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Ore 20.00 – (Il Piccolo) Anche se Mauro Milanese ha più volte ribadito che molto difficilmente prima di inizio luglio (quando in effetti si aprirà ufficialmente il mercato e gli accordi potranno essere messi nero su bianco) si avranno novità certe sulla nuova rosa della Triestina e sullo staff tecnico, è ovvio che già da adesso si sta lavorando ad ampio raggio con sondaggi, contatti e trattative. Innanzitutto c’è la questione allenatore: a questo riguardo, per vari impegni dei due, è saltato il previsto incontro fra Milanese e Bordin che doveva esserci martedì scorso. Pare che i due si incontreranno nel week-end. In ogni caso, le possibilità di riconferma del tecnico al momento appaiono ridotte al lumicino, anche se l’amministratore unico alabardato continua a dire che prima di “chiudere” con Bordin non vuol sentir parlare di altri nomi. E poi c’è una squadra quasi completamente da rifondare: anche se le caselle da riempire resteranno ancora a lungo vuote, c’è già ovviamente una certa idea su come allestire la formazione. E in base al progetto di utilizzare gli under preferibilmente fra i pali e sulle fasce, di conseguenza l’asse portante della prossima Triestina, in pratica la spina dorsale che terrà in piedi la squadra, dovrà essere formata da gente con una certa esperienza e soprattutto vincente. Non a caso il nome più caldo al momento per il centrocampo alabardato pare quello di Giampaolo Calzi, che ha appena vinto il campionato con il Venezia. 31 anni il prossimo settembre, Calzi quest’anno, dopo alcuni problemi fisici, ha collezionato 18 presenze e 3 reti. In carriera, oltre ad aver giocato in passato anche in B con Catanzaro e Ravenna, ha fatto parecchia serie C con Lecco, Pro Patria, Savoia e Reggiana. Può essere l’uomo a cui affidare la regia, ma al momento siamo solo alle prime fasi della trattativa. Ma che nelle zone chiave del campo si voglia puntare sull’esperienza e sull’attitudine alla vittoria, lo dimostra il fatto che anche per l’attacco si fa il nome di un giocatore che questa stagione ha giocato nel Venezia, ovvero Matteo Serafini, 38 anni e 20 reti quest’anno con i lagunari. Anche per lui tanta Pro Patria negli ultimi anni, ma prima addirittura serie A con l’Empoli e serie B con Vicenza, Brescia e Piacenza. Non è un mistero poi che anche il nome di Denis Godeas continui a essere molto chiacchierato. Quindi, anche se alla fine non dovesse essere né Serafini né Godeas il prescelto per guidare il reparto offensivo, è chiaro che l’identikit del prossimo centravanti alabardato è quello di una punta di grande esperienza che sappia segnare con grande regolarità. Quello che insomma è mancato quest’anno, quando anche nelle partite in cui la Triestina riusciva a creare occasioni, non c’era nessuno capace di concretizzarle.
Ore 19.30 – (La Provincia Pavese) «Con una squadra esperta potevamo puntare sul Roselli di turno, con più giovani dobbiamo trovare un tecnico adatto alla causa». Il dirigente responsabile della Prima squadra azzurra Aldo Preite ha spiegato così l’identikit di chi sarà il nuovo allenatore del Pavia per la prossima stagione. Non un tecnico navigato di Lega Pro, ma un mister pronto a sposare la causa azzurra e in grado di gestire un gruppo mediamente giovane. A questo punto escono di scena a partire da Roselli, citato da Preite, i nomi di allenatori esperti, più probabile indirizzarsi su chi cerca un riscatto personale in Lega Pro o esca magari da qualche Primavera. Rimane da capire se per un progetto simile il nome di Benny Carbone sia spendibile. L’ex capitano azzurro, dopo le ultime esperienze in D con Valle D’Aosta e Pro Sesto avrebbe a Pavia la possibilità di una vetrina in Lega Pro. Categoria che conosce anche Giovanni Cusatis, nelle ultime stagioni vice di Giuseppe Sannino prima al Watford e poi per il breve periodo di Carpi, che qualche anno fa aveva guidato prima la Pro Patria e poi l’Alessandria. La scorsa estate di questi tempi prima della mancata iscrizione del Varese alla Lega Pro e alla serie D era stato indicato come possibile allenatore dei biancorossi in un progetto che sul piano dirigenziale avrebbe coinvolto Aldo Preite, con cui c’è quindi un rapporto di stima e fiducia reciproca. Ma nel toto-allenatore per un Pavia da “spending-review” non si possono escludere profili a sorpresa.
Ore 19.00 – (La Provincia Pavese) Il “Caso Pavia” approda lunedì in consiglio comunale. Il consigliere comunale leghista Matteo Mognaschi chiede al sindaco di parlare della situazione della società sportiva. Mognaschi chiede di sapere se l’A.C. Pavia stia cercando nuovi soci, il rispetto del pagamento dei debiti e le prospettive di progetti ventilati (cinema, turismo, commercio). Il tema sul quale il consigliere comunale sembra insistere è relativo al pagamento dei fornitori. «Alcuni di quelli non pagati – scrive Mognaschi chiedendo la risposta urgente – sono relativi allo stadio e interessano direttamente il Comune (proprietario della struttura)».
Ore 18.30 – (La Provincia Pavese) La promessa della regolare iscrizione del Pavia al prossimo campionato di Lega Pro fatta dal presidente Zhu e dagli azionisti del club, tramite le parole del direttore generale Nicola Bignotti, apre un mese di giugno di attese sotto tutti i punti di vista in casa azzurra. Al di là delle scadenze del 24 e 30 giugno, per pagamenti stipendi e successiva iscrizione del Pavia alla prossima stagione della ex serie C, sul piano operativo c’è la gestione dei 26 giocatori che sono attualmente sotto contratto in una rosa che va snellita considerevolmente prima di tutto per motivi economici e poi per avere non più di 16 elementi “Over” da mettere in lista per la prossima Lega Pro, se questa regola dovesse entrare in vigore – come pare – nella stagione 2016-17. I “gioielli di famiglia”, come li si possono definire i pezzi più pregiati dell’attuale rosa, vanno sacrificati per ridurre il peso dei costi degli stipendi e anche per incassare qualcosa per arricchire o formare il budget per il campionato 2016-17. La coppia Bignotti-Preite ha, quindi, questo compito non facile. Il ragionamento è semplice: se si deve abbattere l’indebitamento dichiarato di 2,5 milioni (in realtà ben superiore) bisogna recuperare risorse dall’unico bene vero a disposizione della società: il cartellino dei giocatori che hanno mercato in serie B e Lega Pro. Dei 26 giocatori della rosa, sono sette quelli vendibili, gli altri, di fatto, so possono cedere, ma senza chiedere soldi, perché nessuno li darebbe. I gioielli di famiglia che bisogna vendere cominciano con i gemelli del gol: Alessandro Cesarini e Andrea Ferretti. Ma anche in difesa il portiere Davide Facchin e Alessandro Malomo sono due elementi che tra B e Lega Pro potrebbero trovare collocazione. C’è anche Caio De Cenco che è attualmente impegnato con il Trapani di Serse Cosmi nella finale con il Pescara per conquistare la serie A, ma è di proprietà del Pavia e in prestito secco in Sicilia. E tra i rientri eccellenti c’è quello anche di Giovanni La Camera dal Como, e con altre due stagioni di oneroso contratto con il Pavia. Stesso discorso per l’arrivo “pesante” di gennaio, Nando Sforzini. Nome, quelli di La Camera e Sforzini, che sulla carta non dovrebbero avere problemi a trovare sistemazione di mercato, ma dipende dalle condizioni. Il Pavia vuole vendere, ma non può svendere. Ma i possibili acquirenti dei gioielli azzurri lo sanno benissimo. Leggono i giornali, vedono i siti e, soprattutto, analizzano i bilanci. E’ un lavoro tutt’altro che facile quello che aspetta il duo Bignotti-Preite. L’obiettivo è di incassare il più possibile e da qui ripartire con innesti invece a minor costo dei precedenti delle due ultime stagioni e sicuramente con il prestito anche di giovani da valorizzare da qualche squadra Primavera. Quanto può incassare il Pavia in questa azione di vendita? Difficile dirlo, ma l’obiettivo potrebbero essere 1,5-2 milioni. Lo scorso anno Ferretti era in vendita a 1 milione. Ma non ha trovato alcun compratore. Può essere ragionevole proporlo alla metà. In fondo un bomber come Iocolano quest’anno è passato dal Bassano all’Alessandria per 400 mila euro. Alessandro Cesarini potrebbe avere una base d’asta analoga. Cesa ha anche il vantaggio di esser e più giovane dell’ormai trentenne Ferretti. Sforzini ha un contratto di circa 200mila euro (un’enormità per la Lega Pro). E’ un bomber, ha mercato, ma a patto che riduca le pretese. Si avvia un percorso non in discesa e non facile nella gestione dell’attuale parco giocatori del Pavia che dovrà fare di necessità virtù per provare ad allestire una rosa in grado di lottare per la permanenza in categoria. Una volta alleggerito il bilancio dai debiti e dai giocatori più costosi, il Pavia potrebbe andare sul mercato. E trovare qualche acquirente che oggi sta lontano da questa montagna di debiti.
