Live 24! Padova, manca solo l’incontro con Petrone per scegliere l’allenatore

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Ore 20.00 – (Il Piccolo) Quasi un one-man-show per un Mauro Milanese tuttofare, almeno per una mattinata. L’amministratore unico della Triestina che sta lavorando per ridare un’organizzazione alla società e per allestire la squadra della prossima stagione, come se non bastasse ieri mattina a Prosecco ha fatto anche l’allenatore e il tester nella prima seduta dello stage organizzato dalla società alabardata per giovani delle annate dal 1996 al 2000. Per impegni personali, Roncelli e Lotti hanno dovuto dare infatti forfait alla prima seduta, e allora Milanese, che comunque sarà presente probabilmente sul campo anche nei prossimi giorni affiancando i due “mister”, ha dovuto fare in pratica tutto da solo. Presenti ovviamente massaggiatore e medico, per le operazioni di campo Mauro è stato aiutato solo dalla sorella Romina. A bordo campo intanto, si sono visti anche il consulente di mercato Tony Iannotti che osservava un po’ il tutto, Michele Genna, il direttore del marketing Massimo Brazzi, oltre a qualche addetto ai lavori particolarmente curioso di vedere questi ragazzi all’opera. Fatto sta che ieri mattina Milanese si è trovato a dover lavorare con tre portieri e una trentina di giocatori, quelli da testare per la prima squadra, ovvero le annate dal 1996 al 1998, mentre i più giovani delle classi 1999 e 2000 da esaminare per la formazione Juniores sono scesi in campo nel pomeriggio. In veste di allenatore, Milanese ha rispolverato un po’ tutta la sua esperienza da calciatore. Ha fatto iniziare il folto gruppo di giovani con passaggi e fraseggi, per poi passare a provare i giocatori in varie situazioni di gioco, sia offensivo che difensivo. Sono seguiti tre tempi di partitella in cui i cambi si susseguivano vorticosamente, mentre lo stesso Milanese prendeva appunti e talvolta era costretto a dover parlare anche al telefono. Da oggi in poi comunque, quando si lavorerà allo stadio Rocco sia al mattino che al pomeriggio, lo staff tecnico sarà al completo e Mauro si potrà dedicare maggiormente al ruolo di osservatore. A conclusione di una mattinata intensissima e di quasi due ore e mezza di lavoro (del resto, dovendo giudicare i giocatori in quattro giorni, bisogna sfruttare ogni minuto), dulcis in fundo Milanese si è dedicato anche a testare i portieri con un quarto d’ora di tiri da fuori area. Quanto ai giocatori, oltre a molti italiani, anche tanti stranieri provenienti da vari paesi, il che ha provocato qualche lieve problema di comunicazione, soprattutto fra i ragazzi. Milanese ha fatto sfoggio del suo inglese più volte per dare istruzioni, ma con un giovane brasiliano ha dovuto arrangiarsi anche con qualche parola spagnola, se non proprio portoghese. In ogni caso, qualche elemento che potrebbe venir buono c’è, anche se dipenderà molto dall’anno di nascita e dal ruolo. Lo stage prosegue oggi allo stadio Rocco, sempre con sedute mattutine e pomeridiane, e si chiuderà giovedì.

Ore 19.30 – (Corriere delle Alpi) Belluno – Corbanese, l’accordo per la prossima stagione non c’è ancora. Per chi conosce il “Cobra” sa il suo ttaccamento ai colori gialloblù, e difficilmente lo si vedrà cambiare maglia in estate, ma nel calcio non si sa mai e al momento il capitano del Belluno e la società di Piazzale della Resistenza non hanno trovato l’intesa in vista della stagione che inizierà il 22 luglio, proprio il giorno del compleanno di bomber Corbanese. «Si tratta solo di trovarsi, ufficialmente ancora non ci siamo visti – minimizza Corbanese, che però non vuol dare giustamente certezze – nel calcio può succedere di tutto, ma tutti sanno quanto sto bene qui e si tratta solo di metterci attorno a un tavolo. Per adesso non c’è stata l’occasione per farlo. In questi anni perà il rapporto che si è creato con la società è ottimo». Il telefono è squillato in queste settimane? «Sinceramente non ho ricevuto chiamate ufficiali da parte di altre squadre, forse perchè tutti sanno quanto amo questa società e questi colori. Al massimo c’è stato qualche scambio di opinione con qualcuno che ti riferisce di una squadra interessata a te, ma più di questo, niente». Brotto torna al Belluno, è un segno che la società vuole raffarzarsi ancora? «Ho giocato con Gianmarco ai tempi di Sacile e vivevamo uno sopra l’altro – spiega Corbanese – è uno di quei giocatori con grandi colpi, molto dotato sia fisicamente che tecnicamente. Nonostante sia il suo terzo arrivo al Belluno, non ci siamo mai incrociati negli anni con questa maglia. Giocare insieme? Possiamo farlo, lo abbiamo già fatto. Lui è un amico, appena ho sentito che l’accordo tra lui e il Belluno era quasi fatto l’ho chiamato». Dopo tre stagioni in continua crescita, è possibile fare una quarta stagione per migliorarsi ancora? «Innanzitutto ci tengo a sottolineare il lavoro fatto in questi ultimi anni, per qualcuno può risultare scontato ma che non lo è affatto e pensandola così sminuisce tuto quello che abbiamo fatto. Vissuta da dentro, so la fatica e i sacrifici che abbiamo fao per stare su certi livelli e migliorare anno dopo anno. Tutti quelli che inizieranno la nuova stagione dovranno avere la voglia e la mentalità di migliorare ancora. Come ho già detto più volte durante la stagione appena conclusa, se non partissimo con questo presupposto saremmo dei mediocri».

Ore 19.00 – (La Provincia Pavese) L’esonero di Riccardo Maspero a una giornata dalla fine del campionato 2014-15 con i play off ipotecati è stato, a giudizio di molti, la prima di una serie di decisioni discutibili di una società che con investimenti importanti avrebbe potuto portare in alto il Pavia, e non sull’orlo di una crisi che ne mette oggi a rischio l’iscrizione e la permanenza in Lega Pro. A rivivere la prima annata di proprietà cinese è lo stesso Maspero, reduce da un’esperienza a inizio stagione a Mantova, club da cui è stato poi esonerato ma con cui ha ancora due anni di contratto. A distanza di un anno Maspero non nasconde la sua delusione per l’amara conclusione della sua avventura sulla panchina azzurra. «Mi sono sentito incompiuto – esordisce l’ex tecnico azzurro – dal primo giorno in cui ero stato coinvolto in questo nuovo progetto societario e sportivo del Pavia avevo passato nottate con il direttore Massimo Londrosi e il vicepresidente David Wang a casa di Nanni Meazza. Si era parlato di tutto, dalla A alla Z, dai giocatori da ingaggiare al materiale sportivo». Un Maspero esordiente su una panchina professionistica ma pienamente coinvolto nel rilancio del Pavia. «Certo ho trovato una grande accoglienza e fiducia in un allenatore giovane come il sottoscritto e quello che si era fatto sul campo era stata una magia – giudica Maspero – si era partiti dal nulla a luglio e si è arrivati giornata dopo giornata a riempire lo stadio di tifosi che sono stati coinvolti dal gioco e dai risultati. Il tutto con una gestione economica impeccabile, che non ci ha mai lasciato mancare nulla per quanto riguarda il periodo del primo anno in cui sono stato a Pavia. Ci volevano piccoli passi per fare l’ulteriore salto di qualità nell’immediato futuro. Personalmente mi sembrava di stare a rivivere quella cavalcata vincente da giocatore con la Cremonese che ci aveva portato fino alla serie A». E invece a un turno dal termine della stagione è stato esonerato. Cosa è successo? Come le è stata motivata questa decisione? «Non ho chiaro ancora oggi chi l’abbia scelta direttamente né la motivazione visto il piazzamento in classifica e il fatto che mancasse solo una giornata al termine del campionato e con un Pavia pronto per disputare i play off – risponde Maspero – David Wang mi ha solo detto che “il Fondo ha deciso”. Poi sui giornali ho letto che non avrei capito la filosofia della società. Per carattere non ho mai portato rancore nei confronti di nessuno, tanto che anche negli ultimi mesi mi è capitato di parlare tranquillamente, e più volte, con Wang. Provo affetto per Pavia, ho solo ancora uno squarcio nel cuore proprio perché ero pienamente coinvolto in questo progetto. Ma dal mio esonero poi è accaduto di tutto: in estate il via del direttore, poi di un primo allenatore, di un secondo a stagione in corso e un via vai di giocatori. Cosa penso? Che chi troppo vuole nulla stringe. Rimango convinto che senza stravolgere la rosa nella scorsa estate avremmo potuto ripartire per puntare a un risultato ambizioso e senza caricarci di ulteriori contratti onerosi. Oggi invece tutto rischia di finire. Anche il settore giovanile che sta ottenendo ottimi risultati, e che è alla base per il futuro, rischia dopo un buon lavoro di essere perso nel nulla». Amarezza in lei come nei tifosi? «Sono venuto alcune volte al Fortunati e mi dispiace anche vedere che giocatori del mio gruppo siano stati messi in discussione, dal capitano Facchin in poi – dichiara l’ex mister del Pavia – gente che ha dato tantissimo per questa maglia, uomini e professionisti veri che sono stati poco tutelati in quest’ultimo anno. La situazione è ora difficile, vedremo cosa potrà accadere. Sicuramente mi auguro qualcosa di positivo per il futuro del Pavia».

