Clicca qui per aggiornare la diretta
Ore 22.45 – Semifinale playoff di Lega Pro, fischio finale: Foggia-Lecce 2-1.
Ore 21.35 – Semifinale playoff di Lega Pro, fine primo tempo: Foggia-Lecce 0-0.
Ore 19.40 – (Corriere delle Alpi) Una questione tra bomber. Un 3-3 tutto in amicizia al Polisportivo tra le All Stars gialloblù del 2003 e gli amici di Andrea Pollipoli. Decisivi la doppietta di Bisso e il rigore di Intrabartolo, per la squadra che aveva regalato una delle emozioni più belle della storia ai tifosi gialloblù. Come ai bei tempi la decidono i centravanti. Risposta nel punteggio targata da Fontana, Savasta e Bertagno per gli “Amici”. Verdetto finale così rimandato ai rigori, pareggiati anche quelli con un errore a testa. Non ci sono tutti i protagonisti della grande cavalcata, ma è comunque un piacere rivedere alcuni di quei giocatori. Qualche “colpo di mercato”, come l’addetto stampa del Belluno Alberto Vanz, Sebastiano Sommacal e “Gigio” Della Vecchia, o dei fuori ruolo come Alessandro Bee terzino, ma tutto sommato il resto della squadra c’è. Così, Marco Girardi fa la guardia assieme a Thomas Poletti della difesa, con Ballarin ancora in formissima a correre a sinistra. Gobbato è il metronomo a centrocampo, Bisso e Intra a far male davanti come allora. Costretto a limitarsi all’arbitraggio capitan Roberto Padrin e si può dire che, tutto sommato, la direzione di gara non scontenterà i giocatori. Dall’altra parte non manca qualche individualità interessante come Stefano Fontana, Ivan Da Riz, Manuel Sitran e pure i due Simone della prima squadra, ossia Bertagno e Corbanese, che partono dalla panchina. Abbraccio tra i due mister per l’occasione, Roberto Raschi e Toni Tormen, prima del sentito minuto di silenzio per ricordare Vittorio Fratta. Non troppo pubblico sugli spalti, ma dopo qualche timida situazione nei primi scambi, ecco che arrivano le prime giocate di qualità. Sfortunati gli “Amici”, che prendono un doppio palo mentre Bisso non perdona in due occasioni. Nel secondo tempo qualche cambiamento nelle due formazioni. Intrabartolo dal dischetto fa tris, poi però arriva la rimonta con Fontana, Savasta e Bertagno. Pari e rigori, che però non riescono a decretare un vincitore. Ma non era di certo l’aspetto più importante. Felice della giornata il presidente gialloblù Perissinotto. «Ricordo ancora benissimo tutta quella partita con i giallorossi. Sono rimasto legato personalmente a tutto il gruppo, e credo che formare delle amicizie nel calcio sia una cosa estremamente piacevole. Analogie con il Belluno di adesso? Non le vedo sinceramente. Lì non c’erano tanti bellunesi, a differenza di quello di adesso. Allo stesso modo, quella squadra era costruita per vincere, mentre al momento si sta cercando di costruire un ciclo che ci possa portare a consolidare il livello ottenuto». L’episodio più vivo di Belluno – Bassano? «Personalmente ho sempre in mente Andres Grande che va sotto i tifosi a fare festa. Devo dire che la voglia di ripetere certi momenti non manca, solo che i piedi devono invece stare per terra sempre. Intanto cerchiamo nuova linfa e nuovi sponsor, che è la cosa più importante per ambire di nuovo a quei livelli».
Ore 19.10 – (Gazzetta di Reggio) Andrea Parola su Facebook saluta Reggio ed i tifosi. «E’ veramente difficile non dimenticare qualcuno o qualcosa. Difficile descrivere le emozioni passate in questa città. In questi 4 anni a Reggio Emilia ho perso una famiglia e ne ho costruita una parte con grandi persone che sono state dei punti di riferimento costante. Devo tutto o quasi ad Adriano Bartoli e Lorenza Formentini una seconda famiglia per me e ovviamente ai miei genitori se ho superato certi momenti. Tutto è servito a costruire quello che sono adesso. Un mix incredibile di gioie e dolori, felicità allo stato puro e tristezza incredibile che mi hanno sempre accompagnato in questi anni a Reggio Emilia. Una vita non solo calcistica ma una rete di amicizie e conoscenze al quale rimarrò sempre legato. È lunga la lista quindi non cito nessuno e mi soffermo solo sul valore che hanno rappresentato per me ». «A livello lavorativo che dire, 4 anni intensi dove mi sono trovato ingiustamente fuori rosa per 2 anni di fila per colpa di gente senza palle che pensava unicamente a fare soldi; solo grazie a mister Battisitini e al ds Ienca sono stato reintegrato. Poi altri 2 anni molto belli anche se sofferti e vissuti diversamente. Il primo conclusosi con la rovina dei calci di rigore e il secondo nel cercare di gestire da capitano una situazione tutt’altro che semplice». «Ho dato tutto me stesso in questo avventura nel cercare di aiutare tutti, soprattutto i compagni di squadra,molti dei quali dei fratellini, per quello che potevo e ho sempre dato il massimo. Siamo ai saluti e penso proprio che sarà un arrivederci: tornerò a trovare molte persone. Un saluto importante alla Reggiana, le auguro il meglio. Avrei preferito fosse gestita in modo diverso ma sono un signore e non faccio polemica. Spero con tutto il cuore che Reggio abbia molto presto quello che merita e cioè una categoria importante».
Ore 18.50 – (Gazzetta di Reggio) «Quando due mesi fa Maurizio Franzone mi ha confidato che stava maturando l’idea di puntare sulla Reggiana, gli ho risposto di prenderla subito, di non avere nessun tipo di dubbio. Oggi in Italia ci sono tanti club in vendita: io a tutti consiglio due piazze storiche, Reggio e Taranto, perché c’è tradizione, tifo competente e, non ultimo, si può lavorare bene». Pietro Parente, ex della Reggiana ai tempi della serie A, oggi procuratore dell’agenzia Galli di Modena, è passato dai campi Csi per salutare un suo assistito: Enrico Marconi, il difensore degli allievi nazionali di San Martino in Rio, già nel giro dell’Under 17. Parente conosce molto bene Maurizio Franzone e Andrea Grammatica. «Con Franzone ho giocato a Como, l’allenatore era Tardelli, con noi c’era anche Alberto Colombo. Era il vice di Cudicini, che poi si infortunò ad un braccio e lui diventò per un certo periodo il titolare. Grammatica – aggiunge l’ex esterno granata – è indubbio che ha lavorato molto bene con la Virtus Entella, sia a livello giovanile, sia portando ragazzi importanti in prima squadra. Sa il fatto suo». «Mi ha telefonato per chiedermi un giocatore per la Reggiana, è un atleta giovane fortissimo, che seguo io. Gli ho detto che ho speso una mezza parola con un’altra società, ma ne riparleremo presto». Arriva il dottor Franco Taglia ed è festa grande con Parente. Si ritorna alla Reggiana del periodo 1995-97, quella di Lucescu, Oddo e Varrella. Parente ha incontrato anche Sergio Mezzina, nuovo responsabile del settore giovanile.
Ore 18.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Werner Seeber ha incontrato venerdì a Modena Mario Petrone in occasione di Inter-Palermo, valevole per quarti di finale del campionato Primavera. Semplice faccia a faccia causale fra due persone che si documentano, si aggiornano e si stimano nonostante la separazione oppure c’è la possibilità che l’allenatore sotto contratto con l’Ascoli stia preparando un clamoroso ritorno a Bassano? Al momento nessuno si sbilancia, anzi: fioccano le smentite, che siano di rito o meno questo non è dato saperlo. Fatto sta che presto verrà presa una decisione sul conto di Petrone, che è una delle alternative a Bruno Tedino a Padova, ma che è stato sondato con decisione da Alessandria e Pavia. Non ha ancora rescisso il contratto con il club marchigiano, ma potrebbe farlo presto. Nel frattempo sul successore di Stefano Sottili, oltre alla suggestione Petrone, i nomi che circolano sono sempre gli stessi: Moreno Longo piace molto ma pare che sia vicinissima la firma con la Pro Vercelli; Luca D’Angelo un’alternativa che piace molto e che rappresenterebbe una buona sintesi fra qualità e prezzo, poi Alessandro Dal Canto, Carlo Sabatini e Valerio Bertotto, mentre Giuseppe Scienza non pare interessare troppo. Sottili ieri ha incontrato l’Arezzo. La fumata bianca sembra dietro l’angolo e manca soltanto l’annuncio ufficiale per certificare l’avvenuta svolta. Nel frattempo l’ottimo campionato di Marcello Falzerano ha attirato l’attenzione di diversi club di Lega Pro e di serie B. Il giocatore è sotto contratto con il Bassano, che non ha alcuna intenzione di mollarlo, a meno di un’offerta indecente che per adesso non si è prefigurata.
