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Ore 20.50 – (Il Piccolo) Mauro Milanese l’aveva detto fin dall’inizio del suo progetto Triestina: la nuova società alabardata vuole avere un atteggiamento collaborativo e di confronto costante con le altre realtà calcistiche locali, in modo da evitare possibili motivi di attrito. L’amministratore unico dell’Unione sapeva di andare a toccare un argomento bollente e molto delicato, che negli anni è sempre stato motivo di polemiche e di infinite discussioni. E infatti, nonostante i buoni propositi, proprio negli ultimi giorni ci sono stati alcuni botta e risposta, seppur pacati e a distanza, fra la Triestina e le altre società dilettantistiche. Forse proprio per questo Milanese ha invitato nuovamente per un incontro tutti i rappresentanti e i presidenti delle società calcistiche locali: l’appuntamento è per lunedì, alle 18, nella sede della Triestina. La società alabardata spiega che si tratta di un invito «per un costruttivo confronto, in modo da poter discutere assieme di comuni strategie, in particolare per quel che riguarda i settori giovanili». Un modo quindi per cercare di migliorare i rapporti, passare da un’annosa freddezza e diffidenza a una concreta collaborazione, visto che si parla addirittura di strategie comuni. Milanese aveva invitato tutti anche il giorno della presentazione di Mario Biasin, ma all’appello avevano risposto in pochi. Ultimamente, quando l’amministratore unico aveva detto in che modo voleva rifondare il settore giovanile alabardato, allestendo oltre all’obbligatoria formazione Juniores anche le squadre dei più piccoli, con Primi Calci, Pulcini ed Esordienti, la risposta di alcune società non era stata certo all’insegna dell’entusiasmo. Molti responsabili avevano invitato l’Unione a pensare innanzitutto alla prima squadra, ma soprattutto aveva destato perplessità la volontà di allestire la squadra Esordienti, vista quasi come un’invasione di campo per società che con questi ragazzini lavorano già da 4-5 anni. Per più di qualcuno, il ritorno di un vero settore giovanile della Triestina può comprensibilmente creare qualche problema. Insomma, appena si è passati all’operatività, i distinguo non si sono fatti attendere. Tanto più che subito dopo la Triestina ha comunicato che oltre allo stage della prossima settimana per giovani da fuori città, ne organizzerà uno a luglio proprio per Juniores, Pulcini ed Esordienti della zona di Trieste. Probabile che adesso la società alabardata, prima che emergano polemiche o prese di posizione, lunedì voglia spiegare nei dettagli le sue strategie e individuare dei possibili percorsi di collaborazione.
Ore 20.20 – (Corriere delle Alpi) La terza volta di Gianmarco Brotto. L’attaccante sarà un giocatore del Belluno. La notizia era trapelata più di una settimana fa, ma ora c’è anche l’ufficialità. Brotto ha vestito la maglia gialloblù già nelle stagioni 2009-2010 e 2011-2012. La presenza di Roberto Vecchiato, con cui è stato compagno di squadra, e quella di Augusto Fardin, sono state determinanti per l’ennesimo approdo in Piazzale della Resistenza. Bisognerà però ricucire il rapporto con alcuni tifosi gialloblù, con il quale l’attaccante non si era lasciato bene l’ultimo anno. Nel 2014-2015 Brotto ha vestito la maglia del Ripa Fenadora, mentre nel campionato appena terminato ha giocato prima con la Luparense e poi con il Giorgione segnando sette reti in trentuno presenze. In squadra il giocatore, classe 1989, conosce già alcuni dei senatori tra cui capitan Corbanese, Bertagno, Masoch Miniati, Mosca e Sommacal. «Sono felice di arrivare in una squadra che da tanti anni sta facendo grandi cose – dice Brotto – a Belluno trovo un gruppo unito, con tanti ragazzi che conosco già per averci giocato anche insieme. Mister Vecchiato ha avuto sicuramente un ruolo determinante nella mia scelta, ho giocato con lui a Sacile e conosco bene la sua determinazione e la sua professionalità. Da parte mia cercherò di dare il massimo per questa squadra e lavorerò duramente per meritare questa fiducia che mi è stata data». Ad attenderlo a braccia aperte c’è proprio Vecchiato che fa capire subito la soddisfazione per questo primo arrivo. «Gianmarco è un giocatore completo, ha fisicità ma anche qualità ed è per questo che lo abbiamo voluto fortemente. In campo può giocare da seconda punta, ma, in caso di necessità, ha tutte le caratteristiche per poter fare anche la prima punta. Ha tanta voglia di fare bene e si sposa perfettamente con la nostra rosa. Brotto è solo il nostro primo acquisto, ora dovremo lavorare per completare l’intera rosa». Il direttore sportivo Fardin è sicuro che il nuovo acquisto gialloblù sarà importante per la prossima stagione. «Brotto lo conosco bene e so che può dare tanto a questa squadra – spiega Fardin – siamo felici di essere riusciti a riportarlo qui a Belluno. Brotto è un giocatore di categoria, ha esperienza e siamo convinti ci consentirà di aumentare il livello della nostra rosa».
Ore 19.50 – (La Provincia Pavese) Oltre che controlli molto fiscali nel rispetto del fair play finanziario, la prossima stagione di Lega Pro avrà come sempre scadenze regolamentari, alcune nuove altre vecchie. Entro il 24 giugno andranno saldati gli stipendi dei giocatori, e tesserati anche tecnici, del trimestre marzo-aprile-maggio. Solo se si risulterà in regola con questi adempimenti si potrà completare l’iscrizione prevista per fine mese. Sul piano delle rose, invece, ancora alcuni numeri dovranno essere ufficializzati dalla Lega Pro. Al primo luglio il Pavia avrà 26 giocatori “Over” sotto contratto e per la prossima stagione pare che la regola ne prevedrebbe solo 16, addirittura c’è una proposta di riduzione a 14. La società partirebbe, quindi, con una decina di elementi in esubero. L’obiettivo, quindi, sarà quindi doppio. Il primo è quello di ridimensionare la rosa per motivi economici, sfoltendo ingaggi pesanti accumulati in queste due stagioni sportive, e cercare di rientrare in un budget ridotto rispetto ai due ultimi campionati. Dall’altro anche il numero dei giocatori “senior” in rosa dovrà quasi dimezzare per poi essere completato dai giovani.
Ore 19.30 – (La Provincia Pavese) «L’assemblea degli azionisti dell’Ac Pavia, nella giornata di ieri (martedì, ndr) ha confermato che la società si iscriverà al prossimo campionato di Lega Pro». Con quest’annuncio il direttore generale del Pavia, Nicola Bignotti, ha aperto l’attesissima conferenza stampa tenutasi ieri mattina al primo piano di Casa Pavia, che ha visto la presenza di numerosissimi tifosi, alcuni dei quali sono anche intervenuti ponendo domande alla dirigenza azzurra. «E’ stato chiesto dalla proprietà un taglio del budget – ha continuato Bignotti, al cui fianco c’era il dirigente della prima squadra Aldo Preite – le tappe saranno quelle dell’iscrizione e poi dal 13 luglio come già detto si andrà in ritiro a Storo in Trentino». Nessun rappresentante cinese della proprietà era presente ieri mattina: neppure il vice presidente David Wang che attualmente è in Italia. «L’assenza di Wang? Per impegni professionali – è la motivazione fornita dal dg Bignotti – l’impegno di iscrivere la squadra è un segnale importante da parte del presidente Zhu. Penalizzazioni? Arriverà quella per il mancato pagamento dei contributi a gennaio-febbraio, non ce ne sono altre perché entro il 24 è stato confermato che saranno saldati gli stipendi con i giocatori. Anche perché è necessario questo adempimento per potersi iscrivere al campionato di Lega Pro a fine mese». Il ragionamento va fatto sui numeri e le cifre visto che in questi giorni si è sempre parlato in città di 4-4,5 milioni di euro necessari per andare avanti e da pagare entro giugno. «I debiti del Pavia sono di 2,5mln – risponde Bignotti – i contributi da versare sono 1,6 milioni, ma sono rateizzabili. Bisogna pagare gli stipendi marzo e aprile e poi servono i 50mila euro di iscrizione e la fideiussione di 350mila euro». Un’operazione da 1 milione di euro a giugno, visto che sono stimati attorno ai 700 mila euro gli stipendi da versare per mettersi in regola per l’iscrizione. Non ci sono risposte ufficiali, invece, sulle motivazioni di questo drastico taglio. «Non lo so – dichiara il dg del Pavia – non dobbiamo stare a pensare al perché ma far fronte alla situazione che ne segue. Sul futuro si possono fare considerazioni diverse: Zhu potrebbe prendere in considerazione partner, investitori da coinvolgere nella società o addirittura di venderla». A questo proposito anche l’ipotesi di cordate anche internazionali sono subito smentite. «Abbiamo parlato con un paio di imprenditori italiani che si sono informati della situazione – spiega Nicola Bignotti – pavesi? No sono persone non di questo territorio». E sul piano dei programmi tecnici è chiamato in causa Aldo Preite: «Abbiamo dei contatti ma prima di tutto dobbiamo sfoltire la rosa – spiega l’attuale dirigente del Pavia – l’allenatore sarà annunciato entro la settimana e sarà adatto al tipo di campionato e programmazione che la società ha deciso di fare». Ora i tifosi attendono che le promesse diventino realtà.
