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Ore 21.10 – (Il Piccolo) Parte il piano strategico della Triestina per scovare gli under utili alla prima squadra per il prossimo campionato, e arruolare quei giovani che potranno costituire l’asse portante della prossima formazione Juniores. Quest’ultima necessità, avrà poi una seconda puntata a luglio, che coinvolgerà anche la ricostruzione del vero e proprio settore giovanile a partire dai più piccoli. Ma andiamo con ordine. Da lunedì 6 a giovedì 9 giugno, come già annunciato da Mauro Milanese, si svolgerà uno stage per calciatori nati dal 1996 al 2000 provenienti da fuori Trieste (le iscrizioni sono chiuse). I nati nel 1996, ’97 e ’98 saranno ovviamente valutati per il settore degli under prima squadra, mentre quelli del 1999 e 2000 per la Juniores. La prima giornata, quella del 6 giugno, si svolgerà sul campo di Prosecco, mentre le tre giornate seguenti si terranno sul terreno dello stadio Rocco (la società alabardata ha provveduto tramire la sua pagina Facebook a ringraziare il Comune per la disponibilità). Si tratterà, bene chiarirlo subito, di uno stage affollatissimo e molto variegato. Si parla infatti di una settantina di ragazzi in tutto, provenienti da ogni parte del mondo. Una parte ovviamente è di nazionalità italiana, pare proveniente da settori giovanili di una certa importanza, ma ci sarà anche un gran numero di stranieri dalla provenienza più varia: Brasile, Romania, Belgio, Ungheria, Svizzera e altro ancora. La selezione è frutto delle segnalazioni e delle proposte di una rete di osservatori e di amici di Milanese e del consulente Tony Iannotti che lavorano nel settore. Qualche ragazzo lo si conosce già, ma lo si vuole vedere bene all’opera e appurare le attuali condizioni, altri saranno tutti da scoprire. Ma di certo il materiale è quantitativamente imponente ma sembra anche qualitativamente importante, per cui qualche buon nome per la prossima stagione dovrebbe uscire di sicuro. Ma non sarà finita qui per quanto concerne i giovani. La Triestina infatti ha previsto anche uno stage per i ragazzi Juniores, Pulcini ed Esordienti della zona di Trieste, che è previsto alla fine dell’anno scolastico ed al termine della stagione calcistica: al momento questo stage è fissato nelle due mattinate di sabato 9 luglio e domenica 10 luglio. Per quanto riguarda invece i più piccoli, ovvero il settore dei Primi Calci, non sono previsti provini ma basterà la pre-iscrizione. I dettagli di questo secondo stage saranno pubblicati sulla pagina Facebook della Triestina nelle prossime settimane, quando saranno definiti nel dettaglio il luogo di svolgimento (lo stadio Rocco sarà confermato dopo aver ricevuto le autorizzazioni comunali), le annate, gli istruttori ed il programma definitivo. La Triestina fa sapere che Primi Calci, Pulcini, Esordienti e Juniores potranno pre-iscriversi esclusivamente dall’1 luglio inviando una e-mail alla segreteria della sede info@ustriestinacalcio1918.it specificando nome e cognome, anno di nascita, numero di telefono, e-mail e società di appartenenza specificando nell’oggetto: Stage. Per quanto riguarda la categoria Juniores, i ragazzi dovranno dimostrare di non essere tesserati a titolo definitivo.
Ore 20.40 – (Corriere delle Alpi) Davide Solagna tra Belluno e San Giorgio Sedico. Il portiere del Belluno sta valutando in questi giorni il suo futuro. Dopo aver parlato con il direttore sportivo gialloblù Augusto Fardin, la situazIone non si è ancora sbloccata e il futuro di Solagna è ancora in bilico. La sensazione è che il ragazzo voglia rimanere in Piazzale della Resistenza, ma la società vorrebbe puntare su due estremi difensori giovanissimi. I nomi più probabili sono quelli di Nicola Borghetto, 1999 della Liventina, e Matteo Menegazzo, 1998 del Pordenone. Se così fosse, le strade per Solagna sarebbero chiuse, nostante l’addio di Gabriele Brino.. «Ho fatto due parole con il direttore Fardin, ma è ancora troppo presto per parlarne – commenta Solagna – diciamo che la situazione è ancora in alto mare. Ad oggi direi che la possibilità di rimanere o andare via è al 50%. Il mio cartellino è del Belluno, sono arrivato qui quattro anni fa dal Treviso. Vedremo cosa succede, in base anche se arriverà come sembra un 1998 come portiere». Il San Giorgio Sedico è una possibile destinazione? «Ho sentito di questo interesse da parte dei sedicensi – spiega Solagna – se non rimarrò al Belluno è sicuramente una possibilità che valuterò». Come valuti la tua stagione personale appena conclusa? «Sicuramente positiva, nonostante l’infortunio al menisco patito ad ottobre, che non mi ha permesso di giocare tutte le partite, penso di aver giocato una buona stagione sbagliando poco e questo è importante per un portiere. Sicuramente ho commesso qualche errore a Venezia e Campodarsego ma il resto della stagione è andato bene, nel girone di ritorno ho sempre giocato io praticamente». Cosa pensi invece del campionato del Belluno? «Abbiamo fatto una grande stagione nonostante alcune difficoltà – spiega Solagna – non siamo mai stati praticamente tutti e 20 effettivi disponibili e in alcuni periodi abbiamo incontrato delle difficoltà ma le abbiamo sempre superate. Abbiamo avuto un periodo di flessione dopo che ci siamo qualificati matematicamente ai playoff ma penso che ci possa stare dopo un’intera stagione giocata ad alti livelli. Abbiamo dimostrato di tenerci a fare bene i playoff nonostante sapessimo che anche un’eventuale vittoria non ci avrebbe portato in Lega Pro». Giovanni Pescosta confermato. Il difensore gialloblù classe 1996, protagonista nel Belluno prima squadra ormai da due stagioni, sarà ancora a disposizione di mister Vecchiato la prossima stagione, anche se tutto dipenderà ancora una volta dall’università. Se “Pesco” dovesse entrare a medicina le cose potrebbero cambiare, ma non ci saranno novità per qualche mese. Chi rientra ufficialmente alla base dopo svariati prestiti tra Feltrese, San Giorgio Sedico e Plavis è il giovane Marco Schiocchet, classe 1997, che si giocherà un posto con gli altri fuoriquota del Belluno.
Ore 20.10 – (La Provincia Pavese) «Sulle vicende relative al Pavia calcio sono sempre stato molto cauto. Lo dico da sindaco e da tifoso abbonato». L’incertezza sul futuro della squadra preoccupa i tifosi e non lascia indifferente Massimo Depaoli. «Raccomandavo cautela quando si parlava di uno stadio gigantesco e quando si lanciavano proclami da Champions league – prosegue il sindaco – . E ora bisogna aspettare». Depaoli spiega di non aver rapporti con esponenti della società azzurra da diverse settimane. «Ho solo incontrato il dottor Wang in occasione della presentazione di Casa Pavia – riprende il sindaco -. In precedenza il dottor Bignotti, il direttore generale, avrebbe dovuto venire in commissione a parlare del progetto dello stadio, ma prima ha rimandato, poi non si più fatto sentire». Il sindaco-tifoso è dispiaciuto per l’andamento della stagione: «E’ finita con i remi in barca. La conseguenza – commenta – degli eccessivi cambiamenti. Prima è stato cambiato l’allenatore, a dicembre è stato cacciato e sostituito, poi hanno cambiato mezza squadra, poi un altro allenatore…. Un’annata senza stabilità. E le conseguenze le abbiamo viste». Un altro che suggerisce calma è il presidente del Pavia Club Virginio Negri, Massimo Tacconi: «Bisogna aspettare la conferenza stampa di domani per capire quali scenari si apriranno per la nostra società e avere certezze dopo tante voci che circolano in città. Una certezza sportiva è che l’errore iniziale di tutta questa situazione è stato quello commesso un anno fa con l’esonero del tecnico Riccardo Maspero a una giornata dal termine del campionato e prima dei play off. Su quella squadra – continua Tacconi – che partita da zero e aveva divertito e riacceso l’entusiasmo del pubblico e della città si sarebbero potuti fare tre-quattro innesti e giocarsela concretamente per un obiettivo importante. A parte le dichiarazioni del presidente più che alla Champions League alla serie B ci si poteva pensare concretamente con una programmazione che non c’è stata sulle basi che erano state gettate. E invece – continua il presidente del Pavia Club Viriginio Negri – anche in questa stagione sono stati commessi un errore via l’altro: prima con l’esonero di Marcolini, che non era l’unico colpevole della situazione, poi una dirigenza all’altezza ha fatto il resto con continui cambiamenti tra allenatori e giocatori. E il risultato finale si è visto quale è stato. Ora non possiamo che attendere con trepidazione quanto sarà detto dalla società nella giornata di domani. Capiremo se le cose non vanno effettivamente e se ci sarà, o meno, solo un ridimensionamento. L’importante è che le cose siano dette come stanno: se si dovrà accontentarsi di obiettivo ben diverso da quelli annunciati in questi due anni. Noi tifosi ci siamo e quando, per esempio come club abbiamo attaccato la società era per quello che vedevamo che non andava, ma sempre per il bene del Pavia».
Ore 19.40 – (Gazzetta di Mantova) Tante novità sono scaturite dall’assemblea delle società di Lega Pro che si è tenuta ieri a Firenze e nella quale il Mantova è stato rappresentato dal direttore operativo Matteo Togni. «È stato confermato – spiega il dirigente biancorosso – che i gironi del prossimo campionato non saranno più divisi geograficamente fra nord, centro e sud. In ogni girone ci saranno squadre di ogni zona d’Italia. Per moderare i costi delle società, sono stati inoltre stretti accordi di collaborazione con le Ferrovie dello Stato e altri fornitori, fra i quali 4mila strutture alberghiere». È stato inoltre ufficializzato il passaggio a pagamento della trasmissione in diretta delle gare sul sito Sportube.tv. Sono state presentate tre proposte di abbinamento pensate per i club e i tifosi: 23,90 euro tutte le partite in trasferta di una singola squadra; 39,90 euro tutte le partite in casa e in trasferta di una singola squadra e la singola gara a 2,90 euro. Si è parlato poi anche del tema ripescaggi. Il presidente Gravina ha confermato che il format della Lega Pro sarà riportato a 60 squadre. Ma i club che vorranno essere ripescati dovranno comunque versare una “tassa” a fondo perduto. Fino alla passata stagione questa cifra era di 500mila euro, ma si sta trattando per abbassarla. È difficile, comunque, che si possa arrivare al di sotto dei 200mila euro.