Ore 18.00 – (Giornale di Vicenza) Lasciato vacante il posto in panchina, ancora non è dato sapere chi sarà ad occuparlo ma almeno si sa dove finirà Sottili. Ad Arezzo, contratto annuale firmato ieri mattina dopo che il tecnico la sera prima si era visto Palermo-Inter per lo scudo Primavera a Modena e qualche ora prima di dirigersi ieri pomeriggio a Rimini per il playout con l’Aquila. «Ho lasciato una società splendida e solida e dei giocatori con una straordinaria cultura del lavoro», il telegramma inviato da Sottili ai microfoni del sito TMW. Ora c’è una lunga lista di pretendenti come è normale che sia: il pallino di Seeber è Moreno Longo, ex Primavera del Toro, uno che opera divinamente coi giovani.Il guaio è che piace a tanti e non solo a Seeber, Carpi e Pro Vercelli in B in prima linea: l’incontro coi piemontesi di venerdì ha accelerato il suo passaggio da quelle parti.E allora chi? Ce ne sono diversi in lizza: da Alessandro Dal Canto sino a Luca D’Angelo, due promozioni con Rimini in C2 ed Alessandria in C1, un profilo magari meno eclatante di altri ma che possiede concrete possibilità di emergere. Non vanno altresì sottovalutati Beppe Scienza o Giovanni Stroppa o lo stesso Valerio Bertotto, ex selezionatore degli azzurrini di Lega Pro. Ma non aspettatevi una soluzione rapida, è una scelta che il Soccer Team non può permettersi di sbagliare.CONFERME. Tra quelli in scadenza ma vicini al rinnovo c’è sicuramente Stefano Pietribiasi che però potrebbe scalare inizialmente nelle gerarchie a centravanti di scorta.Su Domenico Germinale, farà fede la tenuta fisica. Vederlo sgambettare sciolto nell’ultima partitella stagionale conforta, senza l’infortunio al crociato del ginocchio a novembre l’annata giallorossa avrebbe potuto cambiare colore. Se il ragazzo sta bene, di un combattente del genere il Bassano non può privarsi e l’attaccamento ai colori è fuori discussione. E in via Piave ci penseranno due volte prima di lasciarlo andare. In uscita saluterà con ogni probabilità pure il veterano Daniele Martinelli mentre gli stessi Toninelli e Semenzato sono più lontani sempre che il nuovo trainer non intenda puntare su di loro. Sul portiere di scorta Davide Costa toccherà all’Inter, che controlla il suo cartellino, l’ultima parola, ma andrà altrove a giocare. Sottoporta è seguito il bomberissimo del Cuneo, Matteo Chinellato, trevigiano di proprietà del Genoa che al Bassano ha infilato a febbraio una rovente doppietta.
Ore 17.55 – Semifinale playoff di Lega Pro, fischio finale: Pordenone-Pisa 0-0, toscani in finale.
Ore 17.30 – (Gazzetta di Mantova) Non ci sono solo i rappresentanti del gruppo cinese a proporsi per l’acquisizione di una parte della società. Ieri la tribuna centrale era talmente zeppa di aspiranti, più o meno graditi, da costringerci a fare il punto come fossimo a Montecarlo, un istante prima del Gp. POLE POSITION. Il gruppo di mister Zhong Ye è stato presentato con tutti gli onori nella sala stampa dello stadio e persino il presidente Sandro Musso ha aspettato per poi entrare in scena con una livorosa requisitoria contro chi, a suo dire, non aiuta il Mantova. PRIMA FILA. Chi conosce bene Serafino Di Loreto sa che una ne dice ma due ne fa e quattro ne pensa. È quindi scontato che per portare la società ad un potenziamento esistono anche ipotesi di cui poco o nulla si è parlato, finora. L’agente intermediario romano che sta tenendo i contatti con il patron biancorosso ha fatto sapere che i soggetti da lui rappresentati sono impegnati nella revisione di una trattativa per un importante club di serie B, di cui non vuole fare il nome. Una volta conclusa l’operazione verranno poste le basi per l’incontro con i nuovi proprietari del club cadetto. PIT STOP. L’ex presidente biancorosso e tuttora consulente del presidente Musso Fabrizio Lori è stato contattato da un imprenditore vicentino, presentatosi ieri al Martelli nelle sembianze dell’ex direttore tecnico biancorosso Roberto Masiero, che fu componente del gruppo che nel 2001 acquisì il Mantova dal patron Mario Cioli. Masiero, ovviamente incanutito ma con lo sguardo persin più vivo di quando resse il ruolo con scadenza settimanale al fianco dell’allora patron Andrea «Smile» Fagnani, ha confermato la disponibilità a ragionare sull’acquisto delle quote della società biancorossa. «Nei prossimi giorni – ha detto Masiero – sarò a Londra per ragioni di lavoro (l’imprenditore veneto si occuperebbe ora di servizi concernenti la lavorazione del petrolio nel Mare del Nord, ndr), con le persone interessate successivamente faremo in modo di incontrare la proprietà. È vero, nel 2001 fui per qualche tempo nel gruppo che acquisì la società. Vedremo al mio rientro». AI BOX. L’imprenditore mantovano Claudio Dondi ieri era al Martelli, non soltanto con i possibili collaboratori Claudio Turella e Gabriele Monelli ma anche e soprattutto con Roberto Boninsegna e il figlio Gianmarco, ipotetiche new entry del suo gruppo. Dondi si è mantenuto a debita distanza dai dirigenti biancorossi e ha evitato, così è parso, ogni contatto. Restando però in attesa, consapevole che altre volte (sabato 7 a Rezzato, ndr) la trattativa è poi proseguita. LA SORPRESA? Per la serie “Cosa c’è dietro l’angolo?” il dg Bernasconi non nasconde che domattina ci sarà un vertice con un nuovo candidato, mantovano doc, la cui presenza potrebbe garantire la permanenza dei fondatori Bompieri, Tirelli e Giovanardi.
Ore 17.10 – (Gazzetta di Mantova) «Sappiamo che Mantova è una piazza importante e l’impressione che ne abbiamo ricavato oggi (ieri, ndr), assistendo al playout con il Cuneo, è senza dubbio positiva. Abbiamo visto un grande entusiasmo. C’è molto pubblico». A parlare è Zhonghe Ye, imprenditore cinese e presidente dell’Associazione per la promozione del commercio sino-italiano che ieri al termine della partita è stato presentato in pompa magna dal patron Serafino Di Loreto. Un nuovo socio per l’Acm? A rispondere sono i due intermediari che hanno avvicinato Ye alla proprietà biancorossa, l’avvocato Roberto Gallo e l’imprenditore Nanni Meazza. «In Cina – spiega Gallo, che ha preso la parola in sala stampa – sono state approvate leggi che spingono a investire sul calcio. Questo clima di entusiasmo fa sì che molti imprenditori si guardino attorno. Ye fa parte di un gruppo di investitori attivi da anni nel nostro Paese, è a Milano da 20 anni e ha interessi nel settore alimentare e in quello delle costruzioni». Per il momento sia Gallo che Meazza non si sbilanciano sul possibile ingresso in società di Ye ma lasciano intendere che ci sarebbero buone possibilità di concludere. Per Di Loreto: «Ci sono buone basi per una collaborazione per il bene del Mantova». «Il mio invito – spiega Meazza – è quello di rimanere con i piedi per terra e capire con calma cosa si può fare insieme. Io spero davvero che Ye e il Mantova possano fare lavorare per la piazza e per il territorio. Il fatto che la squadra abbia mantenuto la categoria è importante, anzi, era una condizione indispensabile per continuare il dialogo tra le parti». Insomma, per il momento non c’è nulla di concreto, se per concreto si intende un accordo nero su bianco, ma quella di Ye è una delle piste calde per il futuro dell’Acm (vedi articolo a destra). Gallo, poi, entra nel dettaglio: «Se Ye vuole prendere la maggioranza? È ancora presto per dirlo. Gli investitori cinesi di solito prendono la maggioranza ma non mandano via chi c’è già». L’attuale proprietà resterebbe ma in minoranza? Al momento non è dato a saperlo. «È la prima volta che veniamo al Martelli ma Mantova la conosciamo già avendo avuto la possibilità di scoprirne la sua bellezza», parla al plurale l’imprenditore cinese perché interpreta il pensiero del figlio Baiming Ye detto Maiko, ieri al suo seguito. Nel post gara ha parlato anche Sandro Musso. Le sue parole suonano quasi come un addio alla carica di presidente: «Mi sarei aspettato cori per Prina e non per Juric. La stampa quest’anno non sempre ha aiutato la società. Un grazie a Marcolin che mi ha consigliato il mister». A fine partita ha parlato anche il dg Matteo Togni: «Ringrazio lo staff che ha lavorato duramente anche nei momenti difficili».
Ore 16.55 – Semifinale playoff di Lega Pro, fine primo tempo: Pordenone-Pisa 0-0.
Ore 16.50 – (Gazzetta di Mantova) A Tano Caridi l’idea di perdere un playout in casa non andava proprio giù. Così il capitano, malgrado una stagione costellata da infortuni, nell’appuntamento decisivo della stagione ha vinto anche la febbre ed ha voluto essere in campo dal primo minuto. Nel finale, dopo aver dato tutto, ha raccolto l’ovazione del suo pubblico lasciando il posto a Falou Samb, che ha pure creato qualche grattacapo alla difesa del Cuneo. E può presentarsi in sala stampa finalmente sorridente per l’ultima volta di questa tribolata stagione: «Credo sia stata una grande salvezza – afferma Caridi – , partita da lontano ma fermamente cercata e voluta. Due mesi fa eravamo in caduta libera, del tutto sfiduciati, poi a poco a poco grazie all’aiuto di mister Prina siamo diventati sempre più solidi, mentre i risultati positivi hanno accresciuto la nostra autostima. La nostra rincorsa è stata premiata ed ora possiamo festeggiare un traguardo che sembrava impossibile». Con estrema signorilità ed onestà, il Tano ammette anche che è servito anche un pizzico di buona sorte: «Ormai nel calcio, ed in particolare in sfide cariche di tensione come i playout, gli episodi spesso fanno la differenza: loro hanno avuto un’occasione su palla inattiva colpendo la traversa, noi invece su palla inattiva siamo andati in gol». Chiusura sul pubblico: «Io sono a Mantova da tanto tempo e non avevo dubbi che avrebbe risposto presente. Semmai la nostra stagione aveva allontanato tanta gente che però nel momento più importante dell’anno ci ha dato una grande mano».