Ore 19.00 – (Gazzetta di Reggio) Mercato, settore giovanile, allenatore, località del ritiro estivo. Tra decisioni già prese e in attesa soltanto di essere ufficializzate ed altre ancora tutte da prendere, il mondo granata vive dalla fine del campionato un momento di sospensione, in attesa che il tassello principale venga messo al posto giusto. E il tassello principale, ovviamente, è l’ingresso in società dell’ex stella del baseball Mike Piazza, di cui si attendono novità importanti questa settimana e che tutti ormai danno per certo, anche se l’esperienza ha insegnato che fino al momento della firma nulla sarà scontato. Il ritardo nell’annuncio dei cambiamenti societari sta comportando altri ritardi. Il nuovo mister Leonardo Colucci, che arriva dalla Primavera del Bologna, sarà presentato solo dopo Piazza. E anche la località del ritiro estivo, a Villa Minozzo e non a Castelnovo Monti come negli ultimi anni, sarà resa nota solo dopo che il nuovo mister avrà dato il suo assenso. Il ds Andrea Grammatica potrà operare pienamente sul mercato solo quando sarà noto il budget a sua disposizione e naturalmente sarà importante capire con quale dirigenza dovrà confrontarsi: ad esempio se Piazza entrerà metterà alcuni suoi uomini in ruoli chiave, tra cui l’emissario Maurizio Franzone, per il quale si è ipotizzato l’incarico di direttore generale. La situazione del settore giovanile è abbastanza definita, con la scelta dell’allenatore della Berretti Paolo Zanetti e il responsabile Sergio Mezzina al lavoro già da settimane. C’è invece da fare chiarezza sull’Accademia del calcio “Beppe Alessi”, che lascia il Mirabello e si trasferirà in via Agosti. Il settore giovanile e la scuola calcio sono aspetti sui quali si sono concentrate le attenzioni di Piazza e dunque non sembra ipotizzabile un ridimensionamento. Mentre la Reggiana vive in questo clima d’attesa, che presto sarà dissipato, il resto della Lega Pro si muove. Ieri il Teramo ha ufficializzato l’ingaggio dell’ex mister granata Lamberto Zauli. In questi giorni c’è un altro tema che tiene banco tra i tifosi: la composizione dei gironi, che sarà nota solo in agosto. L’impressione è che ci sia l’intenzione di creare dei gironi verticali. Naturalmente questo porterebbe la Reggiana a non giocare alcuni derby e anche quello più atteso contro il Parma sarebbe a rischio. Un derby, quello con i ducali, che crea qualche apprensione di ordine pubblico e che quindi qualcuno vorrebbe evitare.
Ore 18.30 – (Gazzetta di Mantova) «Al momento – continuano a ribadire in Viale Te – l’unica offerta concreta sul tavolo è quella di Claudio Dondi. Ma aspettiamo anche l’evolversi degli altri discorsi in atto». E allora, visto che l’imprenditore mantovano sembra per ora in pole position, è bene chiarire quale sarebbe il suo progetto per il Mantova. Non prima di aver posto la domanda delle domande: finora nel calcio ha lavorato a Trento, Rovigo e Asti e tutti e tre i club sono finiti male. Perché? Dondi risponde così: «A Trento ero l’uomo di Piervittorio Belfanti e sono rimasto fino all’ultimo curando anche la curatela. Purtroppo il Pier in quella circostanza è stato tradito da alcuni soci che aveva sbagliato a scegliere e il debito accumulato in precedenza da Fattinger alla fine ha portato al crac. Rovigo? Lì sono stato poco, mi aveva chiesto di dargli una mano il presidente Calanca: non ero socio, ho soltanto accettato una collaborazione». E si arriva allo scorso anno: Asti. «Lì mi ero avvicinato per comprare l’Asti Hotel, poi mi hanno coinvolto anche nella società calcistica. Ho trovato però in banca dei debiti che non dovevano esserci: una piccola cifra, ma per principio mi sono impuntato e le cose sono finite come sapete. A posteriori dico di aver sbagliato: avrei dovuto prima salvare la squadra e poi pensare al resto. Tutte queste cose le ho già spiegate a Musso e a Bernasconi, perché è giusto che le sappiano». Detto ciò, Dondi spiega qualcosa in più sull’accordo di massima raggiunto con Musso: «Nel caso di acquisto del 100% del club, noi verseremo una cifra d’ingresso mentre la proprietà attuale si accollerà tutti gli altri costi fino al 30 giugno. Alla prossima stagione poi penseremo noi. Chi sono i miei compagni di avventura? Dopo la firma lo diremo, non ci sono problemi». Il presidente Musso non ha però neppure escluso una coabitazione con Dondi: «Su questo rifletteremo, domani vedrò i miei partner e ne discuteremo. Comunque da qui a una settimana vorremmo avere un sì o un no definitivo, perché c’è da pensare alla squadra». E a tal riguardo Dondi spiega: «Con me voglio gente di Mantova che sa far calcio (Monelli, Turella, Valerio e il “sogno” Boninsegna) e per la guida tecnica parleremo innanzitutto con Prina, poi vedremo. Il nostro piano è triennale, partendo da un campionato tranquillo, con una squadra giovane, per puntare nel tempo a qualcosa di più». Il presidente Sandro Musso al riguardo ha già detto che sta «facendo verifiche sulla solidità dell’azienda che dovrebbe entrare nel Mantova» e che «potremmo coabitare con Dondi se ci garantisce, come ha già fatto, che nell’operazione non ci sono Belfanti o altre persone con le quali non vorremmo entrare in società». Si attendono notizie in merito. Nel frattempo il presidente sta vagliando anche altre ipotesi. Per la settimana prossima è in agenda un incontro con l’imprenditore vicentino Roberto Masiero, presentato da Fabrizio Lori. E sempre nella «prossima settimana» patron Di Loreto spera di «avere degli incontri» con l’intermediario Meazza e l’imprenditore cinese Zhonghe Ye, presentati ufficialmente alla stampa sabato scorso. Lo stesso Di Loreto attende inoltre una risposta da un intermediario romano che dovrebbe agevolare un incontro con il gruppo malese dell’imprenditore Noordin che sta trattando il Bari. In mezzo a tutto ciò, in Viale Te c’è anche chi lavora a un piano d’emergenza, che prevede un’altra annata con la proprietà attuale e l’aiuto di alcuni sponsor.
Ore 18.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Come al casinò, quando si gioca su più tavoli. Una mossa e poi tocca all’avversario, tenere più strade aperte è una necessità, prima che un consiglio. Ecco perché la suggestione del clamoroso ritorno di Mario Petrone a Bassano non è più solo tale. Non lo è, perché la notizia dell’incontro avvenuto a Modena in occasione delle finali Primavera fra Inter e Palermo fra il dg Werner Seeber e l’allenatore campano, attualmente sotto contratto con l’Ascoli, non era un caso. Tutti smentiscono ferocemente, in realtà i contatti vanno avanti da settimane e c’è pure un’ipotesi di accordo di massima. Eppure ancora non si è chiuso: perché? Prima di tutto perché Petrone deve rescindere con l’Ascoli, da cui percepisce oltre 100mila euro di compenso annuo. Impossibile avere dettagli perché nessuno parla, eppure è difficile nascondere più di tanto una trattativa quando avanza dietro le quinte per settimane. Ecco che, con Longo uscito di scena in direzione Vercelli, Petrone è la prima scelta, tutti gli altri (prima opzione B pare essere Alessandro Dal Canto) sembrano appunto semplici soluzioni alternative. Ma nelle ultime ore ha fatto irruzione sulla scena il Padova. Che ha trovato la strada sbarrata per Bruno Tedino a Pordenone, con il tecnico trevigiano che ieri è stato blindato con un comunicato ufficiale. A questo punto il neo dg con delega all’area tecnica Zamuner ha messo in campo tutto il suo peso, prendendo in esame tre possibili soluzioni, fra cui quella che porta all’allenatore campano. Le altre due sono Oscar Brevi e Roberto D’Aversa, mentre Antonino Asta sta tenendo in sospeso la strada che porta a Salò. Insomma, le strade fra Bassano e Padova continuano a intrecciarsi, come per esempio per Marcello Falzerano, che Giuseppe Pillon aveva espressamente richiesto prima di sbattere la porta e di lasciare Padova.
Ore 17.30 – (Giornale di Vicenza) La notizia di ieri, sfumato il primo obiettivo Moreno Longo, accasatosi ormai alla Pro Vercelli in B, è un clamoroso ritorno di fiamma verso Mario Petrone, il sogno ad occhi aperti della tifoseria. Petrone dopo la burrascosa separazione di due anni fa si è già chiarito con Renzo Rosso, ha stretto la mano al presidente Stefano e ha avuto modo di parlare con Werner Seeber, l’ultima volta la settimana scorsa a Modena alle finali scudetto Primavera. È un’ipotesi più che mai in auge anche se su Petrone c’è il forte interessamento del Padova e di almeno un altro sodalizio importante del girone sud. Petrone, ora che ogni incomprensione è appianata sarebbe animato da mille motivazioni per guidare nuovamente Bassano e uno col suo temperamento accenderebbe all’istante la piazza come un cerino. E i dubbi sulla cosiddetta “minestra riscaldata” che nel calcio non funzionerebbe può forse valere forse per qualche stagionato protagonista ripescato magari sul viale del tramonto non certo per un tecnico di 43 anni nel pieno della sua parabola agonistica. In alternativa è validissima l’opzione di Alessandro Dal Canto coi quali i contatti non si sono mai interrotti. Dal Canto è un profilo che piace: abituato a lavorare coi giovani (è l’attuale selezionatore degli azzurrini Under 17), conosce l’ambiente (risiede a Dueville), è uomo e tecnico rigoroso con una precisa idea di calcio e tra l’altro è spinto da grande voglia di rimettersi in gioco in una squadra di club. Ora è un ballottaggio Petrone-Dal Canto col primo favorito sempre che sia una strada davvero percorribile sino in fondo. Più defilata la via che conduce a Carlo Sabatini, 56 anni, ex timoniere del Como in B che ha sbarrato la strada della cadetteria ai giallorossi. Più lontane le soluzioni di Luca D’Angelo (schiera una difesa a tre o talvolta a cinque, quasi mai a quattro come gradirebbero qui), di Giovanni Colella (assertore della retroguardia a tre) e di Alessandro Pane. Col totale rispetto che si deve a un professionista di valore come Dal Canto, il ritorno di Petrone incendierebbe il popolo virtussino.