Ore 19.20 – (Gazzetta di Mantova) Sul fronte dei tanti gruppi interessati a rilevare in tutto o in parte il Mantova non ci sono grandissime novità. Ciò che ribadisce il dg Gianfranco Bernasconi è che «chi vuole presentare offerte dovrà farlo entro il 9 o al massimo il 14 giugno, giorni in cui si dovrebbe tenere il cda decisivo sul futuro del club». Arrivati a quel punto, dunque, si tireranno le somme senza attendere oltre. Al momento l’unica offerta concreta sul tavolo è quella di Claudio Dondi, con cui i dirigenti mantovani stanno dialogando da mesi. Si attende poi nei prossimi giorni l’incontro con l’imprenditore vicentino Roberto Masiero, presentato da Fabrizio Lori e intenzionato anch’egli a rilevare il 100% dell’Acm. E novità si aspettano anche dalle due piste asiatiche che sta seguendo patron Serafino Di Loreto. Con l’intermediario Nanni Meazza, che ha portato al Martelli l’imprenditore cinese Zhonghe Ye i contatti sono giornalieri, ma non è certo che i tempi stretti del Mantova siano compatibili con le intenzioni dello stesso Ye. Fra oggi e domani, poi, ci potrebbero essere passi avanti sulla pista malese, anch’essa seguita da Di Loreto. A completare il quadro, poi, c’è un’altra trattativa, che sta portando avanti il dg Bernasconi: «Diciamo che ci sono alcuni imprenditori mantovani che potrebbero essere interessati a darci una mano. Ma al momento siamo soltanto a livello di colloqui preliminari» . Quest’ultima soluzione comporterebbe la permanenza della Sdl e del presidente nel Mantova. Nel frattempo, circolando la voce della possibile cessione del Mantova, nell’ambiente calcistico spuntano a mazzi i nomi di possibili nuovi imprenditori interessati. Fra questi ci potrebbe essere l’industriale bresciano Livio Cavagna, che già anni fa si avvicinò all’Acm.
Ore 19.00 – (Gazzetta di Mantova) «Stiamo valutando tutte le possibili soluzioni ma, in un modo o nell’altro, faremo sì che il Mantova non muoia e che non finisca in mani sbagliate». La promessa pubblica, rivolta al popolo biancorosso su sollecitazione della Gazzetta, è del presidente Sandro Musso, che dopo la gioia per la salvezza acciuffata ai playout si sta ora preoccupando di assicurare un futuro al club di Viale Te. «La cosa più importante è essersi salvati al termine di una stagione molto sofferta, che per fortuna però ci ha regalato un epilogo bello – dice il numero uno dell’Acm -. Questo però non basta e ne siamo consci. Adesso dobbiamo fare in modo che il Mantova vada avanti». E sul tema Musso confessa di non avere ancora certezze granitiche: «La settimana prossima dovremo incontrare i soci mantovani Bompieri, Tirelli e Giovanardi – spiega Musso – e per quel momento speriamo di avere da raccontare loro qualcosa di concreto. A oggi, infatti, ci sono tanti discorsi in piedi ma nulla che ci possa far dire con sicurezza che abbiamo la soluzione giusta in mano». «Fra l’altro – aggiunge il presidente -, i tempi stringono perché davanti abbiamo scadenze, economiche ma soprattutto calcistiche, da rispettare. Non si può certo arrivare a luglio per fare un progetto tecnico e lavorare alla costruzione della nuova squadra». In questi giorni, comunque, la società sta lavorando su più piani e a confermarlo c’è il discorso in atto con l’ex responsabile del vivaio Stefano Cortesi, che potrebbe tornare al timone del settore giovanile: «Lui e alcuni imprenditori suoi amici hanno presentato un piano per rilanciare il vivaio – spiega Musso – e potrebbe essere una pista percorribile». E se questa idea dovesse andare in porto, l’attività di base del Mantova si sposterebbe al Goparc di Bagnolo San Vito. E in biancorosso tornerebbe quasi sicuramente anche il ds Gabriele Monelli, per collaborare con Cortesi. La domanda che si pone la piazza sul futuro, però, è ineludibile: se nessun acquirente dovesse avere le caratteristiche necessarie per garantire un domani sereno al Mantova, esiste la possibilità che Musso, la Sdl e i soci mantovani vadano avanti da soli? Musso sul tema non si butta via, ma resta molto cauto: «È chiaro che l’unica cosa non accettabile è che il Mantova non abbia un futuro. Questa eventualità dovremo impedirla ad ogni costo. Come riuscirci lo capiremo però nei prossimi 7-10 giorni e vi garantisco che valuteremo a fondo qualsiasi soluzione possibile. Parleremo con tutti, ci confronteremo anche al nostro interno fra soci del Mantova e alla fine tireremo le somme».
Ore 18.30 – (Giornale di Vicenza) Stefano Sottili da ieri è ufficialmente il nuovo allenatore dell’Arezzo. La svolta, nell’aria, era attesa da alcuni giorni, da quando cioè era stato formalizzato il divorzio con il Bassano. Che adesso proseguirà con la ricerca del nuovo allenatore, con Moreno Longo che piace moltissimo ma che ha richieste in Serie B (Pro Vercelli e Carpi). Le alternative maggiormente da tenere in considerazione restano Luca D’Angelo, Valerio Bertotto, Alessandro Dal Canto e Carlo Sabatini. Nel frattempo ieri è andato in scena l’Assemblea di Lega Pro, che precede il Consiglio federale del prossimo 7 giugno. Queste le principali novità: si ritorna, almeno nelle intenzioni, alle 60 squadre, si procederà dunque ai ripescaggi, verrà mantenuto il contributo a fondo perduto (forse abbassato a 300mila euro, ma non è certo), le partite su Sportube saranno a pagamento, potrebbero essere allargati i playoff con un posto riservato alla vincente della Coppa Italia di Lega Pro se non già presente nella griglia e verrà mantenuta la divisione dei gironi in orizzontale, con qualche modifica relativa ai club partecipanti.
Ore 18.00 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) I complimenti ai neroverdi non li aveva lesinati già la prima volta: era arrivato a paragonare la squadra del Noncello al Leicester di Ranieri. Alla seconda occasione concede il bis. Gennaro Gattuso rende onore agli avversari superati nella semifinale playoff di LegaPro. «Abbiamo tenuto testa e gambe sulla fase difensiva – analizza il tecnico del Pisa -, per paura di subire gol nei primi minuti e parlare poi di una gara diversa». – Poi, invece? «Il Pordenone ci ha messo in difficoltà – ammette l’ex milanista -, anche ottenendo calci piazzati. Siamo stati fortunati. Con orgoglio abbiamo terminato la partita senza prendere reti sul campo dei neroverdi, cosa accaduta ben poche volte in campionato. Avevamo tutto da perdere e niente da guadagnare». – Pensieri orientati alla Puglia, Foggia in particolare? «Non prima di ribadire i complimenti al Pordenone – puntualizza -. E, senza voler fare alcuna polemica, li estendo ai raccattapalle. La partita sembrava un flipper, perché quando usciva un pallone passavano pochi secondi e già era rimesso in gioco». – Così come la sua squadra perdeva tempo? «Niente polemiche. A volte abbiamo ritardato i rinvii, per gestire meglio i tre gol di vantaggio. Come credo chiunque avrebbe fatto al nostro posto». Rimanendo in argomento di complimenti, non passano inosservati quelli resi pubblici da Gigi Simoni verso lo stesso Gattuso, in relazione all’impegno con i ramarri. Il presidente della Cremonese, che fino alla scorsa settimana aveva Fabio Rossitto come allenatore, a Pisa vive con la famiglia ed è stato artefice di due promozioni in serie A, ai tempi di Romeo Anconetani. «Domenica scorsa ero all’Arena – racconta Simoni – e ho visto il Pisa dominare contro una buona squadra. Con la Cremonese eravamo nel girone del Pordenone e posso dire che quella di Tedino è una bella compagine. Da tifoso, alla vigilia della gara, avevo paura dei neroverdi: credevo fosse un incontro più difficile».
Ore 17.40 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Passate 24 ore da Pordenone-Pisa, ecco già il mercato. E le prime partenze. Ufficiale quella del consulente Giorgio Zamuner, praticamente segnata quella del bomber Luca Strizzolo. Sono le prime operazioni in uscita del Pordenone, alle prese con l’addio – già annunciato da settimane – di uno degli artefici del miracolo. Da ieri, infatti, Giorgio Zamuner è diventato il nuovo direttore generale e responsabile dell’area tecnica del Padova. Lo seguirà con ogni probabilità Marcelo Mateos, che lascerà Pordenone dopo metà stagione da giocatore e due intere da dirigente. L’altro addio imminente farà ancora più parlare. Luca Strizzolo, infatti, è a un passo dal trasferimento nel Padovano. Ma non al Padova, in Legapro, bensì al Cittadella neopromosso in serie B. Ecco la grande occasione che aspettava l’attaccante friulano. Il suo contratto è in scadenza e per il club granata della famiglia Gabrielli l’occasione è troppo ghiotta per essere vera. Strizzolo è migliorato in maniera esponenziale durante l’annata con Bruno Tedino e ora è chiamato a capitalizzare i progressi nella serie cadetta. L’operazione sarà conclusa entro i primi giorni di mercato, e dopo De Cenco – passato al Trapani – saluterà anche l’altro miglior marcatore della stagione. Gli altri movimenti sono legati poi sia alla partenza di Giorgio Zamuner che a quella – paventata – di Bruno Tedino. Matteo Tomei, ad esempio, avrebbe la strada spianata verso il Padova, piacendo sia all’ex consulente neroverde che al tecnico ex Sandonà. Altre situazioni, invece, saranno legate ai contratti in essere con il Pordenone. Insomma, il club di Lovisa avrà due strade: resistere agli assalti oppure cercare di monetizzare il più possibile gli exploit dei giocatori. Mandorlini e Pasa piacciono al Padova (così come Stefani che però ha anche altre offerte), Pederzoli al Venezia, Cattaneo ha addosso gli occhi della Reggiana. Nicola Valente, che ha cucito addosso un biennale, dovrebbe invece restare. Da valutare i prestiti: Martin dovrebbe restare a Pavia, si tratterà per Beltrame. Intanto il giudice ha comminato due giorni di squalifica a Marchi.