Ore 16.30 – (Gazzetta di Mantova) La Te sa amare, non è monomaniaca e un allenatore bravo non deve chiamarsi Ivan Juric per essere amato, applaudito. Luca Prina lo ha capito perfettamente due mesi e mezzo fa, quando accettò l’offerta di Musso, Lori e Marcolin (tanto per ricordarsi gli artefici della scelta, ndr). Luca Prina lo sapeva fin da quel caldo (però non come ieri…) pomeriggio di fine marzo, quando il presidente provava ad inquadrargli la situazione e lui, paziente nell’ascolto quanto determinato per il suo obiettivo, ascoltava e prendeva nota. Poi una sconfitta, un’altra e un’altra ancora, la diga pareva tracimare da un istante all’altro, ma il mister e il suo staff erano tranquilli. E alla fine è arrivato un primato, 1 solo gol subìto in 7 partite, che la dice lunga sulla solidità del gruppo. È anche per questo che il mister, per la conferenza dei saluti, vuole tutti i collaboratori con sè: «Da Ciccio, al dottor Ballardini, ai massaggiatori Marcello e Moreno, ai gemelli Pietro e Matteo Gazzola, a Gabriele Cotifava, al mio vice Andrea Disderi, al preparatore atletico Corrado Merighi, al preparatore dei portieri Michele De Bernardin, a Nicholas Lazzari che ha dato un grande apporto con i video sulle palle inattive. Ho avuto un gruppo di collaboratori con il quale spero di lavorare ancora e che la società farà bene a conservare al 100%». In aggiunta al gruppo c’è anche la psicologa Elena Passoni, che Prina saluta con affetto davanti ai tifosi che lasciano lo stadio gridandogli: «Se venivi un mese prima non avremmo fatto i playout». No, Prina non ha gli anziani che lo baciano (come accade, beato lui, al presidente Musso). Prina ha dalla sua il mantovanissimo ex sindaco di Monticelli d’Ongina, Roberto Germiniasi, col quale ingaggia sulle scalee della tribuna un veloce scambio di battute che esalta il feeling sapientemente creato dal mister biellese. Il suo sguardo piace alla gente, è questione di pelle, Prina lo sa e “cresce” di qualche chilo nel vedere come la gente sia con lui, anche se il coro non è udito da tutti la Te ama il suo mister. E non lo si scordi… Il futuro, prima ancora che l’attualità, è al vertice dei pensieri del tecnico dal quale ci si attende un attestato di fiducia inevitabile per la riconferma: «Sono stato molto bene – dice Prina – però non resto per vivacchiare, io sono ambizioso ed è giusto che Mantova sappia raggiungere presto la con sapevolezza di poter puntare alla B». Come fare il mister lo sa benissimo, potrebbe persino spiegarlo fin da ora anche se il suo principale collaboratore, un ds che sostituisca Alfio Pelliccioni, ancora non c’è: «Io e il mio staff abbiamo le idee molto chiare su che cosa fare, non siamo però quelli chiamati a vedere che cosa fare. Sarà la società a decidere che cosa fare, vedremo». Luca Prina è giunto il 14 marzo a Mantova e fin da quel momento sapeva di poter centrare la salvezza: «Io e Disderi avevamo grande voglia di riscossa, subito dopo aver conosciuto i ragazzi ho visto che atleticamente stavano bene ma non altrettanto a livello psicologico. C’era gran voglia di riprendere il cammino vincente e quando a Salò subimmo il rigore nel finale sapevamo che le cose stavano cambiando. La giusta valutazione della situazione e la fiducia della società ci hanno portato a centrare questo traguardo, per il quale vogliamo ringraziare la società, tutti i ragazzi e gli sportivi».
Ore 16.10 – (Gazzetta di Mantova) Trascinato da tremila impareggiabili tifosi il Mantova agguanta al Martelli la salvezza al termine di una delle gare più sofferte della recente storia biancorossa. Nella gara di ritorno dei playout, infatti, Caridi e compagni difendono a denti stretti lo 0-0 (che sarebbe bastato a evitare la D), tremano nella ripresa quando gli avversari colpiscono la traversa e alla fine trionfano grazie al gol del protagonista meno atteso, quel Salvatore Masiello arrivato a gennaio e quasi mai impiegato finora a causa dei suoi ripetuti acciacchi. I novanta minuti più importanti della stagione, quelli in cui il Mantova si gioca un intero campionato, cominciano davanti a una curva Te da brividi, che parecchie squadre di serie B possono soltanto sognare. I biancorossi però, fin dall’inizio, appaiono contratti e forse un po’ sorpresi dal cambio di modulo degli avversari, che si schierano con il 4-4-2 (all’andata 4-3-3) e puntano così a schiacciare all’indietro i cinque difensori del Mantova, guadagnando poi superiorità numerica a metà campo con l’avanzata dei terzini. A complicare i piani di Prina ci si mette inoltre l’immediato infortunio di Lo Bue, che dopo dieci minuti deve lasciare il posto a Sereni. Il Cuneo tiene il pallino del gioco in mano, ma crea un unico brivido con i difensore Rinaldi, che colpisce l’esterno della rete di testa. Poco dopo la mezz’ora è invece provvidenziale un recupero di Scalise sul veloce Bonomo, che stava volando verso la porta di Bonato. Ma la qualità del match è raccapricciante e in entrambe le squadre è evidente la paura di non farcela. L’unica, vera occasione da gol, comunque, la crea il Mantova. Ma Gonzi, solo davanti al portiere Tunno calcia incredibilmente a lato. Nell’intervallo mister Fraschetti decide allora di accantonare l’esperimento 4-4-2 e sostituisce l’esterno Ruggiero con il centrocampista D’Iglio, tornando al collaudato 4-3-3. E la mossa sorprende un po’ il Mantova, che perde le misure e si abbassa troppo arroccandosi nella sua area. Per un quarto d’ora al Martelli si suda freddo. Bonato è provvidenziale su tiro ravvicinato di Scapinello, poi viene salvato dalla traversa su zuccata di Chinellato e infine deve sbrogliare più volte la matassa con alcune ucite alte non facilissime. Prina corre ai ripari e inserisce (12’) Masiello al posto di uno Zammarini in affanno. Fraschetti risponde con Beltrame per Bonomo, mentre poco dopo il mister biancorosso butta dentro anche Falou per Caridi. Il Cuneo continua ad attaccare, sfiorando il palo con Scapinello e reclamando poi invano il rigore per un presunto mani di Masiello su cross di D’Iglio. Ma è l’ultimo sussulto dei piemontesi, che hanno speso tanto e cominciano ad accusare un po’ di fatica. Al 36’, così, arriva il gol della liberazione che fa esplodere il Martelli. Il Cuneo propone una linea altissima su punizione laterale di Gonzi, che è lesto a battere a sorpresa e a innescare Masiello, partito in poszione regolare: destro davanti al portiere e apoteosi sotto la curva Te. Gli ultimi minuti poi hanno poco da dire, con il Cuneo ancora generosamente in avanti e il Mantova che manca il raddoppio con Marchi in contropiede. Può bastare così. Tutti a far festa in mezzo al campo e sotto la curva Te: il Mantova c’è ancora.