Ore 18.00 – (Gazzetta di Reggio) Mike Piazza è atterrato a Roma. E il presidente granata Stefano Compagni è tornato dal suo viaggio di lavoro dalla Cina. Tutti gli indizi annunciano la novità più attesa dai tifosi della Reggiana, quella che soltanto qualche settimana fa era un’ipotesi valutata con scetticismo da più parti. L’ex sportivo americano, che a luglio entrerà nella “Hall of fame” del baseball”è vicino a comprare la maggioranza della Reggiana: da giorni circolano indiscrezioni che la trattativa sia di fatto già conclusa, dopo che i consulenti hanno passato al setaccio i conti della società granata e il suo emissario Maurizio Franzone è venuto più volte a Reggio per compiere vari sopralluoghi (alcuni dei quali molto dettagliati, con tanto di architetto al seguito per valutare alcuni progetti). Nelle prossime ore ne sapremo sicuramente di più. L’impressione, comunque, è quella che siamo vicini a una svolta importante che metterà fine al clima d’attesa che circonda il mondo granata dalla fine del campionato. Gli sportivi reggiani, e non solo, attendono di comprendere i dettagli di una vicenda che porterà la nostra città sotto i riflettori dei media nazionali. Mike Piazza è un grande appassionato di calcio, tifa il Palermo, ed ama l’Italia. La sua intenzione è quella di realizzare un investimento ed è per questo che quando si era affacciato la scorsa estate al Parma aveva deciso di non comprare la società perché i debiti erano troppi. I primi contatti con lo sportivo Usa sono iniziati a dicembre e già alla fine dello scorso anno Franzone si era presentato ai campi di via Agosti. Poi il 20 aprile scorso l’ex ricevitore di New York Mets e Los Angeles Dodgers è stato fotografato al Mapei Stadium in occasione di Sassuolo-Sampdoria in compagnia dell’amico ed ex portiere del Cagliari Franzone. Da quel momento si è saputo che la trattativa era già molto avanti. In questi mesi i contatti sono stati portati avanti in prima persona dal presidente Stefano Compagni. L’eventuale ingresso di Mile Piazza porterà inevitabilmente altri cambiamenti, perché alcuni suoi uomini di fiducia entrerebbero in società per rappresentarlo. Resta da capire chi resterà dell’attuale dirigenza e in che modo sarà tutelata la reggianità, di cui è stato garante in questi mesi Compagni e che ha portato tanti piccoli imprenditori a sostenere la squadra economicamente.
Ore 17.30 – (Gazzetta di Mantova) Mentre il presidente Sandro Musso e il patron Serafino Di Loreto si affannano alla ricerca di una soluzione che assicuri un futuro al Mantova nella prossima stagione, i soci di minoranza attendono con un pizzico d’ansia la prossima assemblea – che dovrebbe tenersi attorno al 10 giugno – per essere messi al corrente della situazione. L’ex vicepresidente Giambattista Tirelli espone così la posizione sua e degli altri soci mantovani Bompieri e Giovanardi: «Noi abbiamo rispettato alla lettera gli accordi fatti con la Sdl, anticipando anzi già ad aprile l’ultima tranche di quanto avevamo stabilito di versare nel corso di questa stagione. Ora, entro metà giugno chiuderemo le due posizioni bancarie del Mantova da noi garantite, saldando ed estinguendo i conti. Ed entro il 30 finiremo di pagare anche tutto il resto del pregresso, ereditato da Nicola Di Matteo». Su quanto sta accadendo nelle ultime settimane in Viale Te, Tirelli resta prudente: «Aspettiamo l’assemblea, nella quale ascolteremo ciò che la proprietà avrà da dire. In quella occasione valuteremo le eventuali proposte che ci verranno fatte e decideremo come muoverci e cosa fare per il futuro. Una cosa però vorremmo fosse chiara fin d’ora: noi non abbiamo partecipato alla gestione di questa annata». Il che, tradotto, significa più o meno questo: se chi ha gestito ha sforato il budget, non saremo noi a ripianare. All’assemblea del Mantova parteciperà anche l’ex amministratore delegato biancorosso Federico Bosi in rappresentanza dell’ex presidente Michele Lodi, che detiene ancora il 15% dell’Acm e sta continuando a pagare i debiti pregressi con rate mensili, che pare dovrebbero andare avanti fino ai primi mesi del 2017. «Noi siamo rimasti dentro su richiesta della Sdl – spiega Bosi – e per assurdo abbiamo la quota più cospicua del club (il 55% della Sdl è diviso fra 7 persone fisiche, ndr). Ovviamente non abbiamo seguito molto da vicino l’ultima annata, ma l’impressione è che si sia ripetuto uno schema purtroppo già visto: si arriva con delle idee, poi ci si lascia prendere la mano e si finisce con lo spendere molto più di quanto si era preventivato. Non credo però che la la volontà di Sdl di cedere sia dovuta soltanto a motivi economici: il loro mi sembrava un progetto che andava oltre il calcio, come poi ha dimostrato l’ingresso di Di Loreto in Lega. Non so, evidentemente qualcosa deve essersi inceppato. Ascolteremo comunque in assemblea cosa c’è di nuovo, sperando che si trovi una soluzione ottimale per il futuro del Mantova».