Ore 17.20 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Le 17.48 di domenica, 29 maggio, sono state come le 24 di ogni 31 dicembre. Si fa festa per l’anno che se n’è andato, con qualche rimpianto per le cose buone che ci ha portato, e si spera che quello nuovo sia ancora migliore. Così il popolo neroverde, dopo i tre fischi di Mainardi da Bergamo che hanno chiuso la stagione 2015-16 del ramarro. Stagione comunque memorabile, fino alle due gare di semifinale playoff per la promozione in B. Un livello mai raggiunto prima nella storia del ramarro. ULTIMO GRAZIE – Delle cose buone e già passate è già stato scritto e detto tutto. Uniamo idealmente ancora una volta re Mauro, società, staff tecnico, giocatori e addetti ai lavori per tributare loro il giusto ringraziamento per le emozioni che ci hanno fatto vivere. «Soprattutto a coloro – ricorda sempre il tifoso numero uno Sergio Bolzonello – che hanno vissuto anche i giorni più tristi, sui campetti di periferia e fuori dai tribunali fallimentari». FINESTRA SUL FUTURO – Ora però guardiamo avanti. Il futuro del ramarro è cominciato subito dopo la festa. Come crescerà il pargolo nato domenica, dopo 9 mesi di felice gestazione? Ha già un futuro consolidato da grande? Oppure dovremo ricordare a lungo la meravigliosa stagione del playoff con il Pisa come i «vecchi» ancora rammentano quella dello spareggio del 1970 con il Trento? Cominceremo a scoprirlo già nelle prossime ore. Tedino, uno degli artefici principali della galoppata, resterà o seguirà Zamuner (oggi la presentazione) e Mateos a Padova? Preferirà il progetto da definire di Mauro Lovisa o i fondi e le consolidate certezze di una piazza di grandi tradizioni? E, se deciderà di andarsene, quanti dei «suoi» uomini lo seguiranno? Quanti senza di lui si dirigeranno verso altri lidi? Il popolo neroverde confida nelle parole di re Mauro. «Io vorrei che Bruno rimanesse per portare a termine il progetto – ha detto – ma non trattengo nessuno a forza». Non solo, riprendiamo anche un suo pensiero costante: «Tecnici e giocatori vengono e vanno. Ciò che resta sempre è la società e la maglia». QUESTIONE TECNICA – In altra sede c’è il totopartenze. Un esercizio affascinante, pur se necessariamente legato alla questione tecnica. Direttori sportivi (o se preferite consulenti di mercato) ormai arrivano e vanno via in coppia. La pagina specializzata del mercato di LegaPro della Gazzetta dello Sport ha «indovinato» Zamuner a Padova, predetto Tedino al suo fianco e ipotizzato il trasferimento da Renate in riva al Noncello di Andrissi (ds) e Colella. Giovanni Colella, classe ’66, ha cominciato ad allenare con il SandonàJesolo (Lega D), per proseguire poi nelle giovanili del Verona. Quindi un triennio al Como (Berretti e prima squadra) e l’esperienza a Renate. Circolano però, fra le altre, anche voci di interessamenti a due «vecchie» conoscenze degli sportivi della Destra Tagliamento: Massimo Pavanel (già giocatore e tecnico dei ramarri, ora sulla panca della Berretti del Verona, con la quale è arrivato alla finale del Viareggio) e Mauro Zironelli (ex Sacilese, la scorsa stagione all’Altovicentino), fautore del 3-4-3 e di quel calcio spettacolo (Zirolandia) tanto caro a re Mauro.
Ore 17.00 – (Messaggero Veneto) Che Lega Pro sarà, quella del 2016-2017? Innanzitutto, oltre alla divisione dei gironi in modo verticale (ormai certa), si dovrebbe tornare al format delle 60 squadre come nella stagione 2014-2015, ovvero la prima del Pordenone in serie C, contraddistinta anche da diversi turni infrasettimanali. L’organico quindi aumenterà di sei unità e, a essere richiamate, dovrebbero essere le nove società vincitrici dei playoff di serie D: in prima fila, tra le altre, Caronnese, Lecco e Campodarsego, capaci di aggiudicarsi la post-season del gruppo A, B e C d’Interregionale. A scalare, qualora un club dovesse rinunciare alla priorità, spazio alle nove finaliste perdenti. Una data importante in questo senso sarà quella di martedì 7 giugno, quando in calendario c’è il Consiglio federale: l’obiettivo del presidente della Lega Pro Gravina è far togliere il “fondo perduto” per i ripescati, quindi evitare l’esborso dei famosi 500 mila euro per potersi iscrivere al campionato superiore rispetto a quello di competenza. Saranno esclusi dai ripescaggi i sodalizi che nelle ultime stagioni abbiano ricevuto penalizzazioni per illeciti amministrativi o sportivi.
Ore 16.40 – (Messaggero Veneto) Giorgio Zamuner è ufficialmente il nuovo direttore generale e responsabile dell’area tecnica del Padova. Dopo una stagione e mezza il consulente di mercato lascia il Pordenone: sarà presentato oggi alle 15 nella sede del club biancoscudato. Scegliere il suo successore sarà la decisione più delicata e importante per il Pordenone che verrà: Zamuner è stato fondamentale per i neroverdi, è stato lui a portare mister Tedino e assieme al tecnico ha formato la squadra. Di nomi, per il successore, se ne fanno molti. Piste suggestive, come quelle degli ex ds del Como Dolci e dell’Albinoleffe e Carrarese Turotti. Un profilo che rappresenterebbe ’ideale continuazione del lavoro portato avanti da Zamuner corrisponderebbe ad Andrea Seno, ex dirigente del Venezia. Ipotesi che la proprietà potrebbe considerare moto, qualora decidesse di dare seguito al lavoro iniziato in questa questa stagione. Preso atto dell’addio del consulente di mercato, il presidente Lovisa andrà a colloquio con Tedino: oggi o al massimo domani i due si siederanno attorno a un tavolo e valuteranno il futuro. Zamuner vorrebbe portare con sé il mister, legato però ai “ramarri” da altri due anni di contratto. Lovisa vorrebbe confermare Tedino, pur consapevole che sarebbe inutile trattenere un tesserato controvoglia, come ha rimarcato nella conferenza stampa post Pordenone-Pisa. Una situazione, in ogni caso, che la proprietà vorrebbe risolvere a breve, per poi programmare con calma la prossima stagione.
Ore 16.20 – (Messaggero Veneto) E adesso che succede in casa Pordenone? Di certo c’è che la squadra si trova oggi e, dopo l’ultimo allenamento, s’incontrerà a cena e si saluterà. Poi si penserà al futuro. Perché è ormai storia il grande campionato di Lega Pro – con serie B sfiorata – del Pordenone. Se i dirigenti guardano avanti, anche i giocatori lo fanno: secondo indiscrezioni, infatti, molti di loro sono in procinto di lasciare il neroverde, da Pederzoli – a un passo dal Venezia – a Strizzolo: il bomber, salvo sorprese, salirà lui in serie B come De Cenco, destinazione Cittadella. Ai granata piace molto e lui è in scadenza: un affare che si potrebbe chiudere a breve. Scenari. Come si vede dalla grafica, sono in pochi ad avere un contratto pluriennale. E, di questi, alcuni sono molto ambiti: Mandorlini piace a diversi team, Pederzoli dovrebbe andare in Laguna, Cattaneo pare anche lui nel mirino di alcuni club di B (Cittadella?). Possono svincolarsi dal Pordenone, con una risoluzione consensuale (via più fattibile) oppure la società acquirente paga il cartellino. A ogni modo resta il fatto che ci sarà da ricostruire, anche perché molti elementi sono in scadenza e diversi giocatori in prestito torneranno casa madre. Da Boniotti a Berardi, passando per Ingegneri, De Toni, Beltrame e Martin. Potrebbero rimanere, ma al momento il Pordenone non può fare affidamento su di loro. Chi rimane. Chiaro che la prima casella da riempire sarà quella del direttore sportivo. Da lì in poi si potrà fare una serie di ragionamenti, su che tipo di squdra impostare e da chi ripartire. Berrettoni e Stefani sarebbero due elementi su cui impostare il nuovo ciclo, in particolare per ciò che possono dare in spogliatoio oltre che in campo: il capitano ha un biennale e si è detto anche disposto a rimanere, anche se il Padova lo tenta, la punta si è trovata bene e qui farebbe volentieri un’altra stagione. Potrebbero restare gli altri vincolati da un biennale, come Marchi a Valente, quindi rientrerà Finocchio da Padova, dove è approdato in prestito a gennaio. La sensazione è che ci sarà molto da lavorare.
Ore 15.50 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «La poule scudetto è andata male? Non ricordo». Con una battuta Joe Tacopina chiude di fatto la stagione (mentre sia Bellinzago sia Piacenza sono volate in semifinale per il tricolore) che ha visto il suo Venezia rispettare il pronostico e salire in Lega Pro. «Il futuro? Con Giorgio (il ds Perinetti, ndr.) ci sentiamo tutti i giorni e lui sa cosa fare per costruire un Venezia che vuole puntare subito alla serie B». Oggi pomeriggio Tacopina interverrà a Roma al convegno “La rigenerazione degli stadi di calcio e degli impianti sportivi”. Tra i relatori il presidente del Coni, Giovanni Malagò, il presidente della Lega di serie B Andrea Abodi, Mauro Baldissoni (dg della Roma) e Alberto Bollea di Accademia Sgr, già contattata da Tacopina per lo stadio di Tessera alla luce dell’esperienza nello Juventus Stadium di Torino. Il patron lagunare parlerà di “Venezia e il nuovo stadio: ipotesi, prospettive, opportunità”. Ieri invece trasferta fiorentina per il dg Dante Scibilia per l’assemblea dei club di Lega Pro incentrata su diritti televisivi e iniziative per aiutare i club ad aumentare i ricavi. Intanto, grazie al 3-1 sulla Dinamo Zagabria, si è conclusa con un bel terzo posto la partecipazione del Venezia (misto Juniores-Allievi) di mister Andrea Turato al 64. torneo “Kvarnerska Rivijera” disputatosi tra Rijeka e Kostrena: Andrea Dordit è stato premiato come capocannoniere dall’ex nazionale croato Davor Suker.