Ore 17.10 – (Giornale di Vicenza) Ora che il passaggio all’Arezzo è cosa ratificata dai contratti, dagli annunci ufficiali e dalle prime interviste da capoallenatore degli amaranto, Stefano Sottili più che pensare a Toninelli (cercato anche dalla Giana Erminio), può rileggere con serenità e senza alcuna puntura di spillo l’annata virtussina, archiviata comunque con un saldo attivo sotto gli occhi di tutti, perchè tre anni consecutivi da protagonisti non sono una prerogativa automatica del Soccer Team che dal 2014 dà la paga a un mucchio di avversari sulla carta molto più referenziati e con budget da serie B. Sottili, a cui ad Arezzo hanno chiesto di migliorare il nono posto di quest’anno (ma dalla prossima stagione, entrare tra le otto vorrà dire centrare gli spareggi allargati), rileverà in panchina quel vulcano di Eziolino Capuano. Diventerà presumibilmente Sottili il normalizzatore.«A Bassano ho vissuto un’annata formidabile – ammette – per la quale ringrazio i giocatori, lo staff, i medici, la proprietà, il management e tutti i tifosi. Credetemi, non sono dichiarazioni di facciata, mai stato ruffiano. Ho conosciuto una città fantastica con gente speciale che mi porto dentro. Quello è un posto ideale per fare calcio e per viverci. Io a Bassano e al Bassano auguro il meglio, perchè non si può che volere bene a una realtà così».Eppure è finita…Cose che nel calcio succedono. Possono esserci diversità di vedute fisiologiche. Io mi sono confrontato tanto col presidente Rosso che con Seeber e entrambi mi hanno mostrato apprezzamento, soddisfatti del lavoro che avevo svolto e per me tanto basta. Avevo altre tre offerte concrete (Arezzo, Padova e Pavia, ndr), gli ho avvertiti di questo e dei tempi ristretti nei quali decidere. Ma ci siamo lasciati benone, mi preme questo. Una stima ribadita anche nell’ultima cena prima del rompete le righe ai Trenti. Del resto a Bassano sono sfilati in 3 anni tre allenatori diversi che hanno sempre raccolto risultati e ormai il cambio è un abitudine. Ma qua mi pare che indovinino le scelte ogni volta e alla fine è l’unica cosa che conta. Di fatto siamo stati l’unica squadra a ripresentarsi ai playoff per la seconda volta di fila e l’unica delle 8 qualificate a non vantare un cannoniere da doppia cifra, non è poco.L’infortunio di Germinale può allora rappresentare il vero rimpianto..Sicuramente, ma rientra nelle situazioni imponderabili come i pali e le traverse che non puoi controllare. Sfiga, insomma. Anche se è indubbio che per il modo in cui aveva approcciato l’annata, un combattente d’area del genere sarebbe stato fondamentale. Ma è fatalità. Un po’ come nella partita con la Pro Piacenza, dominata in lungo e in largo eppure persa che ci è costata il secondo posto. L’amarezza semmai è l’episodio di Lecce che ha girato la partita e soprattutto il primo tempo senza aggressività all’ultima giornata a Reggio Emilia. Vincendo quella gara il playoff lo si giocava in casa ed era un’altra faccenda. Quello è un cruccio che non mi passa. Per il resto, tutti gli addetti ai lavori e non solo la società hanno applaudito alla nostra stagione. C’è la gratificazione di aver visto crescere alla grande giocatori come Falzerano, Barison e Stevanin. E professionalmente lo considero un traguardo estremamente appagante. Al tirar delle somme quasi tutti hanno dato atto al Bassano di aver fabbricato un campionato al di sopra delle aspettative e pure a Lecce in quei 10 minuti d’avvio si è notata una formazione arrembante e con un’organizzazione di gioco definita che stava tenendo il pallino ottimamente. Ribadisco, la mia rabbia è tutta unicamente per quei 45′ molli di Reggio Emilia all’ultima di regular seasonOra almeno si avvicina a casa. Contento?Dalla mia abitazione ad Arezzo sono meno di 50 km, farò la spola ogni giorno. È un particolare che incide anche questo, la famiglia è più contenta. Diciamo che nelle città in cui vivo, a Figline e a Fano d’estate, non allenerei mai, troppi condizionamenti anche per i tuoi cari se le cose non vanno bene. Chiedete a Petrone i momenti che ha patito ad Ascoli coi suoi figli a scuola quando le cose giravano storte… No no, Arezzo invece è già fuori dalla mia cerchia ed è perfetta.Bassano è…Un caldo abbraccio sincero a tutti. Poi magari chissà, coi gironi allungati ci si rivede già il prossimo campionato, non si sa mai… A me piacerebbe.
Ore 16.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Quanto è bollente l’asse tra il Pordenone e le due padovane. E oggi non si parla solo di appetiti nutriti sulle rive del Brenta, ma anche di un sogno neroverde che prende la direzione opposta. Mercato in entrata: dopo l’ipotesi Maracchi, c’è la possibilità di vedere in neroverde Alessandro Sgrigna. L’interesse per l’attaccante del Cittadella è forte. E, anche se non si tratta del profilo giovane a cui ci ha abituati il ramarro, è pur sempre di un fuoriclasse per la categoria. Nato nelle giovanili della Lodigiani e dell’Inter, l’attaccante romano è un classe ’80, con una vita di serie B alle spalle: Vicenza, Pistoiese, Bari, Triestina, Torino (con i granata le uniche 11 presenze, con un gol, in A), Verona e Cittadella. Un veterano con tanta classe nei piedi. «Il calcio è questo – ammette Sgrigna, in scadenza di contratto -. Io sono integro fisicamente, ma ho 36 anni e in B occorre tener conto che non si possono tesserare più di 18 giocatori sopra i 21. In più ha appena rinnovato Chiaretti, che gioca nel mio ruolo». Il Pordenone ci spera. Si dovrà attendere un colloquio tra il giocatore e il dg del Cittadella Marchetti, poi potrà partire l’assalto. VERSO PADOVA – Chi invece potrebbe compiere il percorso opposto è Andrea Ingegneri. Il totem della difesa dei ramarri è ancora di proprietà del Cesena, ma è in scadenza con il club romagnolo. Ne vuole approfittare il Padova di Giorgio Zamuner e al giocatore la destinazione non sarebbe sgradita. Sempre concrete, poi, le possibilità che Luca Strizzolo sbarchi a Cittadella. Su di lui anche Trapani, Vicenza e lo stesso Padova. Dure, a proposito, le parole del patròn neroverde Mauro Lovisa: «Avevamo raggiunto l’accordo per altri due anni e mi è appena venuto a dire che ha cambiato idea. Adesso basta, stiamo esagerando». Pederzoli è sempre tentato dal Venezia, Cattaneo e Stefani da molte richieste in LegaPro. Boniotti rientrerà al Brescia dal prestito, come Martin al Pavia (piace al Padova). LE PAROLE – Sono quelle al vetriolo di Lovisa sul presunto esodo verso altri lidi di chi è sotto contratto. «La mia posizione resta molto ferma – garantisce -, decido io il futuro. Sono stanco di questo calcio malato: io vengo da una famiglia seria e quando dò una stretta di mano vale quella. Bisogna essere seri nella vita». Gli fa ovviamente piacere ufficializzare il nuovo ruolo del mister-manager: «Bruno Tedino è una perona seria, con valori tecnici e umani molto importanti. Sarà lui il centro del nostro progetto sportivo. Persone così nel calcio, e lo sto riscontrando, se ne trovano sempre meno. A breve daremo conferma di gran parte dell’ossatura di squadra: non ci sarà alcuna rivoluzione». «Sono orgoglioso di proseguire il progetto neroverde assieme a uno staff che tanto mi ha dato», aggiunge Tedino. Nel frattempo, Renate su Carmine Parlato e Bassano tra Dal Canto e il ritorno di Petrone.
Ore 16.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Sarà Tedino bis. LIBERE LE ALTERNATIVE – Liberi quindi di scegliersi altre destinazioni Colella (tecnico) e Andrissi (ds), entrambi ex Renate, il cui arrivo a Pordenone era stato ipotizzato in primis dalla Gazzetta dello Sport dopo l’addio dello stesso Zamuner, qualora Tedino lo avesse seguito a Padova. Libero pure Mauro Zironelli (ex Sacilese e Altoliventino), il cui ingaggio era stato caldeggiato (sempre in alternativa a Tedino) da Denis Fiorin, responsabile del settore giovanile neroverde, che l’aveva avuto alle «dipendenze» a Sacile quando rivestiva il ruolo di ds. Si era già liberato martedì invece Massimo Pavanel, che il Verona ha blindato sulla panca della Berretti con un biennale nuovo di zecca. PROMOSSI ENTRAMBI – Compiti, responsabilità e, auspicabilmente, soddisfazioni ampliate quindi per Bruno Tedino e Denis Fiorin. Bruno avrà un ruolo da mister all’inglese. Oltre ad allenare (compito in cui verrà agevolato da Marchetto e dagli altri componenti del suo staff tecnico), suggerirà le operazioni di mercato. Si avvarrà delle vaste conoscenze acquisite durante l’esperienza azzurra, dell’invidiabile banca dati costruita nel tempo con meticolosità maniacale e magari anche dei “suggerimenti” di amici vicini e ormai lontani. Fiorin svolgerà invece quelle funzioni da direttore sportivo che erano responsabilità di Marcelo Mateos (prima direttore di campo e poi ds), altro partente (in verità già partito). SCELTA CORAGGIOSA – Indubbiamente quella di Tedino è una scelta coraggiosa. Altri avrebbero “capitalizzato” in maniera diversa e più cospicua lo straordinario campionato appena concluso. Lui invece ha deciso di restare. Niente ferie: c’è una rosa da non far sfiorire. Le altre società, libere dagli impegni della post stagione, hanno già cominciato a muoversi. Inoltre adesso tutti si attenderanno un’altra grande annata, ancora migliore della precedente. Lovisa è stato chiaro: «Abbiamo programmato – dichiarò due mesi or sono – la conquista della B in tre anni già nell’estate della promozione in LegaPro». Il primo è stato “speso” per far esperienza, il secondo per arrivare alle semifinali playoff. Fra un mese, più o meno, comincerà il terzo. Il popolo neroverde, felice per la permanenza del suo nuovo idolo, è già in fibrillazione e non vede l’ora che arrivi il 31 luglio, data d’esordio del ramarro in Tim Cup.
Ore 15.50 – (Messaggero Veneto) Da “grandissimi” a “fantastico”. Il popolo del web ha accolto con commenti a dir poco entusiastici la notizia della conferma di Tedino sulla panchina del Pordenone. Il post della società neroverde su Facebook è stato ben presto sommerso di “like”, a conferma che tra il tecnico e i supporter dei ramarri si è instaurato un feeling speciale. «Speciale come allenare il Pordenone, casa mia», ha dichiarato lo stesso Tedino, sottolineando così il legame con la tifoseria. E l’affetto nei suoi confronti ha influito sulla scelta di declinare un’offerta allettante come quella del Padova. Lodi pure al presidente Lovisa, l’altro protagonista di questa «notizia che tutti aspettavamo», come la definisce una tifosa. E c’è chi ora chiede al massimo dirigente neroverde di continuare pure nel progetto nuovo stadio, «perchè la città risponde». Così dicono i numeri dell’ultima stagione, sebbene alimentati da risultati mai visti prima.
