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Ore 20.30 – (Il Piccolo) «Ero meno teso quando ho affrontato il Real in Coppa Campioni con la maglia dell’Inter che la scorsa settimana. Da giovedì non ho più dormito». Mauro Milanese si è separato dalla Triestina ventidue anni fa dopo il fallimento della gestione De Riù. Un fallimento che a parametro zero lo ha fatto volare verso la Cremonese (allora in serie A) e poi Napoli, Torino, Perugia ma soprattutto Inter. Poi ha fatto un’esperienza positiva da direttore sportivo del Varese in serie D. È tornato all’Unione nel mezzo di un altro fallimento. Ha prima raccontato il suo progetto a gennaio a un’affollata adunata dei tifosi assieme a Vascotto. Milanese è andato avanti, Vascotto è tornato a navigare. La storia di Milanese parla di oltre vent’anni di vita sportiva spesa sui campi della massima serie di tutta Italia e con un’esperienza al Queen’s Park Ranger. Eppure la vigilia di uno spareggio in D, come quello di domenica scorsa con la Liventina, da numero uno della società può scatenare ansie mai affiorate da giocatore. «In campo quando giochi pensi al duello con il tuo avversario, da dirigente devi gestire venticinque teste. Ma soprattutto ho sentito il peso morale nei confronti di mio cugino Mario e anche dei tifosi. Per fortuna l’obiettivo salvezza è stato raggiunto». Nella sede allo stadio Rocco Milanese può finalmente ragionare sul presente e sul futuro. Impegni da affrontare con la tensione di chi ha un passato in alabardato e una faccia da non perdere. Ma soprattutto l’attuale amministratore unico deve organizzare una società che parte da zero (con un’iniezione di centinaia di migliaia di euro), con la D in tasca, ma senza una stuttura nè strutture. «Qualcosa in questi mesi abbiamo fatto: la serie D è in tasca anche con un po’ di fortuna. Al Rocco dove in tutto l’anno entravano forse 500 spettatori ne sono arrivati 5 mila. Ho chiesto ufficialmente da un mese all’amministrazione comunale di avere dei campi a disposizione. Finora nessuna risposta. Ma noi da luglio-agosto dobbiamo cominciare a lavorare. Sto ancora aspettando mentre noi abbiamo mantenuto quello che avevamo promesso». Insomma la Triestina, per avviare il nuovo progetto, chiede come priorità dei campi dove allenarsi e una revisione dell’utilizzo del Rocco. È una vecchia storia. «Siamo una società dilettantistica e abbiamo diritto di avere una struttura in concessione. Niente di più di quello che hanno le altre società della provincia. Ho già chiesto la possibilità di utilizzo del Grezar per gli allenamenti della prima squadra e la possibilità di utilizzare il Ferrini per le giovanili» Quante squadre di ragazzi pensate di allestire? «La formazione juniores nazionali (obbligatoria in serie D ndr) e poi vogliamo ricostruire il vivaio dal basso in modo tale anche da non creare attriti con le altre società dilettantistiche. Quindi abbiamo intenzione di ripartire dai primi calci, dai pulcini e dagli esordienti. Vogliamo dialogare con le altre società. La Triestina giocherà amichevoli nei rioni della città». Ma l’ex campo del Ponziana non è utilizzabile e il Grezar è affidato alla Fidal. «Il Ferrini prima o poi bisognerà metterlo a posto. Siamo pronti a un confronto. Al Grezar, quando io ho cominciato a giocare nell’Unione, si è sempre convissuto con i ragazzi dell’atletica. E poi la prima squadra si allena dalle 14.30 alle 16. Se c’è la volontà i problemi si risolvono. E non dipende dal colore dell’amministrazione comunale. Noi dobbiamo portare avanti un progetto. Abbiamo anche chiesto autorizzazione per mettere finalmente in funzione la foresteria del Rocco». C’è poi ancora da sottoscrivere la nuova convenzione per l’utilizzo del Rocco. Cosa avete chiesto al Comune? «Loro ci hanno proposto una tariffa di 21mila euro all’anno per giocare le partite (più 75 mila euro di debiti arretrati ndr). Nove anni di convenzione coperti da fidejussione. Ma c’è anche la questione dei costi di apertura dello stadio in occasione dei match. Sono quasi 5 mila euro a partita. Una cifra assurda per il budget di una società di serie D. Vorremmo ci fosse disponibilità da parte delle istituzioni». Che budget avete programmato per la prossima stagione? «Nel nostro business-plan è previsto un finanziamento di un milione di euro. Possiamo costruire una squadra competitiva che navighi almeno in zona play-off. Poi dipende da chi arriverà nel nostro girone. Se saranno inserite Alto Vicentino e Delta Porto Tolle arrivare primi diventerà arduo. Ma ora non sappiamo quale sarà la composizione del girone. Ad ogni modo se aumenteranno gli incassi dai tifosi, le entrate dagli sponsor e le istituzioni ci verranno incontro saremo più forti». Ma qual è l’obiettivo del vostro investimento? «L’idea è quella di raggiungere la serie C nell’anno del centenario e cioè nel 2018. Ma soprattutto dobbiamo strutturarci in modo tale da poter costruire una realtà solida e duratura». Una bella scommessa nel calcio italiano delle scommesse clandestine e dei match truccati. Ma c’è anche la novità del “calcio pulito” di cui è ambasciatore Nevio Scala. «Il nostro obiettivo è di crescere progressivamente e soprattutto arrivando in tre anni alla sostenibilità economica. Sì, credo che il futuro del calcio è quello che porta avanti Scala con il Parma. All’estero è già in parte così». L’esperienza fatta in Inghilterra sul piano organizzativo può essere trasferita a una realtà come la Triestina? «Ho lavorato in Inghilterra. Sto pensando a una struttura societaria efficiente ma essenziale. Un modello all’inglese adattato all’Italia e a una realtà come Trieste. Un presidente, un manager sportivo, un allenatore e lo staff per la prima squadra e uno per il settore giovanile, il marketing e la comunicazione e una minima struttura amministrativa. Quello che voglio sia chiaro è che è la società a scegliere i giocatori». E il tecnico? «L’allenatore avrà sempre l’ultima parola sulle decisioni di campo ma il mercato lo fa il manager della società. Se c’è un feeling con l’allenatore tutto funziona». Ma chi sarà l’allenatore per la stagione della ricostruzione? «Non c’è fretta anche se vedrò Bordin credo a fine settimana. Intanto sto già pensando alla rosa». Una rosa che sarà rivoluzionata. «Cambieremo quasi tutto anche se alcuni giocatori resteranno. Ma adesso la priorità è trovare gli Under che in serie D valgono almeno il 40-50 per cento del potenziale della squadra. È un lavoro difficile perché dalle società professionistiche è quasi impossibile un prestito in serie D. A questi vanno aggiunti gli uomini di categoria. Paradossalmente è più semplice ingaggiare gli elementi d’esperienza che ti fanno fare il salto di qualità». E allora come pensate di muovervi per trovare dei giovani? «Ci guardiamo intorno e soprattutto dal 5 al 9 giugno faremo uno stage per ragazzi dal ’96 al 2000. Contiamo di visionare una settantina di ragazzi provenienti anche dall’estero».
Ore 20.00 – (Gazzettino, edizione di Belluno) In attesa dell’evento di domani, che porterà al polisportivo i grandi gialloblù dell’ultimo decennio, da Intrabartolo in poi, per il 1. Memorial Silvio Casarin, questo pomeriggio allo stadio si scontreranno Corbanese e compagni e i dirigenti più in forma. Come ogni anno la stagione del Belluno finirà così, con la sfida tra squadra e società (fischio d’inizio alle 17). Quindi una pastasciutta finale al chiosco dello stadio e il rompete le righe finale che lascerà liberi i giocatori fino al 22 luglio. Già, perché Roberto Vecchiato ha già fissato la data di inizio della prossima stagione: «Ci si ritrova il 22 luglio, ormai è una tradizione. Così il Cobra (che quel giorno compie gli anni, ndr) porta le paste». Nel frattempo, anzi già oggi, il ds Fardin è al lavoro per costruire la squadra che quel giorno si radunerà. E proprio in queste ore sono iniziati i colloqui con tutti i giocatori della rosa attuale.