Ore 15.40 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) Inizierà ufficialmente lunedì prossimo, alle ore 18, la nuova era del Vicenza targata Vi.Fin. e si chiuderà quella targata Sergio Cassingena e Finalfa dopo dodici anni, conditi da tre retrocessioni e da una situazione debitoria davvero molto pesante. Una situazione che la finanziaria vicentina ha provveduto, dopo un anno di lavoro, a migliorare anche se la strada da fare per risanare la società è ancora lunga. A dare una mano ai soci di Vi. Fin. ci sarà anche l’imprenditore pugliese Savino Tesoro, che ieri mattina, negli uffici de «La Colombo Finaziaria» si è incontrato con Alfredo Pastorelli per discutere dell’ingresso in Vi. Fin. e, di conseguenza, nel Vicenza calcio. «L’incontro è andato bene — ha spiegato nel primo pomeriggio Pastorelli — ritengo che lo si possa considerare dei nostri». Il futuro presidente del Vicenza altro non ha voluto aggiungere, quindi non è ancora noto con che ruolo e con quale impegno finanziario Tesoro entrerà a far parte della società berica e del nuovo cda, ma intanto è positivo che, dopo aver esaminato la situazione di bilancio, Tesoro abbia deciso di partecipare al nuovo corso targato Vi. Fin. Un percorso che per la verità è già iniziato da tempo, considerato l’importante impegno economico messo in campo per far fronte al pagamento degli stipendi e relativi contributi ai tesserati e ai collaboratori del club biancorosso. Scadenze che bussano nuovamente alla porta, con la prossima tappa prevista il 16 di giugno, quando i nuovi proprietari del Vicenza dovranno riaprire i cordoni della borsa per quasi due milioni di euro. Ma la società è già al lavoro anche sotto l’aspetto tecnico, dove l’argomento più caldo pare essere la posizione del tecnico Pasquale Marino che, esonerato nello scorso marzo, è ancora sotto contratto con il Vicenza fino al giugno 2017. Un accordo che pesa nel bilancio del prossimo anno ed è quindi facile intuire come si cerchi di trovare una soluzione che accontenti le parti. Il concreto interesse del Frosinone verso Marino potrebbe essere la soluzione ideale, anche se dopo l’incontro avvenuto a Roma tra il tecnico siciliano e il presidente del club ciociaro tutto è stato rimandato. Si attende che Marino trovi una soluzione per liberarsi dal contratto con il Vicenza. Intesa non semplice alla quale si sta occupando l’ex biancorosso Giorgio Zamuner che cura gli interessi di Marino, e il direttore sportivo dei biancorossi Antonio Tesoro. Il nuovo responsabile dell’area tecnica è già al lavoro anche per costruire il nuovo Vicenza che, almeno dalle prime indicazioni, sarà abbastanza diverso da quello che ha concluso la stagione scorsa. Quasi certo infatti che i giocatori in prestito come Ligi (Bari), Moretti (Latina), Sbrissa e Vita (Sassuolo) tornino alle squadre di appartenenza, e tra i giocatori in scadenza il solo Adejo pare rientrare nel nuovo progetto tecnico. All’ex difensore della Reggina è stato proposto un contratto biennale, a breve la risposta. Quasi nulle le possibilità di trattenere Ebagua, sono con la valigia in mano anche Raicevic sul quale il Cagliari pare in vantaggio sulla concorrenza, e Galano che piace molto al Pescara pronto a presentare un’offerta importante in via Schio. Tra tante partenze i giocatori da cui ripartirà il Vicenza dovrebbero essere Benussi , Brighenti e Giacomelli , con la posizione di D’Elia e Sampirisi che è in bilico e dipenderà molto dalle loro motivazioni a restare e dalle offerte che arriveranno al club biancorosso.
Ore 15.20 – (Giornale di Vicenza) I due si sono incontrati ieri mattina e hanno verificato di avere molte idee in comune sul progetto del Vicenza del futuro che sempre più sta prendendo forma in queste ore. Faccia a faccia tra Alfredo Pastorelli, il presidente di Vi.Fin che diventerà massimo dirigente del Vicenza e Savino Tesoro, l’imprenditore pugliese padre del direttore sportivo Antonio. Un incontro che ha in sostanza spianato la strada all’ingresso di Savino Tesoro in società. Non sarà domani, quando nello studio notarile D’Ercole verranno apposte le firme sul passaggio di proprietà del club di via Schio da Finalfa a Vi.Fin e non sarà neppure martedì, quando l’assemblea di Vi.Fin nominerà il nuovo c.d.a. e quindi il nuovo presidente del Vicenza calcio. Ma non passerà troppo tempo e Savino Tesoro entrerà nel club biancorosso, di fatto allargando e rafforzando la nuova compagine societaria. A dissipare i dubbi è lo stesso imprenditore pugliese. «È stato un incontro molto soddisfacente – ha detto – adesso bisogna sistemare alcuni aspetti di natura burocratica, ma un’intesa c’è anche sul progetto e questo è molto importante». Insomma, via libera dopo settimane vissute sull’altalena, anche se si era intuito che un certo feeling era scattato fin da quando Savino Tesoro aveva assistito ad alcune partite del Vicenza allenato da Franco Lerda. «Io sono fatto così, il calcio mi coinvolge e mi è piaciuta da subito Vicenza, una piazza calda e con una storia importante, cose che per me contano molto». L’istintiva passione però da sola non sarebbe bastata, Savino Tesoro da imprenditore è uomo attento ai numeri e al programma: proprio per questo ha voluto parlare chiaro con Pastorelli prima di impegnarsi. «Siamo in sintonia – ha concluso – su come procedere per cui penso non ci saranno problemi. I tempi? Vediamo, ma non credo più di qualche settimana». Sullo stesso punto Alfredo Pastorelli, incassato il sostanziale sì da Savino Tesoro, si prende il tempo che sarà necessario. «Non c’è fretta – dice l’attuale presidente di Vi.Fin e prossimo successore di Gian Luigi Polato alla guida del Vicenza – facciamo le cose per bene in modo che alla fine l’accordo sia soddisfacente per entrambe le parti, ma di sicuro non saranno tempi lunghi». Per Pastorelli quello di ieri mattina era un appuntamento importante per verificare se il suo gruppo avrebbe potuto contare sull’apporto di un socio come Tesoro. E la soddisfazione per l’esito del faccia a faccia è evidente. «L’incontro è andato molto bene, Savino Tesoro si intende di calcio gestito, se entrerà nel Vicenza così come sembra e come spero, la sua sarà una collaborazione molto preziosa». Dunque dopo gli sviluppi decisivi degli ultimi giorni sul fronte societario, per il Vicenza sta per aprirsi davvero un nuovo ciclo, una pagina bianca tutta da scrivere. «Ora – conclude Pastorelli – le componenti per provare a far bene ci sono, ma tutto dovrà passare attraverso il risanamento economico».
Ore 14.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Il Pisa si presenterà alle 16 con la miglior formazione possibile. I nerazzurri toscani non si sentono ancora in finale e intendono giocare al Bottecchia una gara ricca di sostanza. Nessun calcolo: “Ringhio” Gattuso schiererà regolarmente a centrocampo il diffidato Di Tacchio e in attacco (salvo sorprese) l’altro giocatore a rischio, Çani, in vantaggio nella corsa per una maglia da titolare su Eusepi. «Durante la settimana – dice Gattuso, che ha guidato l’allenamento di rifinitura dei nerazzurri a San Vito – ho trovato una squadra vogliosa. Nessuno ha mollato la presa. Ho rivisto la partita di domenica scorsa e sono convinto che abbiamo raccolto il massimo, con il Pordenone che ha però costruito qualche buona occasione. Adesso dovremo stare molto attenti, perché i nostri avversari sanno giocare a calcio. Credo proprio che ci daranno un po’ più di pressione con gli attaccanti». L’ex mediano milanista confermerà il 4-3-3: «Abbiamo sicurezze che non dobbiamo perdere. Stiamo esprimendo un buon gioco e non andremo a snaturare le nostre certezze». Il clima nel gruppo? «Dobbiamo pensare che per noi sia l’ultima partita, poiché il calcio è anche questo – riflette -. Faremo di tutto per centrare la finale». Il Pordenone? «Avrà la spinta di un pubblico caloroso – osserva Gattuso -. Ma se ci preoccupiamo di 2500 tifosi, beh, dobbiamo cambiare mestiere. Certo sappiamo che ci sarà da soffrire e mi aspetto che la mia squadra non faccia calcoli, giocando con il coltello tra i denti per 95’, con grande rabbia agonistica». Probabili due novità: Fautario per Golubovic in difesa e Ricci per Tabanelli in mediana. Due cambi che, pur non snaturando il modulo, dovrebbero garantire maggior copertura e un baricentro più basso. Questo dunque il probabile 11 toscano con il 4-3-3: Bindi; Fautario, Crescenzi, Lisuzzo, Avogadri; Verna, Di Tacchio, Ricci; Varela, Çani, Mannini.