Ore 18.30 – (Gazzetta di Reggio) Divorzio consensuale. La Reggiana e Italo Federici hanno deciso di comune accordo di interrompere il legame contrattuale con un mese di anticipo. Federici, ormai ex ds granata prossimo a legarsi con la Viterbese, era arrivato nell’estate 2014. Nella stanza dei bottoni ha operato a stretto contatto con il segretario generale Monica Torreggiani. ARRIVA CONTI. Al contempo la Reggiana annuncia che dal 1 luglio 2016 Salvatore Conti assumerà il ruolo di segretario sportivo della società granata. Conti è già a Reggio Emilia per prendere visione delle proprie mansioni e conoscere al meglio la città. E’ di Reggio Calabria e ha lavorato come segretario generale alla Reggina fino al giugno 2015 e dall’agosto 2015 al 30 giugno 2016 alla Asd Reggio Calabria.

Ore 18.00 – (Gazzetta di Reggio) La Reggiana è sulle tracce dell’attaccante Francesco Stanco. La punta del Modena conosce bene il nuovo mister granata Leonardo Colucci, con il quale ha giocato insieme in maglia gialloblù, e sarebbe il sostituto ideale di Arma, nel caso il marocchino partisse (anche se al momento non ci sono offerte per Rachid). Stanco, 29 anni, 191 centimetri d’altezza, è una prima punta forte fisicamente, efficace di testa, capace di aprire gli spazi e far giocare bene la squadra. Il pavullese è cresciuto nelle giovanili del Modena, dove poi ha giocato per molte stagioni. Al Cittadella, in serie B, dove è stato girato in prestito nel gennaio 2015, ha giocato 20 partite, segnando 6 reti e facendo 3 assist. Nell’ultima stagione con i canarini Stanco ha giocato 13 partite e segnato 3 reti. Il giocatore viene considerato un acquisto sicuro per la Lega Pro, un attaccante da una decina di reti e utile per la manovra della squadra. Il Modena in questo momento vive una delicata situazione societaria: il 14 del mese è in programma una assemblea dei soci nelle quale bisognerà discutere delle perdite da ripianare e al momento non c’è un progetto tecnico per la prossima stagione. Stanco ha un altro anno di contratto con il Modena e in questo momento una trattativa è resa difficile dal fatto che i gialloblù non hanno nemmeno il ds dopo l’allontanamento di Massimo Taibi. L’operazione, nel caso la Reggiana tentasse l’affondo, sembra decisamente alla portata. Il nuovo ds granata Andrea Grammatica e i suoi collaboratori stanno valutando attentamente la rosa della Reggiana, dove diversi elementi dovranno essere sacrificati per poter fare spazio ai nuovi giocatori sui quali si vorrà puntare. Chi è in scadenza difficilmente sarà confermato, mentre per chi è sotto contratto si tratterà di capire se ci siano offerte ed eventualmente valutarle. In questo momento alla Reggiana tutte le attenzioni sono rivolte alla vicenda di Mike Piazza. L’impressione è che il giorno fatidico possa essere questo fine settimana. L’americano si trova in vacanza in Sicilia e arriverà solo quando tutti i dettagli saranno definiti. Dalla società granata non trapelano indiscrezioni, ma è un silenzio ricco di ottimismo. L’accordo di massima è stato raggiunto, ma fino al momento della firma nessuno vuole, comprensibilmente, sbilanciarsi.

Ore 17.30 – (Gazzetta di Mantova) Al futuro del Mantova sta lavorando da tempo anche patron Serafino Di Loreto, che rilancia la pista cinese con un annuncio a sorpresa: «Abbiamo chiesto un appuntamento urgente al sindaco Palazzi per fargli incontrare l’imprenditore cinese Zhonghe Ye. Il gruppo cinese, infatti, sarebbe interessato a entrare nel Mantova – spiega Di Loreto – a patto di poter costruire un nuovo stadio (o ristrutturare completamente il Martelli), al fine di renderlo polifunzionale e di sfruttarlo anche sotto il profilo delle attività commerciali. Un grande progetto, che per i cinesi significherebbe dare un obiettivo preciso all’investimento calcistico, ma che avrebbe ovviamente ricadute positive anche per la città di Mantova». L’incontro fra il sindaco Palazzi e l’imprenditore Ye dovrebbe però avvenire oggi o domani, visto che il Mantova intende sciogliere i nodi sul suo futuro nel consiglio di amministrazione fissato per giovedì: «Il sindaco – spiega ancora Di Loreto -, ci ha chiesto di inviargli prima un promemoria che spieghi chi è precisamente Zhonghe Ye e quali sono le sue attività: lo faremo in tempi rapidissimi, sperando che subito dopo Palazzi accetti di incontrare l’imprenditore cinese per ascoltare le sue proposte. La necessità di Ye non è ovviamente quella di avere una risposta ufficiale in poche ore, ma soltanto quella di capire se l’amministrazione comunale pensa che l’idea possa essere praticabile nel prossimo futuro».

Ore 17.10 – (Gazzetta di Mantova) Altre 48 ore e il futuro del Mantova dovrebbe (in certi casi il condizionale è d’obbligo) finalmente essere delineato. È stato infatti fissato per giovedì alle 18 al Martelli il consiglio d’amministrazione allargato ai soci che dovrà prendere una decisione su come andare avanti. A mettere le opzioni sul tavolo sarà il presidente Sandro Musso, che continua in questi giorni a incontrare aspiranti acquirenti del club e che ieri ha avuto anche un colloquio con il sindaco Mattia Palazzi, intervenuto con un’intervista alla Gazzetta sulla vicenda Mantova Calcio raccomandando alla proprietà attuale di andare avanti o di cedere soltanto a «persone credibili». «Il sindaco mi ha chiamato – spiega Musso – per chiedermi un quadro della situazione e io gli ho spiegato nel dettaglio quanto sta accadendo. Mi ha detto “vedrò cosa posso fare” e nei prossimi giorni ci risentiremo». Ieri, intanto, Musso ha incontrato a Rezzato, nella sede della Sdl, l’imprenditore vicentino Roberto Masiero, che pare intenzionato ad acquistare il 100% del Mantova. Su Masiero, che 15 anni fa fu presentato all’Hotel Cristallo come direttore tecnico dalla cordata di Castagnaro, salvo poi sparire nel giro di 48 ore, si sa per ora poco o nulla. «Lavora nel settore siderurgico e ha una società a Londra», spiega Fabrizio Lori, che l’ha accompagnato a Rezzato. Dove l’imprenditore avrebbe lasciato intendere di avere grosse disponibilità finanziarie e di immaginare per il Mantova un progetto ambizioso di ben cinque anni. A spiegare l’esito dell’incontro è comunque il direttore operativo Matteo Togni, che rappresentava il Mantova insieme a Musso e agli altri soci Piero e Simone Raccagni: «Masiero è arrivato con Lori, un commercialista di fiducia e un intermediario: abbiamo analizzato nel dettaglio tutti i costi del Mantova e l’imprenditore ha confermato che sarebbe intenzionato a rilevare il 100% delle quote. L’incontro è stato positivo e, se Masiero deciderà di presentare un’offerta concreta, ci rivedremo probabilmente domani o giovedì mattina per entrare nel vivo della trattativa». Domani ci sarà anche un incontro con Claudio Dondi ed è lo stesso aspirante acquirente mantovano a spiegarlo: «Oggi (ieri per chi legge, ndr) mi ha chimato il dg Bernasconi e siamo rimasti d’accordo di vederci mercoledì. Mi auguro che stavolta si tratti di un incontro per parlare di cose serie e per mettere nero su bianco gli accordi che abbiamo già raggiunto per l’acquisto del 100% del Mantova. In quella sede comunicherò anche i nomi degli imprenditori che faranno parte del nuovo cda dell’Acm. Sto preparando anche i loro curriculum, così si capira che si tratta di persone molto serie. L’importante è non perdere più tempo, perché qui c’è da mettersi a lavorare per costruire la squadra». E a tal riguardo Dondi dice che per il ruolo di allenatore uno dei papabili sarebbe l’ex giocatore del Verona «Vincenzo Italiano, che ho seguito e so capace di lavorare». Italiano finora ha fatto soltanto il vice di Dal Canto a Venezia per qualche mese, fino all’esonero dello stesso mister. Tornando comunque ale vicende societarie, quella di domani sarà una giornata pienissima, perché Sandro Musso incontrerà anche un altro aspirante acquirente. Si tratta del consulente finanziario torinese Enea Benedetto, che ha già avuto esperienze nel calcio in passato come portiere e poi come allenatore nei dilettanti. Benedetto, che è stato presentato a Musso dal mantovano Gianluca Braguzzi, sarebbe il rappresentante di una cordata formata da una holding straniera e da alcuni imprenditori che hanno già fatto calcio in passato. Questa cordata vorrebbe cogestire il Mantova insieme alla Sdl, sempre che nell’incontro di domani si trovino punti d’intesa.

Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il Venezia non molla: vuole fortissimamente Alex Pederzoli. Lo garantisce tuttomercatoweb.com., che già lo scorso mese aveva anticipato l’interesse del Cittadella per Strizzolo. Il sito specializzato nei movimenti di mercato dalla serie A alla Lega Pro afferma che il regista neroverde, insieme a Davì del Bassano, Virdis del Savona e Baldanzeddu del Latina, fa parte del poker di rinforzi che il ds Giorgio Perinetti vuole mettere a disposizione di Pippo Inzaghi. All’ex milanista il Venezia yankee vuole affidare la «mission possible» con obiettivo serie B. Pederzoli non figura al momento fra i pezzi grossi (Stefani, Berrettoni, De Agostini, Buratto e Marchi) dati come già confermati. A questi dovrebbe invece aggiungersi a ore Matteo Tomei, uno dei protagonisti più brillanti (se non proprio il più brillante e costante) della stagione appena conclusa. Non per nulla è stato lodato pubblicamente da Rino Gattuso dopo gara uno fra Pordenone e Pisa. A proposito di Pisa: dopo aver rifilato 3 gol ai ramarri all’Arena, i «Ringhio Boys» ne hanno rifilati 4 (a 2) al Foggia nella finale d’andata per la promozione in B, prenotando l’unico biglietto disponibile rimasto per la cadetteria. Anche Tomei era tentato da altre soluzioni (Padova in testa), ma pare che in lui prevalgano le origini e il senso di appartenenza. Sul fronte novità vere c’è da segnalare il forte interessamento del Pordenone per Ferdinando Mastroianni, prima punta dell’Este, autore di 25 gol (in 37 presenze) nell’ultima stagione in Lega D. Con i suoi 193 centimetri avrebbe caratteristiche ed età (è un classe ’92) adatte a sostituire Luca Strizzolo. Sarebbe stato contattato da Denis Fiorin. Per ora tutte ipotesi. Qualcosa di più sicuro e ufficiale, auspicabilmente, si saprà questo pomeriggio alle 18, quando al De Marchi il presidente Mauro Lovisa (con soci e dirigenza al fianco) terrà una conferenza stampa per spiegare gli obiettivi del Pordenone della stagione 2016-17. Il popolo neroverde attende con trepidazione.

Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) La conferma ancora una volta arriva da Padova. «Marcelo Mateos – ha dichiarato ieri il neo dg biancoscudato Giorgio Zamuner – sarà al mio fianco. Ha il patentino da direttore sportivo e farà il team manager». Lui, Marcelo, aveva soltanto ammesso di aver incontrato Bergamin e soci. In attesa della comunicazione ufficiale del divorzio da parte del Pordenone. Troppo signore per anticipare i tempi. Come sempre: da quando arrivò in punta di piedi per mettere la sua esperienza a disposizione del Pordenone di Carmine Parlato, a quando non seppe dire di no a Lovisa che lo voleva come consulente personale, a quando fu «promosso» direttore di campo, sino a ora che se ne va. Sempre in punta di piedi. Senza polemiche. Anzi, professando la sua gratitudine per re Mauro. «Una grande persona – conferma -. Mi ha trattato come uno di famiglia. Gli sono molto riconoscente». Tace anche di essere stato lui a portare Giorgio Zamuner a Pordenone. Si limita a dire: «Credo di avere qualche merito nella grande stagione dei ramarri». Poi si sa com’è il mondo, anche quello del calcio. Se le cose vanno male la colpa è di pochi, spesso di uno solo. Se vanno bene non è difficile trovare chi si attribuisce, anche da solo, il merito. «Lascio il Pordenone – racconta Mateos – per questioni personali. Avevo già deciso di farlo in aprile. Ringrazio la dirigenza, lo staff tecnico, i giocatori e in particolare gli addetti ai lavori. Gente che mette a disposizione tutto il suo entusiasmo. Un gruppo fantastico. Così come il popolo neroverde, fondamentale nei successi ottenuti». Il momento migliore? «Da giocatore – ricorda – la promozione e lo scudetto dei dilettanti della stagione 2013-14. Come dirigente non c’è stato un momento unico, ma la soddisfazione di vedere una crescita continua e costante». Il Pordenone saprà ripetersi? «Lo auguro a tutti coloro che amano il ramarro, anche se – negli occhi ha già un velo di malinconia – sarà difficile ripetere un girone di ritorno come quello appena concluso».

Ore 16.00 – Lega Pro, Luciano Foschi è il nuovo allenatore del Renate.

Ore 15.50 – (Messaggero Veneto) Dal 17 al 24 luglio: i tifosi milanisti si segnino queste date in rosso: questo il periodo in cui il Venezia sarà in ritiro a Piancavallo. E nel quale i cuori rossoneri della Destra Tagliamento potranno vedere da vicino il loro idolo Pippo Inzaghi. Già, perché l’ex centravanti (e tecnico) del Milan è ormai a un passo dalla firma coi lagunari. Pronto per lui un biennale: il suo lavoro comincerà soprattutto dalla settimana di allenamenti in quota nella località turistica avianese, dove il Venezia fatica già dalla scorsa stagione. La presenza di Inzaghi può avere una forte ricaduta sul territorio: molti tifosi dei lagunari, ma soprattutto del Milan, potranno trascorrere diversi giorni in montagna sperando di incontrare l’eroe della magica notte di Atene del 2007 quando il Milan vinse la Champions League. Certamente è un’ottima occasione per il Pordenone, che potrà osservare al lavoro una rivale della prossima stagione, e anche per chi ama il calcio: il Venezia sta allestendo una squadra che punta subito a vincere, forte dei dollari messi a disposizione dal tycoon statunitense Joe Tacopina. E’ notizia di ieri, infatti, che i lagunari abbiano ingaggiato nientemeno che Maurizio Domizzi, difensore classe ’80, bandiera dell’Udinese: per lui un contratto biennale. Il centrale romano era reduce da 8 anni in bianconero e, nel corso di 17 anni di carriera, non è mai sceso in C. Sarà uno dei tanti pezzi pregiati del Venezia, che richiamerà numerosi appassionati a Piancavallo.