Ore 19.30 – (La Provincia Pavese) Se un anno fa di questi tempi il presidente Zhu tornava in Italia e da Piazza della Vittoria rilanciava per il futuro con l’obiettivo di portare la squadra in serie B, adesso invece sono tante le voci e poche le certezze sulla programmazione futura del Pavia. Questo perché il patron cinese del club azzurro, dopo la gara casalinga contro l’Alessandria, non si è fatto più vivo dalle parti del Fortunati. Ufficialmente impegni di lavoro non gli avrebbero permesso di presenziare all’inaugurazione del suo progetto Casa Pavia. E’ quanto ribadito anche ieri da un comunicato stampa della società che motiva il perdurare dell’assenza del presidente Zhu come «esclusivamente legata a importanti operazioni imprenditoriali connesse allo sviluppo delle sue attività nel Far East». A questo proposito dal Pavia calcio si è anche smentito «categoricamente l’esistenza di qualsivoglia gruppo interessato al pacchetto azionario della società. Tentativi di destabilizzazione dell’ambiente – continua il club – che vanno purtroppo avanti da mesi». E di voci in città, sia sul piano sportivo che societario, in effetti, ne circolano anche per la mancanza di alcuni paletti da parte del Pavia per la programmazione futura. Per ora i dati certi, dopo l’inaugurazione di Casa Pavia, progetto caro al patron cinese Zhu, sono quelli del ritiro di Storo in Trentino e a breve sarà ufficializzato anche l’accordo per il materiale tecnico sportivo con la bresciana Maps. Certezze sul piano del bilancio sportivo dei due anni di gestione cinese sono, però, risultati non all’altezza degli investimenti da parte di Zhu e del gruppo che rappresenta. Le cifre, ufficiose, parlano di una spesa attorno ai 15 milioni di euro, per portare in due anni il Pavia alla serie B: un obiettivo lontanamente sfiorato quest’anno con una squadra che ha chiuso al nono posto nel girone A di Lega Pro. Al Pavia in queste due stagioni è mancata una programmazione: il fare e disfare è stata una costante che non ha portato da nessuna porta. Un po’ di scelte più zen (per usare un termine orientale) e meno impetuose avrebbero potuto dare risultati diversi. Solo per citarne alcune dall’esonero di Riccardo Maspero a un turno dal termine della stagione 2015-16 con la squadra al terzo posto e con i play off in tasca, a quello di avvicendare tre tecnici (Marcolini, Brini e Rossini) nel campionato appena concluso, con la rivoluzione della rosa a gennaio: nove arrivi e nove partenze. Una certezza, visto che parla a nome della società, sono le parole dell’attuale direttore generale del Pavia, Nicola Bignotti, che aveva annunciato, la settimana scorsa, che la proprietà vuole continuare ad ambire in alto ma con un taglio negli investimenti. Da qui si dovrebbe ripartire, ma il condizionale è d’obbligo, per le scelte dall’allenatore ai giocatori. Tutto sempre se mr. Zhu darà il via libera per operazioni presenti e future.
Ore 19.00 – (Gazzetta di Reggio) Si attende l’ufficializzazione del successore di mister Alberto Colombo ma tutti gli indizi portano a mister Leonardo Colucci. L’ex centrocampista granata potrebbe essere affiancato da Gianni Migliorini. Colucci sembra perfetto per il progetto del futuro ds Andrea Grammatica. Come calciatore ha vestito la maglia granata e ha conquistato la promozione in serie A: dunque è legato alla storia della Reggiana. Come allenatore Colucci è giovane, avendo fatto il secondo a Cesena e poi guidato gli Allievi e la Primavera del Bologna. Per lui l’approdo a Reggio rappresenterebbe un salto di qualità e sicuramente un’occasione per dare una svolta alla sua carriera da mister. Un po’ come il ds Andrea Grammatica, che ha molta esperienza nell’area tecnica delle squadre ma che ha inizia la sua carriera da ds nella nostra città. Volti nuovi, professionisti ambiziosi in un momento in cui anche la società sta per cambiare assetti. Come detto, per ora dalla Reggiana non arrivavano conferme ufficiali sulla nomina dell’allenatore. In questi giorni sono circolati molti nomi, tra cui quelli di Vincenzo Vivarini e Pasquale Padalino: tutti e due molto apprezzati da Grammatica e da tante altre squadre di Lega Pro. Pare però che entrambi puntino alla serie B.
Ore 18.30 – (Gazzetta di Mantova) Il popolo biancorosso sta rispondendo “presente” agli appelli lanciati da mister Prina, dall’ex presidente Lori e dal Centro di Coordinamento a gremire domani il Martelli per spingere la squadra alla salvezza nello spareggio contro il Cuneo. Sono 1.340 i biglietti finora acquistati dai tifosi mantovani: numero verosimilmente destinato a raddoppiare fra oggi e domani, visto che nelle 48 ore che precedono il match si registra solitamente il picco della prevendita. Va ricordato che i biglietti per Mantova-Cuneo sono in vendita al Mantova Point e in tutti i punti autorizzati TicketOne, oltre che sul sito inteernet della stessa concessionaria. Per quanto riguarda i punti vendita, ecco l’elenco fornito dal Mantova Calcio: in città BPFactory, piazza Concordia n. 13 e Bar Mulina, via Trento n.2; a Bagnolo San Vito Bar Sport Torresani, via Romana Zaita n. 26; a Viadana Videoteque, via Ezio Vanoni n.2. Chi vuole invece acquistare i tagliandi al Mantova Point può farlo oggi dalle 16 alle 19.30 e domani dalle 10 alle 13.30. Domani sarà inoltre ovviamente possibile acquistare i tagliandi alla biglietteria delle Aquile a partire dalle 13.30. Il Mantova Fc ricorda che il match è gestito dalla Lega Pro e che nella circostanza non sono validi gli abbonamenti annuali. Il Centro di Coordinamento dal canto suo rinnova l’appello alla tifoseria: «Biancorossi – si legge nel comunicato diffuso dal Ccmc – siamo all’ultimo atto di una stagione difficile e mai come ora il Mantova Calcio ha bisogno di tutto il nostro sostegno. Noi siamo il 12esimo uomo e dobbiamo dimostrarlo ancora una volta sabato con il Cuneo. Vi chiediamo di venire in tanti a tifare e riempire di biancorosso gli spalti del Martelli. Non potete mancare. Forza Mantova».
Ore 18.10 – (Gazzetta di Mantova) «Certo che mi piacerebbe segnare il gol della salvezza, ma a questo punto conta soltanto l’obiettivo di squadra, per cui andrebbe bene chiunque lo segnasse e in qualsiasi modo». L’attaccante biancorosso Mattia Marchi vive la vigilia della sfida con il Cuneo con la giusta tensione e non nasconde che «nello spogliatoio si respira l’aria della partita più importante dell’anno. Siamo carichi come all’andata e consci dell’importanza che questi novanta minuti hanno per tutti». Già subito dopo la sfida di Cuneo, Marchi aveva detto «al ritorno bisognerà gioocare per vincere». E adesso ribadisce il concetto: «Per la mia esperienza, visto che ho già giocato dei playout in passato, è importante andare in campo per vincere. Sarebbe fondamentale segnare e indirizzare così la partita dalla nostra parte. Pensare al fatto di avere a disposizione due risultati su tre, invece, potrebbe essere pericoloso. Non è la cosa giusta da fare». Gli avversari il bomber li inquadra così: «Per certi versi li ho visti simili a noi: cercano di rischiare poco dietro e se sono in affanno calciano lungo. Poi cercano spesso il regista Cavalli, elemento da tenere d’occhio così come il centravanti Chinellato, che ha segnato finora 12 gol». Il Mantova, però, avrà dalla sua parte un’arma in più: «Giocheremo in casa – conclude Marchi – e potremo contare sulla spinta del nostro pubblico, che ci darà carica ed energie supplementari. Dopo un anno così sofferto, salvarci per noi sarebbe come vincere un campionato. Il coronamento di un sogno».
Ore 17.50 – (Gazzetta di Mantova) In casa biancorossa è la vigilia delle vigilie. Domani (ore 15) il Mantova scenderà in campo al Martelli contro il Cuneo, nella gara di ritorno dei playout, per centrare la salvezza. Obiettivo che sarà possibile centrare non perdendo e al quale dovrà far seguito però anche il “salvataggio” della società, il cui futuro resta al momento tutt’altro che chiaro. Partendo dal campo, la squadra sta lavorando sodo agli ordini di mister Luca Prina e stamani svolgerà la seduta di rifinitura (rigorosamente a porte chiuse, come tutti gli altri allenamenti settimanali), per poi andare nel pomeriggio in ritiro all’Hotel La Favorita. Stando a quanto comunicato dalla società, tutti i biancorossi saranno a disposizione a parte i lungodegenti Ruopolo e Trainotti e gli infortunati Beretta e Di Santantonio. Anche i non “abili e arruolati”, comunque, dovrebbero andare in ritiro per l’occasione. Mister Prina scioglierà soltanto stamani le ultime riserve, ma a grandi linee dovrebbe confermare la formazione mandata in campo sabato scorso a Cuneo, con un paio di novità. L’inserimento di Sereni sulla fascia sinistra e l’impiego dal primo minuto di Caridi in attacco al fianco di Marchi. In sostanza, quindi, questa è la probabile formazione che si schiererà con il consueto modulo 5-3-2: Bonato; Lo Bue, Cristini, Carini, Scrosta, Sereni; Gonzi, Raggio Garibaldi, Zammarini; Caridi, Marchi. Anche sul fronte societario si vive la vigilia del match con il Cuneo con grande apprensione. La permanenza in Lega Pro, infatti, è la precondizione per portare avanti i colloqui già intavolati per cedere in tutto o in parte il club. A spiegare “lo stato dell’arte” è il patron Serafino Di Loreto: «Personalmente sto seguendo due piste che prevedono comunque la permanenza del presidente Musso in società. Una la conoscete ed è fondata sulla collaborazione con Giovanni Meazza (farmacista milanese che ha portato la nuova proprietà cinese al Pavia), il quale sta lavorando per convogliare sul Mantova investitori esteri ma ha bisogno di qualche settimana per farcela. L’altro colloquio in atto è con un intermediario romano che ha dietro imprenditori asiatici e potrebbe andare in porto in tempi più brevi». «Le altre due piste – aggiunge Di Loreto – le sta seguendo invece direttamente Sandro Musso e prevedono entrambe la cessione del 100% del Mantova, cosa che noi preferiremmo evitare. La prima è la trattativa con l’imprenditore Dondi, che da quanto ho capito non convince fino in fondo Musso (il presidente l’ha pubblicamente bocciata ma i contatti fra le parti continuano, ndr). L’altra riguarda un altro grosso imprenditore che non vuole assolutamente comparire». E questo imprenditore dovrebbe essere un amico dell’ex presidente Fabrizio Lori, il quale si sta a sua volta muovendo per cercare di assicurare un futuro migliore all’Acm.