Ore 14.30 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) «Sarà come scalare l’Everest in bicicletta. Ciascuno di noi però promette di mettercela tutta per arrivare in cima». Bruno Tedino ha cominciato con queste parole la conferenza stampa alla viglia della gara più importante della stagione. Il tecnico, come tutti i suoi giocatori, sa che si tratta quasi di una missione impossibile, per lo scarto subito all’andata (0-3), per il valore oggettivo degli avversari costruiti per la promozione e per l’assenza di giocatori importantissimi. «Vogliamo fermamente vincere – conferma infatti -, ma se non ce la faremo dovremo cadere in piedi. L’ho promesso io, personalmente, ai tifosi che ci hanno seguito domenica scorsa all’Arena». ORGOGLIO BOMBER – Dietro rientrerà Ingegneri a fianco di Stefani. Tornerà a disposizione anche Cattaneo, pur con un’autonomia limitata. Resteranno fuori Martignago, Strizzolo e Filippini, che avrebbero potuto rappresentare il tridente d’attacco titolare. Particolarmente penalizzante sarà l’assenza di Strizzolo (9 centri al suo attivo), perché Tedino non ha altri giocatori in rosa con le sue caratteristiche. Peserà quella di Filippini, secondo marcatore neroverde con 8 gol. Davanti dovrebbero partire Beltrame, Berrettoni e Valente (5 gol in tre), uno più arretrato e gli altri due più avanzati. «Il nostro bomber – suona la carica Tedino – sarà l’orgoglio. Lo stesso che ci ha permesso, contro tutti i pronostici o quasi, di arrivare sino a questa semifinale contro giocatori di categoria superiore. Lo stesso orgoglio – ripete – che ho visto negli occhi di tutti i ragazzi durante la settimana. Sono stati allenamenti – rivela il tecnico – estremamente ricchi d’intensità. Questo mi fa credere in una gara importante. A Pisa il Pordenone ha giocato sottotono e – ammette – preso gol evitabilissimi. In gara due il popolo neroverde vedrà undici belve intelligentemente inferocite». RISCATTO DEI RAMARRI – In difesa tornerà il solido Ingegneri. Non dovrebbero esserci altre varianti, né dietro, né a centrocampo. Il mister conta sulla voglia di riscatto di tutti coloro che a Pisa hanno deluso. Davanti a Tomei (il migliore fra i neroverdi 7 giorni fa) giocheranno quindi da destra Boniotti, Stefani, Ingegneri e Martin. In mediana Pasa, Pederzoli e Mandorlini. Per dare concretezza alle speranze di rimonta bisognerebbe segnare presto, come ha fatto il Pisa (2-0 fra il 12′ e il 14′) all’Arena Garibaldi. «Non è importante quando fai gol – ribatte Tedino -; è importante farlo. Anche se dovesse arrivare nel secondo tempo. Importante sarà non offrire come in gara uno il fianco alle loro ripartenze. Importante sarà dare tutto, ma proprio tutto». Arbitrerà Mainardi di Bergamo. PRESENTE E FUTURO – Il web racconta di un autentico esodo verso il Veneto. Oltre ai già certi passaggi di Zamuner e Mateos al Padova, continuano le voci che vorrebbero Tedino e Pederzoli prossimi a raggiungere i due dirigenti nella città del Santo, così come quelle che indicano capitan Stefani in partenza (ancora Padova, Venezia e Pavia). Disturbi? «Credetemi – conclude Tedino -, i miei ragazzi e io abbiamo in testa solo ed esclusivamente la sfida con il Pisa. Abbiamo lavorato e faticato tanto per arrivare sin qui che saremmo autentici masochisti se ci facessimo distrarre dalle voci di mercato».
Ore 14.10 – (Messaggero Veneto) Il maxischermo c’è. Ieri è arrivato il via libera da parte delle Questure di Pordenone e Pisa. La partita, così, per chi non è riuscito ad acquistare il biglietto, si potrà seguire al De Marchi, nell’impianto tv allestito per l’occasione da parte dell’amministrazione comunale e che sarà sistemato al di fuori dell’area bar. Si è così risolta positivamente la questione, iniziata dieci giorni fa dopo che i ticket per il Bottecchia sono andati esauriti nel giro di una manciata di ore. Sono previsti molti tifosi, in via Villanova di Sotto, anche perché la gara è storica e allo stadio ha registrato il tutto esaurito. Da Pisa arriverà circa un migliaio di persone, di cui oltre un centinaio prive di tagliando: alcuni cercheranno di racimolare dei biglietti omaggio che il Pisa non è riuscito a “piazzare”, altri invece tenteranno comunque di entrare allo stadio. Di maxi-schermi “ufficiali”, a Pisa, non ce ne saranno. Si sono segnalate soltanto alcune iniziative di bar: la maggior parte dei tifosi nerazzurri seguirà la gara sulla tv locale 50 canale oppure in streaming su Sportube.tv. Neppure gli ultras partono al seguito della squadra: la parte più calda dell’Arena Garibaldi si è limitata a dare un saluto alla squadra venerdì, al termine dell’allenamento e prima della partenza per il Friuli. Lo stesso, ieri, hanno fatto i Supporters a Stefani e soci. Al termine della seduta di rifinitura, infatti, una parte della curva è andata a incitare il gruppo neroverde, chiamandoli a dare il tutto per tutto per l’impresa. Un gesto che è stato naturalmente molto apprezzato da staff e squadra, un segno di un amore consolidatosi nel corso della stagione. E oggi la gradinata, oltre alla tribuna, dovrà dare tutto ciò che ha per sostenere la squadra nei 90’ più importanti di tutto il campionato. In questi casi, va detto, la parte del tifo neroverde c’è sempre stata nell’ultimo periodo. L’ha fatto l’anno scorso, in particolare nei match con l’Albinoleffe (valso l’accesso ai playout) e anche nel ritorno dei playout col Monza al Brianteo, quando un centinaio di tifosi si sono recati in Lombardia per spingere la squadra alla rimonta. Oggi i tifosi si augurano che cambi l’epilogo, quella volta tristissimo con 6 gol subiti e i giocatori e staff tecnico disperati a fine gara. Fu una delle pagini più tristi della storia recente del Pordenone, squadra capace in pochissime occasioni di incassare una sconfitta così dolorosa. Ancora poche ore e andrà in scena la gara col Pisa, confidando anche in aiuto da parte del tempo soprattutto per i tifosi che seguiranno la partita davanti al maxischermo.
Ore 13.50 – (Messaggero Veneto) La carica dei mille tifosi pisani è pronta a invadere Pordenone. Ma ne potrebbero arrivare in città molti altri. Mentre sale la febbre da playoff, la Questura schiera più di cento uomini, fra polizia e carabinieri, per garantire il servizio di ordine pubblico dentro e fuori dallo stadio Bottecchia in vista della semifinale di ritorno fra i Ramarri e i nerazzurri di Rino Gattuso. Un dispiegamento di forze dell’ordine cinque volte superiore alla norma (solitamente vigila sulla sicurezza dello stadio una ventina di agenti). Contingenti speciali in rinforzo di carabinieri e polizia di Stato sono stati richiesti e ottenuti per l’occasione. Nei giorni scorsi si sono susseguite le riunioni operative in piazzale Palatucci per mettere a punto l’apparato di sicurezza. Oltre al normale servizio di ordine pubblico agli ingressi e sugli spalti, il questore Diego Buso ha predisposto un’attività di controllo anche nei dintorni dello stadio e in città, pronta a intervenire in caso di bisogno nelle zone “calde”. Il servizio si potrà avvalere anche dei reparti mobili della Celere, inviandoli in rinforzo nei casi di emergenza. Uno schieramento imponente, dunque, pensato per prevenire eventuali disordini. Non sono previsti scontri, ma nel caso in cui si verificassero, la macchina predisposta dal questore Buso li attende al varco. Proprio per evitare contatti fra le opposte tifoserie non saranno installati maxischermi nelle piazze, ma ne sarà collocato uno al centro sportivo De Marchi. La vera incognita è rappresentata dai toscani in trasferta privi della tessera del tifoso per loro scelta. Oltre agli ottocento spettatori ospiti paganti, infatti, sui nove pullman in partenza stamattina alle 8 da Pisa arriveranno altri duecento sostenitori toscani che non sono riusciti ad acquistare il biglietto e un numero imprecisato di “senza tessera”. Da Trieste, invece, la Questura rassicura: non risultano in partenza tifosi alabardati pronti al regolamento dei conti con i pisani per vecchie ruggini. L’ora della verità scoccherà alle 14, quando saranno aperti i cancelli del Bottecchia, due ore prima il fischio d’inizio.
Ore 13.30 – (Messaggero Veneto) Si è in chiusura della conferenza stampa, quando Bruno Tedino regala una battuta che è al contempo un messaggio di speranza: «Vogliamo regalare al nostro pubblico la penultima esibizione in casa della stagione». Come dire: mi auguro di andare in finale. Così il tecnico alla vigilia della sfida col Pisa, in cui i “ramarri” devono vincere con almeno 4 gol di scarto. «Abbiamo una piccola percentuale di possibilità ma la voglio usare: abbiamo il dovere di crederci – afferma il condottiero dei neroverdi –. Domenica scorsa ho voluto caricare la squadra e i tifosi, andando sotto la curva, perché nel calcio può succedere di tutto e questo gruppo, dopo aver superato tante difficoltà, può centrare un’altra impresa. Noi non abbiamo l’obbligo di vincere, ma vogliamo vincere». Tedino, pur consapevole che servono molti gol, fa capire che non sarà un Pordenone dissennato dal punto di vista tattico: «Servirà comunque mantenere una squadra equilibrata – afferma il tecnico –. Il gol? L’importante è trovarlo e va bene qualsiasi momento della gara. L’importante sarà non subirlo». Rode, giustamente, al tecnico, affrontare il match privo di due prime punte come Strizzolo e Filippini («sarebbe potuto accadere in un’altra gara» dice) ma al contempo sa quali sono le qualità del suo Pordenone. «Abbiamo lavorato molto in settimana, con tanta attenzione e intensità: spero sia sufficiente – spiega Tedino –. Purtroppo la scorsa settimana il Pisa ci ha dato una lezione di praticità e noi abbiamo proposto poco. Confido che assisteremo a un copione diverso rispetto all’andata». Chiusura sulle voci di mercato: «É normale – afferma –. Se avessimo chiuso al penultimo posto nessuno si sarebbe interessato a noi».