Ore 17.10 – (Gazzetta di Mantova) «Segui i soldi e troverai la mafia» assicurava il compianto magistrato Giovanni Falcone e la sua massima vale pressoché in tutti i campi, compreso il molto meno complesso e impegnativo ambito calcistico. Dove, ovviamente, non si debbono seguire i soldi per trovare malviventi, ma si può farlo per capire i problemi e le prospettive di un club. Nel caso in oggetto, il Mantova. È il reperimento delle risorse per chiudere la stagione in corso e per affrontare la prossima il problema che assilla l’attuale proprietà, ma per capire bene di cosa si parla bisogna entrare nel dettaglio, numeri e scadenze alla mano. Bene, allora. Le cose stanno così: il Mantova da qui a fine giugno deve versare circa 700mila euro soltanto per pagare gli stipendi e deve presentare anche una fideiussione di 350mila euro (nonché pagare la tassa di circa 50mila euro) per iscrivere la squadra al prossimo campionato di Lega. In particolare, l’Acm deve pagare entro il 24 gli stipendi netti di marzo, aprile e maggio nonché Inps e Irpef relative alle prime due mensilità; entro il 30 l’Inps relativa agli stipendi di maggio. E fino a settembre (quando saranno saldati l’Irpef relativa a maggio e stipendi, Inps e Irpef di giugno) avrà bloccata in Lega la fideiussione di 400mila euro presentata la scorsa stagione. Il totale è presto fatto: l’operazione necessita di risorse per 1,5 milioni di euro. Poi bisogna mettere in preventivo le necessità per affrontare un altro campionato. Quello appena concluso è costato carissimo: il budget finale si è assestato attorno ai 3,8 milioni di euro, dei quali meno di 1,3 garantiti dagli incassi (contributi Lega, botteghino, sponsor). Un’altra annata a questi livelli, a meno dell’ingresso in società di un “Paperone” al momento non ancora materializzatosi, non è immaginabile. E per questo in società si sta lavorando per ipotizzare un futuro al risparmio: l’obiettivo sarebbe un budget di 2,5 milioni, riducendo la gestione ordinaria da un milione a 700mila euro e quella sportiva da 2,8 a 1,8 milioni. Difficile, ma fattibile. Nel contempo, bisognerebbe riuscire ad aumentare gli incassi, magari fino a toccare il milione e mezzo, in modo da proporre ai soci di far fronte a un’altra stagione al “modico” costo di un milione. Cercando poi con calma, nel corso dell’anno, quell’acquirente «serio e solido» che al momento in Viale Te non sembrano convinti di aver trovato. Per attuare un piano simile, però, ci vorrebbe uno scatto d’orgoglio e soprattutto un atto di responsabilità da parte della Sdl, del presidente Musso, del patron Di Loreto e – perché no – magari anche di Bompieri, Tirelli e Giovanardi, che (al di là di tutto) al futuro biancorosso tengono eccome. Nel frattempo, da oggi a venerdì prossimo (quando dovrebbe tenersi l’assemblea dei soci), si continuerà a vagliare le altre strade percorribili: cedere il 100% o soltanto il 50% alla cordata di Claudio Dondi; verificare l’interesse dell’imprenditore vicentino Roberto Masiero, da incontrare a giorni; sollecitare risposte dall’imprenditore cinese Zhonghe Ye e dall’intermediario romano che promette di portare in riva al Mincio un gruppo malese.
Ore 16.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) A Bassano siamo arrivati ormai al momento delle scelte. Archiviata la pista che porta a Moreno Longo, che ha chiuso mercoledì sera la sua esperienza col Torino Primavera e firmerà a stretto giro di posta con la Pro Vercelli, rimangono aperte principalmente due strade. E le valutazioni in corso sono molteplici, perché i due candidati che paiono avere le maggiori chance sono Alessandro Dal Canto e Mario Petrone, intrecciati per diverse ragioni da due destini che sembrano in alternativa l’uno con l’altro. Radiomercato ipotizza un ballottaggio tra i due e dietro le quinte in molti confermano. Petrone è l’uomo che intriga maggiormente ma che ha costi maggiori per una serie di ragioni, a cominciare dal contratto in essere con l’Ascoli che prevede cifre superiori ai centomila euro. Ovviamente fuori portata per il Bassano, ma Petrone (cercato da Alessandria e Padova e anche da qualche altro club di serie B) è pronto a rescindere il contratto nel caso in cui si trovi un’intesa col Bassano. Difficile capire se ci siano già stati incontri, di sicuro ci sono state tante smentite e una certezza: con il dg Werner Seeber c’è stato un faccia a faccia, con ogni probabilità non casuale, alle finali Primavera tra Modena e Reggio Emilia. Petrone a Bassano, nonostante un addio turbolento, ha lasciato un ottimo ricordo, tanto che con la proprietà i rapporti sono tornati buonissimi ormai da diverso tempo. L’alternativa è Alessandro Dal Canto. Il tecnico castellano embrava poter avere una carriera luminosa con un inizio sfavillante a Padova e la promozione in serie A sfiorata, poi alcune spigolosità caratteriali ne hanno frenato l’ascesa, chiudendo in maniera tormentata l’esperienza nella città del Santo e finendo col diventare il suo tallone d’Achille al di là delle qualità gestionali e tecniche del gruppo, che sono sempre state apprezzate. Anche per quello le esperienze di Vicenza e Venezia sono state nella migliore delle interpretazioni in chiaroscuro. Le cose, però, col tempo possono cambiare. E l’avventura alla guida della Nazionale Under 17 ha restituito all’allenatore di Castelfranco Veneto quella serenità che aveva segnato i primi passi della sua carriera. Evidentemente dagli errori si può anche imparare e una chance a Bassano potrebbe anche arrivare al momento giusto, per lui e la squadra. La tempistica? Nel fine settimana potrebbe accadere qualcosa, nella peggiore delle ipotesi si potrebbe arrivare a metà della prossima. In definitiva, ormai ci siamo e presto il destino della panchina giallorossa sarà finalmente realtà.
Ore 16.10 – (Giornale di Vicenza) Tonino Asta ha trovato panchina: l’ha ingaggiato l’ambizioso Feralpi Salò, una società con le spalle robustissime che il prossimo anno ha fissato come primo obiettivo i playoff. L’allenatore è stato contattato dalla Pro Vercelli in serie B (che poi gli ha preferito Moreno Longo) e dall’Alessandria in Lega Pro che ha scelto di congedare Angelo Gregucci. Alla fine, però, dopo essere stato in ballottaggio pure per l’Arezzo e la Reggiana, la proposta più concreta è arrivata dal sodalizio bresciano del Garda; una realtà fresca, pulita e a misura d’uomo, con tante analogie con l’ambiente bassanese. Ancora non è dato sapere la composizione dei gironi del prossimo torneo, ma non è da escludere a priori l’ipotesi di trovare Arezzo, Feralpi e Bassano nello stesso raggruppamento, in un insolito intreccio di affetti ed amicizie. Per quanto riguarda le altre panchine, il trevigiano Giovanni Colella in uscita da Renate potrebbe abbracciare nuovamente il Como che aveva guidato al primato in Lega Pro nell’autunno di due anni fa, prima di essere sollevato dall’incarico da quarto in classifica. Dall’altra parte, per il posto di Renate è in pole position Alberto Colombo, ex Reggiana, mentre in casa dei granata emiliani è tutto pronto per accogliere Leo Colucci, proveniente dalla Primavera del Bologna. Tra i nomi accostati in questa settimana al Bassano è spuntato anche quello di Mario Vittadello, vicentino, ex brillante tecnico del Real Vicenza, nel taccuino alcuni sodalizi di D ed Eccellenza, pronto a ributtarsi in mischia con grande slancio.