Ore 16.10 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Qualche speranza per Andrea Ingegneri e Luca Cattaneo, quasi zero per Alberto Filippini. È questa la situazione degli infortunati in vista del ritorno della semifinale playoff. Dal De Marchi è filtrata almeno una notizia: Filippini non ce la farà e dovrà saltare la terza partita della post season. Ieri allenamento a porte chiuse. Pur in recupero, è difficile che Ingegneri e Cattaneo possano partire titolari contro il Pisa. Tedino spera almeno di poterli portare in panchina. Intanto l’avvicinamento al match è segnato ancora una volta dalle voci di mercato. Riguardano pure la figura di Marcelo Mateos, che a meno di clamorosi ripensamenti dell’ultima ora non farà più parte del Pordenone nel 2016-17. L’ex centrocampista, arrivato sul Noncello nella stagione d’oro dello scudetto dei dilettanti, è poi passato in dirigenza. Il prossimo anno potrebbe affiancare Giorgio Zamuner al Padova, anche se l’ex Bassano non ha ancora sciolto ufficialmente le riserve sul suo futuro. E proprio di mercato ha parlato ieri il patròn Mauro Lovisa: «Non c’è stato alcun contatto in questi giorni con altri allenatori – parole sue -. Abbiamo un tecnico bravo e qualificato come Bruno Tedino, guida di uno staff di primo livello. Mister e staff ce li teniamo stretti». Si era fatto il nome di Colella. Per quanto riguarda la direzione sportiva, oltre all’idea Andrissi circolano i profili di Andrea Seno, Ivone De Franceschi, Fabrizio De Poli ed Elio Signorelli (in uscita da Livorno).
Ore 15.50 – (Gazzettino, edizione di Pordenone) Popolo neroverde disperato. Bottecchia tutto esaurito per la gara di ritorno fra Pordenone e Pisa di domenica alle 16, sia nei settori riservati ai locali che in quello degli ospiti. La speranza di vivere almeno un surrogato delle emozioni che avranno i 2 mila 400 (800 pisani e 1600 pordenonesi: record di sempre per lo stadio cittadino) fortunati possessori del prezioso tagliando è tutta legata alla possibilità di assistere alla gara davanti a un megaschermo, in mezzo a una sorta di torcida neroverde. Altrimenti bisognerà accontentarsi di trovare un bar che proponga il match trasmesso da sportube.tv, o rassegnarsi a guardare la partita in solitudine di fronte al monitor del personal computer di casa. LAVORIAMO PER VOI – A occuparsi della possibilità di allestire un maxischermo è Renzo Mazzer. «La disponibilità del Comune di venire incontro alle comprensibili esigenze dei tifosi neroverdi, vista l’eccezionalità dell’avvenimento – afferma il vicesindaco -, è totale. Dirò di piu: abbiamo già la disponibilità del maxischermo e di tutta l’attrezzatura di supporto. Aspettiamo solo le indicazioni e il via da parte del Gos, il Gruppo operativo di sicurezza». MIGRANTI NERAZZURRI – A creare preoccupazione non sono tanto i supporter di casa, quanto quelli toscani che, pur non avendo il biglietto, sarebbero intenzionati a raggiungere Pordenone per far sentire il loro calore a Varela e compagni. Il tutto restando nei pressi del Bottecchia per poi (si augurano) festeggiare il passaggio alle finali insieme alla squadra e ai «colleghi» fortunati. A peggiorare la situazione è arrivata la nota con la quale il Pisa comunica che, d’accordo con l’Amministrazione locale, non verrà posizionato il previsto maxischemo all’interno dell’Arena Garibaldi (teatro di gara uno, vinta 3-0 dai nerazzurri) per non rischiare di rovinare il manto erboso in vista delle possibili finali. Per domenica infatti le previsioni meteo indicano pioggia e temporali. LAVORIAMO PER VOI – «Proprio l’eventuale commistione fra tifoserie – conferma Mazzer – è il problema principale. Per questo le Questure di Pordenone e Pisa sono in costante collegamento. È possibile – ammette il vicesindaco – che il Gos di Pordenone prenda una decisione, o per lo meno la comunichi, solo all’ultimo momento in base alle notizie provenienti dalla Toscana». OPZIONI – Davanti alla loggia del Municipio (dove l’avrebbe voluto Mauro Lovisa), in piazza XX Settembre (location centrale che può accogliere il maggior numero di tifosi) o Centro sportivo De Marchi. «Le prime due – afferma Mazzer – sarebbero più comode per la cittadinanza. Il De Marchi permetterebbe un più facile controllo dell’accesso all’area. Sarà il Gos – ripete il vicesindaco – a decidere. Noi – garantisce – saremo pronti a montarlo immediatamente».
Ore 15.30 – (Messaggero Veneto) Comincia a farsi sempre più insistente la voce che vorrebbe al Padova – oltre al consulente di mercato Giorgio Zamuner – anche il tecnico dei neroverdi, Bruno Tedino. D’altronde il dirigente emiliano vorrebbe ricomporre la coppia che quest’anno ha creato il miracolo-Pordenone. Ieri, a riguardo, dal sito Tuttolegapro.com era uscita anche l’indiscrezione che voleva Giovanni Colella come successore sulla panchina del Pordenone: il tecnico si è appena separato dal Renate (che ha portato alla salvezza in Lega Pro) ed è pure un ottimo amico dello stesso Tedino. Nel pomeriggio è però intervenuto il presidente dei ramarri, Mauro Lovisa, che ha voluto smentire le voci circolate rapidamente: «Non c’è stato alcun contatto in questi giorni – ha affermato attraverso una nota ufficiale –. Abbiamo un allenatore bravo e qualificato come Bruno Tedino alla guida di uno staff tecnico di primo livello. Mister e staff ce li teniamo stretti. In merito alla direzione sportiva – ha chiuso – stiamo esaminando alcuni profili». Pare invece certo e insindacabile l’addio di un altro dirigente neroverde, ovvero il direttore operativo Marcelo Mateos. Al di là dell’indiscrezione che lo dà a Padova assieme a Zamuner, l’ex giocatore dei ramarri avrebbe comunque lasciato il club al termine della stagione in corso. Dopo tre anni (uno da mediano, l’altro da dirigente) Mateos avrebbe voglia di fare altre esperienze e quindi lasciare il club di via Stadio. Salvo sorprese, il divorzio sarà sancito a breve.
Ore 15.10 – (Messaggero Veneto) Oggi è il giorno del Pisa e di Gennaro Gattuso a San Vito al Tagliamento. La comitiva nerazzurra, assieme al suo allenatore ed ex giocatore del Milan, dovrebbero arrivare all’Antico Borgo Torricella, sede del ritiro, in un orario compreso tra le 18 e le 19. Ci saranno tanti tifosi rossoneri e appassionati degli azzurri ad accogliere il campione europeo (col Milan) e del mondo con l’Italia nel 2006. La squadra toscana sosterrà poi nella mattinata di sabato la seduta di rifinitura. La location scelta è il campo di Madonna di Rosa della Tilaventina, già utilizzata da parte della FeralpiSalò e del Cuneo. Intanto il gruppo continua a lavorare in Toscana a porte chiuse. Tutti a disposizione del tecnico nerazzurro eccetto Polverini. Probabilmente, sostengono da Pisa, Gattuso cambierà ancora una volta, tenendo presente che sarà il Pordenone a dover fare la partita. Inoltre Cani e Di Tacchio domenica scorsa sono finiti sul taccuino dell’arbitro e difficilmente Gattuso li rischierà in vista della probabile finalissima. Quindi Ricci, Makris e Provenzano tornano in corsa per una maglia da titolare, con Gattuso che potrebbe anche proporre un centrocampo a cinque e contemporaneamente tornare alla difesa a tre. In attacco probabile il ritorno di Eusepi dal primo minuto. Intanto, per la gara del Bottecchia è stato designato l’ arbitro Marco Mainardi di Bergamo. Ad assisterlo Michele Grossi di Frosinone e Michele Lombardi di Brescia. Quarto uomo Eros Lacagnina della sezione di Caltanissetta.
