforzare la squadra in vista della prossima stagione.

Ore 10.10 – (Gazzettino) Oggi Oscar Brevi, domani Mario Petrone. Siamo ormai al rush finale per la scelta del nuovo allenatore, con Giorgio Zamuner che ha in agenda gli ultimi due appuntamenti prima di tirare le somme e presentarsi in società per comunicare il prescelto. Senza dimenticare che in lizza per raccogliere l’eredità di Bepi Pillon c’è anche Roberto D’Aversa che il nuovo responsabile dell’area tecnica biancoscudata ha incontrato lunedì a Pesaro. Oggi, come detto, il faccia a faccia sarà con Brevi, in realtà non il primo dato che i due si sono già visti la settimana scorsa al Mapei Stadium di Reggio Emilia. Brevi sembra essere in leggero vantaggio rispetto alla concorrenza, non solo per il feeling molto forte che ha con Zamuner, ma anche perché potrebbe fare «meno problemi» rispetto agli altri due candidati che scendendo di categoria potrebbero avanzare determinate pretese, anche di natura economica. Senza dimenticare che D’Aversa e Petrone sono attualmente sotto contratto per un altro anno con Lanciano e Ascoli, mentre Brevi è libero da vincoli contrattuali. I giochi, però, non sono ancora fatti.

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Il direttore generale biancoscudato nelle ultime ore si è occupato di altre questioni, a cominciare da quella dei rinnovi contrattuali. Il primo nome sulla lista da tempo, e questo non è più un mistero, è quello di Neto Pereira. Dopo i contatti delle ultime settimane, all’entourage del giocatore, in vacanza con la famiglia in Brasile, è arrivata dal Padova la proposta ufficiale di prolungamento dell’accordo in scadenza a fine mese anche per la prossima stagione. «Neto è un giocatore molto forte per la categoria», la puntualizzazione di Zamuner, «non ho bisogno di attendere l’opinione del nuovo tecnico per la sua conferma: credo che con chiunque sarei in sintonia su questo aspetto, non credo ci sia tanto da discutere. Con i suoi agenti siamo in dirittura d’arrivo: la proposta l’abbiamo fatta, e credo non sia lontana dalle loro aspettative. Confido che a breve si giunga alla fumata bianca».

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) I due s’incontreranno a metà strada, così com’era avvenuto tre giorni fa per D’Aversa: quando il d.g. avrà ricevuto da Petrone le informazioni necessarie, arriverà il momento della scelta. «Venerdì o sabato saprete il nome del nuovo mister», la precisazione a riguardo che arriva direttamente dalla voce di Zamuner. E, insieme ad essa, la sensazione che giorno dopo giorno matura è che la pista più concreta possa essere quella che porta ad Oscar Brevi, grande amico di Zamuner, che tanto bene aveva fatto sulle panchine di Cremonese e Catanzaro prima della battute “a vuoto” con Spal e Rimini. Petrone, a meno che dall’incontro di domani non emergano novità importanti soprattutto dal punto di vista degli sforzi che la società sarebbe disposta a compiere in fase di mercato nella costruzione della squadra, appare più defilato, così come l’ex tecnico del Lanciano Roberto D’Aversa, considerato anche che entrambi sono ancora legati contrattualmente alle precedenti società.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) La scelta slitta almeno di altre 48 ore. E così, dieci giorni dopo l’insediamento di Giorgio Zamuner, al Padova dev’essere ancora riempita una delle caselle più importanti: quella del nuovo allenatore. Per motivi logistici, infatti, l’incontro tra il responsabile dell’area tecnica e il terzo candidato alla panchina (dopo Brevi e D’Aversa), ovvero Mario Petrone, andrà in scena nella migliore delle ipotesi nella giornata di domani. L’ex allenatore di Ascoli e Bassano, infatti, non ha ancora lasciato la Sardegna, regione alla quale ha legato gran parte della sua carriera in panchina e nella quale sta trascorrendo le vacanze: domani dovrebbe prendere un traghetto che lo porterà in terraferma, incontrare Zamuner e quindi dirigersi ad assistere, domenica sera, alla finale di ritorno dei playoff di Lega Pro tra Foggia e Pisa.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Il primo, in particolare, è un pallino di Zamuner, ma lo straordinario campionato alla guida del club pugliese lo pone fuori portata. Il Crotone è una delle sue possibili destinazioni, ma De Zerbi potrebbe anche restare a Foggia in caso di promozione in Serie B. Il resto è tutto in standby, a parte il rinnovo di Neto Pereira, che era già stato portato avanti dalla proprietà e che viene considerato una formalità a cui manca soltanto l’annuncio ufficiale per essere espletata. Vista la contemporanea, probabile presenza di Altinier e Neto Pereira, non è detto che il modulo utilizzato sarà il 4-3-3. Il nuovo tecnico potrebbe anche valutare di virare sul 4-3-1-2 oppure sul 4-2-3-1. Sono giorni di attesa, dunque, per la tifoseria biancoscudata, mentre a Cittadella ormai siamo in dirittura d’arrivo per l’accordo con Luca Strizzolo, in scadenza di contratto col Pordenone. In fase molto avanzata anche la trattativa per Gianvito Misuraca, tutto il resto verrà definito col nuovo allenatore. Manca solo l’ufficialità del rinnovo di Alfonso, mentre per l’attacco, oltre a Strizzolo si punta sulla conferma di Litteri, tutt’altro che semplice visto che il giocatore è tornato a Latina per fine prestito.

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Non è andato in scena ieri, il previsto incontro fra Giorgio Zamuner e Mario Petrone. Il faccia a faccia fra i due, rinviato a domani per questioni logistiche, completerà il giro di orizzonte fra i tre allenatori prescelti per guidare il Padova. Oscar Brevi sembra in pole-position su Roberto D’Aversa, che ha incontrato anche il Latina e che sembra non facilmente raggiungibile, anche per il fatto di essere sotto contratto con il Lanciano. Entro il weekend Zamuner, che non si sbilancia di una virgola, chiuderà le cosiddette consultazioni: «Mi prendo qualche altro giorno di tempo, dopodiché sceglierò. Al momento non ci sono favoriti, perché voglio condividere il più possibile questa scelta così importante con la proprietà». Nella giornata di ieri si era diffusa una voce che ipotizzava il ritardo nell’ufficializzazione della scelta dell’allenatore legandola a un possibile inserimento sulla scena di uno fra Roberto De Zerbi e Gennaro Gattuso, al momento impegnati nella finale playoff con Foggia e Pisa.




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