Ore 15.50 – (Giornale di Vicenza) La sola eventualità di un Petrone bis a Bassano ha avuto gli effetti di una scossa tellurica nell’habitat virtussino e tra il popolo giallorosso dove il messianico Marione è visto alla stregua di una figura celeste. Normale che sia così: il nocchiero campano, da queste parti, ha lasciato tanti cuori infranti tra gli aficionados, i quali non hanno dimenticato la favolosa cavalcata di due anni fa, anno di grazia 2013-14, nel quale il Soccer Team trionfò per distacco due mesi prima della fine del torneo sparecchiando la tavola dei trofei: memorabile primato solitario e promozione in Lega Pro Unica, con double centrato con l’ultima Supercoppa della C2 strappata nel doppio confronto col Messina. Formidabile quell’anno, come rievocava lo stesso Petrone in tribuna al Mercante a fine aprile col Padova. «Bassano è casa mia – ci raccontava -, la sento e la sentirò sempre come tale. E sapete qual è stata la vittoria più bella di quel campionato? Non il primo posto a mani basse, non la Supercoppa sollevata a maggio, bensì aver convinto la proprietà a continuare a investire nel calcio. Quella è una soddisfazione senza pari. Non dimentico che a luglio del 2013, appena arrivato, le prospettive erano addirittura di dismissione del club a fine stagione, c’era solo da pilotare l’anno verso la chiusura dell’attività. Invece, con l’aiuto dei giocatori, della gente e di tutte le componenti della società, siamo riusciti a fare cambiare idea ai capi con la forza e l’entusiasmo del nostro calcio, una delle soddisfazioni più belle in carriera». Riavvolgendo il nastro della memoria, quel pomeriggio in tribuna, a Petrone luccicavano ancora gli occhi. Non occorre interpellarlo ulteriormente per sapere che il mister, per Bassano, firmerebbe anche domattina, che dentro è animato da una carica speciale e che qui sarebbe pronto a dare un giro di manovella emotivo, mica da ridere. Qualora l’ipotesi di un suo ritorno si materializzasse per davvero, non aspettatevi rivoluzioni: di fatto il telaio attuale è lo stesso che aveva varato lui assieme a Seeber tre estati fa, non si dovrebbe rivoluzionare nulla, ma solo ritoccare in maniera mirata e chirurgica laddove serve di più. Chi frequenta in questi giorni da vicino Mario assicura che la prospettiva di poter tornare gli ha messo il fuoco addosso, che non sta nella pelle dalla voglia di potersi mettere nuovamente al servizio del club che l’ha riproposto in grande stile sulla scena del calcio nazionale. Certo, non sarebbe più un approdo a scatola chiusa come nel 2013. Perché Petrone non ne farebbe né una questione di budget né tantomeno di ingaggio. Però vorrebbe la garanzia di un progetto di ampio respiro, di un contratto biennale per poter lavorare e incidere in profondità e soprattutto della certezza di una società disposta a puntare in alto da subito. Non è un mistero che di recente abbia confidato ad amici che, piuttosto di disputare un’altra serie B da salvezza come ad Ascoli, ora che si è misurato con la cadetteria, egli preferirebbe di gran lunga giocare per vincere in Lega Pro. Lo vuole il Padova e un sodalizio del sud nel girone C, lui ha rifiutato Arezzo. Un colloquio con Seeber c’è stato e a Bassano non saprebbe dire di no.
Ore 15.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Luca Cattaneo li straccia tutti. “Veleno” sta dominando il sondaggio indetto da Tuttolegapro, il sito di riferimento della Terza serie, sul miglior giocatore della stagione 2015-16. Il fantasista del Pordenone è in testa con il 53.06% delle preferenze. Un distacco ormai incolmabile dai due secondi attualmente a pari merito, Ermanno Fumagalli (Pro Piacenza) e Matteo Pisseri (Monopoli). Seguono a distanza abissale Pietro Iemmello (Foggia) con il 12.83, Stefano Scappini (Pontedera, 5.50) e Luca Tremolada (Arezzo, 3.74). Sino a ieri avevano votato in 6 mila 624, per lui in 3 mila 514. DOLCE VELENO – «Significa che la gente mi vuole bene – sorride felice come un bimbo Luca Cattaneo – e la gente per me è importante. Ho sempre avuto un rapporto speciale con i tifosi. Qui a Pordenone – confessa – ancora di più. Mi scrivono in tanti sul mio profilo Fb e sono sempre belle parole. Tanto affetto è uno stimolo a dare il meglio». Cattaneo è legato da un biennale, ma ci sono sirene emiliane. «Spero di rimanere – riprende -, perché qui sto bene. Ottimo ambiente, buona società, grande rapporto con compagni e staff tecnico. Sin dalle prime battute, nel ritiro estivo, si era creato un bel gruppo. Sono felicissimo poi che mister Tedino abbia deciso di rimanere». IL GOL PIÙ BELLO – Cattaneo ha un solo grande rammarico. «Mi è dispiaciuto da morire – afferma – essermi fatto male e “saltare” in pratica le ultime gare. I 20′ giocati nel ritorno con il Pisa mi permettono di dire che ho partecipato agli ultimi 3 playoff di Lega Pro, ma è magra consolazione. Il momento più esaltante? «L’eurogol (al volo, ndr) al’Albinoleffe. Non ne avevo mai fatto – sorride “Veleno” – uno così bello». Ha girato il web in tutto il mondo ed è stato inserito nella lista del Fifa Puskas Award insieme a quelli, tanto per fare un paio di nomi, di Leo Messi e Cristiano Ronaldo.
Ore 15.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Bruno Tedino allenatore-manager, l’idea venuta in mente al Pordenone potrebbe rivoluzionare il mercato neroverde, ponendo un freno a quella che fino a qualche giorno fa sembrava un’emorragia di valori tecnici difficilmente arrestabile. Lo si dica chiaramente: il nucleo di base della squadra che ha centrato la semifinale playoff senza Tedino sarebbe partito verso altri lidi. Oggi invece, grazie alla soluzione ideata dalla società, la diaspora non andrà in scena. Certo, lascerà per esempio Luca Strizzolo, a un passo dalla firma del rinnovo e oggi tentato dal Padova e dalla serie B (Trapani, Vicenza e Cittadella). Il rischio è che se ne vada anche Matteo Tomei (sempre al Padova, ma il passaggio non è certo), così come Andrea Ingegneri e Simone Pasa. Ma alcuni altri totem dovrebbero proseguire l’avventura neroverde per un’altra stagione ai vertici. CHI RESTA – Innanzitutto lo sguardo è rivolto verso Mirko Stefani. Il capitano del Pordenone sembrava a un passo dall’addio, magari diretto proprio verso il Padova di Giorgio Zamuner. Invece, di fronte a una buona offerta da parte del club (leggi ritocco alle cifre dell’ingaggio), può restare e continuare a guidare la difesa. Lo farà certamente Marchi, che con il Pordenone ha un biennale blindato. Un’altra bella notizia giunge da Alex Pederzoli: il regista che a tratti ha letteralmente preso per mano il Pordenone è tentato dal Venezia, ma sembra disposto a ripensarci di fronte alla stessa offerta che sbloccherebbe l’affare Stefani. Qualche spiraglio per Alberto Boniotti e Marco Martin. Il terzino bresciano tornerà alle Rondinelle, ma potrebbe rientrare a Pordenone con un altro prestito. Il pasianese invece troverà a Pavia il dissesto societario che forse costringerà i lombardi al forfait. In quel caso non esiterebbe a scegliere i colori neroverdi. Tutto ok per Buratto e Valente, che resteranno in organico. Si valuterà Stefano Beltrame, di proprietà della Juventus. GLI ALTRI CHE VANNO – Potrebbe partire Luca Cattaneo, uno degli idoli dei tifosi del Pordenone. Il trequartista ha tanti estimatori, ha giocato un buon campionato e piace alla Reggiana. Ad Alberto Filippini, a meno di clamorosi dietrofront non verrebbe rinnovato il contratto. Troppi infortuni e troppe pause per lui. Il Pordenone punterà su altri profili, e in questo senso si fa il nome di Alessandro Sgrigna del Cittadella, che (come Filippini in C) non vedrà il rinnovo del contratto in B. Martignago rientrerà al Padova per fine prestito, con Finocchio a Pordenone. poi si vedrà. MOVIMENTI – Intanto è in fermento il mercato delle panchine, che però non riguarda più le sorti dei ramarri. Ieri, a proposito, è andato in scena un incontro tra Giorgio Zamuner e Oscar Brevi. Tutto nell’ambito delle trattative per il nuovo allenatore del Padova, che perso Tedino si è buttato su altri profili. Bassano su Petrone, Antonino Asta nuovo allenatore della FeralpiSalò: è un estimatore di Maracchi, che si allontana così dal rientro al Bottecchia
Ore 14.30 – (Messaggero Veneto) Sino a pochi giorni fa l’orientamento sembrava uno solo: gironi suddivisi in maniera verticale, senza un particolare ordine geografico. Anche il presidente di Lega Pro Giuseppe Gravina aveva detto che si sarebbe proceduto in questa maniera. Invece, a quanto pare, si tornerà “all’antico”. I gruppi di Lega Pro 2016-2017 dovrebbero essere compilati col criterio adottato sinora, ovvero in orizzontale: e quindi raggruppamento del Nord, del Centro e del Sud. Secondo indiscrezioni, una piccola novità ci sarà ed è dettata dal passaggio nel girone A (il settentrionale) di alcuni club toscani: sono ben 10 i sodalizi in quella regione, l’obiettivo è quindi distribuirli tra il gruppo A e B. Stesso discorso per le società di Emilia e Romagna, in doppia cifra pure loro e che quindi saranno suddivise tra A e B. Per il resto rimarrà invariato, a grandi linee. E sarà una Lega Pro da grandi firme: dalla serie D sono salite Venezia, Piacenza e Parma; dalla serie B sono scese Como, Modena e Livorno. Sei società con un bacino d’utenza rilevante e, alcune di esse, nutrono grandi ambizioni. Tra queste, i lagunari in maniera particolare, che stanno puntando già a giocatori della cadetteria forti di un budget notevole messo a disposizione da Tacopina. Per il Pordenone sarà un campionato duro, per certi aspetti ancora di più di quello attuale anche se, oggettivamente, il ritorno alle 60 squadre come nel 2014-2015 fa dormire sonni tranquilli relativamente alla permanenza in categoria. Intanto ci sarà una novità, non molto gradita ai tifosi: Sportube sarà a pagamento. La singola partita costerà 2.90 euro, tutte le partite in trasferta di una squadra invece 23.90 (in promo 19,90), mentre tutti i match 39,90 euro (in promo 29,90). La ricevitoria sarà unica e sarà la Sisal, mentre i pacchetti per Sportube, saranno acquistabili on-line su Lega Pro Channel.