Ore 15.20 – Giorgio Zamuner: “Sono onorato ed orgoglioso di quest’opportunità, e non nascondo che giocare nel Padova era il mio sogno ma non sono mai riuscito a realizzarlo. So che magari incontrerò delle difficoltà ma ciò non mi spaventa. Inizio da oggi a lavorare ufficialmente per questa società, per questa città e per questi tifosi, che spero vengano in massa a vederci e che si divertano. Il direttore sportivo? Serve nell’organigramma, ma il direttore generale ha già la possibilità di firma. Il primo contatto? A gennaio, quando ho incontrato il ds De Poli e la società in sede di mercato per l’eventuale cessione di De Cenco. Poi nella partita di ritorno abbiamo fatto una “chiacchierata”, ed il primo vero incontro c’è stato tre settimane fa. Hanno chiesto la mia disponibilità e io l’ho subito data, anche se volevo aspettare perché il Pordenone si stava giocando la promozione. Ho scelto Padova perché è una piazza importante e se riesco qua allora posso fare questo lavoro ovunque. L’allenatore? Non ci sono novità, posso confermare senza problemi che stiamo provando anche con Tedino ma credo che difficilmente si libererà quindi stiamo già vagliando anche altri profili. La squadra? Ci sono delle buone basi di partenza perché ci sono giocatori bravi che hanno raggiunto un importante piazzamento nello scorso campionato. Pillon? Ho avuto due colloqui con lui perché ha fatto un buon lavoro e volevo confrontarmi con lui. Al primo incontro di conoscenza è seguito un secondo in cui gli ho fatto una proposta dopo un confronto sull’aspetto tecnico e sui programmi, volevo incontrarlo nuovamente ma dopo due giorni mi ha chiamato dicendomi che non accettava. E’ la prima scelta? Secondo me non è giusto parlare di prime o seconde scelte, io ho una mia idea di calcio ed ovviamente l’allenatore che sceglierò deve condividerla. Il mercato? L’ideale sarebbe partire per il ritiro con la squadra fatta, ma le leggi del mercato le conoscete. Però mi piacerebbe partire con la squadra già fatta. La mia idea di calcio? Vorrei una squadra propositiva e tecnica, che va spesso al tiro e che attacchi pressando anche alto. Voglio dare sei “pugni” all’avversario anche prendendone tre… I giovani? Se sono bravi bisogna farli giocare, assolutamente. Faccio parte di una generazione in cui giocavi se eri bravo, non se eri giovane o meno giovane. Padova è una piazza sotto certi versi difficile, quindi o sei un giovane con personalità o rischi di bruciarti subito. Un mio staff? Ho proposto alla società un profilo con cui ho lavorato a Pordenone, ma ne parliamo nei prossimi giorni perché per prima cosa voglio chiudere l’allenatore. Portare giocatori dal Pordenone? Ci sono buoni profili, ma non voglio fare il Pordenone-2 a Padova. Voglio prendere giocatori diversi. Diniz? E’ sicuramente un giocatore importante per la categoria ed è sotto contratto, e se vogliamo costruire una squadra di vertice non possiamo mandare via i giocatori importanti. Poi se gli viene qualche mal di pancia cercheremo di farglielo passare…”. Termina la conferenza stampa di presentazione
Ore 15.10 – Roberto Bonetto: “Il Budget? Sarà importante per la categoria, ma dobbiamo anche massimizzare i ricavi per poi magari investire qualcosa in più. Obiettivi? Non vogliamo fare grandi proclami ma l’anno scorso siamo arrivati quinti quindi dobbiamo partire dal quarto posto in su”
Ore 15.05 – Inizia la presentazione. Giuseppe Bergamin: “Abbiamo valutato numerosi profili, ma quello di Zamuner è l’ideale per questa piazza. Lui sa quali sono gli obiettivi della società e quali sono i mezzi a disposizione, quindi fa al caso nostro. Noi vogliamo crescere ancora ed ambire a risultati importanti. Vogliamo uno staff di alto livello al seguito della squadra, e l’alto livello si ottiene con la voglia di arrivare a certi risultati. Noi stiamo guardando al futuro, vogliamo risollevare l’ambiente da una situazione che stata compromessa e che è difficile da risollevare. Io non credo che ci sia disaffezione da parte del pubblico, ma forse un pizzico di entusiasmo in meno mi sembra di percepirlo quindi vogliamo che si risollevi, e credo che dare fiducia a chi ha motivazioni importanti sia un buon inizio. Il budget? Spesso non è la disponibilità economica a risolvere i problemi. Nuovi soci? Come ho già detto ci stiamo lavorando e credo che ci siano buone probabilità”.
Ore 14.40 – Tutto pronto all’Euganeo per la conferenza stampa di presentazione di Giorgio Zamuner. Già in sede il nuovo direttore generale con Bergamin e Bonetto.
Ore 14.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Sono passati quasi dodici anni dal 17 novembre 2004 quando Sergio Cassingena, Nicola Baggio, Tiziano Cunico e altri sette imprenditori legati al mondo Sisa rimasti sempre coperti da fiduciarie, acquistano il Vicenza dagli inglesi dell’Enic. Il 70 per cento delle quote viene preso in carico dai soci Sisa, con il restante 30 diviso a metà tra Sergio Cassingena, che diventa presidente, e Nicola Baggio, che però non condividendo le strategie del club si fa da parte quasi subito, pur mantenendo il possesso delle quote. L’acquisto dall’Enic è favorito dalla mediazione del direttore generale, Sergio Gasparin, che, sfruttando la conoscenza dei vertici Enic, riesce a pilotare una difficile trattativa vero la fumata bianca. Il giorno del passaggio di proprietà Cassingena definisce Gasparin l’uomo chiave nel suo progetto ma le cose vanno poi in maniera diversa: poco più di un anno dopo il dirigente viene scaricato e sostituito da Sergio Vignoni, anche lui protagonista nel grande Vicenza del presidente Pieraldo Dalle Carbonare. L’accordo tra Enic, Cassinegna e soci si chiuse per 6,5 milioni di euro; 1,5 milioni alla firma e poi cinque rate annuali da un milione, più l’assunzione dei debiti, all’epoca sono quantificati in circa 4 milioni. Oltre dieci milioni, un valore che in molti definirono fuori mercato, e che condiziona non poco gli anni seguenti all’acquisto. I risultati sono subito molto negativi: la prima stagione vede il Vicenza retrocedere in Lega Pro perdendo i playout contro la Triestina nonostante la squadra, allenata da Maurizio Viscidi, possa contare su giocatori dal valore indiscusso come Roberto Vitiello, Padoin, Luca Rigoni, Biondini, Schwoch e Margiotta. Grazie però alla radiazione del Perugia e alla retrocessione a tavolino del Genoa per illecito, il Vicenza viene riammesso in serie B, ed ottiene negli anni a seguire una serie di salvezze più o meno sofferte. Sono comunque stagioni deludenti, che regalano ben poche soddisfazioni ai tifosi biancorossi. Il punto più basso la gestione Cassingena lo tocca nelle stagioni 2011/2012 e in quella successiva, quando il Vicenza retrocede per due volte in Lega Pro. La prima retrocessione è vanificata dalla riammissione nel torneo cadetto dovuta alla contemporanea retrocessione per illecito sportivo del Lecce. La seconda porta i biancorossi in Lega Pro e in panchina viene chiamato Giovanni Lopez, il capitano del Vicenza che diciannove anni fa ha alzato al cielo la Coppa Italia. In campionato il Vicenza, partito con un -4 a causa debiti del club, arriva al quinto posto, ma perde i playoff contro il Savona e manca la promozione in B. Ad offrire l’ennesimo salvagente, il 29 agosto 2014, arriva il terzo ripescaggio a tavolino, stavolta per il fallimento del Siena. Dopo un avvio difficile e il cambio in panchina da Lopez a Pasquale Marino, il Vicenza centra il terzo posto, ma perde la semifinale playoff contro il Pescara. La gravissima situazione del club, 15 milioni di debiti, costringe Cassingena a chiedere aiuto ad un gruppo di imprenditori vicentini, che il 14 aprile 2015 costituiscono la Vi.Fin. Da ieri i salvatori sono padroni del club.
Ore 14.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Alle 19 passate da due minuti, Alfredo Pastorelli e il figlio Nicola, Marco Franchetto e Stelvio Dalla Vecchia, si sono affacciati dal terrazzo dello studio notarile D’Ercole per comunicare ai circa cento tifosi in strada che il passaggio di proprietà da Finalfa Srl., detentrice del 92% delle quote azionarie del Vicenza, a Vi.Fin. Spa era stato firmato pochi minuti prima. Da ieri sera inizia quindi ufficialmente un nuovo corso per il club, quello che vedrà la finanziaria vicentina prendere in mano le redini della società, che Vi. Fin. costituita nell’aprile dello scorso anno, ha sostenuto finanziariamente evitando che i 114 anni di gloriosa storia biancorossa venissero cancellati da un fallimento che era veramente ad un passo, a causa della gravissima situazione debitoria generata dalla scellerata gestione di Sergio Cassingena. Oltre che dai tifosi, soddisfazione per il passaggio di proprietà del Vicenza è stata manifestata anche dal sindaco Achille Variati che ha voluto formulare un in bocca al lupo ai nuovi proprietari. «Oggi (ieri,ndr ) c’è stato il passaggio di consegne alla guida del Vicenza Calcio, un patrimonio della città e della comunità vicentina che va difeso e tutelato. Da parte dell’amministrazione comunale c’è la massima disponibilità a collaborare, lavorando insieme per riportare il Lane ai vertici del calcio, come meritano i tifosi biancorossi». Per i soci di Vi. Fin. dopo i festeggiamenti di ieri sera, c’è molto lavoro da fare, perché il Vicenza è un malato che si può definire fuori pericolo, ma non certo guarito. Già domani verrà nominata la convocazione dell’assemblea ordinaria e straordinaria che provvederà a nominare il nuovo consiglio d’amministrazione, che voterà il nuovo presidente; facile prevedere che il cda sarà composto da Marco Franchetto, GianLuigi Polato, Stelvio Dalla Vecchia, Leonardo Adamo ed Alfredo Pastorelli, con quest’ultimo che sarà presidente del Vicenza calcio. Nei prossimi giorni il cda potrebbe registrare anche l’ingresso dell’imprenditore pugliese Savino Tesoro, che entrerà a far parte di Vi. Fin. avendo accettato e condiviso la proposta di Alfredo Pastorelli. Un aiuto che potrà essere importante per una società che, definita la rateizzazione in dodici anni dei circa sette milioni del debito Iva, dovrà far fronte anche agli impegni coi creditori che hanno sottoscritto il piano di ristrutturazione del debito. Ma alle porte c’è anche la nuova stagione, con i documenti per l’iscrizione al prossimo campionato da presentare entro metà giugno, e una nuova rosa da mettere a disposizione di Franco Lerda, che la scorsa settimana è stato riconfermato alla guida del Vicenza. Una nuova squadra, che probabilmente dovrà rinunciare a pedine importanti come Raicevic, Galano, Ebagua, Moretti e forse Adejo, ma potrà contare sul ritrovato entusiasmo dei tifosi, che da tempo speravano in una nuova proprietà.