Ore 15.30 – (Messaggero Veneto) Tutto confermato. Il Pordenone riparte da Bruno Tedino, in versione manager. L’indiscrezione delle ultime ore è diventata ufficiale. Il presidente neroverde Mauro Lovisa anche stavolta ha regalato un colpo a sensazione: mentre molti già pensavano a come supplire a un addio doloroso come quello dell’artefice del secondo posto appena conquistato, il patron si è “inventato” una proposta che non poteva essere rifiutata. Tedino sarà allenatore e pure direttore sportivo, avendo potere di scelta su acquisti e cessioni. L’attuale responsabile del vivaio, Denis Fiorin, dovrebbe collaborare con lui, ma con tutto il tempo di conoscere una realtà mai testata prima (da ds a Sacile si è fermato alla serie D). Con Tedino confermato pure il resto dello staff tecnico. Bocca asciutta. Nessuno scossone, dunque. Con buona pace del Padova (ora sull’ex Ascoli, Mario Petrone). Già nella mattinata di ieri l’ormai ex consulente di mercato del Pordenone, Giorgio Zamuner, nuovo direttore generale dei biancoscudati, dichiarava: «Al 99 per cento Tedino non arriverà». Quel punto percentuale che mancava l’ha messo Lovisa nel primo pomeriggio, assicurando che anche a livello d’organico non ci saranno rivoluzioni. E che nei prossimi giorni sarà confermata gran parte dell’ossatura della squadra. Conferme. La permanenza di Tedino dovrebbe togliere ogni tentazione al baluardo della difesa Stefani, già blindato da un biennale, e potrebbe spingere a rinnovare (se non acquistare) il prestito del laterale Martin. D’improvviso divengono meno scontate le partenze di Strizzolo e Pederzoli. Mentre Pisa (se rimarrà in Lega Pro) e Feralpisalò avrebbero richiesto rispettivamente Boniotti (di proprietà del Brescia) e Buratto. E il Padova si è buttato su Ingegneri. Voci clamorose. Ma è in entrata che la conferma del mister sembra avere acceso un’autentica fiammata. Scatenando una ridda di indiscrezioni. Alcune delle quali clamorose. Come quella che vuole fissato per oggi un incontro tra Lovisa e Fabrizio Miccoli (classe ’79). Il Romario del Salento, come è soprannominato, è reduce da un’esperienza nella serie A maltese. L’anagrafe non è dalla sua parte, ma i piedi sì. Piedi fatati che l’hanno portato a essere protagonista con le maglie di Juventus e Palermo. Miccoli ha conosciuto il presidente neroverde a Vivaro, nel corso di un torneo giovanile, in cui ha partecipato anche la squadra della scuola calcio dell’ex leccese. Non meno suggestiva l’ipotesi Alessandro Sgrigna (’80), trequartista del Cittadella neopromosso in B. Anche per lui, un passato illustre (con Torino e Verona in primis): è reduce da una stagione in chiaroscuro (19 presenze, nessun gol). Potrebbe diventare un altro rigenerato dalla cura Tedino. Si vedrà. Di certo da ora in poi per il nuovo manager neroverde ci sarà doppio lavoro: «Sono orgoglioso di proseguire questo progetto assieme a uno staff che mi ha dato tanto. E anche per la gente, che mi ha dimostrato un affetto incredibile».
Ore 15.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Vicenza e Banca Popolare di Vicenza insieme per altri due anni. Ieri amministratore delegato di Bpvi, Francesco Iorio, e il presidente e ad dei biancorossi Alfredo Pastorelli, hanno firmato l’accordo che rinnova la partnership. «Ringrazio Banca Popolare di Vicenza per aver deciso di dare seguito ad una partnership oramai consolidata – ha spiegato Pastorelli -. Questa sinergia va oltre il concetto stesso di sponsorizzazione, è un rapporto tra due realtà, autentiche espressioni del territorio, che ambiscono entrambe a rilanciarsi». E per farlo il lavoro alla nuova proprietà non manca di certo. La prossima tappa molto importante è fissata il 16 giugno, data entro la quale dovranno essere pagati gli stipendi e i relativi contributi ai tesserati e ai collaboratori del club. Un altro impegno gravoso, quasi 1,8 milioni, che la nuova proprietà pagherà regolarmente per essere in regola per la chiusura del bilancio, che per le società sportive ha scadenza 30 giugno, e per evitare penalizzazione nella prossima stagione di B. Al lavoro è anche il direttore sportivo Antonio Tesoro che in questi giorni, oltre che sondare il mercato alla ricerca di giovani interessanti che facciano al caso del nuovo progetto biancorosso, sta trattando anche la difficile e delicata rescissione con Pasquale Marino, che è stato esonerato nel marzo scorso dopo la sconfitta interna contro il Trapani. L’ex allenatore del Vicenza ha un contratto con il club fino al giugno del 2017, un contratto che, comprensivo dello staff, pesa nel bilancio del Vicenza per oltre 1,2 milioni di euro. Un impegno molto pesante, che la dirigenza berica sta cercando di eliminare dal budget della prossima stagione, cercando di sfruttare il concreto interesse del Frosinone per l’ex allenatore del Vicenza. Marino per rescindere il legame con la società chiede una robusta buonuscita, cosa che in via Schio sono anche disposti a concedere ma al momento non c’è accordo sull’importo. L’impressione è che un’intesa si possa trovare entro qualche giorno, considerato che un accordo andrebbe a liberare Marino che potrà cercare il rilancio sulla panchina del Frosinone, e allo stesso tempo permetterebbe al Vicenza di togliere dal bilancio un costo non di poco conto. Tesoro, oltre alla questione Marino, sta anche trattando con Bruno Carpeggiani, procuratore di Daniel Adejo, il rinnovo del difensore italo-nigeriano. Le parti non sono però vicine, c’è ancora notevole differenza tra domanda ed offerta e non è escluso che le strade di Adejo e del Vicenza di dividano. In tema di addii, pare molto probabile che Giulio Ebagua svestirà la magia biancorossa, così come Federico Moretti, che tornerà per fine prestito al Latina.
Ore 14.40 – (Giornale di Vicenza) Hanno deciso di ricominciare daccapo, ognuno a modo suo. Dopo aver attraversato problemi di natura diversa, Banca Popolare di Vicenza e Vicenza Calcio hanno deciso di ricominciare, comunque, insieme, e magari riaprire un ciclo. Ieri mattina l’istituto bancario e la società via Schio hanno messo nero su bianco il nuovo accordo di sponsorizzazione nella sede centrale di via Framarin. La BpVi, per due anni, continuerà ad essere lo sponsor principale (lo è dalla stagione 2007/2008 e da oltre un decennio per le formazioni del vivaio). Le cifre: 300mila euro più iva all’anno, per un totale quindi di 600mila euro. Tutte le squadre del Vicenza (l’accordo vale anche per il settore giovanile) indosseranno la divisa con il logo Banca Popolare di Vicenza secondo l’accordo che prevede anche un’ampia personalizzazione dello stadio – un’insegna di 58 metri posta sopra il settore Distinti e i led a bordo campo, all’interno dell’area hospitality “Casa Vicenza” verrà allestito un spazio dedicato – BpVi sarà match sponsor di cinque partite in casa e svilupperà per il Vicenza, i giocatori e i suoi tifosi, soluzioni e prodotti ad hoc. «Siamo felici di rinnovare la partnership con il Vicenza – ha dichiarato Francesco Iorio, consigliere delegato e direttore generale di Banca Popolare di Vicenza – una squadra espressione del territorio e dei talenti della sua gente con la quale ci sentiamo di condividere gli stessi valori sani dello sport: competitività, impegno e passione. La banca continua ad essere un partner d’eccellenza del Vicenza Calcio supportando concretamente la squadra, le sue più importanti iniziative e, quindi, i tifosi stessi». Così si è espresso poi Alfredo Pastorelli, il nuovo presidente e amministratore delegato biancorosso: «Ringrazio Banca Popolare di Vicenza per aver deciso di dare seguito ad un legame oramai consolidato nel tempo. Questa sinergia va oltre il concetto stesso di sponsorizzazione, è un rapporto tra due realtà, autentiche espressioni del territorio, che ambiscono entrambe a rilanciarsi. Auspico che il proficuo rapporto con l’istituto di credito di riferimento contribuisca a creare un Vicenza forte, solido, vicino alla gente e ai suoi tifosi. Per me – ha proseguito – si è trattato di una scelta di cuore, da sempre sono legato a questo istituto bancario. C’erano altre soluzioni, accordi con altre aziende erano possibili, ma il rinnovo con BpVi ci onora». Itifosi come la prenderanno? Da una parte, infatti, c’è una società, il Vicenza, che ha appena voltato pagina dopo 12 anni di debiti, retrocessioni e difficoltà. Dall’altra, una banca che deve riconquistare un’intera città ancora sotto shock dopo gli scandali. Pastorelli è convinto: «I tifosi non prenderanno male questo nuovo accordo». Da parte di Iorio, una mezza promessa: «Se la banca tornerà ad avere un percorso virtuoso si potrà, in futuro, recitare una parte diversa».