Ore 15.30 – (Messaggero Veneto) I progetti sono tutti da valutare con la nuova amministrazione, che s’insedierà in Comune dopo il ballottaggio del 19 giugno. Ma il Pordenone avrebbe già in mente diversi lavori per ampliare il Bottecchia e adeguarlo alla categoria e ai tifosi, sempre più numerosi. La volontà del club, innanzitutto, sarebbe di installare una tribuna aggiuntiva a fianco quella centrale, dalla parte dell’entrata principale. La zona “nobile” del tifo, di fatto, ha sempre registrato il tutto esaurito e, dunque, la società avrebbe pensato di dare un’altra soluzione a chi non vuole accomodarsi in gradinata. Si potrebbe trattare di una struttura metallica, removibile in qualsiasi momento. Oltre a questo progetto, in cantiere c’è anche lo “scambio” dei settori in gradinata: la parte dove si sistemano ora i tifosi ospiti, salvo sorprese, sarà dalla prossima stagione destinata a quelli neroverdi. Questo perché la parte di gradinata più vicina a via San Vito ha una capienza superiore (si parla di 100 posti) e dunque sarebbe normale riservarla a supporter di casa. La “curva”, soprattutto nelle ultime partite, è un altro settore in cui i biglietti sono andati a ruba e, nel campionato 2016-2017, la società si aspetta numeri simili.

Ore 15.10 – (Messaggero Veneto) Attraverso il gioco, propositivo, il Pordenone di Tedino ha ottenuto grandi risultati. Perché dunque cambiare un approccio che ha portato solo benefici? I ramarri 2016-2017, almeno sul piano teorico, avranno lo stesso Dna: calcio-champagne al Bottecchia, con la speranza di abbinare il divertimento alla vittorie, richiamando ancora più pubblico. Per questo Tedino vuole ripartire dallo zoccolo duro, anche se un giocatore di ottima qualità sembra destinato a non rimanere. E stiamo parlando di Luca Cattaneo. All’attacco. Per il tecnico del Pordenone la fase offensiva è sempre stato il primo pensiero. Meno quella opposta, curata però in maniera maniacale – e molto bene – dal duo Carlo Marchetto-Alberto Toffolo. Il Pordenone che affronterà il suo terzo anno di Lega Pro giocherà sempre col 4-3-3, modulo caro a Tedino e che gli permette diverse soluzioni. I principi di gioco saranno gli stessi: attaccare “alto” l’avversario, col centravanti primo difensore, rubare ogni appoggio, grande cura della transazione negativa e puntare molto sulla densità difensiva; davanti, invece, grande attenzione al gioco in profondità, che ha esaltato Strizzolo, continua ricerca per le imbucate destinate agli esterni, le sovrapposizioni dei terzini. Gli uomini. Continuità è dunque la parola d’ordine. Anche sotto il profilo degli uomini: oggi sono attesi a colloquio Tomei e Pederzoli, portiere e regista dell’annata super. Col primo non ci dovrebbero essere problemi, il matrimonio si farà. Sul playmaker ci sono sensazioni positive, anche se è meglio non sbilanciarsi: Alex vuole avere rassicurazioni dal punto di vista tecnico (desidera una squadra competitiva) oltre che economico. Il resto? Cattaneo potrebbe andare via, considerato anche il poco spazio avuto con Tedino nell’ultimo periodo. Inoltre, visto l’ulteriore anno di vincolo (contratto in scadenza nel 2017), la società potrebbe ricavare qualcosa dalla sua cessione. Il futuro. Domani Strizzolo è atteso alla firma a Cittadella in serie B: pare che per lui sia pronto un biennale. In entrata il Pordenone guarda a un prodotto della provincia, vale a dire a Luca Magnino, centrocampista classe ’97 della Primavera dell’Udinese. Delle “zebrette” il mediano di Cordenons è stato il capitano: pare esserci stato un contatto, coi neroverdi, anche se manca parecchio alla chiusura dell’affare. Di sicuro è un profilo interessante, da valutare con attenzione.

Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) Moreno Longo, il primo (ma non l’unico pallino di Seeber) che ieri ha trovato, come previsto, l’intesa con la Pro Vercelli in B, Mario Petrone che uscito dalle preferenze virtussine oggi si incontrerà con Giorgio Zamuner, fresco general manager del Padova per provare a vincere la volata con Brevi e D’Aversa per la panchina biancoscudata. In alternativa c’è sempre l’Alessandria che però strizza l’occhio a Gaetano Auteri lasciato libero dal Benevento. In questo modo Marione rischia di rimanere col cerino in mano, anche se è tuttora sotto contratto com l’Ascoli e quindi sarebbe un cerino che non scotta. E Bassano? Bassano secondo tradizione è molto sereno e tranquillo, non se la prende mai troppo calda e semmai preferisce azzeccare una scelta cruciale nei destini stagionali piuttosto che scalpitare e cannare la chiamata per la fretta. Tanto tiene sotto controllo un mucchio di profili interessanti e tutti adatti alla bisogna e per prassi il trainer che verrà dovrà piacere tanto a Seeber che alla famiglia Rosso, dal presidente Stefano a Renzo. E dunque prima della fumata bianca occorreranno i colloqui di rito, talvolta anche più di uno. Ecco perchè anche se il popolo tifoso è legittimamente in trepida attesa è facile che per la fumata bianca si slitti anche alla settimana prossima. Del resto 3 anni fa proprio Petrone fu ingaggiato il 13 luglio, mentre l’anno precedente Claudio Rastelli fu contrattualizzato a fine giugno vincendo il ballottaggio con Gadda. In un’ipotetica griglia in stile gran premio in prima fila ci sono al momento Alessandro Dal Canto e Luca D’Angelo. Dietro di loro ecco Valerio Bertotto e un nome comparso nei giorni scorsi per un attimo e tornato d’attualità in queste ore: si tratta di Giovanni Colella, 50 anni, trevigiano di Breda di Piave, quest’anno al Renate che ha salvato comodo da subentrante e che il Bassano l’ha battuto proprio 1-0 incasinando per benino il sistema di Sottili. È vero che pure lui come D’Angelo è un fautore della difesa a tre che in società vedono come l’orticaria, ma non è un dogmatico dei tre centrali di retroguardia e non avrebbe problemi a schierarsi nel classico assetto a quattro. In Lega Pro ha già guidato il Como l’anno scorso che ha pilotato al primato solitario prima di essere sollevato dall’incarico da quarto in classifica. A suo agio a lavorare coi giovani è un altro che pagherebbe quasi di suo per allenare a Bassano e sarebbe spinto da una carica speciale. Perchè la dimensione caratteriale è imprescindibile per mettersi al volante della Virtus.Misu a Cittadella. L’investitura di Gianvito Misuraca a Cittadella al piano superiore l’ha impartita direttamente il direttore generale granata Stefano Marchetti che ieri ha di fatto accolto a casa con parole lusinghiere l’ex trequartista virtussino. Assieme a lui vestirà quella maglia anche il centravanti Luca Strizzolo, ex Real Vicenza e quest’anno al Pordenone. Intanto Pippo Inzaghi è davvero a un passo dal chiudere con la firma al Venezia di Joe Tacopina. Conquistato dal progetto dei lagunari e dall’entusiasmo contagioso del Taco, Superpippo guiderà la fuoriserie che gli verrà messa a disposizione dal club e dal diesse Giorgio Perinetti. Nel roster avrà Guido Davì in una Lega Pro che a Sant’Elena considerano soltanto di passaggio.