Ore 13.50 – (Giornale di Vicenza) La ricerca di partner, anche di minoranza, per fronteggiare le esigenze gestionali della società biancorossa è iniziata già a partire dal giugno del 2010 e per cinque anni si sono susseguiti con brevi intervalli, indiscrezioni e trattative sempre finite in un nulla di fatto, fino alla comparsa all’orizzonte nella scorsa primavera della Vi.Fin.In questo quinquennio, vissuto alla fine con la società in vendita nella sua totalità, dalle cronache riemergono protagonisti che hanno occupato le pagine dei giornali talora più dei giocatori. Il primo a bussare al portone di via Schio, nel giugno 2010, fu Antonio Esposito, rappresentante di una cordata romana di imprenditori nel ramo della telefonia e dell’immobiliare: nelle vicende della cessione del Vicenza una comparsa.Un segno lo hanno invece lasciato il romano Angelo Massone e il vicentino Alberto Filippi: procuratore sportivo con un’esperienza non entusiasmante in Scozia il primo, imprenditore della chimica e parlamentare della Lega il secondo. Dal l’ottobre del 2010 in poi guidarono cordate parallele e a un certo punto sembro’ perfino che tra i due gruppi potesse esserci collaborazione. Invece nulla. E se la trattativa con Massone si concluse a colpi di polemici comunicati con Finalfa, non ebbe sbocco migliore quella con Filippi, che aveva tentato di coinvolgere finanziatori anche stranieri.Alla fine del 2012 il passaggio di proprietà sembrava cosa fatta con un vicentino, Rino Dalle Rive, titolare della Safond Martini e patron del Marano. Coinvolto fin da agosto da Tiziano Cunico, Dalle Rive era apparso a lungo molto fiducioso, ma al momento di passare dalle parole ai fatti, all’inizio del 2013, anche lui si ritirò dalla trattativa, spiegando che non aveva trovato un numero sufficiente di soci per sostenerlo nell’operazione.Pochi mesi e all’orizzonte apparve la strana coppia formata da Hamdi Mehmeti, kossovaro con affari in Svizzera e il suo socio Pierre Mbock, francese di origine camerunese da anni in Italia. Fu chiaro dall’inizio che non potevano essere loro due ad avere le risorse per provare a condurre in porto la trattativa, ma parevano avere alle spalle personaggi facoltosi. Fatto sta che Tiziano Cunico fece addirittura il viaggio a Pristina, in Kosovo, per “andare a vedere” al tavolo di una trattativa dove i potenziali acquirenti erano assistiti dal commercialista Ippolito Gallovich.In realtà il finale fu assai peggiore dei tentativi precedenti perché i convulsi momenti in cui si sarebbe dovuto concludere l’accordo erano anche gli stessi in cui bisognava versare la fideiussione da 600 mila euro per l’iscrizione al campionato. Li doveva mettere il Vicenza o li aveva promessi la cordata kossovara? Non li mise nessuno e il ritardo nel versamento in Lega fu pagato dal club biancorosso con 4 punti di penalità nel torneo di Lega Pro.L’unico esito concreto di quella trattativa fu che proprio Gallovich, il commercialista di Pordenone, venne nominato advisor per la vendita del Vicenza, incarico svolto, senza risultati, fino al giugno di quest’anno. Di Mehmeti e Mbock si tornò a parlare quando rilevarono la Triestina, lasciata in braghe di tela appena qualche settimana dopo.Tra i vicentini, Lino Diquigiovanni in questi anni non ha mai nascosto il sogno di acquistare il Vicenza, ma una vera trattativa tra via Schio e il patron dell’ex Real Vicenza non è mai partita, ci si è fermati a degli incontri informali. E per quanto riguarda i soci che avrebbero potuto affiancare Dalle Rive se ne trovarono alcuni disposti ad entrare, ma il numero non fu ritenuto sufficiente per coprire l’intera operazione.Così Cunico, con la delega a vendere, ha continuato a cercare all’estero potenziali investitori, ma i viaggi e i contatti prima con il vicepresidente del Fenerbahce in Turchia e poi soprattutto con i rappresentanti di una finanziaria di Ginevra in Svizzera finirono in un nulla di fatto dopo estenuanti tira-molla.All’estate del 2014, ed è cronaca recente, risale il polverone creato dalla trattativa condotta dall’avvocato scledense Roberto Atzeni per conto dell’ex presidente del Varese Antonio Rosati, condotta però da Danilo Preto e all’oscuro di Cunico e Gallovich, negata in un primo momento da Finalfa, poi costretta invece ad ammetterla a fronte delle rivelazioni dell’avvocato Atzeni. Risultati pratici zero, ma polemiche tante, protagonista in particolare il vicepresidente Polato, e malcelato imbarazzo in via Schio.Ma prima di rimettere a Finalfa la delega a vendere nell’aprile di quest’anno, Cunico ci aveva provato un’ultima volta, trattando per tre mesi con un gruppo di investitori ancora stranieri rappresentati da Yahya Kirdi, affarista siriano di nascita con base operativa in Canada: diversi incontri in uno studio milanese di consulenza finanziaria, anche più di un sopralluogo a Vicenza, ma alla fine la fumata nera. Proprio mentre stava invece prendendo corpo l’iniziativa della Vi.Fin.
Ore 13.40 – (Giornale di Vicenza) Il sindaco della città Achille Variati è intervenuto così sull’importante avvicendamento: «Un caloroso in bocca al lupo a chi da oggi guiderà le sorti del Vicenza Calcio. Negli ultimi anni le vicende societarie sono state al centro dell’attenzione per vari motivi dando vita ad un clima spesso non positivo che in più occasioni ha influenzato il rapporto con i tifosi e il rendimento della squadra. L’invito è di girare pagina e lasciare tensioni ed incomprensioni alle spalle per guardare avanti per il bene della squadra, dei tifosi e della città valorizzando la storia, la tradizione e l’importanza non solo sportiva della squadra. Da parte dell’amministrazione comunale c’è la massima disponibilità a collaborare, lavorando insieme per riportare il Lane ai vertici del calcio, come meritano i tifosi biancorossi».I tifosi hanno salutato il passaggio di testimone come l’uscita da un tunnel. E anche a parole hanno raccontato il loro stato d’animo. Il comunicato che riportiamo porta la firma di Lanerossi Crew, South Terrace e Zona Mucchio, che hanno voluto precisare in quale modo hanno deciso di vivere questo cambio epocale. Senza lasciarsi andare a scorribande, ma, con i piedi ben piantati a terra, consapevoli che la pagina Pastorelli è ancora bianca e attende di essere scritta. “E giunse il giorno! Dopo 12 lunghissimi e nefasti anni di gestione Cassingena, il sereno forse tornerà a splendere sui nostri amati colori. Questo potrebbe bastare per scendere in piazza e lasciarsi andare a gesti di giubilo tra ipocrisia generale… Ma non per noi. Festeggeremo a modo nostro… Non ci vedrete in piazza, almeno non ora che tutti sono pronti a saltare sul carro dei vincitori. Non possiamo dimenticare come troppo spesso in queste interminabili annate, l’intero ambiente ci abbia lasciati soli (e molto spesso criticati) nel portare avanti una dura, chiara e onesta battaglia contro una proprietà che è stata il male economico, sportivo e storico per il nostro Lane… Sosterremo sempre questi colori e quegli uomini che con chiarezza, onestà e serietà porteranno avanti la nostra storia…
Ore 13.30 – (Giornale di Vicenza) Il Vicenza Calcio venduto ai nuovi proprietari per 1.001 euro, sì proprio mille e uno. Detta così sembrerebbe un regalo, ma in realtà le cose stanno ben diversamente, visto che chi ha comprato, cioè Vi.Fin, si è anche accollato una montagna di debiti, ed è questo il vero costo del Vicenza. Ma vediamo di mettere in fila un po’ di numeri per capire meglio qual è il valore dell’operazione. Di certo c’è una distanza abissale rispetto alla cifra alla quale il Vicenza venne venduto dall’Enic undici anni e mezzo fa. Allora, precisamente il 25 novembre 2004, Sergio Cassingena in rappresentanza del gruppo Sisa e Nicola Baggio acquistarono la proprietà della società biancorossa dalla finanziaria inglese per 6,5 milioni di euro, accollandosi anche i debiti che ammontavano più o meno a 3,5 milioni di euro. Insomma, tutto compreso, un’operazione da una decina di milioni di euro, con pagamento diluito nel tempo. Sergio Cassingena e i suoi soci versarono subito 1,5 milioni e poi pagarono un milione di euro all’anno per 5 anni fino ad estinguere il debito nel settembre del 2009, quando Cassingena annunciò che finalmente era stato pagato tutto all’Enic. Ora il nuovo passaggio di proprietà è avvenuto su tutt’altre basi. Ma perché a Vi.Fin. formalmente il Vicenza calcio è costato soltanto 1.001 euro? Semplice, perché per la finanziaria di Alfredo Pastorelli e Marco Franchetto c’erano due strade per concludere la trattativa: avrebbero potuto fissare e pagare un prezzo “vero” per la società di via Schio e in questo caso i debiti sarebbero rimasti alla vecchia proprietà, oppure concordare un prezzo “simbolico” per acquistare il Vicenza, appunto i 1.001 euro, accollandosi però anche tutti i debiti, che fra una cosa e l’altra dovrebbero aggirarsi sui 15 milioni di euro. Insomma è proprio questo il vero costo dell’operazione per Vi.Fin., che ha scelto la seconda opzione per definire l’intesa. Dunque Vi.Fin. aveva pagato 1.000 euro per avere il diritto di opzione e ieri ha pagato un altro euro dal notaio al momento delle firme. Cosa ha comprato Vi.Fin.? Il 92 per cento delle quote del Vicenza calcio che erano detenute dalla finanziaria Finalfa, presieduta da Sergio Cassingena. Lo sforzo enorme però è stato accollarsi il passivo accumulato dalla società. Il principale creditore del Vicenza è l’Agenzia delle Entrate che avanza 7 milioni di euro di Iva arretrata e si capisce bene perché sia stato fondamentale da parte di Vi.Fin. ottenere la rateizzazione in 12 anni per rendere sostenibile la spesa. Il secondo principale creditore del Vicenza è proprio la Vi.Fin. con oltre 6 milioni e 300 milioni euro, quelli sborsati fin qui per sostenere la gestione del club. Vi.Fin. però non li esigerà dal Vicenza perché questa somma sarà utilizzata per ricapitalizzare il club.