Ore 14.20 – (Giornale di Vicenza) Non sono molti, nell’ultracentenaria storia biancorossa, i presidenti con all’attivo più di un mandato. Negli ultimi sessant’anni gli archivi riportano solo due nomi: quelli di Sergio Cassingena e dell’avvocato Gian Luigi Polato, il massimo dirigente che ha appena ceduto il testimone ad Alfredo Pastorelli.Avvocato, si è chiusa la sua seconda esperienza da presidente. Che cosa prova?Prima di tutto mi fa piacere dire che, anche se non sono più presidente, il mio impegno all’interno del Vicenza continua come consigliere con delega agli affari legali in ambito sportivo. Sinceramente sono molto contento, perché quello di Vi.Fin. è un gruppo molto serio, ci sono finalmente un progetto di prospettiva e idee chiare, mentre prima su troppi aspetti c’era stata una gestione “a vista”.Che cosa risponde a chi rimarca che in questo “prima” anche lei aveva un ruolo di rilievo? Io so quello che ho dato, e l’ho fatto solo per amore di questi colori, senza alcun tipo di tornaconto personale, anzi. La mia priorità è sempre stata quella di fare il bene del Vicenza: mi è stato chiesto di assumere la carica di presidente in due momenti difficili, e l’ho fatto con senso di responsabilità. La riprova più significativa è che proprio con me presidente finalmente sia avvenuto il cambio di proprietà, per il quale sono riuscito a trovare la disponibilità di Alfredo Pastorelli e Marco Franchetto.Peraltro il suo legame con il Vicenza è iniziato ancor prima dell'”era Cassingena”…Sì, perché sono da sempre legato alla famiglia Franchetto, quindi ho seguito gli accordi legati alle sponsorizzazioni di Pulitalia e Caffè Vero fin dal 1987. Ma ho anche un precedente “di campo”, perché sotto la presidenza Dalle Carbonare sono stato dirigente accompagnatore degli Allievi nazionali, allenati all’epoca da Gianni De Biasi.E poi arrivò il 2004, quando fu il legale di riferimento di Cassingena nelle trattative con l’Enic. Come andò?Era estate, stavo passeggiando ad Asiago. Mi chiamò Marco Franchetto, dicendomi che era stato contattato da Sergio Gasparin: il Vicenza Calcio non aveva più una lira, non c’erano nemmeno i soldi per pagare i cestini-pranzo per le amichevoli precampionato, e Gasparin aveva proposto a Franchetto di rilevare la società. A quel punto, però, anche Cassingena disse di avere un suo piano per l’acquisizione: accompagnai entrambi ai primi incontri a Londra, poi Franchetto decise di non proseguire e io curai gli aspetti legali per conto di Cassingena. La trattativa si concluse con l’acquisto del Vicenza, ma all’epoca il mio ruolo si concluse lì, non ebbi alcun tipo di incarico in società. Tuttavia già nell’estate successiva, dopo la retrocessione ai playout con la Triestina, fui chiamato per seguire, assieme ad Andrea Fabris, l’iter per la riammissione: il Napoli ci provò in tutti i modi, ma avevamo ragione, e ci fu riconosciuto.Fu la prima di una serie di “battaglie legali” vincenti. Quale ricorda con maggior soddisfazione?Quella dal 2012, che ci vide contrapposti al Lecce coinvolto nello scandalo scommesse, è stata la più dura: ci scontrammo con il “gotha” dei giuristi sportivi e la spuntammo. Ma è stato fondamentale anche avere la meglio sul Pisa per tornare in serie B nel 2014: abbiamo sfruttato al meglio errori e manchevolezze degli altri, facendoci trovare pronti. Tra l’altro, dopo quel ripescaggio, facemmo risparmiare al Vicenza anche 750 mila euro reclamati a torto dalla Lega Pro: sarebbero stati dovuti se fossimo stati promossi sul campo, non per una “promozione d’ufficio”. Il suo primo mandato da presidente nel 2008: sei mesi intensi.Sì. Sergio Cassingena ebbe un serio problema di salute e lo sostituii. Tra l’altro anche la squadra non era “in salute”: finimmo il girone d’andata a 16 punti, ma con una campagna acquisti importante riuscimmo in una rimonta che pareva disperata e ci salvammo.Poi ci furono anni tumultuosi: alla presidenza e nel cda molte “andate e ritorni”, tra cui il suo…Non c’era progettualità e talvolta si creavano divergenze di vedute non conciliabili. Sicuramente si sono commessi anche molti errori, ma non va mai dimenticato che chi ha operato in quegli anni si è trovato a fronteggiare una crisi economica e finanziaria che ha cambiato il mondo intero.Il momento più buio in assoluto?Dopo la retrocessione del 2013 la sede per un periodo è stata abbandonata, si cercava disperatamente di vendere la società, correndo dietro ad acquirenti assurdi come Mehmeti o Rosati… Ricordo in quei giorni di avere pulito io la targa dei caduti biancorossi per senso di decoro, mentre Marco Franchetto pagò di tasca sua i secchi di vernice per le pareti. E se ci iscrivemmo per il rotto della cuffia al campionato successivo fu solo grazie alla generosità di Vittoria e Marco Franchetto.Anche i rapporti personali ne avranno risentito. Com’è il suo con Sergio Cassingena, oggi?Buono. Ci sono stati forti momenti di attrito, soprattutto quando ho forzato la mano per favorire nel miglior modo possibile l’acquisizione da parte di Vi.Fin., ma non per questo rinnego il passato importante che mi lega a Cassingena.Da presidente, l’esonero di Pasquale Marino è stato il passo più difficile?Sì, soprattutto per il rapporto personale che si era creato. Per questo mi sarei aspettato una telefonata dopo la salvezza: penso che anche lui sia sinceramente felice per un risultato positivo al quale comunque ha contribuito, immaginavo che avrebbe fatto il bel gesto di chiamare il “suo” presidente per felicitarsi.Si ripartirà con Franco Lerda e l’obiettivo del mantenimento della categoria e del consolidamento finanziario.Lerda e Chini sono due ottimi allenatori, ma soprattutto persone semplici e dirette, per questo li ho apprezzati molto: hanno raggiunto benissimo l’obiettivo, sono certo che potranno proseguire su questa strada. Ora serviranno anche fantasia, capacità di individuare i talenti, e poi nel calcio mai dire mai: il Carpi e il Crotone hanno dimostrato che non sempre vince solo chi ha maggiori disponibilità finanziarie; da tifoso io ci spero sempre…
Ore 14.00 – (Giornale di Vicenza) Prima intervista da presidente del Vicenza di Alfredo Pastorelli che mostra subito di che pasta è fatto e spiega cosa ci si deve aspettare da lui che non teme a definirsi come una murena: «quando addento la presa – dice – non la mollo più».A mente fredda la nomina a massimo dirigente della società biancorossa le ha dato più gioie o preoccupazioni?Preoccupazione no, gioia sì e consapevolezza che ci vorrà grande impegno.Se l’è mai detto: ma chi me lo ha fatto fare ad entrare in questa avventura?Sì, circa quattro mesi fa.Come mai?In classifica il Vicenza era in zona pericolosissima e avevo espresso le mie perplessità sul tecnico Marino, ma non venivo ascoltato.Il momento più delicato della sua presidenza di Vi.Fin.?Quando sono riuscito a prendere visione dei contratti dell’ultimo anno dei calciatori, dire che sono rimasto esterrefatto è ancora poco.Come mai?Certo gli stipendi li pagavamo già noi di Vi.Fin. ma pensavo che la cifra totale fosse spalmata su tutta la rosa non certo solo su pochi giocatori.C’è qualcosa che non rifarebbe?Fidarmi di alcune persone, ma non mi chieda i nomi.Uno dei primi problemi che dovrà risolvere è il contratto che ancora lega il tecnico Marino al Vicenza.Un costo assurdo, ben 1 milione e 200 mila per lui e il suo staff anche per il prossimo anno, vedremo se c’è la possibilità di trovare una soluzione amichevole.Breve tuffo nel passato: qual è stata la prima partita che ha visto del Vicenza?Ero arrivato in città nel dicembre del ’77 e l’8 gennaio del ’78 andai a vedere Lanerossi-Napoli, finì 0-0, però devo ammettere che io sono soprattutto uno sportivo più che un tifoso, mi emoziono di più a vedere una partita di ragazzi che di Champions.Giulio Savoini è un grande del passato biancorosso, i tifosi hanno chiesto che gli venga intitolata la tribuna centrale.Onestamente in questi mesi ho dovuto dedicarmi a situazioni molto complesse e che richiedevano soluzioni urgenti.Lunedì quando c’è stato il passaggio di proprietà da Finalfa a Vi.Fin. cosa si è detto con Sergio Cassingena?Niente di che, è un capitolo chiuso.Appena eletto presidente ha dichiarato: andrò in sede tutti i giorni. È una minaccia?Ma no, è solo un avvertimento, della serie: tutti dovranno fare il loro lavoro con il massimo dell’impegno. Di certo sono un “crostino” duro da mangiare e da digerire.Ha anche detto: si riparte da Brighenti e Giacomelli.Sono a Vicenza ormai da quattro anni e rispecchiano l’attaccamento verso i colori biancorossi, però non è detto che oltre a loro non ce ne siano altri.La conferma del tecnico Lerda quanto è stata importante?Per i programmi della società è fondamentale.E quali sono i programmi?Il prossimo campionato dovrà essere di assestamento, poi il tentativo sarà di puntare al vertice della classifica.Il nuovo diesse Antonio Tesoro ha dichiarato al nostro giornale che gli avete dato un terzo del budget della passata stagione, davvero crede potrà fare bene con risorse così limitate?Per la precisione è un 40 per cento, poi sì, sono convinto si possa fare bene, anche perché lo ripeto nel prossimo campionato dovremo assestarci. Risanare la società è il primo obiettivo, così come non ho nessun problema a dire che se ci sarà da investire su un giocatore in grado di fare davvero la differenza non ci tireremo indietro, ma follie non se ne faranno più.Questione di settimane ed entrerà in società anche Savino Tesoro, papà di Antonio. Pure lui ha un carattere assai forte, non teme che la convivenza possa essere difficile tra voi due?Certo al cento per cento ancora non lo è, diciamo che ci sono molte probabilità, per il resto devo dirle che anzi andiamo d’accordo, ma proprio perché abbiamo un carattere simile. Ad entrambi non piacciono le mezze misure, siamo per la chiarezza estrema anche quando è dura.Conosce il presidente della Lega di serie B Andrea Abodi?No, fino ad ora non ne ho avuto ancora l’occasione ma presto ci sarà, invece conosco il direttore generale della serie cadetta Paolo Bedin che martedì sera, subito dopo la mia elezione a presidente del Vicenza mi ha telefonato per farmi le congratulazioni.Ha un modello di riferimento tra i presidenti di serie A e di serie B?No, ma anche perché fino a poco tempo fa non sapevo che sarei diventato presidente del Vicenza, invece una cosa la so per certo: voglio che il nostro club diventi un modello di riferimento.Da quella prima partita vista nel gennaio 1978 sono passati ben 38 anni…E sa una cosa? Proprio poco tempo fa la mia ex moglie Carla, mamma di mio figlio Nicola, mi ha ricordato che dopo aver visto quella partita del Lane le dissi: eppure prima o poi io lo comprerò! A ripensarci ora mi sembra davvero un segno del destino.Si è dato un limite di tempo per salire in serie A?No, però io sono come le murene se addento una presa non la mollo più, nel mio vocabolario non c’è la parola desistere, se mi metto in testa una cosa prima o poi ci arrivo.I tifosi biancorossi oggi sono in festa, felici del cambio di proprietà, ma lei sa bene che se non arriveranno i risultati scatterà anche per voi la contestazione.Certo che lo so e posso anche capirli però una cosa è certa: i soldi non vanno in campo. Nel calcio pensi di costruire una squadra forte e poi va a finire come il Livorno di quest’anno! Perché arrivino i risultati devono trovarsi in sintonia più componenti, ecco diciamo che noi siamo sulla buona strada: ora la società c’è, così come l’allenatore, c’è pure il diesse ed è a lui che spetta la parte tecnica non certo a me.