Ore 14.10 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Venezia-Inzaghi, ormai è fatta e dalla serie A arriva anche Domizzi (ex Udinese) come primo rinforzo. La discesa in Lega Pro non sembra spaventare nessuno a fronte delle ambizioni che il Venezia di Joe Tacopina vuole soddisfare a suon di colpi da novanta. «Aspettiamo a ore, se non a minuti, il sì di Pippo Inzaghi per la panchina» – l’addio alla prudenza del ds Giorgio Perinetti, che già oggi potrebbe dare l’ufficialità, oltre ad aver confermato l’interesse per l’esperto Maurizio Domizzi. Ieri pomeriggio l’affare si è concluso su base biennale. Il difensore mancino, classe 1980, ex Sampdoria, Brescia, Ascoli e Napoli in serie A, si è congedato il 15 maggio dall’Udinese dopo otto stagioni con 171 presenze nel massimo campionato e 29 nelle coppe europee. «Una pedina importantissima – completa Perietti – per esperienza, leadership e perché è bravo a costruire il gioco dalla difesa». Sempre per la retroguardia piacerebbe il trentenne Ivano Baldanzeddu del Latina di serie B. Mentre per l’attacco si punta a Simone Ganz (figlio di Maurizio, ex Milan e Venezia), reduce da 16 gol nel Como in B. Tornando all’imminente annuncio di Inzaghi, tutte le carte sono state messe sul tavolo, sia sul piano tecnico che economico, e la palla è tra i piedi dell’ex bomber, che deve solo spingerla in porta dicendo sì al Venezia. La presentazione dovrebbe esserci a prescindere dalla firma sul contratto, probabile il 1. luglio, a rapporto concluso col Milan. Perinetti ha negato che Inzaghi possa “comparire” già oggi a Monastier dove lo stesso ds e il presidente Tacopina saranno relatori al convegno “Un calcio pieno di Mercato” (dalle 17 al Relais Villa Fiorita). Ieri intanto, a Coverciano, il previsto faccia a faccia tra Perinetti e Giancarlo Favarin non ha fatto altro che formalizzare l’addio con una stretta di mano: «Una chiacchierata normale, io sono molto dispiaciuto ma anche la società, che alla fine si è ben comportata con me – le parole dell’ex allenatore – Si sa come nel calcio cambi tutto dalla sera alla mattina, il direttore mi ha garantito che si adopererà per aiutarmi a trovare una panchina, quindi lo ringrazio, essendo la cosa sempre più difficile di questi tempi».

Ore 13.50 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) E’ ormai questione di ore per l’annuncio di Pippo Inzaghi. Il Venezia è ai dettagli con l’ex allenatore rossonero che ha già detto un «sì» di massima per scendere in Lega Pro e accomodarsi sulla panchina lagunare. Pochi particolari ancora da limare ma entro la giornata di oggi arriverà l’annuncio. Intanto ieri la società ha comunicato ufficialmente l’addio a Giancarlo Favarin e il direttore sportivo Giorgio Perinetti lo ha voluto incontrare personalmente. «Lo abbiamo ringraziato per la professionalità e la correttezza», riferisce il dirigente. E nel pomeriggio è arrivata la comunicazione ufficiale, nella quale la società annuncia di non dare seguito al «rapporto di collaborazione tecnica con Giancarlo Favarin per la prossima stagione sportiva», ringraziandolo «per la professionalità e l’impegno dimostrati in questi mesi trascorsi assieme». Non si tratta di un esonero, visto che non c’era un contratto in essere, ma solo della mancata prosecuzione di un rapporto che, negli accordi iniziali, prevedeva la conferma in caso di promozione in Lega Pro. Ma la società ha deciso di puntare altrove, alzando il bersaglio per ottenere maggiore ritorno sul piano mediatico e degli sponsor. E nn nome come quello di Filippo Inzaghi risponde proprio a questa logica. «Ormai ci siamo – fa sapere il ds Perinetti – mancano solo alcuni aspetti da chiarire». Probabile che si debba limare l’ingaggio, visto che il milione e mezzo a stagione percepito al Milan non è proponibile per il budget, sia pure importante, del Venezia che si dovrebbe aggirare intorno agli otto milioni di euro. Inzaghi dovrebbe dunque aver accettato di ridurre il proprio ingaggio, firmando però un biennale e portando con sé il suo staff tecnico, composto da cinque persone tra cui Andrea Maldera, collaboratore tecnico della squadra rossonera ed esperto di tattica. Se l’annuncio è atteso per oggi, la firma sarà posta sul contratto solo dopo il 1 luglio. Non solo perché Inzaghi è ancora sotto contratto con il Milan, ma anche perché il Venezia deve concludere l’iter che trasformerà la società in professionistica. Il tutto dovrebbe completarsi intorno al 20 giugno. «Ma non è un problema – spiega Perinetti – tutti gli accordi stretti fino a questo momento sono solo verbali, poi quando disporremo dei moduli potremo firmare i contratti veri e propri». E iniziano a circolare i primi nomi importanti. E’ in arrivo dall’Udinese il difensore Maurizio Domizzi: per lui sarebbe già pronto un contratto biennale, con premi legati al raggiungimento degli obiettivi sia in Lega Pro che in caso di promozione in serie B. Domizzi, 36 anni, ha giocato a Napoli tra il 2006 e il 2008, mentre nelle ultime sette stagioni ha collezionato 171 presenze a Udine. In prospettiva, al Venezia c’è anche la possibilità che una volta smessa la carriera di calciatore, possa entrare in società per avviare un’attività dirigenziale o tecnica. Pare invece tramontata la possibilità di confermare Matteo Serafini, che non nasconde la delusione: «Sono dispiaciuto della situazione, mi aspettavo una diversa considerazione dopo aver segnato 21 gol. So che la Lega Pro non è la serie D, ma l’anno prima con la Pro Patria ne avevo segnati 13 e conosco bene la categoria».

Ore 13.30 – (La Nuova Venezia) Filippo Inzaghi allenatore del Venezia, ci siamo. Il direttore sportivo Giorgio Perinetti non si nasconde e parla di «accordo al 99 per cento, tanto che riteniamo di poterlo ufficializzare entro poche ore». Un colpo tecnico e mediatico di enorme portata per il club presieduto da Joe Tacopina, volto a far crescere tutto l’ambiente attorno all’esperienza di Inzaghi e del suo staff. Ma andiamo con ordine. Ieri il direttore sportivo del Venezia era a Coverciano per un incontro tra colleghi dirigenti sportivi, ed è stata questa anche l’occasione per rivedersi con Giancarlo Favarin, allenatore dell’ultima promozione in Lega Pro. Nel tardo pomeriggio il club ha ufficializzato l’addio al tecnico pisano, ma da tempo la notizia non era un segreto. «Favarin era deluso e lo capisco, così come è stato inevitabile il mio imbarazzo nel confrontarmi con lui dopo che a parole lo avevamo confermato a fine campionato» parole di Perinetti ieri sera «dovevamo chiarire la situazione, glielo si doveva, e con essa anche definire la sua posizione. Ora il Venezia e Favarin andranno avanti per strade differenti, ma ci tenevo a cercare di mantenere con lui un buon rapporto visto che di sicuro ci saranno in futuro altre occasioni per incontrarci». Torniamo a Inzaghi, e qui il diesse del Venezia è quanto mai sicuro e attento nelle sue dichiarazioni. «Aspettiamo solo il suo sì e sarà questione di ore. Ovvio che da noi non potrà lavorare prima dell’1 luglio per via del contratto che lo lega al Milan fino al 30 giugno, ma in caso di risposta affermativa da parte sua, cercheremo di avere il via libera dei rossoneri per poterlo almeno presentare in anticipo sui tempi, magari già nel corso di questa settimana». Forse già stasera a Monastier nel convegno di calciomercato organizzato da Piovesan. «Non credo, quello sarà un evento differente. Di sicuro il presidente Tacopina parlerà di strategie per il futuro del Venezia, ma non può essere quella la sede per presentare Inzaghi». Ma di chi è il merito di questo colpo? «Di Tacopina» giura Perinetti, «è lui chi ha elaborato l’operazione guardando lontano. Io ci ho solo messo del mio per favorire i contatti. Sarebbe un grosso colpo per il Venezia, perché oltre a far crescere l’appeal verso la nostra società, la presenza di Inzaghi e del suo staff, abituati a lavorare ai massimi livelli, permetterebbe di far crescere il club sul campo ma anche sotto altri punti di vista». Con Inzaghi cambierebbe il modulo verso un quasi sicuro 4-3-3 e con esso anche il mercato. «Ora è da vedere, ma certamente qualcosa si modificherà nei nostri piani» conclude il diesse, «Domizzi? Certo che ci interessa. Io voglio avere un leader in difesa e, sfumato Gillet tra i pali, in Domizzi vedrei l’uomo giusto per far fare un salto di qualità aggiuntivo alla squadra. Poi non è detto che venga al Venezia, però se cominciassimo ad avere Inzaghi e lui, allora sono certo che anche altri giocatori vorrebbero venire a vestire questa maglia. Il mercato è lungo, vedremo». Le lancette dell’orologio intanto girano inesorabilmente, il matrimonio tra Inzaghi e Venezia sta per essere celebrato alla luce del giorno.

Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) I primi movimenti di mercato del Vicenza riguardano soprattutto giovani talenti, giocatori che si sono messi in luce in serie D e che rappresentano delle scommesse su cui puntare. «Ancora non abbiamo chiuso trattative — sottolinea il ds dei berici Antonio Tesoro — ma presto qualcosa faremo. Di certo in ritiro ci saranno giovani che arriveranno dalle serie inferiori e che avranno l’opportunità di mostrare cosa sanno fare». Il primo della lista è Iacopo Cernigoi , che, dopo un grave infortunio patito quando militava nelle giovanili del Milan, è ripartito dalla serie D. Prima con la Pro Sesto, poi al Seregno, prima di approdare, nel luglio scorso, alla Virtus Vecomp, con cui ha realizzato 17 gol in 32 partite. Un rilancio importante per un giovane dotato di fiuto del gol, di buona tecnica e di un gran fisico (192 cm per 82 kg), che solo tre anni fa era considerato uno dei centravanti più promettenti nel panorama calcistico giovanile e sul quale il Vicenza ha deciso di scommettere. Poi c’è Massimiliano Giusti che ha nella scorsa stagione ad Abano in serie D ha disputato un ottimo torneo condito da 20 reti. E’ un giocatore offensivo che calcia bene con entrambi i piedi e che nel 4-2-3-1 può giocare in tutti e tre i ruoli dietro alla punta centrale. Insomma, un giocatore eclettico e capace di adattarsi con facilità a soluzioni diverse. Oltre alla tecnica la sua dote migliore è la voglia di arrivare, la stessa di Petar Zivkov , un mancino che può giocare sia a destra che a sinistra, veloce e tecnico; potrebbe diventare una buona mezz’ala con ottime capacità di inserimento. Cresciuto nelle giovanili del Chievo nella scorsa stagione si è messo in luce nel Rapallo Boglisco; di lui molti addetti ai lavori dicono che sia già un giocatore di sicura prospettiva. Lo prenderà il Vicenza, l’affare è già definito e Zivkov sarà un altro che proverà il grande salto dalla serie D al torneo cadetto. Magari alla prova del campo qualcuno non supererà il giudizio di mister Lerda ma la loro non sarà impresa impossibile considerato che a Vicenza c’è un precedente che fa ben sperare; era l’estate del 2009 e in ritiro arrivò dal Renate Davide Gavazzi, ai più un nome che non diceva nulla. Ma ci mise poco a mettersi in luce, fin dai primi giorni di ritiro l’allora tecnico del Vicenza Rolando Maran decise di puntare su quel giovanotto che in campo arrivava dappertutto e spesso andava in gol. «Se ci ripenso devo dire che è stato tutto facile — spiega Gavazzi — la mia fortuna è stata quella di iniziare bene e di avere la stima del mister. Ero arrivato in ritiro per poi essere girato in Lega Pro ma Maran dopo pochi giorni mi disse che sarei rimasto». Dalla serie D al torneo cadetto il salto è notevole, ma Gavazzi è la dimostrazione che si può fare. «A me è andata bene e mi fa piacere che il Vicenza segua questa strada puntando su qualche giovane di prospettiva – spiega l’ex sampdoriano – se posso dare un consiglio è quello di presentarsi al ritiro in ottime condizioni fisiche. Lavorando con impegno si può migliorare, l’importante è che ci sia grande volontà. A tutti auguro che possa andare come a me, dal Renate alla Sampdoria: e al Vicenza sarò sempre grato».

Ore 12.40 – (Giornale di Vicenza) «Non è facile oggi – e non lo era nemmeno 12 anni fa – trovare chi è disponibile a rilevare una società di calcio». Lo dice Sergio Gasparin, mentre guarda il dorso di quel libro che lunedì scorso tutti hanno finito di leggere. Solo che lui, da direttore generale e amministratore delegato, quel libro aveva anche cominciato a scriverlo il 25 novembre 2004. Perché è a lui che gli inglesi dell’Enic chiesero di rientrare in società e di trovare un acquirente per il Vicenza Calcio.Sergio Cassingena dichiarò: “Gasparin si erse a garante della mia persona”. Si è mai pentito?Sorride. “A me dispiace sinceramente che questa avventura sia finita in maniera non positiva. Perché quando i risultati sportivi ed economici si rivelano disastrosi come accaduto in questo progetto, dispiace per la gente di Vicenza e per chi ha a cuore – me compreso – il Vicenza. Ma il mio dispiacere è anche per lo stesso Cassingena, che era partito con grande entusiasmo e poi ha fallito”.Secondo lei, per quale motivo?La prima causa è il disaccordo di fronte al quale ci siamo trovati: io sono un convinto assertore della professionalità, mentre Cassingena preferiva il concetto di familiarità e questi sono due aspetti che difficilmente riescono ad andare d’accordo. In secondo luogo, al di là delle sue presunte strategie di riferimento, gli ha giocato contro il ruolo non positivo di persone a lui vicine che considerava affidabili e che poi sono stati i suoi primi detrattori.È questa, quindi, la differenza principale che ha affrontato rispetto alla presidenza Dalle Carbonare?Nel 1989, con il presidente Dalle Carbonare, stabilimmo un lungo progetto iniziato dall’ultimo posto in C1 e che poi ebbe contenuti sportivi straordinari ma anche economici. Quando lasciai, al 31 dicembre 1998 quella società aveva un attivo di bilancio e una capacità finanziaria liquida rilevante: il progetto aveva faticato all’inizio perché c’era una società e un club da rifondare. Ma se i principi sono comuni e se si segue coerentemente il progetto, l’esperienza insegna che si arriva. Più forte è una società, più forte è la squadra. E quella che creammo era fortissima nel progetto e negli uomini, basta pensare a tre di quelle persone che venivano da diverse esperienze ma avevano un comun denominatore: la professionalità. Paolo Bedin oggi è il direttore generale della Lega di B, Andrea Fabris è segretario generale del Sassuolo e Fabio Rizzitelli lo è stato per tanti anni all’Atalanta.Lei e Cassingena vi siete sentiti recentemente?No. Dopo che io ho lasciato Vicenza ci sono stati solo momenti casuali di incontro.Il suo rapporto con la tifoseria vicentina, invece, com’è?Straordinario, per stima e affetto. Ma devo dire che è una costante che mi sono portato dietro anche nelle altre città dove ho lavorato. Però a maggior ragione qui a Vicenza, e i tifosi avevano espresso il concetto migliore con uno striscione: “I migliori anni della nostra vita”.Non le hanno mai rinfacciato il fatto di aver portato Cassingena al comando?No, perché forse sono stato io il primo a pagare da questa situazione. Al di là di quello che una persona dice, poi sono sempre le vicende pratiche a determinare le situazioni. Se, dopo che le nostre strade si sono divise, quel Vicenza fosse salito in A e lì fosse rimasto adesso sarei io quello che aveva sbagliato perché non condividevo una certa progettualità. Ma sono i risultati che dicono chi aveva ragione e chi torto. E la gente di Vicenza ha avuto modo di vederlo.Il nuovo presidente del Vicenza ora è Alfredo Pastorelli. Lo conosce?L’ho conosciuto professionalmente quando ero d.g. e a.d. al Vicenza e lui era titolare di un’agenzia assicurativa che assisteva alcune aree della società. Inoltre, aveva la tessera in tribuna d’onore come fedelissimo. Conosco molto bene Marco e Vittoria Franchetto, che stimo e apprezzo. Non conosco invece la famiglia Tesoro.Ha seguito le vicende del cambio societario?Sì, con attenzione. E dalle prime dichiarazioni mi sembrano partiti col piede giusto: evitare proclami trionfalistici è un buon viatico per il rapporto con il territorio. Vicenza è una provincia che vive di calcio, è un intero territorio che si stringe attorno alla squadra e che è reduce da anni e anni di delusioni: basta nulla per infiammarlo, ma sarebbe pericolosissimo. Il secondo aspetto che approvo è la volontà di risanare la disastrata situazione economica. Un progetto a lunga scadenza come sembra essere questo non può che passare per una ristrutturazione e una sana gestione dal punto di vista economico e finanziario, attraverso la riduzione del monte ingaggi e l’attività di ricerca e selezione di ragazzi giovani. Ma devono essere giovani bravi, e in questo l’attività di scouting è fondamentale per garantire il contenimento nella voce “spesa del personale”.Ci sono invece, secondo lei, degli aspetti negativi?L’unica area di difficoltà che vedo è che è una struttura di cordata, e in una realtà opinabile come è quella del calcio spesso questo tipo di situazioni che coinvolgono più anime portano a visioni strategiche diverse. Io mi auguro però che l’interesse per il Vicenza prevalga sui personalismi.Il d.s. Tesoro ha dichiarato: “Si devono abbattere i costi”. Cosa si sente di dire ai tifosi che temono uno smantellamento della squadra?La gente di Vicenza è appassionata ma anche intelligente, è un pubblico che si rende conto che la società ha bisogno di solidità dal punto di vista progettuale ed economico. Se i nuovi proprietari fossero arrivati con “tutto e subito” sarebbe stato l’ennesimo rischio. Umilmente consiglio di creare grandi basi di riferimento in termini qualitativi per poi migliorare di anno in anno.Consiglia cioè di cercare i nuovi Lopez, Di Carlo e Viviani?I giocatori con il fuoco sacro si trovano, ma non per definizione: Lopez giocava nell’Andria ed era di Roma, non si sentiva la maglia biancorossa addosso al momento della firma. Ma è stato un giorno dopo giorno. La squadra diventa tale quando i valori sono i medesimi e agli esempi dati dall’alto seguono azioni conseguenti. Di recente, quando ci siamo sentiti per il suo compleanno, Giò mi ha detto: “Direttore, si ricorda quando al posto di una firma bastava la sua stretta di mano?”.