Ore 13.20 – (Giornale di Vicenza) Finisce l’era Cassingena. Comincia l’era Pastorelli. E i tifosi del Vicenza festeggiano. Attesa, proclamata, chiamata da giorni, settimane, mesi e pure anni (12 è durato il corso Cassingena), la svolta è arrivata. Nel tardo pomeriggio di ieri si è concretizzato un passaggio epocale. Sergio Cassingena è l’ormai vecchio proprietario del Vicenza. Quello nuovo si chiama Alfredo Pastorelli, che è diventato il numero uno biancorosso. Sarà lui il nuovo presidente del Vicenza.Il crisma dell’operazione che ha portato la finanziaria Vi. Fin, presieduta da Pastorelli, ad esercitare il diritto d’opzione sulle azioni del club di via Schio detenute da Finalfa, è avvenuto nello studio del notaio Leopoldo D’Ercole, in corso Palladio. Le firme, di Cassingena e Pastorelli, hanno sancito il passaggio delle consegne. L’operazione era del tutto formale. Formali anche i protagonisti, Pastorelli e Cassingena, nei loro abiti, nelle loro espressioni; prima, durante, dopo. Con loro, c’erano Nicola Pastorelli, il figlio di Alfredo Pastorelli, Marco Franchetto, Leonardo Adamo, Gian Luigi Polato, Andrea Gazzoli.Tutto vero. Sono le 18.58 quando Alfredo e Nicola Pastorelli, Gian Luigi Polato, Marco Franchetto e Stelvio Dalla Vecchia si affacciano dalla finestra. I pollici sono alzati, i volti sorridenti, distesi. I tifosi? Da sotto – sono circa un centinaio – applaudono e intonano cori di festa. Cassingena va, Pastorelli è pronto a sedersi al tavolo che più conta. Ha in mano il Vicenza.Prima del gesto in stile papale, Pastorelli e Cassingena hanno firmato l’atto. Penne ben tese, mano rilassata. Quella di Cassingena, senz’altro. «Sono felice di aver lasciato il Vicenza nelle mani dei vicentini» – la sua unica dichiarazione a firme fatte. L’impressione è che si sia tolto un grosso peso. Un po’ più contratto Pastorelli. «Presidente, è fatta!», gli si dice. «Sì ma…». Pausa. Braccia larghe, un sospiro. Di fatica. «Non è stata una passeggiata». Lo sappiamo bene. Niente fumata bianca, soltanto metaforica, dallo studio notarile D’Ercole. Ma si accendono le sigarette dei protagonisti. C’è voglia di rilassarsi.In serata, appare sul sito del Vicenza la comunicazione ufficiale firmata Sergio Cassingena. “Finalfa srl comunica che oggi, con atto notaio dott. Leopoldo D’Ercole, è stato formalizzato, a favore di Vi. Fin spa, l’esercizio del diritto di opzione delle quote di maggioranza riferibili al 92 per cento della società. A Vi. Fin l’augurio di un percorso di soddisfazioni alla guida del Vicenza. Vogliamo inoltre esprimere profondo apprezzamento e sentito ringraziamento a tutti coloro che, nel corso di questi dodici anni di storia biancorossa, hanno inteso sostenere il Lane, patrimonio di un’intera provincia e della storia del calcio nazionale”.Accoglienza. «Grazie Alfredo», «Ora tocca a te», «Grazie per averci liberati». Pastorelli viene accerchiato dai tifosi. S’alzano i telefoni, impazzano foto e video. Tutti ai piedi di Pastorelli, il nuovo che avanza ed esordisce così: «Ora cerchiamo di risanare del tutto la società, certo non si può pensare di fare programmi immediati e faraonici. Dalla prossima stagione, non da quella a cui andiamo incontro, si potranno fare programmi importanti, potremo pensare più in grande». La febbre («Scusatemi, sono qui perchè era fondamentale ma sarei stato a casa…») non lo ferma. «Il progetto c’è. Oltre a quello sportivo, anche quello per il risanamento dello stadio. Vogliamo renderlo più decoroso, ristrutturarlo». Pastorelli ha annunciato che sarà lui il presidente, con qualche remora in verità. «Ho paura che dovrò farlo io. Ci tengo, ma dall’inizio ho sempre detto che chiunque avesse voluto farlo avrebbe potuto. Ad una condizione però: i cordoni della borsa li tengo io, perchè ne abbiamo viste di tutti i colori. Lascerò la presidenza di Vi. Fin a Marco Franchetto – prosegue – Ci scambiamo i ruoli, al Vicenza lui sarà vicepresidente e amministratore delegato». Pastorelli ha parlato anche dell’ingresso in società di Savino Tesoro. «È entusiasta. E per il momento nessun altro entrerà». Capitolo centro tecnico di Isola Vicentina. «In parte abbiamo già risanato il debito, fino a ottobre-novembre resteremo là. Avere un centro in città, però, sarebbe l’ideale». Ma Pastorelli è stato interrogato soprattutto sugli aspetti più tecnici. «Punteremo a disputare un campionato tranquillo – mette le mani avanti – E la squadra sarà un giusto mix, perchè solo giovani non va bene, ma anche avere solo cariatidi in campo non è proficuo». Pastorelli spegne sul nascere le paure dei tifosi, che temono un altro addio eccellente tipo Cocco. «Su Brighenti e Giacomelli non si discute, a meno che non arrivi il Real Madrid ad offrirci una barca di soldi». Sarà davvero così? Ce lo auguriamo tutti. Intanto, buon lavoro.
Ore 12.50 – (Gazzettino) Dopo Lucas Chiaretti, altri due attaccanti passeranno a breve per la sede del Cittadella a discutere della rispettiva posizione contrattuale. Giulio Bizzotto è atteso per la firma del suo primo contratto da professionista, Claudio Coralli, invece, cerca la riconferma in serie B. Per quest’ultimo l’ostacolo più grande è rappresentato dal regolamento imposto dalla Figc nella composizione della rosa dei giocatori: soltanto diciotto elementi, infatti, possono essere Over 21, mentre è previsto un numero illimitato di under 21. È consentito, infine, l’inserimento di due giocatori cosiddetti “bandiera”, che abbiamo militato con la stessa squadra per tre stagioni (un calciatore) e quattro stagioni (l’altro), anche non consecutive. Coralli, al pari di Paolucci, Sgrigna e Iori, rientrerebbe in questo casistica. Ancora qualche giorno di pazienza, e conosceremo il futuro di Coralli. «Passerò in sede domani o venerdì, sto aspettando la chiamata del direttore», racconta in trepidante attesa l’attaccante granata, autentico beniamino della piazza. Dipendesse da lui, firmerebbe in bianco: «Non ho nemmeno preso in considerazione l’eventualità di cambiare maglia, sono troppo legato e affezionato a questi colori. Spero proprio di restare». Coralli sa bene che ci sono limitazioni importanti nella composizione della rosa: «Diciotto giocatori Over 21 mi sembrano davvero pochini, anche perché devi mettere in conto una stagione davvero lunga, piena di partite, e in un campionato devi considerare l’eventualità di qualche infortunio, strada facendo. Trovare giovani di vent’anni pronti a cimentarsi in una categoria difficile com’è la serie B non è affatto semplice, c’è il rischio di bruciarsi ancora prima di iniziare la carriera vera e propria di calciatore». Intanto l’attaccante ne approfitta per rilassarsi, magari trovando il tempo per rivedere vecchi amici come Riccardo Meggiorini, la “spalla” del Cittadella promosso in serie B nel 2008. «Mi ha invitato lui, ho trascorso una splendida giornata al lago di Garda. Ci sentiamo spesso, tra noi due è rimasto un legame davvero forte».
Ore 12.30 – (Mattino di Padova) «Meglio adesso che a campionato in corso». Alessandro Salvi l’ha presa con filosofia. Stamattina sarà operato per la riduzione della “frattura scomposta al quinto metacarpo della mano sinistra”, al reparto di ortopedia dell’ospedale di Cittadella. «Mi sono rotto il mignolo nel corso della gara con la Spal: nel primo tempo si è impigliato nella maglietta di Zigoni. Lì per lì ho sentito un gran dolore, ma mi sono fatto fasciare la mano e ho continuato a giocare. Gli esami hanno riscontrato la frattura», racconta il terzino destro granata. «Ho eseguito la visita di controllo e mi è stato consigliato l’intervento, dovrò comunque tenere il gesso per un mese. Mi consolo con il fatto e non salterò partite». CIAO MYKONOS. Anche Salvi nei giorni scorsi ha partecipato alla vacanza di gruppo a Mykonos per l’addio al celibato di Cappelletti. Ben 11 i giocatori granata coinvolti nella “gita” di 4 giorni in Grecia. «E spero di ritrovarli tutti alla ripresa dei lavori a luglio», sottolinea il difensore prelevato la scorsa estate dall’Albinoleffe e già sotto contratto anche per la prossima stagione. Ieri, in realtà, giornata di calma nella sede del Cittadella, senza incontri fra Marchetti e i giocatori in attesa di rinnovo. PREMIO A VENTURATO. Ha vinto i campionati di Serie D e C/2, ma la B l’aveva solo sfiorata. A Cittadella è riuscito a raggiungerla e, proprio grazie a questo risultato, Bobo Venturato ha ricevuto il “Memorial Bruno Botter”, il massimo riconoscimento attribuito dall’Assoalenatori di Treviso, nel corso della serata “Panchina di Marca” che, ad Asolo, ha visto salire sul palco i 32 allenatori trevigiani che in questa stagione hanno vinto un campionato. Tra i tanti ospiti riuniti a Villa Razzolini Loredan, anche Claudio Foscarini, Bepi Pillon, Ezio Glerean e Edoardo Gorini. Venturato, contando anche quelle ottenute da giocatore, ha messo in fila ben 7 promozioni in carriera.