Ore 13.10 – (Messaggero Veneto) Vincere con 4 gol di scarto – o 3, per poi andare ai supplementari ed eventualmente giocarsela ai calci di rigore – è quantomeno impegnativo. Non impossibile, però. Sulla base di questo concetto, semplice, il Pordenone prova a fare l’impresa e a completare una “remuntada” che catapulterebbe i neroverdi nella storia. Appuntamento oggi alle 16 al Bottecchia per ribaltare il 3-0 subìto all’Arena Garibaldi: la squadra di mister Bruno Tedino prova a sotterrerare di gol il Pisa nel match di ritorno della semifinale play-off di Lega Pro. Non c’è Strizzolo, che non ce la fa a recuperare: si parte già ad handicap, dunque, anche per quanto riguarda la formazione. Ma pur senza il bomber i neroverdi tentano il poker, unico modo per poter guadagnarsi la finale e mantenere vivo il sogno serie B. Uno scenario che si è offuscato all’improvviso dopo la batosta (inaspettata) in terra toscana. Ci sarà tutta la città a sostenere i “ramarri” e, inoltre, a contrastare la forza del tifo pisano: attesi al Bottecchia 800 supporter nerazzurri, per uno stadio tutto esaurito per la seconda volta in stagione. Travagliata. É stata una settimana piuttosto dura quella vissuta dal Pordenone. Non è bastata la debacle dell’Arena Garibaldi, già tosta di suo da digerire. Ad alimentare il malcontento le voci di mercato che, dopo il consulente di mercato Giorgio Zamuner, danno anche il direttore Marcelo Mateos in partenza e per giunta al Padova pure lui. Per la prima volta nella presidenza Lovisa, si registrano degli addii voluti dai dirigenti e non imposti dall’alto: una situazione nuova, anche se nel calcio di alto livello può succedere e a maggior ragione in questo caso. Zamuner, per esempio, era l’oggetto ambito di questo mercato, visto che ha portato lui Tedino a Pordenone e ha costruito lui, assieme al tecnico, la squadra del miracoloso secondo posto. In questo clima la squadra comunque si è allenata alla grande, consapevole che l’impresa è difficile da piazzare ma comunque fattibile. Crederci. Tedino ha caricato l’ambiente già da domenica scorsa, appena finito il match, andando a ringraziare i tifosi arrivati a Pisa e facendo capire loro che il gruppo si rimetteva subito al lavoro. Oggi servirà una partita propositiva, ma con testa: servirà, va detto, il “solito” Pordenone, quello che ha stupito sino alla gara con la Giana; non quello che è scivolato a Pisa. Per questo motivo il tecnico neroverde non stravolgerà il suo modo di giocare, anche se partire senza due prime punte come Strizzolo e Filippini non ci voleva: manca il solito riferimento centrale, ruolo che in questo caso sarà ricoperto da Beltrame. Il tridente. Con un Cattaneo recuperato all’ultimo, ma disponibile solo per una mezz’ora finale, a completare il terzetto d’attacco saranno Berrettoni e Valente. Per il resto scenderà in campo la consueta formazione, con Ingegneri che torna e prende il posto di Marchi, di certo non eccellente nel match d’andata all’Arena Garibaldi. Gli avversari. Stessa squadra anche per il Pisa, salito già da due giorni in Friuli: mister Gennaro Gattuso riproporrà il 4-3-3 dell’andata, con l’unico cambio davanti. Eusepi, a quanto pare, rileverà Cani. C’è un ballottaggio sulla fascia sinistra: Golubovic o Fautario? Pare favorito il primo. Fortino. Tedino avrebbe voluto giocarsi questo match con ogni giocatore disponibile. Sarebbe stata un’altra storia. Si affida così a chi c’è e al fattore Bottecchia. In via Stadio non si perde dal 20 dicembre scorso, quando è passato il Pavia. Da allora 8 vittorie e un solo pareggio. I tifosi neroverdi ci credono, sognano il miracolo e si auspicano una cosa: evitare imbarcate stile i 6 gol del ritorno playout di Monza dell’anno scorso. Questa squadra, nell’eventualità, non deve congedarsi in malo modo.
Ore 12.40 – (Gazzettino, edizione di Venezia) «Gli ingredienti per la Lega Pro? Un giusto mix di qualità tecniche e fisiche, personalità e tanta esperienza». Il ds Giorgio Perinetti gli ha già regalato le prime conferme ma, a prescindere dai nomi, al riconfermato tecnico Giancarlo Favarin interessa il dna di un Venezia che nella stagione 2016/17 guiderà per il terzo anno, per la prima volta in Lega Pro, dall’inizio e non subentrando in corsa. «Cambierà la categoria ma non l’obiettivo che rimarrà quello di vincere – Favarin si allinea al presidente Tacopina (ieri tornato in città) e a Perinetti -. Chiaramente ci sono tanti modi per riuscirci, l’unico che conta resta però quello di essere davanti a tutti all’ultima giornata, e non per mesi durante il campionato per poi magari applaudire gli altri». Il Venezia che il 17 luglio andrà in ritiro a Piancavallo (poi a Norcia passando per Jesi) presenterà come volti noti (ad oggi) Fabiano, Modolo, Cernuto, Bortolin e probabilmente Soligo, Acquadro, Carbonaro e Volpicelli. «Chi ha riportato la bandiera arancioneroverde in Lega Pro merita un grande plauso, però l’aspetto umano purtroppo è un conto e quello calcistico un altro. Con Perinetti ci siamo confrontati, qui ci sono prospettive importanti e quindi le scelte andranno tutte in questa direzione. Oltre ad elementi bravi con il pallone serviranno caratteri forti, gente con gran gamba e corsa. Con queste componenti è più facile non nascondersi e voler recitare da protagonisti». A mister Favarin non è ancora del tutto passata la delusione per la poule scudetto. «Bisognava finire in maniera diversa, purtroppo a Piacenza non c’è stata la reazione che speravo dopo il ko col Bellinzago, dispiace per le due sconfitte con tanti gol incassati. L’impegno non è mai mancato, probabile che anche solo inconsciamente il pensiero rivolto al futuro abbia influito nella testa dei ragazzi». UNDER 21 – È iniziata l’avventura veneziana dell’Italia Under 21 in vista dell’amichevole con la Francia – giovedì 2 giugno ore 21 al Penzo – nel ricordo di Valeria Solesin. Ieri pomeriggio il citì Gigi Di Biagio ha diretto i 24 Azzurrini convocati nel primo allenamento al Taliercio (sempre a porte chiuse), il quartier generale del Venezia prestato per l’occasione alla Nazionale.
Ore 12.20 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Sfuma l’affare Gillet per il Venezia. A confermarlo è lo stesso direttore sportivo arancioneroverde Giorgio Perinetti, che aveva lavorato in questi giorni per riportare il portiere belga in Italia. «Sapevamo che aveva piacere di rientrare e, avendolo avuto a Bari ci ho provato», ha dichiarato il ds ai microfoni di «Tuttomercatoweb», ma le intenzioni di Gillet sono altre: «Vuole aspettare gli Europei e poi guardarsi intorno, mentre noi abbiamo necessità di risolvere presto il nodo portiere, cercheremo quindi un’altra soluzione». Intanto ieri è arrivata in città la Nazionale Under 21, che scenderà in campo giovedì 2 giugno per l’amichevole contro la Francia al Penzo (ore 21). Si tratta di un’iniziativa fortemente voluta dalla società arancioneroverde come occasione per commemorare Valeria Solesin, la giovane ricercatrice veneziana uccisa nell’attentato di Parigi al Bataclan. «Abbiamo lavorato molto per portare a Venezia questo evento – ricorda Perinetti – e speriamo che la città risponda». L’auspicio è che i tifosi arancioneroverdi partecipino in massa e riempiano gli spalti del Penzo come nelle grandi occasioni. Al Penzo sarà presente anche il presidente Joe Tacopina, arrivato ieri in laguna per pianificare con Perinetti la prossima stagione. Per Tacopina, martedì 31, è in programma il convegno a Roma, presso la sede del Coni, dedicato alla rigenerazione degli stadi di calcio e degli impianti sportivo, promosso dallo studio Tonucci & Partners, con la partecipazione di Andrea Abodi, presidente della Lega serie B. Ieri gli azzurrini di Luigi Di Biagio hanno iniziato gli allenamenti sui campi del Taliercio, ma il programma non prevede sedute aperte al pubblico: l’Under 21 si allenerà oggi, mattina e pomeriggio a porte chiuse, domani mattina (ore 10,30) con ingresso aperto alla stampa, poi martedì al mattino, a porte chiuse. Mercoledì è in programma la presentazione a Ca’ Farsetti della partita e del momento celebrativo, fissato tra primo e secondo tempo, mentre alle 18,30 gli azzurrini si alleneranno al Penzo.
