Non siamo ancora agli addii, ma lui è consapevole che l’ipotesi non è poi così remota. Alessandro Sgrigna, con la schiettezza di sempre, non ha il timore di affrontare la realtà. «Se rimarrò nella prossima stagione? Non dipende da me, ma dal Cittadella», spiega il trequartista romano. «Sono in scadenza di contratto e rimarrei volentieri, ma se il direttore e l’allenatore prenderanno altre decisioni non mi resterà che accettarle». Ha più avuto modo di confrontarsi con loro dopo la festa di fine stagione dello scorso 23 maggio? «Personalmente no, ma il mio procuratore si è visto con Marchetti a Sassuolo nel corso delle finali del campionato Primavera e so che a breve s’incontreranno ancora». Sembra abbastanza fatalista. «Potrebbe essere difficile rimanere, il calcio è questo. Io sono integro fisicamente, ma ho 36 anni e in Serie B occorre tener conto che non si possono tesserare più di 18 giocatori sopra i 21 anni. In più, ha appena rinnovato Chiaretti, che gioca nel mio ruolo». Accetterebbe un altro campionato alle spalle del fantasista brasiliano? «Vivrei malamente la panchina. Io credo di poter giocare ancora per altre due stagioni. E questi ultimi due anni di carriera vorrei passarli giocando, altrimenti tanto vale finirla subito qua». Radiomercato ha accostato il suo nome a piazze non troppo lontane da Vicenza, dove i vive, come Pordenone e Venezia. «A me non risultano contatti, vedremo se ci saranno, ma è prematuro parlarne ora». Quindi cosa c’è nel futuro di Sgrigna? «Per adesso le vacanze. Aspetto che mia figlia affronti gli esami di terza media, poi ci trasferiremo nella casa al mare, a Rosolina». Per regolamento, il Cittadella dovrà avere in rosa almeno due giocatori “bandiera”: il primo con alle spalle quattro stagioni di militanza nella squadra, il secondo con tre. In casa granata, però, oltre a Sgrigna (due stagioni dal 2003 al 2005, condite da 25 gol, e due dal 2014 al 2016, con altre 9 reti), pure Coralli, Iori e Paolucci (l’unico sotto contratto per il prossimo campionato) rispondono a queste caratteristiche. Ci sarà una “bandiera” in meno nella prossima stagione?
(Fonte: Mattino di Padova)