Ore 13.30 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Prima l’Under 21, poi il calciomercato. Ecco l’ordine delle priorità per un Venezia che stasera (ore 21) farà da padrone di casa al Penzo, per l’amichevole tra le Nazionali giovanili di Italia e Francia, unite nel ricordo di Valeria Solesin e di tutte le vittime del terrorismo. Proprio gli impegni di avvicinamento all’evento odierno hanno fatto saltare il previsto summit di mercato tra il ds Giorgio Perinetti e il presidente Joe Tacopina. «Non siamo ancora riusciti ad andare più a fondo di qualche primo “accenno”, ma penso che da domani sarà più facile sederci a un tavolo entrando nei dettagli – prevede Perinetti, limitato nella sua operatività dall’inibizione di un mese per aver violato nel 2011 il “Regolamento degli agenti” -. Purtroppo la Lega Pro solo dal 20 giugno dovrebbe rendere note linee guida e parametri da seguire nella costruzione delle rose. Fino ad allora saremo costretti a lavorare a vista». Tanti nomi accostati al Venezia (che sempre verso il 20 giugno formalizzerà il passaggio da società dilettantistica a professionistica, quindi con possibilità di stipulare contratti), tra i più probabili quello del 31enne attaccante del Savona, Francesco Virdis, e del portiere Danilo Russo: quest’ultimo, 29enne di Pompei, è attualmente svincolato dopo aver vinto la Lega Pro con lo Spezia del “triplete” (campionato, Coppa Italia e Supercoppa) di Michele Serena e a Vercelli, giocando titolare in B sia con la Pro che a Vicenza. Stasera a Sant’Elena (biglietti in vendita: tribuna centrale 14 euro, distinti 10, curve 5) il presidente Joe Tacopina sarà in prima fila per il faccia a faccia tra le Under 21 di Italia e Francia, “sfioratesi” ieri pomeriggio al Penzo dove hanno sostenuto la rifinitura a conclusione della preparazione svolta rispettivamente al Taliercio e a Noale. Oggi Tacopina avrebbe dovuto tenere a battesimo un nuovo club arancioneroverde a lui dedicato dai tifosi del Lido, ma l’appuntamento è stato rinviato per un pranzo istituzionale con i vertici della Figc.
Ore 13.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Le maglie azzurre della nazionale per la prima volta calcano l’erba dello stadio Pier Luigi Penzo, stasera alle 21 nell’amichevole tra le Nazionali Under 21 di Italia e Francia. La partita è dedicata alla memoria di Valeria Solesin, la giovane ricercatrice veneziana rimasta vittima lo scorso 13 novembre dell’attentato al Teatro Bataclan di Parigi. A lei sarà intitolato il settore distinti del Penzo e il ricavato della serata sarà devoluto all’Associazione delle vittime del 13 novembre. «L’aspetto tecnico si è sposato immediatamente con la necessità di rivolgere un pensiero a una connazionale che non c’è più –spiega Giorgio Bottaro, responsabile organizzativo delle nazionali giovanili – Sarà una giornata importante non solo dal punto di vista calcistico, perché lo sport insegna, aiuta ed è un grande collettore di sensibilità, un ponte verso il mondo». L’amichevole è stata fortemente voluta dal presidente del Veneza F.C. Joe Tacopina che stasera consegnerà una targa alla famiglia Solesin nell’attesa che si avviino le pratiche burocratiche per l’intitolazione del settore Distinti. «Un gesto simbolico per ribadire con forza che il terrorismo non può vincere e non vincerà mai – dice Tacopina – ed è un giorno speciale perché avremo la possibilità di vedere calcare l’erba del Penzo giocatori che rappresentano il futuro del calcio italiano e perché ricorderemo Valeria». «Mi auguro che i veneziani rispondano in massa a questa importante manifestazione», conclude il presidente. L’idea di portare al Penzo gli Azzurrini è stata accolta a braccia aperte dal sindaco Luigi Brugnaro che annuncia nella prossima riunione della Giunta comunale una delibera per l’intitolazione del settore dello stadio a Valeria. «Ci onora avere una Nazionale giovanile, perché i giovani sono il nostro futuro, di loro la città ha bisogno», interviene il sindaco. Commosso il fratello di Valeria, Dario Solesin: «È una grandissima emozione un onore per la mia famiglia, spero sia una giornata di gioia in ricordo di Valeria». Sono 24 i giovani i convocati dal tecnico dell’under, Luigi Di Biagio. Nel gruppo, spiccano l’attaccante del Bologna Adam Masina e il centrocampista della Lazio Danilo Cataldi. La stella dell’under resta comunque Domenico Berardi, punta del Sassuolo, possibile rinforzo della Juventus di Allegri. Gigi Di Biagio spiega: «E’ una gara tra due grandissime squadre, l’Italia e la Francia, ed è l’opportunità per testare nuovi giovani affinché la Nazionale A possa attingere a loro. Ora sta a noi giocare una grande gara, non è importante solo vincere, ma farlo bene». La serata è l’occasione per ridare lustro al Penzo che già festeggia il ritorno del Venezia tra i professionisti. Ma, per il capo delegazione Giancarlo Antognoni è un’opportunità «per riconquistare il pubblico italiano che in questi anni è mancato, perché faccia ritornare l’amore degli italiani per la Nazionale».
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) È’ ancora tutto da definire il futuro della Luparense San Paolo. O meglio, del titolo sportivo della società di via Canestrini valevole la partecipazione al prossimo campionato di Serie D. In questo senso, il patron dei Lupi Stefano Zarattini starebbe lavorando su più fronti per dare continuità al progetto. Ma partiamo da una certezza: a San Martino di Lupari non ci sarà più una squadra – almeno nell’immediato – iscritta alla massima categoria dilettantistica. Allo stadio “Gianni Casée” giocherà solamente la Prima categoria (ripescata, già Luparense “B”) visto che gran parte delle risorse economiche torneranno ad essere destinate al calcio a 5 e al settore giovanile. Tutte le ipotesi riguardano dunque il “vecchio” San Paolo Padova che ha in mano un titolo sportivo e mezzi economici insufficienti per affrontare la quarta serie. Con queste premesse, Zarattini avrebbe provato a coinvolgere prima il presidente dell’Arcella Gabriele Favero, poi la dirigenza della Vigontina. Un colloquio tra Favero e Zarattini c’è pure stato, per un eventuale ingresso in società (nel San Paolo, s’intende) dell’imprenditore padovano. Tuttavia, Favero sarebbe più propenso a impegnarsi esclusivamente con l’Arcella, che l’anno prossimo affronterà il campionato di Promozione dopo aver dominato in Prima Categoria. Con la Vigontina di Ivo Righetto, invece, si è parlato solo del titolo. Il direttore sportivo Alessandro Bragagnolo non ha ancora scelto il tecnico in vista della prossima stagione, e questo potrebbe essere un segnale che qualcosa bolle in pentola. Dalla società, infatti, non sono arrivate smentite categoriche, dando credito alle voci che danno la trattativa in «stato avanzato». Intanto, tra oggi e domani, Abano ed Este dovrebbero annunciare i primi acquisti della sessione estiva di mercato. Saranno tre, come anticipato ieri dal mister aponense Luca Tiozzo, i volti nuovi per difesa, centrocampo e attacco, anche se i nomi rimangono top secret. In giornata si dovrebbero conoscere gli altri riconfermati, dopo i giovani Ceccarello, Cuccato, Tescaro e Ruzzarin. Il neo tecnico dell’Este Michele Florindo, invece, sta puntando i giocatori del Campodarsego “cedibili” in caso di approdo in Lega Pro. Ai giallorossi piacciono, tra gli altri, il centrocampista Stefano Pelizzer, tra i protagonisti della vittoria dei playoff di Serie D, il difensore Thomas Poletti e l’esterno offensivo Raffaele Cacurio.