Ore 12.10 – (Corriere del Veneto) Forse non sarà una rivoluzione, ma i cambiamenti al Cittadella si annunciano molto nutriti quanto a numero e di sostanza, per il valore delle pedine in entrata e in uscita dopo la cavalcata del ritorno in serie B. Quindici giocatori hanno il contratto in scadenza. Alcuni che dovrebbero rinnovare, altri che con ogni probabilità faranno e valigie. Fra questi c’è Mattia Minesso, pronto a cambiare casacca dopo un anno vissuto ai margini con Roberto Venturato. Su di lui c’è il Padova, ma altri tre club di prima fascia di Lega Pro hanno chiesto informazioni. Delicata la posizione di Daniel Cappelletti: a metà stagione aveva chiesto di andarsene, poi nel girone di ritorno ha trovato spazio e potrebbe anche restare. Alessandro Sgrigna se andrà, un grosso punto interrogativo è Claudio Coralli, per il quale sono tornate a rimbalzare voci di un possibile trasferimento a Venezia. Per Zaccagni il Cittadella eserciterà l’opzione di riscatto, ma l’Hellas ha il controriscatto e i rumors dicono che il neo ds Filippo Fusco non si tirerà indietro. Magari poi il giocatore potrebbe essere girato in prestito altrove, ma Fabio Pecchia stima Zaccagni e non è escluso che ne chieda la conferma. Non confermato Bonazzoli, rinnoveranno Iori e Alfonso mentre è difficile la permanenza di Vaccarecci. Da valutare Jallow e Bobb. Col Chievo si sta discutendo un rinnovo del prestito.
Ore 11.40 – (Gazzettino) Appuntamento oggi a mezzogiorno a Firenze con il presidente Gravina della Lega Pro per il Campodarsego che sarà rappresentato dal patron Daniele Pagin e dal direttore generale Attilio Gementi. Il faccia a faccia sarà utile al club padovano per capire le direttive che la Lega intende perseguire in ottica ripescaggi. Lo scoglio più grande è rappresentato dall’intenzione di confermare il versamento del contributo a fondo perduto di cinquecentomila euro che andrebbe a finire in un fondo di solidarietà gestito dalla Lega, e sarà decisivo al riguardo il consiglio federale in programma martedì prossimo. È evidente che se il contributo fosse confermato, la società biancorossa quasi certamente rinuncerebbe al ripescaggio. Al contrario l’avventura nei professionisti potrebbe diventare realtà, tanto più che obiettivo del presidente federale è riportare il format del campionato di terza divisione nazionale a sessanta squadre. Altra questione che lo stato maggiore del Campodarsego porrà al numero uno della Lega riguarda il campo da gioco. Se la squadra fosse obbligata a giocare nella struttura del territorio comunale, è evidente che il Gabbiano non è a norma per ospitare partite di un campionato professionistico. La società punterebbe a emigrare all’Euganeo per una stagione (è stata già chiesta eventuale disponibilità in tal senso al presidente biancoscudato Bergamin) e nel frattempo procedere con gli interventi di adeguamento necessari per fare ritorno al Gabbiano nella stagione successiva.
Ore 11.10 – (Gazzettino) Se il patron friulano dovesse impuntarsi, chiedendo magari una contropartita economica, la questione cadrebbe subito nel vuoto. In caso contrario invece decollerebbe e lo stesso Tedino quasi certamente non rifiuterebbe la proposta di Zamuner di seguirlo all’ombra del Santo. Il tutto, tra l’altro, senza dimenticare che l’altro ieri proprio Lovisa ha dichiarato di non volere trattenere nessuno controvoglia. Naturalmente, però, Zamuner sta tenendo aperte anche altre strade se non dovesse riuscire ad arrivare a Tedino, e i nomi sono quelli già circolati nei giorni scorsi. Tutti profili comunque che non costituiscono un “piano B”, visto che godono della massima considerazione da parte del nuovo direttore biancoscudato. Si tratta di Petrone, che nel suo palmares vanta una promozione in cadetteria con l’Ascoli, di Asta che ha portato due stagioni fa il Bassano fino alla finale play off, di Brevi che ha dato il meglio al Catanzaro e di D’Aversa che si è messo in luce con il Lanciano. Non resta che attendere ancora un po’ e anche il nodo del nuovo tecnico sarà sciolto, forse già entro la fine della settimana.
Ore 11.00 – (Gazzettino) Ecco un flash del presidente biancoscudato Giuseppe Bergamin, di ritorno da Firenze dove ha partecipato alla riunione di Lega insieme all’amministratore delegato Bonetto: «Abbiamo preso il profilo che abbiamo ritenuto adatto al nostro progetto sotto l’aspetto morale, umano e tecnico. È soprattutto una persona che ha fame, voglia di arrivare e di mettersi in discussione. Inoltre condivide ciò che la società gli metterà a disposizione, nonchè gli obiettivi che vogliamo raggiungere. Il suo compito è allestire una squadra per disputare un buon campionato, il che significa stare nelle zone che contano della classifica». Passando alla scelta dell’allenatore, sulla quale Zamuner avrà massima libertà, non è un mistero che il favorito sia Tedino per il semplice fatto che quest’anno i due hanno lavorato insieme diventando gli artefici del miracolo Pordenone, anche se lo scoglio di non poco conto da superare è rappresentato dal contratto biennale che ha in tasca l’allenatore con i “ramarri”. Proprio questa sera è in programma a Pordenone la cena di fine stagione della squadra, alla quale interverrà naturalmente anche Zamuner. E l’occasione sarà propizia al neo direttore generale del Padova per affrontare ufficialmente il discorso con l’ormai suo ex presidente Lovisa e capire se è disposto o meno a prendere in considerazione l’idea di lasciare andare via Tedino.
Ore 10.50 – (Gazzettino) Sono ore importanti per il Padova. Alle 15 nella sede allo stadio Euganeo si terrà la presentazione di Giorgio Zamuner che è stato ufficializzato ieri pomeriggio dal club di viale Nereo Rocco. Poi le attenzioni saranno rivolte a Pordenone dove il presidente Mauro Lovisa potrebbe convincersi a lasciare partire Bruno Tedino, candidato attualmente in pole position per la panchina biancoscudata dopo il divorzio da Pillon. Per quanto riguarda Zamuner, ha concluso un accordo di collaborazione con il Padova (contratto fino al 30 giugno 2017 con opzione per la stagione successiva) che lo porterà a ricoprire l’incarico di direttore generale e di responsabile dell’area tecnica. In realtà la sua investitura sarebbe arrivata prima se non fosse stato per l’impegno del Pordenone nei play off (eliminato l’altro ieri in semifinale dal Pisa), il che comunque non ha impedito al dirigente di iniziare a muoversi alla ricerca dell’allenatore che, come detto, prenderà il posto di Pillon.
Ore 10.40 – (Gazzettino) Molte le novità emerse ieri a Firenze nell’assemblea delle società di Lega Pro. Sul fronte del campionato, la volontà manifestata dal presidente Gravina è quello di un ritorno alle 60 squadre, con conseguenti gironi da venti, purchè la cosa si dimostri economicamente sostenibile. Quanto ai raggruppamenti, possibile qualche novità, ma in linea di massima i criteri con cui verranno decise le composizioni dei gironi non si discosteranno da quelli degli ultimi anni e dunque non ci saranno divisioni verticali. Si sta invece valutando un differente format dei play off che potrebbero coinvolgere un maggior numero di formazioni, compresa la vincente della Coppa Italia per rendere più interessante la manifestazione, con la promozione decisa in una Final Four. Al prossimo torneo, infine, non parteciperanno le seconde squadre dei club di serie A. Si è poi parlato degli aspetti più strettamente economici. È vicino l’accordo con un main sponsor per l’intero campionato e sono stati definiti i criteri di riparto dei diritti televisivi. A tale proposito, dalla prossima stagione le partite trasmesse sul web attraverso Lega Pro Channel saranno a pagamento. Il costo della singola gara è di 2,90 euro, con pacchetti per gli incontri dell’intero campionato di una squadra a 39,90, in promozione a 29,90 euro, e quelli delle sole gare esterne a 23,90 (promo 19,90). Sempre riguardo ai tifosi, è stato annunciato un accordo con la Sisal per una biglietteria unica.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Anche uno stadio può rientrare nella categoria dei beni culturali e, in quanto tale, può usufruire di un’adeguata tutela e finanziamenti per il suo recupero. Sulla base di un simile ragionamento, si è mossa l’associazione Azionariato Popolare Magico Padova che invita i tifosi biancoscudati a votare in massa lo storico Appiani nell’iniziativa del Fai (Fondo Ambiente Italiano) denominata “I luoghi del cuore”. Questa sorta di concorso consente il recupero e la valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e ambientale del nostro paese e i siti che riceveranno il maggior numero di segnalazioni verranno presi in carico direttamente dal Fai, che si occuperà direttamente del restauro e dell’apertura al pubblico, con attività di sensibilizzazione rivolte ai cittadini di tutte le età, attraverso la creazione di un calendario di visite guidate ed il coinvolgimento anche di soggetti privati. Già sistemata nei mesi scorsi la tribuna lato ovest, ora all’appello manca la gradinata, in condizioni precarie dopo anni d’incuria. Per votare l’Appiani basta collegarsi al sito iluoghidelcuore.it e compilare i moduli di ricerca presenti.