Ore 14.10 – (Messaggero Veneto) Naturalmente la squadra che prenderà parte al prossimo campionato di Lega Pro dovrà essere ritoccata e rinforzata. Alcuni giovani, innanzitutto, saranno girati da Primavere di società di A e B, come successo quest’anno con Boniotti e Berardi: in questo senso Tedino è una garanzia, perché ha svolto un buon lavoro con i baby neroverdi in stagione e, inoltre, è conosciuto in tutta Italia soprattutto dopo le due annate alla guida delle nazionali under 16 e 17. Alcuni giocatori da lui allenati in quel biennio (2013-2015) possono tornare d’interesse in questo momento. Dopodiché si dovrà procedere all’ingaggio degli altri giocatori, i “vecchi”. Il profilo tracciato è pressoché unico: under 30, motivati, disposti a sopportare un certo tipo di calcio voluto da Tedino, propositivo e quindi anche dispendioso dal punto di vista delle energie. Il tecnico non guarda tanto la categoria di provenienza, preferisce guardare qualità e la voglia di mettersi in discussione. A proposito, almeno sino a poco tempo fa faceva gola Ferdinando Mastroianni, centravanti classe ’92 dell’Este: per lui 37 presenze e ben 25 reti quest’anno in serie D. Prima ancora aveva vestito la maglia della Clodiense, sempre in D, totalizzando 30 gettoni e segnando 6 gol. Alto 193 cm per 80 kg, è un tipo di giocatore che può interessare a un valorizzatore come Tedino, capace di lanciare nel professionismo un bomber come Cacia. Per quanto riguarda l’ex Lecce, Fabrizio Miccoli e l’attaccante del Cittadella Sgrigna, la società non ha preso una posizione ufficiale in merito, ma possono esserci degli sviluppi nei prossimi giorni.
Ore 13.50 – (Messaggero Veneto) La prima pietra è stata posta: la conferma di Bruno Tedino, che ricoprirà un ruolo di manager. Significa tanto, perché il Pordenone ha un punto fermo da cui ripartire per la prossima stagione di Lega Pro. La permanenza del tecnico significa anche che alcuni giocatori potrebbero rimanere, anche se adesso è decisiva la presenza da parte della società. I “senatori”, da Stefani a Mandorlini passando per Pederzoli e Tomei, sono disposti a disputare un altro anno, ma vorrebbero un adeguamento economico dell’ingaggio. L’intervento. Deve esserci dunque un presa di posizione del club per ripartire alla grande e con lo zoccolo duro dello spogliatoio nella stagione 2016-2017. Innegabile che i giocatori stiano bene a Pordenone, città considerata da tutti vivibile e senza stress. Perché anche i piani sportivi, oltre che di vita, vadano di pari passo, gli elementi portanti del gruppo vorrebbero che gli fosse riconosciuta il torneo strepitoso disputato: perché Stefani ha giocato uno dei migliori campionati in carriera, Tomei si è confermato ottimo portiere per la categoria, Mandorlini una garanzia e Pederzoli è stato autore di un’annata di assoluto spessore. Le garanzie tecniche ci sono, legate alla presenza di Tedino: adesso è Il club a doversi muovere e, a quanto pare, potrebbe essere anche disposto a farlo. I giocatori, infatti, non chiedono adeguamenti astronomici, anzi. É chiaro che per sostenere un campionato di vertice, nell’ottica della serie A entro il 2020 (Lovisa dixit) serviranno rinforzi: non sempre si possono ripetere stagioni così scintillanti. Davanti. E servirà, dunque, intervenire in maniera decisa nel reparto avanzato, perché dopo De Cenco (lo scorso gennaio) anche Strizzolo andrà via. Sembrava in un primo momento che la permanenza di Tedino potesse fargli cambiare idea: così non è stato, perché il centravanti è attratto dalla serie B a Cittadella, società che lo vuole fortemente. Il giocatore, poi, è in scadenza e i granata sono disposti a scommettere su di lui. La società neroverde lo perderebbe a zero. Se a gennaio fosse stato subito proposto un rinnovo (anche pluriennale), Strizzolo avrebbe firmato. Invece si è tergiversato, perdendo così il giocatore ora libero di firmare dove vuole. Anche Pasa è destinato a lasciare e Martin non ha intenzione di rimanere: tornerà a Pavia, con cui è ancora legato da un contratto (altri due anni) e poi stabilirà col club lombardo il suo futuro.