Ore 12.00 – (Gazzettino) Sentimenti contrastanti. Sono quelli che accompagnano Manuel Iori e Alessandro Sgrigna. Il primo ha prolungato ieri il contratto con la società granata; il fantasista romano, invece, sembra destinato a lasciare la squadra. Stefano Marchetti mette quindi un’altra spunta nella sua agenda al capitolo “rinnovi”: dopo quello di Lucas Chiaretti è arrivato il turno di capitan Iori, che si è legato al Cittadella per la prossima stagione. Una firma al volo, il connubio Iori-Cittadella è quasi naturale. «Ho firmato per i prossimi dieci anni…» esordisce il giocatore, che dopo spiega: «Era quello che volevamo entrambi. C’è voluto davvero poco tempo per trovare l’intesa, la volontà di continuare a Cittadella c’era da parte mia e anche dalla società. Abbiamo fatto alla svelta». Con che spirito si sta preparando per il ritorno in serie B? «Con lo stesso con il quale sono arrivato un anno fa. La situazione attuale è diametralmente opposta rispetto a quella della scorsa stagione: allora si arrivava da una retrocessione, questa volta invece si riparte dalla vittoria in campionato. L’entusiasmo è davvero forte, dovrà essere la nostra arma in più». Da grande capitano qual’è, Manuel Iori mette tutti in guardia: «È giusto festeggiare la promozione in serie B, abbiamo disputato una grande annata, ma a luglio si riparte da zero. Il Cittadella dovrà resettare tutto e mettersi a lavorare a testa bassa. Fame e umiltà dovranno essere le stesse della stagione appena conclusa, specie in un campionato lungo e difficile come quello cadetto». Ripartire, quindi, magari dalla base dell’attuale rosa. «Credo sia un aspetto molto importante, l’anno di lavoro in gruppo non può che giovarci, si partirebbe da uno scalino più in alto. Mi auguro, spero che la società possa confermare tanta più gente possibile». Bisognerà però fare i conti con il limite di età imposto dalla Federcalcio: soltanto 18 giocatori in rosa over 21 anni. «È il regolamento, andrà a incidere sulle scelte, inevitabilmente. Purtroppo qualcuno ci lascerà – prosegue con un velo di tristezza Iori – mi spiace sin d’ora per i compagni di squadra che non ritroverò nel nuovo anno. Lasciamo lavorare la dirigenza serenamente, è attesa da un compito difficile e gravoso». Firmato il contratto, pronte le vacanze. «In questo week end andrò a Valencia. L’avevo promesso a mio figlio Gabriele, che non vede l’ora di ammirare l’acquario oceanografico. Poi vedremo come trascorrere il resto delle ferie, non ho ancora deciso». Alessandro Sgrigna attende invece di conoscere il proprio futuro: oggi pomeriggio l’incontro con il diggì Marchetti. «Ancora qualche ora e ne saprò di più», racconta l’attaccante. Che però appare pessimista: «Ha rinnovato Chiaretti, leggo dell’interesse per un giocatore come Misuraca che può fare anche il trequartista. Non so se ci sarà spazio per me nel Cittadella del futuro». Si vocifera del Pordenone: «Non ho avuto contatti finora, vedremo l’evolversi della situazione».
Ore 11.40 – (Mattino di Padova) Il capitano sarà ancora sulla plancia di comando. Manuel Iori è passato ieri pomeriggio in sede e ne è uscito pochi minuti dopo. Giusto il tempo per apporre la firma sul contratto che lo legherà al Cittadella per la prossima stagione, quella del ritorno in Serie B. Iori, era una formalità, no? «Beh, di scontato non c’è mai niente. Però è bastato poco tempo, perché le volontà, mia e della società, coincidevano». Resta da capire se, con questo accordo, il Cittadella, oltre a essersi assicurato un signor regista in mezzo al campo, ha pure risolto la grana dei giocatori “bandiera”: in Lega si sta discutendo per rivedere la regola che prevede che ogni società abbia in rosa almeno due elementi tesserati da quattro stagioni consecutive, facendo in modo che a uno dei due bastino tre stagioni. Se non sarà così, occorrerà puntare sui rientri di almeno uno fra Busellato o Pellizzer dopo una stagione trascorsa in prestito. «A quanto mi risulta soltanto Paolucci risponde ai requisiti nella rosa attuale. Spero che si arrivi a una revisione della norma o si trovi una soluzione. Per quanto mi riguarda non mi vedo come una bandiera ma come un under 18…». È il secondo giocatore a rinnovare il contratto, dopo Chiaretti. «E spero che, dopo di me, in tanti vengano riconfermati. Sarebbe una base importante per ricominciare e un grosso vantaggio rispetto alla scorsa estate, quando, in un certo senso, siamo partiti da zero». Si aspetta un campionato in cui lottare per salvarsi o promette qualcosa di più ai tifosi? «Non ci sentirete mai lanciare proclami: li lasciamo agli altri, come è accaduto anche nella scorsa stagione. Quello che prometto è che continueremo a lavorare allo stesso modo, sulla scia dell’entusiasmo per la promozione, ma allo stesso tempo con l’umiltà di chi si affaccia a una categoria più difficile». Come sarà l’estate di Manuel Iori? «Dobbiamo ancora programmare le vacanze. Di sicuro la prima tappa, obbligata, sarà a Valencia, a visitare il biparco, che mi dicono uno dei migliori al mondo: l’ho promesso a mio figlio Gabriele. Poi deciderò con mia mia moglie Barbara». In famiglia non comanda il capitano? «No – ride – in casa le decisioni si prendono assieme». Intanto ieri mattina c’è stato l’intervento chirurgico a Cittadella per Alessandro Salvi, per la riduzione della frattura al quinto metacarpo della mano sinistra. L’operazione è perfettamente riuscita, il terzino terrà il gesso per circa un mese.
Ore 11.20 – (Corriere del Veneto) Fra un rinnovo e l’altro, eccone uno che sicuramente farà piacere ai tifosi del Cittadella. Quello del capitano Manuel Iori, atteso e mai messo in discussione dalla dirigenza, né tantomeno della tifoseria o dal diretto interessato. Ieri l’annuncio ufficiale, che dovrebbe preludere ad altre operazioni imbastite (l’ultima pista porta a Luca Strizzolo, in scadenza di contratto col Pordenone) e lasciate in naftalina in attesa di concludere il capitolo rinnovi: «Era un rinnovo per cui ci abbiamo messo dieci minuti a formalizzare – spiega il capitano granata – entrambi volevamo la stessa cosa ed è stato facile raggiungere un’intesa. A Cittadella sto benissimo, sono reduce da una buona annata così come tutta la squadra e sono convinto ci siano ottime premesse anche per la prossima stagione. Non dovrà essere ricostruito tutto, ma si partirà da una base rodata e penso che ci sia la possibilità di fare un ottimo campionato. Sono molto felice di questo nero su bianco e ringrazio il presidente e il direttore per la fiducia». Da escludere i rinnovi di Mattia Minesso e Alessandro Sgrigna, che di fatto sono sul mercato, sempre più incerta la posizione di Gianluca Litteri, rientrato al Latina per fine prestito. Le alternative, oltre a Strizzolo che potrebbe arrivare comunque, sono Andrea Brighenti della Cremonese e Andrea Favilli, uno dei migliori prospetti della Primavera della Juventus. Ieri, intanto, è arrivata un’altra notizia importante. Alessandro Salvi, che nella prossima stagione continuerà a vestire la maglia del Cittadella, è stato operato alla mano sinistra. Salvi si è sottoposto ad intervento chirurgico per la riduzione della frattura al quinto metacarpo. L’intervento, perfettamente riuscito, è stato effettuato dal Primario Ortopedico dell’Ospedale di Cittadella Giovanni Grano.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Oscar Brevi, classe 1967, ha raggiunto i play off dell’allora C1 alla guida della Cremonese nel 2012 e due anni dopo a Catanzaro. Meno fortunate le ultime esperienze con Spal e Rimini. «Per chi fa questo lavoro – esordisce – approdare in una piazza come quella di Padova sarebbe sicuramente una cosa molto positiva. Non nascondo di conoscere Zamuner da tanto tempo, ho sentito anch’io queste voci, ma al momento non c’è ancora niente». Mario Petrone, sotto contratto per un altro anno con l’Ascoli, aveva già manifestato nei giorni scorsi il suo gradimento: «Confermo di essere onorato nel vedermi accostato alla panchina di una società importante e con cultura calcistica». Poi aggiunge una frase in cui dichiara una cosa, ma sembrerebbe farne capire un’altra: «Per ora nessun contatto, conosco bene Zamuner, gli faccio il mio in bocca al lupo e ho seguito quello che ha detto alla conferenza stampa di presentazione». Restando in tema di allenatori, per Carmine Parlato, legato al Padova un altro anno, c’è un interessamento del Renate. Capitolo brasiliani. Ottimismo per Neto Pereira, niente fretta per Diniz, comunque sotto contratto, e a breve un incontro con Fabiano, ferme restando le valutazioni del futuro allenatore.
Ore 10.40 – (Gazzettino) E gli interessati? Tutti tengono un profilo basso, sottolineando il valore della piazza, ma non esponendosi sui possibili sviluppi della trattativa. Roberto D’Aversa, 41 anni ad agosto, è stato protagonista di un’ottima annata a Lanciano nella sua prima esperienza in panchina due stagioni fa, mentre nella successiva è stato esonerato a fine gennaio. «Con Zamuner – conferma – ci siamo sentiti tre giorni fa, con l’accordo eventualmente di riaggiornarci. È giusto fare le cose in maniera ragionata e non affrettata. È vero che esistono le categorie, ma Padova è una piazza importante che nulla ha a che fare con la Lega Pro, come constatavo anche da giocatore. Vanno conosciuti obiettivi e programmi – prosegue – ma contano la professionalità e la serietà delle persone, per cui per la società veneta c’è già un buon punto di partenza e non mi precludo alcuna possibilità». In più D’Aversa attua il 4-3-3, modulo su cui dovrebbe in futuro puntare il Padova: «È quello che preferisco, anche se contano soprattutto la mentalità e le caratteristiche dei giocatori».
Ore 10.30 – (Gazzettino) Una poltrona per tre. Sfumato Bruno Tedino, obiettivo mai nascosto per la panchina del Padova, in casa biancoscudata si vira su altri profili, con il terzetto Petrone, D’Aversa e Brevi in ballo per prendere il posto di Pillon. Giorgio Zamuner, ufficialmente nuovo direttore generale e responsabile dell’ area tecnica, martedì sera era a Pordenone per la cena di fine stagione della squadra di cui è stato quest’anno consulente di mercato. L’idea era quella di provare eventualmente a sferrare un ultimo attacco per arrivare a Tedino, ma il proposito è subito svanito. «In effetti – ammette l’ex procuratore – non ho nemmeno affrontato il discorso, avendo intuito che non ce n’erano i margini». L’attenzione è stata così spostata su altri fronti e tornano d’attualità i nomi di tre allenatori già sondati nei giorni scorsi. «Arriverà uno di loro. Per telefono li avevo già sentiti e venerdì, dopo la giornata di festa, ne incontrerò un paio».