Ore 12.00 – (La Nuova Venezia) «Ci speravo, quindi sono molto contento». Marco Modolo è stato uno dei primi giocatori riconfermati da Giorgio Perinetti, insieme a Gianni Fabiano, e per il difensore centrale sarà la terza stagione in arancioneroverde, dopo la prima esperienza vissuta con Paolo Favaretto in serie D nel 2009-2010. «È un piacere proseguire la mia avventura con la maglia del Venezia», ha aggiunto il centrale arancioneroverde, «sapevamo che con il ritorno tra i professionisti il Venezia avrebbe cambiato abbastanza. Ne approfitto per ringraziare tutti i miei compagni che non sono stati confermati e che hanno contribuito alla promozione del Venezia». «Al Venezia ho detto subito sì», disse Marco Modolo a Scorzè il giorno del primo allenamento in arancioneroverde, ventisettenne nato a San Donà di Piave con esperienze in B con Pro Vercelli e Carpi, con i piemontesi ha compiuto il doppio salto dalla serie C/2 alla B tra il 2010 e il 2012, e una fruttuosa parentesi all’estero con la maglia degli sloveni di Nova Gorica. «Adesso toccherà a me sdebitarmi in campo per la rinnovata fiducia accordatami dalla società. Il Venezia ha programmi ambiziosi, siamo però consapevoli che la Lega Pro è un campionato difficilissimo». Un’altra promozione, un rinnovato entusiasmo, poi le due partite della poule scudetto. «Due prestazioni non ottimali», ha ammesso Marco Modolo, «abbiamo cercato di dare il massimo come sempre, l’impegno non è mancato, ma è stata soprattutto una questione mentale e lo testimoniano i 9 gol incassati. Inimmaginabile per una squadra che aveva avuto una delle miglior difese del campionato». Si va verso una Lega Pro con playoff allargati e un disegno dei gironi che abbandonerà la tradizionali suddivisione geografica orizzontale. «Devo ancora capire come funzioneranno i playoff il prossimo anno, anche perché manca una comunicazione ufficiale. Per quanto riguarda l’ipotesi di nuovi gironi, la trovo interessante, a patto che vengano salvaguardati i derby. Mi dispiacerebbe non affrontare il Padova, ma anche il Bassano. Credo che una diversa suddivisione renderà la Lega Pro ancora più interessante, magari non andremo più a ripetizione in Lombardia, ma ci troveremo di fronte Siracusa, Pisa o Livorno». Non è ancora tempo di vacanze per Marco Modolo. «Approfitterò di queste settimane per riposare e stare in famiglia, oltre a risolvere alcuni piccoli acciacchi che mi sono portato a fine stagione. Voglio essere al top già il giorno del raduno». Si allontana intanto il portiere Gillet, che aspetterà la fine degli Europei per decidere la sua prossima sistemazione e Perinetti non può attendere tanto, mentre il centrocampista Statella ha rifirmato fino al 2018 con il Cosenza.
Ore 11.30 – (Gazzettino) Dopo il brasiliano Lucas Chiaretti, un altro attaccante è pronto a ripartire con il Cittadella in serie B. Si tratta del giovane Giulio Bizzotto, che la cadetteria l’aveva soltanto assaporata l’anno scorso con Claudio Foscarini, firmando due gol. Il diciannovenne bassanese ha saltato i due impegni di Supercoppa per l’infortunio di fine campionato, quando gli è stato diagnosticata la lesione del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro, e proprio ieri ha cominciato la fase di recupero vera e propria: «Sono in vacanza al mare con i genitori. Ho trascorso due settimane di completa inattività, limitandomi alle terapie con il laser, costretto a muovermi soltanto con le stampelle, e non ne potevo davvero più di restare fermo. Adesso, finalmente, posso fare qualcosa: ho cominciato con la piscina, gradualmente aumenterò il lavoro». Bizzotto sarà pronto per la ripresa dell’attività: «Sicuramente. Il giorno del raduno sarò bello pimpante, tirato a lucido». Già, perché il suo futuro prossimo sarà ancora a tinte granata: «Penso proprio di sì. Ne stiamo parlando, con la società non ci sono problemi. Nei prossimi giorni sistemeremo i dettagli e firmerò il contratto». Il primo, vero contratto da calciatore professionista, dal momento che Bizzotto fino ai 19 anni compiuti rientrava ancora in un particolare regime di “addestramento tecnico”. Adesso è arrivata l’ora di firmare un pluriennale. Bizzotto del resto l’aveva sempre confidato: la sua prima esperienza con “i grandi” gli aveva lasciato l’amaro in bocca, con la retrocessione della sua squadra, e non vedeva l’ora di riprendersi la categoria, soltanto accarezzata per brevissimo tempo, «Ci tenevo a ritornare in serie B, sentivo che mi mancava qualcosa, dentro di me avevo un groppo, un peso che finalmente mi sono levato dallo stomaco la sera della vittoria sul Pordenone».
Ore 11.10 – (Mattino di Padova) È un Cittadella inarrestabile quello che travolge il Bassano e vede da vicino uno storico approdo alla final four del campionato Berretti. I ragazzi di Giulio Giacomin vincono 3-0 in casa dei “cugini” giallorossi, dominando la partita dall’inizio alla fine e uscendo dal campo addirittura con un pizzico di rammarico per non aver sfruttato appieno tutte le occasioni da gol create. Il derby si è incanalato bene fin dall’inizio, con il Cittadella che è passato in vantaggio al 22’ grazie a Fasolo, lesto a conquistare palla in mezzo a due avversari su cross di Caccin e a battere il portiere di sinistro. Il primo tempo sarebbe potuto terminare sul 2 a 0, ma la “bomba” di Xamin dai 30 metri si è infranta sull’incrocio dei pali. Poco male per i granata, partiti forte anche nella ripresa e che al 15’ hanno guadagnato un calcio di rigore per un fallo di mano su tiro di Fasolo. Lo stesso centravanti si è incaricato della battuta dal dischetto e ha segnato la propria doppietta. Quindi, Xamin ha continuato ad avere un conto aperto con il fato, cogliendo il secondo palo di giornata, prima che De Pieri, dopo aver fallito un paio di occasioni, calasse il tris, servito da Amato, a 4 minuti dal 90’. Un risultato che rende tremendamente difficile una rimonta del Bassano, sabato prossimo, nel ritorno al Tombolato, considerato che per i giallorossi si tratta della terza sconfitta in stagione contro il Citta. Giacomin, però, resta cauto. «Non è finita», il commento del tecnico granata. «Basti vedere com’è andata Bari-Novara qualche giorno fa in Serie B. Dobbiamo tenere la concentrazione alta e stare attenti alla loro fisicità. Se fossimo riusciti a concretizzare tutte le palle-gol avute, allora forse avremmo chiuso i conti. Ovviamente sono molto molto soddisfatto della nostra prova. Da metà stagione in avanti abbiamo avuto una crescita impressionante». Questi gli altri risultati dei quarti: Giana-Cremonse 0-1, Casertana-Arezzo 1-4, Catania-Matera 0-1.
Ore 10.40 – (Gazzettino) A proposito di giocatori, dopo avere raggiunto l’intesa per il rinnovo con De Risio, è stato portato avanti il discorso per il prolungamento del contratto di Neto Pereira. «La trattativa è in corso e sembra che vada nella giusta direzione, ma al momento non c’è ancora nulla di firmato». Come noto la società ha avanzato una proposta di rinnovo articolata tra parte fissa degli emolumenti e parte variabile legata a presenze e rendimento alla luce dell’anagrafe del giocatore (37 anni), ed è in attesa di una risposta dalla controparte. Altro fronte caldo riguarda Diniz, che ha un altro anno di contratto e il club sarebbe intenzionato ad allungarlo per allontanare possibili tentazioni sul mercato. Sul difensore brasiliano hanno messo gli occhi alcuni club di serie B: il Vicenza su tutti, ma anche la neopromossa Spal sta monitorando la situazione dovendo trovare il sostituto di Cottafava che ha dato l’addio al calcio. Tanto che sul Resto del Carlino di Ferrara di ieri è stata riportata la notizia che il diesse spallino Vagnati ha avuto un contatto con i biancoscudati.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Prima della fumata nera, forse la trattativa è stata tirata un po’ per le lunghe. «Non sono d’accordo. Ci siamo incontrati qualche volta, poi ci sono delle tempistiche legate anche agli impegni di ciascuno di noi. È normale che nel calcio ci vogliano i giusti ragionamenti, non siamo andati tanto per le lunghe». Martedì o mercoledì sarà il giorno dell’investitura ufficiale di Giorgio Zamuner come direttore generale con delega all’area tecnica, e spetterà a lui individuare il profilo più idoneo per la panchina biancoscudata. «Chiuderà con l’allenatore che ritiene più opportuno, fermo restando che tutte le nostre scelte sono sempre ponderate. Che Padova mi immagino nel prossimo campionato? Una squadra che possa fare divertire, indipendentemente dal risultato. E serve un allenatore che faccia giocare anche i giovani. Abbiamo in casa Turea che ha fatto quest’anno pochissimi minuti, Bottalico che non ha mai visto il campo. A cosa serve avere il vivaio se non riusciamo a inserire i giovani nella rosa della prima squadra?».
Ore 10.20 – (Gazzettino) All’indomani della separazione da Bepi Pillon le parole dell’amministratore delegato Roberto Bonetto hanno il sapore di uno sfogo a fronte delle critiche dei tifosi che si erano schierati a favore della conferma del tecnico di Preganziol. «Sono amareggiato nel sentire questa mancanza di fiducia nei confronti della coppia Bergamin e Bonetto, perché qualcosa abbiamo fatto in questi due anni: abbiamo vinto il campionato di serie D e siamo arrivati quinti nella prima stagione in Lega Pro. Io e il presidente vogliamo dare un’impronta manageriale alla società, non siamo dei mecenati e possiamo fare ciò che è nelle nostre possibilità per impostare una stagione positiva. Abbiamo le idee chiare, ma ci vuole pazienza. Abbiamo parlato di serie B o comunque di primi posti, dateci il tempo di lavorare tranquillamente. Il tifoso faccia il tifoso e se vuole protestare, non faccia l’abbonamento. Se poi sarà contento, farà il biglietto di partita in partita». Quanto all’interruzione della trattativa con Pillon aggiunge: «Purtroppo per fare gli accordi le parti devono essere d’accordo al cento per cento. Ci sono state delle divergenze che hanno portato a una rottura della trattativa. Questo dispiace, però abbiamo chiaro in testa quello che possiamo e che dobbiamo fare».