Ore 14.50 – (Messaggero Veneto) Non ci sono soltanto i tre gol. C’è pure un giocatore importante da recuperare. Il Pordenone, infatti, è in apprensione per Luca Strizzolo. Il centravanti neroverde non si è allenato ieri ed è in dubbio per il ritorno della semifinale dei play-off di Lega Pro col Pisa, in programma domenica alle 16 al Bottecchia. E’ il ginocchio a mettere ansia al bomber (9 reti) e allo staff tecnico: probabilmente oggi non si allenerà, potrebbe rientrare in gruppo per la rifinitura di sabato. Potrebbe farcela, anzi, deve. Perché è l’unico centravanti di ruolo a disposizione di Tedino, che sta avendo a che fare con una vera e propria emergenza-attacco. Il problema. Strizzolo si è fatto male al ginocchio in allenamento, in uno scontro di gioco. E’ dovuto uscire anzitempo ed è stato così a riposo, precauzionale più che altro. Ora bisogna centellinarlo, almeno nelle sedute tecniche, per poi averlo al top domenica, nella partita più importante. Può recuperare? Sembra di sì, anche perché il guaio non sembra così grave e quindi risolvibile nel giro di 48 ore. Qualora non fosse al top, potrebbe anche ricorrere ai metodi “duri”, cioè a un’infiltrazione. Tuttavia c’è apprensione, in quanto la sua presenza è fondamentale. Non solo per i gol, 8 da gennaio a oggi, quanto perché è il solo ad avere un certo tipo di caratteristiche in squadra. Emergenza. Tedino, infatti, lamenta già l’assenza di Cattaneo, Filippini e Martignago: quest’ultimo è irrecuperabile, gli altri si deve fare un piccolo miracolo per averli domenica. Perciò Strizzolo deve farcela, perché poi in attacco resterebbero soltanto tre giocatori, di cui nessuno prima punta autentica. Stiamo parlando di Beltrame, Berrettoni e Valente: forse troppo poco per affrontare una sfida del genere, con un Pisa che arriva motivato e molto concentrato nel difendere i 3 gol segnati domenica scorsa all’Arena Garibaldi. Certo è che questo Pordenone è sfortunato, perché si è trovato ad avere a che fare con una serie di guai nel momento clou della stagione. Ingegneri sì. Al lavoro col gruppo ieri, intanto, Andrea Ingegneri. Il difensore centrale è rientrato dopo il problema al pube, che l’ha tenuto fuori dal match giocato in Toscana. Non è al top, non lo sarà domenica, ma già la sua presenza può essere determinante nello svolgimento della gara del Bottecchia. Irrinunciabile al momento la forza fisica e l’abitudine al gioco dell’ex Bassano, uno dei segreti dell’incredibile “remuntada” da playoff del Pordenone. Dato per recuperato il centrale, adesso il pensiero dello staff si concentra su Strizzolo. Se dovesse mancare, per i “ramarri” sarebbe davvero dura recuperare tre gol al Pisa e quindi ambire alla finale per la serie B.
Ore 14.20 – (Gazzettino, edizione di Venezia) Con la Lega Pro scatta la conferma di Fabiano e Modolo, c’è l’intesa con Cernuto, quasi con Soligo, Carbonaro e Volpicelli mentre Serafini resta in stand by. Queste le prime mosse del Venezia in vista della Lega Pro 2016/17, ufficializzate ieri dal ds Giorgio Perinetti assieme agli addii di dieci arancioneroverdi, Beccaro, Busatto, Cangemi, Ferrante, Gualdi, Marcolini, Innocenti, Calzi, Lattanzio e Maccan. «Fabiano e Modolo la scorsa estate sono scesi dalla serie B e con loro, come per il tecnico Giancarlo Favarin, c’era un accordo di conferma automatica in caso di conquista della promozione – spiega Perinetti – Con Cernuto e Bortolin (terzo portiere, ndr) siamo già d’accordo, anche Soligo, Carbonaro e Volpicelli rientrano nei nostri piani, a giorni parlerò con i loro agenti e non credo proprio ci saranno problemi a trovare un’intesa anche economica». Un capitolo a parte riguarda il co-capitano Matteo Serafini, classe ’78 autore di 21 reti nella stagione appena conclusa. «Ci siamo dati reciprocamente più tempo per capire come potrebbe proseguire il nostro rapporto. Ci piacerebbe rimanesse con noi, anche con altri ruoli, da allenatore ad esempio, mentre sul piano tecnico come calciatore è chiaro che dovremmo fare anche altre valutazioni». Oggi il ds proseguirà negli incontri con i giocatori concentrandosi sui giovani. Per quanto riguarda i nomi nuovi il Venezia sarebbe vicino alla stretta finale con l’attaccante Virdis (Savona) e il regista Davì (Bassano), oltre che interessato al 32enne difensore Stefani (Pordenone). Sul fronte però Perinetti glissa: «Aspettiamo il presidente Tacopina (in arrivo domani, ndr) e poi vedremo». Oltre all’amichevole con la Primavera del Chievo è stata annullata anche la seduta di questa mattina al Taliercio, quindi quello di ieri pomeriggio è stato l’allenamento del «rompete le righe» per gli arancioneroverdi. Lunedì a Firenze (ore 11.30) è in programma l’assemblea dei club di Lega Pro (il Venezia e le altre società neopromosse dalla D sono invitate come uditrici) per l’approvazione delle linee guida di cessione dei diritti audiovisivi per il 2016/17. Sul tavolo progetto streaming e altre novità volute dalla Lega Pro.
Ore 14.00 – (Corriere del Veneto, edizione di Venezia) Primi rinnovi ufficiali in casa del Venezia, ma anche parecchi addii seguiti dai primi «botti» di mercato. Ieri la società ha comunicato di aver rinnovato i contratti di Marco Modolo e Gianni Fabiano. Inoltre il diesse Giorgio Perinetti ha già trovato un accordo con Carlo Bortolin e Francesco Cernuto. Ma ci sono anche i primi saluti e non sono di poco conto: Daniel Beccaro, Riccardo Busatto, Alessandro Cangemi, Fabrizio Ferrante, Luciano Gualdi, Matteo Marcolini, Giacomo Innocenti, Giampaolo Calzi, Riccardo Lattanzio e Denis Maccan non faranno parte del progetto in Lega Pro e la società li ha congedati con i ringraziamenti del caso. Nei prossimi giorni Perinetti incontrerà gli agenti di Evans Soligo, Paolo Carbonaro ed Emilio Volpicelli per valutare la possibilità di rinnovo. Discorso a parte per Matteo Serafini, con il quale è previsto più avanti un nuovo confronto. E intanto arrivano i primi «botti», non ancora ufficializzati. Dopo aver chiuso la trattativa per il centrocampista del Bassano Guido Davì, che firmerà un biennale «bruciando» la concorrenza di Padova e Benevento, il Venezia ha raggiunto un accordo anche con la punta del Savona Francesco Virdis. In questo caso Perinetti è riuscito a superare l’offerta del Parma. Virdis, 31 anni, è reduce da una buona stagione a Savona, dove ha segnato 7 gol in 27 partite. C’è inoltre molto interesse per il centrocampista Alex Pederzoli, che è pronto a lasciare il Pordenone. Ieri intanto si è svolta ultima sessione di allenamento, con un giorno di anticipo. Saltata l’amichevole con la Primavera del Chievo, è stato annullato anche l’allenamento di questa mattina. La società sta infatti preparando i campi del Taliercio per la Nazionale Under 21, in città da sabato, quando è previsto il primo allenamento in vista dell’amichevole del 2 giugno al Penzo contro la Francia.
