«Se il Padova vuole Tedino deve venire da me con un assegno chilometrico che va da Padova fino a Pordenone e ci deve essere una cifra di almeno un milione di euro. Altrimenti Tedino fa per due anni il giardiniere se non vuole rispettare il contratto». È un fiume in piena il presidente Mauro Lovisa del Pordenone quando lo contattiamo al telefono nel tardo pomeriggio di ieri per chiedergli dell’eventualità di lasciare partire l’allenatore che ha guidato i friulani fino a un passo dalla finale play off. E se il patron manterrà fede alla sue parole, c’è da giurare che non sia andato a buon fine il tentativo fatto ieri sera da Giorgio Zamuner, fresco d’investitura biancoscudata, in occasione della cena di fine stagione dei friulani.
«La mia posizione è molto ferma, decido io il futuro di Tedino. È sotto contratto e deve rispettarlo: ha rinnovato da poco per altri due anni e gli ho anche ritoccato le cifre sul contratto. Sono stufo di questo calcio che è malato: io vengo da una famiglia seria, e quando do una stretta di mano vale quella. Bisogna essere seri nella vita. Anche Strizzolo: avevamo raggiunto l’accordo per altri due anni, e mi è appena venuto a dire che ha cambiato idea. Adesso basta, stiamo esagerando. Anche l’anno prossimo vogliamo fare un campionato dignitoso, di sicuro non inferiore a quello del Padova. Entro due-tre anni voglio andare in serie B e realizzare un nuovo stadio».
Insomma, la strada che porta a Tedino sembra proprio sbarrata. Il che significa che Zamuner si dovrà buttare a capofitto su altri profili, peraltro già individuati. E che devono sposare la sua idea di calcio, ossia quella di una squadra che faccia un calcio propositivo, che aggredisce alta e che vada al tiro con facilità. Della serie, meglio rifilare sei gol agli avversari, anche se si rischia di prenderne tre. Le alternative sul piatto sono quelle che circolano già da giorni, e tutte sono gradite al direttore biancoscudato. Petrone ha dalla sua il vantaggio di avere già ottenuto il salto in serie B con l’Ascoli, mentre D’Aversa si è messo in evidenza alla guida del Lanciano. Senza dimenticare Brevi che ha un rapporto quasi fraterno con Zamuner e che con il Catanzaro ha dato il meglio, prima di incappare in due esperienze poco felici con Spal e Rimini. Poi c’è Asta, anche se nelle ultime ore la sua candidatura potrebbe avere perso quota dato che sembra essere in pole position per la panchina del Feralpi Salò.
(Fonte: Gazzettino, Pierpaolo Spettoli)