Ore 10.10 – (Gazzettino) Prima riunione giovedì sera per il neo eletto consiglio direttivo dell’Aicb. Il nuovo presidente Ilario Baldon, nel ringraziare i soci per la fiducia, ha sottolineato la compattezza emersa all’interno del sodalizio al momento delle elezioni. «Sicuramente è il migliore inizio per questa storica associazione – le sue parole – e sono stati messi i giusti presupposti per un Aicb unito e forte dei suoi valori. Puntiamo non solo ad aumentare gli associati, ma anche a caratterizzarci sempre più per un tifo sano, anche a misura di donne, famiglie e di appassionati di altre discipline». È stato infine coniato uno slogan che caratterizzerà per il futuro l’associazione: “Aicb passione e colore insieme per il Calcio Padova”. Questo il nuovo organigramma e le cariche. Presidente Ilario Baldon; presidente onorario Giorgio Ferretti; vice presidenti: Gianfranco Borsatti e Marco Toso; coordinatore club Giancarlo Agostini; segretario cassiere Antonio Pastore; aiuto addetto stampa Enrico Tenan; addetti trasferte: Alessandro De Gaspari e Flavio Turato; addetto coreografie Emanuele Longhin; consiglieri: Piero De Pieri e Giancarlo Menegolli. Membri esterni al direttivo: addetto stampa Giorgio Miola; addetto trasferte Giorgio Maistro; coordinatrice eventi Gabriella Zanchin.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) Se si risparmia… I conti sono presto fatti: sia De Poli che l’artefice della promozione dalla Serie D alla Lega Pro sono a libro-paga in viale Rocco, l’esborso per entrambi si aggira intorno ai 120 mila euro (240 mila lordi), e a queste cifre bisognerebbe aggiungere i soldi per l’ingaggio del nuovo mister. Zamuner, affiancato da Edoardo Bonetto (diventato figura imprescindibile in società per qualsiasi decisione tecnica), sta vagliando attentamente tutte le ipotesi, senza escludere nulla: anche un clamoroso ritorno di Carmine, giubilato dopo tre mesi dall’inizio del torneo (NetoPereira & C., dopo lo 0 a 0 con la Pro Patria, erano scivolati ai margini della zona playout) e sostituito con Pillon. A Parlato potrebbe essere concessa una seconda occasione, considerato che, quando fu sollevato dall’incarico, non aveva la stessa rosa messa poi a disposizione dell’allenatore di Preganziol e che, in società, l’aria era già tesa, con problemi fra i soci storici acuitisi nel frattempo. La situazione è fluida, ma non sono da escludere sorprese, visto soprattutto quanto è accaduto negli ultimi 20 giorni.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Il Pordenone non molla. Con l’intera area tecnica azzerata, anche se a giorni dovrebbe essere presentato Giorgio Zamuner quale responsabile della gestione sportiva, con delega al “mercato” (ma ufficialmente non comparirà mai nell’organigramma biancoscudato perché non è d.s.), il Padova ha bisogno di (ri)partire in fretta da una base di certezze. Che per il momento no n ci sono, a livello di panchina, perché si aspetta di capire se il patron del Pordenone, Mauro Lovisa, libererà o meno Bruno Tedino (che ha trovato l’intesa per un prolungamento sino al 2018), oggi impegnato con i neroverdi friulani nella semifinale di ritorno dei playoff con il Pisa (vincitore all’andata per 3 a 0). Le difficoltà sono notevoli, il presidente dei “ramarri” non vuole mollare il proprio tecnico, per cui si deve andare alla ricerca delle possibili alternative: a quelle, già note, di Stefano Sottili (Bassano), che però non entusiasma molto Zamuner, e di Oscar Brevi (esonerato dal Rimini a gennaio), si sarebbe aggiunto proprio Parlato.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) È una “voce”, ma quando le “voci” girano con insistenza nell’ambiente, un fondo di verità c’è sempre: il Padova sta valutando anche il nome di Carmine Parlato per la panchina, dopo l’addio – ufficializzato l’altroieri – di Bepi Pillon, con il quale non è stato raggiunto l’accordo economico nè, soprattutto, è stata trovata un’intesa sulle garanzie tecniche per allestire la rosa della mprima squadra per il campionato 2016/17. Con una società che si limita (per ora) a note sul proprio sito e, quando lo fa, parla solo per dire cose scontate sulle proprie strategie, bisogna interpretare quel poco che filtra con la massima prudenza. Eppure l’ormai prossimo 46enne (compleanno il 7 giugno) allenatore napoletano, sotto contratto sino all’anno prossimo, avrebbe visto alzarsi prepotentemente le proprie quotazioni di fronte ad una serie di ostacoli che stanno caratterizzando il percorso (piuttosto contorto, a dire il vero) seguito sin qui da Bepi Bergamin, Roberto ed Edoardo Bonetto e dagli altri soci di minoranza nella definizione degli assetti futuri.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Se arriverà Tedino sono alte le possibilità che chieda di portare con sé il portiere Matteo Tomei, uomo di fiducia e abile a impostare l’azione. A Tedino piace moltissimo Marco Martin, in prestito dal Pavia, ma la presenza in rosa di Favalli rende complicato pensare che si possa arrivare a un’intesa. Interessa anche Luca Strizzolo. Ma per il centrocampo la pista più calda porta a Mattia Minesso, in scadenza di contratto con il Cittadella. Il dg Stefano Marchetti dovrà decidere a stretto giro di posta se confermarlo o meno, ma lo scarso impiego nella passata stagione con Roberto Venturato non lascia pensare che tale eventualità sia probabile. Il Padova è pronto, mentre il Cittadella, oltre ai rinnovi e alla trattativa avanzata per Misuraca, pensa di rinforzare in modo sostanzioso il centrocampo. Offerto un contratto annuale a Francesco Dettori, 8 gol con la Carrarese nella passata stagione, ma il Pavia è in vantaggio, avendo proposto un vincolo biennale.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) La giornata di oggi dovrebbe sancire la fine di una telenovela durata diverse settimane. La semifinale di ritorno Pordenone-Pisa, salvo cataclismi dopo lo 0-3 di andata, sancirà l’eliminazione dei friulani dai playoff promozione con vista sulla serie B. Il che spalancherà poi le porte all’ufficializzazione dell’ingaggio di Giorgio Zamuner come direttore generale con delega all’area tecnica del Padova. E, a metà settimana, ecco l’offensiva per Bruno Tedino, legato da due anni di contratto al Pordenone, l’assoluta prima scelta di Zamuner per la panchina. Al momento le possibilità che Tedino possa essere liberato sono in leggero aumento, cogliendo qua e là qualche segnale dietro le quinte che lascia capire come il patron Mauro Lovisa abbia sondato altri allenatori. In attesa di capire se l’offensiva andrà a buon fine, cominciano a prefigurarsi i possibili arrivi della campagna acquisti.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica finale: Cittadella 76, Pordenone 65, Bassano 62, Alessandria 57, Padova 54, Cremonese 53, Reggiana 52, FeralpiSalò 50, Pavia 49, SudTirol 44, Renate 43, Giana Erminio e Lumezzane 42, Pro Piacenza 39, Cuneo e Mantova 34, AlbinoLeffe 20, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentaquattresima giornata: Cremonese-Cuneo 2-1 (Sansovini (Cr) al 15′ st, Brighenti (Cr) al 22′ st, Cavalli (Cn) al 38′ st), FeralpiSalò-Pavia 1-3 (Manconi (Pv) al 9′ st, Ferretti (Pv) al 13′ st, Romero (Fs) al 35′ st, Ferretti (Pv) al 44′ st), Lumezzane-Pro Piacenza 0-0, Mantova-AlbinoLeffe 1-1 (Gonzi (Mn) al 25′ pt, Magli (Al) al 33′ pt), Padova-Alessandria 4-0 (Fabiano (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 23′ pt, Altinier (Pd) al 25′ pt e al 1′ st), Pordenone-Giana Erminio 3-1 (Bruno (Ge) al 12′ pt, Beltrame (Pn) al 16′ pt e al 2′ st, Valente (Pn) al 36′ st), Reggiana-Bassano 2-2 (Mignanelli (Re) al 47′ pt, Momenté (Ba) al 27′ st, Alessi (Re) su rigore al 37′ st, Cenetti (Ba) al 46′ st), Renate-Pro Patria 3-1 (Napoli (Re) al 3′ pt, Teso (Re) al 10′ pt, Santana (Pp) al 35′ pt, Ekuban (Re) al 20′ st), SudTirol-Cittadella 2-3 (Fink (St) al 5′ pt, Tait (St) al 11′ pt, Litteri (Ci) al 12′ pt, Paolucci (Ci) al 43′ pt, Coralli (Ci) al 25′ st).
Ore 08.10 – Se non lo hai ancora fatto, regalaci un “mi piace” e diventa fan della pagina facebook di Padovagoal a questo link. Per te tante foto esclusive e tanti contenuti imperdibili dall’universo Padova e dal mondo Cittadella lungo tutto il corso della giornata.
Ore 08.00 – Ringraziamo anche oggi i nostri sponsor Maglietteveloci.it, Box Uomo, Studio Pignatelli Netstore, Birra Antoniana, Piccolo Teatro Padova, Padovanuoto e Columbus Thermal Pool perché rendono possibile questa diretta.