Ore 13.40 – (La Nuova Venezia) Detto e fatto: Giorgio Perinetti ha impiegato pochi giorni a definire la lista dei giocatori confermati anche per il prossimo campionato di Lega Pro, che potrebbe tornare a chiamarsi Serie C oltre a non avere una suddivisione orizzontale dei gironi. Il direttore sportivo del Venezia ha già rinnovato del contratto di Gianni Fabiano, sceso dalla serie B di Vercelli con la promessa della riconferma, e Marco Modolo, che indosserà la casacca arancioneroverde per la terza stagione, ha trovato l’accordo con il portiere Carlo Bortolin, titolare nel match finale di Trieste, e con Francesco Cernuto, che quindi inizierà la sua quarta stagione consecutiva in arancioneroverde. Nella lista dei potenziali riconfermati ci sono anche Evans Soligo, uomo-spogliatoio che garantirà il filo diretto con i tifosi, Paolo Carbonaro ed Emilio Volpicelli, ma il direttore sportivo del Venezia incontrerà nei prossimi giorni i procuratori dei tre giocatori per discutere la loro permanenza in laguna. Posticipata, invece, la discussione del rinnovo contrattuale con Matteo Serafini, il bomber del Venezia autore di 21 gol in partite ufficiali. Nessuna grande sorpresa, più o meno i nomi che si aspettavano, eccettuata la posizione in stand-by di Serafini. Sono quindi liberi di trovare un’altra sistemazione i difensori Ferrante, Busatto e Beccaro, i centrocampisti Cangemi, Gualdi, Calzi e Marcolini, gli attaccanti Lattanzio e Maccan. Sistamata la questione senior, oggi saranno invece ufficializzati i nomi degli under che rimarranno in arancioneroverde con Acquadro già a posto e Vicario e Galli in cima della lista dei candidati a giocare anche in Lega Pro con la maglia del Venezia. Meno chances per Andreatta, Luciani, Di Maio, Callegaro, Taddia e Chicchiarelli. Il Venezia avrebbe messo nel mirino l’attaccante Francesco Virdis (7 reti nel Savona nell’ultima stagione) e il difensore Mirko Stefani, trentino di Borgo Valsugana prodotto del settore giovanile del Milan che è arrivato alla semifinale promozione con il Pordenone, mentre si è fermata la trattativa con il centrocampista Giuseppe Statella del Cosenza. La stagione del Venezia è terminata ieri con l’ultimo allenamento, modificato strada facendo il programma settimanale con l’annullamento prima dell’amichevole odierna contro la Primavera del Chievo, poi azzerando anche l’allenamento di questa mattina così da permettere l’inizio dei lavori di sistemazione del campo al Taliercio che ospiterà le sedute dell’Italia Under 21. Il Venezia è stato invitato (come uditrice) all’assemblea di Lega Pro in programma lunedì 30 maggio, che dovrà provvedere anche all’approvazione delle linee-guida di cessione dei diritti audiovisivi stagione sportiva 2016-2017, ma saranno anche presentati i progetti e le strategie che caratterizzeranno e guideranno la prossima stagione di Lega Pro.
Ore 13.10 – (Corriere del Veneto, edizione di Vicenza) E’ il «giorno della verità»: oggi pomeriggio ci sarà la riunione dei soci di Vi. Fin. che dovrebbe dare il via libera al passaggio delle quote di maggioranza del Vicenza da Finalfa alla finanziaria vicentina Vi. Fin, che dall’aprile del 2015 ha un ruolo fondamentale nel sostenere la società. Il lungo percorso per arrivare al passaggio di proprietà è formalmente iniziato proprio nell’aprile di un anno fa, quando Vi. Fin. venne in soccorso dell’attuale proprietà ottenendo un diritto di opzione di acquisto della società berica da esercitare entro il 31 dicembre 2016. Il primo passo nel lungo iter che ha portato alla situazione odierna, è avvenuto il 30 dicembre con il deposito all’Agenzia delle Entrate, da parte dello studio Casa e Associati, della proposta di rateizzare il debito Iva (che ammonta a circa 7 milioni di euro), a 15 anni. La procedura prevedeva anche la presentazione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti che la società ha in seguito perfezionato con i suoi creditori, che dovevano rappresentare almeno il 60% dei crediti esistenti. Dopo lunghe trattative e vari rinvii, il 22 aprile i vertici provinciali e regionali dell’Agenzie delle Entrate hanno accettato la rateazione concedendo 12 anni per il pagamento del debito fiscale. Alla chiusura della pratica manca solo il documenti ufficiale dell’Agenzia stessa ma il tutto dovrebbe essere perfezionato oggi. Chiusa la pratica relativa all’Iva e ottenuta la permanenza in serie B — condizioni ritenute necessarie dai soci di Vi. Fin. per esercitare il diritto di opzione sulle quote — non ci dovrebbero essere più ostacoli al tanto atteso cambio di proprietà che, per la verità, in questi giorni un po’ tutti nell’ambiente vicentino hanno dato per scontato. Oggi è atteso il via libera per arrivare alle firme tra Sergio Cassingena (presidente di Finalfa) e Alfredo Pastorelli, numero di Vi. Fin. a sancire il passaggio. Subito dopo l’attuale cda che ha come presidente Gian Luigi Polato, Vittoria Franchetto presidente onorario, ad Dario Cassingena, vicepresidente Antonio Mandato con Paolo Cristallini e Leonardo Adamo consiglieri, decadrà e Vi.Fin convocherà l’assemblea ordinaria con all’ordine del giorno la nomina del nuovo consiglio di amministrazione. Scontato che il nuovo presidente sarà Alfredo Pastorelli, che lascerà la massima carica di Vi. Fin. a Marco Franchetto, con gli altri soci di Vi. Fin. che andranno a completare il cda in cui potrebbe entrare a breve anche Savino Tesoro, qualora decidesse di accettare la proposta di Pastorelli.
Ore 12.50 – (Giornale di Vicenza) Antonio Tesoro lo ha fatto capire da subito, da quando è diventato diesse del Vicenza e cioè dal 22 marzo: se parla gli piace farlo a viso aperto, dicendo chiaro come vede le cose, senza giri di parole e diplomazie talvolta comode per svicolare. E così ora che la grande paura è passata e che la salvezza addirittura anticipata è il suo primo risultato ottenuto, è tempo di parlare del futuro. E Tesoro accetta di farlo a modo suo, parla di società e di giocatori con nomi e cognomi, ne esce un’intervista serrata per dare ai tifosi biancorossi più informazioni possibili sull’amato Lane che verrà.Allora Tesoro, un passo indietro: è arrivato a Vicenza in un momento che definire delicato è ancora poco.Visto com’era la condizione della squadra, fisica ed emotiva, la salvezza è stata quasi un miracolo, basti pensare che per non passare dai playout si sarebbe dovuto tenere un passo da promozione ed è proprio quello che poi ci è riuscito.La svolta a suo avviso è giunta per merito di…Prima di tutto la voglia dei giocatori di non accettare la disfatta passivamente, poi il lavoro del tecnico Lerda che ha saputo dare loro sicurezze che avevano smarrito. Non solo, è stato bravo a dare positività al lavoro svolto, a chiedere mini-obiettivi come il perdere un chilo a settimana al giocatore in sovrappeso, ad aumentare le ore di allenamento.Cosa ha capito della Vicenza biancorossa?Mi rifaccio ad una dichiarazione del vostro grande Salvi scomparso da poco e che mi trova d’accordo: è una piazza ideale per poter fare calcio, perchè ha una storia importante e la gente ha una cultura sportiva, dunque ci sono pressioni ma non esagerate e per questo il giocatore si può esprimere al meglio. Vicenza ha le potenzialità per arrivare a risultati di rilievo.Molta differenza rispetto all’esperienza vissuta a Lecce?Di sicuro climatica… certo al Sud il calcio si vive in modo più totale, qui la gente vive intensamente la partita ma poi gli dà il giusto valore, senza esagerazioni.Tre anni a Lecce: cosa non rifarebbe?Non asseconderei più il volere popolare, quasi mai è la soluzione giusta, anche perchè nel calcio una cosa importante è riuscire ad avere all’interno della squadra una certa uguaglianza tra le varie componenti ed invece quando si portano giocatori di rilievo o che sono nel contesto da troppi anni per forza di cose si creano situazioni difficili da gestire.Veniamo al Vicenza: il suo lavoro entra nel vivo, deve costruire la rosa del prossimo campionato.Sì ma va tenuto presente che un ruolo di primo piano nella scala gerarchica lo riveste la società e il progetto che ha in mente, certo sono convinto ci siano i presupposti per fare un percorso importante perchè ci sono idee ed entusiasmo.Quindi lei è tranquillo?Più giusto dire che sono consapevole di quanto devo fare, così come trovo fondamentale che ci sia una comunicazione chiara con i tifosi.Spieghi allora il progetto.Il Vicenza viene da anni difficili, con una situazione debitoria pesante che va gestita e risolta. Un progetto serio che guardi al futuro e non si fermi al gratta e vinci, del tipo: proviamo ad andare in serie A, deve per forza passare per un contenimento del conto economico e dunque arrivare a dare solidità e credibilità alla società. Riuscirci significherà fra l’altro lavorare in armonia col territorio: ad esempio se un fornitore ti dà un servizio deve essere sicuro di essere pagato, tutto questo è così importante da andare, almeno nell’immediato, anche a discapito del progetto tecnico. Però è questa la strada per dare al Vicenza un futuro di soddisfazioni.Come dire che le è stato dato un budget assai ridotto?Di certo si devono abbattere i costi, per capirci avrò a disposizione un terzo di quello della passata stagione, così come si dovranno smaltire per forza certi contratti onerosi, sui 600-700 mila euro lordi, che il Vicenza non si può più permettere.Insomma sarà un altro anno di sofferenza?Non lotteremo per andare in serie A. Il primo obiettivo sarà