Ore 13.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Definito il passaggio di proprietà, i vertici di via Schio nei prossimi giorni saranno impegnati per consegnare alla Covisoc la documentazione richiesta per iscrivere regolarmente il Vicenza alla prossima stagione di serie B. Ma al lavoro c’è anche il direttore sportivo Antonio Tesoro, a cui sarà affidato il compito di costruire la squadra. Nel ruolo di portiere pare scontata la conferma di Francesco Benussi che a gennaio ha firmato un contratto di sei mesi con rinnovo automatico in caso di salvezza. Differente il destino di Ivan Pelizzoli che ha firmato fino al prossimo 30 giugno e lascerà Vicenza. In bilico è la posizione di Mauro Vigorito che ha un contratto fino al 2018, ed è reduce dall’operazione alla spalla, così come per il giovane Alex Dall’Amico che potrebbe essere girato ad un club di Lega Pro per fare esperienza. In difesa la dirigenza sta trattando con Bruno Carpeggiani, procuratore di Daniel Adejo , il rinnovo in biancorosso: le parti non sono lontane dal trovare un’intesa. Incerto invece il futuro di Mario Sampirisi e di Salvatore D’Elia , entrambi a parametro zero e che quindi potrebbero garantire alla nuova proprietà una buona plusvalenza. Chi invece sarà un punto di forza del nuovo Vicenza è Nicolò Brighenti , e destinato a rimanere per mostrare le sue qualità è anche Marco Pinato reduce da una stagione sfortunata. Incerta ad oggi è la posizione di Lorenzo Laverone , mentre per il futuro di Oualid El Hasni sarà determinante il parere di mister Franco Lerda. Tutta da verificare la posizione di Thomas Manfredini che ha un altro anno di contratto: la sua situazione dovrà essere valutata con attenzione considerato che l’ex atalantino non ha ancora recuperato dal grave infortunio al tendine d’Achille. Destino deciso invece per Alessandro Ligi che non verrà riscattato e tornerà al Bari. In mediana la posizione più delicata resta quella di Federico Moretti che tornerà per fine prestito al Latina: sembra improbabile che torni in biancorosso. In bilico anche Francesco Signori che ha con il Vicenza un contratto fino al giugno 2017 ma ha buon mercato e potrebbe anche essere ceduto a fronte di una offerta interessante. Dovrebbe restare Francesco Urso che ha disputato una buona stagione, così come Nicola Bellomo che sta recuperando dalla rottura del legamento crociato. Chi invece lascerà Vicenza è Andrej Modic che tornerà al Milan per fine prestito, così come Giovanni Sbrissa che andrà a vestire la maglia del Sassuolo, società proprietaria del cartellino. Nel reparto tornerà da Lugano Mario Piccinocchi , ma per il giovane regista di scuola rossonera gli interessamenti non mancano e la sua permanenza dipenderà molto dal giudizio tecnico e dal modulo che adotterà mister Lerda. In attacco lasceranno Vicenza Giulio Ebagua (contratto in scadenza a giugno), Filip Raicevic , il cui contratto scade nel giugno del 2018 e che ha sempre un buon mercato e Cristian Galano sulle cui tracce c’è il Pescara. Non rientra nei piani Nicola Pozzi e tornerà allo Spezia Jury Cisotti che, come Bellomo, si è procurato la rottura del legamento crociato non riuscendo mai a scendere in campo. Come Sbrissa, andrà al Sassuolo per fine prestito anche Alessio Vita che però Tesoro, su indicazione di Lerda, vorrebbe riuscire a trattenere ancora in biancorosso. Chi resterà è Stefano Giacomelli su cui Lerda punta molto, mentre tornerà dal prestito alla Lucchese Piergiuseppe Maritato. Ma l’ex centravanti del Sudtirol non pare rientrare nei piani tecnici del nuovo Vicenza e sarà quindi nuovamente ceduto.
Ore 13.00 – (Giornale di Vicenza) Il direttore sportivo Antonio Tesoro è già al lavoro per costruire il nuovo Vicenza. L’augurio – e la speranza – è che le scelte siano più azzeccate rispetto all’anno scorso soprattutto a centrocampo: il reparto chiave in ogni squadra, ma proprio quello che più di ogni altro ha faticato ad ingranare e trovare un’identità precisa nel Vicenza 2015/16.Come si ricorderà, Pasquale Marino sperava di ricreare l’alchimia vincente dei tempi di Foggia con Michele Pazienza, ma l’esperto giocatore pugliese in biancorosso praticamente non si è mai visto. La sfortuna del tecnico di Marsala è stata che anche il secondo centrocampista di punta arrivato dal mercato estivo, Roberto Gagliardini, ha ampiamente deluso le attese che tutti gli addetti ai lavori riponevano su di lui; e allora a “reggere la baracca” sono rimasti solo capitan Cinelli e il volenteroso Urso, supportati a sprazzi dai giovanissimi Modic e Sbrissa.Il “rimpasto” di gennaio ha in parte migliorato la situazione: Moretti, pur meno brillante dell’anno scorso, era il regista che mancava, e soprattutto Signori si è rivelato un ottimo innesto. Peccato però aver deciso di rinunciare a Cinelli, intaccando così i meccanismi oliati della “catena di sinistra”, mentre non ha pagato la scelta di Bellomo, sottotono fino al grave infortunio che l’ha messo definitivamente fuori gioco. Si è dimostrata azzeccata, allora, la scelta di Lerda di spostare il baricentro della squadra dal trio di centrocampo a quello delle mezzepunte, trovando in un ispirato Galano il nuovo riferimento nell’impostazione del gioco offensivo.Il nuovo Vicenza ripartirà da qualche punto fermo (Signori, ingaggio permettendo) o Tesoro dovrà riassemblare per intero il motore? Lo scopriremo nelle prossime settimane.Intanto, ecco le pagelle riassuntive del campionato andato in archivio: se in difesa hanno brillato soprattutto Brighenti, Sampirisi, Benussi e Adejo, qui spicca il buon “cavallo di ritorno” Signori. Prossimamente pubblicheremo la terza e ultima puntata del “pagellone”, dedicata agli attaccanti.
Ore 12.30 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Una settimana decisiva per il mercato del Venezia. Archiviato l’impegno organizzativo dell’amichevole Italia-Francia, la società arancioneroverde si concentra ora sull’allestimento della nuova formazione, con il presidente Joe Tacopina già in prima linea. Arrivato sabato scorso ma subito travolto dagli impegni istituzionali con l’intervallo del convegno sugli stadi a Roma, Tacopina da oggi si confronterà con il ds Giorgio Perinetti sulla rosa, sui possibili innesti e sul budget da mettere a disposizione per disputare una Lega Pro al vertice. «Non cerchiamo nomi eclatanti, ma giocatori di carattere e forti dal punto di vista tecnico. Il budget sarà quello di cui abbiamo bisogno per migliorare la squadra», conferma il presidente arancioneroverde che rimarrà in città fino a giovedì prossimo. Oltre ai giocatori confermati la settimana scorsa (Fabiano, Cernuto, Luciani, Modolo, Bortolin), più quelli in corso di conferma (Galli, Acquadro, Soligo, Carbonaro, Chicchiarelli, Volpicelli) ci sono già alcuni colpi in canna, che aspettano solo di essere ufficializzati. E’ già stata chiusa la settimana scorsa la trattativa con il centrocampista del Bassano Guido Davì (un biennale da 70mila euro a stagione), così come con l’attaccante del Savona Francesco Virdis, al quale è stato offerto un contratto biennale. Ma anche il centrocampista del Pordenone Alex Pederzoli sembra in dirittura d’arrivo, così come il difensore del Belluno Paolo Pellicanò. Sul fronte portieri, invece, dopo essere sfumato l’accordo con Jean Francois Gillet, spunta il nome di Danilo Russo, ex Spezia e Matera. Potrebbe accasarsi alla Triestina Matteo Serafini, che non ha ancora trovato un accordo. Con lui verso Trieste anche Giampaolo Calzi.
Ore 12.00 – (Corriere del Veneto) Il Campodarsego continua ad affacciarsi alla finestra della Lega Pro, in attesa di capire le prossime definizioni del campionato. Le notizie degli ultimi giorni, in attesa del Consiglio federale, sembrano andare in direzione totalmente opposta da quella sperata dal club di Daniele Pagin. Dalla Figc, infatti, emerge la piena volontà di confermare il contributo a fondo perduto in caso di ripescaggio in Lega Pro, magari abbassandolo a 300mila euro rispetto ai 500mila della passata stagione. Già questa condizione era stata definita ostativa da Pagin e dal ds Attilio Gementi per la marcia verso la Lega Pro, ma quel che sembra sbarrare la strada al sogno del Campodarsego è la ferrea posizione federale sulla questione dello stadio. Nei giorni scorsi si era creato un gruppo piuttosto folto di società che aveva chiesto una proposta di deroga al presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina, da portare in Consiglio federale: sul piatto la norma che indica come impossibile il trasloco fuori dal Comune di residenza. Le relative sponde sembravano quantomeno promettenti, con la telefonata di Pagin al presidente Giuseppe Bergamin che seguiva proprio queste indicazioni. Niente di tutto ciò. Il Gabbiano non è a norma e la tempistica per eventuali lavori di adeguamento sembra impossibile da rispettare. Né pare praticabile la strada della «riammissione», che non ha basi giuridiche nell’attuale regolamento. Insomma, la buona volontà e la determinazione ci sono tutte, ma sulla strada paiono esserci anche ostacoli quasi impossibili da superare.