Ore 12.10 – (Mattino di Padova) Alle 15 di oggi si riunisce a Roma il Consiglio federale. È il giorno del giudizio per il Campodarsego, che guarda con attenzione a ciò che verrà deciso in materia di ripescaggi: se verrà ridotta (o meglio ancora, cancellata del tutto) la tassa a fondo perduto di 500 mila euro, la società del presidente Daniele Pagin potrebbe seriamente procedere con la richiesta di ripescaggio in terza serie, dopo aver vinto i playoff di Serie D. Comunque vada, sarà ancora una volta un’estate caldissima sul fronte delle iscrizioni. Siamo solo all’inizio di giugno, ma sono già tre le società professionistiche che rischiano di “saltare”: il Rimini, in crisi già da metà stagione e alla ricerca di un compratore che si accolli i debiti, la Carrarese, per la quale sono già state fissate per venerdì 10, lunedì 13 e martedì 14 giugno le aste fallimentari che metteranno sul banco il titolo sportivo dei toscani, ed il Pavia, con il presidente cinese Zhu che ha dato mandato di individuare un acquirente per salvare il club. E non è escluso perciò che, anche in mancanza di buone notizie sul fronte dei ripescaggi, il Campodarsego possa ancora sperare nella terza via: quella della riammissione.

Ore 11.40 – (Gazzettino) Tra i giocatori che prima o poi passeranno dalle parte di via Cà Nave per parlare con il diggì Marchetti, c’è anche Mattia Minesso. Il giocatore, sul quale sembra aver messo gli occhi il Padova, è in scadenza di contratto con il Cittadella, ma la società granata detiene un diritto di opzione per il rinnovo, da esercitare entro il mese. Inutile, quindi, ipotizzare scenari a breve termine per Minesso, come egli stesso conferma: «Sono rimasto d’accordo, prima del termine del campionato, di ritrovarmi a discutere della mia posizione con la dirigenza, lo faremo appena il direttore avrà espletato i suoi impegni. È vero, ho il contratto che scade a giugno, ma il Cittadella può allungarlo semplicemente depositando il rinnovo. Sono un giocatore granata e potrei esserlo anche nella prossima stagione, non sono io a decidere». A gennaio è stato a un passo dal passaggio a Bassano, adesso si vocifera di un serio interesse da parte del Padova: sarebbe una destinazione gradita? «Sinceramente non ne ho mai parlato, non avrebbe nemmeno senso guardarmi attorno in questo momento perché sono legato al Cittadella. Dopo l’incontro con Marchetti, potrò parlare del mio futuro».

Ore 11.20 – (Mattino di Padova) Per Luca Strizzolo potremmo essere alle fasi conclusive. A quanto risulta, già domani si potrebbe infatti arrivare alla firma dell’attaccante del Pordenone, pronto a legarsi al Cittadella. Il giocatore, che nel corso dell’ultima stagione ha totalizzato 30 presenze con la maglia dei “ramarri” friulani, guidandoli alla qualificazione ai playoff di Lega Pro, con 9 gol realizzati (uno dei quali messo a segno contro Alfonso nel 3-1 del Tombolato che valse la promozione matematica in Serie B) e 6 assist, dovrebbe passare nella sede di via Ca’ dai Pase accompagnato dal suo procuratore, Federico Francioni, per incontrare il d.g. granata Stefano Marchetti. «Anche altre società si sono fatte avanti per lui, tra cui il Padova, lo stesso Pordenone, che gli ha proposto di rinnovare il contratto in scadenza a fine giugno, e poi Ascoli e Novara», spiega proprio Francioni. «Al momento sono possibilista riguardo all’accordo con il Cittadella, che sarebbe la prima scelta del mio assistito, desideroso di fare il grande salto in Serie B». Strizzolo, 24 anni, piace anche per la sua duttilità, perché è in grado di giocare sia da prima che da seconda punta. Un primo incontro fra Marchetti e il suo procuratore c’è già stato, e la trattativa pare molto ben avviata e del tutto indipendente da quella che riguarda la permanenza di Gianluca Litteri sotto le Mura. Berretti, c’è la final four. Sarà Cittadella-Cremonese. I ragazzi di Giulio Giacomin, superando il Bassano ai quarti di finale (scorribanda per 3-0 al “Mercante” e k.o. indolore al Tombolato per 1-2), si sono qualificati per la final four del Torneo Dante Berretti, la manifestazione sportiva della Lega Pro interamente dedicata ai giovani, che taglia il traguardo dei suoi primi 50 anni. Come comunicato ieri dalla Lega, le quattro finaliste, Arezzo, Catania, Cittadella e Cremonese, si giocheranno il titolo di campione d’Italia a partire da giovedì con le semifinali, che permetteranno alle due vincitrici di staccare il pass per la gara che assegna il titolo. L’intera competizione, organizzata in collaborazione con la società Lupa Roma, sarà disputata nella capitale, al Salaria Sport Village. Il Citta giocherà la sua gara alle ore 14.30, sfidando la Cremonese, mentre Arezzo-Catania è in programma alle 17.30. La finale sarà disputata sabato 11 con inizio alle ore 16. Le gare saranno trasmesse in diretta streaming su Lega Pro Channel, www.sportube.tv/legapro. In caso di parità al termine di ogni singola sfida si disputeranno due tempi supplementari di quindici minuti ciascuno, proseguendo, eventualmente, con i calci di rigore.

Ore 11.00 – (Corriere del Veneto) Arrivano notizie importanti da Cittadella. Enrico Alfonso è pronto a rinnovare il contratto con il club granata per un’altra stagione: accordo raggiunto con la società, manca soltanto l’annuncio ufficiale. Alessandro Sgrigna, nel frattempo, è svincolato e Padova e Bassano sono due destinazioni molto gradite. Discorsi già ben avviati, più difficile il Padova e meno il Bassano, mentre il Pordenone si era mosso in un primo momento per il fantasista romano, salvo poi mordere il freno negli ultimi giorni. Marchetti cerca un difensore centrale molto forte per rinforzare il reparto e almeno due attaccanti: il primo nome sulla lista è quello di Gianluca Litteri ma fino a quando non si capirà cosa accadrà a Latina, sarà difficile che arrivino novità importanti in questo senso. Ma occhio pure ad Andrea Brighenti, che vuole tentare l’avventura in serie B, dopo aver sfondato nell’ultimo campionato di Lega Pro con la maglia della Cremonese. Buone possibilità, infine, di ottenere il rinnovo del prestito dal Chievo di Jallow e Bobb, considerati entrambi pronti per affrontare il salto di categoria e farsi valere anche in serie B.