salvarsi, poi cammin facendo vedremo.Il settore giovanile sarà ancora più importante.Intanto è gestito dal dirigente Antonio Mandato che è molto bravo, poi a mio avviso se si chiama settore giovanile del Vicenza deve essere composto al 90 per cento da giocatori della città e della provincia.Che identità pensa di dare alla squadra?Il primo parametro sarà quello di avere fame, i giocatori dovranno vedere Vicenza come l’opportunità della vita, nella rosa attuale di bravi ce ne sono tanti, ma chi resta dovrà avere grandi motivazioni.Ci sono giocatori che di sicuro non verranno ceduti, ad esempio capitan Brighenti?C’è grande volontà di proseguire il rapporto con lui, non è solo un giocatore straordinario ma pure una persona di valore, sì per me è incedibile. Altro elemento su cui puntare è Giacomelli, ha qualità e un legame con la città.E Sampirisi e D’Elia che si sono espressi al meglio?Bisognerà capire quali ambizioni hanno a livello personale, magari pensano alla A, se restano devono esserne convinti al mille per mille.Un altro elemento di spicco è Galano.Ha chiuso in crescendo ed ha mostrato le sue grandi qualità, dunque avrà mercato ma non sarà di certo svenduto.Signori è pure del Vicenza.A noi piacerebbe che restasse ma ha un contratto importante, cercheremo di trovare delle soluzioni.Benussi, Adejo ed Ebagua, arrivati tutti a gennaio e in scadenza resteranno?Il portiere se è contento sì, con Adejo ci siamo parlati prima che partisse, c’è distanza tra la sua richiesta e la nostra offerta, vedremo. Per quanto riguarda Ebagua ci sentiremo la prossima settimana ed è un discorso soprattutto economico.Tra i giocatori in prestito ci sono Moretti e Vita.Il primo è del Latina con cui ha altri due anni di contratto, un contratto molto pesante che noi non possiamo permetterci, vediamo se durante il mercato succede qualcosa. Per Vita (che è del Sassuolo, ndr) mi sto già muovendo per cercare di averlo ancora con noi, è bravo ed ha ampi margini di miglioramento.E Raicevic che a gennaio tutti volevano?Il ragazzo ha ancora mercato, nella seconda fase complice un problemino al ginocchio ha reso un po’ meno ma ha grandi prospettive. Forse andrà via, si sono interessate due squadre tedesche, una svizzera, così come c’è pure ancora il Napoli, ma richieste vere no.Sono già usciti anche dei nomi di giocatori in procinto di arrivare come Cernigoi.Stiamo valutando elementi che si sono messi in mostra nelle categorie inferiori, il Vicenza cercherà giovani su cui investire i pochi spiccioli che ha. Tra questi c’è appunto Cernigoi, il cui arrivo però non è chiuso, su di lui ci sono pure Brescia e Cittadella, o come Di Piazza che ha fatto bene all’Akragas e va in scadenza, o Giusti un ’95 dell’Abano, pure lui attaccante, che ha giocato nel Teolo.Alla fine la rosa verrà affidata a Lerda appena riconfermato per due anni, ma il tecnico vi ha fatto delle richieste precise per restare?Lerda avrà di certo le sue idee ma è pur sempre un dipendente della società e dunque deve sposare il progetto che fa il club. A Lerda è stato ovviamente spiegato e lui ha accettato, insomma sa che di fronte a certe offerte alcuni giocatori dovranno essere ceduti.Chiudiamo parlando di suo padre, Savino Tesoro, allora entrerà nel Vicenza?Lo ripeto per l’ennesima volta: siamo due persone diverse, la sua scelta non ha nulla a che vedere col mio lavoro, non ho volutamente partecipato a nessuno di questi incontri, non mi crederete ma con lui non parlo mai di questa cosa.
Ore 12.20 – (Gazzettino) Fumata grigia, ma il colore è molto chiaro, tendente al bianco. Per Lucas Chiaretti il futuro sarà ancora a tinte granata, nel primo pomeriggio l’incontro decisivo tra le parti, ma nell’ambiente cittadellese filtra grande ottimismo: il contratto del giocatore brasiliano è bello che pronto per essere firmato. Ieri pomeriggio alla sede di via Cà dai Pase il giocatore con il suo agente si sono confrontati con il direttore Stefano Marchetti, che in tardo pomeriggio ha rilasciato una breve quanto significativa dichiarazione: «Domani (oggi per chi legge, ndr) sarà il giorno di Chiaretti. Ci siamo visti, ne abbiamo parlato e ci siamo dati appuntamento nel pomeriggio per definire la questione». I tempi sono stretti, lunedì l’attaccante lascerà l’Italia per tornare in Brasile, dove trascorrerà le vacanze: «Per questo motivo non possiamo perdere tempo né allungare troppo la trattativa – spiega Marchetti -. Il primo nella lista degli appuntamenti era proprio Chiaretti, stiamo lavorando sul suo rinnovo». La disponibilità del giocatore c’è, l’ha data nei giorni scorsi dicendo: «Ho raggiunto la promozione con il Cittadella, vivendo una straordinaria annata, sarebbe davvero bello proseguire assieme per confrontarci nel campionato di serie B». È questo il desiderio di Lucas Chiaretti, che si sposa perfettamente con le esigenze della società granata. Sistemata una casella davvero importante nello scacchiere di Venturato, Stefano Marchetti potrà guardare altrove: «Ma lo sto già facendo – confida il dirigente del Cittadella -. Sto verificando alcune cose, seguendo determinate piste, senza particolare fretta: in questo momento la priorità si chiama Chiaretti». Tra le possibili «piste» da tenere sotto osservazione, una di queste conduce a Gianvito Misuraca, centrocampista classe 1990 e uno dei pezzi pregiati del Bassano. Il giocatore è in scadenza di contratto ed è pieno di estimatori, sia in Lega Pro che in cadetteria. BERRETTI – Domani alle 16 a Bassano del Grappa allo stadio «Antonio Baccini», quartiere XXV Aprile, il Cittadella giocherà l’andata dei quarti di finale del campionato Berretti.
Ore 12.00 – (Mattino di Padova) Fumata grigia, ma tendente al bianco. L’atteso incontro fra Lucas Cossenzo Chiaretti e il direttore generale granata Stefano Marchetti c’è stato ed è durato poco più di un’ora. La firma che dovrebbe legare il fantasista carioca al Cittadella anche nella stagione del ritorno in Serie B, però, ancora non è stata posta sul contratto. L’impressione è che si arriverà al prolungamento del matrimonio, perché questa è la volontà di entrambe le parti in causa: già nel pomeriggio di oggi ci sarà un nuovo incontro, che dovrebbe essere risolutivo. Il Citta può avvalersi di un’opzione sul giocatore che ieri, dopo essersi visto con Marchetti, si è trovato con Venturato e il suo vice Gorini. Sul piatto c’è un ritocco del contratto, tuttavia la distanza fra domanda e offerta è ridotta e tale da far pensare che tutto si possa risolvere per il meglio. In più, il brasiliano vuole chiudere ogni discorso prima del rientro nella sua Belo Horizonte, viaggio programmato per lunedì. A corteggiarlo, dopo un campionato che l’ha visto recitare un ruolo da protagonista nella cavalcata promozione granata (32 presenze, 6 gol e 3 assist per lui), diverse pretendenti, a partire dall’ambizioso Parma appena tornato in Lega Pro, passando per il Benevento, neopromosso in Serie B, per il Catania e l’Alessandria. Il Cittadella, che ha permesso al 28enne trequartista cresciuto nelle file del Cruzeiro di rilanciarsi alla grande, ha però la priorità su tutti. Marchetti, intanto, si sta muovendo su altri fronti. È molto vicino l’accordo con Gianvito Misuraca: il centrocampista siciliano, reduce da una stagione molto positiva con il Bassano, è su piazza, dopo che la società giallorossa, come ha spiegato nei giorni scorsi al nostro giornale il diesse Seeber, ha deciso di non esercitare l’opzione sul suo rinnovo. Si tratta di un elemento molto duttile, in grado di giocare sia da mezzala, sia da trequartista.
Ore 11.40 – (Corriere del Veneto) Tanti giocatori in scadenza e un budget da definire con un’ovvia attenzione. Per questo motivo l’incontro andato in scena ieri pomeriggio fra il dg Stefano Marchetti e l’entourage di Lucas Chiaretti, che attende notizie in merito, non ha portato per ora alla fumata bianca tanto attesa. Le parti si riaggiorneranno oggi e l’aria che tira resta orientata all’ottimismo. Il giocatore vuole rimanere, Venturato lo stima e la società sta cercando di andare incontro alle richieste del brasiliano. La volontà reciproca è quella di arrivare a un accordo e al momento le possibilità di un nero su bianco sono elevate. Per Gianvito Misuraca, che ha detto addio al Bassano, c’è già un accordo di massima con gli agenti del giocatore ma Marchetti ha preso tempo, perché deve definire una serie di rinnovi e la priorità rimane prima di tutto questa. Detto che bisognerà attendere per capire le prospettive di una permanenza di Gianluca Litteri in maglia granata e che la prima alternativa resta Andrea Brighenti della Cremonese — senza dimenticare altre opzioni che al momento vengono tenute in caldo per poi essere prese in considerazione più avanti — Marchetti sta «battagliando» con il Verona per il riscatto di Zaccagni , un giocatore per cui stravede ma per il quale l’Hellas può esercitare il controriscatto. Sul piede di partenza Alessandro Sgrigna , che non rinnoverà il proprio legame col club granata e cerca una soluzione in zona: può finire a Pordenone o a Venezia, ma si attendono eventualmente sviluppi nelle prossime settimane. Nel frattempo nei prossimi giorni Marchetti incontrerà anche Luca Nember, ds del Chievo, per discutere la situazione di Jallow, Bobb e Benedetti, tutti in prestito ai granata. Le possibilità che il club gialloblù possa decidere di dare al Cittadella almeno uno dei tre ci sono. In porta verrà confermato Enrico Alfonso, vero e proprio punto fermo di Venturato.