Ore 11.30 – (Gazzettino) Potrebbe essersi consumato ieri sera il primo divorzio nel Cittadella fresco vincitore del campionato di Lega Pro e quindi promosso in serie B. Dopo i rinnovi di Lucas Chiaretti e Manuel Iori, infatti, Alessandro Sgrigna è ai saluti: le strade della società granata e del fantasista romano sembrano davvero separarsi, per la seconda volta in carriera. Nel nuovo Cittadella che sta per nascere non ci sarebbe posto per Sgrigna, è lo stesso giocatore a rivelarlo senza tanti segreti: «Credo ci sia soltanto l’un per cento delle possibilità di rimanere a Cittadella anche il prossimo anno, che sarebbe sempre e comunque la mia prima scelta». Ieri pomeriggio l’attaccante si è intrattenuto telefonicamente con il suo procuratore, Luca Urbani, che gli ha confermato di doversi trovare con Stefano Marchetti: «Domani (oggi per chi legge, ndr) conoscerete il mio futuro. O sì o no, non ci saranno lungaggini nella vicenda. Il direttore parlerà con il mio agente e vedremo cosa salterà fuori. Ripeto, io sono molto pessimista al riguardo, spero però di sbagliarmi». Classe 1980, Alessandro Sgrigna l’anno scorso era tornato a Cittadella dopo esservi transitato per due stagioni e mezzo nel 2003, sotto la guida di Rolando Maran. In serie B con Claudio Foscarini aveva collezionato 35 presenze con 9 gol realizzati. In Lega Pro, con l’avvicendamento in panchina affidata a Roberto Venturato, Sgrigna è stato utilizzato con il contagocce, soltanto scampoli di partita, poco più di 500 minuti complessivi disputati, senza gol. Con questi numeri, la separazione appare quasi naturale, e gli estimatori di Sgrigna non mancano comunque, ma l’attaccante prima di guardarsi attorno aspetta il Cittadella. Si parla dell’interesse del Pordenone, società dalla quale potrebbe arrivare l’attaccante Luca Strizzolo, classe 1992, che potrebbe non essere solo l’alternativa a Gianluca Litteri, nel caso fosse impossibile trattenerlo a Cittadella. Appare invece spianata la strada che conduce a Gianvito Misuraca: il fantasista – che prenderebbe il posto di Sgrigna – è in scadenza di contratto con il Bassano, che non ha fatto valere l’opzione per il rinnovo, ed è pronto a ritornare a giocare in serie B. Misuraca fa gola anche alla Reggiana, ma il Cittadella è la prima scelta.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Se per il preparatore dei portieri potrebbero non esserci problemi, decisamente più complicata appare la posizione di Lavezzini che al Padova è stato portato dall’ex direttore sportivo Fabrizio De Poli. Una volta sciolto il nodo dell’allenatore, Zamuner potrà dedicarsi a tempo pieno alla costruzione della squadra tenendo a mente tendenzialmente come modulo di riferimento il 4-3-3. Anche se qualche passo in tema di conferme è stato già compiuto. Per Neto Pereira sembra che la proposta di rinnovo (parte fissa degli emolumenti e parte variabile legata a presenze e rendimento) avanzata dalla società possa incontrare il favore del giocatore e si attende il suo rientro dal Brasile per definire la questione. Anche per il prolungamento del contratto di Diniz, magari con un ritocco economico, bisognerà attendere il suo ritorno dal Brasile: il difensore piace ad alcune società di serie B (Vicenza e Spal), ma la sua intenzione sarebbe quella di restare in biancoscudato.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Brevi è reduce da due esperienze sfortunate: quest’anno con il Rimini in una situazione societaria difficile, e la stagione passata a Ferrara. Mentre ha dato il meglio con Cremonese e Catanzaro centrando i play off e dimostrando di sapere lavorare in piazze importanti, il che lascia pensare che possa essere proprio il profilo giusto. Un gradino sotto, e comunque sempre in corsa, ci sono D’Aversa e Petrone. Le loro capacità sono fuori discussione, ma sembrano avere qualche chance in meno se non altro per il fatto di essere legati ancora per un altro anno rispettivamente al Lanciano e all’Ascoli: un contratto tra l’altro di serie B, e in seno al club biancoscudato c’è la volontà di mantenere un giusto equilibrio sul piano economico. Nella valutazione generale dei tre candidati, Zamuner dovrà tenere conto anche dei rispettivi staff. Ciascun allenatore, infatti, ha un proprio gruppo di lavoro e bisogna capire quante persone intendono portare al seguito, senza dimenticare che attualmente nello staff biancoscudato sia Adriano Zancopè e sia Rino Lavezzini sono sotto contratto per un’altra stagione.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Oscar Brevi in pole position, Roberto D’Aversa e Mario Petrone leggermente staccati alle sue spalle. Sembra essere questo al momento il borsino dei candidati al vaglio di Giorgio Zamuner per la panchina del Padova. Quella di ieri è stata una giornata di riflessione e oggi il direttore si rimetterà al lavoro in attesa di avere lunedì o martedì un incontro con D’Aversa e Petrone. Un faccia a faccia con Brevi invece c’è già stato l’altro ieri al Mapei Stadium di Reggio Emilia in occasione della semifinale del campionato Primavera tra Torino e Juventus, e di sicuro i due si rivedranno ancora. Ragione per cui la decisione sul prescelto dovrebbe essere presa non prima di giovedì o venerdì. Proprio Brevi, dicevamo, è il profilo che gode attualmente di maggiori possibilità. Non è un mistero che tra il tecnico e il nuovo responsabile dell’area tecnica esista un rapporto d’amicizia quasi fraterno, e che ci sia perfetta sintonia di vedute. Il che naturalmente è un aspetto rilevante nella costruzione della squadra.