Ore 10.10 – (Mattino di Padova) PROSSIMA TAPPA. Risolto, finalmente, il capitolo relativo dal direttore generale, da oggi scatta la corsa alla nomina del prossimo allenatore. Dopo il divorzio con Pillon, Zamuner si giocherà tutte le carte a sua disposizione per strappare al suo vecchio club anche il tecnico Bruno Tedino: l’assalto al secondo artefice del bel giocattolo neroverde potrebbe portare novità già nelle prossime ore, a patto che si riesca a convincere il presidente friulano, Lovisa, a liberarlo. Tedino ha altri due anni di contratto, e dopo l’eliminazione dai playoff ha lasciato intendere che il suo futuro potrebbe essere lontano da Pordenone. Dall’altra parte, dalla viva voce del patron pordenonese, è arrivata una prima apertura: «Non trattengo nessuno controvoglia», ha ammesso Lovisa, «Vediamo se Tedino vuole partecipare al nostro progetto». Entro questa settimana, comunque, il Padova avrà anche un nuovo allenatore. Dalla rosa dei papabili si è sfilato ieri Sottili: l’ex Bassano ha firmato con l’Arezzo.
Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Un incarico che può lanciarlo definitivamente come direttore sportivo (anche se a tutti gli effetti non lo è ancora, visto che deve ancora frequentare il corso di abilitazione della Figc) dopo aver fatto le fortune del Pordenone nell’ultima stagione dall’altra parte della scrivania, dopo che per diversi anni era stato procuratore di calciatori. LA CARICA. Era dai tempi di Gianluca Sottovia, quindi sotto la gestione di Marcello Cestaro, che il Padova non aveva tra i suoi ranghi un direttore generale. L’investitura di Zamuner con questa specifica inquadratura permetterà all’ex agente di ricoprire una carica in società pur senza il patentino da diesse: vigilerà sui conti del club insieme all’amministratore delegato Roberto Bonetto, e costruirà la squadra per la prossima stagione grazie alla delega sull’area tecnica. Con lui, da Pordenone, arriverà anche Marcelo Mateos, che comunque non sarà presentato questa mattina insieme al nuovo digì e che dovrebbe diventare una sorta di figura di “collegamento” tra squadra e società.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Ci sono volute più di due settimane, ma alla fine l’annuncio tanto atteso è arrivato. Giorgio Zamuner è il nuovo direttore generale biancoscudato: un’investitura ormai scontata e annunciata da tempo, da quando era cessato il rapporto con l’ex diesse Fabrizio De Poli, ma che ha avuto bisogno di attendere l’uscita dai playoff del Pordenone per essere ufficializzata. VOLTO NUOVO. Nel primo pomeriggio di ieri, sul sito della società biancoscudata, è stata annunciata la chiusura dell’accordo: “Il Calcio Padova”, recita la nota, “informa che è stato concluso un accordo di collaborazione con il sig. Giorgio Zamuner che ricoprirà il ruolo di direttore generale e responsabile dell’area tecnica. Il nuovo dirigente verrà presentato alla stampa martedì alle 15 nella sede di viale Nereo Rocco». Giorgio Zamuner, 51 anni, nato a San Donà di Piave ed ex calciatore professionista tra Serie B e C con le maglie, tra le tante, di Modena, Spal, Vicenza e Triestina, è l’uomo scelto da Giuseppe Bergamin e Roberto Bonetto per costruire il Padova che verrà.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Quale sarà il logo che sfoggerà il Padova per la prossima stagione? Altro dilemma (certamente di minor conto, rispetto ad allenatore e direttore sportivo) da risolvere, ma che nelle prossime settimane verrà svelato. Per la prima volta da quando la società è stata rifondata nel 2014, c’è la possibilità di tornare all’antico, grazie all’accordo tra Penocchio, Cestaro e l’amministrazione comunale, alla quale è stato ceduto lo storico marchio e la memorabilia, in cambio di uno sconto sul debito. Il Padova ha già iniziato a impostare, dal punto di vista del marketing, la prossima stagione e lo scenario più probabile è quello di una conferma del logo disegnato la scorsa estate e che riprende il logo della Biancoscudati Padova. Non dovrebbe esserci un ritorno allo scudo “Acp” almeno per la prossima stagione, anche perché nel frattempo la società sta ancora definendo con il Comune, dal punto di vista burocratico, la cessione in comodato d’uso del marchio stesso. I cappellini in vendita, con il vecchio logo, non sono altro che fondi di magazzino della merce prodotta da Macron per la società di Penocchio, e che non sono mai potuti essere stati messi in commercio, in quanto l’accordo tra l’azienda d’abbigliamento e il vecchio Padova durò appena 15 giorni, prima che la società decidesse di non iscriversi al campionato.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) I tifosi biancoscudati scendono in campo ancora una volta per provare a garantire un futuro allo stadio Appiani. Nonostante la ristrutturazione della tribuna centrale, è ancora incerto il destino della vecchia gradinata, che rischia di essere abbattuta e da più di vent’anni è inagibile e abbandonata a sè stessa. Ecco perché l’Azionariato Popolare Magico Padova ha iscritto l’Appiani a “I luoghi del cuore”, una sorta di petizione online organizzata dal Fai (Fondo Ambiente Italiano). L’iniziativa consente il recupero e la valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e ambientale italiano, e in particolare consente a ogni cittadino di esprimere una preferenza per il proprio “luogo del cuore”. I monumenti che riceveranno più voti verranno presi in carico dal Fai, che si occuperà direttamente del restauro e dell’apertura al pubblico, con attività di sensibilizzazione e coinvolgimento anche di soggetti privati. Per votare lo stadio Appiani, basta accedere al sito “iluoghidelcuore.it”.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) L’aria che tira è quella di un prudente ottimismo sulle decisioni del patron, che potrebbe puntare per la panchina su Giovanni Colella, appena uscito di scena dal Renate. Nel frattempo l’assemblea di Lega Pro andata in scena ieri a Coverciano, in vista del prossimo Consiglio federale, ha partorito le seguenti novità. Si tornerà, problematiche economiche permettendo, alle 60 squadre, i gironi manterranno la divisione Nord, Centro e Sud con qualche eventuale spostamento, le partite saranno trasmesse su Sportube a pagamento, ci saranno i ripescaggi dalla D e verrà mantenuto il contributo una tantum a fondo perduto (ridotto forse a 300mila euro). In tal senso va registrata la richiesta di disponibilità del Campodarsego dello stadio Euganeo: «Ho ricevuto una telefonata dal presidente Daniele Pagin – ha detto il presidente Giuseppe Bergamin – con richiesta di disponibilità dell’Euganeo. Per adesso la cosa si ferma qui, vedremo più avanti». Ma la strada per il Campodarsego è in salita, sia per quanto riguarda la questione-stadio, visto che non è automatico che passerà la richiesta di deroga per poter giocare in un impianto extracomunale presentata da varie società, sia per il contributo a fondo perduto che frena le migliori intenzioni.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Finalmente è ufficiale. Il giorno dopo l’eliminazione dai playoff promozione di Lega Pro del Pordenone il Padova ha annunciato il nuovo direttore generale con delega all’area tecnica, Giorgio Zamuner: «Il Calcio Padova informa che è stato concluso un accordo di collaborazione con il signor Giorgio Zamuner, che ricoprirà il ruolo di direttore generale e responsabile dell’area tecnica. Il nuovo dirigente verrà presentato alla stampa domani alle 15 (oggi, ndr ) nella sede di viale Nereo Rocco». Un epilogo atteso, sancito dal nero su bianco. Zamuner si porterà dietro il suo uomo di fiducia Marcelo Mateos, in possesso di patentino da direttore sportivo. E oggi, oltre alla presentazione ufficiale, potrebbero arrivare novità importanti anche sul fronte dell’allenatore. Perché il patron del Pordenone Mauro Lovisa ha aperto alla possibile «liberazione» di Bruno Tedino, 51 anni, attuale tecnico neroverde e legato al club friulano fino al 30 giugno 2018: «Io non trattengo mai nessuno controvoglia o che non vuole rimanere, ma lui ha un contratto fino al 30 giugno 2018 e ne parleremo nei prossimi giorni». Oggi potrebbe esserci un primo importante sviluppo in occasione del pranzo di fine stagione in programma fra squadra, staff tecnico e vertici del club.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica finale: Cittadella 76, Pordenone 65, Bassano 62, Alessandria 57, Padova 54, Cremonese 53, Reggiana 52, FeralpiSalò 50, Pavia 49, SudTirol 44, Renate 43, Giana Erminio e Lumezzane 42, Pro Piacenza 39, Cuneo e Mantova 34, AlbinoLeffe 20, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentaquattresima giornata: Cremonese-Cuneo 2-1 (Sansovini (Cr) al 15′ st, Brighenti (Cr) al 22′ st, Cavalli (Cn) al 38′ st), FeralpiSalò-Pavia 1-3 (Manconi (Pv) al 9′ st, Ferretti (Pv) al 13′ st, Romero (Fs) al 35′ st, Ferretti (Pv) al 44′ st), Lumezzane-Pro Piacenza 0-0, Mantova-AlbinoLeffe 1-1 (Gonzi (Mn) al 25′ pt, Magli (Al) al 33′ pt), Padova-Alessandria 4-0 (Fabiano (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 23′ pt, Altinier (Pd) al 25′ pt e al 1′ st), Pordenone-Giana Erminio 3-1 (Bruno (Ge) al 12′ pt, Beltrame (Pn) al 16′ pt e al 2′ st, Valente (Pn) al 36′ st), Reggiana-Bassano 2-2 (Mignanelli (Re) al 47′ pt, Momenté (Ba) al 27′ st, Alessi (Re) su rigore al 37′ st, Cenetti (Ba) al 46′ st), Renate-Pro Patria 3-1 (Napoli (Re) al 3′ pt, Teso (Re) al 10′ pt, Santana (Pp) al 35′ pt, Ekuban (Re) al 20′ st), SudTirol-Cittadella 2-3 (Fink (St) al 5′ pt, Tait (St) al 11′ pt, Litteri (Ci) al 12′ pt, Paolucci (Ci) al 43′ pt, Coralli (Ci) al 25′ st).
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