Ore 11.10 – (Mattino di Padova) Forse non saranno gli espropri, né i comitati dei cittadini a stoppare il progetto di Bitonci di portare il calcio al Plebiscito, ma una relazione tecnica dei vigili del fuoco. Il comando provinciale dei pompieri di Padova, infatti, al quale, per legge, l’amministrazione ha chiesto il nullaosta di fattibilità per procedere con il progetto, ha riscontrato diverse anomalie e criticità, tali da costringere il sindaco Massimo Bitonci a far rivedere il progetto (non ancora definitivo) per inserire le «misure di compensazione» indicate nella relazione tecnica. Ma di che si tratta? Anomalie e criticità riguardano soprattutto la sicurezza. E la soluzione è tutt’altro che semplice. Le vie di fuga dello stadio – si legge nelle osservazioni dei vigili del fuoco – devono consentire l’allontanamento del pubblico e il successivo sfollamento in maniera agevole e rapida in caso d’emergenza: «Di conseguenza le direzioni ottimali di tali vie non possono che essere quelle radiali rispetto al baricentro dell’impianto stesso», si legge sul documenti redatto su carta intestata del ministero dell’Interno. «Per garantire maggiore affidabilità che l’allontanamento possa avvenire è stata prevista dalle norme di sicurezza “un’area di servizio annessa”, distanziata almeno sei metri dal perimetro della struttura e delimitata per mantenerla sgombra da ostacoli». In sostanza non ci sono gli spazi per le uscite di sicurezza né per realizzarle. Questo perché lo stadio si troverebbe a ridosso delle altre strutture già presenti, come specifica la relazione: «La presenza di altri impianti nelle zone circostanti impedisce un ottimale sviluppo delle aree di servizio nelle zone radiali, rispetto al baricentro della struttura in oggetto, che dovrebbero allargarsi progressivamente, a mano a mano che ci si allontana dalla stessa». Quali potrebbero essere le conseguenze se il progetto venisse realizzato così com’è? Sono sempre i vigili del fuoco a rispondere definendole «criticità»: «Un andamento avvolgente dello stadio determina due principali criticità: la riduzione della rapidità di allontanamento del pubblico dalla struttura, addirittura con riavvicinamenti a questa, ovvero accostamenti ad altri impianti, e l’impedimento della possibilità di avvicinamento all’impianto dei mezzi di soccorso su gran parte del perimetro in caso di emergenza». Praticamente se ci fosse un allarme e i tifosi dovessero abbandonare lo stadio in fretta, rischierebbero di finire in un labirinto e avrebbero difficoltà a raggiungere le aree che ospitano le ambulanze. Soluzioni? La relazione consiglia anche come compensare i problemi, innalzando muri di due metri resistenti al fuoco che proteggano le aree di servizio esterne, e realizzando un percorso carrabile attorno allo stadio largo sei metri accessibile ai mezzi di soccorso attraverso varchi di 3,5 metri. Spazi che però non ci sarebbero proprio per via della presenza degli altri impianti (piscine e campo da baseball). Oltre a quello dei vigili del fuoco, a Palazzo Moroni sono arrivati anche i pareri di AcegasApsAmga, del Consorzio di Bonifica Bacchiglione e della Telecom, che non hanno riscontrato particolari problemi di fattibilità. Mancano ancora quelli fondamentali del Coni e della Questura. Ma l’assessore allo sport Cinzia Rampazzo un mese fa aveva giustificato così la mancanza: «I progetti sugli stadi possono essere approvati dal Coni nazionale solamente con la presentazione di elaborati progettuali definitivi in cui vengono precisati gli accorgimenti necessari per l’adeguamento dell’impianto, per tutelare al massimo i cittadini». I tre milioni però sono già stanziati, con o senza pareri.
Ore 10.50 – (Corriere del Veneto) Il progetto relativo all’ampliamento dello stadio Plebiscito e alla sua trasformazione nella nuova casa del Calcio Padova, tanto caro al sindaco Massimo Bitonci e all’assessore allo Sport Cinzia Rampazzo, incontra un primo, sostanzioso ostacolo. Il parere del Comando provinciale dei vigili del fuoco, firmato dal comandante Francesco Notaro e dal funzionario tecnico Gaetano Pasquato, in merito alla richiesta del nulla osta di fattibilità presentata da Palazzo Moroni, infatti, non spiana la via al trasloco. Anzi. L’esito dello studio dei pompieri, almeno in questa prima fase, non è positivo. Nemmeno così negativo da bloccare tutta l’operazione, ma i vertici della centrale di via San Fidenzio, nelle sei pagine di esame sulla versione preliminare del piano elaborato dall’architetto Massimiliano Pagnin riscontrano non poche «anomalie» e «criticità» e indicano altrettante «misure di compensazione» necessarie. Secondo gli esperti dei vigili del fuoco, l’impianto, nato per il rugby, deve necessariamente essere oggetto di un restyling generale perché le norme di sicurezza valide per il calcio professionistico sono molto più restrittive rispetto a quelle in vigore per la palla ovale. Altro elemento di criticità concerne la capienza dello stadio che dagli attuali 7.715 dovrebbe passare a 12mila posti tutti a sedere, con relative poltroncine oggi assenti. L’aumento di 4.285 unità dovrà necessariamente comportare una lunga serie di accortezze in più per garantire l’incolumità degli spettatori. Il problema più significativo rilevato dai vigili del fuoco, scritto nero su bianco nella loro relazione inviata in Comune lo scorso 19 gennaio ed emersa soltanto nelle ultime ore, riguarda praticamente il fatto che il Plebiscito, così com’è ora e così come risulta ancora essere nel progetto commissionato dal Comune all’architetto Pagnin, non presenta un adeguato sistema di vie di fuga in caso di pericolo. Per quale motivo? Per la presenza, ad Ovest, del PalaGhiaccio e, ad Est, della palazzina dove ci sono gli uffici del centro sportivo e le strutture delle altre discipline (nuoto e tennis su tutte). In sostanza, secondo i pompieri, tutt’attorno allo stadio andrebbe creata un’area larga almeno 12 metri libera da qualsiasi tipo d’impedimento: cosa che, data la situazione attuale, non sarebbe possibile fare. «La presenza di altri impianti nelle zone circostanti – si legge nel parere dei vigili del fuoco – impedisce un ottimale sviluppo delle citate aree nelle direzioni radiali rispetto al baricentro della struttura, che dovrebbero allargarsi progressivamente a mano a mano che ci si allontana dalla stessa». Quindi, il comandante Notaro e il funzionario Pasquato sottolineano che «l’andamento avvolgente lo stadio di queste aree determina due tipi di criticità. Riduzione della rapidità di allontanamento del pubblico dalla struttura ed impedimento della possibilità di avvicinamento all’impianto, su gran parte del suo perimetro, dei mezzi di soccorso in caso di emergenza». Tradotto: in caso di disastro da là non si scappa. Proprio per questo motivo, raccomandano i pompieri, andrebbe appunto creato un nuovo percorso pedonale-carrabile, largo almeno 12 metri intorno al perimetro dell’impianto. Insomma, un restyling radicale dello stadio. Che non sarà possibile ignorare.
Ore 10.30 – (Gazzettino) Con il suo agente Jerry Palomba c’è stato un primo approccio dei vertici societari in occasione del rinnovo di De Risio, ma il tutto è stato poi rinviato alla settimana prossima, una volta insediato Zamuner. «Ancora non so niente – spiega il giocatore carioca – perché sono rientrato l’altro giorno dal Brasile, ma resterò a Padova fino al 20 giugno. Ho sempre detto, e lo ribadisco, che vorrei restare e mi farebbe tanto piacere continuare questa avventura. Anche la mia famiglia si trova bene». A Neto Pereira nei giorni scorsi è stato proposto un contratto con una parte flessibile legata a presenze e rendimento: «Io sono a disposizione, se ne parla. Sono contento per come è andata la stagione appena conclusa, per quello che ho fatto e per lo spazio trovato. Devo solo ringraziare». Dal personale alla squadra. Cosa manca all’appello per un ulteriore salto di qualità? «Bastava fare dall’inizio quello che si è fatto. Più che pensare a calciatori, allenatori o altro, bisogna migliorare sulle piccole cose. C’è una base importante di giocatori da tenere in considerazione, ripartire da zero non è mai facile».