Ore 10.30 – (Gazzettino) A stretto giro di posta Zamuner si vedrà anche con lui: fino al tardo pomeriggio di ieri il direttore biancoscudato non l’aveva ancora contattato per fissare un incontro e considerato che Petrone abita a Olbia, ciò comporta che per spostarsi deve essere avvisato per tempo. E allora si può ipotizzare che l’incontro possa avvenire magari domani. Al termine di questa ulteriore chiacchierata, Zamuner probabilmente risentirà di nuovo Brevi, dopodiché i tempi saranno maturi per operare la scelta che gli dà maggiore affidamento. Intanto, il diggì avrà anche all’ombra del Santo come braccio destro Marcelo Mateos, già al suo fianco quest’anno a Pordenone, che è in possesso del patentino di direttore sportivo e al Padova ricoprirà il ruolo di team manager. Il che significa che Carlo Pontin, tra l’altro un fedelissimo dell’ex diesse Fabrizio De Poli, potrebbe non essere confermato nel suo incarico.

Ore 10.20 – (Gazzettino) Sull’incontro avvenuto a Pesaro non manca un flash di D’Avers: «È stato un faccia a faccia iniziale nel quale abbiamo parlato un po’ di tutto, ci dobbiamo riaggiornare. Conoscevo già Zamuner, è una persona seria e un bravo professionista, e ha le idee chiare». D’Aversa ha un altro contratto con il Lanciano. «Non penso che sia un problema, anzi». Padova è la sua prima opzione? «La reputo una piazza importante, non da Lega Pro. Poi dal dire questo al decidere di darmi il compito, ce ne vuole ancora». Ha chiesto alcune garanzie? «È la proprietà che deve dare gli obiettivi, io faccio l’allenatore. Ma è importante che ci sia un unico modo di pensare da parte di tutti e ci devono essere le condizioni per poter lavorare al meglio». Oltre a Brevi e D’Aversa c’è, come noto, un altro papabile per la panchina che risponde al nome di Mario Petrone.

Ore 10.10 – (Gazzettino) «Voglio gente con motivazioni. Chi ne avrà di più, diventerà l’allenatore del Padova». Siamo ormai sempre più vicini alla stretta finale per l’investitura del nuovo tecnico biancoscudato, e le parole di Giorgio Zamuner rendono chiara l’idea di quali requisiti dovrà avere l’erede di Pillon. Dopo che nella passata settimana il nuovo responsabile dell’area tecnica aveva avuto un faccia a faccia con Oscar Brevi, ieri mattina è stato il turno di un altro candidato, vale a dire Roberto D’Aversa. L’incontro è andato in scena a Pesaro, località prescelta dato che si trova a metà strada tra Ferrara dove abita Zamuner e Pescara dove risiede l’allenatore. «Abbiamo fatto una chiacchierata – sottolinea Zamuner – che mi è servita per rendermi conto in maniera più approfondita di quali sono le sue idee, fermo restando che è un allenatore che già conosco avendo visto giocare il Lanciano nelle ultime due stagioni. E naturalmente gli ho spiegato cosa vuole il Padova. Sostanzialmente questa è una fase nella quale sto raccogliendo informazioni che vaglierò insieme alla società, e poi prenderò una decisione. Non ho tutta questa fretta, ma è giusto che venga presa entro questo fine settimana per iniziare a programmare la stagione con il tecnico».

Ore 09.50 – (Mattino di Padova) In ogni caso, domani dovrebbe essere il giorno buono per l’incontro tra le due parti: entro la settimana, infatti, Zamuner deve scegliere il nome del nuovo allenatore e comunicarlo alla proprietà. «Con Oscar Brevi non ci sarà bisogno di un altro faccia a faccia», la spiegazione del d.g., che aveva visto l’allenatore ex Spal e Rimini già la settimana scorsa. «Conosco perfettamente le sue richieste e le sue motivazioni, dopo che avrò parlato con Petrone prenderò la mia decisione». L’ultimo aspetto relativo alla guida tecnica, che andrà studiato dopo l’investitura del nuovo allenatore, è quello relativo a Rino Lavezzini: non è chiaro, infatti, il destino di colui che era stato vice di Parlato prima e di Pillon poi, legato al Padova ancora per una stagione. Starà alla società decidere il suo futuro, dato che chiunque sarà il nuovo allenatore è probabile porti con sè il suo staff personale.

Ore 09.40 – (Mattino di Padova) «Direi che il nostro incontro è stato positivo», le parole del neo direttore generale. «D’Aversa è un allenatore che già conoscevo personalmente, ma quello che dovevo verificare erano le motivazioni con cui eventualmente sarebbe disposto a venire a Padova, e ovviamente anche le sue richieste». I due hanno parlato della situazione attuale della rosa biancoscudata, delle possibili operazioni e disponibilità su cui contare nel corso del mercato estivo, di obiettivi e progetti. E da parte del tecnico nato in Germania, ma abruzzese al cento per cento, è arrivata non solo una prima risposta ok, ma anche la disponibilità a venire incontro alle esigenze della Spa biancoscudata per ciò che riguarda l’ingaggio. Nuovo round. Petrone, invece, vedrà Zamuner probabilmente solo domani. L’ex mister dell’Ascoli, società alla quale è ancora legato contrattualmente, ma con cui esiste un patto non scritto, una sorta di gentleman agreement per liberarsi in caso di offerta da parte di un altro club, in questi giorni si trova in Sardegna, e per questo i contatti di persona non sono agevoli.

Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il primo incontro si è consumato ieri pomeriggio, oggi è la volta del secondo candidato: la ricerca del nuovo allenatore del Padova è entrata nei suoi giorni decisivi. Il responsabile dell’area tecnica, Giorgio Zamuner, nella giornata di ieri ha avuto l’atteso faccia a faccia con Roberto D’Aversa: l’ex tecnico del Lanciano (società alla quale è comunque ancora legato contrattualmente) è solo il primo dei tre candidati che in queste ore si giocano la panchina biancoscudata. Domani, invece, a presentarsi davanti al nuovo direttore generale di viale Rocco sarà Mario Petrone, l’artefice del miracolo-Bassano di due stagioni fa e della promozione in B dell’Ascoli. E sarà proprio questo l’ultimo incontro vis-a-vis: una volta che sarà avvenuto anche il definitivo confronto di Zamuner con la proprietà, si conoscerà il nome del nuovo allenatore. Confronto aperto. Con D’Aversa il dialogo è stato positivo. Zamuner ha viaggiato sino a Pesaro per incontrarlo, e dopo alcune ore di colloquio è immediatamente rientrato a Padova per presenziare agli appuntamenti già in agenda per la serata di ieri.

Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Circolano anche i primi nomi per la campagna di rafforzamento della squadra: Roman Macek e Luca Clemenza, due fra i gioielli più importanti della Primavera della Juventus, potrebbero ben presto entrare in orbita Padova. Il primo, classe 1997, è un profilo che piace tantissimo. Dovesse accettare di scendere in Lega Pro (la Juventus è disponibile), sarebbe un investimento molto importante. Macek è una mezzala dinamica, con capacità importanti di inserimento ed è stato titolare in finale del campionato Primavera con la Roma. Per Clemenza, un attaccante rapido e tecnico, c’è un problema da valutare: si è infortunato a marzo al ginocchio e ne avrà almeno fino a settembre. Difficile, inoltre, che possa accettare la Lega Pro. Strada in salita, in definitiva, mentre Zamuner prepara il colpo Minesso, che il Cittadella non dovrebbe confermare non esercitando il diritto di opzione e di rinnovo. E il dg potrebbe bussare anche alle porte del Torino: sul taccuino in cima alla lista c’è l’esterno offensivo Simone Rosso, in prestito lo scorso anno al Brescia, piace anche Suciu .

Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Giorgio Zamuner ha incontrato nella giornata di ieri Roberto D’Aversa, entro domani farà lo stesso con Mario Petrone. Ampio e circostanziato faccia a faccia, quello andato in scena fra il direttore generale del Padova e l’allenatore sotto contratto con il Lanciano per una cifra poco inferiore ai 90mila euro. Si è ragionato su programmi, rosa e rinnovi; D’Aversa ha preso atto di quanto enunciato da Zamuner, che adesso concluderà il giro di orizzonte con l’ex Bassano dopo avere visto anche Oscar Brevi. Entro venerdì verrà svelato il nome del nuovo allenatore del Padova. Tutto il mercato viene tenuto al momento in standby, compreso il rinnovo con adeguamento di Marcus Diniz, quello più complicato fra i tre brasiliani. Il Vicenza rimane in agguato e sta esercitando pressioni massicce sul giocatore dietro le quinte. Resta da capire la volontà dell’ex Lecce, molto legato al ds biancorosso Antonio Tesoro.




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