Ore 10.20 – (Mattino di Padova) C’è poi Roberto D’Aversa: dopo aver trascorso qualche giorno a Malta al seguito della Nazionale dell’amico Antonio Conte, l’ex allenatore del Lanciano è rientrato in Italia e nelle prossime ore incontrerà Zamuner per discutere la propria idea di calcio e confrontarsi su propositi e obiettivi. Il suo nome non stuzzica particolarmente gli entusiasmi della piazza, ma le chance di vederlo sulla panchina biancoscudata potrebbero crescere sensibilmente qualora con Petrone non si arrivasse ad un accordo. D’Aversa ha avuto almeno quattro proposte, due dalla cadetteria e altrettante dalla Lega Pro, ma considera la piazza padovana quella ideale per crescere professionalmente, senza farme questioni di categoria.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) Il primo nome sulla lista è quello di Mario Petrone: l’artefice del campionato stravinto dal Bassano in Seconda Divisione, tre anni fa, e della promozione in B dell’Ascoli, la stagione successiva, è l’obiettivo numero uno per la panchina di viale Rocco. Su di lui, tuttavia, è folta la concorrenza: sia il Bassano stesso che una squadra del girone del Sud sono sulle sue tracce, e arrivare ad una soluzione non sarà semplice. L’ex tecnico dei marchigiani ha il favore dei tifosi biancoscudati, che l’hanno già eletto come il maggiormente gradito per prendere il posto di Bepi Pillon. Senza dimenticare, poi, l’ascendente su Cristian Altinier, che proprio sotto la sua guida siglò 17 reti ad Ascoli: il suo approdo in panchina costringerebbe il Padova a blindare ancora di più il bomber mantovano, che ha ancora due anni di contratto ma è già finito nel mirino di diverse società. Se arrivasse Petrone, difficilmente se ne priverebbe.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Dopo ventiquattr’ore di relativa tranquillità, da oggi scattano i giorni decisivi. Il Padova deve scegliere il suo prossimo allenatore, e dal ventaglio di tre nomi al vaglio del direttore generale Giorgio Zamuner dovrà uscirne uno entro mercoledì prossimo. Petrone, D’Aversa o Brevi? Oggi è l’ora dei faccia a faccia, da questo momento ogni istante può essere quello decisivo. Il nuovo responsabile dell’area tecnica biancoscudata due sere fa ha avuto un primo approccio con Oscar Brevi, ex tecnico di Spal e Rimini, ma si è trattato di un semplice pour-parler avvenuto quasi per caso, al Mapei Stadium di Reggio Emilia per le finali Primavera. Gli appuntamenti fissati da Zamuner nei giorni scorsi, infatti, cominciano ufficialmente oggi.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) E poi c’è Cionek, che al Padova comunque deve molto. A volerlo nell’estate 2012 fu il ds Salvadori, che lo prelevò a titolo definitivo dallo Jagiellonia, dove era arrivato 4 anni prima dal Brasile, facendo in tempo anche ad acquisire la cittadinanza polacca. In biancoscudato disputò una buona stagione, ma l’estate successiva, dopo il cambio di proprietà, fu messo in lista partenti dal nuovo staff tecnico e venne spedito in prestito al Modena in cambio di Carini. Sarebbe tornato l’anno successivo, ma con la radiazione del Padova si svincolò e tornò in Emilia fino all’esordio in A di questa stagione a Palermo. La carrellata di ex, in ogni caso, non si conclude con i tre giocatori. Nello staff di Antonio Conte, infatti, c’è anche un certo Mauro Sandreani, che a Padova ha lasciato un ricordo indelebile in panchina.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) La prima esperienza vera di Darmian nel calcio pro fu a Padova, nel 2009/2010. Il terzino arrivò in prestito dal Milan e dopo un inizio condizionato da un infortunio disputò una buona stagione, ma che non bastò per convincere Cestaro a riscattarlo, nonostante il pressing dell’allora direttore sportivo De Franceschi. Con un milione di euro il Padova avrebbe potuto acquistarlo, invece tornò al Milan, fu mandato a Palermo e da lì partì la scalata fino al Manchester United che la scorsa estate lo comprò per 20 milioni dal Torino. Storia simile a quella di Bonaventura, tagliato all’ultimo da Conte qualche giorno fa, e non riscattato dal Padova nella stessa annata di Darmian. Il Padova invece, poco prima del ritorno della finale playoff di Serie B contro il Novara, aveva già l’accordo con il Genoa per trattenere El Shaarawy in caso di promozione in A. Ma al “Piola” i biancoscudati crollarono, Dal Canto sostituì il Faraone dopo l’espulsione di Cesar e il diciottenne che aveva incantato l’Euganeo se ne andò al Milan, iniziando un percorso di alti e bassi fino al riscatto romano di questo 2016.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Ci sono un predestinato, una rivelazione e un insospettabile. No, non è l’inizio di una barzelletta, ma sono i tre ex calciatori biancoscudati convocati dalle proprie nazionali per l’Europeo di Francia. Agli appassionati, più o meno attenti, due possono venire in mente di getto: Matteo Darmian e Stephan El Shaarawy. E il terzo? È un oriundo, ma non è azzurro. Si chiama Thiago ma non indosserà la maglia numero dieci. È Cionek, difensore centrale brasiliano ma naturalizzato polacco, che è stato inserito dal commissario tecnico Nawalka nell’elenco dei 23 convocati e proverà a stupire al fianco dei vari Lewandowski e Glik. E dire che il Padova, dopo una stagione tutto sommato positiva, lo spedì altrove senza troppi complimenti. Il calcio, si sa, è pieno di storie di riscatto, di occasioni mancate e di vedute non molto lunghe su possibili talenti. In parte è così anche per Darmian, l’unico dei tre ad aver già giocato una grande competizione per nazionali, al Mondiale brasiliano.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) A parte il rinnovo di Marcus Diniz, in cima alla lista delle priorità ma che rimane tutt’altro che semplice per il gran pressing dietro le quinte del ds del Vicenza Antonio Tesoro sul suo ex giocatore, diverse questioni verranno rimandate al momento della scelta dell’allenatore. Al momento è difficile fare previsioni. Oscar Brevi è quello che ha il legame più stretto con Zamuner, fece bene a Catanzaro, fu esonerato a Ferrara da terzo in classifica e nell’ultima stagione non ha percepito un euro a Rimini, nel bel mezzo di un caos societario senza confini. Zamuner lo ha già incontrato ma attenzione a considerarlo in pole-position. Roberto D’Aversa è un candidato molto forte, è un allenatore emergente molto stimato nonostante l’esonero di Lanciano. È stato sondato da Pro Vercelli, Entella e Ternana, dove risulterebbe ancora in corsa per la panchina. Zamuner lo incontrerà a stretto giro di posta e così farà pure con Mario Petrone, il profilo più intrigante dopo tre campionati vinti nelle ultime cinque stagioni, ma anche il più impegnativo da accontentare sotto tutti i punti di vista.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Ci sono state pure idee molto suggestive per la panchina del Padova. Poi, però, bisogna fare i conti con l’attuale dimensione e il budget a disposizione, perché per bussare alle porte di determinati profili, bisognerebbe avere una possibilità finanziaria d’altri tempi. E, come noto, le politiche gestionali poco accorte hanno contribuito a condurre il club di viale Rocco alla sparizione dal calcio professionistico. Oltre a non essere foriere, alla lunga, di buone notizie o di buone prospettive. Per questo il neo direttore generale con delega all’area tecnica Giorgio Zamuner ha concentrato le sue attenzioni su tre profili: Oscar Brevi, incontrato mercoledì a Reggio Emilia in occasione delle finali Primavera, Roberto D’Aversa e Mario Petrone. Se poi dal cilindro di Zamuner uscirà il «coniglio bianco» a sorpresa, questo lo si capirà nei prossimi giorni.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica finale: Cittadella 76, Pordenone 65, Bassano 62, Alessandria 57, Padova 54, Cremonese 53, Reggiana 52, FeralpiSalò 50, Pavia 49, SudTirol 44, Renate 43, Giana Erminio e Lumezzane 42, Pro Piacenza 39, Cuneo e Mantova 34, AlbinoLeffe 20, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentaquattresima giornata: Cremonese-Cuneo 2-1 (Sansovini (Cr) al 15′ st, Brighenti (Cr) al 22′ st, Cavalli (Cn) al 38′ st), FeralpiSalò-Pavia 1-3 (Manconi (Pv) al 9′ st, Ferretti (Pv) al 13′ st, Romero (Fs) al 35′ st, Ferretti (Pv) al 44′ st), Lumezzane-Pro Piacenza 0-0, Mantova-AlbinoLeffe 1-1 (Gonzi (Mn) al 25′ pt, Magli (Al) al 33′ pt), Padova-Alessandria 4-0 (Fabiano (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 23′ pt, Altinier (Pd) al 25′ pt e al 1′ st), Pordenone-Giana Erminio 3-1 (Bruno (Ge) al 12′ pt, Beltrame (Pn) al 16′ pt e al 2′ st, Valente (Pn) al 36′ st), Reggiana-Bassano 2-2 (Mignanelli (Re) al 47′ pt, Momenté (Ba) al 27′ st, Alessi (Re) su rigore al 37′ st, Cenetti (Ba) al 46′ st), Renate-Pro Patria 3-1 (Napoli (Re) al 3′ pt, Teso (Re) al 10′ pt, Santana (Pp) al 35′ pt, Ekuban (Re) al 20′ st), SudTirol-Cittadella 2-3 (Fink (St) al 5′ pt, Tait (St) al 11′ pt, Litteri (Ci) al 12′ pt, Paolucci (Ci) al 43′ pt, Coralli (Ci) al 25′ st).
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