Ore 10.20 – (Gazzettino) Poi ci sono le strade alternative che, oltre a Petrone, Asta, Brevi e D’Aversa, portano soprattutto a Bruno Tedino che però è legato per altre due stagioni al Pordenone, squadra di cui Zamuner è consulente di mercato per l’attuale torneo, che domenica, dopo il ko per 3-0 dell’andata, affronterà il Pisa nelle semifinale play off di ritorno, appuntamento spartiacque pure per il futuro del Padova. E sempre in tema di allenatori, Carmine Parlato, a sua volta vincolato con i biancoscudati fino al 2017, è tra i candidati per la panchina della Triestina che, dopo il cambio di proprietà, punta a un campionato di vertice in serie D. Di riflesso verranno poi affrontate in maniera più approfondita le situazioni dei giocatori e tra quelli in attesa di notizie figura il centrale difensivo Fabiano il cui contratto scade a giugno.
Ore 10.10 – (Gazzettino) In attesa dell’ufficializzazione di Giorgio Zamuner, futuro direttore generale e responsabile area tecnica, che avverrà in avvio della prossima settimana, in casa biancoscudata il nodo più importante da risolvere resta quello che riguarda la panchina, ma anche in questo caso, in assenza di novità, l’impressione è che si arriverà alla sua definizione solo dopo domenica. Mercoledì l’ex procuratore si è nuovamente incontrato con Beppe Pillon, in ballo per una possibile conferma dopo l’ottimo lavoro svolto all’ombra del Santo nella seconda parte del campionato, e i due si sono presi una pausa di riflessione per valutare se è possibile trovare la quadratura del cerchio, non solo con riguardo all’aspetto più strettamente economico e contrattuale, ma pure sulle garanzie tecniche richieste dall’allenatore di Mogliano, alla luce della ambizioni non nascoste dalla società per la prossima stagione.
Ore 09.50 – (Mattino di Padova) PRIME ENTRATE. Dietro le quinte, intanto, Zamuner attende l’investitura ufficiale, che dovrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana. Dopo di lui, arriveranno gli annunci di Marcelo Mateos, che lo seguirà da Pordenone diventando una sorta di factotum del Padova, e dell’allenatore per la prossima stagione. Ma dal Friuli potrebbe giungere anche qualche giocatore: il primo della lista potrebbe essere il difensore Mirko Stefani, centrale di 32 anni e pupillo di Zamuner: è in scadenza di contratto con la società neroverde, e potrebbe arrivare gratis rinforzando la retroguardia.
Ore 09.40 – (Mattino di Padova) Le parti si riaggiorneranno la prossima settimana, ed è probabile che a quel punto si arrivi a sancire nero su bianco l’accordo. Il Padova dovrebbe offrire al giocatore un ingaggio molto vicino a quello percepito nella stagione appena conclusa, e potrebbe però alzare la soglia delle cosiddette “parti variabili”, ovvero i bonus legati al rendimento del giocatore. E Neto, dal canto suo, è fermamente convinto che Padova sarà anche l’anno prossimo la sua casa: proprio per questo, un paio di settimane fa, il giocatore ha rifiutato una proposta – economicamente molto importante – giunta dall’Est Europa da imprenditori italiani. Nonostante i 37 anni, età nella quale molti giocatori prendono seriamente in considerazione la possibilità di “svernare” nei campionati emergenti di Asia e America, o addirittura di smettere, Neto ha deciso di legarsi ancora al Padova, e di vivere in biancoscudato una seconda giovinezza.
Ore 09.30 – (Mattino di Padova) Il matrimonio tra il Padova e Neto Pereira è destinato a durare ancora. E anche se nel calcio, lo si dice sempre, è sempre meglio… camminare con i piedi di piombo fino a che non ci sono le firme sui contratti, sembra che la volontà dell’attaccante brasiliano, unita alla proposta di rinnovo avanzata direttamente da viale Rocco, questa volta sarà decisiva. Tanto che lo stesso Neto Pereira, nelle scorse settimane, ha respinto al mittente un’altra offerta, convinto della sua decisione di rimanere in biancoscudato anche l’anno prossimo. IL RETROSCENA. Lunedì scorso, a Milano, gli agenti del giocatore carioca hanno incontrato faccia a faccia i dirigenti biancoscudati: pare che l’interlocutore sia stato uno dei due Bonetto, Roberto o Edoardo, e che non fosse invece presente Giorgio Zamuner. Dopo i primi colloqui telefonici delle scorse settimane, in ogni caso, vis à vis si sono fatti passi in avanti verso il rinnovo anche per la prossima stagione del contratto in scadenza al prossimo 30 giugno.
Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) L’aria che tirava dopo il secondo faccia a faccia fra l’allenatore di Preganziol e Zamuner fa pensare a un’imminente e definitiva fumata nera. E se davvero ci fosse stata l’intenzione di confermarlo si sarebbe già potuto fare, considerato che Zamuner da una decina di giorni lavora sottotraccia per il Padova e l’ufficialità del suo incarico sarà solo un passaggio formale. Pillon ha fatto richieste precise su staff, compenso economico e rinforzi da garantire per tentare il salto di categoria. Con una rosa da rinnovare e alcuni giocatori da gestire, la società avrà il suo bel daffare ad allestire un organico competitivo per contrastare le big del girone A. Al momento la priorità sono i rinnovi dei tre brasiliani, Diniz, Fabiano e Neto Pereira. Per il primo Zamuner incontrerà gli agenti la settimana prossima (Vicenza, Avellino e pure due club esteri sono in attesa), per Fabiano il divorzio è improvvisamente considerato possibile, soprattutto se non rimarrà Pillon, che ne aveva chiesto la conferma. Capitolo Neto Pereira: l’incontro decisivo fra le parti deve ancora andare in scena, ma informalmente la società ha recapitato all’ex capitano del Varese una proposta più bassa rispetto a quella dello scorso anno ma con una serie di bonus a rendimento e a presenza. Si può fare.
Ore 09.00 – (Corriere del Veneto) Appunti sparsi del giovedì: nessuna fumata bianca per l’allenatore ed è comprensibile che sia così. Almeno fino a martedì bisognerà armarsi di pazienza, ma la strategia di Giorgio Zamuner, neo direttore generale in pectore del Padova, è chiara. Una volta terminati i playoff con la semifinale di ritorno Pordenone-Pisa che sembra una pura formalità dopo lo 0-3 dell’andata, Zamuner e Bruno Tedino, la prima scelta dell’ex procuratore di Sandonà di Piave, proveranno a forzare la mano con Mauro Lovisa, patron del Pordenone. Se Lovisa lascerà intendere che, sì, tutto sommato non ci sarà interesse da parte sua a trattenere controvoglia l’allenatore trevigiano sotto contratto fino al 2018, ci sarà il via libera definitivo alla ricomposizione del duo dei miracoli che ha portato il Pordenone a giocarsi il penultimo atto degli spareggi promozione per l’accesso alla serie B. Altrimenti scatterà il «piano B», con le alternative più calde che portano a Oscar Brevi, Roberto D’Aversa, Mario Petrone e Antonino Asta. Sorprese in vista? Al momento il ventaglio di nomi è questo, poi è chiaro che il mercato può presentare opportunità improvvise quando meno ce lo si aspetta. Sembra lapalissiano che Giuseppe Pillon non verrà confermato.
Ore 08.30 – Lega Pro girone A, la classifica finale: Cittadella 76, Pordenone 65, Bassano 62, Alessandria 57, Padova 54, Cremonese 53, Reggiana 52, FeralpiSalò 50, Pavia 49, SudTirol 44, Renate 43, Giana Erminio e Lumezzane 42, Pro Piacenza 39, Cuneo e Mantova 34, AlbinoLeffe 20, Pro Patria 7 (-3 punti di penalizzazione).
Ore 08.20 – Lega Pro girone A, la trentaquattresima giornata: Cremonese-Cuneo 2-1 (Sansovini (Cr) al 15′ st, Brighenti (Cr) al 22′ st, Cavalli (Cn) al 38′ st), FeralpiSalò-Pavia 1-3 (Manconi (Pv) al 9′ st, Ferretti (Pv) al 13′ st, Romero (Fs) al 35′ st, Ferretti (Pv) al 44′ st), Lumezzane-Pro Piacenza 0-0, Mantova-AlbinoLeffe 1-1 (Gonzi (Mn) al 25′ pt, Magli (Al) al 33′ pt), Padova-Alessandria 4-0 (Fabiano (Pd) al 4′ pt, Petrilli (Pd) al 23′ pt, Altinier (Pd) al 25′ pt e al 1′ st), Pordenone-Giana Erminio 3-1 (Bruno (Ge) al 12′ pt, Beltrame (Pn) al 16′ pt e al 2′ st, Valente (Pn) al 36′ st), Reggiana-Bassano 2-2 (Mignanelli (Re) al 47′ pt, Momenté (Ba) al 27′ st, Alessi (Re) su rigore al 37′ st, Cenetti (Ba) al 46′ st), Renate-Pro Patria 3-1 (Napoli (Re) al 3′ pt, Teso (Re) al 10′ pt, Santana (Pp) al 35′ pt, Ekuban (Re) al 20′ st), SudTirol-Cittadella 2-3 (Fink (St) al 5′ pt, Tait (St) al 11′ pt, Litteri (Ci) al 12′ pt, Paolucci (Ci) al 43′ pt, Coralli (Ci) al 25′ st).
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