Ore 10.20 – (Gazzettino) È stato lo stesso Tedino, in una nota congiunta con il presidente Lovisa, a comunicare ieri la sua decisione di restare. «Allenare il Pordenone, casa mia, è speciale – si legge – e ringrazio presidente e soci per la grande stima che mi hanno ribadito in questi giorni. Sono orgoglioso di proseguire il progetto assieme a uno staff che tanto mi ha dato». Un esito che era nell’aria, anche dopo le dichiarazioni rilasciate ieri al Gazzettino da un arrabbiato Lovisa che aveva usato parole piuttosto pesanti a chiudere la vicenda, parlando di calcio malato in cui una stretta di mano non basta più, annunciando di puntare a un campionato non inferiore a quello dei biancoscudati che, per avere Tedino, avrebbero dovuto portare «un assegno chilometrico». «Penso fosse una battuta – commenta il presidente Giuseppe Bergamin, che lunedì sera a Tv7 Triveneta aveva fatto presente di essersi sentito con lo stesso patron prima di ogni mossa relativa a tesserati neroverdi – a cui replico dicendo che il nostro assegno sarebbe stato corto corto…. Non ho colto un tono polemico, anche perché so come è fatto e quando ci parliamo è particolarmente tranquillo». Così sulla scelta presa: «Penso sia stata anche una decisione dell’allenatore e la squadra era con lui per cui è giusto che sia rimasto. Non c’è alcun problema e non si è consumata alcuna frattura». Da Pordenone potrebbe invece arrivare, via Cesena con cui ha ancora un anno di contratto, il ventiquuattrenne Andrea Ingegneri, centrale difensivo e all’occorrenza terzino sinistro.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Zamuner, a riguardo, non usa mezzi termini: «Credo che il prossimo allenatore del Padova sarà uno di questi tre». Il Padova è nella complicata ragnatela di trattative che sta animando la Lega Pro. Alcune panchine sono già state assegnate: la Cremonese si è affidata a Tesser, mentre Sottili, ex Bassano, si è accasato ad Arezzo. E c’è lo stesso Bassano, adesso, a far concorrenza a Zamuner: la società di Renzo Rosso sta scegliendo il prossimo tecnico, e tra i papabili, oltre ad Alessandro Dal Canto e Carlo Sabatini, c’è proprio Mario Petrone. Tonino Asta (ex Bassano e Lecce) dovrebbe finire alla Feralpi Salò, mentre il Sudtirol si trova in difficoltà dopo aver sondato Longo (finito alla Pro Vercelli) e Sassarini (andato a Pesaro) e valuta Scienza e Tacchinardi. Colella potrebbe tornare a Como, dopo essersi lasciato col Renate. E proprio i nerazzurri hanno sondato anche Carmine Parlato: se il matrimonio si farà, il Padova si libererà del suo stipendio per la prossima stagione.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Tedino, quindi, rimarrà a Pordenone agendo “alla Ferguson”, lavorando sia in panchina che dietro la scrivania: «Allenare il Pordenone, casa mia, è speciale», le parole del tecnico neroverde, «Sono orgoglioso di proseguire il progetto». «Entro mercoledì prossimo conto di prendere una decisione», spiega Zamuner all’indomani del “niet” incassato per Tedino. “Ho qualche incontro già in programma nei prossimi giorni». La rosa dei candidati è ristretta a tre profili: il primo è quello di Mario Petrone, ancora sotto contratto con l’Ascoli, tecnico reduce dalle promozioni con San Marino, Bassano e, appunto, Ascoli (dal quale è stato esonerato a ottobre, in Serie B); poi c’è Roberto D’Aversa, ex tecnico del Lanciano, attualmente il più probabile dei tre, che in caso di sbarco a Padova riporterebbe in Veneto per la terza volta Andrea Tarozzi, suo vice, già giocatore del Padova dal 2004 al 2006 e vice di Pea quattro stagioni fa; infine Oscar Brevi, esonerato nell’ultima stagione da un Rimini in pieno caos societario.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il primo assalto è andato a vuoto. Bruno Tedino, il tecnico del Pordenone dei miracoli che il nuovo direttore generale biancoscudato Giorgio Zamuner avrebbe voluto portare con sé sulla panchina del Padova, rimarrà in neroverde. E la caccia al nuovo tecnico del Padova, dopo il muro alzato dal presidente friulano Mauro Lovisa, rimane aperta e si restringe a tre profili inserendosi nel già di per sé intricato valzer di panchine che sta animando la Lega Pro. L’incontro con il patron neroverde Lovisa, due sere fa, non è stato efficace: «O mi danno un pacco di soldi, oppure Tedino non si muove», ha tuonato il patron friulano. Che nel pomeriggio di ieri, quindi, ha diramato un comunicato ufficiale per chiarire la questione una volta per tutte: «Il Pordenone ripartirà da basi solidissime: Tedino e il suo staff tecnico. Tedino agirà anche da manager, scegliendo i giocatori d’intesa con il presidente».
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) «Il nuovo Padova non sarà un Pordenone-bis», aveva garantito Zamuner il giorno della sua presentazione. Ma non è escluso che almeno uno o due innesti possano arrivare proprio dal Friuli. Il nome buono per la retroguardia biancoscudata, infatti, potrebbe essere quello di Andrea Ingegneri, venticinquenne difensore ravennate, esploso in B con il Cesena due stagioni fa e poi passato da Bassano e Pordenone. Può ricoprire, in una retroguardia a quattro, la posizione di centrale indistintamente destro o sinistro. È di proprietà del Cesena, ma tra un anno andrà in scadenza e non è escluso che possa arrivare una risoluzione anticipata: il suo arrivo cautelerebbe la società anche in caso di partenza di Diniz, per cui le sirene del Vicenza, dopo il cambio societario, si stanno facendo forti. Il suo arrivo a Padova, in ogni caso, verrà vagliato quando si conoscerà il nome del prossimo allenatore.Chi non ha bisogno di particolari “placet”, invece, è Neto Pereira: rinnoverà il contratto indipendentemente da chi guiderà la squadra.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Il profilo che affascina maggiormente è quello di Mario Petrone, reduce da tre promozioni con San Marino, Bassano e Ascoli negli ultimi cinque anni e che tuttavia è sotto contratto con l’Ascoli, oltre ad essere inseguito con decisione dal Bassano. La rescissione col club marchigiano è il primo passo, ma il rapporto strettissimo di Zamuner con Oscar Brevi potrebbe far pendere l’ago della bilancia verso quest’ultimo. Che fece bene a Catanzaro, che fu esonerato a Ferrara dalla Spal per questioni non strettamente tecniche e che non ha preso un euro prima di un nuovo esonero nella brevissima esperienza di Rimini dell’ultima stagione. Poi c’è Roberto D’Aversa, emergente, che nell’ultimo anno ha allenato il Lanciano, a sua volta esonerato. Antonino Asta sembra diretto verso Salò, ma di firme non si parla ancora. Una cosa è certa. In attesa di chiarire il tutto, è di ieri la notizia dell’incontro fra Carmine Parlato e il Renate. Che, per sostituire Giovanni Colella, ha messo in cima alla lista proprio l’allenatore campano. Che però ha preso tempo. Il Padova spera in un esito positivo, in modo da liberare ulteriori risorse togliendosi almeno in parte un contratto in essere da circa 60mila euro annui. Per Zamuner un inizio decisamente in salita, aspettando i rinnovi di Diniz e Neto Pereira, valutando quello di Fabiano e altri addii praticamente certi (Dionisi).
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Fumata nera, anzi nerissima. Considerate le dichiarazioni del patron del Pordenone Mauro Lovisa di appena poche ore prima, quelle recapitate nella conferenza stampa di presentazione da nuovo direttore generale con delega all’area tecnica da parte di Giorgio Zamuner sembravano frasi di circostanza: «Posso confermare senza problemi che stiamo provando a prendere Bruno Tedino, ma credo che difficilmente si libererà, quindi stiamo già vagliando anche altri profili». Detto, fatto. Nello spazio di 24 ore il patron del Pordenone Mauro Lovisa è andato su tutte le furie e, contraddicendo quanto riferito domenica sera alla stampa, ha blindato definitivamente Tedino. Uno scenario tutt’altro che sorprendente, considerato il carattere focoso del personaggio e tutto sommato anche comprensibile. Tedino è sotto contratto fino al 30 giugno 2018, il fatto che si punti su di lui non suona certo come una bestemmia. E ieri è arrivato pure un comunicato ufficiale, a sancire il nuovo corso neroverde, con l’allenatore elevato a manager all’inglese. Respinte, dunque, le lusinghe di Zamuner, che ha incontrato martedì sera Lovisa, ricevendo un no su tutta la linea. Un no netto e senza possibilità di ripensamento, che tuttavia non trova impreparato il neo dg.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica finale: Cittadella 76, Pordenone 65, Bassano 62, Alessandria 57, Padova 54, Cremonese 53, Reggiana 52, FeralpiSalò 50, Pavia 49, SudTirol 44, Renate 43, Giana Erminio e Lumezzane 42, Pro Piacenza 39, Cuneo e Mantova 34, AlbinoLeffe 20, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentaquattresima giornata: Cremonese-Cuneo 2-1 (Sansovini (Cr) al 15′ st, Brighenti (Cr) al 22′ st, Cavalli (Cn) al 38′ st), FeralpiSalò-Pavia 1-3 (Manconi (Pv) al 9′ st, Ferretti (Pv) al 13′ st, Romero (Fs) al 35′ st, Ferretti (Pv) al 44′ st), Lumezzane-Pro Piacenza 0-0, Mantova-AlbinoLeffe 1-1 (Gonzi (Mn) al 25′ pt, Magli (Al) al 33′ pt), Padova-Alessandria 4-0 (Fabiano (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 23′ pt, Altinier (Pd) al 25′ pt e al 1′ st), Pordenone-Giana Erminio 3-1 (Bruno (Ge) al 12′ pt, Beltrame (Pn) al 16′ pt e al 2′ st, Valente (Pn) al 36′ st), Reggiana-Bassano 2-2 (Mignanelli (Re) al 47′ pt, Momenté (Ba) al 27′ st, Alessi (Re) su rigore al 37′ st, Cenetti (Ba) al 46′ st), Renate-Pro Patria 3-1 (Napoli (Re) al 3′ pt, Teso (Re) al 10′ pt, Santana (Pp) al 35′ pt, Ekuban (Re) al 20′ st), SudTirol-Cittadella 2-3 (Fink (St) al 5′ pt, Tait (St) al 11′ pt, Litteri (Ci) al 12′ pt, Paolucci (Ci) al 43′ pt, Coralli (Ci) al 25′ st).
Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
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