Venti in verticale. E’ in corso di svolgimento in questi minuti presso la sede della Lega Pro a Firenze un’importante assemblea generale (a cui partecipano sia Giuseppe Bergamin che Roberto Bonetto). Molta la carne al fuoco, dai diritti televisivi alle possibili modifiche allo Statuto passando per l’iniziale pianificazione della prossima stagione. E tra gli argomenti caldi vi è la suddivisione dei tre gironi. Perché potrebbe davvero passare la proposta del “taglio” dell’Italia da Nord a Sud: quella che sembrava una semplice ipotesi, infatti, rischia di tramutarsi in realtà. Parola di Mauro Lovisa, che nella sala stampa del “Bottecchia” post Pordenone-Pisa ha dichiarato: «Al 99% ci saranno gruppi verticali. Se uno non vuole queste trasferte, faccia a meno di giocare in Lega Pro perché se non si hanno le possibilità per sostenere queste spese meglio lasciar perdere. Il problema è che nella categoria devono migliorare le entrate». Una scelta destinata a far discutere, sicuramente meno vantaggiosa a livello economico per le società (nonché per i tifosi, chiamati a sobbarcarsi trasferte più onerose) ma che a detta di molti equilibrerebbe i valori sul piano tecnico.
A questo punto, però, la curiosità del tifoso medio biancoscudato porta alla più classiche delle domande: qualora si arrivasse alla divisione in verticale, il Padova con chi giocherebbe? Un quesito più che legittimo, a cui noi proviamo a rispondere. Con una premessa: nonostante la situazione – dopo i primi turni di playoff e la fine dei playout di Lega Pro – sia più chiara rispetto ad un paio di settimane fa il probabile girone che andremo a formare potrebbe leggrmente differire (per molteplici cause) da quello definitivo. Ma intanto potete farvi un’idea…
Partiamo dunque dalle squadre certe, con un dato forse sorprendente: rispetto allo scorso campionato i Biancoscudati ritroverebbero solamente SudTirol, Pordenone e Bassano. Seguendo il criterio geografico Nord-Sud, infatti, ad Altinier e compagni toccherebbero le società del versante adriatico, mentre quelle affrontate nella passata stagione appartengono prevalentemente alla fascia padana. Alle tre sopraccitate si aggiungerebbero dunque la neopromossa Venezia, la romagnola Santarcangelo, le marchigiane Ancona, Maceratese e Sanbenedettese, l’abruzzese Teramo e ben cinque pugliesi, vale a dire Fidelis Andria, Lecce, Martina, Monopoli e Virtus Francavilla (di Francavilla Fontana, provincia di Brindisi).
E con queste siamo a 15, Padova compreso. Mancano quindi ancora cinque squadre per arrivare alla fatidica quota di venti. E qui si entra prepotentemente nel campo delle ipotesi. Partendo da una vicina di casa, perché qualora venisse abolito il versamento a fondo perduto la sedicesima sarebbe il Campodarsego, terza nella graduatoria dei ripescaggi dietro a Caronnese e Lecco. E poi? Le papabili per gli altri quattro posti sono molteplici: si va dal Foggia – qualora non battesse in Pisa nella finale playoff – al Lanciano (in caso di sconfitta nel playout di serie B con la Salernitana), passando per il Rimini – in dubbio la sua iscrizione al campionato causa mancanza di fondi – sino ad arrivare a Matera e Gubbio, che sono in posizione leggermente più centrale ma pur sempre a ridosso della fascia adriatica.
Manca qualcuno? Decisamente. Chi? Le squadre emiliane (vale a dire Modena, Reggiana, Parma, Piacenza e Pro Piacenza) nonché le due lombarde più a ridosso della città del Santo, ovvero Mantova e FeralpiSalò. L’ago della bilancia sembra proprio essere rappresentato da loro: la Lega Pro potrebbe difatti tanto decidere di inserirle nel giorne centrale quanto di dividerle sfruttando anche la motivazione dei “motivi di ordine pubblico” (che però si presenterebbe anche per le innumerevoli squadre toscane). Chi vivrà vedrà…
E se invece si rimanesse con la divisione orizzontale? Uscirebbero le retrocesse Cuneo, AlbinoLeffe e Pro Patria, ma non si sa chi entrerà: tra le contendenti vi sono le già citate Venezia, Piacenza e Campodarsego nonché il Como e lo Sporting Bellinzago (provincia di Novara), senza dimenticare Caronnese – di Caronno Pertusella, provincia di Varese – e Lecco in odore di ripescaggio. Ed occhio sempre a Modena e Parma. Ma questa è un’altra storia…